P. Highsmith, Trappola di ghiaccio - Fabbri Editori

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01.06.2013 Views

GENERI 4 5. fascine: fasci di legna di piccolo formato, usati specialmente per bruciare. I L RACCONTO GIALLO «Non me ne sono reso conto. Sono un po’ brillo, cara. Devi scusarmi.» Quella notte, si coricarono come sempre nello stesso letto, ma entrambi fi ngevano soltanto di dormire. Il giorno seguente, di nascosto, ognuno dei due perlustrò la casa dalla cantina al solaio: Olivia nell’intento di proteggersi da possibili trappole mortali, Stephen con quello di prepararle. Lui aveva già deciso che la scala della cantina offriva la possibilità migliore, nonostante i precedenti, proprio perché nessuno avrebbe mai osato servirsi dello stesso mezzo... se avesse avuto intenzione di uccidere. Olivia stava pensando la stessa cosa. La scala della cantina non era mai stata tanto sgombra di ostacoli o così bene illuminata. Nessuno dei due prendeva mai l’iniziativa di spegnere quella luce, la sera. In apparenza, ciascuno professava amore e fi ducia per l’altro, ma a tavola assaggiavano con precauzione il cibo, prima di cominciare a mangiare. Olivia capiva d’essere stata raggirata. Il fascino di Stephen era completamente sfumato, ormai, e intanto esitava tra un piano omicida e l’altro, ben sapendo che «l’incidente» doveva essere ancora più convincente di quello che l’aveva liberata di Peter. Stephen si rendeva conto di trovarsi in una posizione meno delicata. Tutti quelli che li conoscevano erano convinti che lui adorasse Olivia. Un incidente sarebbe stato preso sicuramente per buono; tutti gli avrebbero creduto sulla parola. Ora si stava trastullando con l’idea del grosso frigorifero, giù in cantina. Non c’era la maniglia per aprire lo sportello dall’interno, e di tanto in tanto Olivia si addentrava nell’angolo più lontano della cella per prendere dei cibi dal surgelatore. Ma si sarebbe ancora arrischiata a entrarci, ora che i suoi sospetti si erano svegliati, se lui si fosse trovato in cantina? Ne dubitava. Una mattina, mentre Olivia stava facendo la prima colazione a letto, Stephen prese a fare esperimenti con lo sportello della cella frigorifera. Se, nell’aprirsi, avesse urtato contro un oggetto solido, sarebbe lentamente ma sicuramente tornato indietro, chiudendosi. Al momento non c’era alcun oggetto solido nei pressi dello sportello, che al contrario andava spalancato energicamente, del tutto, in modo che un apposito congegno, fi ssato all’esterno, si agganciasse a un altro fi ssato nella parete, con il preciso scopo di mantenerlo aperto. Olivia, lui l’aveva notato, lo spalancava ben bene, prima di entrare, e automaticamente lo sportello rimaneva fi ssato alla parete. Ma se lui avesse messo qualcosa in mezzo, non fosse che un angolo della cassetta contenente le fascine 5 per il caminetto, lo sportello avrebbe urtato contro quella e sarebbe tornato su se stesso, chiudendosi, prima ancora che Olivia avesse tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo. Tuttavia, quel particolare momento non sembrava il più adatto a mettere in posizione strategica la cassetta delle fascine, e così Stephen si astenne dal preparare la trappola. Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education

GENERI 5 I L RACCONTO GIALLO Il pomeriggio, poco dopo il tè, Stephen si allontanò con indifferenza dal soggiorno, come chi non ha nessuno scopo preciso. In realtà, aveva una gran voglia di fare nuovamente la prova con la cassetta delle fascine, per vedere se era possibile fare affi damento su quella. La luce in cima alla scala della cantina era accesa. Con precauzione, Stephen scese i gradini. Poi trascinò la cassetta della legna fi no a metterla nella posizione voluta. Aprì la portiera della cella frigorifera, spingendola verso la parete mentre metteva un piede dentro, con la mano destra tesa a fermarla quando sarebbe tornata indietro, dopo aver urtato lo spigolo della cassetta. Ma il piede che sosteneva il suo peso slittò di parecchi centimetri in avanti proprio mentre la portiera urtava contro lo spigolo. Stephen cadde sul ginocchio destro, la gamba sinistra stesa davanti a sé, e lo sportello si chiuse alle sue spalle. Lui si rimise in piedi all’istante e si girò a guardare con gli occhi sbarrati. Era buio, là dentro, ed egli brancolò per trovare l’interruttore, a sinistra dello sportello, che illuminava la parete in fondo alla cella. Cos’era successo? Il maledetto velo di ghiaccio sul pavimento! Ma non si era trattato soltanto del ghiaccio, ora lo capiva. La cosa su cui era scivolato doveva essere quel pezzetto di grasso che vedeva in mezzo al pavimento, in fondo alla strisciata d’unto lasciata, appunto, dal suo scivolone. Stephen fi ssò per un istante quel grasso con aria inebetita; poi si girò di nuovo verso lo sportello, provò a tastare lungo la fessura a perfetta tenuta. Poteva chiamare Olivia, naturalmente. Prima o poi lei avrebbe sentito, o almeno lo avrebbe cercato, prima che lui avesse il tempo di congelare. Sorrise debolmente, tentando di convincere se stesso che sì, lei gli avrebbe aperto. «Olivia! Sono giù in cantina!» Era passata una mezz’ora, quando Olivia chiamò Stephen. Lo cercò in camera, in biblioteca, sulla terrazza, fuori sul prato. Alla fi ne, provò a cercarlo in cantina. «Stephen?... Stephen, dove sei?» «Nel frigorifero!» urlò lui. Olivia guardò il grosso frigorifero con un sorriso incredulo. «Aprimi! Sto congelando!» supplicò la voce smorzata di Stephen. Olivia gettò indietro la testa e rise. Poi, risalì la scala. Quello che la divertiva era di avere pensato al congelatore come al mezzo ideale per liberarsi di Stephen, ma di non avere ancora trovato il modo per farcelo entrare. Il fatto che lui si trovasse là era dovuto senza dubbio a qualche strano incidente: chissà, forse Stephen aveva tentato di predisporre una trappola per lei. Era tutto molto comico. O forse, pensò, ancora sospettosa, l’intenzione di Stephen era di indurla con un trucco ad aprire il frigorifero, poi di trascinarla nella cella e di chiuderla dentro. Olivia prese la sua auto e guidò per una trentina di chilometri verso Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education

GENERI<br />

4<br />

5. fascine: fasci <strong>di</strong> legna<br />

<strong>di</strong> piccolo formato,<br />

usati specialmente per<br />

bruciare.<br />

I L RACCONTO GIALLO<br />

«Non me ne sono reso conto. Sono un po’ brillo, cara. Devi scusarmi.»<br />

Quella notte, si coricarono come sempre nello stesso letto, ma entrambi<br />

fi ngevano soltanto <strong>di</strong> dormire.<br />

Il giorno seguente, <strong>di</strong> nascosto, ognuno dei due perlustrò la casa dalla<br />

cantina al solaio: Olivia nell’intento <strong>di</strong> proteggersi da possibili trappole<br />

mortali, Stephen con quello <strong>di</strong> prepararle. Lui aveva già deciso<br />

che la scala della cantina offriva la possibilità migliore, nonostante i<br />

precedenti, proprio perché nessuno avrebbe mai osato servirsi dello<br />

stesso mezzo... se avesse avuto intenzione <strong>di</strong> uccidere.<br />

Olivia stava pensando la stessa cosa. La scala della cantina non era<br />

mai stata tanto sgombra <strong>di</strong> ostacoli o così bene illuminata. Nessuno<br />

dei due prendeva mai l’iniziativa <strong>di</strong> spegnere quella luce, la sera. In<br />

apparenza, ciascuno professava amore e fi ducia per l’altro, ma a tavola<br />

assaggiavano con precauzione il cibo, prima <strong>di</strong> cominciare a mangiare.<br />

Olivia capiva d’essere stata raggirata. Il fascino <strong>di</strong> Stephen era<br />

completamente sfumato, ormai, e intanto esitava tra un piano omicida<br />

e l’altro, ben sapendo che «l’incidente» doveva essere ancora più<br />

convincente <strong>di</strong> quello che l’aveva liberata <strong>di</strong> Peter.<br />

Stephen si rendeva conto <strong>di</strong> trovarsi in una posizione meno delicata.<br />

Tutti quelli che li conoscevano erano convinti che lui adorasse Olivia.<br />

Un incidente sarebbe stato preso sicuramente per buono; tutti gli<br />

avrebbero creduto sulla parola. Ora si stava trastullando con l’idea<br />

del grosso frigorifero, giù in cantina. Non c’era la maniglia per aprire<br />

lo sportello dall’interno, e <strong>di</strong> tanto in tanto Olivia si addentrava<br />

nell’angolo più lontano della cella per prendere dei cibi dal surgelatore.<br />

Ma si sarebbe ancora arrischiata a entrarci, ora che i suoi sospetti<br />

si erano svegliati, se lui si fosse trovato in cantina? Ne dubitava.<br />

Una mattina, mentre Olivia stava facendo la prima colazione a letto,<br />

Stephen prese a fare esperimenti con lo sportello della cella frigorifera.<br />

Se, nell’aprirsi, avesse urtato contro un oggetto solido, sarebbe<br />

lentamente ma sicuramente tornato in<strong>di</strong>etro, chiudendosi. Al momento<br />

non c’era alcun oggetto solido nei pressi dello sportello, che<br />

al contrario andava spalancato energicamente, del tutto, in modo che<br />

un apposito congegno, fi ssato all’esterno, si agganciasse a un altro<br />

fi ssato nella parete, con il preciso scopo <strong>di</strong> mantenerlo aperto. Olivia,<br />

lui l’aveva notato, lo spalancava ben bene, prima <strong>di</strong> entrare, e automaticamente<br />

lo sportello rimaneva fi ssato alla parete. Ma se lui avesse<br />

messo qualcosa in mezzo, non fosse che un angolo della cassetta contenente<br />

le fascine 5 per il caminetto, lo sportello avrebbe urtato contro<br />

quella e sarebbe tornato su se stesso, chiudendosi, prima ancora che<br />

Olivia avesse tempo <strong>di</strong> rendersi conto <strong>di</strong> ciò che stava accadendo.<br />

Tuttavia, quel particolare momento non sembrava il più adatto a mettere<br />

in posizione strategica la cassetta delle fascine, e così Stephen si<br />

astenne dal preparare la trappola.<br />

Rosetta Zordan, Il Narratore, <strong>Fabbri</strong> E<strong>di</strong>tori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education

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