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Scarica la presentazione - FIGC Comitato Regionale Emilia Romagna

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I n d i c e<br />

Presentazione ............................................................................................. pag. 7<br />

1.a Parte - Il traguardo di mezzo secolo (1910-1960)<br />

Atto di nascita (1910) ................................................................................ pag. 15<br />

Il primo decennio (1910-1919) .................................................................. pag. 21<br />

Il nuovo “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>” (1919-1926) ............................................ pag. 27<br />

Il “Direttorio <strong>Regionale</strong>” (1926-1933) ...................................................... pag. 35<br />

Il “Direttorio di Zona” (1933-1945) .......................................................... pag. 41<br />

La “Lega <strong>Regionale</strong>” (1945-1959) ............................................................ pag. 49<br />

2.a Parte - Passato prossimo, presente e futuro (1960-2000)<br />

Il “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no” (1959-1981) ....................................... pag. 69<br />

Il “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>” (1981- ) .................................. pag. 91<br />

Calcio a Cinque e Calcio Femminile ......................................................... pag. 117<br />

Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico ................................................................... pag. 119<br />

3.a Parte - I Presidenti regionali<br />

Galleria dei Presidenti ............................................................................... pag. 129<br />

Presidenti del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto-<strong>Emilia</strong>no ................................ pag. 153<br />

Commissari e Reggenti.............................................................................. pag. 155<br />

I Consigli Direttivi ..................................................................................... pag. 159<br />

Società vincenti titoli regionali (1910-1973) ............................................ pag. 171<br />

163


164


<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong><br />

F.I.G.C. – L.N.D.<br />

Testo e ricerche : Daniele Cacozza<br />

Impaginazione : Daniele Cacozza e Lamberto Bertozzi<br />

Stampa : Edi<strong>la</strong>nd - Finale <strong>Emilia</strong> (MO)<br />

Bologna, 31 dicembre 2000<br />

In copertina: <strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa” di Bologna, dove il<br />

Direttorio <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no trovò <strong>la</strong> sua prima<br />

stabile collocazione negli anni ‘30.<br />

4


“Il passato è un rifugio sicuro, una costante<br />

tentazione, tuttavia il futuro è l’unico posto<br />

dove possiamo andare”.<br />

(Renzo Piano, architetto contemporaneo)<br />

5


Presentazione<br />

7<br />

Arch. cav. Alberto Mambelli<br />

Vice-Presidente vicario del<strong>la</strong><br />

Lega Nazionale Dilettanti<br />

E’ il caso di dirlo, non si può <strong>la</strong>sciare per un momento qualcuno e subito...ci si<br />

stupisce! Infatti questo bel libro è stato ideato e realizzato appena dopo che avevo<br />

<strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> Presidenza del C.R.E.R. per l’attuale incarico al<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Sono meravigliato, lo devo proprio dire. Questa pubblicazione sui novanta anni di<br />

storia, di uomini e di vita del <strong>Comitato</strong> è un viaggio fantastico e completo nel nostro<br />

calcio regionale, che meritava ampiamente un simile riconoscimento. All’autore i<br />

miei più sentiti complimenti e rallegramenti, è un’opera che tutti devono avere e<br />

che è degna del<strong>la</strong> più <strong>la</strong>rga diffusione.<br />

Personalmente poi sono doppiamente felice e orgoglioso di essere rimasto al<strong>la</strong> guida<br />

del <strong>Comitato</strong> per quasi il 15 % del<strong>la</strong> sua novantennale esistenza, e questo volume<br />

ne fissa l’immagine nel<strong>la</strong> storia in modo definitivo.<br />

Considero tutto ciò una bril<strong>la</strong>nte vittoria del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>,<br />

perché so che da sempre ed in tutti esiste ed è coltivata una importante “cultura<br />

del<strong>la</strong> vittoria”.<br />

Dal passato il nostro sguardo si volge al futuro: avanti così, nel nuovo secolo verso<br />

il Centenario!


Cav. Marco Campomori<br />

Presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> - Lega Nazionale Dilettanti<br />

L’idea di una pubblicazione sul<strong>la</strong> vita del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> dagli albori ad oggi<br />

si è concretizzata. In più di un anno di <strong>la</strong>voro, ecco così il nostro pregiato fiore<br />

all’occhiello, “Dai Prati di Caprara a Internet”. Un lungo cammino di novant’anni,<br />

è <strong>la</strong> storia completa del nostro calcio, quello di noi dilettanti da sempre.<br />

Il tuffo nel passato reca con sé <strong>la</strong> retorica e a volte l’”autof<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>zione” dei ricordi,<br />

le cose di una volta fanno sempre sorridere..., invece in questo caso e di questo<br />

libro “voluto” sono orgoglioso, oltre che partecipe.<br />

Troverete il valore del passato, le concretezze del presente ed un evidente pensiero<br />

al futuro. Il <strong>la</strong>voro dell’autore Daniele Cacozza, amico da sempre, evidenzia anche<br />

con riserbo e buona scrittura uomini di valore, fatti importanti e momenti magici:<br />

c’è tutto.<br />

Leggendolo, il lettore avrà, come me, tanti momenti di riflessione e di commozione...<br />

e sono solo i primi novanta anni, se vogliamo coniare uno slogan. Ancora un<br />

grazie all’autore e a tutti quelli che lo hanno coadiuvato e aiutato.<br />

Buona lettura.<br />

9


Roberto Fiorini<br />

Già Addetto Stampa del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> - Lega Nazionale Dilettanti<br />

Quando nell’estate del 1999 Marco Campomori, da poco diventato Reggente del<br />

C.R.E.R., mi annunciò il desiderio di dare vita ad una pubblicazione sul<strong>la</strong> storia del<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, rimasi un po’ sorpreso. Poi ci confrontammo sulle idee del<br />

progetto e ci dicemmo: ma chi lo fa?<br />

La risposta fu immediata e sicura: un bravo ricercatore sportivo, esperto e già avviato,<br />

ma soprattutto ben fornito di inestinguibile passione... Daniele Cacozza, nostro<br />

col<strong>la</strong>boratore da qualche anno, al quale si dovrà dare ogni aiuto ed assistenza<br />

nelle ricerche.<br />

Conosco Daniele da tempo, è un ricercatore nato, ha memoria di tutto, computer e<br />

“Internet” sono il suo pane. E’ stato l’uomo giusto al posto giusto e il risultato<br />

finale ci ha dato ragione.<br />

A <strong>la</strong>voro concluso, e <strong>la</strong> mia col<strong>la</strong>borazione è stata molto limitata, mi sto ancora<br />

chiedendo come abbia fatto a ritrovare tutto quello che c’era da trovare, e a<br />

ricomporre il mosaico delle vicende, talvolta intricate, spesso minute, del nostro<br />

<strong>Comitato</strong>...<br />

Il libro è ben scritto, l’essenzialità è il suo pregio evidente, <strong>la</strong> facile retorica è stata<br />

giustamente <strong>la</strong>sciata da parte: leggere per credere.<br />

Il nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> ha <strong>la</strong> sua storia e una lunga traccia per il futuro: è<br />

una festosa scoperta per tutti.<br />

10


Introduzione<br />

Che il nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> avesse una storia, più o meno si sapeva; certo non se ne conoscevano<br />

le origini, i contorni ed i protagonisti, o meglio ne erano noti solo frammenti circondati da un<br />

certo alone di leggenda, come talvolta accade per fatti e notizie tramandate a voce ed arricchite<br />

negli anni da partico<strong>la</strong>ri pittoreschi e non sempre credibili.<br />

Ci siamo ritrovati all’inizio del 1999 a pensare se questa storia potesse essere attendibilmente<br />

ricostruita, nonché raccontata e convenientemente illustrata. Si presentava tra l’altro <strong>la</strong> buona occasione<br />

del 90° anno dal<strong>la</strong> istituzione del <strong>Comitato</strong> stesso, come avevamo appreso casualmente da<br />

un documento reperito poco tempo prima.<br />

Delimitato l’ambito del<strong>la</strong> ricerca alle vicende proprie del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, non potendosi<br />

ovviamente fare <strong>la</strong> storia delle Società, e rinviando ad un ulteriore appuntamento <strong>la</strong> trattazione<br />

del<strong>la</strong> parte agonistica (risultati, c<strong>la</strong>ssifiche e quant’altro), abbiamo iniziato il <strong>la</strong>voro, che per<br />

buona parte è consistito in una operazione di vera e propria “archeologia sportiva” per colmare i<br />

vuoti del<strong>la</strong> documentazione ufficiale. Per le notizie sui protagonisti invece si è dovuto partire praticamente<br />

da zero, così come per le immagini tra le quali, in sede di pubblicazione, si sono privilegiate<br />

quelle sicuramente inedite.<br />

Strada facendo non sono mancati dubbi e difficoltà, ma l’interesse di quanto via via emergeva<br />

durante le ricerche è stato tale da alimentare sempre <strong>la</strong> determinazione di portare <strong>la</strong> fatica a compimento.<br />

Nell’esposizione si è cercato di attenersi a quanto era rilevabile dalle fonti ufficiali e dal<strong>la</strong><br />

documentazione originale, evitando l’aneddotica e verificando per quanto possibile anche i resoconti<br />

del<strong>la</strong> stampa sportiva. Necessaria invece l’apertura di parentesi su vicende calcistiche di<br />

interesse nazionale, senza le quali si sarebbe pregiudicata <strong>la</strong> comprensione di parecchi avvenimenti<br />

locali.<br />

Chi leggerà anche solo pochi capitoli del libro potrà rendersi conto che il nostro <strong>Comitato</strong> si è<br />

avvalso, per compiere il suo quasi centenario cammino, dell’opera di personaggi sportivi più che<br />

illustri, le cui figure sono senza il minimo dubbio meritevoli di evitare l’oblio.<br />

Naturalmente è stato impossibile menzionare tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno dato il<br />

loro contributo al <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> dal<strong>la</strong> sua nascita ad oggi. Né, per ragioni di spazio e di<br />

tempi, ci si è potuti diffondere con <strong>la</strong> dovuta attenzione su alcune importanti realtà pur strettamente<br />

collegate all’attività dilettantistica emiliano-romagno<strong>la</strong>: il Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico, il Settore<br />

Arbitrale, i Comitati Provinciali e Locali, il Calcio Femminile, il Calcio a Cinque e le Rappresentative<br />

Regionali, in cui hanno operato ed operano tutt’oggi centinaia di col<strong>la</strong>boratori volontari<br />

che in quest’attività profondono con abnegazione le migliori energie. E’ augurabile che in un vicino<br />

futuro si possano dedicare monografie specializzate anche a questi stimo<strong>la</strong>nti argomenti.<br />

Per avere cortesemente aderito alle nostre richieste di col<strong>la</strong>borazione, il più vivo ringraziamento va<br />

ai signori:<br />

Ermanno Amorati, Francesca Arnstein, Giancarlo Balestra, Andrea Battini, Werner Berardi, Francesco<br />

Brighenti, dr. Mario Bosi, Silvio Brognara, cav. Marco Campomori, Guido Caretti, Velia Casadei,<br />

Tiziano Casari, geom. Vito Crimi, Alessandro d’Errico, Corrado Fabbri, Giancarlo Franceschi, Valdo<br />

Franceschi, Rosario Frisenda, cav.uff. Moritz Galei, dr. Vincenzo Ghidini, Antonio Giovannini, Fiorel<strong>la</strong><br />

Lambertini, dr. Giovanni Lodi, rag. Luciano Marisaldi, cav. Celestino Marri, fam. Mazzantini, dr.<br />

Mario Montermini Bol<strong>la</strong>, rag. Giancarlo Pasquinelli, Luigi Pinotti, Lamberto Righi, Gastone Roversi,<br />

Giuseppe Roversi, dr.ssa Valeria Rubbi, dr. Giorgio Santandrea, Carlo Sca<strong>la</strong>brini, Soc.Ginn. Sempre<br />

Avanti, Lauro Simoni, Alessandro Simonini, Gianni Solmi, Renzo Taschini, Raffaele Tinarelli, Matteo<br />

Tonna, Franco Varoli, avv.prof. Emidia Zanetti<br />

11


ed inoltre l’Ufficio Tecnico-Economato Tecnocentro del<strong>la</strong> Cassa di Risparmio in Bologna (Casalecchio<br />

di Reno) per <strong>la</strong> foto del<strong>la</strong> Sa<strong>la</strong> Borsa.<br />

Un riconoscimento di speciale importanza deve invece essere indirizzato a:<br />

Lamberto Bertozzi, Roberto Fiorini, M° Bruno Generali, dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli, Nico<strong>la</strong> Pascale, prof.<br />

Alberto Pasquinelli, dr. Orfeo Tinti, cav. Mario Tramontani, Paolo e Maurizio Zini<br />

per il loro apporto fondamentale in termini di ricerche, di documentazione fornita e di opera prestata.<br />

Il ricordo di un amico<br />

E’ insieme a Giuliano Parma che, quasi due anni fa, iniziai ad organizzare questo <strong>la</strong>voro e ad<br />

assemb<strong>la</strong>re le prime idee. Purtroppo Giuliano ha potuto mettere solo una prima pietra, poi il 30<br />

luglio 1999 ci ha <strong>la</strong>sciato, in silenzio e senza disturbare come era sempre vissuto, quando anche<br />

coloro che erano al corrente del<strong>la</strong> sua ma<strong>la</strong>ttia meno se lo aspettavano. Non aveva ancora 59 anni.<br />

Pur non avendo potuto praticare attivamente lo sport per un difetto al<strong>la</strong> vista, Giuliano Parma<br />

dedicò al volontariato sportivo gran parte del<strong>la</strong> sua vita. Era entrato fin da giovane nel<strong>la</strong> Federazione<br />

Atletica Leggera, poi in quel<strong>la</strong> di Baseball e Softball, quindi nel C.O.N.I. regionale, ricoprendo<br />

spesso incarichi di responsabilità; fu anche Cronometrista ufficiale in una varietà di discipline:<br />

nuoto, marcia, ippica, ecc. Al<strong>la</strong> F.I.G.C. era arrivato nel 1975 come semplice col<strong>la</strong>boratore, ma<br />

aveva fatto <strong>la</strong> sua strada fino a diventare Giudice Sportivo, sia provinciale che regionale, ed è<br />

sicuramente in questa veste che molti addetti ai <strong>la</strong>vori lo ricordano.<br />

La Sua ideale presenza al mio fianco, durante il <strong>la</strong>voro assiduo ed imprevedibilmente complesso per<br />

preparare questa pubblicazione, è stata decisiva per giungere rego<strong>la</strong>rmente in porto, come Lui avrebbe<br />

voluto.<br />

Giuliano, sei ancora con noi, grazie di tutto!<br />

Giuliano Parma (1940 – 1999)<br />

12<br />

Daniele Cacozza


13<br />

1.a Parte<br />

Il traguardo di mezzo secolo (1910 - 1960)


}{<br />

All’inizio di febbraio 1910 il giornale “Foot-Ball” e <strong>la</strong> “Gazzetta del<strong>la</strong> Sport”<br />

annunciavano <strong>la</strong> nascita del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no del<strong>la</strong> F.I.G.C. Per<br />

<strong>la</strong> “Gazzetta” scriveva Erardo Mandrioli (E.M.), primo giornalista sportivo<br />

emiliano e col<strong>la</strong>boratore del<strong>la</strong> “rosea” dal 1902 al 1955. L’articolo contiene<br />

qualche inesattezza.<br />

14


Atto di nascita (1910)<br />

L’alba del calcio<br />

Anno 1910. Il settimanale “FOOT-BALL”, organo ufficiale del<strong>la</strong> Federazione Italiana Giuoco Calcio,<br />

riportava in uno dei primi numeri <strong>la</strong> seguente notizia:<br />

COMUNICATI UFFICIALI del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Seduta 1° Febbraio 1910<br />

. . . (omissis) . . .<br />

In seguito all’iscrizione delle Società Bologna F.B.C. e Sempre Avanti di<br />

Bologna, venne costituito il C.R. <strong>Emilia</strong>no, nelle persone dei signori:<br />

Nob. Guido Del<strong>la</strong> Valle, presidente e delegato del<strong>la</strong> F.I.G.C. - Rag. Legat<br />

Italo; Arnstein Emilio, consiglieri. La sede è in via Spaderie 6, Bologna.<br />

In Italia, <strong>la</strong> Federazione dello sport destinato a diventare il più popo<strong>la</strong>re del mondo esisteva da 12<br />

anni, precisamente dal 15 marzo 1898. Essa però era nata con il nome di “Federazione Italiana del<br />

Foot-ball” (F.I.F.), ed aveva vissuto per alcuni anni confinata nelle tre regioni occidentali del nostro<br />

Paese (Piemonte, Lombardia e Liguria) prima di accedere anche ad altre zone del<strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>. Sul<br />

finire del primo decennio del secolo ci fu un discreto fiorire di sodalizi calcistici, che portarono a<br />

rappresentare anche grandi città del centro-sud: Firenze, Roma, Napoli, Bari, tanto che nel 1908<br />

risultavano affiliate 52 società di otto regioni diverse (ancora assente però l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>).<br />

L’anno successivo <strong>la</strong> Federazione bandì un referendum per una nuova denominazione federale tutta<br />

italiana: nacque così <strong>la</strong> “Federazione Italiana del Giuoco del Calcio” (F.I.G.C.), che si diede ben<br />

presto un Rego<strong>la</strong>mento Organico, l’8 agosto 1909, seguìto dal nuovo Statuto il 15 settembre.<br />

Nel Rego<strong>la</strong>mento Organico si fa per <strong>la</strong> prima volta menzione dei “Comitati Regionali”, creati per un<br />

opportuno decentramento del <strong>la</strong>voro federale. Questi nuovi organi dovevano sovraintendere a tutto<br />

l’andamento sportivo nelle proprie regioni, organizzando manifestazioni, tornei, coppe, ecc., ed inoltre<br />

curare <strong>la</strong> propaganda e lo sviluppo calcistico locale. La F.I.G.C. stessa si sarebbe fatta carico delle<br />

spese necessarie allo svolgersi dell’opera dei Comitati.<br />

Due sole società federate erano sufficienti al<strong>la</strong> costituzione di un <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, <strong>la</strong> cui carica di<br />

presidente veniva ricoperta da un consigliere federale eletto, salvo deroga, direttamente dall’assemblea<br />

ordinaria del<strong>la</strong> F.I.G.C.; nelle assemblee regionali, indette una settimana prima di quel<strong>la</strong> federale,<br />

le società provvedevano al<strong>la</strong> nomina degli altri membri del <strong>Comitato</strong>, in numero da due a cinque.<br />

Dal settembre 1911, invece, le società stesse avrebbero eletto per referendum anche il presidente<br />

regionale e i revisori dei conti; tutte le cariche scadevano annualmente.<br />

Allegato allo Statuto era stato emanato anche il Rego<strong>la</strong>mento Campionati, così strutturati:<br />

- 1.a Categoria: campionato principale <strong>la</strong> cui vincente era proc<strong>la</strong>mata Campione d’Italia;<br />

- 2.a Categoria e 3.a Categoria: campionati regionali organizzati dove possibile.<br />

Non esistevano promozioni né retrocessioni, ed ogni società si iscriveva liberamente al campionato<br />

che meglio credeva, anche in più Categorie simultaneamente. La disputa del<strong>la</strong> 1.a Categoria richiedeva<br />

già un adeguato impegno economico e sportivo, che solo pochi clubs potevano permettersi, nonostante<br />

fosse tassativamente prescritto che i giocatori dovessero essere “dilettanti”, essendo passibile<br />

di denuncia al<strong>la</strong> Federazione Internazionale chiunque giocasse “più per l’interesse che per <strong>la</strong> passio-<br />

15


Stralcio del Rego<strong>la</strong>mento Organico del<strong>la</strong> F.I.G.C. nell’anno 1908.<br />

16


ne“ (così recitava il Rego<strong>la</strong>mento Organico...).<br />

Inizialmente (1909) furono costituiti cinque Comitati Regionali: Piemontese, Ligure, Veneto, Toscano<br />

e Laziale. Non deve stupire l’assenza di quello Lombardo in quanto lo Statuto prevedeva che, nel<strong>la</strong><br />

regione ove aveva sede <strong>la</strong> Presidenza Federale, questa avrebbe funzionato anche da <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Risiedendo <strong>la</strong> Federazione stessa a Mi<strong>la</strong>no, l’organo regionale lombardo nacque solo nel 1911,<br />

in coincidenza con il trasferimento del<strong>la</strong> sede F.I.G.C. a Torino. Come accennato, i rappresentanti dei<br />

C.R. sedevano nel Consiglio Federale in ragione di un consigliere per ciascuna regione.<br />

Da lontani precedenti al primo Campionato <strong>Emilia</strong>no<br />

Sia pure in ritardo, dunque, nel 1910 anche l’<strong>Emilia</strong> entrava nel<strong>la</strong> famiglia federale. In un certo senso<br />

per Bologna si trattava del ritorno di una antica pratica sportiva, se dobbiamo prestare fede ad un<br />

documento risalente al 16° secolo, precisamente al 1580, quando <strong>la</strong> città si trovava da alcuni anni<br />

sotto il dominio papale. Una “grida”, cioè un bando cittadino con cui le Autorità rendevano pubbliche<br />

leggi e provvedimenti, prescriveva infatti <strong>la</strong> proibizione del gioco del “Calzo” (probabile corruzione<br />

dialettale del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “calcio”), a causa del turbamento dell’ordine pubblico che esso comportava. Si<br />

trattava certamente di uno sport ispirato al “calcio fiorentino”, il famoso gioco che si svolgeva per le<br />

strade cittadine e che proprio in quegli stessi anni furoreggiava nel<strong>la</strong> città medicea. La sua popo<strong>la</strong>rità<br />

doveva avere valicato anche l’Appennino, ma i tempi non erano maturi, sicché dopo quel<strong>la</strong> breve<br />

esperienza dovettero passare oltre tre secoli per rivedere, anche se nel<strong>la</strong> versione anglo-sassone del<br />

football, competizioni calcistiche nel<strong>la</strong> nostra regione.<br />

Si ha notizia infatti che il 18 maggio 1901, nel corso di una competizione nazionale di ginnastica<br />

organizzata a Bologna dal<strong>la</strong> società sportiva Virtus, si svolse nell’attuale piazza VIII Agosto anche un<br />

torneo di football, con <strong>la</strong> partecipazione dei due sodalizi ginnici del<strong>la</strong> Medio<strong>la</strong>num (che vinse <strong>la</strong><br />

manifestazione) e del<strong>la</strong> Palestra Ginnastica di Ferrara, oltre che dei bianconeri del<strong>la</strong> Virtus. E’ a<br />

costoro in ogni caso che spetta, con ogni probabilità, il primato di avere allestito il primo vero torneo<br />

di calcio del<strong>la</strong> nostra regione.<br />

Ritorniamo ai primi incerti passi che il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no muoveva nel 1910; <strong>la</strong> sua costituzione<br />

era avvenuta sul finire del mese di gennaio grazie a due società, il Bologna F.C. e <strong>la</strong> S.G.E.<br />

Sempre Avanti!, e rispondeva allo scopo ben preciso di disputare per <strong>la</strong> prima volta in <strong>Emilia</strong> un<br />

campionato ufficiale del<strong>la</strong> Federazione calcistica italiana.<br />

A ciò aveva interesse soprattutto il Bologna, sodalizio fondato solo tre mesi prima e che, aspirando<br />

già ad inserirsi nel<strong>la</strong> élite del calcio nazionale, desiderava dimostrare in qualche modo le proprie<br />

possibilità di competizione. Il neonato C.R. <strong>Emilia</strong>no, quindi, non solo aveva in organico il vicepresidente<br />

(Arnstein) e il segretario (Del<strong>la</strong> Valle) del giovane club felsineo, ma ne condivideva persino<br />

<strong>la</strong> sede stessa in via Spaderie, picco<strong>la</strong> strada del centro storico oggi scomparsa.<br />

Nè si può tacere che il presidente del <strong>Comitato</strong>, Guido Del<strong>la</strong> Valle, pur essendo già un valente footballer<br />

non aveva nemmeno sedici anni! E’ assai verosimile che in realtà fosse Emilio Arnstein a tirare le fi<strong>la</strong><br />

del C.R.E.; d’altra parte <strong>la</strong> scarsità di persone competenti e disponibili non <strong>la</strong>sciava alternative, e<br />

travaglierà non poco i primi difficili anni di vita del nostro <strong>Comitato</strong>.<br />

Per cominciare fu indetto subito il Campionato di 3.a Categoria, a cui oltre le due già citate concorrenti<br />

si iscrisse anche l’illustre società ginnica bolognese Virtus. Domenica 20 marzo 1910 ebbe<br />

luogo <strong>la</strong> prima giornata di gare: nel corso dello stesso pomeriggio (!) il Bologna battè prima <strong>la</strong> Sempre<br />

Avanti (punteggio: 10-0) poi <strong>la</strong> Virtus (9-1). Il Bologna F.C. fu quindi <strong>la</strong> prima società emiliana ad<br />

aggiudicarsi un titolo ufficiale, quello di Campione <strong>Regionale</strong> di 3.a Categoria.<br />

Sembra che sia stato Emilio Arnstein in persona l’arbitro di quelle prime storiche contese, giocatesi a<br />

Bologna nel<strong>la</strong> Piazza d’Armi ai “Prati di Caprara”, su di un campo rudimentale, privo di spogliatoi<br />

17


(era usato dai primi footballers bolognesi per allenamenti), <strong>la</strong> cui tracciatura era eseguita per l’occasione<br />

a mano (con quale precisione si può immaginare), e le cui porte prive di reti e con una corda<br />

come traversa venivano smontate al termine delle gare.<br />

Un inizio “eroico”, degno dei primi leggendari pionieri del calcio italiano. La strada ormai era aperta,<br />

e bisognava solo percorrer<strong>la</strong>...<br />

Via Spaderie n. 6 a Bologna, nel 1910. In questo edificio che faceva angolo con via Orefici si trovava <strong>la</strong> prima sede del<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. E’ presumibile che esso si riunisse (se così si può dire, visto l’esiguo numero di persone che lo<br />

componeva) nelle sale del<strong>la</strong> sottostante “Birraria Ronzani”, di cui si serviva anche il Bologna F.C. avente sede nello stesso<br />

stabile. Tutti gli edifici qui ritratti furono demoliti nel 1911, e <strong>la</strong> strada eliminata. Al loro posto fu edificato il pa<strong>la</strong>zzo Ronzani,<br />

tuttora esistente tra le vie Orefici e Rizzoli ed affacciato su Piazza Re Enzo.<br />

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13<br />

1.a Parte<br />

Il traguardo di mezzo secolo (1910 - 1960)


}{<br />

All’inizio di febbraio 1910 il giornale “Foot-Ball” e <strong>la</strong> “Gazzetta del<strong>la</strong> Sport”<br />

annunciavano <strong>la</strong> nascita del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no del<strong>la</strong> F.I.G.C. Per<br />

<strong>la</strong> “Gazzetta” scriveva Erardo Mandrioli (E.M.), primo giornalista sportivo<br />

emiliano e col<strong>la</strong>boratore del<strong>la</strong> “rosea” dal 1902 al 1955. L’articolo contiene<br />

qualche inesattezza.<br />

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Atto di nascita (1910)<br />

L’alba del calcio<br />

Anno 1910. Il settimanale “FOOT-BALL”, organo ufficiale del<strong>la</strong> Federazione Italiana Giuoco Calcio,<br />

riportava in uno dei primi numeri <strong>la</strong> seguente notizia:<br />

COMUNICATI UFFICIALI del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Seduta 1° Febbraio 1910<br />

. . . (omissis) . . .<br />

In seguito all’iscrizione delle Società Bologna F.B.C. e Sempre Avanti di<br />

Bologna, venne costituito il C.R. <strong>Emilia</strong>no, nelle persone dei signori:<br />

Nob. Guido Del<strong>la</strong> Valle, presidente e delegato del<strong>la</strong> F.I.G.C. - Rag. Legat<br />

Italo; Arnstein Emilio, consiglieri. La sede è in via Spaderie 6, Bologna.<br />

In Italia, <strong>la</strong> Federazione dello sport destinato a diventare il più popo<strong>la</strong>re del mondo esisteva da 12<br />

anni, precisamente dal 15 marzo 1898. Essa però era nata con il nome di “Federazione Italiana del<br />

Foot-ball” (F.I.F.), ed aveva vissuto per alcuni anni confinata nelle tre regioni occidentali del nostro<br />

Paese (Piemonte, Lombardia e Liguria) prima di accedere anche ad altre zone del<strong>la</strong> peniso<strong>la</strong>. Sul<br />

finire del primo decennio del secolo ci fu un discreto fiorire di sodalizi calcistici, che portarono a<br />

rappresentare anche grandi città del centro-sud: Firenze, Roma, Napoli, Bari, tanto che nel 1908<br />

risultavano affiliate 52 società di otto regioni diverse (ancora assente però l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>).<br />

L’anno successivo <strong>la</strong> Federazione bandì un referendum per una nuova denominazione federale tutta<br />

italiana: nacque così <strong>la</strong> “Federazione Italiana del Giuoco del Calcio” (F.I.G.C.), che si diede ben<br />

presto un Rego<strong>la</strong>mento Organico, l’8 agosto 1909, seguìto dal nuovo Statuto il 15 settembre.<br />

Nel Rego<strong>la</strong>mento Organico si fa per <strong>la</strong> prima volta menzione dei “Comitati Regionali”, creati per un<br />

opportuno decentramento del <strong>la</strong>voro federale. Questi nuovi organi dovevano sovraintendere a tutto<br />

l’andamento sportivo nelle proprie regioni, organizzando manifestazioni, tornei, coppe, ecc., ed inoltre<br />

curare <strong>la</strong> propaganda e lo sviluppo calcistico locale. La F.I.G.C. stessa si sarebbe fatta carico delle<br />

spese necessarie allo svolgersi dell’opera dei Comitati.<br />

Due sole società federate erano sufficienti al<strong>la</strong> costituzione di un <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, <strong>la</strong> cui carica di<br />

presidente veniva ricoperta da un consigliere federale eletto, salvo deroga, direttamente dall’assemblea<br />

ordinaria del<strong>la</strong> F.I.G.C.; nelle assemblee regionali, indette una settimana prima di quel<strong>la</strong> federale,<br />

le società provvedevano al<strong>la</strong> nomina degli altri membri del <strong>Comitato</strong>, in numero da due a cinque.<br />

Dal settembre 1911, invece, le società stesse avrebbero eletto per referendum anche il presidente<br />

regionale e i revisori dei conti; tutte le cariche scadevano annualmente.<br />

Allegato allo Statuto era stato emanato anche il Rego<strong>la</strong>mento Campionati, così strutturati:<br />

- 1.a Categoria: campionato principale <strong>la</strong> cui vincente era proc<strong>la</strong>mata Campione d’Italia;<br />

- 2.a Categoria e 3.a Categoria: campionati regionali organizzati dove possibile.<br />

Non esistevano promozioni né retrocessioni, ed ogni società si iscriveva liberamente al campionato<br />

che meglio credeva, anche in più Categorie simultaneamente. La disputa del<strong>la</strong> 1.a Categoria richiedeva<br />

già un adeguato impegno economico e sportivo, che solo pochi clubs potevano permettersi, nonostante<br />

fosse tassativamente prescritto che i giocatori dovessero essere “dilettanti”, essendo passibile<br />

di denuncia al<strong>la</strong> Federazione Internazionale chiunque giocasse “più per l’interesse che per <strong>la</strong> passio-<br />

15


Stralcio del Rego<strong>la</strong>mento Organico del<strong>la</strong> F.I.G.C. nell’anno 1909.<br />

16


ne“ (così recitava il Rego<strong>la</strong>mento Organico...).<br />

Inizialmente (1909) furono costituiti cinque Comitati Regionali: Piemontese, Ligure, Veneto, Toscano<br />

e Laziale. Non deve stupire l’assenza di quello Lombardo in quanto lo Statuto prevedeva che, nel<strong>la</strong><br />

regione ove aveva sede <strong>la</strong> Presidenza Federale, questa avrebbe funzionato anche da <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Risiedendo <strong>la</strong> Federazione stessa a Mi<strong>la</strong>no, l’organo regionale lombardo nacque solo nel 1912,<br />

in coincidenza con il trasferimento del<strong>la</strong> sede F.I.G.C. a Torino. Come accennato, i rappresentanti dei<br />

C.R. sedevano nel Consiglio Federale in ragione di un consigliere per ciascuna regione.<br />

Da lontani precedenti al primo Campionato <strong>Emilia</strong>no<br />

Sia pure in ritardo, dunque, nel 1910 anche l’<strong>Emilia</strong> entrava nel<strong>la</strong> famiglia federale. In un certo senso<br />

per Bologna si trattava del ritorno di una antica pratica sportiva, se dobbiamo prestare fede ad un<br />

documento risalente al 16° secolo, precisamente al 1580, quando <strong>la</strong> città si trovava da alcuni anni<br />

sotto il dominio papale. Una “grida”, cioè un bando cittadino con cui le Autorità rendevano pubbliche<br />

leggi e provvedimenti, prescriveva infatti <strong>la</strong> proibizione del gioco del “Calzo” (probabile corruzione<br />

dialettale del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “calcio”), a causa del turbamento dell’ordine pubblico che esso comportava. Si<br />

trattava certamente di uno sport ispirato al “calcio fiorentino”, il famoso gioco che si svolgeva per le<br />

strade cittadine e che proprio in quegli stessi anni furoreggiava nel<strong>la</strong> città medicea. La sua popo<strong>la</strong>rità<br />

doveva avere valicato anche l’Appennino, ma i tempi non erano maturi, sicché dopo quel<strong>la</strong> breve<br />

esperienza dovettero passare oltre tre secoli per rivedere, anche se nel<strong>la</strong> versione anglo-sassone del<br />

football, competizioni calcistiche nel<strong>la</strong> nostra regione.<br />

Si ha notizia infatti che il 18 maggio 1901, nel corso di una competizione nazionale di ginnastica<br />

organizzata a Bologna dal<strong>la</strong> società sportiva Virtus, si svolse nell’attuale piazza VIII Agosto anche un<br />

torneo di football, con <strong>la</strong> partecipazione dei due sodalizi ginnici del<strong>la</strong> Medio<strong>la</strong>num (che vinse <strong>la</strong><br />

manifestazione) e del<strong>la</strong> Palestra Ginnastica di Ferrara, oltre che dei bianconeri del<strong>la</strong> Virtus. E’ a<br />

costoro in ogni caso che spetta, con ogni probabilità, il primato di avere allestito il primo vero torneo<br />

di calcio del<strong>la</strong> nostra regione.<br />

Ritorniamo ai primi incerti passi che il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no muoveva nel 1910; <strong>la</strong> sua costituzione<br />

era avvenuta sul finire del mese di gennaio grazie a due società, il Bologna F.C. e <strong>la</strong> S.G.E.<br />

Sempre Avanti!, e rispondeva allo scopo ben preciso di disputare per <strong>la</strong> prima volta in <strong>Emilia</strong> un<br />

campionato ufficiale del<strong>la</strong> Federazione calcistica italiana.<br />

A ciò aveva interesse soprattutto il Bologna, sodalizio fondato solo tre mesi prima e che, aspirando<br />

già ad inserirsi nel<strong>la</strong> élite del calcio nazionale, desiderava dimostrare in qualche modo le proprie<br />

possibilità di competizione. Il neonato C.R. <strong>Emilia</strong>no, quindi, non solo aveva in organico il vicepresidente<br />

(Arnstein) e il segretario (Del<strong>la</strong> Valle) del giovane club felsineo, ma ne condivideva persino<br />

<strong>la</strong> sede stessa in via Spaderie, picco<strong>la</strong> strada del centro storico oggi scomparsa.<br />

Nè si può tacere che il presidente del <strong>Comitato</strong>, Guido Del<strong>la</strong> Valle, pur essendo già un valente footballer<br />

non aveva nemmeno sedici anni! E’ assai verosimile che in realtà fosse Emilio Arnstein a tirare le fi<strong>la</strong><br />

del C.R.E.; d’altra parte <strong>la</strong> scarsità di persone competenti e disponibili non <strong>la</strong>sciava alternative, e<br />

travaglierà non poco i primi difficili anni di vita del nostro <strong>Comitato</strong>.<br />

Per cominciare fu indetto subito il Campionato di 3.a Categoria, a cui oltre le due già citate concorrenti<br />

si iscrisse anche l’illustre società ginnica bolognese Virtus. Domenica 20 marzo 1910 ebbe<br />

luogo <strong>la</strong> prima giornata di gare: nel corso dello stesso pomeriggio (!) il Bologna battè prima <strong>la</strong> Sempre<br />

Avanti (punteggio: 10-0) poi <strong>la</strong> Virtus (9-1). Il Bologna F.C. fu quindi <strong>la</strong> prima società emiliana ad<br />

aggiudicarsi un titolo ufficiale, quello di Campione <strong>Regionale</strong> di 3.a Categoria.<br />

Sembra che sia stato Emilio Arnstein in persona l’arbitro di quelle prime storiche contese, giocatesi a<br />

Bologna nel<strong>la</strong> Piazza d’Armi ai “Prati di Caprara”, su di un campo rudimentale, privo di spogliatoi<br />

17


(era usato dai primi footballers bolognesi per allenamenti), <strong>la</strong> cui tracciatura era eseguita per l’occasione<br />

a mano (con quale precisione si può immaginare), e le cui porte prive di reti e con una corda<br />

come traversa venivano smontate al termine delle gare.<br />

Un inizio “eroico”, degno dei primi leggendari pionieri del calcio italiano. La strada ormai era aperta,<br />

e bisognava solo percorrer<strong>la</strong>...<br />

Via Spaderie n. 6 a Bologna, nel 1910. In questo edificio che faceva angolo con via Orefici si trovava <strong>la</strong> prima sede del<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. E’ presumibile che esso si riunisse (se così si può dire, visto l’esiguo numero di persone che lo<br />

componeva) nelle sale del<strong>la</strong> sottostante “Birraria Ronzani”, di cui si serviva anche il Bologna F.C. avente sede nello stesso<br />

stabile. Tutti gli edifici qui ritratti furono demoliti nel 1911, e <strong>la</strong> strada eliminata. Al loro posto fu edificato il pa<strong>la</strong>zzo Ronzani,<br />

tuttora esistente tra le vie Orefici e Rizzoli ed affacciato su Piazza Re Enzo.<br />

18


IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

(A sinistra) - Guido Del<strong>la</strong> Valle, giovanissimo primo Presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, indossa qui <strong>la</strong> casacca del<br />

Bologna F.C. del quale era anche un valido atleta; nel campionato 1912-13 venne incluso in una selezione dei migliori giocatori<br />

veneto-emiliani (ved. <strong>la</strong> biografia nel capitolo dei “Presidenti”).<br />

(Al centro) - Emilio Arnstein era nato il 4 giugno 1886 a Wotitz (oggi Votice) presso Praga, all’epoca facente parte dell’Impero<br />

Austro-Ungarico. Arnstein fu il vero iniziatore dell’organizzazione calcistica nel<strong>la</strong> nostra regione. Giunse a Bologna nel 1908<br />

da Trieste, dove poco più che ventenne aveva già fondato un sodalizio calcistico. Nel<strong>la</strong> città emiliana fu subito tra i promotori<br />

per <strong>la</strong> costituzione di una società di football, il Bologna F.C.: dei rossoblù fu dapprima consigliere (1909), poi vice-presidente<br />

ed infine presidente nel 1910. Proprio all’inizio dell’anno il Bologna lo aveva designato come suo rappresentante nel nuovo<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, primo ed unico consigliere straniero del C.R.E., oltre che primo arbitro federale in <strong>Emilia</strong>. Pur<br />

rimanendo un grande appassionato di calcio, <strong>la</strong>sciò ben presto gli ambienti ufficiali non condividendo lo sviluppo professionistico<br />

dello sport; divenne in seguito cittadino italiano e negli anni del<strong>la</strong> seconda guerra mondiale dovette subire con <strong>la</strong> famiglia<br />

persecuzioni razziali e politiche. Visse sempre in modo assai riservato e <strong>la</strong>vorò come agente di commercio prevalentemente a<br />

Bologna, fino al<strong>la</strong> morte avvenuta l’8 settembre 1976.<br />

(A destra) - Italo Legat nacque a Bologna il 28 settembre 1885 da famiglia di origine friu<strong>la</strong>na. Insieme al padre, prof. Remigio<br />

Legat, era stato tra i 70 soci fondatori nel 1901 del<strong>la</strong> Società Ginnastica Educativa “Sempre Avanti!”, in cui svolse allo stesso<br />

tempo il ruolo di atleta, di segretario e di direttore tecnico per vari anni. All’entrata in guerra dell’Italia si arruolò volontario<br />

nell’esercito, ottenendo (proprio come Guido Del<strong>la</strong> Valle) il grado di tenente in artiglieria, ma dopo circa un anno una grave<br />

ma<strong>la</strong>ttia lo colpì inesorabilmente e morì all’ospedale di Novara il 28 luglio 1916.<br />

19


Cronache del C.R.E. dai giornali dell’epoca: (a sinistra) resoconto del “Resto del Carlino” sulle prime gare ufficiali del campionato<br />

di 3.a Categoria (20 marzo 1910); (a destra) articoli dal<strong>la</strong> “Gazzetta dello Sport” del 17 marzo 1911 e 15 aprile 1913.<br />

20


Il primo decennio (1910 - 1919)<br />

Il <strong>Comitato</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no<br />

Nel maggio 1910, a dare una dimensione un poco più regionale al C.R.E., si affiliarono anche l’Associazione<br />

Studentesca del Calcio, di Modena, e il Ferrara F.B.C.<br />

Tuttavia il movimento calcistico emiliano-romagnolo stentava alquanto a svilupparsi; era evidente il<br />

contrasto con le regioni vicine, dove i frequenti contatti con il calcio transalpino svizzero e francese<br />

(Lombardia, Piemonte), o <strong>la</strong> costante presenza di marittimi britannici (Liguria, Toscana, Veneto) e di<br />

universitari centro-europei (Padova, Firenze) favorirono <strong>la</strong> più rapida diffusione del nuovo sport.<br />

Nel<strong>la</strong> nostra regione, nonostante gli aspiranti calciatori non fossero pochi, scarseggiavano per contro<br />

attrezzature, campi di gioco e soprattutto managers in grado di assumersi onori e oneri di gestire<br />

sodalizi permanenti.<br />

Il C.R.E. risentiva in parallelo degli stessi problemi: in effetti i dirigenti del Bologna, ottenuta <strong>la</strong> loro<br />

“vetrina” con <strong>la</strong> vittoria regionale, si distaccarono progressivamente dal <strong>Comitato</strong>, anche perché nel<br />

1910-11 i rossoblù saranno ammessi in 1.a Categoria, ma nel girone veneto. Intanto <strong>la</strong> presidenza del<br />

<strong>Comitato</strong> emiliano era passata ad un altro socio del Bologna, Leone Vicenzi, che (caso unico nel<strong>la</strong><br />

storia del C.R.E.) era stato eletto nell’Assemblea generale straordinaria del<strong>la</strong> F.I.G.C. tenutasi a Mi<strong>la</strong>no<br />

il 30 ottobre 1910; peraltro su un totale di 32 presenti le nostre società intervenute erano state<br />

soltanto due: Bologna e Virtus.<br />

Ed in regione non si poterono proporre che modestissimi tornei di 2.a Categoria e 3.a Categoria; di<br />

organizzare l’agognata 1.a Categoria non si par<strong>la</strong>va neppure! Anzi, già al<strong>la</strong> fine del 1911 il <strong>Comitato</strong><br />

non esisteva più, essendo stata l’<strong>Emilia</strong> aggregata al gruppo chiamato “Italia Orientale”, o Veneto -<br />

<strong>Emilia</strong>no, a capo del quale era il cav. uff. dr. Francesco Müller di Venezia, già presidente del C.R.<br />

Veneto. Nel 1912, poi, <strong>la</strong> conclusione burrascosa delle finali interregionali di 2.a Categoria (a Modena<br />

una singo<strong>la</strong>re invasione di campo pose termine al<strong>la</strong> gara con <strong>la</strong> compagine dei Volontari Venezia) e<br />

le polemiche che ne seguirono imposero una lunga battuta di arresto al nostro calcio regionale.<br />

Dopo una stasi di molti mesi il C.R.E. si ricostituì grazie ad un intervento effettuato in via straodinaria<br />

direttamente dal<strong>la</strong> F.I.G.C., che il 28 gennaio 1913 nominò per <strong>la</strong> seconda volta l’arbitro bolognese<br />

Leone Vicenzi al<strong>la</strong> presidenza. Si potè in tal modo organizzare un campionato emiliano di 3.a Categoria<br />

con quattro squadre, ma fu solo un fuoco di paglia: terminato il torneo, il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> si<br />

sciolse nuovamente.<br />

Inevitabile a questo punto il provvedimento federale: le società emiliane affiliate, diventate nel frattempo<br />

nove in rappresentanza delle province di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio, più due clubs<br />

mantovani, vennero stabilmente aggregate al <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto, che assunse così il nome di<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no (autunno 1913). Esso aveva sede a Venezia, e vide inizialmente<br />

solo due nostri rappresentanti farne parte in qualità di semplici membri: il bolognese Nico<strong>la</strong>i e<br />

il modenese Ventura. Oltre al girone misto di 1.a Categoria fu disputato anche il torneo di 2.a Categoria,<br />

con eliminatorie regionali e finali tra le due vincenti.<br />

Tale situazione si protrasse per le stagioni 1913-14 e 1914-15, nelle quali per <strong>la</strong> prima volta fu sperimentato<br />

il meccanismo di “ricambio” tra le squadre del<strong>la</strong> 1.a e 2.a Categoria: quest’ultimo campionato<br />

venne correntemente chiamato “Promozione”, giacché le vincenti avevano diritto di salire al<strong>la</strong> serie<br />

superiore, prendendo il posto delle ultime c<strong>la</strong>ssificate in 1.a Categoria.<br />

21


(Sopra) - Il più vecchio documento del C.R.E. esistente in originale: il Comunicato Ufficiale conclusivo del campionato 1916-<br />

17 (causa <strong>la</strong> guerra, alcuni Comitati Regionali erano stati commissariati).<br />

(Sotto) - Nel<strong>la</strong> stagione 1917-18 il football concorreva così allo sforzo bellico: sul campo del Modena pasco<strong>la</strong>vano i buoi<br />

dell’Esercito, “sorvegliati” dal prof. Casini.<br />

22


Il C.R.E. rinasce due volte<br />

Al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> prima guerra mondiale, il bi<strong>la</strong>ncio sportivo regionale emiliano era tutt’altro che<br />

bril<strong>la</strong>nte, come si evince da questo prospetto:<br />

(*) partecipanti al girone Veneto.<br />

Il totale di sole 35 gare ufficiali (cui va aggiunto un piccolo numero di matches e tornei amichevoli) è<br />

tanto più esiguo se confrontato con quello di regioni limitrofe come <strong>la</strong> Lombardia o lo stesso Veneto.<br />

Anche per numero di società affiliate (13, sulle circa 170 esistenti in Italia) l’<strong>Emilia</strong> era al terzultimo<br />

posto nel<strong>la</strong> graduatoria tra i dieci Comitati esistenti all’epoca, precedendo so<strong>la</strong>mente Puglie e Sicilia.<br />

L’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 bloccò temporaneamente tutti gli sport. Ma già in autunno il<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no tornava ad operare in autonomia grazie al professore modenese Luigi<br />

Casini che, su incoraggiamento del<strong>la</strong> Federazione, ne promosse <strong>la</strong> ripresa. Con l’assistenza del vicepresidente<br />

federale ing. Francesco Mauro, il 21 novembre 1915 si svolse nel<strong>la</strong> sede del Modena<br />

un’assemblea che a buon diritto può considerarsi <strong>la</strong> prima in assoluto tra società emiliane, e che<br />

elesse rego<strong>la</strong>rmente il primo vero <strong>Comitato</strong> del<strong>la</strong> nostra regione. Ecco i nomi dei pionieri che componevano<br />

quel Consiglio Direttivo:<br />

Presidente: prof. Luigi Casini (Modena F.C.); segretario: Luigi Cammarosano (Reggio F.C.); consiglieri:<br />

Odoardo Gandolfi (Modena F.C.), avv. Angelo Menini (A.C. Mantovana), M° Pergo<strong>la</strong> (Audax<br />

F.C. di Modena), dr. Giuseppe Papotti (S.C. Jucunditas di Carpi), rag. Alberto Nico<strong>la</strong>i e rag. Alessandro<br />

Oppi (entrambi del Bologna F.C.).<br />

Posta <strong>la</strong> sede a Modena, nel<strong>la</strong> riunione di insediamento (2 gennaio 1916) il <strong>Comitato</strong> si autodefiniva<br />

“provvisorio ed in carica fino a sessanta giorni dopo <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> guerra”, stabilendo con l’occasione<br />

<strong>la</strong> sua giurisdizione sulle consorelle del<strong>la</strong> provincia di Mantova.<br />

Oltre al<strong>la</strong> fase regionale del<strong>la</strong> “Coppa Federale”, il C.R.E. organizzò anche il torneo denominato<br />

“Coppa <strong>Emilia</strong>” (se ne giocheranno due edizioni), con gli incassi devoluti ad enti benefici di assistenza<br />

ai combattenti. Il sunto di quegli anni difficili fu complessivamente lusinghiero:<br />

In realtà il nuovo <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> non visse che pochi mesi. Per ragioni certamente legate al<strong>la</strong><br />

situazione di guerra, nel<strong>la</strong> stagione 1916-17 <strong>la</strong> gestione passò ad un Commissario <strong>Regionale</strong> nominato<br />

dal<strong>la</strong> F.I.G.C., il dr. Luigi Saverio Bertazzoni, arbitro federale e dirigente del Modena. E nell’autunno<br />

1917 l’emergenza bellica impose definitivamente <strong>la</strong> cessazione di ogni attività; i soli tornei<br />

23


(Sopra) - Rari documenti del<strong>la</strong> Federazione e del “Commissario per<br />

l’<strong>Emilia</strong>”, risalenti al 1919.<br />

(A sinistra) - Articolo del “Resto del Carlino” (luglio 1919) sul<strong>la</strong><br />

ricostituzione del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

24


ego<strong>la</strong>ri in <strong>Emilia</strong> furono quelli dell’U.L.I.C. modenese, nato proprio in quelle settimane, che organizzò<br />

nel 1917-18 il primo “Torneo <strong>Emilia</strong>no” con quattro squadre.<br />

Del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> si ricominciò a par<strong>la</strong>re soltanto alcuni mesi dopo il termine del conflitto,<br />

poiché il caotico dopoguerra non favorì <strong>la</strong> ripresa delle manifestazioni sportive. Il 27 aprile 1919 il<br />

Consiglio Federale assegnò al prof. Casini <strong>la</strong> reggenza amministrativa e sportiva regionale emiliana in<br />

qualità di Commissario Federale, nell’attesa del<strong>la</strong> rego<strong>la</strong>re ricostituzione del <strong>Comitato</strong>.<br />

La gestazione di quest’ultimo fu assai faticosa, tanto che le difficoltà sorte suggerirono al<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

l’invio di un proprio emissario nel<strong>la</strong> persona del consigliere rag. Mario Trinchieri, stretto col<strong>la</strong>boratore<br />

del Presidente Federale avv. Giovanni Mauro. Il 5 luglio 1919 Trinchieri presiedette a Bologna,<br />

nei locali del ristorante “San Pietro” in via Indipendenza, una riunione durante <strong>la</strong> quale tutte le società<br />

emiliane e mantovane convocate (una ventina) elessero all’unanimità il nuovo <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>:<br />

Cesare Gibelli fu acc<strong>la</strong>mato presidente, con Alessandro Oppi in qualità di segretario; entrambi erano<br />

dirigenti del Bologna F.C. Gli altri col<strong>la</strong>boratori risultarono: Enrico Sabattini (S.G. Fortitudo di<br />

Bologna) come cassiere; Cleto Raimondi (Audace F.C. di Bologna), Bruno Tommasi (Nazionale<br />

<strong>Emilia</strong> F.C. di Bologna), Giuseppe Pazzi (S.P.A.L. di Ferrara), Odoardo Gandolfi (Modena F.C.),<br />

Fernando Giordani (G.S. Bolognese), avv. Angelo Menini (A.C. Mantovana) come consiglieri.<br />

L’assemblea del 5 luglio 1919 resta comunque un evento importante, perché a partire da questa data il<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no funzionerà senza più alcuna interruzione, fino ai giorni nostri.<br />

25


Il nuovo “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>” (1919 - 1926)<br />

Lo “scisma” federale<br />

Avviata così <strong>la</strong> ripresa, nel<strong>la</strong> stagione 1919-20 l’<strong>Emilia</strong> potè finalmente organizzare tutti i tornei<br />

previsti dall’ordinamento dell’epoca: <strong>la</strong> 1.a Categoria regionale vedeva in lizza sei compagini (due<br />

delle quali passavano al turno nazionale per l’aggiudicazione del titolo di Campione d’Italia); cinque<br />

squadre giocavano in 2.a Categoria e tredici in 3.a. Inoltre, pur senza disputare campionati, risultavano<br />

affiliati diversi altri clubs, tra i quali l’Audace F.B.C. di Ravenna, prima società romagno<strong>la</strong> ad<br />

aderire ufficialmente al<strong>la</strong> F.I.G.C., ed il Forlì F.B.C., che nel 1920 diede invece al Consiglio Direttivo<br />

del C.R.E. il primo membro romagnolo.<br />

I tempi però erano turbolenti e difficili: nell’aspro clima politico e sociale del dopoguerra stava maturando<br />

<strong>la</strong> “scissione” calcistica nazionale. Già nel 1920 il tentativo di fondare un nuovo ente (<strong>la</strong><br />

“L.I.G.C.”), attuato dalle società piemontesi spalleggiate dalle liguri, era stato sventato in extremis<br />

sostituendo quasi tutto il Consiglio Federale eletto da poche settimane.<br />

Sia pure con modi e motivazioni diverse, <strong>la</strong> secessione si concretò invece nel 1921. In sostanza le<br />

società più potenti, rappresentanti soprattutto i grossi centri del Nord Italia, rec<strong>la</strong>mavano un campionato<br />

superiore dedicato interamente a loro, ma nell’Assemblea generale del<strong>la</strong> F.I.G.C. tenutasi a Torino<br />

il 23 e 24 luglio 1921 esse si trovarono in minoranza, cosicché i rappresentanti dissidenti abbandonarono<br />

<strong>la</strong> riunione, andando a costituire un nuovo organismo: <strong>la</strong> “Confederazione Calcistica<br />

Italiana” (C.C.I.), con sede a Mi<strong>la</strong>no.<br />

Va segna<strong>la</strong>to che proprio nel 1921, al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> secessione, una squadra emiliana aveva raggiunto<br />

per <strong>la</strong> prima volta una finale di campionato (perduta dal Bologna contro <strong>la</strong> Pro Vercelli), a testimonianza<br />

del<strong>la</strong> vitalità e del buon livello raggiunti in quel periodo dal nostro calcio, le cui cifre riguardanti<br />

i soli tornei ufficiali sono eloquenti:<br />

(*) più tre squadre nel<strong>la</strong> 1.a Divisione e tre nel<strong>la</strong> 2.a Divisione C.C.I.<br />

Il 1921-22 vide quindi <strong>la</strong> disputa di due campionati: quello dell’ente rego<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> F.I.G.C., che però<br />

raccoglieva solo formazioni di secondo piano, e quello dell’ente secessionista, <strong>la</strong> C.C.I., dove invece<br />

giocavano le squadre migliori.<br />

Il presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, Cesare Gibelli, presente all’assemblea torinese del 24<br />

luglio 1921 come Consigliere Nazionale, aveva aderito al<strong>la</strong> scissione in quanto vice-presidente del<br />

Bologna ma, responsabilmente rimasto al suo posto di dirigente regionale in attesa di passare le<br />

consegne al successore, concluse il suo mandato ad inizio settembre con <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione di fine esercizio,<br />

da cui risultava un avanzo di cassa di lire 7.607,25.<br />

Il C.R.E. si era ricostituto un po’ in sordina il 2 settembre 1921, eleggendo il nuovo C.D. e il nuovo<br />

presidente Angelo Or<strong>la</strong>ndi in un’assemblea cui solo 14 società avevano aderito (un quarto delle aventi<br />

diritto), a testimoniare il disorientamento che regnava in quelle confuse settimane. A conti fatti, però,<br />

in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> <strong>la</strong> scissione non risultò massiccia: solo tre società del<strong>la</strong> categoria maggiore (Bologna,<br />

Modena e Mantova) e altre tre minori preferirono <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> Federazione per passare al<strong>la</strong><br />

nuova “Confederazione”.<br />

27


(Sopra) – Modena, 5 giugno 1921: premiazione di Giuseppe Forlivesi, primo calciatore del<strong>la</strong> nostra regione (era nativo di<br />

Brisighel<strong>la</strong> in <strong>Romagna</strong>) ad aver giocato in Nazionale, dove esordì ventiseienne nel 1920. Il trofeo-premio fu acquistato con una<br />

sottoscrizione tra gli sportivi gialloblù, e gli venne conferito dal presidente del Modena, avv. Antonio Cavazzoni Pederzini.<br />

Nel<strong>la</strong> foto compaiono anche il prof. Luigi Casini (con il “pizzetto”) e dietro di lui Odoardo Gandolfi, consigliere del Modena<br />

e del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no.<br />

(Sotto) – Articoli del<strong>la</strong> “Gazzetta dello Sport” del 3 dicembre 1921 (elezione di Cesare Gibelli al<strong>la</strong> Direzione <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong>na del<strong>la</strong> C.C.I.) e del 19 settembre 1922, con l’avvento del M° Giuseppe Zanetti al<strong>la</strong> presidenza del C.R.E.<br />

28


Tuttavia fu subito chiaro che <strong>la</strong> vita per il nuovo <strong>Comitato</strong> sarebbe stata assai dura. Fin dal suo<br />

insediamento, avvenuto il 19 settembre quando Or<strong>la</strong>ndi potè presiedere <strong>la</strong> prima riunione dei rappresentanti<br />

regionali rimasti fedeli al<strong>la</strong> Federazione, i problemi si presentarono numerosi e difficili. La<br />

torbida situazione sociale e politica dei tempi favorì ben presto lo stabilirsi nel campionato emiliano<br />

di un clima violento ed indisciplinato, che non fu possibile frenare nemmeno con le severissime<br />

misure repressive promosse da Or<strong>la</strong>ndi in persona. Anzi, queste ultime alimentarono feroci polemiche<br />

soprattutto dopo i gravi episodi accaduti a Ferrara il 20 novembre 1921 nel<strong>la</strong> gara S.P.A.L. - Virtus.<br />

Per colmo di sfortuna in quel<strong>la</strong> disgraziata domenica anche sui campi di Parma e Carpi accaddero<br />

deplorevoli incidenti, cosicché su società e tesserati si rovesciò una pioggia di sanzioni.<br />

La gazzarra che ne nacque, propagatasi in breve allo stesso <strong>Comitato</strong>, spaventò talmente Or<strong>la</strong>ndi che<br />

il 24 novembre diede le dimissioni, peraltro respinte il giorno dopo dal Consiglio Direttivo. Al<strong>la</strong><br />

seduta di quest’ultimo, però, aveva partecipato anche l’avv. Giuseppe Cavazzana del<strong>la</strong> Presidenza<br />

Federale, che inviò un immediato rapporto in sede a Torino. Il giorno seguente, 26 novembre, <strong>la</strong><br />

Presidenza del<strong>la</strong> F.I.G.C. sciolse d’autorità il C.R.E. ormai ingovernabile e, a norma di Statuto, Or<strong>la</strong>ndi<br />

si ritrovò nominato Commissario Federale per l’<strong>Emilia</strong>. Ma l’ex-presidente non ne voleva più sapere,<br />

e per trarsi d’impaccio chiese aiuto al prof. Luigi Pasquinelli, giovane arbitro stimato e promettente<br />

che aveva conosciuto quando entrambi erano soci del Bologna.<br />

Si venne ad un compromesso: Or<strong>la</strong>ndi rinunciò il 6 dicembre anche al<strong>la</strong> carica di Commissario, ed al<br />

suo posto <strong>la</strong> Presidenza Federale nominò due giorni dopo Pasquinelli stesso, che con generale soddisfazione<br />

il 13 dicembre assumeva ufficialmente <strong>la</strong> carica di Commissario Federale emiliano; e <strong>la</strong><br />

mantenne finché nel<strong>la</strong> primavera 1922 <strong>la</strong> situazione consentì di eleggere il nuovo Consiglio Direttivo<br />

del C.R.E. di cui divenne egli stesso presidente (25 marzo).<br />

In campo Confederale le cose erano andate in modo un po’ più tranquillo, viste anche le poche adesioni<br />

raccolte. Aperto a Bologna un “Commissariato Temporaneo per l’<strong>Emilia</strong>” (C.C.I.), l’ex-presidente<br />

del C.R.E. Cesare Gibelli riuscì in poche settimane a raggiungere il numero di dieci società affiliate<br />

previsto per <strong>la</strong> costituzione del<strong>la</strong> “Direzione <strong>Regionale</strong>”, che venne poi rego<strong>la</strong>rmente eletta al<strong>la</strong> fine di<br />

novembre con Gibelli direttore e Giuseppe Zanetti segretario; <strong>la</strong> sede fu stabilita presso il direttore<br />

stesso, in via de’ Musei 1 a Bologna.<br />

Riforme dopo <strong>la</strong> riunificazione<br />

L’auspicata riunificazione calcistica nazionale sotto l’egida del<strong>la</strong> F.I.G.C., profi<strong>la</strong>tasi già nel<strong>la</strong> primavera<br />

1922 ed effettivamente avvenuta il 26 giugno, portò alle necessarie riforme dei rego<strong>la</strong>menti e dei<br />

campionati: dal 1922-23 le “Categorie” diventarono “Divisioni” (sul modello anglosassone); <strong>la</strong> 1.a e<br />

<strong>la</strong> 2.a Divisione sarebbero state a carattere nazionale, gestite da due nuovi organi: Lega Nord e Lega<br />

Sud. Le altre Divisioni (dal<strong>la</strong> 3.a al<strong>la</strong> 6.a) sarebbero state organizzate invece dai Comitati Regionali,<br />

il cui ruolo veniva così definitivamente ricondotto ad un ambito più locale.<br />

Al C.R.E. il rinnovamento fu completo a cominciare dal presidente: il 14 settembre 1922, nel<strong>la</strong> prima<br />

assemblea emiliana dopo l’unificazione, fu eletto il M° Giuseppe Zanetti, che aveva già rive<strong>la</strong>to <strong>la</strong> sua<br />

straordinaria abilità di organizzatore, e destinato di lì a poco a ricoprire un’alta carica nazionale.<br />

Nuovi anche i campionati (3.a, 4.a, 5.a e 6.a Divisione) che videro al via diverse nuove società. Queste<br />

ultime furono in costante crescita fino al 1926 quando, a seguito delle riforme di cui si dirà più avanti,<br />

nacque <strong>la</strong> “Divisione Nazionale”, anticamera del<strong>la</strong> futura “Serie A”, e l’al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong> 1.a e del<strong>la</strong><br />

2.a Divisione richiamò verso l’alto un gran numero di squadre, impoverendo i campionati di base.<br />

Abolite le Divisioni più basse, del 1926 al 1930 in <strong>Emilia</strong> si potè giocare <strong>la</strong> so<strong>la</strong> 3.a Divisione, con un<br />

numero di partecipanti sempre inferiore al<strong>la</strong> trentina.<br />

29


(Sopra) – Dal<strong>la</strong> “Gazzetta dello Sport” del 21 dicembre 1925: l’elezione per referendum di Luigi Pasquinelli a presidente del<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no; per Pasquinelli si trattava del<strong>la</strong> seconda designazione in soli tre anni e mezzo.<br />

(Sotto) – Immagine riferibile più o meno al 1926, probabilmente sul campo di Sant’I<strong>la</strong>rio d’Enza (RE). Da sinistra, <strong>la</strong> terna<br />

arbitrale è composta da Raffaele Scorzoni, Raffaele Mastel<strong>la</strong>ri ed Eraldo Corradini, tutti bolognesi, futuri arbitri di “Serie A”<br />

e membri, in momenti diversi, anche del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. In borghese tra Scorzoni e Mastel<strong>la</strong>ri si trova Luigi<br />

Pasquinelli, presidente del C.R.E.<br />

30


(*) sostituiti dal Campionato Allievi (5.a Div.) e Ragazzi (6.a Div.).<br />

Dal<strong>la</strong> metà degli anni ’20 in poi il declino del calcio regionale, nel<strong>la</strong> nostra come in tutte le zone<br />

d’Italia, fu <strong>la</strong> logica e naturale conseguenza dell’avanzata dei grandi clubs, nelle cui mani stava ormai<br />

per concentrarsi quasi tutto il patrimonio economico del football italiano.<br />

Infatti importanti avvenimenti erano andati maturando nelle ultime convulse stagioni, a cominciare<br />

dal burrascoso epilogo del massimo campionato 1924-25 (per intendersi, quello delle cinque finali<br />

tra Bologna e Genoa che portarono per <strong>la</strong> prima volta il titolo di Campione d’Italia in <strong>Emilia</strong>). Era<br />

sempre più evidente l’inadeguatezza delle strutture federali di fronte al crescere delle dimensioni e<br />

dell’importanza del movimento calcistico nazionale: rego<strong>la</strong>menti insufficienti, impreparazione e<br />

improvvisazione si riflettevano negativamente tanto ai vertici quanto al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Le vicende di ordinario disagio del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no in quello stesso anno 1925, l’ultimo<br />

del<strong>la</strong> presidenza del M° Zanetti, rispecchiano fedelmente <strong>la</strong> confusa situazione generale. Non che<br />

i due anni precedenti fossero stati molto più agevoli per il C.R.E., travagliati da polemiche e dimissioni<br />

di consiglieri. Tuttavia l’assemblea emiliana tenutasi il 7 settembre 1924 (appena 23 delegati presenti...)<br />

aveva confermato il M° Giuseppe Zanetti come presidente, con Napoleone Tedeschi nuovo<br />

segretario, entrambi di Bologna. Per <strong>la</strong> prima volta in quest’occasione Zanetti aveva presentato anche<br />

una re<strong>la</strong>zione morale e finanziaria del<strong>la</strong> stagione appena terminata, come stabilito da recentissime<br />

normative che tendevano a favorire <strong>la</strong> possibilità di controllo e di critica sull’operato del C.R.E. da<br />

parte delle società dipendenti.<br />

Erano stati poi eletti i membri del Consiglio Direttivo: cassiere il dr. Mario Santandrea (Bologna),<br />

componenti i signori Cesare Rossi, Raffaele Scorzoni e Giuseppe Bosi (tutti di Bologna), Angelo<br />

Trioni (Ferrara), cav. Odoardo Gandolfi (Modena), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (Forlì), Regolo Ferretti (Reggio<br />

<strong>Emilia</strong>) dimessosi poi il 7 aprile 1925, ed il col. Filippo Bentivoglio (Parma), quest’ultimo dichiarato<br />

decaduto per assenteismo il 9 dicembre 1924 e sostituito il 30 dicembre da Francesco Borghi di<br />

Faenza, rego<strong>la</strong>rmente eletto a seguito di referendum tra i sodalizi affiliati. Alle riunioni di C.D. avrebbero<br />

assistito anche il cav.uff.ing. Riccardo Righetti (Bologna) per <strong>la</strong> Commissione Tecnica, ed il M°<br />

Ermete Alfieri (di Bologna) in qualità di rappresentante del<strong>la</strong> Commissione Arbitri Regionali (C.A.R.).<br />

Una così nutrita ed eterogenea schiera di persone (vi si trovavano arbitri effettivi, dirigenti di società<br />

e persino il famoso atleta Ermete Alfieri, che disputò decine di gare di atletica leggera per <strong>la</strong> Virtus di<br />

Bologna, riportando numerosi allori e medaglie nonché records nazionali) non poteva obbiettivamente<br />

essere giustificata dal numero delle società dipendenti, appena una quarantina, iscritte a soli quattro<br />

campionati di ridottissima entità e durata. Anzi, il già poco snello funzionamento dell’ente ne veniva<br />

ulteriormente appesantito, considerato poi che il differente grado di competenza dei membri, qualche<br />

inevitabile interesse campanilistico e persino accenni di schermaglie politiche davano luogo a lunghe<br />

discussioni anche su questioni di trascurabile importanza.<br />

Aggiungiamo che, nonostante <strong>la</strong> giustizia sportiva venisse amministrata collegialmente nelle riunioni<br />

ordinarie di <strong>Comitato</strong>, ai membri era fatto obbligo di presenziare soltanto una seduta ogni tre, pena <strong>la</strong><br />

decadenza dal<strong>la</strong> carica (ma anche su ciò si chiuse spesso un occhio); che l’approssimativa preparazio-<br />

31


ne degli arbitri regionali, testimoniata da alcuni verbali dell’A.I.A., ed i confusi rego<strong>la</strong>menti in tema<br />

di tesseramento originavano dopo ogni gara pletore di rec<strong>la</strong>mi per <strong>la</strong> cui disamina si impiegavano<br />

talvolta mesi; ed infine che il presidente in persona, Giuseppe Zanetti, ogni tanto scendeva in campo<br />

per arbitrare partite di 3.a e 4.a Divisione, non si sa se per tenersi in allenamento o per sorvegliare più<br />

da vicino l’andamento dei campionati...<br />

La “Carta di Viareggio”<br />

Degli stessi mali, in proporzione perfino maggiore, soffrivano i compositi quadri federali delle Leghe<br />

Nord e Sud, che a colpi di assemblee, ricusazioni, dimissioni, minacce di scissione ed altro si affrontavano<br />

aspramente sul<strong>la</strong> questione del nuovo assetto da dare al<strong>la</strong> struttura calcistica nazionale. Anche<br />

tra le società serpeggiavano malcontento ed indisciplina riaffacciandosi, con il dissidio tra grandi e<br />

piccoli sodalizi, l’ombra di una nuova secessione, mentre <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità dei campionati era minacciata<br />

dalle intromissioni delle autorità di Pubblica Sicurezza: tra il 1924 e il 1926 fu proibito lo svolgimento<br />

di decine di gare (parecchie anche in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>), ritenute “a rischio” di perturbare l’ordine<br />

pubblico, ma spesso, in realtà, solo per impedire che un match di football si trasformasse in una<br />

manifestazione politica, magari contraria al partito che già dominava in Italia.<br />

La crisi ebbe il suo apice a metà del 1926, in seguito alle gravi vicende culminate tra maggio e giugno<br />

in uno sciopero arbitrale, tanto più inaudito se si pensa che il diritto a tale forma di lotta era già stato<br />

di fatto abrogato dal fascismo. Quest’ultimo colse subito l’occasione propizia per assoggettare al<br />

nuovo ordine politico anche il mondo del calcio, imponendo una decisa svolta in senso autoritario ed<br />

antidemocratico.<br />

Il 27 giugno 1926 Presidenza e Consiglio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C. rassegnarono le dimissioni ma,<br />

anziché indire un’assemblea generale straordinaria delle società per il rinnovo delle cariche, il presidente<br />

uscente Enrico Olivetti demandò i propri poteri al C.O.N.I., già asservito al regime per tramite<br />

del suo presidente Lando Ferretti. Questi si mosse immediatamente: il 7 luglio nominò una Commissione<br />

di tre esperti (Italo Foschi di Roma, Giovanni Mauro di Mi<strong>la</strong>no e Paolo Graziani, presidente del<br />

Bologna) che, ritiratasi a Viareggio, in capo a pochi giorni e<strong>la</strong>borò una vera e propria rivoluzione<br />

dell’intero apparato calcistico. Il 2 agosto 1926 il documento detto “Carta di Viareggio” fu approvato<br />

dal <strong>Comitato</strong> Olimpico e reso immediatamente operativo.<br />

In tal modo <strong>la</strong> Federazione veniva riorganizzata in senso strettamente gerarchico: al vertice fu insediato<br />

un “Direttorio Federale”, a presiedere il quale si chiamò il potente gerarca romagnolo (ma bolognese<br />

di adozione) Leandro Arpinati. Sciolti sia i Comitati Regionali che le due Leghe Nord e Sud, vennero<br />

creati in loro vece nuovi organi dipendenti: il “Direttorio Divisioni Superiori” per l’organizzazione<br />

dei campionati maggiori, i “Direttori Divisioni Inferiori” Nord e Sud, i “Direttori Regionali” ed il<br />

C.I.T.A. (<strong>Comitato</strong> Italiano Tecnico Arbitrale), in sostituzione del<strong>la</strong> disciolta A.I.A., che pagava così<br />

a caro prezzo lo sciopero di due mesi prima. Direttorio e Presidenza Federale avrebbero provveduto<br />

d’autorità alle nomine dirigenziali negli Enti dipendenti, escludendo qualunque intervento societario<br />

o assembleare.<br />

Con <strong>la</strong> cessazione del<strong>la</strong> elettività delle cariche federali scomparve ogni forma di democrazia dal nostro<br />

calcio, vittima e complice allo stesso tempo di questo vero e proprio “colpo di stato”. Esso si<br />

completò nel 1927 con l’assoggettamento al benestare degli “Uffici Provinciali Sportivi” (emanazioni<br />

del partito fascista) di ogni nomina dirigenziale in qualsivoglia società affiliata al C.O.N.I. In tal<br />

modo centinaia di dirigenti e di sportivi, che negli anni precedenti avevano fondato e sostenuto unicamente<br />

con <strong>la</strong> propria passione e sovente con i propri denari tante squadre di calcio, si trovarono d’un<br />

tratto messi da parte. Alcuni di essi poterono tornare ai loro posti solo nel dopoguerra.<br />

32


Intanto Leandro Arpinati, assunto il comando del calcio italiano, attuò subito il trasferimento del<strong>la</strong><br />

sede F.I.G.C. da Torino a Bologna, in vista del<strong>la</strong> definitiva collocazione a Roma avvenuta nel giugno<br />

1929. Tra<strong>la</strong>sciando ogni giudizio sul suo ruolo politico, Arpinati resta comunque una eminente figura<br />

di sportivo, instancabile promotore di numerose opere ed attività in tutte le discipline. Nel corso del<br />

1925 aveva forse favorito l’avvento al<strong>la</strong> presidenza del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no del prof. Luigi<br />

Pasquinelli in sostituzione del M° Zanetti, che <strong>la</strong> Commissione di Viareggio, ispirata da Arpinati<br />

stesso, chiamò poi nell’agosto 1926 al<strong>la</strong> Segreteria Federale per affidargli <strong>la</strong> delicata e prestigiosa<br />

carica di Segretario - Cassiere nazionale.<br />

Da sinistra: il M° Giuseppe Zanetti, il Presidente Federale Leandro Arpinati e il giocatore del Bologna Eraldo Monzeglio,<br />

futuro campione del mondo. Volti distesi e sorridenti, l’anno è circa il 1930; <strong>la</strong> “bufera” era ancora lontana…<br />

33


(Sopra) – Luigi Pasquinelli nei primi anni ‘30, quando il Direttorio<br />

<strong>Regionale</strong> era saldamente nelle sue mani.<br />

(Sotto) – L’ing. Federico Sani di Ferrara, qui in divisa da capitano<br />

dell’Esercito nel 1932, fu membro del Direttorio <strong>Emilia</strong>no e presidente<br />

del C.I.T.A. Nel dopoguerra arriverà al<strong>la</strong> presidenza del<strong>la</strong><br />

Commissione Arbitri Nazionale.<br />

34


Il “Direttorio <strong>Regionale</strong>” (1926 - 1933)<br />

Periodo di transizione<br />

Le mutate condizioni politiche indussero, oltre ai “cambi del<strong>la</strong> guardia” nelle cariche delle varie<br />

federazioni sportive, anche novità formali, che dovevano segnare <strong>la</strong> definitiva affermazione del nuovo<br />

ordine fascista. Si è visto come il termine “<strong>Comitato</strong>”, retaggio del<strong>la</strong> vecchia Italia democratica, fosse<br />

stato soppresso e sostituito da “Direttorio”, di stampo più rivoluzionario; ed anche <strong>la</strong> carica di “Segretario”,<br />

giudicata incompatibile con lo stile del nuovo regime, venne quasi ovunque abrogata.<br />

“Direttorio <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no” fu quindi <strong>la</strong> denominazione del nostro organismo calcistico a partire<br />

dal 2 agosto 1926. Al suo vertice era stato confermato (10 agosto) il prof. Luigi Pasquinelli, già<br />

presidente del C.R.E. dal 19 dicembre 1925, giorno in cui era stato eletto con un referendum postale<br />

(!) tra le società per sostituire il dimissionario M° Zanetti. Pasquinelli era stato un arbitro di ottimo<br />

spessore tecnico, e vantava già una pluriennale militanza calcistica nonostante avesse appena ventisette<br />

anni, non aderente al nuovo regime politico ma ugualmente stimato dalle gerarchie sportive dell’epoca<br />

per <strong>la</strong> sua riconosciuta competenza ed autorità.<br />

I ranghi del Direttorio <strong>Regionale</strong> furono invece energicamente sfoltiti, in considerazione degli emendamenti<br />

apportati dal<strong>la</strong> Commissione di Viareggio alle Carte Federali che prevedevano ora tre soli<br />

membri per regione. Inizialmente rimasero quindi in organico, oltre a Pasquinelli, il dr. Enrico Bassani<br />

di Ferrara e Corio<strong>la</strong>no Ferrini di Forlì, entrambi di nomina federale. L’ing. Gino Canevazzi di Modena<br />

e l’ing. Federico Sani di Ferrara assistevano il Direttorio come Fiduciari Regionali rispettivamente<br />

dell’U.L.I.C. e del C.I.T.A. (Federico Sani, qui al<strong>la</strong> sua prima carica ufficiale, avrà in seguito una<br />

luminosa e lunghissima carriera di dirigente arbitrale nazionale, presidente del C.I.T.A. stesso dal<br />

1934, poi vice-presidente dell’A.I.A. e presidente del<strong>la</strong> C.A.N. fino al 1958). Dal settembre 1928<br />

Canevazzi e Sani entrarono comunque a far parte del D.R.E. come membri a tutti gli effetti.<br />

Tra l’altro all’inizio del<strong>la</strong> seconda stagione del Direttorio, precisamente il 25 agosto 1927, fu ufficialmente<br />

consolidata <strong>la</strong> dipendenza delle società di Mantova dall’<strong>Emilia</strong>, iniziata un quindicennio prima,<br />

mentre Piacenza gravitava sempre più stabilmente sul Direttorio lombardo. Con l’occasione al<br />

D.R.E. fu anche assegnata <strong>la</strong> giurisdizione sportiva sul<strong>la</strong> vicina Repubblica di San Marino (ma per<br />

vedere all’opera squadre del Titano l’attesa si protrarrà oltre trent’anni...).<br />

In quello stesso periodo <strong>la</strong> schiera dei clubs emiliani affiliati ammontava a 43 unità (sulle 400 dell’intera<br />

F.I.G.C.), preceduta come importanza solo dai Direttori Lombardo, Ligure, Piemontese, e Veneto;<br />

per numero di tesserati, invece, con i suoi 1249 calciatori e 96 arbitri <strong>la</strong> nostra regione si poneva al<br />

quarto posto in Italia.<br />

Nonostante queste cifre abbastanza confortanti, gli otto anni durante i quali il D.R.E. fu guidato dal<br />

prof. Pasquinelli non furono dei più facili, sia per <strong>la</strong> già citata contrazione dei campionati minori a<br />

vantaggio di quelli su base nazionale, sia per <strong>la</strong> crisi economica che dal 1930 afflisse anche l’Italia<br />

35


(Sopra) – Stadio “Littoriale”: l’avv. Renzo Lodi in compagnia di Angiolino Schiavio nel<strong>la</strong> stagione 1928-29, in cui il Bologna<br />

portò il secondo titolo italiano in <strong>Emilia</strong>. Renzo Lodi era da poco entrato nel<strong>la</strong> società felsinea, e stava per cominciare <strong>la</strong> sua<br />

lunga carriera federale.<br />

(Sotto) – Il rego<strong>la</strong>mento per l’attività dell’U.L.I.C. nel 1933-34. Fu l’ultimo anno in cui <strong>la</strong> gloriosa denominazione dei “liberi”<br />

ebbe corso ufficiale: dal 1934 essa <strong>la</strong>sciò il posto al<strong>la</strong> “Sezione Propaganda” (S.P).<br />

36


costringendo un gran numero di società, soprattutto piccole, a chiudere i battenti, come si può in parte<br />

evincere dal riassunto qui riportato:<br />

Inoltre, pur avendo ereditato <strong>la</strong> 2.a Divisione, che divenne così regionale dal 1930-31 affiancandosi<br />

al<strong>la</strong> 3.a Divisione, i Direttori subivano in misura crescente <strong>la</strong> concorrenza dell’U.L.I.C., ente fondato<br />

durante <strong>la</strong> Grande Guerra da alcuni dissidenti, e sul quale vale <strong>la</strong> pena di fornire ragguagli maggiori,<br />

data l’importanza che esso ebbe nel movimento calcistico regionale e nazionale dell’epoca.<br />

L’”U.L.I.C.”<br />

L’”Unione Libera Italiana del Calcio” era nata a Mi<strong>la</strong>no il 1. settembre 1917 come naturale risposta<br />

al disinteresse mostrato dal<strong>la</strong> F.I.G.C. per i campionati giovanili, e conobbe subito una rapidissima<br />

diffusione soprattutto nel Nord Italia. Il suo fondatore, dr. Luigi Maranelli, ed il gruppo di pionieri<br />

che attuarono l’iniziativa costituirono una struttura simile a quel<strong>la</strong> dei cosiddetti “enti di propaganda”<br />

dei giorni nostri, con tre campionati base (1.a / 2.a Categoria e Boys) dai costi contenuti, tesseramenti<br />

ed affiliazioni di semplicissima pratica, senza necessità di possedere un proprio campo di gioco grazie<br />

a varie convenzioni che consentivano l’utilizzo a turno di quelli esistenti. Poteva a richiesta essere<br />

organizzato qualunque tipo di torneo; abbastanza in voga anche il calcio a sette o sei giocatori, precursore<br />

dell’odierno “calcetto”. Notevole <strong>la</strong> presenza di sponsor, che spesso sovvenzionavano interi<br />

tornei, ed i cui marchi comparivano sulle maglie delle squadre già negli anni ’20.<br />

L’esempio di Maranelli fu raccolto subito a Modena da alcuni appassionati, tra cui l’ing. Gino<br />

Canevazzi, rilevante figura del calcio minore modenese, animatore e presidente del<strong>la</strong> Lega Giovanile<br />

<strong>Emilia</strong>na nel secondo dopoguerra, Consigliere Nazionale del<strong>la</strong> F.I.G.C. fino al<strong>la</strong> sua prematura scomparsa<br />

avvenuta il 19 ottobre 1957. Canevazzi ed altri col<strong>la</strong>boratori fondarono a Modena nell’ottobre<br />

1917 il primo <strong>Comitato</strong> U.L.I.C. italiano, presidente il celebre sportivo Ettore Forghieri, facendo<br />

così sopravvivere il calcio nel<strong>la</strong> nostra regione anche nei tristi mesi di guerra seguiti al<strong>la</strong> ritirata di<br />

Caporetto.<br />

I “liberi” traevano in parte origine dagli “indipendenti”, una forma di aggregazione sportiva ancora<br />

più aperta nata negli anni ’10, e che in <strong>Emilia</strong> aveva già dato vita ad alcuni campionati organizzati con<br />

tanto di vincitori provinciali. Perché questi calciatori si proc<strong>la</strong>mavano “liberi” ? Perché, almeno inizialmente,<br />

non esisteva nemmeno l’obbligo del tesseramento, cioè del “vincolo” per eccellenza. In<br />

pratica, giocava chi voleva e quando voleva: più liberi di così...<br />

Dal 1918-19 si disputarono anche le finali nazionali, in cui l’<strong>Emilia</strong> dominò a lungo, rappresentata<br />

soprattutto dalle società modenesi. Nel 1921-22 una di queste, i Giovani Calciatori, portò per <strong>la</strong><br />

prima volta l’ambìto titolo di Campione assoluto nel<strong>la</strong> nostra regione, sconfiggendo sul terreno neutro<br />

di Como <strong>la</strong> U.S. Fert di Torino. Da notare che nel<strong>la</strong> medesima giornata si giocarono sia le semifinali<br />

che <strong>la</strong> finalissima! L’anno seguente (1923) fu <strong>la</strong> volta del Vil<strong>la</strong> d’Oro F.C., che giocando <strong>la</strong> finale<br />

a Modena si aggiudicò il titolo superando i mi<strong>la</strong>nesi del<strong>la</strong> Fortitudo, ripetendosi poi <strong>la</strong> stagione<br />

37


(Sopra) – Il diploma che le società “uliciane” bolognesi offrirono al prof. Pasquinelli quando questi <strong>la</strong>sciò il <strong>Comitato</strong> Provinciale<br />

di Bologna nel 1925.<br />

(Sotto) – Il ravennate Angelo Fabbri, consigliere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no nel 1923-24, era stato qualche anno prima<br />

tra i fondatori del Ravenna. Nel 1924-25 promosse e presiedette una “Federazione Calcistica Romagno<strong>la</strong> dei Liberi”, che però<br />

visse solo pochi mesi.<br />

38


successiva (1923-24) a Fiorenzuo<strong>la</strong> d’Arda contro l’A.C. Lombardia. Nel 1924-25 il titolo rimase<br />

ancora sotto <strong>la</strong> Ghir<strong>la</strong>ndina per merito del<strong>la</strong> squadra dello S.C. Leoni, vincitrice a Torino sul terreno<br />

del<strong>la</strong> locale Virtus, mentre nel 1927-28 salirono al<strong>la</strong> ribalta i mantovani del<strong>la</strong> Libertas 23.a Legione<br />

Mincio, che nel<strong>la</strong> finalissima di Arezzo prevalsero contro <strong>la</strong> Virtus Goliarda di Roma.<br />

In questi anni l’U.L.I.C. crebbe velocemente con <strong>la</strong> nascita di molti nuovi Comitati, tra cui Bologna,<br />

costituito il 7 ottobre 1922 da due giovani sodalizi di Borgo Panigale, l’A.P. Libertas e il Panigal<br />

S.C., e sviluppatosi poi dall’anno successivo con l’arrivo di Eraldo Corradini, Gualtiero Veronesi e<br />

soprattutto di Luigi Pasquinelli, reduce dal<strong>la</strong> sua prima esperienza come presidente del C.R.E. Sorsero<br />

in breve altri Comitati a Reggio <strong>Emilia</strong>, Piacenza e Parma, mentre a Ravenna operò nel 1924-25 <strong>la</strong><br />

“Federazione Calcistica Romagno<strong>la</strong> Liberi” (F.C.R.L.), singo<strong>la</strong>re quanto breve esperimento alternativo<br />

di autonomia calcistica. L’U.L.I.C. approdò ufficialmente in <strong>Romagna</strong> solo nel 1927 con il <strong>Comitato</strong><br />

Provinciale di Forlì, cui fecero presto seguito ben altri sei Comitati: Ravenna, Faenza, Cesena,<br />

Rimini, Imo<strong>la</strong> e Lugo.<br />

In campo nazionale <strong>la</strong> realtà “uliciana”, forte di oltre cinquecento società affiliate e migliaia di atleti<br />

in tutta Italia, superò un iniziale periodo di ostilità e concorrenza con <strong>la</strong> F.I.G.C., venendo dapprima<br />

riconosciuta come “col<strong>la</strong>boratrice nel<strong>la</strong> propaganda sportiva” (1922), poi progressivamente inquadrata<br />

nel<strong>la</strong> struttura federale. Qualche anno dopo il fascismo, che ne aveva intuito le potenzialità propagandistiche<br />

anche a scopo politico, se ne impadronì escogitando l’espediente di far vietare dal C.O.N.I.<br />

<strong>la</strong> contemporanea esistenza di due federazioni per lo stesso sport. Cosicché il 1. settembre 1927 <strong>la</strong><br />

F.I.G.C. assunse <strong>la</strong> “protezione” dell’U.L.I.C., trasformando<strong>la</strong> in “Sezione Autonoma di Propaganda”<br />

pur mantenendone ancora l’originaria denominazione.<br />

L’U.L.I.C. si avvaleva di Comitati Provinciali e Locali (veri progenitori degli odierni organi provinciali<br />

del<strong>la</strong> Federazione), governati da Consigli Direttivi eletti dalle società fino al 1927, in seguito nominati<br />

d’autorità dal Direttorio Federale; nel<strong>la</strong> nostra regione l’U.L.I.C. arrivò fino a quindici Comitati<br />

Provinciali e Locali, quasi <strong>la</strong> metà dei quali in <strong>Romagna</strong>. Come già accennato, inizialmente fu Modena<br />

a segna<strong>la</strong>rsi partico<strong>la</strong>rmente per l’importanza del movimento “uliciano” (alle quattro citate vittorie<br />

nazionali dei primi anni ’20 si aggiunse quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Pro Calcio nel 1931, vincitrice sul<strong>la</strong> compagine<br />

dalmata del<strong>la</strong> S.G. Zara), mentre dal<strong>la</strong> metà degli anni ‘30 in poi <strong>la</strong> scena regionale fu nettamente<br />

dominata dalle squadre del<strong>la</strong> provincia di Parma, dove tra l’altro funzionò per qualche tempo anche<br />

un <strong>Comitato</strong> Locale a Fidenza.<br />

Ma <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “liberi”, rimasta nel<strong>la</strong> denominazione dell’Ente, infastidiva ancora qualcuno e, con il<br />

“giro di vite” imposto dal regime a tutto lo sport italiano tra il 1933 e il 1934, si provvide anche ad<br />

eliminare tale stonatura: l’U.L.I.C. diventò semplicemente “Sezione Propaganda del<strong>la</strong> F.I.G.C.”,<br />

tutti i Comitati Locali vennero soppressi e sostituiti con i Direttori Provinciali, che in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong><br />

furono stabiliti in numero di otto, uno per ogni capoluogo (23 ottobre 1934).<br />

L’ing. Gino Canevazzi, fondatore dell’U.L.I.C. modenese e del<strong>la</strong> Lega Giovanile<br />

<strong>Emilia</strong>na.<br />

39


Campionato del Mondo 1934. Immagini del<strong>la</strong> partita Austria – Ungheria 2-1, disputata Bologna il 31 maggio ed al<strong>la</strong> cui organizzazione<br />

il Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona fu chiamato a concorrere. In precedenza (27 maggio) si era giocata Svezia - Argentina.<br />

40


Il “Direttorio di Zona” (1933 - 1945)<br />

I campionati in camicia nera<br />

La caduta in disgrazia di Leandro Arpinati, che nel maggio 1933 aveva dovuto <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> Presidenza<br />

nazionale del<strong>la</strong> F.I.G.C. ed era stato successivamente posto al confino politico, aveva provocato un<br />

piccolo terremoto nei quadri calcistici, investiti a tutti i livelli da una catena di dimissioni ed allontanamenti<br />

a cui non poteva evidentemente sfuggire neppure il Direttorio <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. Il prof.<br />

Pasquinelli fu estromesso nel corso del<strong>la</strong> stagione 1933-34, mentre poco prima di lui se ne erano<br />

andati il dr. Enrico Bassani e il marchese Pasquale Cattani, rei forse di non essere così affidabili sul<br />

piano politico come su quello sportivo.<br />

L’obbiettivo del completo controllo dello sport nazionale veniva perseguito dal fascismo anche attraverso<br />

mutamenti solo all’apparenza formali. Così per ordine del C.O.N.I. dal 24 agosto 1933 <strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

“Regione” sparì da tutte le federazioni sportive, rimpiazzata dal militaresco termine “Zona”.<br />

In <strong>Emilia</strong>, quindi, con <strong>la</strong> stagione 1933-34 (comunicato ufficiale n. 3 del 12 settembre 1933) si insediò<br />

il Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona, i cui membri furono poi nominati direttamente dal<strong>la</strong> Presidenza Federale<br />

il 2 ottobre 1933. “Dimissionato” al principio del 1934 il suo iniziale presidente, il Direttorio fu<br />

affidato dal 24 gennaio al rag. Carlo Mazzantini, già Consigliere Federale e nominato al<strong>la</strong> massima<br />

carica emiliana dallo stesso Direttorio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C. In realtà, verso il 15 gennaio il prof.<br />

Pasquinelli aveva chiesto un “congedo temporaneo” per motivi professionali, e Mazzantini era stato<br />

inviato per sostituirlo “nel periodo di sua assenza”. Sta di fatto che dopo pochi mesi a Pasquinelli fu<br />

ingiunto di restituire <strong>la</strong> tessera! Restavano invece confermati gli altri componenti del nostro Direttorio,<br />

che erano l’ing. Gino Canevazzi, il dr. Bruno Lunardi, Corio<strong>la</strong>no Ferrini e il rag. Eraldo Corradini,<br />

quest’ultimo in rappresentanza del C.I.T.A., l’organizzazione arbitrale.<br />

Nell’ottobre 1933 intanto il Direttorio si era trasferito in quel<strong>la</strong> che può definirsi <strong>la</strong> prima vera sede<br />

degna di questo nome: due piccoli locali in affitto nel<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa” in via Ugo Bassi a Bologna.<br />

Fino a quel<strong>la</strong> data, infatti, il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> prima ed il Direttorio poi erano stati organismi di<br />

dimensioni talmente ridotte da non giustificare spese per una stabile sistemazione. Era invalso così<br />

l’uso che il recapito del nostro ente calcistico fosse presso l’abitazione stessa del presidente, il quale<br />

in tal modo godeva anche del<strong>la</strong> comodità di avere sempre tutti i (pochi) documenti necessari a portata<br />

di mano. Il prof. Luigi Pasquinelli teneva il D.R.E. nello studio di casa, in via San Felice a Bologna,<br />

con una macchina da scrivere ed una semplice cassettiera attrezzata a schedario per contenere i cartellini<br />

degli atleti ed i rapporti arbitrali. Nelle rare occasioni in cui serviva un locale più ampio, come per<br />

<strong>la</strong> convocazione annuale dell’Assemblea delle società (cessata comunque nel 1925), ci si appoggiava<br />

a locali pubblici quali caffè, ristoranti o teatri.<br />

Riportiamo l’elenco dei numerosi recapiti avuti dal <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> prima del 1933:<br />

Dal Indirizzo<br />

1. febbraio 1910 Via Spaderie 6 - BOLOGNA<br />

Primavera 1911 Bar Libertas, Via Ugo Bassi 13 - BOLOGNA (??)<br />

Autunno 1911 (°) c/o cav.uff.dr. Francesco Müller - Carmini 2615 - S. Marco - VENEZIA<br />

Gennaio 1913 c/o Leone Vicenzi - Via Santa Margherita 3 - BOLOGNA<br />

Estate 1913 (°) Hotel Cavalletto - San Marco - VENEZIA<br />

Estate 1914 (°) Corso Principe Umberto 876/25 - VICENZA<br />

Autunno 1914 (°) Casel<strong>la</strong> Postale 265 - PADOVA<br />

Autunno 1915 Casel<strong>la</strong> Postale 104 - MODENA<br />

2 gennaio 1916 c/o prof. Luigi Casini - Via Prampolini 8 - MODENA<br />

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42<br />

La suggestiva scenografia del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”, in via Ugo Bassi a Bologna, dove nell’ottobre 1933 si trasferì il Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona (<strong>Emilia</strong>). I due locali da esso occupati si<br />

trovavano nel piano più alto, indicati dal<strong>la</strong> freccia. Dopo <strong>la</strong> guerra vi trovarono posto <strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na, <strong>la</strong> Lega Giovanile e il Settore Giovanile, quest’ultimo fino al 1972.


Autunno 1916 Casel<strong>la</strong> Postale 4 - BOLOGNA<br />

27 aprile 1919 c/o prof. Luigi Casini - Via Prampolini 8 - MODENA<br />

5 luglio 1919 c/o Cesare Gibelli - Via de’ Musei 1 - BOLOGNA<br />

11 luglio 1921 Via Saffi 21 - BOLOGNA (§)<br />

19 settembre 1921 c/o rag. Angelo Or<strong>la</strong>ndi - via Ugo Bassi 1 int. 14 - BOLOGNA<br />

13 dicembre 1921 c/o prof. Luigi Pasquinelli - via dell’Osservanza 151 - BOLOGNA<br />

1. aprile 1922 Via Saffi 21 - BOLOGNA (§)<br />

13 luglio 1923 c/o Farmacia del Corso - via Santo Stefano 38 - BOLOGNA<br />

1. settembre 1923 Via Saffi 21 - BOLOGNA (§)<br />

28 settembre 1926 c/o prof. Luigi Pasquinelli - via Saffi 121 - BOLOGNA (§)<br />

24 ottobre 1933 Via Ugo Bassi 2 - Locali Borsa 25 B (poi 26 B dal 1935)<br />

(°) <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no.<br />

(§) Questo tratto di via Saffi è l’odierna via San Felice.<br />

NOTA : in seguito al<strong>la</strong> requisizione militare del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”, il <strong>Comitato</strong> si trasferì per due brevi periodi in via C<strong>la</strong>vature<br />

(presso il C.O.N.I.) nell’inverno 1944-45, ed il via Toscana 83 (campo sportivo “A.Badini” - Sterlino) nell’estate 1945.<br />

Sembra che in un primo tempo in “Sa<strong>la</strong> Borsa” il locale fosse uno solo, e che come ricordava il cav.<br />

Alberto Stagni, col<strong>la</strong>boratore del D.R.E., gli spazi fossero tanto ristretti da costringere l’addetto a<br />

battere il comunicato ufficiale tenendo <strong>la</strong> macchina da scrivere sulle ginocchia...<br />

Proprio con l’intento di rendere più rego<strong>la</strong>re e dignitosa <strong>la</strong> gestione del Direttorio, dal 1. novembre<br />

1934 fu assunto in pianta stabile anche un impiegato (*) con le mansioni di “addetto al<strong>la</strong> Segreteria”,<br />

il che consentì di mantenere l’ufficio aperto al pubblico tutti i giorni <strong>la</strong>vorativi dalle 9 alle 13 e dalle<br />

16 alle 20.<br />

Inizialmente, tuttavia, nemmeno <strong>la</strong> nuova compagine dirigenziale emiliana ebbe vita facile, alle prese<br />

con perduranti ristrettezze economiche che nel 1934-35 ridussero ai minimi termini i campionati<br />

regionali. Inoltre le avventure coloniali italiane in Africa, con il servizio militare elevato al<strong>la</strong> durata di<br />

tre anni, sottrassero migliaia di giovani al<strong>la</strong> pratica sportiva danneggiando soprattutto le compagini<br />

minori.<br />

(*) si trattava di Guido Soldaini, bolognese di adozione (era di Savona, c<strong>la</strong>sse 1888), distintosi in precedenza come socio del<br />

Bologna F.C. (dal 1920), giornalista per il periodico La Voce Sportiva (1924-25) e membro del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no<br />

(1925-26); come tanti altri si trovò forse in difficoltà durante <strong>la</strong> crisi economica di quegli anni.<br />

La ripresa dopo gli anni difficili<br />

Un primo aiuto venne dal<strong>la</strong> creazione del<strong>la</strong> “Serie C” (1935), in conseguenza del<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> 1.a<br />

Divisione fu trasferita ai Direttori di Zona rinsanguando un poco il numero di società dipendenti.<br />

Un’accorta politica promozionale, poi, attirò nei campionati regionali numerose formazioni sportive<br />

del regime: <strong>la</strong> convenzione che riduceva del 50 % tutte le tasse federali, già operante dal 1932 tra<br />

F.I.G.C. e “Fasci Giovanili di Combattimento”, fu estesa il 21 dicembre 1935 anche ai gruppi sportivi<br />

studenteschi. Fra i nomi delle squadre divennero così familiari sigle quali G.I.L. (Gioventù Italiana<br />

del Littorio), G.U.F. (Gruppo Universitario Fascista) e O.N.D. (Opera Nazionale Dopo<strong>la</strong>voro),<br />

enti che godevano del supporto economico del partito e del<strong>la</strong> partecipazione volontaria e numerosa<br />

di giovani atleti. Molto interessanti le iniziative studiate per favorire le esperienze sportive interregionali<br />

anche a questi livelli; era popo<strong>la</strong>re il “Torneo Nazionale del<strong>la</strong> G.I.L.”, che con formu<strong>la</strong> ad eliminazione<br />

diretta metteva di fronte complessivamente un centinaio di rappresentative provinciali di tutta<br />

Italia, e che al<strong>la</strong> seconda edizione (1937-38) fu vinto dal<strong>la</strong> G.I.L. di Forlì (ved. foto a pag. 175).<br />

In conseguenza del risveglio calcistico, nel<strong>la</strong> nostra regione fu rinforzata <strong>la</strong> composizione del Direttorio<br />

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Rari documenti del Direttorio VII. Zona (<strong>Emilia</strong>) scampati al<strong>la</strong> distruzione. Il modulo in basso è una richiesta di affiliazione al<strong>la</strong><br />

“Sezione Propaganda” da parte di una formazione giovanile fascista.<br />

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con l’ingresso dal 1937 di altri membri capaci ed esperti, alcuni dei quali (Stagni, Giovanoni, Martelli)<br />

daranno prova anche nel dopoguerra del<strong>la</strong> loro competenza.<br />

La crescente popo<strong>la</strong>rità del calcio, alimentata dai due successi mondiali del<strong>la</strong> Nazionale italiana<br />

nel 1934 e nel 1938, nonché una generale ripresa economica fecero il resto: il quinquennio 1935-<br />

1940 vide una decisa inversione di tendenza facendo ascendere il numero di società emiliane federate<br />

al<strong>la</strong> cifra sino allora mai raggiunta di 60 unità, oltre a circa 200 affiliate al<strong>la</strong> “Sezione Propaganda”; le<br />

gare organizzate per i campionati federali nell’ultima stagione del tempo di pace furono oltre 500. Le<br />

statistiche del periodo evidenziano il notevole risultato del 1938-39.<br />

Vale <strong>la</strong> pena di ricordare che il Direttorio organizzò sempre un campionato regionale Ragazzi (ed<br />

anche Allievi, quando possibile) per giocatori tra i quattordici ed i diciassette anni, senza però mai<br />

raccogliere grandi adesioni per le impegnative trasferte previste. Di norma vi partecipavano solo le<br />

compagini delle serie superiori, mentre <strong>la</strong> quasi totalità dell’attività giovanile si svolgeva a livello<br />

provinciale, dapprima ad appannaggio dell’U.L.I.C., poi del<strong>la</strong> Sezione Propaganda.<br />

D’altra parte <strong>la</strong> F.I.G.C., per voce del suo Segretario ing. Ottorino Barassi, si era già espressa ufficialmente<br />

in termini sfavorevoli al<strong>la</strong> pratica dello sport agonistico per i ragazzi di età inferiore ai quattordici<br />

anni, non opponendosi a che altri Enti organizzassero competizioni per calciatori adolescenti<br />

(all’epoca denominati Pulcini), ma ponendo vincoli e limiti quali l’obbligo di tempi di gioco ridotti,<br />

il divieto di disputare partite nei mesi invernali, o comunque in caso di maltempo, ecc.<br />

Come funzionava il Direttorio<br />

A questo punto probabilmente è giusto accennare al funzionamento del Direttorio di sessant’anni fa,<br />

per dare modo di valutare le sostanziali differenze con omologhe funzioni, strutture e dimensioni<br />

dell’odierno <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>. L’epoca a cui si fa riferimento, intorno al 1940, vedeva il Direttorio<br />

del<strong>la</strong> VII. Zona (<strong>Emilia</strong>) presieduto dal rag. Carlo Mazzantini, che si avvaleva del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di<br />

cinque membri effettivi: Gesù Martelli (rappresentante arbitrale), Giorgio Giovanoni, Eraldo Corradini,<br />

Filiberto Solli e Alberto Stagni.<br />

La stagione sportiva andava da settembre a giugno, ma in realtà i tornei erano molto più brevi, raramente<br />

superandosi le venticinque giornate di campionato, gironi finali compresi. Nel clima “littorio”<br />

dell’epoca anche le riunioni degli Enti federali erano state trasformate in “sedute”, termine che, pur<br />

senza cambiare minimamente <strong>la</strong> sostanza delle cose, dava però un’impressione di maggior solennità e<br />

disciplina.<br />

Ad inizio stagione avveniva una prima seduta in cui si insediava formalmente il Direttorio, anche se<br />

non si trattava di una assemblea del tipo quale noi oggi conosciamo, in quanto ogni forma di parteci-<br />

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pazione diretta delle società era stata soppressa fin dal 1926. Di fatto, in questa riunione il presidente<br />

rendeva solo nota <strong>la</strong> composizione del Direttorio, ai cui membri (di esclusiva nomina del<strong>la</strong> Presidenza<br />

Federale) poteva tutt’al più attribuire cariche interne come quel<strong>la</strong> di cassiere.<br />

L’annuale premiazione delle squadre vincenti i campionati, che di preferenza avveniva nel<strong>la</strong> giornata<br />

festiva del 28 ottobre (anniversario del<strong>la</strong> “marcia su Roma”), era effettuata al Pa<strong>la</strong>zzo Re Enzo di<br />

Bologna al<strong>la</strong> presenza di autorità sportive, politiche e civili, e costituiva l’unico momento di partecipazione<br />

e di contatto tra l’ente calcistico regionale e le sue società, altrimenti sempre subordinate ad<br />

un gerarchico rapporto di obbedienza assoluta.<br />

Il Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona di norma si riuniva collegialmente un giorno al<strong>la</strong> settimana, solitamente<br />

il martedì sera, per <strong>la</strong> disamina dei rapporti arbitrali e dei rec<strong>la</strong>mi, per <strong>la</strong> redazione del Comunicato<br />

Ufficiale e per quant’altro riguardasse l’organizzazione dei campionati. La partecipazione alle sedute<br />

era obbligatoria per tutti i membri effettivi del Direttorio ed a loro esclusivamente riservata, salvo <strong>la</strong><br />

presenza di un rappresentante del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse arbitrale nel<strong>la</strong> persona del Fiduciario C.I.T.A. che, tra<br />

l’altro, riceveva l’elenco delle gare per le quali il C.I.T.A. stesso doveva provvedere a designare gli<br />

arbitri.<br />

Non esistendo <strong>la</strong> figura del “giudice sportivo”, l’amministrazione del<strong>la</strong> giustizia avveniva sotto <strong>la</strong><br />

supervisione del presidente le cui attribuzioni, secondo le rare testimonianze pervenute, spaziavano<br />

dal<strong>la</strong> irrogazione delle sanzioni punitive al<strong>la</strong> omologazione dei risultati, anche se è p<strong>la</strong>usibile che<br />

alcuni di questi compiti fossero materialmente svolti da altri membri. Durante <strong>la</strong> medesima riunione,<br />

data l’assenza di istituti quali <strong>la</strong> Commissione Disciplinare e <strong>la</strong> C.A.F., venivano esaminati anche i<br />

rec<strong>la</strong>mi, che una volta rigettati non potevano più essere riproposti. In chiusura di serata si trattavano le<br />

poche pratiche provenienti dal<strong>la</strong> Sezione Propaganda, del<strong>la</strong> quale il Direttorio costituiva anche l’organo<br />

di secondo ed ultimo grado di giudizio.<br />

I rec<strong>la</strong>mi delle società spesso vertevano su aspetti tecnici (di solito presunti errori arbitrali), cosa<br />

all’epoca ammessa e frequente; in questo caso interveniva il C.I.T.A. regionale che, richiesti i necessari<br />

chiarimenti all’arbitro, dava in seguito il suo inappel<strong>la</strong>bile responso. Erano piuttosto rare, invece,<br />

le proteste delle società contro sanzioni disciplinari o pecuniarie, essendo evidentemente inopportuno<br />

mettere in discussione l’equità di giudizio del presidente o del Direttorio stesso. Il compito di<br />

questi ultimi era comunque facilitato sia dall’esiguo numero dei rapporti arbitrali da esaminare (in<br />

media una ventina per serata), sia dal<strong>la</strong> sostanziale disciplina che regnava dentro e fuori i terreni di<br />

gioco, con pochi atleti ammoniti ed ancor meno espulsi.<br />

I problemi per i nostri dirigenti regionali di quell’epoca erano semmai di ordine più materiale e quotidiano.<br />

In generale, rispetto ad oggi si aveva molto meno tempo libero a disposizione: <strong>la</strong> sera del<strong>la</strong><br />

seduta si saltava <strong>la</strong> cena e si rincasava tardi! Inoltre i membri del Direttorio che non risiedevano a<br />

Bologna si vedevano costretti ad ulteriori sacrifici, essendo disagevole a quei tempi anche un semplice<br />

tragitto da Ravenna o da Parma, tenuto conto che dopo <strong>la</strong> riunione bisognava pur tornare a casa, e<br />

che l’automobile restava un lusso di pochi privilegiati.<br />

Tuttavia i sacrifici, quelli veri, dovevano ancora arrivare...<br />

Il Direttorio in guerra<br />

Quando l’Italia entrò nel<strong>la</strong> seconda guerra mondiale si erano appena conclusi i tornei del 1939-40.<br />

Com’è noto, <strong>la</strong> situazione di belligeranza non fermò il calcio, che dopo alcune esitazioni riprese <strong>la</strong><br />

propria attività: il regime fascista aveva infatti stabilito che il grande spettacolo calcistico proseguisse,<br />

e quindi i calciatori per il momento non sarebbero andati al fronte.<br />

Ma se esoneri più o meno giustificabili vennero generosamente concessi nelle tre serie nazionali<br />

(“A”, “B” e “C”), ben diversamente stavano le cose ai livelli più bassi, dove i richiami alle armi<br />

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assottigliarono progressivamente i ranghi delle squadre minori che più delle altre si servivano di atleti<br />

in età militare, e che in pratica non usufruirono di alcun trattamento di favore.<br />

In <strong>Emilia</strong> <strong>la</strong> situazione era fedelmente rispecchiata dal<strong>la</strong> netta contrazione delle iscrizioni ai campionati<br />

regionali 1940-41, ridotti dall’anno seguente al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> 1.a Divisione e al<strong>la</strong> categoria Ragazzi.<br />

Perfino alcuni membri del Direttorio furono richiamati alle armi, sia pure per brevi periodi, creando<br />

qualche problema di funzionamento poi superato. Nel 1942-43 il Direttorio si vide costretto ad immettere<br />

nel campionato federale anche squadre del<strong>la</strong> “Sezione Propaganda” onde sopperire al<strong>la</strong> carenza<br />

di società che, una dopo l’altra, stavano sparendo soprattutto per mancanza di giovani atleti.<br />

Nel 1943, in estate, <strong>la</strong> situazione precipitava: caduto il fascismo in luglio, l’armistizio dell’8 settembre<br />

non riportò <strong>la</strong> pace, ma determinò almeno il ritorno di una certa normalità, tanto che un paio di<br />

mesi dopo <strong>la</strong> F.I.G.C., trasferitasi da Roma a Venezia, bandì nell’Italia del Centro-Nord un cosiddetto<br />

“Campionato di Guerra”, <strong>la</strong> cui fase regionale doveva essere organizzata dai Direttori di Zona.<br />

Nel<strong>la</strong> VII. Zona (<strong>Emilia</strong>) <strong>la</strong> ripresa fu più lenta che in altre regioni: i bombardamenti aerei avevano già<br />

colpito diverse città, ed anche le comunicazioni si erano fatte precarie. Solo l’intervento del commissario<br />

del C.O.N.I., sollecitato dal<strong>la</strong> F.I.G.C., aveva consentito al Direttorio emiliano di ricominciare a<br />

funzionare (11 dicembre 1943) mettendo in cantiere il “Campionato <strong>Regionale</strong> Misto di Divisione<br />

Nazionale”, prescritto dalle gerarchie sportive federali alcune settimane prima. Le formazioni partecipanti<br />

furono diciannove, tra cui anche i liguri del 42.o Corpo Vigili del Fuoco di La Spezia, destinati<br />

poi a conseguire <strong>la</strong> vittoria finale di questo “Campionato di Guerra” 1943-44.<br />

Inutile aggiungere che il torneo si svolse in mezzo a difficoltà di ogni genere, arrivando miracolosamente<br />

al termine nel giugno 1944. Stante l’aggravarsi del<strong>la</strong> situazione bellica, poi, un mese dopo (30<br />

luglio) le autorità politiche nazionali decretarono <strong>la</strong> sospensione di qualsiasi attività sportiva, autorizzando<br />

per il 1944-45 solo tornei calcistici locali a scopo benefico. D’altra parte <strong>la</strong> nostra regione si<br />

trovava già nell’impossibilità di organizzare alcunché, martoriata dagli attacchi aerei e dal<strong>la</strong> lotta<br />

partigiana, tagliata in due dal fronte di guerra che in novembre si era attestato sul confine tra l’<strong>Emilia</strong><br />

e <strong>la</strong> <strong>Romagna</strong>, rimanendovi per tutto l’inverno.<br />

A Bologna il Direttorio sopravviveva al<strong>la</strong> meno peggio, pur in assenza totale di attività, quando nel<br />

corso del 1944 gli occupanti tedeschi lo sfrattarono dai locali del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”. Trovata temporanea<br />

ospitalità presso l’ufficio del C.O.N.I. in via C<strong>la</strong>vature, solo a fine febbraio 1945 potè rientrare nel<strong>la</strong><br />

sede legittima <strong>la</strong>sciata libera dai tedeschi in procinto di ritirarsi dal capoluogo emiliano.<br />

In tutto il 1944-45 un solo Comunicato Ufficiale fu diramato, il 2 marzo 1945, giusto per ricordare<br />

alle società di pagare ugualmente <strong>la</strong> tassa di affiliazione al<strong>la</strong> F.I.G.C. anche per <strong>la</strong> stagione in corso...<br />

Meno di due mesi dopo il Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona cessava definitivamente di esistere.<br />

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(Sopra) – Il “Resto del Carlino” del 22 luglio 1945 annuncia che Luigi Pasquinelli è per <strong>la</strong> terza volta presidente regionale.<br />

(A destra) – Gli arbitri Giorgio Bernardi e Giovanni Galeati che nel 1945 fecero parte del <strong>Comitato</strong> Provvisorio <strong>Emilia</strong>no.<br />

(Sotto) – Il neo-presidente Pasquinelli richiese subito l’appoggio di vecchi ma fidati esponenti calcistici regionali; questo è un<br />

suo biglietto, vergato sul<strong>la</strong> carta intestata del cessato Direttorio ed inviato al prof. Casini di Modena nell’agosto 1945.<br />

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La “Lega <strong>Regionale</strong>” (1945 - 1959)<br />

Ricostruzione : il “<strong>Comitato</strong> Provvisorio <strong>Emilia</strong>no”<br />

L’11 maggio 1945, trascorsi appena venti giorni dal<strong>la</strong> Liberazione, si costituì a Bologna un “<strong>Comitato</strong><br />

Provvisorio <strong>Emilia</strong>no” del<strong>la</strong> F.I.G.C., in sostituzione del cessato Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona. Reggeva<br />

il nuovo organismo un triumvirato formato dal prof. Luigi Pasquinelli e da due famosi arbitri<br />

bolognesi, Giorgio Bernardi e Giovanni Galeati.<br />

Pasquinelli era rientrato avventurosamente a Bologna solo nel febbraio 1945, dopo drammatici mesi<br />

trascorsi come sfol<strong>la</strong>to a Càso<strong>la</strong> Valsenio, paese natale del<strong>la</strong> moglie, ma posizionato proprio a ridosso<br />

del<strong>la</strong> “Linea Gotica” e raso al suolo dai combattimenti. Nell’euforia dei primi giorni di pace (aprile -<br />

maggio 1945) era riemersa ovunque una forte passione sportiva: le società emiliano-romagnole volevano<br />

organizzare subito un campionato regionale! L’idea di ricorrere a Luigi Pasquinelli originò senza<br />

dubbio da quei dirigenti che lo avevano conosciuto ed apprezzato come presidente prima<br />

dell’U.L.I.C., poi del <strong>Comitato</strong> e del Direttorio <strong>Emilia</strong>no. Inoltre egli non era in alcun modo compromesso<br />

con il cessato regime, da cui era stato costretto a <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> dirigenza regionale nel 1934;<br />

rimasto ugualmente al<strong>la</strong> F.I.G.C., nel 1939 era stato nominato presidente del Gruppo Arbitri bolognesi,<br />

dove divenne amico personale dei maggiori fischietti dell’epoca.<br />

Non volendo servirsi, per evidenti ragioni di opportunità, di membri dell’ex-Direttorio (nonostante<br />

alcuni di essi sarebbero stati ben presto riabilitati), Pasquinelli ricorse quindi a Giorgio Bernardi e<br />

Giovanni Galeati, arbitri all’epoca assai noti per competenza e probità, ed il cui prestigio doveva<br />

contribuire soprattutto all’immagine di credibilità e stima del costituendo nuovo organo calcistico<br />

emiliano-romagnolo. Constatata l’impossibilità di dare vita ad un rego<strong>la</strong>re campionato regionale per<br />

il disastroso stato delle vie di comunicazione, il neonato <strong>Comitato</strong> Provvisorio organizzò comunque<br />

(giugno - luglio 1945) un torneo provinciale, intito<strong>la</strong>to al giovane arbitro Armando Ungarelli deceduto<br />

tragicamente in guerra, torneo che vide <strong>la</strong> partecipazione di ben 24 squadre, più altre nel<strong>la</strong> categoria<br />

Ragazzi.<br />

Intanto nell’Italia liberata del centro-sud, dove già da un anno si era ricostituita <strong>la</strong> F.I.G.C. sotto <strong>la</strong><br />

reggenza dell’indimenticabile Fulvio Bernardini, fin dal 1° agosto 1944 erano stati ufficialmente<br />

ripristinati i Comitati Regionali in luogo dei Direttori di Zona. Passata poi <strong>la</strong> reggenza federale all’ing.<br />

Ottorino Barassi, nel mese di giugno 1945 fu stabilito che entro il 31 luglio successivo dovevano<br />

convocarsi in ogni regione le assemblee delle società per eleggere e costituire le Leghe Regionali,<br />

nuovi enti ideati in sostituzione dei Comitati e dei Direttori soprattutto per sancire <strong>la</strong> definitiva rottura<br />

con il passato.<br />

Il “<strong>Comitato</strong>” diventa “Lega”<br />

Nonostante le grandi difficoltà di quel<strong>la</strong> prima estate del dopoguerra, in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> moltissime<br />

furono le richieste di affiliazione, sia di nuovi clubs che di vecchi sodalizi già cancel<strong>la</strong>ti dal fascismo<br />

o dalle vicende belliche.<br />

Finalmente sabato 21 luglio 1945 si svolse a Bologna, al Caffè “Teatro” di via Zamboni 26, <strong>la</strong> prima<br />

assemblea regionale delle società dopo vent’anni di regime, senza dubbio <strong>la</strong> più affol<strong>la</strong>ta che si fosse<br />

mai vista, sebbene le cronache non ci abbiano tramandato l’elenco completo dei partecipanti. Essa<br />

doveva costituire i quadri calcistici regionali secondo quanto stabilito dal Consiglio Federale del<strong>la</strong><br />

F.I.G.C., avviando così il processo di rinascita e ricostruzione sportiva.<br />

In realtà da questa prima votazione postbellica sortì più una parziale “restaurazione” dell’epoca ante-<br />

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(Sopra) – Alberto Stagni e Giorgio Giovanoni, già membri del Direttorio VII. Zona fino al 1945, furono confermati nel<br />

dopoguerra come consiglieri del<strong>la</strong> nuova Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na.<br />

(Sotto) – Bologna, campo del Savena F.C., stagione 1948-49: il presidente del<strong>la</strong> L.R.E. avv. Renzo Lodi premia il capitano<br />

del<strong>la</strong> squadra “Ragazzi” del Modena, Enrico Cuoghi, che qualche anno dopo esordirà in “Serie A” con <strong>la</strong> maglia del<strong>la</strong> Roma. In<br />

primo piano sul<strong>la</strong> destra si intravvede il presidente del<strong>la</strong> Lega Giovanile emiliana ing. Gino Canevazzi.<br />

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iore al fascismo piuttosto che un radicale rinnovamento. Scontata <strong>la</strong> vittoria del prof. Luigi Pasquinelli<br />

per <strong>la</strong> presidenza, nel<strong>la</strong> composizione del nuovo Consiglio Direttivo si trovavano veri pionieri come<br />

Severino Taddei (ex-arbitro federale, socio fondatore ed atleta del<strong>la</strong> Reggiana nel 1919, fondatore e<br />

sostenitore per anni del <strong>Comitato</strong> Provinciale U.L.I.C. a Reggio <strong>Emilia</strong>) e Giovanni Gonani, egli pure<br />

già arbitro di ottimo livello ed animatore dei “liberi” a Ravenna fin dagli anni ’20. Ma furono anche<br />

eletti i bolognesi Alberto Stagni e Giorgio Giovanoni, componenti del Direttorio di Zona dal<strong>la</strong> seconda<br />

metà degli anni ’30, e ciò a garantire <strong>la</strong> saldatura con il recente passato, almeno per quanto di<br />

positivo esso poteva avere prodotto. Con l’occasione venne pure ratificata <strong>la</strong> prescritta nuova denominazione<br />

di Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na, con sede confermata a Bologna nei locali del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”.<br />

La prima stagione calcistica emiliano-romagno<strong>la</strong> del dopoguerra fu estremamente promettente come<br />

partecipazione di società e risultati economici conseguiti, ad onta di alcuni segnali contraddittori. Per<br />

fare fronte alle aumentate esigenze organizzative <strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> cominciò anche ad avvalersi di<br />

col<strong>la</strong>boratori esterni, soprattutto giovani, che pur non figurando nell’organico ufficiale in quanto non<br />

tesserati, ugualmente svolgevano un importante ruolo di complemento, senza contare che proprio in<br />

questo modo alcuni dei futuri quadri dirigenziali regionali iniziarono <strong>la</strong> loro partecipazione al<strong>la</strong> vita<br />

sportiva federale.<br />

Nel 1946 il passaggio di Luigi Pasquinelli al<strong>la</strong> presidenza del<strong>la</strong> “Commissione di Appello<br />

Interregionale” del Centro-Italia determinò il primo cambio del<strong>la</strong> guardia al timone del<strong>la</strong> Lega <strong>Emilia</strong>na.<br />

Dall’assemblea del 20 agosto emerse come presidente regionale il volto nuovo dell’avv. Renzo Lodi,<br />

a cui fu affiancato in qualità di segretario un superstite del<strong>la</strong> “vecchia guardia”, il rag. Giorgio Giovanoni,<br />

di più che decennale esperienza.<br />

Come primo effetto del<strong>la</strong> ripristinata rego<strong>la</strong>rità dei campionati, il 1946-47 portò in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong><br />

un ulteriore aumento dell’attività calcistica, con ben 158 società affiliate e circa 300 nel<strong>la</strong> “Sezione<br />

Propaganda”, cifre più che doppie rispetto all’anteguerra. Tale numero era destinato ad aumentare,<br />

poiché l’Assemblea Nazionale del<strong>la</strong> F.I.G.C. tenutasi a Perugia nel luglio 1947 sancì lo scioglimento<br />

del<strong>la</strong> “Sezione Propaganda” stessa, le cui società confluirono in buona parte nel<strong>la</strong> neonata “Lega<br />

Giovanile”, ed in misura minore nei quadri federali. I campionati del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na nel<br />

1947-48 videro così al via 56 squadre di 1.a Divisione e 76 di 2.a Divisione, oltre ad un numero non<br />

precisabile di formazioni giovanili ed Amatori.<br />

L’incremento dell’attività portò all’organizzazione di un numero di gare mai fino allora raggiunto: si<br />

pensi che nei soli primi tre tornei del dopoguerra si giocarono in regione quasi più partite ufficiali di<br />

quante se ne erano viste durante tutti i precedenti trentacinque anni di esistenza del <strong>Comitato</strong>!<br />

Questa vertiginosa ed inattesa crescita determinò alcune disfunzioni, come l’inevitabile presenza sui<br />

campi di gioco di atleti, di dirigenti e purtroppo anche di qualche arbitro non all’altezza del<strong>la</strong> situazione.<br />

Vi furono infatti, soprattutto nel 1945-46, numerosi ed insoliti atti di violenza e indisciplina,<br />

oltre a due gravi casi di corruzione, tristi eredità del<strong>la</strong> guerra che richiesero draconiane misure di<br />

repressione e punizioni esemp<strong>la</strong>ri. In seguito alle violenze subìte su un campo romagnolo, gli arbitri<br />

bolognesi proc<strong>la</strong>marono il 23 dicembre 1945 uno sciopero di protesta, replicato poi esattamente due<br />

anni dopo per fatti analoghi avvenuti ad Ancona (Serie B). Tutto ciò era comunque in linea con<br />

quanto avveniva nel resto del<strong>la</strong> nazione, e d’altronde <strong>la</strong> situazione disciplinare andò poi normalizzandosi<br />

nel corso delle due stagioni successive.<br />

51


(Sopra) – Il primo comunicato ufficiale “a stampa” del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na nel 1948, con il saluto iniziale del presidente<br />

Renzo Lodi.<br />

(Sotto, a sinistra) – Il dr. Giorgio Costa (al centro), primo commissario provinciale di Bologna (1948-49), e segretario negli<br />

anni ’50 del C.P. bolognese di Lega Giovanile; fu poi consigliere anche del C.R.E. fino al 1968.<br />

(A destra) – Giuseppe Turbiani, ferrarese, arbitro dal 1919 al 1937 (circa 100 partite in Serie A). Successivamente divenne<br />

rappresentante del C.I.T.A. presso il Direttorio VII. Zona, presidente del<strong>la</strong> Sezione Propaganda di Ferrara e poi del <strong>Comitato</strong><br />

Provinciale di Lega Giovanile dal 1947. Zauli lo nominò (1958) commissario del C.P. di Ferrara. Morì nel 1960 a sessantasette<br />

anni.<br />

52


La Lega Giovanile<br />

Alcuni problemi, intanto, si profi<strong>la</strong>vano con <strong>la</strong> nascita (15 settembre 1947) del<strong>la</strong> nuova Lega Giovanile,<br />

organizzata ricalcando le strutture del<strong>la</strong> cessata “Sezione Propaganda” da cui, almeno nel<strong>la</strong><br />

nostra regione, ereditò col<strong>la</strong>boratori e dirigenti. Il modenese ing. Gino Canevazzi fu il primo presidente<br />

del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no di L.G., costituito nell’autunno 1947, mentre il rag. Giancarlo<br />

Pasquinelli (fratello del prof. Luigi Pasquinelli) ne fu per anni segretario e consigliere. I Comitati<br />

Provinciali e Locali di L.G. erano presieduti inizialmente da: prof. Rito Val<strong>la</strong> (Bologna), cav. Giuseppe<br />

Turbiani (Ferrara), Giovanni Lolli (Forlì), Giuseppe Andreani (Mantova), Clodomiro Magelli<br />

(Modena), Oreste Bernardi (Parma), Ivo Nanni (Ravenna), Ugo Valli (Reggio <strong>Emilia</strong>), dr. Pietro<br />

Marcatelli (Cesena) e Renato For<strong>la</strong>i (Rimini).<br />

In generale, questi enti agivano in maniera talmente autonoma rispetto alle Leghe Regionali da creare<br />

situazioni quasi concorrenziali, poiché anche le Leghe Regionali organizzavano campionati Juniores<br />

e Ragazzi. Inoltre al<strong>la</strong> Lega Giovanile era attribuito un proprio sistema di affiliazione, associazione e<br />

tesseramento ben diverso e separato da quello federale. L’inevitabile confusione era accentuata dal<strong>la</strong><br />

presenza, a partire dal 1948, di alcuni “Commissari Provinciali” dipendenti dal<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong>,<br />

insediati a Modena (rag. Clodomiro Magelli), Bologna (dr. Giorgio Costa), Mantova (Guido Quarantini)<br />

e Forlì (rag. Alvaro Bentivogli), delegati principalmente a rappresentare in periferia <strong>la</strong> Federazione<br />

soprattutto per pratiche di tesseramento, affiliazione, ecc., risparmiando così alle società viaggi assai<br />

onerosi per quei tempi. Inoltre l’abnegazione e l’iniziativa di questi pionieri del calcio locale consentiva<br />

loro anche di sovraintendere a compiti più complessi, come l’organizzazione del campionato<br />

Amatori e di altri tornei locali.<br />

Nonostante questa diffusa presenza del<strong>la</strong> F.I.G.C., le piccole società si indirizzarono spesso anche<br />

verso l’Unione Italiana Sport Popo<strong>la</strong>re (U.I.S.P.) e il Centro Sportivo Italiano (C.S.I.), le cosiddette<br />

“polisportive nazionali” nate nell’immediato dopoguerra ed affermatesi ben presto specialmente<br />

in talune province del<strong>la</strong> nostra regione, dove l’impegno politico era avvertito quanto e più di<br />

quello sportivo. Fu proprio per contrastare l’attività dei due nuovi Enti che <strong>la</strong> Federazione nel 1948<br />

ideò il campionato Amatori, ma <strong>la</strong> concorrenza era già tanto forte da consentire solo a Bologna, Forlì,<br />

Modena e Mantova <strong>la</strong> disputa peraltro saltuaria del nuovo torneo, non essendosi mai raggiunto altrove<br />

il numero minimo di adesioni necessarie. Ci vorrà oltre un decennio per arrivare, tra <strong>la</strong> F.I.G.C. ed<br />

i due Enti di Propaganda, ad un accettabile convenzione di compromesso, che porrà le basi per una<br />

più pacifica convivenza e del<strong>la</strong> quale si dirà più ampiamente in seguito.<br />

Una nuova sede per un nuovo presidente<br />

Il quadriennio 1948-1952 rappresentò un positivo periodo di crescita per <strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na,<br />

abilmente guidata dall’avv. Renzo Lodi le cui doti si andavano imponendo all’attenzione del<strong>la</strong> dirigenza<br />

nazionale. In sintesi, al progressivo innalzamento del livello tecnico e disciplinare dei campionati<br />

si accompagnò una situazione finanziaria soddisfacente, merito delle costanti attenzioni, secondo<br />

lo stesso presidente del<strong>la</strong> L.R.E., di tutti i responsabili sia del<strong>la</strong> Federazione che delle società.<br />

Questa <strong>la</strong> composizione del nostro organismo regionale in quegli anni:<br />

Presidente: avv. Renzo Lodi; segretario: M° Gustavo Zini; componenti: p.i. Corrado Gotti, dr. C<strong>la</strong>udio<br />

Bonetti, dr. Mirko Lazzari e Severino Taddei; Fiduciario Arbitri Regionali (F.A.R.): rag. Luigi<br />

Galli, poi sostituito da Gualtiero Veronesi.<br />

Quanto alle squadre partecipanti ai campionati regionali, il loro numero si era attestato sulle 130<br />

unità per stagione.<br />

53


(Sopra) – Il pa<strong>la</strong>zzo di piazza XX Settembre a Bologna, sede regionale del<strong>la</strong> Federazione dal 1952 al 1995.<br />

(Sotto) – Tre emiliani illustri all’assemblea del<strong>la</strong> Lega Nazionale svoltasi a Mi<strong>la</strong>no nell’agosto 1954: il dr. Giuseppe Pasquale<br />

(in primo piano) era qui delegato per <strong>la</strong> Quarta Serie; appena sette anni dopo era già Presidente Federale, rimanendo in carica<br />

fino al 1968. Seduto al centro è il M° Gustavo Zini, presidente del<strong>la</strong> L.R.E., e a destra l’inconfondibile “pizzetto” appartiene al<br />

già quasi ottantenne prof. Luigi Casini. Le coppe sono destinate al Parma, primo c<strong>la</strong>ssificato nel campionato di “Serie C”<br />

1953-54, ed al Modena, vincente <strong>la</strong> Coppa Disciplina per <strong>la</strong> “Serie B”.<br />

54


(+) su incarico del Consiglio Federale, il C.R.E.R. ha organizzato a Bologna il 5 marzo 1950 <strong>la</strong> gara internazionale Italia-Belgio,<br />

in assoluto <strong>la</strong> prima affidata ad una Lega <strong>Regionale</strong> e fortemente voluta dall’avvocato Renzo Lodi in persona.<br />

All’inizio degli anni ’50, inoltre, stava per essere varata una ulteriore, grande riforma del calcio italiano.<br />

Essa prese il via a Firenze l’8 e 9 giugno 1951, quando il “Consiglio delle Leghe”, nel<strong>la</strong> sua<br />

annuale riunione, deliberò il nuovo ordinamento dei campionati che, a partire dal<strong>la</strong> stagione 1952-53,<br />

avrebbe interessato tutti i tornei, dal<strong>la</strong> Serie A al<strong>la</strong> 2.a Divisione. Il 26 giugno 1951 il Presidente<br />

Federale ing. Ottorino Barassi ratificava il deliberato di Firenze (con questo suo intervento <strong>la</strong> riforma<br />

prese il nome di “lodo Barassi”), mentre il definitivo suggello lo diedero i presidenti delle Leghe<br />

Regionali ed Interregionali nell’assemblea tenutasi a Roma il 15-16 settembre.<br />

La drastica riduzione delle compagini partecipanti alle prime tre serie nazionali (54 squadre in tutto<br />

tra Serie A, B e C) doveva creare, nelle intenzioni dei riformatori, una lega di élite per il futuro<br />

“Nucleo Professionale”, con <strong>la</strong> nuova Quarta Serie (“Nucleo Non Professionale”) a fare da cuscinetto<br />

verso il calcio dilettantistico. In tal modo sarebbe stato favorito anche l’ampliamento delle Leghe<br />

Regionali, a cui avrebbe contribuito soprattutto <strong>la</strong> nascita del campionato di Promozione e l’istituzione<br />

di ulteriori Commissariati Provinciali e Locali per uno sviluppo più capil<strong>la</strong>re dell’attività calcistica.<br />

La 2.a Divisione avrebbe avuto carattere provinciale, sostituendo il torneo Amatori, e si sarebbe anche<br />

indetto, in via sperimentale, un campionato regionale Ragazzi (dai 14 ai 16 anni), nonostante le<br />

perplessità già manifestate dal<strong>la</strong> Lega Giovanile.<br />

Al<strong>la</strong> riforma dei campionati <strong>la</strong> F.I.G.C. accompagnò provvedimenti atti a promuovere e migliorare <strong>la</strong><br />

diffusione dei princìpi tecnici del gioco del calcio, diretti soprattutto agli operatori dell’attività minore.<br />

Nel<strong>la</strong> primavera 1952 furono indetti i “Corsi provinciali di istruzione tecnica” presso le sedi di<br />

alcuni Comitati Regionali, tra cui quello <strong>Emilia</strong>no. A Bologna il corso, primo di una serie che sarebbe<br />

durata per anni, si svolse nel mese di aprile 1952, con re<strong>la</strong>tori di provato valore quali l’avv. Renzo<br />

Lodi in persona, il presidente del<strong>la</strong> Commissione per le Carte Federali prof. Luigi Casini, il noto<br />

preparatore atletico prof. Cesare Garulli ed i medici sportivi prof. Maccolini e dr. Giorgio Costa.<br />

Per coincidenza, sempre nel 1952 si concentrarono altri due eventi di rilevante importanza per il<br />

nostro ente: l’apertura del<strong>la</strong> nuova sede a Bologna e l’avvento di Gustavo Zini al<strong>la</strong> presidenza.<br />

La coesistenza di tutti gli organi calcistici regionali e giovanili negli angusti locali del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”<br />

era diventata ormai problematica, tanto che il 1° settembre 1950, nel corso dell’assemblea ordinaria<br />

delle società emiliano-romagnole, era stato votato un ordine del giorno chiedendo un sollecito intervento<br />

del<strong>la</strong> Federazione. Fu lo stesso presidente Lodi a reperire, in col<strong>la</strong>borazione con il C.O.N.I., <strong>la</strong><br />

nuova sede di piazza XX Settembre 1, a Bologna, disponibile già dal 7 settembre 1951, quando vi<br />

si tenne l’assemblea regionale, ma attivata ufficialmente solo il 18 marzo 1952. In “Sa<strong>la</strong> Borsa”,<br />

comunque, <strong>la</strong> F.I.G.C. rimase ancora per altri vent’anni con il Settore Giovanile.<br />

Proprio durante il 1952 si stava preparando anche il ricambio al<strong>la</strong> presidenza del<strong>la</strong> L.R.E., essendo<br />

ormai chiaro che l’avv. Lodi, comunque in scadenza di mandato e sempre più assorbito da impegni di<br />

<strong>la</strong>voro, avrebbe rimesso il proprio incarico alle società.<br />

Così nell’assemblea di Bologna, il 30 agosto 1952, per <strong>la</strong> massima carica emiliana si affrontarono due<br />

candidati: Gustavo Zini ed Enrico Sabattini, quest’ultimo vecchia volpe dello sport regionale dal più<br />

che trentennale passato calcistico, già nel C.R.E. sul finire degli anni ’10, arbitro per alcuni anni, poi<br />

55


(Sopra) – Esponenti del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na al “Comunale” di Bologna il 15 febbraio 1956, in occasione dell’incontro<br />

internazionale Italia-Francia. Da sinistra: Alberto Stagni, Manlio Moratelli, dr. Alberto Valentini (segretario generale del<strong>la</strong><br />

F.I.G.C.) e Ivo Franceschi.<br />

(Sotto) – Lo “Stato Maggiore” del<strong>la</strong> L.R.E. nel 1957 a Tredozio (FO), presso l’U.S. Vis in Fide. In primo piano da sinistra: Ivo<br />

Franceschi, dr. Giorgio Costa, M° Gustavo Zini e Corrado Gotti.<br />

56


accompagnatore ufficiale del Bologna F.C., e rientrato nell’ente dilettantistico emiliano subito dopo<br />

<strong>la</strong> guerra.<br />

Sul filo dell’incertezza Gustavo Zini <strong>la</strong> spuntò per un solo voto di vantaggio, essendo stata forse<br />

decisiva, oltre all’autorevole <strong>presentazione</strong> del presidente uscente, <strong>la</strong> sua più giovane età; Zini divenne<br />

in tal modo il nono presidente emiliano, il terzo del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong>. L’assemblea confermò poi<br />

il Consiglio Direttivo precedente, salvo l’ingresso di Guido Quarantini (Mantova) in sostituzione di<br />

Zini e <strong>la</strong> nomina di Corrado Gotti a segretario. Renzo Lodi passava invece al Consiglio Nazionale<br />

delle Leghe come secondo Delegato del<strong>la</strong> L.R.E., in quanto i rego<strong>la</strong>menti prevedevano che le Leghe<br />

Regionali con un numero di società compreso tra 100 e 300 avessero in ambito nazionale due rappresentanti,<br />

dei quali il primo era di diritto il presidente stesso del<strong>la</strong> L.R.<br />

Lo “sconfitto” Enrico Sabattini si consolò, di lì a poco, con <strong>la</strong> nomina a presidente del<strong>la</strong> Commissione<br />

nazionale per le Carte Federali (sezione Lega Giovanile), e poi di membro del<strong>la</strong> Commissione di<br />

Appello Federale.<br />

Tra “lodo Barassi”e “lodo Zauli”<br />

Entrato ufficialmente in Federazione nel 1946 come cassiere nel primo Consiglio Direttivo presieduto<br />

da Renzo Lodi, poi nominato Segretario nel 1948, Gustavo Zini si era conquistato in soli sei anni<br />

un credito di fiducia tale da consentirgli di insediarsi al<strong>la</strong> massima poltrona regionale con il più <strong>la</strong>rgo<br />

favore delle società.<br />

Nei primi anni del<strong>la</strong> sua presidenza Zini potè godere del<strong>la</strong> stabilità portata nel calcio italiano dal<br />

“lodo Barassi”, dopo anni di assestamenti e sistemazioni più o meno provvisorie. In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong><br />

il campionato di Promozione, artico<strong>la</strong>to su 32 squadre suddivise in due gironi, riscuoteva buoni<br />

consensi, così come <strong>la</strong> 1.a Divisione era in costante ascesa sia per consistenza numerica che tecnica.<br />

In campo nazionale l’importanza complessiva del movimento dilettantistico era testimoniata dalle<br />

3.000 squadre che nel 1955 erano iscritte ai vari campionati e tornei regionali, e dalle 2.500 del<strong>la</strong><br />

Lega Giovanile.<br />

Il prospetto statistico dei tornei organizzati dal<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na evidenzia inoltre <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità<br />

dei tornei di quel periodo.<br />

(+) su incarico del Consiglio Federale, <strong>la</strong> L.R.E. organizzò a Bologna due incontri del<strong>la</strong> squadra Nazionale: contro <strong>la</strong> selezione<br />

dei “Giovani” il 12 gennaio 1955, e contro <strong>la</strong> Francia il 15 febbraio 1956.<br />

(*) nuova denominazione: “Campionato Nazionale Dilettanti”. Su incarico dell’U.E.F.A. <strong>la</strong> L.R.E. organizzò a Bologna <strong>la</strong><br />

gara di Coppa dei Campioni Borussia Dortmund - C.C.A. Bucarest il 29 dicembre 1957.<br />

(§) i campionati cambiarono nome a metà stagione, diventando rispettivamente 1.a e 2.a Categoria.<br />

Il 16 dicembre 1956 l’assemblea ordinaria delle società emiliane rinnovò per acc<strong>la</strong>mazione il mandato<br />

di Gustavo Zini, confermando anche Corrado Gotti nel<strong>la</strong> carica di Segretario, a riprova dell’eccellente<br />

stato del<strong>la</strong> nostra Lega. Semmai a Zini e ai suoi col<strong>la</strong>boratori restava il rammarico che, a livello<br />

provinciale, il calcio emiliano sembrava proprio non decol<strong>la</strong>re, sia per <strong>la</strong> forte presenza di U.I.S.P. e<br />

57


(Sopra) – Inaugurazione del Campo Federale di San Lazzaro Parmense, il 9 ottobre 1955. Si giocò una partita amichevole tra<br />

i “Ragazzi” del Modena, campioni italiani del<strong>la</strong> categoria con tanto di scudetto tricolore sulle maglie, ed una rappresentativa<br />

provinciale parmense. Da sinistra: il capitano del Modena, il giocatore Tonini del<strong>la</strong> società Giovane Italia, l’arbitro Valdo<br />

Franceschi ed il selezionatore del<strong>la</strong> squadra locale Italo Maccanelli, pure del<strong>la</strong> Giovane Italia. Due anni dopo Franceschi<br />

divenne il presidente del C.P. di Parma. Il campo di San Lazzaro Parmense fu il primo tra i centri federali emiliano-romagnoli ad<br />

essere dotato di impianto di illuminazione.<br />

(Sotto) – Nel<strong>la</strong> stessa occasione il Presidente Federale ing. Ottorino Barassi porta il saluto del<strong>la</strong> Federazione agli esponenti<br />

emiliani riuniti in un locale di Parma. Barassi ha a fianco i due presidenti regionali, Zini per <strong>la</strong> L.R.E. e Canevazzi per <strong>la</strong> Lega<br />

Giovanile.<br />

58


C.S.I., sia per carenza in alcune zone di campi sportivi adeguati. Non è un caso che fin dagli anni ’30<br />

i nostri campionati registrassero una rilevante partecipazione di squadre ferraresi e mantovane, cioè<br />

delle province allora più “depresse”, ma in realtà meglio dotate di campi di calcio. In effetti, Ferrara<br />

e Mantova usufruivano di alcune favorevoli circostanze: a <strong>la</strong>to dell’esecuzione di vaste opere di<br />

bonifica, iniziate nel ventennio fascista, si era proceduto al risanamento o al<strong>la</strong> fondazione ex-novo di<br />

interi centri abitati dove non poteva ovviamente mancare il campo sportivo, essendone anche agevo<strong>la</strong>ta<br />

<strong>la</strong> costruzione dal<strong>la</strong> natura pianeggiante del territorio.<br />

La situazione migliorò durante gli anni ’50, quando <strong>la</strong> F.I.G.C. varò sull’intero territorio nazionale,<br />

con un notevole impegno economico, un vasto piano di costruzione e rinnovamento di impianti sportivi<br />

di cui usufruì anche <strong>la</strong> nostra regione (è di quegli anni l’attivazione fra gli altri dei campi federali<br />

di San Lazzaro Parmense, di Tresigallo e del Savena F.C. a Bologna). Tuttavia, a differenza dei Comitati<br />

Provinciali di Lega Giovanile sempre attivi in ogni provincia fin dal 1948, i Commissariati Provinciali<br />

del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na continuarono a funzionare solo in modo episodico, di norma<br />

solo nel periodo estivo per l’organizzazione di tornei locali, specialmente dopo <strong>la</strong> nascita del Settore<br />

per l’Attività Ricreativa.<br />

D’altra parte <strong>la</strong> F.I.G.C. stessa aveva posto un involontario ostacolo allo sviluppo dei campionati<br />

provinciali. Infatti alle società di nuova affiliazione era consentito iscriversi indifferentemente al<strong>la</strong> 2.a<br />

o al<strong>la</strong> 1.a Divisione, e considerato che in <strong>Emilia</strong> il campionato di 1.a Divisione era organizzato di fatto<br />

su gironi provinciali, l’unico vantaggio del<strong>la</strong> 2.a Divisione, oltre al<strong>la</strong> tassa di iscrizione leggermente<br />

inferiore a quel<strong>la</strong> degli altri tornei, era di potere utilizzare impianti anche di modestissima attrezzatura.<br />

Tuttavia generose deroghe venivano concesse specie quando era chiaro che respingere l’iscrizione<br />

al<strong>la</strong> 1.a Divisione di una squadra con il campo di gioco non rego<strong>la</strong>mentare equivaleva mandar<strong>la</strong> ad<br />

ingrossare le schiere di U.I.S.P. e C.S.I.<br />

Proprio nell’intento di contrastare l’azione di questi due Enti, nel luglio 1955 il Consiglio Nazionale<br />

delle Leghe del<strong>la</strong> F.I.G.C. aveva creato il “Settore per l’Attività Ricreativa”, cui vennero affidati compiti<br />

di propaganda partico<strong>la</strong>rmente fra le categorie dei <strong>la</strong>voratori e degli studenti, demandando l’organizzazione<br />

delle manifestazioni del nuovo Settore alle Leghe Regionali, le quali a loro volta potevano<br />

delegare i Commissari Provinciali, <strong>la</strong> Lega Giovanile o anche semplici fiduciari.<br />

In realtà tale iniziativa, per quanto lodevolmente concepita, ottenne soprattutto il risultato di frazionare<br />

ulteriormente i campionati di base provinciali e giovanili, aumentando il disorientamento tra le<br />

società e convincendo gli Enti in concorrenza del<strong>la</strong> necessità di una intesa.<br />

Essa si concretò nelle convenzioni tra F.I.G.C., C.S.I. e U.I.S.P. firmate a Roma rispettivamente il 31<br />

agosto e il 19 settembre 1957. Sottolineati il reciproco riconoscimento e <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione nel<strong>la</strong> diffusione<br />

del<strong>la</strong> pratica calcistica soprattutto fra i giovani, venivano stabilite norme per gli arbitri, per il<br />

tesseramento di atleti e dirigenti, per l’organizzazione di tornei locali, per le sanzioni disciplinari,<br />

eccetera.<br />

Sotto certi aspetti <strong>la</strong> convenzione richiamava al<strong>la</strong> memoria quel<strong>la</strong> con cui nel 1922 <strong>la</strong> F.I.G.C. aveva<br />

riconosciuto l’U.L.I.C., ed in tal senso non mancò di avere subito riflessi positivi. Infatti, oltre a<br />

sancire che <strong>la</strong> F.I.G.C. era l’unico ente nazionale preposto al<strong>la</strong> direzione delle attività calcistiche,<br />

veniva affermato nettamente che i giocatori potevano essere tesserati per un unico Ente. Si eliminava<br />

in tal modo una disfunzione che danneggiava in specie le società federali, i cui atleti avevano potuto<br />

fino ad allora prendere parte con squadre diverse a due campionati contemporaneamente, e senza che<br />

ciò potesse essere impedito.<br />

Tuttavia restava irrisolto il problema dell’organizzazione dei campionati provinciali per i quali, almeno<br />

in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>, <strong>la</strong> F.I.G.C. continuava ad avere <strong>la</strong> peggio. Scadute le convenzioni il 31 luglio<br />

1958, e non rinnovate a causa del commissariamento federale, solo i nuovi accordi del 1960 con C.S.I.<br />

e U.I.S.P. daranno al<strong>la</strong> Federazione gli strumenti per avviare con successo anche un’autentica attività<br />

a base provinciale.<br />

59


Altre due inaugurazioni di centri sportivi: (sopra) il Campo Federale Savena a Bologna, dove il 4 novembre 1956 convennero<br />

un gran numero di personalità. Ne vediamo diverse: al centro par<strong>la</strong> al microfono il Presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C. Ottorino Barassi,<br />

che era anche presidente ad interim del<strong>la</strong> Lega Giovanile; dietro di lui si vedono Franco Bettinelli (seduto), consigliere<br />

nazionale di L.G. e futuro presidente nazionale del Settore Giovanile; proseguendo verso destra Gustavo Zini (in piedi), poi<br />

Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi e il dr. Orfeo Tinti, consigliere del C.P. bolognese di Lega Giovanile. Seduto davanti a Barassi, con il<br />

cappello, è il comm. Renato Dall’Ara, presidente del Bologna F.C. e consigliere nazionale, mentre in alto a sinistra, rivolto<br />

verso l’oratore, c’è il presidente regionale di L.G. ing. Gino Canevazzi.<br />

(Sotto) – Nel marzo 1957 quasi lo stesso gruppo si ritrovò in <strong>Romagna</strong> per l’inaugurazione del Centro Federale di Forlì. Di<br />

fronte al parroco che benedice il campo di gioco si riconoscono Gino Canevazzi e Renato Dall’Ara; poco dietro si intravvedono<br />

Dino Castelvetri, Manlio Moratelli e sul<strong>la</strong> destra Corrado Gotti e Pietro Billone.<br />

60


La crisi del calcio italiano<br />

Nel corso degli anni ’50 il consenso che in qualche modo aveva fino allora accompagnato le nostrane<br />

vicende calcistiche cominciò a venir meno per il succedersi di eventi negativi: dagli sfavorevoli risultati<br />

del<strong>la</strong> squadra Nazionale al<strong>la</strong> mancata definizione dello “status” dei calciatori, dal crescente dissesto<br />

nei bi<strong>la</strong>nci di diverse società ai casi di illecito scoperti nei campionati maggiori, talmente c<strong>la</strong>morosi<br />

da costringere il Consiglio del<strong>la</strong> F.I.G.C. a modificare d’urgenza le Carte Federali per poter<br />

arginare il preoccupante fenomeno.<br />

Dal 1955-56 erano state formu<strong>la</strong>te numerose proposte di riforme più o meno estese, ma si era messo<br />

mano solo al<strong>la</strong> ristrutturazione delle serie inferiori, ampliando e trasformando <strong>la</strong> Quarta Serie in<br />

“Interregionale” e <strong>la</strong> Promozione in “Campionato Nazionale Dilettanti” (però sempre a carattere regionale).<br />

La figuraccia del<strong>la</strong> mancata partecipazione dell’Italia ai Campionati Mondiali in Svezia nel<br />

1958 (azzurri eliminati dall’Ir<strong>la</strong>nda del Nord) fu <strong>la</strong> goccia che fece traboccare il vaso. Il presidente<br />

federale ing. Ottorino Barassi, accusato di avere promosso <strong>la</strong> ca<strong>la</strong>ta nel nostro Paese di legioni di<br />

giocatori stranieri, affossando i vivai e i sodalizi minori che invece dovevano costituire le fondamenta<br />

del nostro calcio, pagò i suoi errori con <strong>la</strong> rimozione dal<strong>la</strong> carica.<br />

Fu però l’intero “apparato” ad essere messo in discussione e, come già era accaduto nel 1926, del<strong>la</strong><br />

vicenda fu investito direttamente il <strong>Comitato</strong> Olimpico Nazionale Italiano, a significare l’importanza<br />

annessa al<strong>la</strong> soluzione del<strong>la</strong> crisi. Il 13 agosto 1958 <strong>la</strong> Giunta Esecutiva del C.O.N.I. affidava l’incarico<br />

di Commissario Straordinario del<strong>la</strong> F.I.G.C. al suo segretario generale, dr. Bruno Zauli; egli<br />

avrebbe riunito nel<strong>la</strong> sua persona i poteri del Consiglio Federale e quelli del Consiglio Nazionale<br />

del<strong>la</strong> Leghe, organi che dovevano con ciò ritenersi disciolti. Era questa <strong>la</strong> seconda volta che si ricorreva<br />

al commissariamento del<strong>la</strong> Federazione; in precedenza ciò era avvenuto nell’agosto 1943, ed in<br />

seguito accadrà ancora nel 1986 e nel 1996.<br />

Il 30 agosto 1958 Barassi passò le consegne a Zauli, divenuto da quel momento il padrone quasi<br />

assoluto del calcio italiano per un anno. Messosi immediatamente all’opera, Zauli riassunse nel<strong>la</strong> sua<br />

allocuzione di saluto i gravosi obbiettivi da raggiungere: rinascita a nuova vita del<strong>la</strong> F.I.G.C. per il suo<br />

migliore avvenire, e risanamento morale e materiale del calcio italiano. Per tali scopi potè usufruire di<br />

schemi di riforme in parte ideate negli anni precedenti, tanto che già nel gennaio 1959 le apposite<br />

Commissioni di Studio partorirono il futuro ordinamento del nostro calcio: tre nuove Leghe (Professionisti,<br />

Semiprofessionisti e Dilettanti) avrebbero gestito i campionati dei rispettivi settori. Il settore<br />

dilettantistico però sarebbe stato transitoriamente gestito da un “Consiglio Centrale Dilettanti”<br />

(C.C.D.), mentre <strong>la</strong> configurazione dei campionati regionali si andò definendo soltanto in corso di<br />

stagione.<br />

Le Commissioni precisarono inoltre il complesso meccanismo che avrebbero rego<strong>la</strong>to <strong>la</strong> formazione<br />

dei nuovi organici, meccanismo che prese il nome di “lodo Zauli”.<br />

Il “Commissario <strong>Regionale</strong>”<br />

Nel periodo in cui <strong>la</strong> crisi generale si stava palesando, i quadri dirigenziali emiliani erano ancora<br />

quelli eletti nel 1956, con Gustavo Zini riconfermato al<strong>la</strong> presidenza, Corrado Gotti al<strong>la</strong> segreteria,<br />

C<strong>la</strong>udio Bonetti, Giorgio Costa, Guido Quarantini e Bruno Sacchi in consiglio, Giorgio Giovanoni<br />

come Fiduciario Arbitri. In provincia Alvaro Bentivogli e Valdo Franceschi reggevano i Commissariati<br />

di Forlì e di Parma, gli unici rego<strong>la</strong>rmente funzionanti. All’assemblea ordinaria del 7 settembre<br />

1958 Zini aveva potuto annunciare con soddisfazione alcuni bril<strong>la</strong>nti risultati: compresa l’Attività<br />

Ricreativa, le gare organizzate dal<strong>la</strong> L.R.E. nel 1957-58 avevano superato quota 2000, mentre le so-<br />

61


(Sopra) – Tre “pi<strong>la</strong>stri” del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na: Dino Castelvetri, Ivo Franceschi e Corrado Gotti (Parma, 1955<br />

circa).<br />

(Sotto) – Preliminari di una gara tra rappresentative regionali di Promozione, giocatasi a Correggio (RE) tra l’<strong>Emilia</strong> e <strong>la</strong><br />

Lombardia il 30 maggio 1957, e vinta dal<strong>la</strong> nostra squadra per 3-1.<br />

62


cietà sfioravano nel complesso <strong>la</strong> cifra record di 400 unità. Notevole il risultato economico del<strong>la</strong><br />

gestione, <strong>la</strong>rgamente in attivo e superiore a quello del<strong>la</strong> stagione precedente.<br />

Fu perciò tanto più inaspettato il telegramma che Gustavo Zini ricevette personalmente da Zauli il 10<br />

ottobre 1958. Il tono perentorio e il contenuto del<strong>la</strong> comunicazione non <strong>la</strong>sciavano dubbi: l’intero<br />

Consiglio Direttivo del<strong>la</strong> L.R.E. era esautorato, al suo posto si sarebbe insediato un Commissario<br />

<strong>Regionale</strong> con i più ampi poteri decisionali, i vecchi col<strong>la</strong>boratori venivano ringraziati per l’opera<br />

svolta e gentilmente pregati di... farsi da parte!<br />

Com’è ovvio, Zini si sottomise con disciplina al volere superiore; tuttavia nel messaggio con cui si<br />

accomiatava dalle società trasparivano <strong>la</strong> costernazione e <strong>la</strong> rabbia per il grave provvedimento ritenuto<br />

senza mezzi termini ingiusto, respingendo l’idea che i dirigenti emiliani destituiti potessero essere in<br />

qualche modo corresponsabili del<strong>la</strong> situazione di crisi del calcio italiano. Va detto che tra settembre<br />

ed ottobre 1958 i commissariamenti avevano interessato tutti gli Enti federali senza eccezione alcuna,<br />

ma in talune regioni i presidenti avevano potuto conservare il loro posto, non si sa sul<strong>la</strong> base di quale<br />

discriminazione.<br />

Nel<strong>la</strong> giornata stessa del 10 ottobre 1958 il Commissario <strong>Regionale</strong> per l’<strong>Emilia</strong>, Gesù Martelli,<br />

assumeva <strong>la</strong> direzione del<strong>la</strong> L.R.E.; il giorno seguente Zauli gli affiancava due col<strong>la</strong>boratori, il rag.<br />

Giancarlo Pasquinelli come vice-Commissario e il rag. Giorgio Giovanoni per Segretario.<br />

La scelta del Commissario del C.O.N.I. era caduta su questa terna di persone in quanto sostanzialmente<br />

estranee all’ambiente dirigenziale del<strong>la</strong> L.R.E., e tuttavia in possesso di esperienza più che<br />

decennale e ben considerate per capacità e rettitudine. Martelli era stato arbitro negli anni ’20 e ’30,<br />

poi dirigente del<strong>la</strong> Sezione Arbitri di Bologna e Commissario Speciale; e anche Giorgio Giovanoni<br />

era stato arbitro, poi membro dell’U.L.I.C. bolognese, del Direttorio VII. Zona e Fiduciario <strong>Regionale</strong><br />

degli arbitri emiliani; mentre Giancarlo Pasquinelli, fratello del più volte citato prof. Luigi Pasquinelli,<br />

aveva maturato anni di col<strong>la</strong>borazione al <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no di Lega Giovanile fin dai suoi<br />

primi mesi di attività nel 1947-48. Giancarlo Pasquinelli ricorderà il periodo commissariale come il<br />

più difficile tra quelli passati in Federazione: il <strong>Comitato</strong> doveva funzionare esattamente come prima,<br />

anche se i legittimi dirigenti erano stati tutti allontanati e i col<strong>la</strong>boratori erano si erano ridotti del<strong>la</strong><br />

metà. C’era di che spaventarsi di fronte al compito che attendeva i tre rappresentanti del dr. Zauli...<br />

Constatato che non si poteva ulteriormente differire l’inizio dei campionati 1958-59, essi furono<br />

avviati con le stesse modalità del<strong>la</strong> precedente stagione, provvedendo nel contempo a costituire le<br />

strutture che sarebbero intervenute nel<strong>la</strong> seconda parte dei tornei. Entro dicembre 1958, su proposta<br />

di Gesù Martelli, Zauli nominò otto Commissari Provinciali: cav. Giuseppe Turbiani (Ferrara), M°<br />

Bruno Generali (Modena), ing. Adrasto Bellini (Mantova), Elvezio Ortali (Forlì), Valdo Franceschi<br />

(Parma), Giovanni Gonani (Ravenna), Ivo Rinaldi (Reggio <strong>Emilia</strong>) e Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi (Bologna),<br />

quest’ultimo sostituito poi da Dante Gaito.<br />

Cosa alquanto insolita, i tornei regionali assunsero ufficialmente le nuove denominazioni a partire dal<br />

mese di febbraio 1959: 1.a Categoria (ex Campionato Nazionale Dilettanti) e 2.a Categoria (ex 1.a<br />

Divisione). L’organizzazione del<strong>la</strong> 2.a Categoria fu affidata dal girone di ritorno ai neo-insediati<br />

Commissari Provinciali, con uno o due gironi per ciascuno. Il tutto comportò un grosso sforzo<br />

organizzativo per lo smistamento nelle nuove sedi periferiche di tutte le pratiche dei campionati in<br />

corso, compiuto da un organico assai esiguo di col<strong>la</strong>boratori.<br />

Anche nel<strong>la</strong> giustizia sportiva si ebbero novità importanti. Mentre negli anni precedenti lo stesso<br />

Barassi aveva sostenuto che <strong>la</strong> giustizia nei campionati dilettanti, così come era amministrata dalle<br />

Leghe Regionali, andava benissimo, Zauli viceversa sembrava di tutt’altro parere. Il segretario del<br />

C.O.N.I. non aveva torto, visto che le funzioni re<strong>la</strong>tive ad omologazioni di gare, irrogazione di squalifiche<br />

e altre sanzioni disciplinari erano ancora demandate direttamente ai Consigli Direttivi delle<br />

singole Leghe, più o meno come avveniva nei Comitati Regionali di quarant’anni prima, salvo che nel<br />

frattempo il numero di gare era aumentato di circa 20 volte...<br />

63


(Sopra) – Riunione arbitrale a Bologna nel 1958. In prima fi<strong>la</strong> da sinistra: l’ing. Giorgio Bernardi, presidente del<strong>la</strong> sezione<br />

arbitri di Bologna, poi tre ex-direttori di gara: Agostino Lo Cascio di Palermo, Luigi Pasquinelli di Bologna e Eriprando<br />

Poggipollini di Ferrara. Le file posteriori sono invece occupate da arbitri all’epoca ancora in attività, tra i quali si distingue sul<strong>la</strong><br />

destra (in terza fi<strong>la</strong>) il bolognese Gastone Roversi e davanti a lui il guardalinee Umberto Fanelli.<br />

(Sotto) – Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi (a sinistra) fu per venti anni (1963 - 1983) il presidente regionale del nostro Settore Giovanile,<br />

già commissario per il <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna nel 1958. (A destra) il M° Bruno Generali, nominato da Zauli nel 1958<br />

commissario del C.P. di Modena, <strong>la</strong> cui sede era in quel periodo nell’abitazione stessa del commissario. Questa foto invece è<br />

stata scattata qualche anno dopo nel<strong>la</strong> nuova sede di via Taglio.<br />

64


Ecco allora nascere, presso ciascuna L.R. e per il solo campionato di 1.a Categoria, <strong>la</strong> “Commissione<br />

Giudicante” (C.G.), equivalente agli odierni uffici del Giudice Sportivo e del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare;<br />

invece per <strong>la</strong> 2.a Categoria il potere giudicante restava attribuito ai Commissari Provinciali.<br />

Per l’<strong>Emilia</strong> <strong>la</strong> C.G. fu nominata dall’onnipresente Zauli l’8 gennaio 1959, riunendosi per <strong>la</strong> prima<br />

volta il 18 febbraio con l’inizio del girone di ritorno dei campionati.<br />

La Commissione era composta da un presidente (rag. Germano Brunelli, già a capo del Gruppo Arbitri<br />

bolognese per tutti gli anni ’30), due membri effettivi (prof. Bruno Zanini e Lorenzo Poli) e due<br />

membri supplenti (dr. Mario Sofia e rag. Luigi Grattaro<strong>la</strong>); deliberava anche in prima istanza sui<br />

rec<strong>la</strong>mi del<strong>la</strong> 1.a Categoria, ed in seconda istanza su quelli provenienti dai Commissariati Provinciali.<br />

Il ricorso al<strong>la</strong> C.A.F. era ammesso solo contro decisioni di prima istanza del<strong>la</strong> C.G.<br />

Nonostante il travagliato cammino, i nostri campionati regionali 1958-59 giunsero al termine rego<strong>la</strong>rmente,<br />

mentre si intravvedeva anche <strong>la</strong> cessazione del commissariamento e con essa, per il più grande<br />

sollievo di tutti, il ritorno al<strong>la</strong> normalità.<br />

Approvato dal C.O.N.I. il nuovo Statuto Federale (30 giugno 1959), il 3 luglio i Comitati Regionali<br />

prendevano il posto delle cessate Leghe, mentre i Commissari sarebbero rimasti in carica fino al<strong>la</strong><br />

costituzione dei nuovi organi direttivi. Il 9 luglio il Commissario Gesù Martelli convocava l’assemblea<br />

straordinaria delle società emiliane per domenica 26 luglio 1959: con questo semplice messaggio,<br />

il primo dopo una pausa di ben 33 anni, riprendeva ufficialmente vita il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong>no.<br />

Biglietto del<strong>la</strong> gara di “Coppa dei Campioni” tra Borussia Dortmund e C.C.A. Bucarest (oggi Steaua), disputata a Bologna<br />

il 29 dicembre 1957. Si trattava di uno spareggio degli “ottavi di finale”, in quanto all’epoca, a parità di differenza-reti tra<br />

andata e ritorno, non era prevista né <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> delle reti segnate in trasferta, né i calci di rigore dopo i tempi supplementari.<br />

Come si può notare dall’intestazione sul biglietto, l’U.E.F.A. affidò l’organizzazione del prestigioso evento al<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong>na.<br />

65


Il primo comunicato ufficiale con <strong>la</strong> nuova intestazione del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. E’ il 9 luglio 1959; viene convocata<br />

l’assemblea delle società che restituirà a Gustavo Zini <strong>la</strong> presidenza revocatagli dal commissario Zauli.<br />

66


67<br />

2.a Parte<br />

Passato prossimo, presente<br />

e futuro... (1960-2000)


I comunicati ufficiali n.1 del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti e del Settore Giovanile, pubblicati nel 1959 al termine del periodo<br />

commissariale del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

68


Il “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no” (1959 - 1981)<br />

La F.I.G.C. rinnovata<br />

Il vasto movimento di riorganizzazione del<strong>la</strong> F.I.G.C. aveva trovato il suo culmine il 30 giugno 1959,<br />

giorno in cui il C.O.N.I. approvava il nuovo Statuto Federale mandandolo in vigore il giorno successivo.<br />

Il 3 luglio il Commissario Federale, dr. Bruno Zauli, poteva così procedere allo scioglimento del<br />

“Consiglio Centrale Dilettanti” ed al<strong>la</strong> costituzione del<strong>la</strong> “Lega Nazionale Dilettanti”, a capo del<strong>la</strong><br />

quale veniva temporaneamente posto l’ing. Carlo Di Nanni. Entro lo stesso mese di luglio 1959, poi,<br />

tutti i Comitati Regionali elessero i propri presidenti i quali, riunitisi a Roma il 2 agosto 1959 nel<strong>la</strong><br />

prima Assemblea Nazionale del<strong>la</strong> L.N.D. (solo a partire dal 1964-65 le Assemblee Nazionali raccolsero<br />

anche i rappresentanti di tutte le società del settore), all’unanimità chiamarono l’ing. Ottorino<br />

Barassi al<strong>la</strong> presidenza del<strong>la</strong> neonata Lega. Quel giorno fu eletto anche il primo Consiglio Direttivo,<br />

allora composto di soli otto membri, tra i quali si trovava anche l’avv. Renzo Lodi, non dimenticato<br />

presidente emiliano del dopoguerra, Consigliere Nazionale e col<strong>la</strong>boratore di Barassi stesso.<br />

Il 29 agosto 1959, ad un anno esatto dal suo insediamento, Bruno Zauli poteva dichiarare terminato il<br />

suo compito e passare le consegne al nuovo Presidente Federale, l’avv. Umberto Agnelli. La F.I.G.C.<br />

aveva cambiato aspetto: erano nate le nuove Leghe (Professionisti, Semiprofessionisti e Dilettanti), le<br />

nuove organizzazioni arbitrali (C.A.N., C.A.S.P. e C.A.R.) nonché il nuovo “Settore Giovanile”, al<br />

posto del<strong>la</strong> cessata Lega Giovanile, con il preciso compito di gestire i campionati per calciatori fino ai<br />

18 anni.<br />

L’obbiettivo principale, mancato dalle precedenti riforme, sembrava questa volta essere stato raggiunto:<br />

<strong>la</strong> creazione di stabili e funzionali strutture sia organizzative che agonistiche, entro le quali il<br />

calcio italiano potesse crescere ed adeguarsi alle nuove esigenze che i tempi richiedevano. In realtà<br />

molto restava da fare, come sarà ampiamente dimostrato dalle delusioni cui andrà incontro soprattutto<br />

<strong>la</strong> Nazionale nei primi anni ’60.<br />

La “Lega Nazionale Dilettanti”<br />

Nonostante alcune buone premesse, i primi passi del nuovo organo dilettantistico italiano furono<br />

tutt’altro che facili. Uno dei primi atti del Consiglio Federale era stato quello di attribuire alle tre<br />

Leghe un’ampia autonomia, che per i Comitati Regionali si traduceva nel<strong>la</strong> possibilità di demandare<br />

al<strong>la</strong> L.N.D. <strong>la</strong> gestione di alcune problematiche fino ad allora gravanti direttamente sulle vecchie<br />

Leghe Regionali. Tuttavia due impopo<strong>la</strong>ri provvedimenti avevano scombusso<strong>la</strong>to i piani di molte<br />

società: nel settembre 1959, praticamente senza preavviso, <strong>la</strong> Presidenza Federale aveva vietato l’utilizzo<br />

di denominazioni sociali a “scopo chiaramente rec<strong>la</strong>mistico” in qualunque settore dell’attività<br />

agonistica, poiché si intendeva che le società calcistiche dovessero rappresentare veri e propri gruppi<br />

o sezioni sportive. Qualche mese prima, inoltre, le società del settore dilettantistico si erano viste<br />

trasformare il “vincolo” sui giocatori da vitalizio a triennale.<br />

Queste misure, controproducenti ed in apparenza incomprensibili, traevano origine da un malinteso<br />

sforzo di adeguare anche in Italia il concetto di dilettantismo a quello già sancito anni addietro dal<strong>la</strong><br />

F.I.F.A., l’organizzazione calcistica mondiale.<br />

Si aggiunga a ciò il tentativo di imporre anche da noi un modello di dilettantismo “anglosassone”,<br />

trasformando <strong>la</strong> L.N.D. in una sorta di compartimento stagno privo di ricambio automatico con gli<br />

altri settori mediante i consueti meccanismi di promozione e retrocessione.<br />

69


(Sopra) – Dirigenti e giovani atleti del C.R.E. a Coverciano: il primo a sinistra è il fiduciario tecnico regionale Alberto Stagni,<br />

a destra il presidente Gustavo Zini. I due accompagnatori al centro appartengono a società dell’epoca (C.S.I. Muratori di<br />

Vigno<strong>la</strong> e Pol. Tre Martiri di Forlì), i ragazzi invece indossano le divise del “Centro Tecnico Federale” (C.T.F.). L’anno è<br />

all’incirca il 1960.<br />

(Sotto) – Gruppo di dirigenti e col<strong>la</strong>boratori del Settore Giovanile emiliano al campo bolognese del<strong>la</strong> Virtus, sempre intorno al<br />

1960. Da sinistra: il dr. Orfeo Tinti, delegato del <strong>Comitato</strong> di Bologna, Oreste Bernardi del C.L. di Parma, Carlo Domenicale<br />

(dietro) del C.L. di Bologna, il M° Pietro Billone, presidente del Settore Giovanile del C.R.E., Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi e Nerio<br />

Benetti, entrambi del C.R.E. - S.G.<br />

70


Per sua fortuna <strong>la</strong> L.N.D. aveva ricevuto in dote un grande personaggio: Ottorino Barassi. Già presidente<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. per quasi quindici anni, Barassi si trovava ora a capo, per singo<strong>la</strong>re ironia, di un<br />

ente del quale appena pochi anni prima aveva ufficialmente negato <strong>la</strong> necessità. Il passaggio al<strong>la</strong> Lega<br />

Dilettanti, all’epoca tradotto dai più come sintomo di declino, fu invece inteso nel migliore dei modi<br />

dall’ex-Presidente Federale, provvisto di un’inestimabile patrimonio di esperienza e di capacità.<br />

Messosi subito all’opera, con una serie di stringenti ragionamenti dimostrò come <strong>la</strong> perdita del vincolo<br />

vitalizio sui giocatori e l’assenza di promozioni al settore semiprofessionistico di fatto togliessero<br />

i due principali scopi di esistenza delle società minori, <strong>la</strong> cui funzione, vitale per il nostro calcio, era<br />

l’allevamento di giovani atleti da valorizzare e poi cedere. Nemmeno i piccoli sodalizi potevano accontentarsi<br />

di vivere per il puro ideale sportivo, dal momento che, abolito come si è visto anche il<br />

ricorso agli sponsor, non sarebbero certo bastati i magri incassi domenicali a far quadrare i bi<strong>la</strong>nci.<br />

Grazie all’autorevole opposizione di Barassi, nel giro di due anni il famigerato “vincolo triennale” fu<br />

soppresso e ripristinato quello “a vita”, così come fu eliminato ogni ostacolo al<strong>la</strong> salita in Serie D<br />

delle società vincenti i campionati regionali. Contemporaneamente anche i marchi pubblicitari rientrarono<br />

a far parte delle denominazioni sociali, sia pure per le sole squadre dilettanti ed in forma<br />

opportunamente rego<strong>la</strong>mentata.<br />

Ottorino Barassi non si fermò qui: ri<strong>la</strong>nciò l’idea di una Coppa Italia per le squadre del settore, di un<br />

ampliamento del “Torneo delle Regioni”, che muoveva allora i primi passi, e ribadì con forza che il<br />

settore dilettantistico rimaneva il fondamentale serbatoio di preparazione e selezione dei giovani atleti<br />

per le serie superiori.<br />

In tale ottica va senz’altro menzionato il promettente sviluppo a livello nazionale dei Nuclei di Addestramento<br />

Giovani Calciatori (N.A.G.C.), ideati nel 1955 allo scopo di impartire ai ragazzi dai 10<br />

ai 14 anni una istruzione tecnica di base, portandoli così preparati all’età minima prevista per il<br />

tesseramento (all’epoca appunto 14 anni, in seguito ridotta a 12). Fu questo il primo provvedimento<br />

che <strong>la</strong> F.I.G.C. aveva adottato al profi<strong>la</strong>rsi di quel<strong>la</strong> crisi già descritta nei capitoli precedenti. Dai<br />

primi 10 nuclei istituiti in tutta Italia nel 1955 (Modena fu prescelta come sede sperimentale nel<strong>la</strong><br />

nostra regione) si era passati ai 20 del 1959, poi ai 262 del 1961, con oltre 10.000 ragazzi iscritti, già<br />

raddoppiati di numero l’anno successivo. In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> i N.A.G.C. erano 24 con 877 giocatori<br />

(1. gennaio 1961), cifre ragguardevoli per i tempi e superate solo da Lazio e Piemonte.<br />

I campionati regionali tornano all’antico<br />

Contrariamente a quanto accaduto per altri settori, dove le novità non erano certo mancate, in ambito<br />

regionale si era assistito un “ritorno alle origini”, cioè ai più vecchi organismi calcistici esistiti: i<br />

Comitati Regionali, risorti come si è visto il 3 luglio 1959 dopo un’assenza dal<strong>la</strong> scena sportiva di<br />

ben 33 anni.<br />

Anche per i campionati si era optato per gli antichi nomi risalenti a mezzo secolo prima: dal 1959-60<br />

il massimo campionato regionale fu denominato 1.a Categoria, e dava diritto alle vincenti (una per<br />

regione) di accedere ai semiprofessionisti. Si è visto come, grazie anche al presidente Barassi, si fosse<br />

scongiurato il pericolo di vedere erigere quello sbarramento tra settori venti<strong>la</strong>to durante il “lodo Zauli”,<br />

che avrebbe consentito ai dilettanti di concorrere non per <strong>la</strong> promozione al<strong>la</strong> serie superiore, bensì<br />

soltanto per il titolo di campione Nazionale nel cosiddetto “Trofeo Arpinati”, giocato in effetti per<br />

cinque edizioni.<br />

Secondo gradino dei tornei regionali di quegli anni era <strong>la</strong> 2.a Categoria, che non aveva retrocessioni,<br />

ma solo promozioni al<strong>la</strong> 1.a Categoria. La 3.a Categoria, invece, affidata ai neonati Comitati Provinciali<br />

retti da un Commissario, continuava a rimanere iso<strong>la</strong>ta e saltuaria; né era ancora previsto che le<br />

vincenti passassero al<strong>la</strong> categoria superiore, essendo in definitiva possibile, per le società nuove affi-<br />

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(Sopra) – Il presidente del C.R.E. Gustavo Zini ospite del noto gruppo sportivo C.R.A.L. Tranvieri di Bologna, all’inizio degli<br />

anni ’60.<br />

(Sotto) – Una selezione giovanile del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> a Forlì, nel 1962. L’accompagnano, tra gli altri, il dr. Orfeo Tinti (con<br />

gli occhiali) e Carlo Domenicale (a sinistra).<br />

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liate, cominciare i campionati direttamente dal<strong>la</strong> 2.a Categoria, e questo per <strong>la</strong> cronica carenza di<br />

squadre a livello provinciale e per l’ancora insufficiente situazione impiantistica sportiva in diverse<br />

regioni italiane.<br />

E’ interessante segna<strong>la</strong>re nel 1959 l’accordo tra <strong>la</strong> F.I.G.C. e <strong>la</strong> giovanissima Federazione Calcio<br />

Sammarinese, che consentì per <strong>la</strong> prima volta ai clubs del<strong>la</strong> Repubblica del Titano di iscriversi ai<br />

campionati italiani, precisamente a quelli del nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>. Subito si avventurò nel<strong>la</strong><br />

2.a Categoria emiliano-romagno<strong>la</strong> una società dal pittoresco nome di Libertas Tre Penne, cambiato<br />

l’anno seguente in Serenissima, antenata dell’attuale A.C. San Marino. Nel 1961 si iscrisse anche <strong>la</strong><br />

Juvenes di Serravalle, ad accrescere <strong>la</strong> simpatica dimensione internazionale dei tornei del C.R.E.<br />

La rivincita di Gustavo Zini<br />

Ritorniamo al 26 luglio 1959, giorno in cui, terminato il “purgatorio” del<strong>la</strong> gestione commissariale, le<br />

società emiliano-romagnole convocate a Bologna per l’Assemblea straordinaria dovevano costituire il<br />

nuovo <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no.<br />

L’assemblea confermò pressoché in blocco i membri già temporaneamente esclusi da Zauli l’anno<br />

precedente, risultando pertanto il C.R.E. così composto:<br />

Presidente: M° cav. Gustavo Zini; consiglieri: p.i. Corrado Gotti, dr. Giorgio Costa, cav. Bruno Sacchi,<br />

Guido Quarantini (che però scomparve prematuramente appena quattro mesi dopo, il 27 novembre<br />

1959). A norma di statuto, poi, il 31 luglio Zini nominò Gotti vice-presidente e Costa segretario.<br />

Nei mesi successivi i quadri del <strong>Comitato</strong> andarono via via completandosi, con i due col<strong>la</strong>boratori Ivo<br />

Franceschi e Mario Piccinini ed il Fiduciario Tecnico <strong>Regionale</strong> Alberto Stagni. Il 23 settembre poi si<br />

insediò <strong>la</strong> Commissione Giudicante (nominata dal<strong>la</strong> Presidenza Federale il giorno 10), di cui facevano<br />

parte illustri personaggi quali Enrico Sabattini (presidente), Dante Guazzaloca e Giovanni Fornari<br />

(membri effettivi), Gualtiero Veronesi e Vito Addari (membri supplenti). Manlio Moratelli sostituì<br />

Dino Castelvetri nel ruolo di Commissario Arbitri Regionali (C.A.R.), avendo dal 19 dicembre 1959<br />

come vice-commissari Giovanni Gonani e Goffredo Battistoni.<br />

Decaduti poi i Commissari Provinciali nominati da Bruno Zauli, ed in attesa che venissero chiaramente<br />

definiti i compiti e le attribuzioni degli organi provinciali e locali del<strong>la</strong> F.I.G.C., <strong>la</strong> Presidenza<br />

Federale provvide il 1. ottobre 1959 alle nuove designazioni, confermando Bruno Generali a Modena,<br />

Ivo Rinaldi a Reggio <strong>Emilia</strong> e Valdo Franceschi a Parma, e nominando ex-novo Gino Farri a Bologna,<br />

Mario Tavolini a Ferrara, Giuseppe Nivellini a Ravenna, Alvaro Bentivogli a Forlì e Marzio Schena a<br />

Mantova, tutti nel<strong>la</strong> veste di Commissario Provinciale.<br />

Il compito di questi ultimi fu inizialmente piuttosto arduo, per le già menzionate difficoltà a livello<br />

locale, tanto che per il 1959-60 in nessuna provincia fu possibile avviare un campionato di 3.a Categoria<br />

(solo a Ferrara e Ravenna si potè ripiegare su un torneo “riserve”).<br />

Di ciò non mancò di <strong>la</strong>mentarsi Gustavo Zini nel 1960, al termine del<strong>la</strong> prima stagione del nuovo<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, auspicando a tal fine un maggiore impegno soprattutto da parte dei dirigenti<br />

delle società minori. In quel<strong>la</strong> occasione, poi, il presidente non potè trattenersi dal prendere una<br />

picco<strong>la</strong> rivincita personale definendo il campionato 1959-60 come quello del “ritorno al<strong>la</strong> legalità”<br />

(sic!), e rendendo noti i buoni risultati agonistici ed economici del nuovo corso.<br />

Bene erano andati i campionati di 1.a e 2.a Categoria, che avevano visto in lizza rispettivamente 64<br />

squadre in quattro gironi e 114 squadre in nove gironi. E’ interessante però notare come Zini fosse<br />

al<strong>la</strong>rmato per un presunto peggioramento del<strong>la</strong> situazione disciplinare, dato il vistoso incremento<br />

delle sanzioni a carico di giocatori e società. Egli aveva confrontato le risultanze del<strong>la</strong> stagione terminata<br />

(1959-60) con quelle dell’ultima da lui gestita (1957-58), non avendo il Commissario <strong>Regionale</strong><br />

ritenuto opportuno compi<strong>la</strong>re una re<strong>la</strong>zione al termine del suo mandato (1959).<br />

73


Cartellini dell’Attività Ricreativa del<strong>la</strong> F.I.G.C., ri<strong>la</strong>sciati nei primi anni ’60.<br />

74


A Zini era così sfuggito un fondamentale partico<strong>la</strong>re: due anni prima <strong>la</strong> Commissione Giudicante non<br />

esisteva ancora, mentre nel campionato appena trascorso aveva potuto esplicare al meglio le sue funzioni,<br />

per cui piuttosto che di indisciplina era forse più logico par<strong>la</strong>re di aumentata efficienza del<strong>la</strong><br />

giustizia sportiva!<br />

I rapporti con C.S.I., U.I.S.P. e campionati provinciali<br />

Lo sviluppo in profondità dell’organizzazione periferica provinciale, come auspicato dal<strong>la</strong> Lega Nazionale<br />

Dilettanti, fu reso possibile solo grazie alle nuove convenzioni con C.S.I. e U.I.S.P., sottoscritte<br />

a Roma il 3 giugno 1960 per rego<strong>la</strong>re i rapporti dei due Enti con <strong>la</strong> Federazione Italiana Giuoco<br />

Calcio.<br />

Esse si ispiravano in buona parte alle preesistenti convenzioni del 1957, ma con una fondamentale<br />

differenza: l’art. 6 prevedeva infatti che l’attività svolta da squadre con giocatori di età superiore ai 18<br />

anni potesse essere organizzata solo dal<strong>la</strong> F.I.G.C., stabilendo che le società degli Enti di propaganda<br />

che partecipavano a tale attività sarebbero state considerate affiliate al<strong>la</strong> F.I.G.C. a tutti gli effetti. I<br />

Comitati Regionali del<strong>la</strong> Lega Dilettanti avrebbero potuto comunque delegare ai Comitati Provinciali<br />

di C.S.I. e U.I.S.P. l’organizzazione parziale o totale dei campionati di 3.a Categoria, anche senza <strong>la</strong><br />

partecipazione di formazioni “pure” del<strong>la</strong> F.I.G.C., fermo restando che tali tornei di norma non davano<br />

luogo a promozioni.<br />

Le convenzioni andarono in vigore con <strong>la</strong> stagione 1960-61, il che consentì a tutte le otto province<br />

emiliane di organizzare il campionato di 3.a Categoria; però solo a Modena il Commissario Provinciale<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. lo potè gestire direttamente, altrove <strong>la</strong> gestione fu affidata agli Enti di propaganda.<br />

Nel corso del 1962, poi, <strong>la</strong> Federazione completò <strong>la</strong> “manovra” in modo un po’ spregiudicato, non<br />

delegando più l’organizzazione del<strong>la</strong> 3.a Categoria, ma viceversa obbligando le società di C.S.I. e<br />

U.I.S.P. che volevano disputare tale campionato ad affiliarsi unicamente al<strong>la</strong> F.I.G.C., in tal maniera<br />

consentendo loro di iscriversi direttamente perfino al<strong>la</strong> 2.a Categoria.<br />

Ciononostante, nel 1961-62 in <strong>Emilia</strong> soltanto i Comitati Provinciali di Bologna, Modena e Ferrara<br />

avviarono e curarono in modo autonomo il torneo di 3.a Categoria, destinato ad estendersi progressivamente<br />

anche nelle restanti province solo sul finire degli anni ’60.<br />

A dimostrazione che non tutti i problemi erano stati risolti con le convenzioni di Roma, queste ultime<br />

furono in seguito più volte denunciate o sospese uni<strong>la</strong>teralmente dall’una o dall’altra Federazione, le<br />

cui reciproche incomprensioni continuarono ad ostaco<strong>la</strong>re il pieno sviluppo dei campionati di “base”<br />

ancora per diverso tempo.<br />

Vittoria dell’<strong>Emilia</strong> nel “Torneo delle Regioni”<br />

Il consuntivo generale del<strong>la</strong> stagione 1960-61 fu altamente positivo per il nostro <strong>Comitato</strong>: ancora<br />

una volta il risultato economico diede un <strong>la</strong>rgo margine di utile, il che permise di mantenere inalterato<br />

il contributo a favore delle società.<br />

Fiore all’occhiello di quell’anno fu comunque <strong>la</strong> vittoria del<strong>la</strong> rappresentativa dell’<strong>Emilia</strong> al “Torneo<br />

delle Regioni” (Trofeo “G. Zanetti”), che si concretò con quattro vittorie su quattro incontri disputati:<br />

2-0 al Trentino il 18 marzo e 1-0 al Friuli Venezia Giulia il 19 marzo (entrambe a Portogruaro);<br />

poi: 3-1 al<strong>la</strong> Sicilia il 30 aprile (a Ostia, con reti di Guaraldi, Vernizzi e Francesconi), ed infine <strong>la</strong><br />

vittoria sul<strong>la</strong> Liguria conseguita nel<strong>la</strong> finalissima del 1. maggio 1961 allo stadio F<strong>la</strong>minio di Roma.<br />

Ecco il dettaglio completo dell’ultima gara:<br />

75


(Sopra) – La rappresentativa emiliana vincitrice del Torneo delle Regioni (Trofeo “G. Zanetti”) nel 1961. Da sinistra in piedi:<br />

Ivano Pedroni, Loris Bastia, Walter Patrignani, Ivo Pasi, Giorgio Forghieri, Gianni Uccelli. In ginocchio: Guerrino Guaraldi,<br />

Fulvio Francesconi, Giorgio Vernizzi, Dino Brunelli, Riccardo Turrini.<br />

(Sotto) – Il primo <strong>Comitato</strong> Provinciale di Modena nel<strong>la</strong> sede di via Modenel<strong>la</strong> (1963). Da sinistra: Renzo Del<strong>la</strong> Casa (segretario<br />

del Settore Giovanile), un col<strong>la</strong>boratore non identificato, rag. Fratti (giudice sportivo), dr. Sergio Manzini (Commissario),<br />

Renato Bisi (delegato del S.G.), M° Bruno Generali (rappresentante dell’A.I.A.) e cav. Celestino Marri (vice-Commissario).<br />

76


EMILIA - LIGURIA 1-1 d.t.s. (rigori : 4-2)<br />

Reti: Ciotti 21' p.t. (L), Guaraldi 24' s.t. (E).<br />

Rigori: Vernizzi, Prunelli, Forghieri e Francesconi (E); Paltrinieri e Bodrato (L).<br />

Rappresentativa <strong>Emilia</strong>: Uccelli (Carpi), Turrini (Viadanese), Bastia (Vignolese), Forghieri (Carpi),<br />

Pedroni (Sassuolo), Patrignani (Riccione), Guaraldi (Bondenese), Brunelli (Alfonsinese), Pasi (Russi),<br />

Francesconi (Russi), Vernizzi (Carpi).<br />

Facevano parte del<strong>la</strong> selezione anche il portiere Bonetti (Vignolese), il difensore Javarone (Pro Lugo),<br />

gli attaccanti Tomasi (Libertas Don Bosco di Comacchio), <strong>Emilia</strong>ni (Cesenatico), e Orsi (Salus di<br />

Bologna).<br />

Allenatore ed artefice di quel<strong>la</strong> che fino a oggi è rimasta l’unica nostra vittoria dell’ambìto trofeo fu<br />

Guglielmo Giovannini, indimenticato giocatore del Bologna e del<strong>la</strong> Nazionale azzurra, che in seguito<br />

ebbe anche incarichi federali di prestigio (fu responsabile del<strong>la</strong> rappresentativa di Serie C), e che<br />

purtroppo scomparve prematuramente nel 1990.<br />

La “stel<strong>la</strong>” del<strong>la</strong> nostra formazione nel 1961 era l’attaccante Fulvio Francesconi del Russi, c<strong>la</strong>sse<br />

1944, poi a lungo protagonista in Serie A e B con Como, Roma, Sampdoria, Catania e Reggiana. Un<br />

altro attaccante di quel<strong>la</strong> squadra, Giorgio Vernizzi del Carpi, l’anno seguente fu convocato nel<strong>la</strong><br />

Nazionale del<strong>la</strong> Lega Dilettanti insieme ad altri tre nostri calciatori.<br />

Il riassetto dei campionati e del<strong>la</strong> giustizia sportiva<br />

Non si era praticamente ancora spenta l’eco delle riforme varate da appena due anni che già nel 1961<br />

si cominciò a par<strong>la</strong>re nuovamente di una modifica ai campionati regionali. In effetti il loro ordinamento,<br />

concepito durante <strong>la</strong> gestione commissariale del 1959, conteneva alcune imperfezioni: in partico<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> disuguale densità del movimento dilettantistico nelle varie zone d’Italia portò ben presto a forti<br />

pressioni sul<strong>la</strong> 1.a Categoria nei Comitati Regionali più sviluppati che tuttavia, al pari di quelli meno<br />

consistenti, potevano trovare sbocco ogni anno solo in un’unica, insufficiente promozione al settore<br />

semiprofessionistico. Si disse quindi che, così come <strong>la</strong> riforma promossa nel 1952 da Barassi era stata<br />

“settentrionalista”, perché concedeva diversi vantaggi alle zone numericamente ed economicamente<br />

meglio provviste di società (quelle del Nord Italia appunto), <strong>la</strong> riforma di Zauli era stata “meridionalista”,<br />

in quanto a fronte di una evidente disparità di organico a sfavore delle regioni del Centro-Sud, nondimeno<br />

queste ultime portavano alle serie superiori lo stesso numero di squadre delle regioni del Nord.<br />

Nel 1961-62 vi era stato in Lombardia, <strong>la</strong> regione più sacrificata da quell’ordinamento, un tentativo di<br />

creare almeno una “serie di Eccellenza” regionale; <strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti, pur bocciando l’esperimento,<br />

ritenne comunque opportuno sfoltire <strong>la</strong> 1.a Categoria, rialzando il vertice del<strong>la</strong> “piramide”<br />

dei campionati soprattutto in quei Comitati Regionali dove il movimento di base si era sviluppato<br />

molto più che altrove.<br />

Dopo i primi entusiasmi, anche in <strong>Emilia</strong> ci si era resi conto che <strong>la</strong> 1.a Categoria con 64 squadre era<br />

non solo sproporzionata, ma addirittura dannosa per le società stesse, alcune delle quali affrontavano<br />

questo torneo senza esservi adeguatamente preparate (non si dimentichi che bastava iscrivere una<br />

squadretta rionale in 2.a Categoria, vincere un campionato magari di sole 18 partite, e si era già<br />

arrivati alle soglie del calcio nazionale...). Le difficoltà aumentarono dal 1963, avendo <strong>la</strong> Lega Nazionale<br />

Dilettanti drasticamente tagliato di oltre il 50 % i contributi alle società di 1.a Categoria per<br />

spese arbitrali e per migliorie agli impianti sportivi.<br />

77


(Sopra) – Corso per dirigenti e allenatori tenutosi a Bologna nel 1964-65. Si riconoscono, da sinistra, Lelli del Panigal (con i<br />

fogli in mano), Domenicale del CRAL Tranvieri, il dr. Tinti, il M° Zini e il cav. Sabattini (con gli occhiali) del <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong>, ed all’estrema destra Amedeo Biavati del Bologna.<br />

(Sotto) – Ancora un gruppo “storico” del C.R.E., nel giugno 1965: il delegato tecnico del C.P. di Bologna avv. Mario Sofia, il<br />

giudice sportivo regionale cav. Enrico Sabattini, il segretario Corrado Gotti, il delegato tecnico Dino Castelvetri e il delegato<br />

del Settore Giovanile di Bologna dr. Orfeo Tinti.<br />

78


(+) su incarico del Consiglio Federale il C.R.E. organizzò a Bologna <strong>la</strong> gara internazionale Italia-Ir<strong>la</strong>nda del Nord il 25 aprile<br />

1961.<br />

(§) campionato organizzato in col<strong>la</strong>borazione con C.S.I. e U.I.S.P.<br />

(*) campionato organizzato dai Comitati Provinciali e Zonali.<br />

Nel 1962 <strong>la</strong> L.N.D. decise dunque <strong>la</strong> riduzione progressiva in tutta Italia dell’organico di 1.a Categoria,<br />

con lo scopo sia di una maggiore qualificazione tecnica di questo torneo, sia di assecondare un<br />

più vasto progetto di riforma che prese corpo tre anni dopo. Infatti sul finire del 1965 fu definito<br />

l’imminente al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong> Serie D da 108 a 162 compagini, reso possibile soprattutto dall’accresciuta<br />

maturità tecnica ed organizzativa delle società del settore dilettanti. Contemporaneamente nei<br />

Comitati Regionali meglio dotati di squadre sarebbe stato avviato il nuovo campionato di Promozione,<br />

interposto tra <strong>la</strong> 1.a Categoria e il settore semiprofessionistico. La nuova struttura sarebbe stata<br />

operativa dal<strong>la</strong> stagione 1967-68.<br />

Il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no si adeguò gradualmente alle novità, portando da quattro a tre i gironi<br />

di 1.a Categoria nel 1962-63, nonostante <strong>la</strong> L.N.D. chiedesse addirittura di ridurli subito a due. Solo<br />

grazie ai buoni uffici del presidente Gustavo Zini i gironi restarono tre fino al 1965-66, per diventare<br />

infine due dal 1966-67, come decisero le società stesse nel<strong>la</strong> riunione del 29 agosto 1965.<br />

A precisare ulteriormente il compito di “vivaio” nazionale attribuito ai campionati dilettanti, nel 1965-<br />

66 furono introdotte per <strong>la</strong> prima volta limiti di età per gli atleti schierati nelle gare del<strong>la</strong> 1.a Categoria:<br />

ammessi solo due giocatori oltre i 26 anni, pur con l’eccezione dei cosiddetti “fuori-quota”, detti<br />

poi “fedelissimi”, cioè di quei tesserati che appartenevano al<strong>la</strong> stessa società da almeno quatto stagioni,<br />

e per i quali il limite non vigeva. L’obbiettivo più immediato era di costringere le società a mantenere<br />

come “serbatoio” per <strong>la</strong> prima squadra anche formazioni giovanili, per le quali invece sembrava<br />

esservi una diffusa allergia solo in parte giustificata da carenze economiche ed impiantistiche. Successivamente<br />

(1967-68) nel nuovo campionato di Promozione vennero consentiti dapprima sei, poi<br />

cinque e infine (1972-73) quattro giocatori ultra-ventiseienni, anche se negli anni a seguire questi<br />

limiti furono periodicamente ritoccati.<br />

Ritorniamo al<strong>la</strong> nostra regione, dove a metà degli anni ’60 si era registrata <strong>la</strong> notevole crescita del<strong>la</strong><br />

2.a Categoria. In ascesa più lenta, invece, <strong>la</strong> 3.a Categoria, nonostante <strong>la</strong> nascita del sub-<strong>Comitato</strong> di<br />

Finale <strong>Emilia</strong> (istituito già nel 1958 per <strong>la</strong> Lega Giovanile e con una propria Sezione Arbitri; nell’ottobre<br />

1964 iniziò anche l’attività per i dilettanti, commissario Moritz Galei) e del <strong>Comitato</strong> di Faenza<br />

nell’ottobre 1965, affidato al prof. Luigi Zappi che era stato tra i fondatori dell’U.L.I.C. in <strong>Romagna</strong><br />

circa quarant’anni prima.<br />

Proprio nel 1964-65 si tentò per <strong>la</strong> prima volta di instaurare stabilmente il meccanismo promozioneretrocessione<br />

tra <strong>la</strong> 2.a e <strong>la</strong> 3.a Categoria. Si ebbero così le prime squadre ufficialmente promosse:<br />

Bibbiano (C.P. Reggio <strong>Emilia</strong>), Medesanese (C.P. Parma), “Otello Putinati” (C.P. Ferrara), Quattroville<br />

(C.P. Modena) e Medollese (sub-Com. Finale <strong>Emilia</strong>). Tuttavia il fatto che solo cinque Comitati<br />

organizzassero <strong>la</strong> 3.a Categoria rendeva inefficaci le retrocessioni dal<strong>la</strong> 2.a Categoria, tanto che per<br />

79


(Sopra) – Premiazione dell’ing. Ottorino Barassi a Modena, il 25 giugno 1968: l’avv. Renzo Lodi (in piedi) consegna il premio<br />

“Luigi Casini” al presidente del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti, assistito dal presidente regionale Gustavo Zini.<br />

(Sotto) – Ancora Ottorino Barassi, qui ospite del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Mantova nel 1969 circa. Al microfono è il presidente<br />

del C.P. Alessandro Belletti, mentre ai due estremi del tavolo si trovano il dr. Vincenzo Ghidini (consigliere regionale) e<br />

Gustavo Zini.<br />

80


altre due stagioni il C.R.E. fu costretto a <strong>la</strong>sciare libera l’iscrizione indifferentemente all’uno o all’altro<br />

di questi due tornei. Dal 1966-67, raggiunto il prescritto numero di società affiliate, tutti i Commissari<br />

divennero presidenti provinciali, e dall’anno dopo si potè iniziare <strong>la</strong> disputa del<strong>la</strong> 3.a Categoria<br />

in tutte le nostre province, diventando finalmente i Comitati Provinciali e Zonali (questi ultimi<br />

denominati anche “Locali”) l’effettiva “porta di ingresso” dei campionati.<br />

Cambiava nel frattempo anche <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong> giustizia sportiva regionale: nel 1964-65 <strong>la</strong> Commissione<br />

Giudicante prendeva il nome di Commissione Disciplinare (non ne aveva però le odierne funzioni),<br />

mentre a partire dal 1967-68 fu istituita <strong>la</strong> figura del Giudice Sportivo anche per i campionati<br />

dilettanti. In pari tempo <strong>la</strong> Commissione Disciplinare assumeva i compiti che a tutt’oggi svolge: <strong>la</strong><br />

disamina dei rec<strong>la</strong>mi presentati in seconda istanza da tesserati e società sia regionali che provinciali.<br />

Al C.R.E. questi mutamenti avvennero in parte nel segno del<strong>la</strong> continuità: il primo Giudice Sportivo<br />

fu Enrico Sabattini, già a capo del<strong>la</strong> Commissione Giudicante fin dal 1959. Sabattini rimarrà in carica<br />

fino al giorno del<strong>la</strong> sua morte, il 7 gennaio 1973, dopo ben 54 anni dedicati allo sport emiliano,<br />

straordinario ed invidiabile traguardo che ben pochi possono vantare. La presidenza del<strong>la</strong> nuova Commissione<br />

Disciplinare fu invece affidata all’avv. Walter Vil<strong>la</strong>, con Manlio Moratelli, Vincenzo Zanni<br />

e Mario Tramontani nel ruolo di membri effettivi.<br />

“Coppa Italia” e “Promozione”<br />

Uno degli strumenti di cui <strong>la</strong> Lega Dilettanti si servì per promuovere i contatti interregionali non<br />

soltanto tra zone limitrofe, ma su tutto il territorio nazionale fu <strong>la</strong> Coppa Italia, istituita a partire<br />

dal<strong>la</strong> stagione 1966-67 con lo scopo di accrescere l’esperienza delle squadre regionali dando loro <strong>la</strong><br />

possibilità di trovarsi poi più preparate nell’evenienza di una promozione al settore semiprofessionistico.<br />

La manifestazione, disputata con formu<strong>la</strong> tipo “Coppe Europee”, ebbe un successo immediato. Nel<strong>la</strong><br />

terza edizione (1968-69) una nostra società, <strong>la</strong> Parmense, sfiorò il titolo soccombendo soltanto nel<strong>la</strong><br />

finalissima di Roma contro l’Almas. Le squadre del C.R.E. dovranno pazientare per altri 26 anni...<br />

Dal 1967 anche i campionati regionali emiliani avevano assunto una fisionomia definita e stabile, non<br />

più variabile secondo il numero di squadre partecipanti. Fissati in due i gironi di 1.a Categoria, portati<br />

da quattordici a otto quelli di 2.a Categoria, dove per <strong>la</strong> prima volta furono previste le retrocessioni in<br />

3.a Categoria, restava da compiere l’ultimo passo: definire le modalità di avvio del nuovo campionato<br />

di Promozione.<br />

Nel 1967-68 questo torneo era stato introdotto sperimentalmente nei due C.R. più affol<strong>la</strong>ti, quello<br />

Lombardo e quello Campano, riscuotendo un tale successo che <strong>la</strong> Lega Dilettanti decise subito di<br />

estenderlo a tutti i Comitati con almeno 150 società iscritte. Nonostante il C.R.E. rientrasse già<br />

ampiamente in questo limite, esso fu però tra gli ultimi ad attuare il provvedimento, rinviandolo di due<br />

anni poiché giustamente si ritenne necessario adeguare prima strutture ed organici (col<strong>la</strong>boratori,<br />

dirigenti, personale amministrativo, arbitri) allo sforzo che avrebbe richiesto il passaggio dei campionati<br />

regionali da 144 a 200 squadre, con un incremento delle gare pari ad oltre il 35 %.<br />

Il C.R.E. ha organizzato anche <strong>la</strong> fase regionale del<strong>la</strong> Coppa Italia Dilettanti.<br />

(*) campionato organizzato dai Comitati Provinciali e Locali.<br />

81


(Sopra) – Inaugurazione dell’impianto sportivo “Guerrino Cugo<strong>la</strong>” a Virgilio (MN), più o meno nel 1968, con premiazione di<br />

Nerio Benetti del S.G. effettuata dal presidente del C.P. di Mantova Orfeo Ferrari. Assistono al<strong>la</strong> cerimonia il dr. Iaboli, il dr.<br />

Ghidini ed il presidente regionale Zini.<br />

(Sotto) – Gustavo Zini consegna alcuni trofei nel<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> sezione arbitri di Parma (1969). Seduto a sinistra è Corrado<br />

Gotti, dietro a Zini si riconosce l’attuale consigliere regionale Maurizio Minetti; con il vestito chiaro è Domenico Balisciano,<br />

futuro presidente del C.P. di Parma, purtroppo prematuramente scomparso. A destra siedono Dino Castelvetri ed il dr. Anedda.<br />

82


Sul<strong>la</strong> maturità del nostro calcio regionale non vi era comunque il minimo dubbio, visto anche il<br />

“saldo” positivo del decennio 1960 - 1970 tra il C.R.E. ed il settore semiprofessionistico, con ben 17<br />

squadre promosse in Serie D a fronte di 9 soltanto che ne erano ritornate. In sostanza <strong>la</strong> nostra regione<br />

aveva guadagnato nei tornei a base nazionale quasi una società all’anno, percentualmente <strong>la</strong> miglior<br />

prestazione tra tutti i Comitati del<strong>la</strong> L.N.D. negli anni ’60.<br />

Nel corso del 1969-70, frattanto, era andato in vigore su tutto il territorio nazionale il “Rego<strong>la</strong>mento<br />

Sanitario” del<strong>la</strong> F.I.G.C., varato dal<strong>la</strong> Presidenza Federale con il preciso scopo di tute<strong>la</strong>re al massimo<br />

il principale patrimonio delle società, cioè gli atleti. Il “Rego<strong>la</strong>mento” imponeva per <strong>la</strong> prima volta<br />

che chiunque svolgesse attività agonistica sotto l’egida del<strong>la</strong> F.I.G.C. fosse sottoposto a preventiva<br />

visita medica per accertarne <strong>la</strong> piena idoneità fisica, mentre in precedenza tale obbligo vigeva solo per<br />

i giocatori di età superiore ai 32 anni.<br />

La Lega Dilettanti dispose pertanto <strong>la</strong> nomina presso ogni <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> di un Medico Fiduciario<br />

che fungesse da riferimento per tutti i tesserati. In <strong>Emilia</strong> fu prescelto il dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli, già distintosi<br />

fin dal 1956 nel Settore Giovanile come accompagnatore delle nostre squadre di rappresentativa<br />

e come dirigente provinciale e regionale, in seguito anche come vice-presidente nazionale del Settore.<br />

Iaboli è stato poi premiato con <strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Oro al Merito Sportivo” del C.O.N.I. ed è a tutt’oggi<br />

Dirigente Benemerito del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Dall’”austerity” al “boom”<br />

Con il 1970-71, dunque, in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> prese le mosse il nuovo ordinamento dei campionati: due<br />

gironi di Promozione (che equivalevano al passaggio di due società al<strong>la</strong> Serie D), quattro di 1.a<br />

Categoria, otto di 2.a Categoria e venti di 3.a Categoria, questi ultimi in ulteriore crescita. Nel 1972-<br />

73, compresa l’Attività Ricreativa e quel<strong>la</strong> dei 10 Comitati Provinciali e Zonali, il numero di partite<br />

complessivamente disputate in regione superò <strong>la</strong> quota-record di 5.000, con 422 società affiliate,<br />

23.000 tesserati e 770 arbitri. Una vera e propria esca<strong>la</strong>tion che in soli dieci anni aveva più che<br />

raddoppiato il movimento calcistico emiliano-romagnolo.<br />

Per contro <strong>la</strong> stagione 1973-74 si annoverò come forse <strong>la</strong> più difficile del dopoguerra, mettendo a dura<br />

prova l’intera struttura del calcio dilettantistico. La cosiddetta austerity, decretata dal governo per<br />

fronteggiare <strong>la</strong> crisi petrolifera conseguente al conflitto arabo-israeliano, investì drammaticamente i<br />

campionati nel dicembre 1973, e solo l’abnegazione ed il sacrificio di tutti gli addetti, dirigenti,<br />

calciatori, arbitri e commissari, impedirono ai tornei di fermarsi. Infatti per molte settimane gli<br />

spostamenti domenicali furono consentiti solo con i mezzi pubblici, di cui peraltro molti piccoli paesi<br />

erano e sono tuttora sprovvisti. Raramente come in questa occasione il calcio dilettantistico, sia del<strong>la</strong><br />

nostra regione che nazionale, diede una così chiara prova di vitalità e resistenza.<br />

A conferma di ciò, e nonostante varie difficoltà di altro genere, in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> <strong>la</strong> crescita delle<br />

società provinciali continuava inarrestabile: nel solo triennio 1974 - 1977 esse aumentarono di ben<br />

100 unità (+ 40 % !), e di altre 68 all’inizio del 1977-78, il che portò ad un totale di 632 società<br />

affiliate (erano 350 appena otto anni prima...). Lo sviluppo riguardava anche <strong>la</strong> 1.a e 2.a Categoria,<br />

dove molti sodalizi, già maturi per un passaggio al<strong>la</strong> serie superiore, mordevano il freno a causa del<br />

ridotto numero di promozioni disponibili.<br />

La vivacità del calcio del nostro <strong>Comitato</strong> trovava precisi riscontri anche fuori regione. Il Torneo delle<br />

Province, competizione nazionale nata nel 1969-70 come “vetrina” per le rappresentative dei Comitati<br />

Provinciali, vide a Roma il 27 giugno 1976 <strong>la</strong> prestigiosa affermazione finale di Mantova, vittoriosa<br />

su Firenze ai calci di rigore dopo l’ l-1 sul campo.<br />

Eccellente anche <strong>la</strong> prova emiliana al Torneo delle Regioni (Trofeo “O. Barassi”) del 1977, quando <strong>la</strong><br />

selezione del C.R.E. guidata dal prof. Guido Corni giunse l’11 aprile al<strong>la</strong> finalissima di Falconara<br />

83


(Sopra) – A Ferrara (1972 circa) l’ex-arbitro Eriprando Poggipollini esegue una premiazione al termine di un torneo notturno;<br />

accanto a lui il presidente del C.P. Mario Tavolini. Sul<strong>la</strong> destra, con camicia bianca e giacca scura, è presente il col<strong>la</strong>boratore<br />

del C.R.E. Ivo Franceschi.<br />

(Sotto) – Festeggiamenti all’U.S. Spaggiari di Reggio <strong>Emilia</strong> nel 1974. In primo piano da sinistra: Gotti, Manlio Moratelli, il<br />

presidente Zini, il comm. Spaggiari, il presidente del C.P. di Reggio <strong>Emilia</strong> Ugo Valli, il dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli e Bonifacio<br />

Borto<strong>la</strong>zzi del Settore Giovanile.<br />

84


Marittima, cedendo al<strong>la</strong> forte squadra del Veneto soltanto nei tempi supplementari (1-3) perché decimata<br />

da infortuni.<br />

Il C.R.E. ha organizzato anche <strong>la</strong> fase regionale del<strong>la</strong> Coppa Italia Dilettanti e <strong>la</strong> Coppa <strong>Emilia</strong> (dal 1978-79).<br />

Campionati più <strong>la</strong>rghi<br />

Questa dimostrazione di forza sportiva, accompagnata da pressanti istanze delle società nonché da<br />

considerazioni di ordine economico ed organizzativo, indussero il Consiglio Direttivo del C.R.E. a<br />

studiare una ulteriore ristrutturazione dei campionati, di concerto con quanto già si stava definendo in<br />

ambito nazionale. Qui nel 1978 <strong>la</strong> Serie C fu sdoppiata in C/1 e C/2, accanto alle quali rimase per tre<br />

anni una Serie D ridotta da nove a sei gironi (tre di essi erano infatti andati a costituire una parte del<strong>la</strong><br />

nuova Serie C/2). Nel 1981 <strong>la</strong> nota Legge 91 sullo sport decretò <strong>la</strong> fine del semiprofessionismo, e con<br />

esso del<strong>la</strong> Serie D, sostituita dal campionato Interregionale.<br />

Nel frattempo <strong>la</strong> L.N.D. aveva deciso nel 1976-77 di trasferire ai Comitati Provinciali l’attività dei<br />

calciatori cosiddetti Juniores (16 - 18 anni), sottraendo<strong>la</strong> così al Settore Giovanile, e ciò nell’ottica di<br />

stimo<strong>la</strong>re ulteriormente tutti i clubs all’allevamento in proprio di giovani atleti.<br />

Giustificata quindi, nel complesso, l’apprensione con cui il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no annunciò<br />

nell’estate 1977 l’al<strong>la</strong>rgamento dei campionati di Promozione, 1.a e 2.a Categoria e l’istituzione di un<br />

torneo regionale denominato “Coppa <strong>Emilia</strong>”, tutto a partire dal 1978-79. Infatti, pur ottenendo a<br />

beneficio delle società <strong>la</strong> soddisfazione delle loro aspettative e una leggera riduzione degli oneri<br />

economici, il C.R.E. dovette fronteggiare in qualche modo l’aumento di circa 1.000 gare annue (pari<br />

al 30 % per le sole categorie maggiori), fonte di iniziali inconvenienti poi sanati gradualmente mediante<br />

il rinforzo del numero di col<strong>la</strong>boratori sia nell’ente regionale che in quelli provinciali e locali.<br />

Anche il risultato agonistico del<strong>la</strong> prima stagione ad organico ampliato <strong>la</strong>sciò a desiderare, essendo<br />

emerso sia pure in modo contenuto quello scadimento tecnico dei campionati paventato dallo stesso<br />

presidente Zini al<strong>la</strong> vigilia del<strong>la</strong> riforma.<br />

Una vistosa conseguenza negativa fu il ripristino, nel campionato di Promozione, delle temute finali<br />

tra le vincenti dei tre gironi per l’accesso al<strong>la</strong> Serie D, dove proprio dal 1978-79 il numero di posti<br />

disponibili per le squadre provenienti dal settore dilettanti era addirittura sceso da 27 a 24. E al<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no era stato assegnato un solo posto, tornandosi in pratica al<strong>la</strong> situazione<br />

di quindici anni prima!<br />

Nel 1981-82 nacque il campionato Interregionale con dodici gironi, e al<strong>la</strong> nostra regione furono<br />

restituite due promozioni, ma nemmeno allora il problema delle finali fu eliminato, trascinandosi per<br />

85


(Sopra) – Squadra rappresentativa dell’<strong>Emilia</strong> ad un Torneo delle Regioni (forse nel 1975). L’accompagnano Dino Castelvetri,<br />

Gaetano Sandrini (a sinistra), Gustavo Zini e Corrado Gotti (a destra). Il secondo in ginocchio a sinistra è Sergio Cattoli, che<br />

sarà poi per alcuni anni giudice sportivo regionale.<br />

(Sotto) – Ubaldo Tamburini (a destra) premia Eliseo Bonora, ancora oggi col<strong>la</strong>boratore del C.R.E.R. Assiste al<strong>la</strong> premiazione<br />

Gaetano Sandrini, per molti anni membro dell’ufficio del giudice sportivo regionale. La foto è dei primi anni ’70.<br />

86


oltre un decennio fra polemiche e recriminazioni; c<strong>la</strong>moroso il caso del 1986-87, quando tutte e sei le<br />

gare di qualificazione si chiusero in parità, e si dovette ricorrere ad un crudele sorteggio per escludere<br />

una delle tre finaliste...<br />

Da menzionare, in questo periodo, un primo tentativo di decentramento effettuato dal <strong>Comitato</strong> Provinciale<br />

di Parma, a cui in via eccezionale fu affidato per il 1979-80 anche un girone di 2.a Categoria.<br />

Nonostante l’oggettiva riuscita dell’esperimento ed il dichiarato gradimento delle società, <strong>la</strong> cosa fu<br />

giudicata troppo... avveniristica e rimase senza seguito. L’anno seguente sempre il C.P. di Parma si<br />

segnalò per <strong>la</strong> prestigiosa vittoria nazionale nel Torneo delle Province, ottenuta il 12 giugno 1981 ad<br />

Albino (BG) contro <strong>la</strong> pari rappresentativa di L’Aqui<strong>la</strong> (4-0), dopo una maratona di ben otto gare.<br />

Ricordiamo che sul finire degli anni ’70 il <strong>Comitato</strong> fu colpito da alcuni dolorosi lutti. Il 14 aprile<br />

1976, all’età di neppure settantaquattro anni, scomparve Corrado Gotti, “fedelissimo” di Gustavo<br />

Zini e segretario per ben ventuno stagioni del nostro organo regionale, di cui faceva parte da trent’anni.<br />

Gli successe il cav. Dino Castelvetri, già arbitro federale dal 1936, poi nel dopoguerra dirigente di<br />

Lega Giovanile e Fiduciario <strong>Regionale</strong> Arbitri. Purtroppo di lì a poco (6 marzo 1978) anche Castelvetri<br />

doveva mancare in modo improvviso e prematuro.<br />

Il 15 giugno 1977 era invece deceduto il cav. Alberto Stagni, pioniere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no,<br />

in cui era entrato nel 1922 ad appena 23 anni, divenendo in seguito membro del Direttorio VII. Zona<br />

nel 1934, del<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> nel 1945, del<strong>la</strong> Lega Giovanile emiliana nel 1949, Commissario Speciale<br />

per gli arbitri dal 1950 circa, Fiduciario Tecnico <strong>Regionale</strong> dal 1952 al 1960, Ispettore Revisore<br />

del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti dal 1959 al 1971 e Ispettore del<strong>la</strong> F.I.G.C. dagli anni ’50 in poi. Pur<br />

senza mai ricoprire incarichi di vertice, <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di Alberto Stagni con <strong>la</strong> Federazione risultò<br />

dell’eccezionale durata di 55 anni, superiore anche a quel<strong>la</strong> del già menzionato Enrico Sabattini, il<br />

quale peraltro durante il “ventennio” si era limitato all’attività societaria con il Bologna.<br />

Infine l’anno 1979 venne funestato dal<strong>la</strong> scomparsa del cav. uff. Manlio Moratelli (14 gennaio) e<br />

dell’avv. Leo Gattamorta (11 febbraio), il primo già arbitro di ottimo livello in Serie B, poi dirigente<br />

arbitrale benemerito, componente e presidente del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare dal 1968; il secondo<br />

consigliere del C.R.E. dal 1960, dirigente benemerito del<strong>la</strong> F.I.G.C. e per anni Giudice Sportivo al<br />

<strong>Comitato</strong> Provinciale di Forlì.<br />

87<br />

Il cav. Alberto Stagni; a destra Corrado Gotti.


(Sopra) – Il presidente del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti in compagnia di membri del C.R.E. (1970): attorniano Ottorino Barassi<br />

il dr. Ghidini, il M° Zini, il cav. Sabattini, Gotti, Bonora e Sacchi.<br />

(Sotto) – In occasione di un’Assemblea regionale intorno al 1974: da sinistra (seduti) Franco Corradi e Bruno Sacchi (consiglieri),<br />

Manlio Moratelli (presidente del<strong>la</strong> C.D.), M° Zini (presidente C.R.E.), dr. Cesare Camilletti (consigliere federale), dr.<br />

Ghidini (consigliere), dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli e dr. Giuseppe Piana (fiduciari medici sportivi). In piedi invece sono il dr. Giampaolo<br />

Ludergnani e il M° Vincenzo Zanni (del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare), ed il segretario Gotti.<br />

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(Sopra) – Consegna del premio “Luigi Casini” 1976 a Franco Bettinelli (al centro), presidente nazionale del Settore Giovanile.<br />

Intorno a lui, da sinistra: il comm. Raffaele Grandi (presidente C.R. Laziale del S.G.), un arbitro, il dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli, il<br />

preparatore atletico Barberini, il dr. Franco Biscozzi (in prima fi<strong>la</strong>, attuale presidente del C.R. Puglie), F. Bettinelli, Sergio<br />

Magris (del S.G. Friuli Ven. Giulia), il giornalista Carlo Ventura, Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi e il dr. Raffaele Cipollone (S.G.<br />

Laziale). Seduto è il geom. Marcello Berselli (C.R. Piemontese).<br />

(Sotto) – Premiazione dei dirigenti benemeriti del<strong>la</strong> Lega Dilettanti e del Settore Giovanile (a Roma, dicembre 1977). Si riconoscono<br />

in prima fi<strong>la</strong> Zini, Artemio Franchi allora Presidente del<strong>la</strong> L.N.D., Borto<strong>la</strong>zzi e Francesco Cortesi (penultimo a destra,<br />

in veste di presidente del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Ravenna). Cortesi negli anni ’30 fu anche un ottimo calciatore, giocando per<br />

circa un quindicennio nelle file dei giallorossi romagnoli in Serie C e segnando ben 140 reti.<br />

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(Sopra) – Il presidente Gustavo Zini presiede una riunione regionale (anno 1978 circa). Al tavolo siedono da sinistra: il cav.<br />

Moritz Galei (presidente C.L. di Finale <strong>Emilia</strong>), il consigliere dr. Vincenzo Ghidini, poi (oltre Zini) il giudice sportivo avv.<br />

Luigi Labombarda e due membri del<strong>la</strong> Commissione Arbitri <strong>Regionale</strong>, Giovanni Fornari e Vincenzo Salomoni.<br />

(Sotto) – Rara testimonianza fotografica di un Consiglio Direttivo del C.R.E., negli anni ‘70. E’ ospite il presidente del C.R.<br />

Marchigiano Leonardo Sabbatini (primo a sinistra); seguono i consiglieri Corradi, Sacchi, Ghidini, Zini (presidente), Tavolini<br />

(segretario), Guidetti, dr. Cesare Camilletti (consigliere federale, anch’egli ospite) e Ronchi.<br />

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Il “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>” (1981 - )<br />

L’addio a Gustavo Zini<br />

Tre sole righe nel comunicato ufficiale n.18 annunciavano che dal 19 novembre 1981 il <strong>Comitato</strong><br />

aveva un nuovo nome: era nato il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>. Il tono <strong>la</strong>conico del<strong>la</strong><br />

notizia non deve ingannare, perché non si trattò di un semplice adeguamento amministrativo al<strong>la</strong><br />

dizione ufficiale del<strong>la</strong> nostra Regione. La presenza ed i contributi fondamentali forniti al<strong>la</strong> causa<br />

sportiva del <strong>Comitato</strong> nel corso di sessant’anni da società, dirigenti ed atleti del<strong>la</strong> terra del Passatore<br />

dovevano in ogni caso essere riconosciuti fin dall’intito<strong>la</strong>zione stessa dell’organo calcistico federale,<br />

espressione comunque da sempre di entrambe le realtà regionali.<br />

In quel<strong>la</strong> stessa stagione 1981-82, i campionati emiliano-romagnoli avevano visto al nastro di partenza<br />

circa 630 squadre, allineate nei tornei di Promozione, 1.a, 2.a, 3.a Categoria e “Under 20”, oltre<br />

al<strong>la</strong> Coppa <strong>Emilia</strong> intito<strong>la</strong>ta al<strong>la</strong> memoria dello scomparso Dino Castelvetri. Il risultato economico fu<br />

rilevante, con un avanzo di gestione di circa 30 milioni che raddoppiò l’anno dopo. Il positivo andamento<br />

delle finanze permise di programmare per il 1984-85 l’ammodernamento delle strutture d’ufficio<br />

e dei mezzi di funzionamento anche dei Comitati Provinciali e Locali. Inoltre l’informatica si<br />

affacciò per <strong>la</strong> prima volta al C.R.E.R. sotto forma di video-terminali collegati al calco<strong>la</strong>tore centrale<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. a Roma, per <strong>la</strong> gestione dei tesseramenti e del<strong>la</strong> contabilità amministrativa.<br />

Ed ancora: grazie al piano varato dal<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti per <strong>la</strong> realizzazione di 500 impianti<br />

polivalenti in tutta Italia nel corso di un quinquennio, l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> potè godere dei contributi<br />

federali per <strong>la</strong> costruzione o l’adeguamento di oltre 50 campi sportivi tra il 1984 ed il 1985.<br />

Purtroppo un po’ al<strong>la</strong> volta continuavano a scomparire i protagonisti “storici” del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Il 1. luglio 1983 ci <strong>la</strong>sciò il comm. Bruno Sacchi, ferrarese, per ben ventisette anni consigliere del<br />

C.R.E.R. ed in Federazione da oltre trenta. E quasi a sancire il definitivo trapasso dal “vecchio”<br />

<strong>Comitato</strong> ad un nuovo organismo teso soprattutto al rinnovamento, giunse nel 1985 <strong>la</strong> luttuosa circostanza<br />

del<strong>la</strong> morte del “Presidentissimo” cav. Gustavo Zini.<br />

Che <strong>la</strong> presidenza di Zini sia stata epocale non vi è alcun dubbio: basta guardare al<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong><br />

del 1952, nelle sue modestissime stanzette del<strong>la</strong> “Sa<strong>la</strong> Borsa”, e confrontar<strong>la</strong> con il C.R.E.R. di 33<br />

anni dopo, forte di centinaia di società e di un’attività sportiva ormai diffusa capil<strong>la</strong>rmente, il cui giro<br />

di affari superava il mezzo miliardo di lire. Proprio per l’impegno sempre più gravoso al<strong>la</strong> guida del<br />

<strong>Comitato</strong>, e naturalmente per l’inevitabile avanzare dell’età (era in tutta Italia il più anziano presidente<br />

di <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> ancora in carica), il cav. Zini aveva manifestato all’ultima Assemblea qualche<br />

segno di comprensibile stanchezza.<br />

Alle elezioni del 26 giugno 1984, comunque, le società gli avevano tributato ancora una volta <strong>la</strong><br />

fiducia, mentre viceversa nel Consiglio Direttivo non erano mancate le novità: il numero dei membri<br />

venne portato da cinque a sette, data l’ampiezza e l’importanza assunte delle problematiche di gestione<br />

del C.R.E.R. Accanto ai confermati dr. Vincenzo Ghidini, dr. Adriano Guidetti e Mario Tavolini,<br />

entrarono tre nuovi consiglieri: il dr. Carlo Leoni, il dr. Pier Paolo Gugnoni e l’arch. Alberto Mambelli,<br />

quest’ultimo presidente di una picco<strong>la</strong> società romagno<strong>la</strong>, l’ A.C. Ribelle, proprio in quegli anni sugli<br />

scudi con due campionati ed una Coppa <strong>Emilia</strong> vinti in soli tre anni.<br />

La dolorosa scomparsa di Gustavo Zini, avvenuta il 17 giugno 1985 quando stava per sopraggiungere<br />

il meritato periodo di riposo al termine di una stagione molto intensa, colse un po’ di sorpresa l’ambiente<br />

sportivo regionale. Tuttavia <strong>la</strong> pausa estiva fu propizia per <strong>la</strong> definizione delle candidature e<br />

per <strong>la</strong> conduzione delle rispettive “campagne elettorali”, in vista dell’Assemblea delle società che<br />

avrebbe designato il nuovo presidente.<br />

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(Sopra) – Suggestiva panoramica dell’Assemblea regionale del 28 settembre 1985, nel<strong>la</strong> palestra di Vil<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>vicini affol<strong>la</strong>ta<br />

di circa 400 persone.<br />

(Sotto) – Il tavolo del Consiglio: da sinistra Guidetti, Ghidini, Tavolini, il presidente del<strong>la</strong> L.N.D. Antonio Ricchieri, Mambelli,<br />

il presidente regionale del C.O.N.I. Mattei, ed a seguire gli altri consiglieri del C.R.E.R.<br />

92


La <strong>Romagna</strong> al<strong>la</strong> ribalta<br />

Fin dal<strong>la</strong> vigilia dell’elezione, posizioni e pronostici si erano ben delineati. Nonostante <strong>la</strong> presenza di<br />

candidati di tutto rilievo, come il dr. Vincenzo Ghidini, consigliere regionale da quasi venticinque<br />

anni, Pietro Billone, dirigente leader del Settore Giovanile e Mario Tavolini, stimatissimo segretario<br />

del <strong>Comitato</strong>, i favori andavano sorprendentemente al giovane outsider Alberto Mambelli, che fra<br />

l’altro portava in dote <strong>la</strong> nomina a Reggente del C.R.E.R. avuta dal<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti appena<br />

un mese prima, nonché il presumibile appoggio compatto delle società romagnole.<br />

L’Assemblea del 28 settembre 1985, al<strong>la</strong> Vil<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>vicini di Bologna, presente il dr. Antonio Ricchieri<br />

a rappresentare <strong>la</strong> L.N.D., fu caratterizzata da grande affol<strong>la</strong>mento e concitazione, d’altronde pienamente<br />

giustificati dall’importanza del<strong>la</strong> posta in palio. Mambelli <strong>la</strong> spuntò in scioltezza, ottenendo<br />

subito <strong>la</strong> maggioranza assoluta (186 preferenze) e distaccando <strong>la</strong>rgamente <strong>la</strong> concorrenza, rappresentata<br />

nell’ordine da Tavolini, Ghidini e Adriano Predieri.<br />

A distanza di soli quattro anni dall’entrata nel<strong>la</strong> denominazione ufficiale del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, <strong>la</strong><br />

<strong>Romagna</strong> ne conquistava addirittura <strong>la</strong> presidenza!<br />

Con questo voto le società espressero una chiara richiesta di rinnovamento, che sembrava poter essere<br />

garantito soprattutto dal<strong>la</strong> giovane età di Mambelli, a dispetto del<strong>la</strong> sua ancor breve esperienza federale.<br />

Esperienza che l’architetto romagnolo dovette maturare sul campo fin dal<strong>la</strong> sua prima stagione<br />

(1985-86), travagliata da un’oscura vicenda che gettò ombre su alcuni campionati. Superata con energia<br />

<strong>la</strong> crisi, lo staff dirigenziale si rimise immediatamente al <strong>la</strong>voro, che proprio non mancava visto<br />

l’ulteriore sviluppo delle società dipendenti, passate dalle 674 del 1983 alle 760 del 1986 con un<br />

incremento del 5 % annuo.<br />

Il C.R.E.R. ha organizzato anche <strong>la</strong> fase regionale del<strong>la</strong> Coppa Italia Dilettanti, <strong>la</strong> Coppa <strong>Emilia</strong>, il Campionato <strong>Regionale</strong> Under<br />

20 (dal 1982-83, diventato poi Under 19 e Under 18) e i campionati regionali di Calcio a Cinque (dal 1983-84) e di Calcio<br />

Femminile (dal 1986-87).<br />

(+) su incarico del Consiglio Federale, il C.R.E.R. ha organizzato a Bologna <strong>la</strong> gara internazionale Italia-Grecia l’8 ottobre 1986.<br />

Un merito da ascrivere a Mambelli è senz’altro <strong>la</strong> ripresa dell’attività internazionale nel<strong>la</strong> nostra<br />

regione. Già dai primi mesi egli si adoperò per il ritorno del<strong>la</strong> squadra azzurra in <strong>Emilia</strong>, cosa che<br />

ottenne fin dall’8 ottobre 1986 con <strong>la</strong> partita amichevole Italia-Grecia. A questo proposito ricordiamo<br />

che nei quattordici anni di presidenza di Alberto Mambelli si sono giocate in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> 8 gare<br />

del<strong>la</strong> Nazionale “A”, 11 dell’ “Under 21”, 4 del<strong>la</strong> rappresentativa di Serie C e 6 incontri di altre<br />

Nazionali maggiori non italiane, equamente distribuite in tutte le nostre nove province. Nel 1993<br />

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(Sopra) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Modena, 13 dicembre 1980: il presidente cav. Marri ed il vice-presidente del<strong>la</strong> L.N.D. prof.<br />

Armando Boselli premiano l’ex giocatore del Modena Sergio Brighenti per <strong>la</strong> sua attività di allenatore.<br />

(Sotto) – Premiazione nel 1981 a Morciano (FO) di Elvezio Ortali (al centro), presidente del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Forlì e<br />

vecchia bandiera del calcio forlivese negli anni ’30 e ’40. Ortali era nato a Dolo (VE) il 1. agosto 1914, e fu calciatore fin da<br />

giovanissima età; nel Forlì giocò dal 1932 al 1948, in Serie C e B. Poi è stato dirigente federale fino al 1992, come commissario<br />

e presidente del C. P. di Forlì. Per <strong>la</strong> sua carriera di atleta e di dirigente ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui citiamo il<br />

premio C.O.N.I. del<strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Argento” (1979) e del<strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Oro al Merito Sportivo” (1995); il diploma di Dirigente Benemerito<br />

F.I.G.C. nel 1964 e <strong>la</strong> benemerenza sportiva del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti nel 1990. E’ morto a Forlì nell’ottobre 2000.<br />

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ebbe poi svolgimento in <strong>Romagna</strong> il Campionato Europeo per Nazioni di calcio femminile.<br />

Un discorso a parte merita <strong>la</strong> Nazionale dilettanti. In <strong>Romagna</strong> essa è oramai di casa, fin da quando<br />

nel 1987 nacque il “Torneo Quadrango<strong>la</strong>re dell’Adriatico”, disputato fino al 1989. Dal 1991, invece,<br />

vi si è giocato il “Torneo Internazionale Under 18 per Nazioni” intito<strong>la</strong>to all’indimenticabile giornalista<br />

sportivo Paolo Valenti. Il prestigio raggiunto da questa manifestazione è altissimo, equivalente<br />

a quello di un campionato europeo di categoria. Esso si è svolto sui campi delle province di<br />

Ravenna, Forlì, Rimini e del<strong>la</strong> Repubblica di San Marino nel periodo delle feste Pasquali, ed ha visto<br />

<strong>la</strong> disputa di oltre 50 gare del<strong>la</strong> nostra Nazionale “Under 18”, su un complesso di circa 200 incontri<br />

organizzati nell’ambito del Torneo nelle sue nove edizioni.<br />

Dal commissariamento del<strong>la</strong> F.I.G.C. al Mondiale italiano<br />

Il biennio 1985-86 fu uno dei peggiori che <strong>la</strong> nostra storia calcistica ricordi. Tra <strong>la</strong> terribile notte dello<br />

stadio Heysel di Bruxelles ed il c<strong>la</strong>moroso fallimento del<strong>la</strong> spedizione azzurra ai Campionati Mondiali<br />

in Messico, si passò attraverso le squallide vicende legate alle scommesse c<strong>la</strong>ndestine in cui<br />

furono coinvolte società e personaggi assai in vista. La grande barca del calcio italiano sembrava più<br />

che mai andare al<strong>la</strong> deriva.<br />

Dimessosi in blocco il Consiglio Federale, al C.O.N.I. non restò che ricorrere per <strong>la</strong> terza volta nel<strong>la</strong><br />

sua storia al commissariamento del<strong>la</strong> Federazione calcistica nazionale. Nel giugno 1986 il dr. Franco<br />

Carraro fu nominato Commissario Straordinario del<strong>la</strong> F.I.G.C., affiancato dal prof. Andrea Manzel<strong>la</strong><br />

in qualità di vice. Da notare che Carraro mantenne contemporaneamente anche <strong>la</strong> presidenza del<br />

C.O.N.I. stesso, raccogliendo così nel<strong>la</strong> propria persona un vastissimo potenziale di comando sul<br />

mondo sportivo.<br />

A differenza però di quanto aveva fatto Bruno Zauli ventotto anni prima, Carraro non intervenne<br />

direttamente nelle competenze dei vari Enti federali, concentrandosi invece su alcuni obbiettivi fondamentali:<br />

l’approntamento del nuovo Statuto del<strong>la</strong> Federazione (varato in effetti il 25 aprile 1987),<br />

dei nuovi Rego<strong>la</strong>menti e delle norme economiche ed organizzative per i campionati. Franco Carraro<br />

non portò a termine il suo mandato perché nominato Ministro del Turismo e dello Spettacolo nel<br />

giugno 1987; fu sostituito dal prof. Manzel<strong>la</strong> fino al termine del commissariamento, il 31 ottobre<br />

1987. Il 1. novembre a Roma, nel corso dell’Assemblea Federale straordinaria, l’on. Antonio Matarrese<br />

fu eletto presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C.; al<strong>la</strong> vice-presidenza accedeva Antonio Ricchieri, che <strong>la</strong>sciava così<br />

<strong>la</strong> “poltrona” del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti al nuovo presidente, il dr. Elio Giulivi.<br />

Nel contesto sancito dal nuovo Statuto Federale <strong>la</strong> L.N.D. usciva rafforzata, avendo ottenuto una<br />

collocazione paritaria con <strong>la</strong> Lega Professionisti, e quindi più consona al<strong>la</strong> portata crescente e vastissima<br />

del movimento dilettantistico italiano. Le società di questo settore avevano superato proprio nel<br />

1986 <strong>la</strong> soglia delle diecimi<strong>la</strong> affiliazioni, né <strong>la</strong> crescita accennava a rallentare.<br />

Durante il periodo commissariale del<strong>la</strong> F.I.G.C. il presidente del C.R.E.R. Mambelli aveva fatto parte<br />

del<strong>la</strong> Commissione Nazionale per <strong>la</strong> Ristrutturazione dei Campionati, e gli avvenimenti del 1987<br />

avevano visto il nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> già allineato con l’opera di rinnovamento intrapresa dai<br />

vertici nazionali.<br />

Riconfermata infatti <strong>la</strong> leadership emiliano-romagno<strong>la</strong> nell’Assemblea del 26 settembre 1987, il buon<br />

andamento dei tornei e l’ulteriore costante ascesa del numero di società dipendenti suggerì per il<br />

1987-88 di al<strong>la</strong>rgare l’organico dei dodici gironi del<strong>la</strong> 2.a Categoria da 168 a 192 formazioni. Altri<br />

positivi riscontri si ebbero con il proseguimento del piano di informatizzazione degli Enti provinciali<br />

e di alcuni servizi del <strong>Comitato</strong> stesso, come quello dell’Ufficio Campi Sportivi che dal 1988 si potè<br />

avvalere di un nuovo Catasto Elettronico per <strong>la</strong> gestione dei circa 800 impianti in regione.<br />

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(Sopra) – La squadra del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna (categoria Giovanissimi) che allo Stadio F<strong>la</strong>minio di Roma il 25<br />

giugno 1983 si <strong>la</strong>ureò Campione d’Italia sconfiggendo <strong>la</strong> rappresentativa di Catania per 1-0. La accompagnavano (da sinistra)<br />

l’allenatore Giovanni Vannini, il dr. Iaboli, il dr. Lippolis (al centro), l’avv. Carlo Grassi, che assistè al<strong>la</strong> manifestazione<br />

come presidente nazionale del Settore Giovanile, il cav. Borto<strong>la</strong>zzi, il dr. Tinti e Francesco Brighenti.<br />

(Sotto) – L’Assemblea regionale del 15 ottobre 1988, svoltasi all’Hotel Royal Carlton di Bologna. Da destra verso sinistra: il<br />

prof. Giorgio Moro (presidente del S.G.S. del C.R.E.R.), Antonio Sbardel<strong>la</strong>, Alessandro Belletti presidente del C.P. di<br />

Mantova, Edmondo Caira, Elio Giulivi, ecc.; dal podio il presidente Mambelli si rivolge ai presenti. L’ultimo a sinistra, di<br />

fronte, è F<strong>la</strong>vio Parmeggiani, all’epoca Addetto Stampa del <strong>Comitato</strong> e scomparso in una tragica circostanza nel 1993.<br />

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Novità anche nel Consiglio Direttivo: i membri diventarono otto a partire dal<strong>la</strong> stagione 1989-90, e<br />

ciò per garantire che venissero opportunamente rappresentate tutte le province facenti parte del nostro<br />

<strong>Comitato</strong>.<br />

Nel settembre 1988 purtroppo si spense Mario Tavolini, dopo quarantatrè anni spesi al servizio volontario<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. Aveva ricoperto una moltitudine di incarichi, dimostrando sempre volontà e<br />

capacità non comuni: col<strong>la</strong>boratore e segretario del<strong>la</strong> Lega Giovanile a Ferrara, arbitro federale fino<br />

al<strong>la</strong> Serie B, presidente del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Ferrara, consigliere e segretario del C.R.E., Delegato<br />

<strong>Regionale</strong> per il calcio femminile ed infine presidente del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare, nominato<br />

appena due mesi prima che <strong>la</strong> morte lo cogliesse a soli sessantotto anni. La sua scomparsa fu una<br />

grave perdita per lo sport emiliano.<br />

Il decennio si chiuse con <strong>la</strong> grande “vetrina” offerta dal Campionato del Mondo 1990 disputato in<br />

Italia. Grazie ai provvedimenti legis<strong>la</strong>tivi varati fin dal 1987, anche l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> aveva potuto<br />

usufruire di stanziamenti a vario titolo per costruire, migliorare o ristrutturare campi sportivi per tutte<br />

le discipline. Ben quattro squadre nazionali si stabilirono in regione, utilizzando come sedi di allenamento<br />

Imo<strong>la</strong>, Modena, Salsomaggiore, Cervia e Casteldebole. Il vecchio stadio Comunale di Bologna<br />

fu oggetto di un completo remake, e nel suo rinnovato scenario si disputarono due gare dei gironi<br />

eliminatori ed una degli ottavi di finale.<br />

Il decennio di fine secolo<br />

La prima stagione seguita al Mondiale italiano inaugurò l’ultimo decennio del ventesimo secolo, che<br />

calcisticamente si dimostrerà alquanto movimentato e produrrà grandi cambiamenti e nuove prospettive.<br />

Gli anni ’90 si aprivano comunque bene per il nostro <strong>Comitato</strong>, con il raggiungimento delle mille<br />

società affiliate, di cui circa 770 dilettanti e le rimanenti del Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico, di Calcio<br />

a Cinque e di Calcio Femminile, con oltre 30.000 tesserati: un esaltante traguardo che faceva del<br />

C.R.E.R. <strong>la</strong> quarta forza all’interno del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti. Nel frattempo il 1. luglio 1990<br />

era partito il piano di ristrutturazione dei campionati regionali, secondo quanto già deciso dal Consiglio<br />

Direttivo del<strong>la</strong> L.N.D. fin dal 19 dicembre 1989. Si trattò di una riforma simile a quel<strong>la</strong> del 1967-<br />

68, con l’introduzione di una nuova serie denominata Eccellenza inserita tra il campionato di Promozione<br />

e quello Interregionale, il quale a sua volta si sarebbe chiamato Campionato Nazionale Dilettanti.<br />

Le novità proseguirono nel 1993, quando <strong>la</strong> L.N.D. prese l’importante decisione di abolire le restrizioni<br />

che fino ad allora avevano limitato l’impiego di calciatori di età superiore a 25 - 27 anni, secondo<br />

le categorie. Venne stabilito un nuovo principio: l’utilizzo obbligatorio di un certo numero di<br />

giovani atleti, inizialmente tre diciottenni nel Campionato Nazionale Dilettanti e due in Eccellenza e<br />

Promozione. Il provvedimento era necessario in quanto <strong>la</strong> precedente normativa aveva finito per escludere<br />

dal vasto palcoscenico dilettantistico un gran numero di giocatori ultra-ventisettenni, <strong>la</strong> maggior<br />

parte dei quali però ancora validi agonisticamente e tecnicamente.<br />

I nuovi tornei partiti nel 1991-92 in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> vedevano, accanto al<strong>la</strong> citata serie di Eccellenza,<br />

quattro gironi di Promozione, otto di 1.a Categoria e sedici di 2.a Categoria; in totale trenta campionati,<br />

contro i ventuno precedenti, per un aumento del 25 % delle gare organizzate annualmente che<br />

assommarono al<strong>la</strong> cifra record di oltre 6.200. L’anno dopo venne anche istituita una Coppa regionale<br />

riservata alle sole squadre di 2.a Categoria, a fianco del<strong>la</strong> Coppa Italia e del<strong>la</strong> Coppa <strong>Emilia</strong>.<br />

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(Sopra) – Visita del Presidente Federale Antonio Matarrese al C.R.E.R., nel 1986. Qui è in compagnia di una folta rappresentanza<br />

reggiano-modenese: da sinistra Umberto Simonazzi, Giancarlo Chiari, Anzio Arati e (oltre Matarrese) Adriano Guidetti,<br />

tutti del C.P. di Reggio <strong>Emilia</strong>. Seguono Alberto Mambelli, il sig. Graziosi del<strong>la</strong> Vignolese e il presidente del C.P. di Modena<br />

Celestino Marri.<br />

(Sotto) – Sempre in occasione del<strong>la</strong> visita di Matarrese nel 1986, vediamo in questa foto vecchi e nuovi col<strong>la</strong>boratori del<br />

<strong>Comitato</strong>: il veterano Ivo Franceschi (a sinistra), Roberto Maglieri futuro giudice sportivo, Fiorel<strong>la</strong> Lambertini oggi Segretario<br />

regionale, e l’attuale delegato per il Calcio a Cinque Alessandro d’Errico.<br />

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Il C.R.E.R. ha organizzato anche <strong>la</strong> fase regionale del<strong>la</strong> Coppa Italia Dilettanti, <strong>la</strong> Coppa Regione di 1.a e di 2.a Categoria, il<br />

Campionato <strong>Regionale</strong> Juniores (dal 1992-93, già Under 18) ed i campionati regionali di Calcio a Cinque e di Calcio Femminile.<br />

(*) campionato organizzato dai Comitati Provinciali.<br />

Su questo confortante panorama sportivo, tuttavia, si erano addensate alcune nubi che avevano provocato<br />

una picco<strong>la</strong>... burrasca nel<strong>la</strong> primavera del 1991. Tutto nacque da una crisi interna al <strong>Comitato</strong>,<br />

generata da una temporanea incomprensione fra il segretario Marco Campomori ed il presidente<br />

Mambelli. Il 15 maggio il Consiglio Direttivo del C.R.E.R., con una decisione quanto mai drastica ed<br />

insolita, sollevò Campomori dall’incarico di segretario, sostituendolo otto giorni dopo con il presidente<br />

del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare cav.uff. Moritz Galei, nonostante questi non facesse parte del<br />

Consiglio stesso. In passato, infatti, senza eccezione alcuna i segretari erano sempre stati scelti tra i<br />

consiglieri; viceversa, a partire da questa data <strong>la</strong> segreteria sarà sempre affidata a persona esterna al<br />

Consiglio Direttivo. Campomori conservò comunque <strong>la</strong> posizione di consigliere, mentre a capo del<strong>la</strong><br />

Disciplinare si insediò il rag. Franco Bonfiglioli.<br />

La vicenda non <strong>la</strong>sciò tracce evidenti, tanto che, scadendo nel 1992 il secondo mandato del presidente<br />

Alberto Mambelli, all’Assemblea generale del 5 giugno il gruppo consiliare si ripresentò compatto,<br />

forte dei risultati ottenuti nel quadriennio in cui il C.R.E.R. era balzato per importanza dal settimo al<br />

quarto posto tra tutti i Comitati Regionali del<strong>la</strong> F.I.G.C. Al<strong>la</strong> carica di presidente si presentò candidato<br />

il solo Mambelli, nonostante fino a qualche mese prima si fossero profi<strong>la</strong>te diverse altre candidature,<br />

poi rientrate data <strong>la</strong> fortissima posizione del presidente uscente. Come previsto, infatti, l’arch.<br />

Alberto Mambelli fu riconfermato, e con lui l’intero Consiglio Direttivo.<br />

Nel<strong>la</strong> sua re<strong>la</strong>zione all’Assemblea Mambelli toccò fra gli altri alcuni argomenti di grande interesse ed<br />

attualità. Sostenne <strong>la</strong> necessità di affidare in permanenza <strong>la</strong> segreteria regionale a personale retribuito<br />

ed appositamente preparato a tale compito; ed in tal senso un primo intervento si ebbe fin dal 1993<br />

con <strong>la</strong> nomina del nuovo segretario Gianni Solmi, veterano dei dipendenti del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Annunciò poi il prossimo al<strong>la</strong>rgamento del personale del C.R.E.R., sia volontario che dipendente,<br />

dato il forte ampliamento dell’attività registrato nell’ultimo quadriennio ed il moltiplicarsi degli<br />

adempimenti richiesti.<br />

Mambelli auspicò inoltre il sollecito reperimento di una nuova sede per il <strong>Comitato</strong>, che consentisse<br />

a tutti gli organi regionali (dilettanti, giovanili ed arbitrali) di riunirsi in una adeguata e funzionale<br />

sistemazione. Accennò anche ad una possibile modifica dei confini geografici del C.R.E.R., nonostante<br />

pochi abbiano prestato attenzione al<strong>la</strong> cosa.<br />

Ed infine il presidente rec<strong>la</strong>mò una maggiore presenza di rappresentanti del<strong>la</strong> nostra regione in seno<br />

al<strong>la</strong> F.I.G.C., in considerazione del peso assunto dal movimento dilettantistico emiliano-romagnolo;<br />

senza dubbio in questi giorni Alberto Mambelli cominciava a meditare un possibile salto di qualità<br />

del proprio ruolo...<br />

Purtroppo alcune circostanze sfavorevoli ostaco<strong>la</strong>rono non poco l’opera dei nostri dirigenti: nel 1993<br />

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(Sopra) – Tavolo delle personalità all’Assemblea del 4 novembre 1990 (Teatro “Antoniano” di Bologna): Elio Giulivi, presidente<br />

del<strong>la</strong> L.N.D., è al microfono, mentre al<strong>la</strong> sua destra (verso sinistra) siedono Stefano Tedeschi (dell’A.I.A.), un rappresentante<br />

federale non identificato, Raffaele Cipollone, Antonio Sbardel<strong>la</strong>, Giorgio Moro, Raffaele Ranucci e Alberto Mambelli.<br />

(Sotto) – Gli splendidi scenari del Cervino e del Monte Rosa ospitano <strong>la</strong> selezione del “Girone C” del campionato Interregionale,<br />

nell’aprile 1994 a Saint-Vincent (AO). Al centro con il berretto è Lauro Simoni, che insieme a Raffaele Tinarelli (in ginocchio<br />

a sinistra, con gli occhiali) guidò <strong>la</strong> squadra al<strong>la</strong> vittoria finale. Accanto a Simoni, con giacca e cravatta, si trova l’accompagnatore<br />

Franco Morotti, attuale presidente del<strong>la</strong> società bergamasca dell’Alzano Virescit. Faceva parte del<strong>la</strong> spedizione anche il dr.<br />

Or<strong>la</strong>ndo Iaboli (sul<strong>la</strong> destra).<br />

100


il Paese intero affrontò una crisi economica di vaste proporzioni, i cui riflessi si fecero sentire pesantemente<br />

anche nello sport; mentre l’alluvione del 1994, che colpì soprattutto il Piemonte, ebbe gravi<br />

conseguenze fino alle province di Parma, Reggio <strong>Emilia</strong>, Mantova e Ferrara, dove molti impianti<br />

sportivi rimasero danneggiati.<br />

Inoltre il 4 marzo 1995 venne a mancare Ivo Franceschi, notissima figura di col<strong>la</strong>boratore del <strong>Comitato</strong>,<br />

da quasi mezzo secolo al servizio di ben tre presidenti del<strong>la</strong> statura di Lodi, Zini e Mambelli,<br />

benemerito del<strong>la</strong> F.I.G.C., “Stel<strong>la</strong> d’Argento” del C.O.N.I. e “Cavaliere Ufficiale del<strong>la</strong> Repubblica”;<br />

lo scomparso era fratello di Valdo Franceschi, anch’egli assai conosciuto per i tanti anni passati come<br />

presidente e consigliere al <strong>Comitato</strong> Provinciale di Parma.<br />

Successi di squadre emiliane e romagnole<br />

A palese riprova del<strong>la</strong> vigorosa crescita registrata dall’intero movimento dilettantistico nel<strong>la</strong> nostra<br />

regione, i primi anni ’90 portarono numerose ed importanti soddisfazioni in campo agonistico, come<br />

mai se ne erano avute in precedenza.<br />

Molto bel<strong>la</strong> nel 1991 l’impresa del<strong>la</strong> nostra rappresentativa di Promozione, che al Torneo “O. Barassi”<br />

raggiunse per <strong>la</strong> terza volta in trent’anni <strong>la</strong> finalissima, giocatasi in Ca<strong>la</strong>bria a Monasterace il 21<br />

giugno. Ancora una volta però <strong>la</strong> fortuna ci voltò le spalle proprio sul filo di <strong>la</strong>na: un rigore fallito e<br />

due espulsioni costarono al<strong>la</strong> formazione del tecnico Maurizio Bergamini <strong>la</strong> sconfitta per 0-1 contro<br />

<strong>la</strong> sorprendente squadra dell’Umbria, che si aggiudicò in tal modo il prestigioso trofeo. Ottimo poi il<br />

comportamento del<strong>la</strong> nostra selezione Juniores al Torneo delle Regioni (“Trofeo Artemio Franchi”)<br />

nel 1994, beffata in semifinale dal<strong>la</strong> Sicilia solo all’ultimo rigore del<strong>la</strong> serie, dopo il risultato di parità<br />

dei 90' rego<strong>la</strong>mentari.<br />

In questo quadro si colloca anche <strong>la</strong> bril<strong>la</strong>nte vittoria conseguita sempre nel 1994 dal<strong>la</strong> rappresentativa<br />

“Under 18” del “girone C” del Campionato Nazionale Dilettanti, composta da giovani leve emiliane<br />

e lombarde ed allenata da Lauro Simoni e Raffaele Tinarelli. Questa affiatata coppia era stata per un<br />

decennio al servizio del nostro <strong>Comitato</strong>, in qualità rispettivamente di Commissario Tecnico <strong>Regionale</strong><br />

e di vice-Commissario. Avvicendati nell’estate del 1993 da Tienno Federici, nuovo responsabile<br />

tecnico del C.R.E.R., Simoni e Tinarelli si erano accasati al<strong>la</strong> L.N.D. per il “Torneo delle Speranze”,<br />

<strong>la</strong> competizione che vedeva in lizza le rappresentative giovanili dei gironi del Campionato Nazionale<br />

Dilettanti, vedendosi affidata <strong>la</strong> squadra del “girone C” (del team dirigenziale faceva parte anche il<br />

reggiano William Punghellini, attuale presidente del <strong>Comitato</strong> per l’Attività Interregionale). La<br />

finalissima a Saint-Vincent in Valle d’Aosta vedeva prevalere, il 16 aprile 1994, <strong>la</strong> rappresentativa<br />

emiliano-lombarda sui pugliesi del “girone H” dopo i calci di rigore.<br />

Nel torneo del<strong>la</strong> Coppa Italia Dilettanti, dimostratosi fino ad allora partico<strong>la</strong>rmente avaro (dopo <strong>la</strong><br />

Parmense solo due squadre del C.R.E.R., Suzzara e I.A.G. Gazoldo, erano giunte in finale,<br />

soccombendo entrambe per mera sfortuna), l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> potè vantare ben due successi, uno<br />

parziale e uno pieno. Il primo se lo guadagnò nel 1992-93 l’Imo<strong>la</strong> che, battuta <strong>la</strong> Juventina Ge<strong>la</strong>,<br />

vinse <strong>la</strong> fase nazionale del<strong>la</strong> categoria “Promozione”, perdendo però ai rigori <strong>la</strong> finalissima con il<br />

Treviso, qualificatosi nel<strong>la</strong> categoria “Interregionale”; il secondo lo ottenne l’Iperzo<strong>la</strong> Ponte Ronca<br />

Riale, il cui trionfo nel 1994-95 fu invece completo in entrambe le finali con Crotone e San Severo, a<br />

coronamento di una stagione strepitosa.<br />

Meritano menzione anche i due “Scudetti” vinti nel Campionato Nazionale Dilettanti da due compagini<br />

emiliane: il Crevalcore nel 1992-93 e il Castel San Pietro Terme nel 1995-96.<br />

Ed anche le calciatrici, infine, fecero <strong>la</strong> loro parte: nel 1989-90 <strong>la</strong> Zambelli Reggiana portò il titolo<br />

nazionale in <strong>Emilia</strong> dopo quasi vent’anni (prima c’era riuscito solo il Piacenza), ripetendosi bril<strong>la</strong>ntemente<br />

nel campionato successivo.<br />

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(Sopra) – Il benvenuto al <strong>Comitato</strong> Provinciale di Piacenza riunitosi al<strong>la</strong> nostra regione dal campionato 1995-96. Ben tre sono i<br />

presidenti qui ritratti: il dr. Mario Montermini Bol<strong>la</strong> (terzo da sinistra, del C.P. di Piacenza), l’arch. Alberto Mambelli (al<br />

centro, del C.R.E.R. – L.N.D.) ed il prof. Giorgio Moro (accanto a Mambelli, del C.R.E.R. – Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico).<br />

Il consigliere regionale Pietro Carini è il penultimo a destra.<br />

(Sotto) – Il riminese Mario Rinaldi ( a destra) viene premiato con medaglia d’oro dal Presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C. on. Matarrese, il<br />

22 febbraio 1992. Riceverà poi altri due riconoscimenti (nel 1996 e nel 1998) per <strong>la</strong> sua trentennale col<strong>la</strong>borazione presso il<br />

<strong>Comitato</strong> di Rimini, dove è stato membro e segretario prima al Settore Giovanile, poi (dal 1995) al neonato <strong>Comitato</strong> Provinciale,<br />

con presidente Werner Berardi.<br />

102


Nuovi Comitati Provinciali e nuovi uffici per il C.R.E.R.<br />

Fin dall’Assemblea del giugno 1992 il presidente Mambelli aveva anticipato che <strong>la</strong> connotazione<br />

geografica del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> sarebbe stata sottoposta ad una revisione per<br />

allinearsi alle rinnovate realtà amministrative. L’8 aprile 1993 il Consiglio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

approvò l’istituzione del nuovo <strong>Comitato</strong> Provinciale di Rimini, che però divenne operativo solo il<br />

1. luglio 1995; mentre poco tempo dopo anche Forlì assunse <strong>la</strong> nuova denominazione di <strong>Comitato</strong><br />

Provinciale di Forlì - Cesena.<br />

La novità più importante fu comunque il rientro nei rispettivi confini territoriali del <strong>Comitato</strong> di<br />

Mantova e di quello di Piacenza. Il lettore attento ricorderà come i virgiliani si fossero aggregati<br />

all’<strong>Emilia</strong> addirittura negli anni del<strong>la</strong> prima guerra mondiale, mentre <strong>la</strong> situazione di Piacenza si era<br />

definita a favore del<strong>la</strong> Lombardia solo sul finire degli anni ’20.<br />

Nel quadro di una più generale e progressiva riforma nazionale di tutti gli Enti del<strong>la</strong> F.I.G.C., il<br />

Consiglio Federale aveva già provveduto a sanare <strong>la</strong> situazione delle province di Campobasso e Isernia,<br />

sottratte all’autorità calcistica del<strong>la</strong> Campania con l’istituzione del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Molise (1992),<br />

e di quel<strong>la</strong> di Aosta con <strong>la</strong> doppia denominazione attribuita al C.R. Piemontese (diventato C.R. Piemonte<br />

- Valle d’Aosta). Inevitabile quindi l’intervento federale anche per <strong>la</strong> sistemazione dei Comitati<br />

di Mantova e Piacenza, <strong>la</strong> cui anomalia non trovava più riscontri né motivazioni giustificabili, pur<br />

nel<strong>la</strong> considerazione e nel rispetto di esigenze ed autonomie locali. Il provvedimento, profi<strong>la</strong>tosi fin<br />

dal<strong>la</strong> fine del 1993, fu sancito da una delibera federale l’8 aprile 1994, resa nota nel comunicato del<br />

23 aprile successivo.<br />

Prevedibili in ogni caso le resistenze opposte al deliberato sia dai Comitati Provinciali coinvolti che<br />

dalle società dipendenti. Ciò richiese una paziente opera di mediazione in cui si distinse il dr. Vincenzo<br />

Ghidini, che proprio nel momento più cruciale si trovò al<strong>la</strong> Reggenza del <strong>Comitato</strong> emiliano in<br />

sostituzione di Alberto Mambelli; al<strong>la</strong> fine comunque prevalsero il buonsenso e <strong>la</strong> disciplina di tutti,<br />

e <strong>la</strong> transizione ebbe luogo rego<strong>la</strong>rmente. Essa fu però più complessa di quanto possa sembrare a<br />

prima vista, considerato che interessò anche il Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico, il Calcio Femminile, il<br />

Calcio a Cinque e le Sezioni dell’A.I.A. Il 25 marzo 1995 le modalità del passaggio furono<br />

definitivamente concordate a Mi<strong>la</strong>no tra i rappresentanti di tutti gli Enti interessati; in seguito, per<br />

facilitare <strong>la</strong> manovra, il C.F. concesse verie deroghe territoriali, come quelle alle squadre del<strong>la</strong> lontana<br />

Val Tidone, nell’estremo lembo occidentale del piacentino, che rimasero a far parte del C.R. lombardo,<br />

mentre alcune altre società del basso mantovano e cremonese poterono continuare i campionati<br />

con l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>.<br />

Diventò invece precaria <strong>la</strong> posizione del <strong>Comitato</strong> di Finale <strong>Emilia</strong>, che con il distacco di Mantova si<br />

vide privato di una parte dell’organico, così come <strong>la</strong> nascita del C.P. di Rimini rese difficile <strong>la</strong> situazione<br />

del <strong>Comitato</strong> di Faenza. D’altra parte si era già cominciato a par<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> probabile soppressione<br />

di tutti i Comitati del<strong>la</strong> L.N.D. che non avessero sede in capoluoghi di provincia, il che non mancò<br />

di generare un certo al<strong>la</strong>rme in tali organi periferici.<br />

Quanto al problema del<strong>la</strong> nuova sistemazione logistica del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, durante l’Assemblea<br />

ordinaria delle società emiliano-romagnole, convocata a metà del terzo mandato di Alberto Mambelli<br />

(12 novembre 1994) ed al<strong>la</strong> quale assistè anche il presidente nazionale Elio Giulivi, si dovette constatare<br />

che <strong>la</strong> soluzione non era ancora stata trovata. Su questo punto comunque l’impegno del<strong>la</strong> dirigenza<br />

sia regionale che nazionale fu molto preciso, ed i risultati non tardarono a venire.<br />

Infatti, dopo che nei primi anni ’90 erano state rinnovate già diverse sedi provinciali (Ravenna, Faenza,<br />

Parma, Reggio <strong>Emilia</strong>, Modena e Forlì), ed aperta quel<strong>la</strong> nuova di Rimini, il trasferimento del C.R.E.R.<br />

era diventato urgente, poiché <strong>la</strong> sede storica di p.za XX Settembre a Bologna (quarantaquattro anni di<br />

servizio!) era oramai assolutamente insufficiente e soprattutto non più adeguata alle prescrizioni di<br />

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(Sopra) – Alberto Mambelli ed Elio Giulivi inaugurano <strong>la</strong> nuova sede del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> in via del Gomito, a Bologna, il<br />

10 novembre 1995.<br />

(Sotto) – Mambelli con il presidente regionale del C.O.N.I., gr.uff. Florio Mattei, nell’ufficio presidenziale del<strong>la</strong> sede di via del<br />

Gomito il giorno del<strong>la</strong> inaugurazione.<br />

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legge in ordine ai requisiti tecnici e di sicurezza previsti per gli uffici.<br />

Nel<strong>la</strong> impossibilità di provvedere in breve tempo all’acquisto di nuovi locali, si adottò come soluzione<br />

temporanea il trasferimento del <strong>Comitato</strong> in uno stabile in affitto.<br />

Su interessamento del consigliere Marco Campomori l’area venne individuata e, portate a termine<br />

<strong>la</strong>boriose e complesse trattative, il 9 ottobre 1995 i primi servizi presso i nuovi uffici di via del<br />

Gomito 1 cominciavano a funzionare. Progressivamente l’intera struttura calcistica sia regionale che<br />

provinciale emigrò nel<strong>la</strong> nuova sistemazione, dal <strong>Comitato</strong> Provinciale unificato di Bologna al <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong> dell’A.I.A., dalle Delegazioni del Calcio Femminile e del Calcio a Cinque al Settore<br />

Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico, quest’ultimo rimasto decentrato ancora per alcuni mesi in periferia, a Cà<br />

dell’Orbo. Venerdì 10 novembre 1995, qualche ora prima del<strong>la</strong> Assemblea ordinaria delle società,<br />

Alberto Mambelli per il C.R.E.R. ed Elio Giulivi per <strong>la</strong> L.N.D. presenziavano ufficialmente all’inaugurazione<br />

del<strong>la</strong> nuova residenza regionale.<br />

Quarto Commissario al<strong>la</strong> F.I.G.C.<br />

Ancora una volta non si può evitare di dare conto di avvenimenti che, pur non connessi direttamente<br />

all’attività del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> emiliano-romagnolo, ebbero tuttavia una risonanza e una portata<br />

tali da investire il nostro mondo calcistico ad ogni livello.<br />

Con monotona ripetitività tipica di certe vicende italiane, nel 1996 gli insuccessi sportivi del<strong>la</strong> Nazionale<br />

azzurra innescarono l’ennesima crisi istituzionale nel<strong>la</strong> Federazione calcistica. Già nel corso<br />

dell’anno erano emerse difficoltà di governo in seno al Consiglio Federale, sfociate nel<strong>la</strong> fallita approvazione<br />

del nuovo Statuto F.I.G.C. e nel rinvio dell’Assemblea generale elettiva prevista per <strong>la</strong><br />

tarda primavera. Quest’ultimo appuntamento, di eccezionale importanza dovendosi rinnovare l’ufficio<br />

del<strong>la</strong> Presidenza ed il Consiglio Federale capitanato dall’on. Antonio Matarrese, venne<br />

definitivamente fissato per il giorno 6 agosto 1996 a Roma.<br />

Tre giorni prima le società del<strong>la</strong> Lega Dilettanti riconfermavano quasi all’unanimità il dr. Elio Giulivi<br />

nel<strong>la</strong> carica di presidente fino al 2000. Ben diversamente andarono le cose all’Assemblea generale del<br />

6 agosto, una delle più drammatiche ed infuocate che si ricordi. Il Presidente Federale uscente Matarrese,<br />

che aveva puntato quasi tutto sul<strong>la</strong> Nazionale italiana e sul suo tecnico Arrigo Sacchi, scontò di<br />

persona gli errori (veri o presunti) che poco più di un mese prima avevano causato l’eliminazione<br />

degli azzurri ai Campionati Europei in Inghilterra.<br />

Purtroppo però non solo fu impossibile giungere ad un accordo per l’elezione del nuovo presidente,<br />

da scegliersi tra l’avv. Luciano Nizzo<strong>la</strong> ed il dr. Giancarlo Abete, ma i p<strong>la</strong>teali scontri generatisi<br />

durante l’Assemblea incrinarono gravemente l’immagine del calcio italiano che in quel consesso era<br />

per intero rappresentato.<br />

Qualche giorno dopo, con l’ormai rituale intervento, il C.O.N.I. nominò Commissario Straordinario<br />

il dr. Raffaele Pagnozzi, il cui compito fu soprattutto di mediatore tra le parti in contesa per<br />

giungere infine al<strong>la</strong> convocazione di una nuova Assemblea.<br />

Il nome di Pagnozzi si aggiungeva così a quelli di Giovanni Mauro, Bruno Zauli e Franco Carraro,<br />

suoi predecessori nel ruolo commissariale rispettivamente nel 1943, 1958 e 1986; tuttavia il mandato<br />

del segretario del C.O.N.I. fu più breve dei precedenti: solo poco più di quattro mesi. La crisi venne<br />

infine risolta il 14 dicembre 1996, quando nel<strong>la</strong> nuova Assemblea plenaria l’accordo fu trovato e<br />

Luciano Nizzo<strong>la</strong> potè finalmente sedere sul<strong>la</strong> poltrona presidenziale del<strong>la</strong> Federazione avendo come<br />

vice il suo ex-avversario Giancarlo Abete. Generale il sospiro di sollievo, perché una moltitudine di<br />

problemi attendeva, se non <strong>la</strong> soluzione, almeno di essere affrontata.<br />

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(Sopra) – Poche ore dopo l’inaugurazione del<strong>la</strong> nuova sede, il 10 novembre 1995 si svolse al Teatro “Fossolo” di Bologna<br />

l’Assemblea regionale ordinaria delle società, onorata dal<strong>la</strong> presenza di ospiti illustri: i vice-presidenti nazionali Carlo Tavecchio<br />

e Raffaele Cipollone, il consigliere nazionale e presidente del C.R. Veneto Giuseppe Nicolli, il presidente nazionale del Settore<br />

Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico Ermanno Cortis, il segretario del<strong>la</strong> L.N.D. dr. Mauro Grimaldi, il consigliere federale Edmondo<br />

Caira, oltre naturalmente a tutti i dirigenti federali emiliano-romagnoli.<br />

(Sotto) – <strong>Comitato</strong> Locale di Faenza, 1990. Da sinistra il presidente Federico Silvestrini, il consigliere regionale Marco<br />

Campomori, Emilio Chiccoli presidente del<strong>la</strong> Sezione A.I.A., il presidente del C.R.E.R. Mambelli, il rappresentante dell’A.I.A.<br />

Vannucchi, l’Assessore allo Sport del Comune di Faenza Vincenzo Lusa ed il Vescovo di Faenza.<br />

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Sgravi economici e decentramento<br />

Fortunatamente le vicende del nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> nel corrispondente periodo furono di tutt’altro<br />

tenore. Impressionanti infatti le cifre consuntive del C.R.E.R. nel<strong>la</strong> stagione 1995-96: le società<br />

di competenza in tutte le discipline calcistiche, attività ricreativa compresa, superavano le 1300<br />

unità, con un complesso di oltre 42.000 tesserati. Erano state organizzate per 111 gironi di campionato<br />

ben 25.000 gare, dirette da circa 1.600 arbitri a disposizione in tutta <strong>la</strong> regione. Il rendiconto<br />

finanziario presentava un giro di affari superiore ai 4 miliardi, con un avanzo di gestione di circa 30<br />

milioni.<br />

In questo bi<strong>la</strong>ncio al capitolo “uscite” dominava ancora <strong>la</strong> voce re<strong>la</strong>tiva alle spese arbitrali. All’inizio<br />

del 1996 però il Consiglio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C., procedendo nell’impegno assunto con il settore<br />

dilettanti, aveva deliberato <strong>la</strong> gratuità delle spese arbitrali con decorrenza 1. luglio 1996 per i<br />

campionati di 3.a Categoria, “Under 21”, Juniores Regionali e Provinciali, Amatori, Calcio a Cinque<br />

e Calcio Femminile, in aggiunta a quel<strong>la</strong> già stabilita un anno addietro per i tornei del Settore Giovanile<br />

e Sco<strong>la</strong>stico. La gratuità sarà poi estesa dal 1. gennaio 1998 ai campionati di 1.a e 2.a Categoria,<br />

ed esattamente due anni dopo, all’inizio del 2000, lo sgravio sarà operativo anche per Eccellenza e<br />

Promozione.<br />

A fronte di questo notevole successo, per il quale si erano battuti diversi presidenti regionali compreso<br />

Mambelli, nel<strong>la</strong> primavera del 1996 si doveva però registrare come già visto <strong>la</strong> mancata approvazione<br />

da parte del Consiglio Federale del nuovo Statuto del<strong>la</strong> F.I.G.C. Secondo il testo non approvato,<br />

diverse cariche di nomina federale nel<strong>la</strong> L.N.D. avrebbero dovuto diventare elettive; cioè le società<br />

stesse avrebbero scelto i presidenti dei Comitati Regionali del S.G.S., i Delegati del Calcio Femminile<br />

e del Calcio a Cinque, i vice-presidenti regionali ed i presidenti provinciali, questi ultimi acquisendo<br />

di diritto anche il titolo di membri del Consiglio Direttivo regionale.<br />

Tutto ciò aveva fatto da preludio all’Assemblea per il rinnovo delle cariche nel C.R.E.R., il 2 luglio<br />

1996 a Bologna. Ancora una volta Alberto Mambelli si presentava quale unico concorrente al<strong>la</strong> presidenza,<br />

proponendo però un Consiglio rinnovato quasi per intero, dovendosi tra l’altro eleggere un<br />

membro in più per rappresentare <strong>la</strong> nuova provincia di Rimini. Il consenso delle società al<strong>la</strong> lista di<br />

Mambelli fu quasi plebiscitario. Molto gradito per l’occasione l’ingresso di esponenti femminili nel<br />

nostro <strong>Comitato</strong>: il 20 agosto il Consiglio Direttivo nominò infatti <strong>la</strong> sig.ra Fiorel<strong>la</strong> Lambertini al<strong>la</strong><br />

Segreteria e Marinel<strong>la</strong> Pancaldi al<strong>la</strong> Delegazione del Calcio Femminile.<br />

Il Consiglio neo-eletto presentava un programma quadriennale incentrato su tre punti cardine:<br />

perseguimento di una politica dei servizi da parte del<strong>la</strong> Federazione, volta ad agevo<strong>la</strong>re sempre più<br />

l’attività sportiva dilettantistica e senza fini di lucro; studio di modifiche al<strong>la</strong> legge sull’Associazionismo<br />

per il riconoscimento del volontariato sportivo; ed infine una sollecita rego<strong>la</strong>mentazione delle<br />

“sponsorizzazioni”, <strong>la</strong> cui crisi stava danneggiando il calcio dilettantistico.<br />

Si ribadiva comunque l’impegno su molte altre problematiche già in parte affrontate dal C.D. uscente,<br />

tra le quali segnaliamo come più sentite <strong>la</strong> citata trasformazione in elettiva del<strong>la</strong> carica di presidente<br />

provinciale, con ingresso automatico nel Consiglio Direttivo regionale, ed il decentramento dei campionati<br />

di 2.a Categoria ai Comitati Provinciali.<br />

In Italia alcuni Comitati avevano già attuato in via sperimentale tale passaggio proprio dal 1995, con<br />

positivi riscontri sia a livello di organizzazione che di efficienza complessiva. In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong><br />

esso venne così programmato a partire dal<strong>la</strong> stagione 1998-99: <strong>la</strong> giurisdizione sui sedici gironi di 2.a<br />

Categoria fu trasferita ai nove Enti provinciali, mentre nello stesso tempo veniva decisa <strong>la</strong> cessazione<br />

dei Comitati Zonali di Faenza e Finale <strong>Emilia</strong>, e <strong>la</strong> loro conversione in Delegazioni a decorrere dal<br />

1. luglio 1999. Il provvedimento sollevò perplessità, ma in effetti esso si inquadrava in un piano di<br />

progressivo ridimensionamento dei Comitati non aventi sede in capoluoghi di provincia, sia del<strong>la</strong><br />

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(Sopra) – Esponenti del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Ferrara nel 1982, a Roma per <strong>la</strong> premiazione dei dirigenti federali benemeriti:<br />

da sinistra il cav. Gino Balboni (giudice sportivo a Finale E.), Corrado Fabbri (consigliere) e il cav. Mario Tavolini, già<br />

presidente del C.P., qui in veste di consigliere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no.<br />

(Sotto) – <strong>Comitato</strong> Zonale di Finale <strong>Emilia</strong>, 1993: una riunione di società, al<strong>la</strong> presenza da sinistra del segretario regionale<br />

Moritz Galei, dell’arch. Mambelli, del presidente locale Alberto Ma<strong>la</strong>guti, del presidente del C.R.E.R. - S.G.S. Giorgio<br />

Moro e del segretario Cesare Fabbri, ed infine del presidente del C.P. – S.G.S. di Bologna Vittorio Vivarelli.<br />

108


L.N.D. che del Settore Giovanile, varato dal Consiglio Federale qualche anno prima ai fini di una<br />

razionalizzazione e riduzione delle spese sull’intero territorio nazionale.<br />

Una crisi anche al<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti<br />

Non è più il caso, a questo punto, di par<strong>la</strong>re di “storia”, essendo ancora in tutti ben vivo il ricordo<br />

delle vicende sconcertanti che determinarono il commissariamento del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti<br />

al<strong>la</strong> fine del 1998.<br />

Si ricorderà come il caso apertosi dopo <strong>la</strong> denuncia di irrego<strong>la</strong>rità in una gara di Campionato Nazionale<br />

Dilettanti, inserita nel<strong>la</strong> schedina Totogol del 1. giugno 1997, abbia portato nel novembre 1998<br />

il presidente Elio Giulivi ad auto-sospendersi dal<strong>la</strong> carica ricoperta per undici anni. Un mese dopo, il<br />

18 dicembre, <strong>la</strong> Corte Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C. gli irrogava un anno di squalifica, di fatto estromettendolo<br />

da qualsiasi incarico. Nel frattempo il Consiglio Federale aveva tamponato il vuoto di potere venutosi<br />

a creare nel<strong>la</strong> L.N.D. nominando Commissario Straordinario lo stesso presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C. avv.<br />

Luciano Nizzo<strong>la</strong> (11 dicembre 1998).<br />

I sei mesi successivi vennero impiegati per riorganizzare le file del<strong>la</strong> Lega Dilettanti, uscita innegabilmente<br />

malconcia dal<strong>la</strong> vicenda, e per definire il campo dei pretendenti al<strong>la</strong> presidenza <strong>la</strong> cui poltrona<br />

sarebbe stata assegnata nel mese di maggio 1999. Secondo logica, i concorrenti più accreditati dovevano<br />

emergere tra i presidenti dei maggiori Comitati Regionali; <strong>la</strong> situazione diventò via via più<br />

complessa con ulteriori proposte di candidati alternativi, come il presidente del Settore Giovanile, dr.<br />

Innocenzo Mazzini; dal Sud giunse perfino il nome di Antonio Matarrese...<br />

Mambelli era intanto uscito allo scoperto già al<strong>la</strong> fine di dicembre 1998, portando avanti una campagna<br />

elettorale molto accurata. Il 13 maggio 1999 le società emiliano-romagnole gli affidavano <strong>la</strong><br />

candidatura ufficiale per l’Assemblea straordinaria elettiva del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti, programmata<br />

a Roma il 29 maggio successivo; cosicché il nostro presidente partì per <strong>la</strong> capitale con l’appoggio<br />

compatto dell’intero C.R.E.R., anche se con poche speranze di successo visto l’accordo profi<strong>la</strong>tosi<br />

nel frattempo tra i Comitati del<strong>la</strong> L.N.D., pochi giorni prima del<strong>la</strong> votazione presidenziale.<br />

E infatti il 29 maggio l’Assemblea plenaria si esprimeva nel<strong>la</strong> prevista direzione: il rag. Carlo Tavecchio,<br />

capo del potente <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> lombardo, si aggiudicava <strong>la</strong> vittoria con schiacciante maggioranza.<br />

Invece i tre posti di vice-presidente andarono rispettivamente per il Nord Italia al dr. Luigi<br />

Ragno (vice-presidente anche durante il commissariamento di Nizzo<strong>la</strong>), per il Centro all’arch. Alberto<br />

Mambelli e per il Sud all’avv. Achille Candido (consigliere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Puglie). Questo<br />

“quadrumvirato” sarebbe rimasto in carica un anno, fino al<strong>la</strong> scadenza del cosiddetto quadriennio<br />

olimpico nel 2000.<br />

Mambelli diventò quindi il “numero due” del<strong>la</strong> Lega Dilettanti, con l’ulteriore soddisfazione del<strong>la</strong><br />

nomina a “vicario”, cioè a sostituto effettivo del presidente in caso di impedimento di quest’ultimo.<br />

Il 15 giugno 1999, nel<strong>la</strong> prima seduta del nuovo Consiglio Direttivo, <strong>la</strong> L.N.D. provvide al<strong>la</strong> copertura<br />

delle cariche <strong>la</strong>sciate vacanti dai neo-eletti dirigenti. Il cav. Marco Campomori fu nominato Reggente<br />

del C.R.E.R. sino alle prossime elezioni del Consiglio <strong>Regionale</strong>, previste al termine del<strong>la</strong> stagione<br />

1999-2000. Come da rego<strong>la</strong>mento, trascorso un mese dall’elezione di Mambelli al<strong>la</strong> L.N.D., il 29<br />

giugno 1999 si ebbe il passaggio ufficiale delle consegne tra l’ex-presidente romagnolo ed il nuovo<br />

Reggente. Per Campomori si trattava del meritatissimo riconoscimento per oltre trent’anni di attività<br />

svolta a servizio del nostro calcio regionale e provinciale. Quanto al<strong>la</strong> nuova dirigenza del<strong>la</strong> Lega<br />

Dilettanti, il primo vistoso e gradito frutto del “nuovo corso” si è avuto il 7 dicembre 1999, giorno in<br />

cui il Consiglio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C. ha riconosciuto al Settore Dilettantistico un contributo di 21<br />

miliardi di lire, il che ha garantito alle società, con decorrenza dal 1. gennaio 2000, lo sgravio delle<br />

spese arbitrali in tutti i campionati del settore dilettantistico e giovanile per l’intero anno in corso.<br />

109


La nuova sede regionale di viale De Gasperi, a Bologna, così come si presentava nell’inverno 2000 qualche mese prima<br />

dell’inaugurazione (sopra) e nel previsto aspetto definitivo (sotto).<br />

110


Verso il 21° secolo<br />

L’informatica era approdata al C.R.E.R. nel<strong>la</strong> stagione 1984-85 con l’instal<strong>la</strong>zione, nel<strong>la</strong> vecchia<br />

sede di p.za XX Settembre, di un unico video-terminale collegato al computer del<strong>la</strong> F.I.G.C. a Roma.<br />

Quindici anni dopo, alle soglie del 21° secolo e nell’era dell’informazione globale, essa riveste già<br />

una funzione determinante anche nel<strong>la</strong> quotidiana attività del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>.<br />

L’elenco dei servizi offerti dai nuovi strumenti di cui durante l’ultimo decennio il C.R.E.R. ed i suoi<br />

organi periferici si sono dotati è corposo: si va dal<strong>la</strong> gestione amministrativa (contabilità e tesseramenti)<br />

a quel<strong>la</strong> agonistica (formazione dei campionati, calendari, c<strong>la</strong>ssifiche) per proseguire con <strong>la</strong> giustizia<br />

sportiva (ammende, squalifiche, provvedimenti e compi<strong>la</strong>zione dei Comunicati Ufficiali) e le comunicazioni<br />

(fax e telegrammi via computer).<br />

L’ultimo servizio predisposto è costituito dai due Siti Internet del C.R.E.R., uno per <strong>la</strong> Lega Dilettanti<br />

e l’altro per il Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico con re<strong>la</strong>tivi indirizzi di posta elettronica, attivati<br />

rispettivamente nell’aprile 1999 e nel marzo 2000, e gestiti dal webmaster Renzo Taschini. Questa<br />

importante novità pone il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> all’avanguardia fra tutti gli Enti del<strong>la</strong><br />

F.I.G.C., essendo ancora pochissimi nel nostro Paese i “siti” calcistici ufficiali attivi sul web, cioè<br />

sul<strong>la</strong> rete informatica mondiale. I nostri due Comitati Regionali vi pubblicano settimanalmente il<br />

Comunicato Ufficiale e con esso l’archivio di quelli precedenti; le informazioni sono disponibili a<br />

chiunque sia fornito di un collegamento a “Internet”, oggigiorno comunissimo ed al<strong>la</strong> portata di tutti.<br />

Il sistema informatico del C.R.E.R. si compone attualmente di un e<strong>la</strong>boratore IBM AS/400 collegato<br />

a 9 personal computers e a 5 terminali, ed è connesso direttamente al<strong>la</strong> sede del<strong>la</strong> L.N.D. di Roma per<br />

i servizi di tesseramento e di contabilità.<br />

L’equipaggiamento sarà comunque ulteriormente rinnovato entro pochi mesi. E’ infatti ormai prossima<br />

l’apertura del<strong>la</strong> nuova sede del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> in viale De Gasperi 42 a Bologna, nel<strong>la</strong><br />

quale troveranno posto tutti gli Enti federali situati nel capoluogo emiliano. Il nuovo stabile, ubicato<br />

nel<strong>la</strong> zona occidentale del<strong>la</strong> città, è di recentissima costruzione e quindi provvisto di tutti i requisiti<br />

tecnici e di sicurezza richiesti dalle attuali norme di legge. La vicinanza dell’uscita autostradale di<br />

Borgo Panigale e <strong>la</strong> presenza di un ampio parcheggio ne rendono partico<strong>la</strong>rmente comodo l’accesso.<br />

Gli uffici destinati al<strong>la</strong> Federcalcio coprono una superficie di oltre 1000 mq., superiore a qualsiasi<br />

precedente collocazione, e sono dotati delle più moderne attrezzature per le comunicazioni, centralino<br />

telefonico, cab<strong>la</strong>ggi e collegamenti per reti di computers, ecc. La nuova residenza è stata acquistata<br />

dal C.R.E.R. al<strong>la</strong> fine del 1999, dopo un’attenta indagine che ha portato anche al<strong>la</strong> cessione mediante<br />

permuta dei vecchi locali di p.za XX Settembre. L’entrata in funzione è prevista nel<strong>la</strong> primavera del<br />

corrente anno 2001, e coronerà gli sforzi del Presidente cav. Marco Campomori e del Consiglio<br />

Direttivo per dare una sistemazione il più possibile definitiva e razionale a tutti gli Enti calcistici<br />

regionali, Settore Giovanile ed arbitrale compresi.<br />

Per una singo<strong>la</strong>re coincidenza <strong>la</strong> nuova sede sorge non lontano da quel prato del<strong>la</strong> periferia bolognese<br />

dove quasi un secolo fa vennero dati i primi pionieristici calci “ufficiali” ad un pallone, in una piovigginosa<br />

domenica di marzo che vide nel breve volgere di un solo pomeriggio <strong>la</strong> disputa dell’intera<br />

stagione 1910.<br />

Diamo invece uno sguardo a ciò che accade oggi, riassumendo le cifre del<strong>la</strong> stagione 1999-2000.<br />

Per i tornei a undici giocatori, le squadre iscritte ai campionati regionali sono state 338 (26 femminili),<br />

e quelle ai campionati provinciali 372. Circa 80 invece le compagini partecipanti ai campionati di<br />

Calcio a Cinque, di cui 36 regionali. Il Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico ha visto impegnate più o meno<br />

600 società, ognuna presente con più formazioni in diverse categorie sia regionali che provinciali. In<br />

totale le società affiliate stabilmente al C.R.E.R. sono 850, delle quali circa 60 “pure” del Settore<br />

Giovanile.<br />

111


(Sopra) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Parma, in una foto degli anni ‘90: da sinistra il presidente Giancarlo Pavesi, il consigliere<br />

Roberto Cantoni, il selezionatore del<strong>la</strong> rappresentativa giovanile Ettore Del Grosso ed il segretario Diego Bielli.<br />

(Sotto) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Forlì - Cesena: il presidente Roberto Pasini al suo tavolo di <strong>la</strong>voro.<br />

112


Il numero di partite disputate è enorme e fotografa assai bene l’ampiezza del fenomeno dilettantistico<br />

emiliano-romagnolo:<br />

- circa 6.250 gare di campionati e Coppe regionali;<br />

- circa 10.250 di campionati e Coppe provinciali;<br />

- circa 19.000 del Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico;<br />

- in totale circa 35.500 gare.<br />

Gli arbitri e i loro assistenti impegnati per <strong>la</strong> direzione delle suddette partite sono stati in totale 1.495,<br />

di cui 379 regionali.<br />

Giova ricordare che ad ogni partita disputata corrisponde un referto, cioè un documento che i componenti<br />

degli organi di Giustizia Sportiva hanno poi esaminato, in molti casi più di una volta per<br />

effetto di rec<strong>la</strong>mi, e che considerata sul<strong>la</strong> base dell’esperienza una media di 10 minuti (stima molto<br />

prudente) per l’esame e <strong>la</strong> registrazione su computer di un rapporto arbitrale, si ottiene per i soli staff<br />

dei Giudici Sportivi e del<strong>la</strong> Commissione Disciplinare <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> cifra di almeno 6.000 ore di <strong>la</strong>voro,<br />

beninteso gratuito essendo tali uffici composti esclusivamente da personale volontario.<br />

E nonostante le difficoltà che attraversa attualmente il volontariato sportivo, il C.R.E.R. può vantare<br />

già da tempo il presenziamento dei propri uffici ad orario quasi continuato per sei giorni al<strong>la</strong> settimana,<br />

cosa riscontrabile in pochi altri Comitati Regionali.<br />

Presso i Comitati Provinciali, inoltre, sono stati tenuti numerosi corsi per l’abilitazione ad Allenatori<br />

di Base, organizzati dal Settore Tecnico Federale ed affidati per lo svolgimento al C.R.E.R. in col<strong>la</strong>borazione<br />

con il Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico.<br />

Lasciamo perciò che questi dati forniscano <strong>la</strong> testimonianza più eloquente dell’impegno vastissimo<br />

affrontato ogni giorno dagli addetti e dai col<strong>la</strong>boratori del <strong>Comitato</strong>, a partire da chi è investito di<br />

responsabilità dirigenziali per finire con coloro i quali svolgono mansioni più semplici ma sempre<br />

essenziali al funzionamento di una macchina organizzativa ogni anno più ampia e complessa.<br />

Il Presidente del 2000<br />

Com’è noto il 7 giugno 2000 il Consiglio Federale decise di posporre al mese di novembre gli eventi<br />

già previsti rispettivamente per l’8 luglio (approvazione del nuovo Statuto F.I.G.C.) e il 29 luglio<br />

(Assemblea Generale elettiva per il quadriennio entrante), costringendo così i dirigenti periferici che<br />

stavano conducendo le rispettive campagne in vista delle assemblee regionali a ripianificare in parte<br />

le proprie attività.<br />

Tuttavia per il nostro <strong>Comitato</strong>, unitamente a quello lombardo, fu autorizzata un’Assemblea ordinaria<br />

elettiva prima delle Assemblee nazionali, essendo questi due C.R. di Lega Dilettanti privi di<br />

presidenza da oltre un anno. Ricordiamo che, con <strong>la</strong> modifica al rego<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> L.N.D. apportata<br />

dal Consiglio Federale nell’aprile 1999, l’Assemblea ordinaria dei C.R. è diventata biennale, per cui<br />

l’anno prima non vi era stato il consueto incontro con le società regionali.<br />

In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> una novità importante caratterizzò queste elezioni: <strong>la</strong> presenza per <strong>la</strong> prima volta<br />

nel dopoguerra di un candidato non appartenente al<strong>la</strong> compagine dirigenziale del<strong>la</strong> F.I.G.C. Oltre al<br />

Reggente del C.R.E.R. Marco Campomori, infatti, concorse al<strong>la</strong> poltrona del vertice regionale anche<br />

il vice-presidente del Casteldebole Calcio Umberto Molinari, a capo di un gruppo che si proponeva<br />

il rinnovamento del calcio dilettantistico emiliano-romagnolo.<br />

Il confronto tra i due candidati si era profi<strong>la</strong>to fin da inizio stagione, rendendo certo più vivace<br />

l’attesa e l’interesse generale sulle problematiche in discussione. Molinari si era mosso già da alcuni<br />

mesi, annunciando <strong>la</strong> sua candidatura ufficiale fin dal 3 aprile 2000. Nel proporsi come radicale<br />

alternativa all’attuale gestione, aveva puntato decisamente su un programma di riforma ad ampio<br />

raggio del <strong>Comitato</strong>: quasi una rivoluzione, forse un po’ troppo ambiziosa per essere percepita come<br />

113


attuabile, anche in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> limitata esperienza federale del candidato.<br />

Campomori dal canto suo si poteva fare forte di un capil<strong>la</strong>re e personale contatto con le società<br />

(operato, oltre che nel<strong>la</strong> quotidiana funzione di Reggente, anche attraverso incontri programmati<br />

presso tutti i Comitati Provinciali), nonché del risultato economico del<strong>la</strong> stagione 1999-2000, conclusa<br />

con circa 300 milioni di attivo frutto di un’attenta ed ocu<strong>la</strong>ta gestione. Al contrario di Molinari,<br />

Campomori dichiarò ufficialmente di candidarsi soltanto dopo <strong>la</strong> conclusione del “giro” elettorale,<br />

pochi giorni prima dell’Assemblea, portando a suffragio del<strong>la</strong> sua decisione le indicazioni stesse<br />

manifestate dai rappresentanti societari incontrati.<br />

Il 15 luglio 2000, nel<strong>la</strong> Sa<strong>la</strong> Polivalente dell’ARCI Benassi a Bologna, affluirono 327 delegati emilianoromagnoli,<br />

a rappresentare il 47% delle 690 società aventi diritto al voto. Presenti i vertici del<strong>la</strong> Lega<br />

Dilettanti con il Presidente rag. Carlo Tavecchio, i tre vice-presidenti Ragno, Mambelli e Candido, il<br />

Segretario Generale C<strong>la</strong>udio Cresta, il Presidente nazionale del Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico<br />

Innocenzo Mazzini e il Consigliere federale dr. Vito Giampietro, chiamato poi a presiedere l’Assemblea.<br />

L’atteso dibattito, svoltosi in un clima di confronto probabilmente più sereno e costruttivo di quanto<br />

al<strong>la</strong> vigilia fosse ipotizzabile, vide un breve ma conciso intervento iniziale di Marco Campomori,<br />

seguìto da una più lunga e dettagliata arringa di Umberto Molinari; al<strong>la</strong> fine però il responso fu<br />

inequivocabile: ben 262 preferenze indirizzate a Campomori, con Molinari fermo a quota 50 (e 1<br />

voto andò anche al bravo Brighenti!).<br />

Il cav. Marco Campomori è diventato così il nuovo Presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong><br />

<strong>Romagna</strong>, quinto del dopoguerra e dodicesimo in totale. Il 1. novembre successivo l’Assemblea<br />

elettiva, che doveva rinnovare per il quadriennio 2000-2004 il Consiglio Direttivo e il Collegio dei<br />

Revisori dei Conti del C.R.E.R., ha confermato al vertice regionale Campomori, con 294 voti contro<br />

i 41 andati a Molinari, ricandidatosi per l’occasione (4 le schede nulle e 8 le società astenute). Novità<br />

assoluta, per l’elezione del Consiglio Direttivo è stata presentata una lista unica comprendente nove<br />

nominativi, approvata dai delegati con una buona percentuale di gradimento.<br />

Duplice quindi il successo di Marco Campomori, a conferma del<strong>la</strong> validità dei programmi e delle<br />

scelte effettuate dal<strong>la</strong> compagine presidenziale in oltre un anno di operato.<br />

In bocca al lupo, Presidente, e buon <strong>la</strong>voro!<br />

*<br />

Panoramica del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> dell’Arci Benassi, affol<strong>la</strong>ta di delegati delle società il 15 luglio 2000. In secondo piano si nota anche<br />

Umberto Molinari, il candidato contrapposto a Campomori.<br />

114


(Sopra) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Ravenna, dicembre 1999: il consigliere Rosario Frisenda, già presidente provinciale, nonché<br />

consigliere regionale nell’ultimo quadriennio, viene premiato dal presidente del<strong>la</strong> L.N.D. rag. Carlo Tavecchio. Sono presenti<br />

anche Marco Campomori, Alberto Mambelli, il presidente provinciale Carlo Pocorni e Alessandro d’Errico.<br />

(Sotto) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Reggio <strong>Emilia</strong>: Luigi Ferrari, presidente dal 1988 al 1996 e successivamente consigliere del<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

115


(Sopra) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Modena: il presidente Tiziano Casari (a sinistra).<br />

(Sotto) – <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna, aprile 2000: da sinistra il presidente Antonio Giovannini, Davide Gentilini, Franco<br />

Frasson, Raffaele Tinarelli e Giuseppe Gaudenzi.<br />

116


Calcio a Cinque e Calcio Femminile<br />

Intorno al<strong>la</strong> metà degli anni ’80 facevano ufficialmente il loro ingresso nel<strong>la</strong> famiglia federale il<br />

Calcio a Cinque e il Calcio Femminile. Daremo qui un panorama necessariamente sintetico delle<br />

origini e dei principali eventi regionali di queste due “specialità” calcistiche, meritevoli di un ben più<br />

ampio e mirato resoconto.<br />

Il Calcio a Cinque, indicato comunemente come “Calcetto” o con il più moderno termine di “Futsal”,<br />

era noto e praticato con regole non ancora ben definite fin dagli anni ’50. In seguito erano nate in<br />

Italia varie federazioni, ma solo negli anni ’80, dopo alterne vicende, era stato riconosciuto dall’U.E.F.A.,<br />

ed era entrato ufficialmente anche in F.I.G.C., che ne demandò ai Comitati Regionali l’organizzazione<br />

delle fasi preliminari.<br />

La prima stagione ufficiale fu il 1983-84, che vide in lizza 6 squadre dell’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>, già salite<br />

a 21 due anni dopo, mentre ci si avviava gradualmente ad una strutturazione anche nazionale dei<br />

tornei. Via via nascevano <strong>la</strong> Coppa <strong>Regionale</strong>, <strong>la</strong> Coppa Italia, il Torneo delle Regioni, il campionato<br />

“Under 18”, <strong>la</strong> Serie B, C e D, il settore femminile, ecc. Il 1. luglio 1987 venne ufficializzata <strong>la</strong><br />

denominazione di “Calcio a Cinque”; nel 1990 l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> ospitò <strong>la</strong> fase finale del “Campionato<br />

Nazionale” (a Bologna), il Torneo delle Regioni (in <strong>Romagna</strong>) e soprattutto il Campionato Mondiale<br />

Universitario (a Parma), nel quale l’Italia si <strong>la</strong>ureò Campione del Mondo.<br />

Dal 1990-91 il Calcio a Cinque fu organizzato con due tornei nazionali (Serie A e B), mentre le serie<br />

inferiori (C e D) erano state assegnate ai Comitati Regionali. Così nel 1991 il C.R.E.R. allineò al<strong>la</strong><br />

partenza dei campionati 48 società, salite fino a 56 nelle stagioni seguenti anche in conseguenza dello<br />

sdoppiamento del<strong>la</strong> terza serie in C/1 e C/2 avvenuto nel 1993-94. A partire dal 1995-96 il <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong> organizza anche l’attività giovanile dai Pulcini ai Juniores, e sono stati avviati i campionati<br />

provinciali, dapprima solo a Bologna, poi progressivamente estesi alle altre province.<br />

Nel 1998 l’ultima ristrutturazione ha visto <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> Serie A/2 nazionale, <strong>la</strong> riunificazione del<strong>la</strong><br />

Serie C regionale e l’espansione del<strong>la</strong> Serie D provinciale nonché, avvenimento assai significativo,<br />

l’esordio in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> del campionato di calcetto femminile che prospetta a tutt’oggi sviluppi<br />

assai interessanti.<br />

Il Calcio a Cinque ha già raggiunto, in Italia come in tutto il mondo, una popo<strong>la</strong>rità straordinaria.<br />

L’avvento e <strong>la</strong> divulgazione di questo sport nel<strong>la</strong> nostra regione sono dovuti in modo determinante<br />

all’opera appassionata ed instancabile di Alessandro d’Errico, attuale Delegato <strong>Regionale</strong>, inizialmente<br />

coadiuvato da alcuni “pionieri” come Roberto Maglieri e Alfonso Velez, poi dagli organici<br />

arbitrali, dal<strong>la</strong> giustizia sportiva e da altri col<strong>la</strong>boratori nel<strong>la</strong> struttura del C.R.E.R.<br />

Attualmente (2000) le società affiliate in tutta l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> sono 103, di cui 36 regionali e 58<br />

nei Comitati Provinciali, con circa 2.000 tesserati.<br />

Certamente più sofferto il cammino del Calcio Femminile, che come sport aveva avuto origini abbastanza<br />

lontane nel tempo (anni ’10 in Inghilterra), ma che non aveva mai potuto affermarsi per un<br />

complesso di circostanze, non ultima l’avversione delle federazioni calcistiche maschili. In Italia risale<br />

al 1968 <strong>la</strong> fondazione del<strong>la</strong> prima Federazione di Calcio Femminile, ed in Italia si giocò nel 1970<br />

il primo Campionato del Mondo, per quanto non ufficiale poiché non esisteva ancora una federazione<br />

internazionale. Riconosciuto dal C.O.N.I. nel 1983 e dal<strong>la</strong> F.I.G.C. soltanto nel 1986, il calcio femminile<br />

venne inquadrato nel<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti; ai Comitati Regionali furono affidati i tornei<br />

del<strong>la</strong> Serie C, esistendo già da tempo due campionati nazionali di Serie A e B e <strong>la</strong> Coppa Italia. In<br />

<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> le 8 compagini iniziali erano salite a 26 nel 1991 ed a 34 nel 1995, distribuite nei<br />

due campionati regionali di Serie C e D. Dal 1989-90 si disputa anche una sezione femminile del<br />

Torneo delle Regioni, in cui peraltro le nostre formazioni non sono mai andate più in là di un terzo<br />

posto conquistato nel 1991 e di uno sfortunato secondo posto nel 1999.<br />

117


(Sopra) – Il Delegato regionale per il Calcio a Cinque Alessandro d’Errico (sul<strong>la</strong> destra) accanto all’on. Gianni Rivera e al<br />

giocatore Galletti.<br />

(Sotto) – La rappresentativa di calcio femminile del C.R.E.R. che si è c<strong>la</strong>ssificata seconda al Torneo delle Regioni 1999. Seduti,<br />

verso il centro, si riconoscono i due allenatori Andrea Bianchi e Denis Musolesi, mentre con giacca e cravatta è il Delegato<br />

Alberto Ma<strong>la</strong>guti.<br />

118


L’organizzazione femminile in seno al C.R.E.R., così come negli altri Comitati, fa capo al Delegato<br />

<strong>Regionale</strong>, incarico assunto inizialmente (1986) dal consigliere cav. Mario Tavolini, poi dal presidente<br />

stesso arch. Alberto Mambelli (agosto 1988 - marzo 1989), entrambi coadiuvati dal<strong>la</strong> sig.ra Fiorel<strong>la</strong><br />

Lambertini. Subentrato per tre stagioni (1990-91 / 1992-93) il consigliere cav. Marco Campomori, <strong>la</strong><br />

Delegazione venne affidata nuovamente a Mambelli nel 1993, poi al<strong>la</strong> sig.ra Marinel<strong>la</strong> Pancaldi nel<br />

1996, ed infine all’attuale Delegato sig. Alberto Ma<strong>la</strong>guti, già presidente del <strong>Comitato</strong> di Finale<br />

<strong>Emilia</strong>.<br />

Per <strong>la</strong> stagione 1999-2000 i campionati regionali emiliano-romagnoli hanno visto <strong>la</strong> partecipazione di<br />

26 squadre, artico<strong>la</strong>te in un girone di Serie C e uno di Serie D, oltre ad un breve torneo riservato alle<br />

giovani leve femminili.<br />

Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico<br />

La storia del calcio giovanile nel<strong>la</strong> nostra regione è quasi centenaria, ed in queste pagine non si potrà<br />

trattar<strong>la</strong> che per sommi capi, essendo necessario ben altro spazio e studio per darne un quadro esauriente.<br />

Una parte di essa comunque è già stata tratteggiata in due capitoli precedenti, re<strong>la</strong>tivi all’U.L.I.C.<br />

ed al<strong>la</strong> Lega Giovanile, di cui qui di seguito si riassumeranno solo i fatti salienti.<br />

In pratica, i primi tornei ufficiali per ragazzi furono giocati nel 1917 con <strong>la</strong> nascita dell’U.L.I.C. a<br />

Modena. Ai “liberi” restò affidata <strong>la</strong> cura delle giovani e giovanissime leve fino al 1934, per passare<br />

poi al<strong>la</strong> “Sezione Propaganda” sotto l’egida del<strong>la</strong> F.I.G.C., che per <strong>la</strong> verità vi prestò poca o nessuna<br />

attenzione essendo all’epoca prevalente il ruolo del partito fascista nel<strong>la</strong> formazione sportiva dei<br />

giovani.<br />

Nel dopoguerra al posto del<strong>la</strong> disciolta “Sezione Propaganda” nacque <strong>la</strong> “Lega Giovanile” (15 settembre<br />

1947), strutturata in modo autonomo con propri Comitati Provinciali e Regionali. Questi<br />

ultimi ebbero subito un grande sviluppo, pur scontando una posizione un po’ anoma<strong>la</strong> in seno al<strong>la</strong><br />

Federazione, dove il confine tra <strong>la</strong> competenza del<strong>la</strong> Lega Giovanile e quel<strong>la</strong> delle altre Leghe (Regionali,<br />

Nazionale, ecc.) non sempre venne rigorosamente delineato. In generale, si assunse come<br />

spartiacque il limite di 18 anni, ma a quel<strong>la</strong> età un atleta di solito faceva già parte anche del<strong>la</strong> prima<br />

squadra, almeno nei campionati minori, e ciò fu origine di non pochi inconvenienti.<br />

La situazione subì una radicale revisione durante il periodo di Commissariamento del<strong>la</strong> F.I.G.C. Fin<br />

dal 6 ottobre 1958 il dr. Bruno Zauli aveva fissato le linee fondamentali dell’ordinamento del Settore<br />

Giovanile che sarebbe divenuto operativo da lì a pochi mesi, vale a dire nel luglio 1959 con <strong>la</strong><br />

soppressione del<strong>la</strong> vecchia Lega Giovanile. Nel<strong>la</strong> prima circo<strong>la</strong>re ufficiale del 1. agosto 1959 il nuovo<br />

Settore si vedeva affidata l’attività preparatoria dei giovani fino a 18 anni, inquadrati in una duplice<br />

categoria di giocatori: gli Allievi, dai 14 ai 16 anni, e gli Juniores, dai 16 ai 18 anni. Restavano invece<br />

immutate le strutture periferiche, sempre artico<strong>la</strong>te sui Comitati Regionali e Provinciali.<br />

Il primo Presidente Nazionale del Settore Giovanile fu il dr. Cesare Mariani, con Giulio Sareceno<br />

segretario. Essi si avvalevano dell’opera un <strong>Comitato</strong> Centrale trasformatosi poi dal 1. luglio 1960 in<br />

Consiglio Direttivo vero e proprio.<br />

In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> ai primi campionati del S.G. presero parte 184 società affiliate o associate, con<br />

2.619 tesserati. Presidente del nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> di S.G. era all’epoca il M° Pietro Billone,<br />

già eletto al<strong>la</strong> Lega Giovanile il 15 dicembre 1957 dopo <strong>la</strong> scomparsa dell’ing. Gino Canevazzi, capo<br />

“storico” del movimento calcistico giovanile emiliano. Billone mantenne <strong>la</strong> carica anche durante e<br />

dopo il Commissariamento di Bruno Zauli (1958-59), e fu per alcuni anni vice-presidente nazionale<br />

del Settore; nel 1963 gli successe il cav. Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi, indimenticato e carismatico presidente<br />

119


(Sopra) – Una squadra giovanile del C.P. di Bologna, sul campo di Forlì intorno al 1960. L’accompagnano il dr. Orfeo Tinti e<br />

Carlo Domenicale per il <strong>Comitato</strong> Provinciale, l’allenatore Domenico Guidi del<strong>la</strong> società Ancora ed il dr. Iaboli.<br />

Il dr. Orfeo Tinti col<strong>la</strong>borava con <strong>la</strong> Lega Giovanile (<strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna) già dal<strong>la</strong> sua fondazione nel 1947;<br />

divenuto poi consigliere dal 1950 e Commissario nel 1958-59, fu nominato presidente provinciale l’anno dopo, Delegato del<br />

S.G. di Bologna fino al 1965, poi ancora presidente fino al 1984. Per <strong>la</strong> sua lunghissima militanza ha ricevuto il premio di<br />

benemerenza sportiva (1969), il Distintivo d’Oro del Settore Giovanile (1973 e 1981), e <strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Argento al Merito Sportivo”<br />

del C.O.N.I. (1976).<br />

(Sotto) – Bel<strong>la</strong> immagine di un’altra rappresentativa bolognese, probabilmente di Allievi, a Rimini nel 1962. La divisa di gioco<br />

è quel<strong>la</strong> inconfondibile bianco-verde del CRAL Tranvieri, lo staff tecnico è formato da Carlo Domenicale, Domenico Guidi e<br />

da Cavanni del Panigal.<br />

120


emiliano per vent’anni.<br />

Emergevano già, intanto, le figure di altri ottimi col<strong>la</strong>boratori che si sarebbero poi distinti negli anni<br />

a venire anche in altri ruoli. Ne citiamo solo alcuni in veloce successione: il dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli, Dino<br />

Castelvetri, Orfeo Tinti, Sergio Cattoli, Ubaldo Tamburini, Giancarlo Balestra e Francesco Brighenti<br />

a Bologna, Giovanni Biffi a Faenza, Mario Tavolini a Ferrara, Moritz Galei a Finale <strong>Emilia</strong>, Elvezio<br />

Ortali a Forlì, Alessandro Belletti e Alberto Pasolini a Mantova, Francesco Cortesi a Ravenna, Giancarlo<br />

Chiari e Ugo Valli a Reggio <strong>Emilia</strong>, Valdo Franceschi e Maurizio Minetti a Parma, Celestino Marri a<br />

Modena, senza con ciò dimenticare l’opera proficua e sovente poco riconosciuta di tutti gli altri<br />

operatori di quegli anni.<br />

Paralle<strong>la</strong>mente al settore dilettantistico, anche il Settore Giovanile fu interessato da una forte crescita<br />

dopo il 1970. In <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> le società passarono dalle 184 del 1959 alle 537 (di cui 27 “pure”)<br />

del 1985, per un totale di 1.223 squadre schierate in tutti i tornei regionali e provinciali; cifre rispettabili<br />

tenendo anche conto che dal 1976-77 il S.G. aveva dovuto cedere al<strong>la</strong> Lega Dilettanti i campionati<br />

regionali Juniores.<br />

Con il varo del nuovo Statuto federale il 25 aprile 1987 fu introdotta <strong>la</strong> nuova denominazione ufficiale<br />

di Settore per l’Attività Giovanile e Sco<strong>la</strong>stica (S.G.S.); si intendeva così creare un collegamento<br />

con il mondo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, che molto avrebbe potuto dare al calcio giovanile. Le cose però non andarono<br />

nel modo previsto ed oggi, in attesa che <strong>la</strong> situazione evolva, l’interpretazione dell’aggettivo<br />

“Sco<strong>la</strong>stico” tende più a riferirsi alle “Scuole Calcio”, che di fatto hanno sostituito i N.A.G.C. (Nuclei<br />

Addestramento Giovani Calciatori) e sono <strong>la</strong>rgamente diffuse tra le società soprattutto dilettantistiche.<br />

E sempre dal 1987 anche alle società “pure” del S.G.S., costituenti circa il 10 % del totale, fu<br />

giustamente riconosciuto il diritto al<strong>la</strong> partecipazione ed al voto durante le Assemblee federali.<br />

Dal <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no del S.G. dipendevano inizialmente (1959) 13 Comitati Provinciali<br />

e Locali, ridotti a 12 nel 1976 con <strong>la</strong> spartizione tra Bologna e Faenza del C.L. di Imo<strong>la</strong>. Nel frattempo<br />

(1969), per razionalizzare l’organizzazione e semplificare anche l’approccio delle società, i Comitati<br />

Locali del Settore Giovanile e quelli del<strong>la</strong> L.N.D. erano stati definitivamente unificati, salvo a Bologna<br />

dove continuarono ad operare ancora per venticinque anni due distinti Comitati Provinciali.<br />

In parallelo poi con quanto accadeva nel <strong>Comitato</strong> del<strong>la</strong> Lega Dilettanti, nel 1981-82 fu aggiornata <strong>la</strong><br />

denominazione in “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>”, mentre nel 1995 avvenne lo scambio di<br />

competenza territoriale tra i Comitati S.G.S. di Mantova e Piacenza. Allo stesso tempo i Comitati di<br />

Forlì e di Cesena vennero fusi in un unico organismo denominato appunto <strong>Comitato</strong> Provinciale di<br />

Forlì - Cesena.<br />

Soppressi infine nel 1999 i C.L. di Faenza e Finale <strong>Emilia</strong>, dove però è tuttora presente un Fiduciario<br />

del<strong>la</strong> Federazione, i Comitati si sono ridotti ai 9 residenti nei capoluoghi di provincia del<strong>la</strong> nostra<br />

regione.<br />

Inoltre, nell’ottica di una più razionale organizzazione sportiva e di contenimento delle spese, nell’estate<br />

1994 è stata presa l’importante decisione di riunire in un solo ente i due Comitati Provinciali<br />

bolognesi, quello del<strong>la</strong> Lega Dilettanti e quello del Settore Giovanile, unificati sotto l’esperta guida<br />

di Francesco Brighenti. Quest’ultimo nel luglio 1997 è stato nominato presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> per il Settore Giovanile, succedendo al prof. Giorgio Moro che lo aveva<br />

condotto per i nove anni precedenti. Brighenti ha così coronato oltre trent’anni di attività federale<br />

(iniziò nel 1965) spesi con passione e competenza in entrambi i Comitati Provinciali di Bologna.<br />

Anche l’argomento delle varie Selezioni e Rappresentative meriterebbe un’ampia illustrazione, purtroppo<br />

impossibile in questa sede, tante sono state le squadre emiliano-romagnole allestite e le gare<br />

disputate negli ultimi quarant’anni. Partico<strong>la</strong>rmente gradito il ricordo delle vittorie ottenute nel<strong>la</strong><br />

“Coppa Nazionale Primavera” dagli Allievi regionali nel 1974-75, 1980-81 e 1993-94, e dal<strong>la</strong> rappresentativa<br />

bolognese dei Giovanissimi nel “Torneo O. Barassi” del 1983.<br />

121


(Sopra) – Il presidente nazionale del Settore Giovanile, Franco Bettinelli (in piedi a sinistra) ospite del<strong>la</strong> sezione A.I.A. di<br />

Bologna nel dicembre 1973 in occasione dell’inizio del corso per allenatori e dirigenti del<strong>la</strong> Lega Dilettanti. Accanto a Bettinelli<br />

siedono ben quattro presidenti: Gustavo Zini per il C.R.E., Roberto Vallieri per <strong>la</strong> Sezione Arbitri, Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi per<br />

il Settore Giovanile regionale e Orfeo Tinti per il <strong>Comitato</strong> Provinciale – Settore Giovanile. Ultimo a destra è l’arbitro bolognese<br />

Gianluigi Farnè.<br />

(Sotto) – Ubaldo Tamburini fra i “suoi” ragazzi, ai quali dedicò oltre metà del<strong>la</strong> vita come organizzatore e dirigente del Settore<br />

Giovanile, sempre nel <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna fin dal<strong>la</strong> sua fondazione. Dopo <strong>la</strong> sua scomparsa, avvenuta il 25 giugno<br />

1994, il Comune di Bologna ha intito<strong>la</strong>to al<strong>la</strong> sua memoria l’impianto sportivo di via Scandel<strong>la</strong>ra (17 settembre 1995).<br />

122


In conclusione, alle soglie del nuovo secolo il <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> del Settore Giovanile<br />

e Sco<strong>la</strong>stico è un organismo che gode di <strong>la</strong>rga autonomia organizzativa e decisionale rispetto<br />

all’omologo <strong>Comitato</strong> del<strong>la</strong> L.N.D., al quale è comunque legato da stretti rapporti e frequenti consultazioni.<br />

Gli obbiettivi da conseguire, definiti anche d’intesa con <strong>la</strong> Presidenza Nazionale del S.G.,<br />

sono il potenziamento dell’attività di base, nel quadro del progetto “Sport per Tutti” in col<strong>la</strong>borazione<br />

con il Ministero del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione, e <strong>la</strong> preparazione specifica di tecnici destinati all’addestramento<br />

dei giovani calciatori.<br />

A livello regionale i campionati sono organizzati nelle categorie Allievi e Giovanissimi, con tornei<br />

distinti per le società dilettanti e quelle professionistiche. Le fasce d’età interessate sono rispettivamente<br />

dai 14 ai 16 anni e dai 12 ai 14 anni, mentre ai ragazzi di età fino ai 12 anni è riservato il<br />

campionato Esordienti. A livello provinciale, oltre alle predette categorie esistono anche i campionati<br />

Juniores (16 - 18 anni), e Pulcini (8 - 10 anni), questi ultimi a 7, 9 e 11 giocatori, <strong>la</strong> cui attività è di<br />

norma suddivisa nelle fasi autunnale e primaverile. Citiamo infine i tornei non agonistici Primi Calci,<br />

per i bambini dai 6 agli 8 anni.<br />

In ogni stagione vengono poi disputati decine di tornei organizzati prevalentemente dalle società, per<br />

ogni categoria ed in ogni periodo dell’anno.<br />

Complessivamente le società operanti nel S.G.S. in regione sono circa 600, per <strong>la</strong> grande maggioranza<br />

appartenenti al<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti. A dimostrare l’attuale vastità ed importanza del Settore<br />

Giovanile in <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> sta il numero di gare ufficiali disputate nel corso del<strong>la</strong> stagione appena<br />

conclusa: quasi 20.000.<br />

La squadra “Under 18” del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna che a Budapest si è aggiudicata il torneo internazionale “Coppa dei<br />

Campioni”, battendo in finale il Ferencvaros per 2-0 (agosto 1992). I due allenatori erano Lauro Simoni (in ginocchio a sinistra)<br />

e Raffaele Tinarelli (a destra), assistiti dal medico dr. Or<strong>la</strong>ndo Iaboli (in piedi a destra).<br />

123


I PRESIDENTI DELLA “LEGA GIOVANILE” E DEL<br />

“SETTORE GIOVANILE E SCOLASTICO” DELL’EMILIA ROMAGNA<br />

Ing. Gino Canevazzi settembre 1947 - 19 ottobre 1957<br />

M° Pietro Billone 15 dicembre 1957 - settembre 1963<br />

Cav.uff. Bonifacio Borto<strong>la</strong>zzi settembre 1963 - luglio 1983<br />

M° Pietro Billone luglio 1983 - luglio 1988<br />

Prof. Giorgio Moro luglio 1988 - luglio 1997<br />

Rag. Francesco Brighenti luglio 1997 - (in carica)<br />

Francesco Brighenti, attuale presidente del C.R.E.R. – Settore Giovanile e Sco<strong>la</strong>stico. Brighenti è giunto al vertice regionale<br />

percorrendo, dal 1965, l’intero cammino a partire dal gradino più basso, quello di semplice col<strong>la</strong>boratore.<br />

124


125<br />

3.a Parte<br />

I Presidenti regionali


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Presidenti<br />

Nob. Guido Del<strong>la</strong> Valle gennaio 1910 - 30 ottobre 1910<br />

Leone Vicenzi 30 ottobre 1910 - estate 1911<br />

Cav. uff. dr. Francesco Müller (*) autunno 1911 - 25 maggio 1913<br />

Leone Vicenzi 28 gennaio 1913 - estate 1913<br />

Cav. Alberto Masprone (*) estate 1913 - 8 settembre 1914<br />

Rag. Giuseppe Valenzini (*) 8 settembre 1914 - estate 1915<br />

Prof. Luigi Casini 21 novembre 1915 - autunno 1916<br />

Cesare Gibelli (§) 5 luglio 1919 - 2 settembre 1921<br />

Rag. Angelo Or<strong>la</strong>ndi 2 settembre 1921 - 26 novembre 1921<br />

Prof. Luigi Pasquinelli 25 marzo 1922 - 14 settembre 1922<br />

M° Giuseppe Zanetti 14 settembre 1922 - 19 dicembre 1925<br />

Prof. Luigi Pasquinelli 19 dicembre 1925 - 24 gennaio 1934<br />

Rag. Carlo Mazzantini 24 gennaio 1934 - aprile 1945<br />

Prof. Luigi Pasquinelli 21 luglio 1945 - 20 agosto 1946<br />

Avv. Renzo Lodi 20 agosto 1946 - 30 agosto 1952<br />

M° Gustavo Zini 30 agosto 1952 - 10 ottobre 1958<br />

M° Gustavo Zini 26 luglio 1959 - 17 giugno 1985<br />

Arch. Alberto Mambelli 28 settembre 1985 - 29 giugno 1999<br />

Cav. Marco Campomori 15 luglio 2000 - 5 agosto 2001<br />

Maurizio Minetti 6 ottobre 2001 - (in carica)<br />

(*) Presidenti del “<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no”.<br />

(§) Cesare Gibelli fu inoltre Commissario del<strong>la</strong> “Direzione <strong>Regionale</strong> per l’<strong>Emilia</strong>” - Confederazione Calcistica<br />

Italiana (C.C.I.) dal settembre 1921, poi Direttore da fine novembre 1921 al giugno 1922, nel campionato del<strong>la</strong><br />

scissione federale.<br />

Commissari e Reggenti<br />

Ten.dr. Luigi Saverio Bertazzoni autunno 1916 - autunno 1917<br />

Prof. Luigi Casini 27 aprile 1919 - 5 luglio 1919<br />

Rag. Angelo Or<strong>la</strong>ndi 26 novembre 1921 - 8 dicembre 1921<br />

Prof. Luigi Pasquinelli 8 dicembre 1921 - 25 marzo 1922<br />

Pasquinelli - Bernardi - Galeati (*) 11 maggio 1945 - 21 luglio 1945<br />

Gesù Martelli 10 ottobre 1958 - 26 luglio 1959<br />

Arch. Alberto Mambelli (*) 22 agosto 1985 - 28 settembre 1985<br />

Dr. Vincenzo Ghidini (*) 7 febbraio 1995 - 20 maggio 1995<br />

Cav. Marco Campomori (*) 29 giugno 1999 - 15 luglio 2000<br />

(*) Reggenti; dove non indicato si tratta di Commissari.<br />

127


Guido Del<strong>la</strong> Valle.<br />

128


Galleria dei Presidenti<br />

Profili biografici di tutti i Presidenti regionali emiliano-romagnoli<br />

Guido Del<strong>la</strong> Valle<br />

(n. a Bologna 31 maggio 1894 - m. ivi 21 ottobre 1915)<br />

Vero pioniere sportivo, iniziò <strong>la</strong> pratica calcistica nel<strong>la</strong> squadra “Allievi” del Vicenza, intorno al 1908,<br />

per poi tornare a Bologna dove, pur giovanissimo, nell’ottobre 1909 fu nel gruppo dei venticinque<br />

fondatori del<strong>la</strong> società rossoblù, ricoprendovi inizialmente le cariche di vice-presidente e di segretario.<br />

Dal 1910 al 1914 giocò come centromediano nel Bologna, negli anni in cui preparavano <strong>la</strong> loro<br />

entrata in squadra anche i due più giovani fratelli Mario e Giuseppe, quest’ultimo poi colonna del<strong>la</strong><br />

squadra felsinea e centravanti azzurro negli anni ’20.<br />

All’inizio del 1910 Guido Del<strong>la</strong> Valle fu designato con Emilio Arnstein a rappresentare il Bologna<br />

F.C. nel costituendo <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. Non sappiamo perché <strong>la</strong> scelta per <strong>la</strong> presidenza<br />

cadde proprio su di lui, così come è senza dubbio insolito che il presidente del <strong>Comitato</strong> fosse un<br />

giovanetto poco più che quindicenne, per quanto sportivamente precoce.<br />

In realtà <strong>la</strong> carica era quasi simbolica, non risultando tra l’altro nemmeno una sua partecipazione alle<br />

riunioni del Consiglio Federale del<strong>la</strong> F.I.G.C. cui pure aveva diritto come consigliere. D’altra parte il<br />

suo incarico, sul<strong>la</strong> carta di durata annuale, sarebbe terminato di fatto con il campionato emiliano<br />

stesso che si esaurì in un solo giorno. A Guido Del<strong>la</strong> Valle resta in ogni caso l’onore di essere stato il<br />

primo presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no ed il più giovane in assoluto di tutta <strong>la</strong> sua storia.<br />

La vita gli riservò uno sfortunato epilogo. Nonostante fosse giudicato una vera promessa calcistica,<br />

nel 1914 si trasferì per ragioni di studio a Torino, poi sulle orme del padre che era ufficiale di carriera<br />

dell’Esercito si arruolò all’Accademia di Artiglieria da cui uscì con il grado di sottotenente. Ma,<br />

contro le sue aspirazioni, non potè prendere parte attivamente al<strong>la</strong> guerra in cui nel frattempo era<br />

intervenuta anche l’Italia: Del<strong>la</strong> Valle fu colpito da una ma<strong>la</strong>ttia incurabile che nel 1915 lo portò al<strong>la</strong><br />

morte entro alcuni mesi, a soli ventun’anni.<br />

All’interno del campo “Sterlino” una <strong>la</strong>pide posta dal Bologna F.C. portò impresso il nome di Guido<br />

Del<strong>la</strong> Valle e degli altri atleti rossoblù periti nel<strong>la</strong> Grande Guerra, fino al<strong>la</strong> demolizione del vecchio<br />

impianto sportivo bolognese avvenuta nel 1969.<br />

Leone Vicenzi<br />

(n. a Bologna 27 luglio 1887 - m. ivi 30 giugno 1953)<br />

Come Guido Del<strong>la</strong> Valle, anche Leone Vicenzi faceva parte dei venticinque Soci fondatori del Bologna<br />

F.C. nel 1909. Fu inoltre tra i primi arbitri federali emiliani, essendo già nei quadri effettivi fin<br />

dal 1912, preceduto probabilmente dal solo Emilio Arnstein.<br />

Vicenzi fu nominato una prima volta presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no il 30 ottobre 1910<br />

nell’Assemblea generale del<strong>la</strong> F.I.G.C., come previsto dallo Statuto dell’epoca, rimanendo in carica<br />

per <strong>la</strong> stagione 1910-11. Stimato per competenza e volontà, meno di tre anni dopo (28 gennaio 1913)<br />

fu nuovamente chiamato al<strong>la</strong> presidenza emiliana ed incaricato di organizzare i campionati nel<strong>la</strong> nostra<br />

regione, dove lo sviluppo del football continuava e presentarsi ancora piuttosto incerto. Portato a<br />

termine il compito, si ritirò dall’incarico probabilmente per l’eccessivo impegno che il ruolo richiedeva,<br />

senza più ricomparire sul<strong>la</strong> scena sportiva.<br />

129


Luigi Casini.<br />

130


Luigi Casini<br />

(n. a Bazzano (BO) 2 marzo 1876 - m. a Rovigo 24 aprile 1967)<br />

Nonostante il prof. Luigi Casini abbia avuto un ruolo marginale nelle vicende proprie del <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, pure <strong>la</strong> sua vita straordinariamente piena ed intensa nonché <strong>la</strong> lunghissima militanza<br />

sportiva meritano di essere ricordate nel modo più ampio.<br />

Laureatosi in lettere nel 1904 all’Università di Bologna, dove fu anche allievo di Giosuè Carducci,<br />

divenne nello stesso anno professore al R° Istituto Tecnico “Jacopo Barozzi” di Modena, e successivamente<br />

di altri Enti sco<strong>la</strong>stici modenesi fino al 1941, poi dal 1942 al 1952 preside in Istituti non<br />

governativi del<strong>la</strong> provincia.<br />

Nel 1913 ricevette il Cavalierato dell’Ordine del<strong>la</strong> Corona d’Italia. Membro del<strong>la</strong> “R. Deputazione di<br />

Storia Patria” dal 1905 fino al<strong>la</strong> morte, autore di alcuni scritti e saggi sul<strong>la</strong> storia italiana, nel 1955 il<br />

Ministero del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione gli conferì il Diploma di Benemerenza del<strong>la</strong> Cultura e dell’Arte<br />

per <strong>la</strong> sua dedizione all’attività didattica. Ricoprì inoltre una moltitudine di incarichi di responsabilità<br />

amministrativa o direttiva in svariati enti civili quali università, patronati, consigli comunali, ecc.<br />

Al<strong>la</strong> passione letteraria unì quel<strong>la</strong> per lo sport, nata negli anni dei suoi studi ginnasiali (1890-95) a<br />

Pisa e a Roma. Limpida figura di vero pioniere e grande animatore sportivo in <strong>Emilia</strong>, Luigi Casini fu<br />

tra gli attuatori del<strong>la</strong> fusione tra Audax e Associazione Studentesca da cui nel 1912 nacque il Modena<br />

F.C., sodalizio al quale rimase legato come socio e consigliere per tutta <strong>la</strong> vita.<br />

Nel novembre 1915, allo scopo di mantenere attivo il gioco del calcio anche negli anni di guerra,<br />

promosse insieme ad altri sportivi <strong>la</strong> ripresa del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, che presiedette e gestì<br />

per <strong>la</strong> stagione 1915-16, dopo <strong>la</strong> quale cedette i poteri ad un Commissario.<br />

La Federazione ricorse nuovamente al prof. Casini pochi mesi dopo <strong>la</strong> fine del conflitto, nominandolo<br />

“Commissario <strong>Regionale</strong> per l’<strong>Emilia</strong>” (27 aprile 1919) fino all’elezione del nuovo C.R.E., avvenuta<br />

il 5 luglio seguente.<br />

All’Assemblea generale di Torino del 4 luglio 1920, primo emiliano con Cesare Gibelli, fu eletto<br />

Consigliere Federale, carica che dovette <strong>la</strong>sciare dopo appena un mese e mezzo (19 settembre) avendo<br />

il C.F. in blocco presentato le dimissioni per scongiurare il distacco delle società piemontesi e liguri<br />

riunitesi in una nuova Lega, <strong>la</strong> “L.I.G.C.”. Per il 1920-21 fu comunque segretario del<strong>la</strong> Commissione<br />

per il Riordinamento dello Statuto Federale e del Rego<strong>la</strong>mento Organico.<br />

Sopravvenuta poi nel 1921 <strong>la</strong> secessione delle squadre maggiori, il Modena abbandonò <strong>la</strong> Federazione<br />

per disputare il campionato confederale, e Casini fu eletto consigliere del<strong>la</strong> C.C.I. per il 1921-22.<br />

Dopo <strong>la</strong> riunificazione, nel 1922-23, 1923-24 e 1924-25 fu vice-presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C.- Lega Nord,<br />

ma si allontanò dall’ambiente calcistico federale a partire dal 1925, rimanendone separato per vent’anni.<br />

Si accontentò in questo periodo di dirigere il Consiglio Direttivo del<strong>la</strong> nota Società Ginnica Panaro,<br />

dove era entrato da vice-presidente l’11 novembre 1924 e che presiedette dal 16 dicembre 1925 al 13<br />

dicembre 1927. Inoltre seguì sempre da vicino come dirigente gli interessi sportivi del Modena Calcio.<br />

In realtà il professore col<strong>la</strong>borò ancora in via ufficiosa con <strong>la</strong> F.I.G.C. in occasione del varo delle<br />

nuove Carte Federali nel 1934, ma è un fatto che durante il “ventennio” Casini venne ingiustamente<br />

emarginato dal<strong>la</strong> Federazione, forse per alcuni trascorsi politici sfavorevoli al regime.<br />

Non fu un caso quindi che nell’agosto 1945 Luigi Pasquinelli, appena eletto presidente del<strong>la</strong> Lega<br />

<strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na, lo invitasse a rial<strong>la</strong>cciare i rapporti con <strong>la</strong> Federazione almeno per favorire <strong>la</strong><br />

ripresa post-bellica del calcio a Modena e provincia. Casini divenne poi dirigente del Finale <strong>Emilia</strong>,<br />

il che gli valse nel 1946 l’elezione (due stagioni) a Consigliere Federale per <strong>la</strong> Serie C ed il definitivo<br />

ritorno nell’ambito direttivo calcistico nazionale.<br />

Nel corso delle manifestazioni indette per il cinquantenario del<strong>la</strong> F.I.G.C., Luigi Casini ricevette il<br />

131


(Sopra) – Il prof. Luigi Casini nel 1957, all’epoca in cui fu nominato Consigliere a vita del<strong>la</strong> Federazione. Aveva già superato<br />

gli ottant’anni.<br />

(Sotto) – Lettera intestata di Cesare Gibelli, inviata al prof. Casini pochi giorni prima del<strong>la</strong> secessione delle società maggiori<br />

dal<strong>la</strong> F.I.G.C. Gibelli a questa data era ancora presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no.<br />

132


Distintivo di Pioniere del Giuoco del Calcio, onoreficenza sportiva assegnata a coloro i quali avevano<br />

dato un rilevante contributo allo sviluppo del calcio in Italia nel periodo 1898-1914 (maggiori<br />

dettagli sono forniti in altra parte di questo capitolo).<br />

Il 31 ottobre 1948 fu nominato presidente del<strong>la</strong> Commissione per le Carte Federali, incarico ricoperto<br />

fino all’attuazione del “lodo Barassi” nel 1952; dal 1952-53 al 1956-57 invece, come rappresentante<br />

del Modena Calcio, fu delegato per <strong>la</strong> Serie B al<strong>la</strong> Lega Nazionale. Avendo così raggiunto <strong>la</strong> rispettabile<br />

età di 81 anni, il 12 settembre 1957 <strong>la</strong> Federazione lo nominò Consigliere Nazionale a Vita, poi<br />

(17 ottobre 1959) Dirigente Benemerito.<br />

Nel marzo 1967 il <strong>Comitato</strong> Olimpico Nazionale Italiano gli assegnò <strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Oro al Merito<br />

Sportivo”, mentre subito dopo <strong>la</strong> sua scomparsa <strong>la</strong> Sezione Arbitri “Otello Ascari” di Modena istituì,<br />

paralle<strong>la</strong>mente al premio arbitrale “Florindo Longagnani”, anche il premio “Prof. Luigi Casini”, da<br />

assegnarsi per venti anni a personalità del calcio italiano partico<strong>la</strong>rmente distintesi (fra i premiati vi<br />

furono Franco Carraro, Ottorino Barassi, Artemio Franchi, eccetera).<br />

Infine il Comune di Modena ha intito<strong>la</strong>to all’illustre figura di Luigi Casini un centro polisportivo<br />

inaugurato il 9 novembre 1991.<br />

Cesare Gibelli<br />

(n. a Bologna 18 dicembre 1887 - m. ivi 26 agosto 1956)<br />

Di famiglia agiata, si distinse per mecenatismo sportivo fin dagli anni precedenti <strong>la</strong> prima guerra<br />

mondiale, seguendo oltre al calcio anche il pugi<strong>la</strong>to ed il ciclismo, promotore e finanziatore di numerose<br />

coppe e trofei in tutti e tre gli sport. Diventato nel 1914 vice-presidente del Bologna F.C., fu<br />

acc<strong>la</strong>mato a capo del risorto <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no nel<strong>la</strong> già ricordata assemblea del 5 luglio<br />

1919.<br />

Cesare Gibelli aveva frattanto avviato <strong>la</strong> rinascita del calcio bolognese dalle ceneri del dopoguerra,<br />

insieme ad Alessandro Oppi ed altri sportivi; in questo quadro concorse con il presidente del Bologna,<br />

Cesare Medica, al finanziamento per l’acquisto e l’ampliamento del campo dello “Sterlino” da<br />

parte del club petroniano.<br />

Gibelli fu in effetti il primo vero presidente del nostro <strong>Comitato</strong>, nonché il primo esponente emiliano<br />

insieme al prof. Casini a rappresentare <strong>la</strong> nostra regione in Consiglio Nazionale, dove era stato eletto<br />

il 4 luglio 1920 durante l’Assemblea generale del<strong>la</strong> F.I.G.C. a Torino (per <strong>la</strong> vicenda del tentativo di<br />

scissione del<strong>la</strong> “L.I.G.C.” dovette però dare le dimissioni il 19 settembre dello stesso 1920).<br />

Rappresentando poi il Bologna all’Assemblea del 23 e 24 luglio 1921, Gibelli aveva ufficialmente<br />

proposto un dettagliato progetto di riforma dei campionati che, se accettato, avrebbe potuto evitare lo<br />

scisma, ma che invece fu respinto. Schieratosi con le società dissidenti del<strong>la</strong> C.C.I., fu perciò impossibilitato<br />

a mantenere <strong>la</strong> presidenza del C.R.E.; costituì invece e diresse per conto del<strong>la</strong> C.C.I. <strong>la</strong><br />

“Direzione <strong>Regionale</strong> per l’<strong>Emilia</strong>”, dove ebbe come segretario Giuseppe Zanetti fino al<strong>la</strong> riunificazione<br />

del<strong>la</strong> Federazione. Durante lo stesso 1921-22 fu inoltre consigliere di Lega Nord presso <strong>la</strong> C.C.I.<br />

Nel 1922, dopo essere stato per qualche tempo “addetto alle re<strong>la</strong>zioni esterne” del Bologna F.C.<br />

(novità assoluta per una società calcistica, forse fu il primo in Italia) <strong>la</strong>sciò i rossoblù per passare ad<br />

una nuova società felsinea, <strong>la</strong> Juventus F.C., del<strong>la</strong> quale fu presidente per tre anni. Fu infine chiamato<br />

al<strong>la</strong> presidenza del <strong>Comitato</strong> Provinciale U.L.I.C. di Bologna dal 25 maggio al 28 luglio 1925, data in<br />

cui diede le dimissioni, scomparendo così dal<strong>la</strong> scena sportiva ufficiale.<br />

133


Luigi Pasquinelli.<br />

134


Angelo Or<strong>la</strong>ndi<br />

(n. a Ma<strong>la</strong>lbergo (BO) 4 gennaio 1890 - m. a Bologna 24 aprile 1956)<br />

Ragioniere di professione ed agente assicurativo di una conosciuta compagnia francese, giunse ai<br />

vertici del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> nel periodo più difficile che il calcio italiano avesse mai vissuto; e fu<br />

<strong>la</strong> più breve, ma anche <strong>la</strong> più burrascosa fra tutte le presidenze del C.R.E.<br />

Socio e supporter del Bologna F.C. nel 1919, era cognato del noto giornalista bolognese Nino Maggi,<br />

che per anni fu redattore sportivo del Resto del Carlino. Angelo Or<strong>la</strong>ndi passò poi nel 1920 all’altro<br />

sodalizio calcistico petroniano, <strong>la</strong> Virtus G.S.B., come vice-segretario e co-responsabile del<strong>la</strong> sezione<br />

calcio.<br />

Il 2 settembre 1921, poche settimane dopo <strong>la</strong> scissione avvenuta in seno al<strong>la</strong> F.I.G.C., Or<strong>la</strong>ndi fu<br />

nominato presidente del C.R.E., ma l’esiguo numero di presenti a quell’assemblea (solo 14 clubs)<br />

rese il suo mandato ben poco rappresentativo, cosa che non mancherà di avere le più negative conseguenze.<br />

Purtroppo il clima violento che regnava in quegli anni contaminò anche i campionati di calcio, e in un<br />

crescendo di riprovevoli episodi accaduti sia sui campi da gioco che fuori <strong>la</strong> situazione precipitò,<br />

dopo gli ennesimi “fattacci”, al<strong>la</strong> fine del mese di novembre 1921. Or<strong>la</strong>ndi diede le dimissioni e due<br />

giorni dopo (26 novembre) <strong>la</strong> Presidenza Federale decretava addirittura lo scioglimento del <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong>, in considerazione del suo stato di ingovernabilità. Or<strong>la</strong>ndi stesso ne fu nominato Commissario,<br />

ma resistette ben poco, tanto che il 6 dicembre si dimise nuovamente “per motivi di salute”.<br />

La Presidenza Federale passò così il timone regionale (8 dicembre) a Luigi Pasquinelli, che con<br />

sollievo di tutti, specialmente di Or<strong>la</strong>ndi, in pochi giorni prese in mano con energia <strong>la</strong> situazione<br />

ristabilendo l’ordine e <strong>la</strong> legalità.<br />

Angelo Or<strong>la</strong>ndi <strong>la</strong>sciò definitivamente gli incarichi sportivi nel corso del 1924, presumibilmente in<br />

seguito allo scioglimento del<strong>la</strong> sezione calcio del<strong>la</strong> sua società, <strong>la</strong> Virtus di Bologna; il suo breve<br />

passaggio nel mondo calcistico emiliano non <strong>la</strong>sciò tracce tangibili né partico<strong>la</strong>ri rimpianti.<br />

Luigi Pasquinelli<br />

(n. a Bologna 20 maggio 1899 - m. ivi 12 marzo 1964)<br />

Iscrittosi giovanissimo all’Università, era allievo del famoso prof. Giacomo Ciamician quando fu<br />

richiamato alle armi (1918) per combattere sul monte Grappa gli ultimi mesi del<strong>la</strong> Grande Guerra.<br />

Ripresi gli studi, appene ventunenne si <strong>la</strong>ureò in Chimica e Merceologia, materie che insegnò per<br />

quasi quarant’anni all’Istituto Tecnico Commerciale “Pier Crescenzi” di Bologna ed all’Istituto Tecnico<br />

di Rovigo.<br />

Era sposato con Enedina Oriani, discendente del celebre poeta e scrittore romagnolo Alfredo Oriani;<br />

ebbe due figli, uno dei quali, Alberto, fu per molti anni docente all’Università di Bologna come<br />

Ordinario di “Filosofia del<strong>la</strong> Scienza”.<br />

Precoce e per molti versi fuori dall’ordinario <strong>la</strong> carriera sportiva di Luigi Pasquinelli; dedicò quasi<br />

cinquanta intensi anni del<strong>la</strong> sua esistenza al calcio, ricoprendo complessivamente ben sedici incarichi<br />

e ruoli diversi, quasi tutti di alta responsabilità. Concordi le testimonianze di chi lo conobbe: univa<br />

rettitudine, preparazione e discrezione ad un’a<strong>la</strong>cre operosità, doti che lo accompagnarono fin quando<br />

fu sorretto dal<strong>la</strong> salute fisica.<br />

Attratto dal calcio fin da giovanetto, socio del Bologna F.C. dal 1915 al 1921, aveva frequentato il<br />

135


Il prof. Pasquinelli nel 1937, con l’automobile che per anni utilizzò nei suoi<br />

spostamenti a servizio del Direttorio <strong>Regionale</strong>.<br />

136


corso arbitri appena sedicenne, ma causa lo scoppio del<strong>la</strong> guerra non aveva potuto ottenere <strong>la</strong> tessera<br />

federale. Divenne arbitro ufficialmente solo il 22 settembre 1919 nel primo corso tenutosi a Mi<strong>la</strong>no<br />

nel dopoguerra, e in sette anni diresse oltre 150 gare, circa <strong>la</strong> metà nel<strong>la</strong> massima serie dell’epoca, tra<br />

cui una delle due finalissime del campionato 1921-22.<br />

Il 2 ottobre 1921 Pasquinelli, non approvando <strong>la</strong> secessione del Bologna passato tra le file dei dissidenti<br />

del<strong>la</strong> C.C.I., diede le dimissioni da socio del sodalizio rossoblù e per poter continuare a fare<br />

l’arbitro in F.I.G.C., come richiesto dai rego<strong>la</strong>menti di allora, si associò al<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> polisportiva<br />

felsinea Veloce Sport Reno. Fu poi nominato Commissario F.I.G.C. per l’<strong>Emilia</strong> l’8 dicembre 1921,<br />

in un momento difficilissimo per il nostro calcio, e quindi eletto presidente del ricostituito <strong>Comitato</strong><br />

<strong>Regionale</strong> il 25 marzo 1922. Dopo essere stato consigliere di Lega Nord per il 1922-23, Pasquinelli<br />

diventò uno degli animatori e promotori del <strong>Comitato</strong> Provinciale U.L.I.C. a Bologna, in cui fu arbitro,<br />

presidente (dal 1923 al 25 marzo 1925) e vice-Commissario Tecnico. Tutto ciò non gli impedì di<br />

essere anche eletto (15 novembre 1923) al<strong>la</strong> presidenza del Sottocomitato <strong>Emilia</strong>no dell’Associazione<br />

Italiana Arbitri (A.I.A.), rimanendovi per una stagione.<br />

L’ottima fama guadagnata al<strong>la</strong> guida degli “uliciani” bolognesi gli valse il ritorno al<strong>la</strong> F.I.G.C. come<br />

presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no il 19 dicembre 1925, e poi <strong>la</strong> designazione al<strong>la</strong> presidenza<br />

del nuovo Direttorio <strong>Regionale</strong> il 10 agosto 1926, nonché <strong>la</strong> nomina di arbitro benemerito nel<br />

1927.<br />

Essendosi tuttavia dimostrato politicamente “tiepido” nei confronti del regime fascista, fu estromesso<br />

dal<strong>la</strong> carica di presidente, approfittando di una sua temporanea indisponibilità per ragioni professionali<br />

nel gennaio 1934. Ma per <strong>la</strong> sua riconosciuta competenza tecnica fu ben presto riammesso tra le<br />

file del<strong>la</strong> F.I.G.C., dove gli venne affidato (24 settembre 1935) il ruolo di “Ispettore Federale”, cui<br />

seguì (16 ottobre 1939) <strong>la</strong> nomina a presidente del Gruppo Arbitri bolognesi “Guido Sarto” che<br />

mantenne per tutti gli anni del periodo bellico, fino al 1945. Fra l’altro conservò <strong>la</strong> qualifica di Commissario<br />

di Campo praticamente fino al suo ritiro definitivo negli anni ’60.<br />

Combattente anche nel<strong>la</strong> seconda guerra mondiale come capitano di artiglieria sul fronte italo-francese,<br />

nell’immediato dopoguerra Luigi Pasquinelli ricostituì, unitamente a due noti arbitri bolognesi, il<br />

<strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no di cui resse <strong>la</strong> presidenza fino al 20 agosto 1946. Caso unico e straordinario,<br />

dunque, nell’arco di un quarto di secolo si trovò a capo di <strong>Comitato</strong>, Direttorio e Lega <strong>Regionale</strong>,<br />

di volta in volta come presidente, commissario e reggente.<br />

Per i quindici anni successivi ricoprì incarichi federali ad alto livello: presidente del<strong>la</strong> “Commissione<br />

di Appello Federale” (Lega Interregionale Centro) nel 1946-47, poi membro del<strong>la</strong> C.A.F. nazionale<br />

per le quattro stagioni successive, ed ancora presidente del<strong>la</strong> stessa C.A.F. nel 1951-52 e 1952-53,<br />

carica da cui diede le dimissioni per motivi professionali il 29 giugno 1953. Nel frattempo era stato<br />

dirigente e consigliere del<strong>la</strong> S.G. Fortitudo di Bologna.<br />

L’11 settembre 1954 fu nominato componente del<strong>la</strong> Commissione Arbitri Nazionale (C.A.N.) con<br />

funzioni di rappresentante del<strong>la</strong> Lega Nazionale; dimissionario nel settembre 1956, il 13 settembre<br />

1957 divenne presidente del<strong>la</strong> Commissione per le Carte Federali (due stagioni), poi presidente del<strong>la</strong><br />

Commissione Giudicante (l’odierna figura del Giudice Sportivo) per <strong>la</strong> Serie C nei campionati 1959-<br />

60 e 1960-61. Ritiratosi nel 1961 dal<strong>la</strong> scena sportiva, si spense a Bologna nel 1964 dopo breve<br />

ma<strong>la</strong>ttia.<br />

137


Giuseppe Zanetti.<br />

138


Giuseppe Zanetti<br />

(n. a Monte San Pietro (BO) 5 gennaio 1896 - m. a Roma 24 giugno 1957)<br />

Grande appassionato di calcio fin dagli albori di questo sport, dopo una breve parentesi come giocatore<br />

divenne arbitro federale negli anni immediatamente successivi al<strong>la</strong> Grande Guerra. Iniziò nel<br />

frattempo un’attività giornalistica sportiva, che <strong>la</strong>sciò per diventare nel novembre 1921, anno del<strong>la</strong><br />

scissione calcistica, segretario del<strong>la</strong> Direzione <strong>Regionale</strong> del<strong>la</strong> C.C.I. L’anno dopo (1922) fu eletto<br />

presidente del riunificato <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, entrando poi per <strong>la</strong> so<strong>la</strong> stagione 1923-24<br />

anche nel<strong>la</strong> Lega Nord del<strong>la</strong> F.I.G.C. come consigliere.<br />

Fin dall’inizio il M° Zanetti godette presso le società emiliane di una stima quasi unanime ed incondizionata.<br />

Era consigliere nel<strong>la</strong> sezione calcio del<strong>la</strong> bolognese Virtus e, quando questa nel giugno<br />

1924 fu coinvolta in un caso di illecito sportivo, Zanetti per correttezza diede le dimissioni (peraltro<br />

respinte) sia dal C.R.E. che dal<strong>la</strong> Lega Nord, sollecitando in sede federale un’inchiesta che accertasse<br />

anche l’eventuale suo coinvolgimento nel<strong>la</strong> vicenda. Completamente scagionato da ogni responsabilità,<br />

riprese il suo posto di presidente, confermato poi anche dall’Assemblea emiliana del 7 settembre<br />

1924.<br />

Tuttavia l’inasprimento del clima di confronto, sopravvenuto l’anno successivo, gli fece affermare che<br />

avrebbe <strong>la</strong>sciato <strong>la</strong> presidenza regionale qualora non avesse avuto in assemblea l’appoggio di almeno<br />

quattro quinti dei clubs affiliati. Proprio sul finire del 1925 tale situazione parve concretarsi, ed il<br />

giorno 30 novembre Zanetti rassegnò le dimissioni, mantenute anche dopo che il Consiglio Direttivo<br />

emiliano le aveva respinte. Probabilmente però Zanetti era stato incoraggiato dal<strong>la</strong> prospettiva del suo<br />

passaggio, avvenuto in effetti il 2 agosto 1926, al<strong>la</strong> Segreteria del nuovo Direttorio Federale presieduto<br />

da Leandro Arpinati.<br />

Nel frattempo era stato incluso (dicembre 1925) con altri due “fischietti” bolognesi, Ermete Alfieri e<br />

Vittorio Ortali, in un triumvirato che per <strong>la</strong> stagione 1925-26 guidò il “Direttorio Provvisorio per<br />

l’<strong>Emilia</strong>” dell’Associazione Italiana Arbitri (A.I.A.). Nel 1927 infine Zanetti fu nominato arbitro<br />

benemerito.<br />

L’avvento dell’appena trentenne Giuseppe Zanetti al<strong>la</strong> Segreteria Nazionale del<strong>la</strong> F.I.G.C. nel 1926 fu<br />

salutato con soddisfazione da tutto l’ambiente calcistico, dichiarando poi lo stesso Presidente Federale<br />

Arpinati di averlo prescelto perché, tra l’altro, “non fascista” e “ga<strong>la</strong>ntuomo”. Ma pur essendo<br />

state riconosciute in più occasioni le sue grandi qualità ed avendo perfettamente adempiuto ai suoi<br />

compiti nei sette anni di <strong>la</strong>voro come Segretario - Cassiere del<strong>la</strong> Federazione, dovette poi nel maggio<br />

1933 seguire le sorti sportive del gerarca bolognese, estromesso da ogni carica ufficiale e messo<br />

praticamente al bando. Tutto fu fatto all’insaputa degli sportivi italiani, dato che nessun giornale<br />

riportò alcuna notizia in merito al<strong>la</strong> vicenda. Il posto rimasto vacante al<strong>la</strong> Segreteria Federale fu<br />

coperto soltanto tre mesi dopo con <strong>la</strong> nomina dell’ing. Ottorino Barassi.<br />

Zanetti fu anche richiamato nell’esercito durante l’ultima guerra, inviato in Africa e, caduto prigioniero<br />

degli inglesi, passò parecchi mesi di prigionia in India. Tornato poi in patria, potè finalmente<br />

riprendere il mestiere di giornalista per i servizi sportivi del “Messaggero” a Roma. E qui <strong>la</strong> morte lo<br />

colse prematuramente nel 1957 a soli sessantuno anni. La sua eredità giornalistica fu raccolta dal<br />

figlio Gualtiero, per anni notissima figura di capo-redazione da Roma per <strong>la</strong> “Gazzetta dello Sport”,<br />

di cui fu anche direttore dal 1959 al 1973.<br />

Al<strong>la</strong> memoria del M° Giuseppe Zanetti furono intito<strong>la</strong>te le prime quindici edizioni del “Torneo delle<br />

Regioni”, l’importante manifestazione del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti che si svolge annualmente tra<br />

le rappresentative dei Comitati Regionali, istituita nel 1959 ed in seguito dedicata ad altri due grandi<br />

del calcio nazionale: Ottorino Barassi ed Artemio Franchi.<br />

139


Carlo Mazzantini.<br />

140


Carlo Mazzantini<br />

(n. a Livorno 2 agosto 1899 - m. a Bologna 1. aprile 1966)<br />

Toscano di origine, e fino ad oggi unico presidente regionale non emiliano-romagnolo, dopo gli studi<br />

di ragioneria si stabilì a Bologna negli anni ’20 per motivi professionali, come direttore del Mercato<br />

Ortofrutticolo. E’ assai probabile che, proprio nel periodo in cui <strong>la</strong> Presidenza del<strong>la</strong> F.I.G.C. aveva<br />

sede a Bologna (1926-1929), egli abbia frequentato gli ambienti federali coltivandovi amicizie e<br />

rapporti, e forse svolgendo già qualche mansione minore.<br />

Tangibile prova del<strong>la</strong> considerazione che presto si conquistò presso le gerarchie sportive fu <strong>la</strong> sua<br />

nomina, proposta direttamente dal Presidente del<strong>la</strong> F.I.G.C. gen. Giorgio Vaccaro, all’importante carica<br />

di membro del Direttorio Federale il 24 agosto 1933. Durante i tredici mesi di permanenza nel<br />

D.F. svolse specialmente funzioni paragonabili a quelle degli odierni “inquisitori” dell’Ufficio Inchieste<br />

del<strong>la</strong> Federazione, come indagini su vertenze tra tesserati e società, o anche sui rarissimi casi<br />

di corruzione (sua l’inchiesta per i fatti del<strong>la</strong> gara di 1.a Divisione Sambenedettese - Foligno, <strong>la</strong> cui<br />

gravità in re<strong>la</strong>zione ai tempi destò un certo scalpore).<br />

A seguito dell’allontanamento del prof. Pasquinelli dal<strong>la</strong> presidenza emiliana, il 24 gennaio 1934 il<br />

rag. Carlo Mazzantini divenne presidente “incaricato” (ed effettivo qualche mese dopo) del Direttorio<br />

VII. Zona (<strong>Emilia</strong>). Il 18 settembre dello stesso 1934 passava, per rotazione delle cariche, dal Direttorio<br />

Federale al Direttorio Divisioni Superiori, ente preposto a dirigere i tre campionati maggiori (Serie A,<br />

B e C) e ad amministrarne <strong>la</strong> giustizia, con sede a Mi<strong>la</strong>no. Ne fu membro fino al 20 settembre 1938,<br />

data dopo <strong>la</strong> quale si dedicò esclusivamente al<strong>la</strong> presidenza del Direttorio del<strong>la</strong> nostra regione.<br />

Si può notare come Carlo Mazzantini per quasi cinque anni (1934-38) detenne contemporaneamente<br />

almeno due importanti incarichi dirigenziali, tra l’altro in sedi diverse, e questo a riprova del<strong>la</strong> competenza<br />

dimostrata anche come capo del Direttorio VII. Zona: fu infatti l’artefice del<strong>la</strong> ripresa dell’ente<br />

regionale emiliano, che al momento del suo arrivo attraversava un periodo assai poco florido.<br />

Egli ne trasformò <strong>la</strong> conduzione, fino ad allora poco più che “famigliare”, in quel<strong>la</strong> di un vero organismo<br />

efficiente e corrispondente alle reali necessità dello sviluppo sportivo; assunse il primo impiegato<br />

stabile per <strong>la</strong> nuova sede di Bologna in “Sa<strong>la</strong> Borsa”; portò nel Direttorio, traendoli dai ranghi<br />

arbitrali o da quelli del<strong>la</strong> Sezione Propaganda, nuovi col<strong>la</strong>boratori dimostratisi così validi da poter<br />

continuare a svolgere il loro compito ininterrottamente anche nel dopoguerra.<br />

Mazzantini ebbe inoltre <strong>la</strong> non facile missione di guidare il Direttorio negli anni del secondo conflitto<br />

mondiale, dovendo affrontare problemi quali il richiamo alle armi di col<strong>la</strong>boratori (e l’impossibilità<br />

di sostituirli!), l’organizzazione dei tornei che per ordini superiori dovevano essere disputati anche se<br />

le società chiudevano i battenti una dopo l’altra, infine <strong>la</strong> ripresa dell’attività dopo gli eventi drammatici<br />

dell’estate 1943, per <strong>la</strong> disputa del “Campionato di Guerra” 1943-44.<br />

Il 5 gennaio 1944 Carlo Mazzantini fu chiamato a far parte del<strong>la</strong> cosiddetta “Consulta Commissariale”<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. (poi divenuta “Consulta Federale”), più o meno l’equivalente del Direttorio Federale<br />

dell’anteguerra, creata a Mi<strong>la</strong>no per coadiuvare il “Reggente” del<strong>la</strong> Federazione ricostituitasi nel<br />

Nord Italia nel novembre 1943. Dato l’evolversi del<strong>la</strong> situazione bellica, <strong>la</strong> “Consulta” e lo stesso<br />

Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona cessarono in pratica di funzionare nell’estate 1944.<br />

Quando nel maggio 1945, a Liberazione avvenuta, il prof. Pasquinelli costituì a Bologna il <strong>Comitato</strong><br />

Provvisorio <strong>Emilia</strong>no, non vi fu alcun passaggio di consegne: il vecchio Direttorio si era semplicemente<br />

dissolto, sorpassato dagli eventi e dal<strong>la</strong> gran fretta di <strong>la</strong>sciarsi alle spalle vestigia e simboli di<br />

un passato che si voleva dimenticare. Ma a quel punto Carlo Mazzantini era già uscito definitivamente<br />

dalle scene sportive.<br />

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Renzo Lodi al<strong>la</strong> Sezione Arbitri bolognese nel 1963. Gli è seduto accanto Vito Crimi,<br />

presidente del<strong>la</strong> Sezione.<br />

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Renzo Lodi<br />

(n. a Crevalcore (BO) 7 aprile 1900 - m. a Bologna 3 marzo 1985)<br />

Precoce e bril<strong>la</strong>nte negli studi, iniziati a Modena e proseguiti a Bologna, conseguì <strong>la</strong> maturità c<strong>la</strong>ssica<br />

in un solo biennio al Liceo “Galvani”, iscrivendosi poi al<strong>la</strong> Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo<br />

bolognese e <strong>la</strong>ureandosi a pieni voti ad appena ventun’anni.<br />

Trasferitosi definitivamente a Bologna nel 1923, si dedicò subito al<strong>la</strong> professione di avvocato presso<br />

lo Studio del dr. Galeazzo Oviglio (futuro Ministro di Grazia e Giustizia), poi di altri legali sino al<strong>la</strong><br />

metà degli anni ’30, quando vinse un concorso per Agente di Cambio presso le Borse Valori. Svolgerà<br />

questa attività professionale per quasi mezzo secolo, durante il quale assumerà anche <strong>la</strong> presidenza<br />

del<strong>la</strong> Borsa Valori di Bologna dagli anni ’50 fino a poco prima del<strong>la</strong> morte.<br />

Fu quasi certamente il suo insegnante di lettere al Liceo, il noto poeta e supporter del Bologna prof.<br />

Giuseppe Lipparini, del quale poi divenne amico, a trasmettere a Renzo Lodi <strong>la</strong> passione calcistica.<br />

Verso il 1930 Lodi entrò nel direttorio del<strong>la</strong> Bologna Sportiva, sezione “Calcio” (dapprima consigliere,<br />

poi segretario), passando dopo qualche anno al<strong>la</strong> presidenza del<strong>la</strong> sezione “Atletica Leggera”.<br />

La Bologna Sportiva era stata creata da Leandro Arpinati nel 1927-28 per raccogliere in un solo ente<br />

tutte le società bolognesi che praticavano varie discipline sportive (nove in totale), riducendole a<br />

“sezioni” di un unico sodalizio cittadino. Sul finire del 1933, in conseguenza dell’uscita di Leandro<br />

Arpinati dal partito fascista, fu necessario riorganizzare l’assetto ed il vertice del<strong>la</strong> polisportiva bolognese,<br />

e <strong>la</strong> scelta delle gerarchie dell’epoca cadde proprio sull’avv. Renzo Lodi, probabilmente perché<br />

non aveva manifestato interesse allo scontro politico in atto (chi aveva apertamente solidarizzato con<br />

Arpinati fu allontanato dai posti di responsabilità).<br />

Pur mantenendo <strong>la</strong> direzione del<strong>la</strong> sezione “Atletica Leggera Maschile e Femminile”, Lodi divenne<br />

così presidente del<strong>la</strong> Bologna Sportiva il 26 gennaio 1934, anche se <strong>la</strong> sua conduzione non durò a<br />

lungo. Infatti <strong>la</strong> “polisportiva” aveva evidentemente fatto il suo tempo, e nell’aprile 1935 venne fusa<br />

con <strong>la</strong> Virtus, mentre <strong>la</strong> sezione “Calcio” tornò ad essere autonoma. Già da qualche mese, comunque,<br />

Renzo Lodi aveva trasmesso le consegne al nuovo commissario, dr. Baracchi; prima di cessare dal<strong>la</strong><br />

carica, però, il presidente uscente aveva fatto in tempo a fare un passo assai importante. Trovatasi <strong>la</strong><br />

sezione “Calcio” con il Consiglio Direttivo dimissionario al completo, l’avv. Lodi ne aveva chiamato<br />

al<strong>la</strong> reggenza (8 giugno 1934) un quadrumvirato di cui faceva parte anche il comm. Renato Dall’Ara,<br />

il quale entrava così ufficialmente per <strong>la</strong> prima volta nel club da lui poi guidato per i successivi<br />

trent’anni, fino al<strong>la</strong> conquista dell’ultimo titolo nel 1964.<br />

Per quanto di breve durata, il periodo dirigenziale nel<strong>la</strong> Bologna Sportiva servì a Renzo Lodi per<br />

acquisire utile esperienza e salire nel<strong>la</strong> considerazione degli Enti calcistici nazionali. Il 13 dicembre<br />

1935 egli venne così nominato “Ispettore Federale” del<strong>la</strong> F.I.G.C. In questo ambiente Lodi conobbe<br />

un altro “Ispettore” bolognese, il prof. Luigi Pasquinelli, l’amicizia con il quale diede i suoi frutti<br />

nell’immediato dopoguerra: il 20 agosto 1946 Pasquinelli in pratica gli trasmise l’incarico di presidente<br />

del<strong>la</strong> nuova Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na.<br />

A Renzo Lodi spettò l’arduo compito del<strong>la</strong> ricostruzione del nostro calcio regionale, che si rialzava<br />

faticosamente dalle rovine del<strong>la</strong> guerra. Il suo talento nel trovare eccellenti col<strong>la</strong>boratori, dopo avere<br />

“scoperto” come si è visto un presidente “a vita” per il Bologna F.C., venne ulteriormente confermato<br />

nel 1952 quando indicò in Gustavo Zini il suo successore. In quel periodo Lodi aveva espresso il<br />

desiderio di <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> carica presidenziale, a cui per motivi professionali non riusciva più dedicare il<br />

tempo necessario. L’assemblea delle società 30 agosto 1952, dove avvenne lo scambio di consegne<br />

con Zini, lo ricompensò nominandolo rappresentante emiliano (insieme a Zini stesso) al Consiglio<br />

Nazionale delle Leghe, che pur avendo sede a Mi<strong>la</strong>no richiedeva un impegno meno assiduo.<br />

Il prestigio di cui Renzo Lodi godeva fu dimostrato nei sei anni in cui fu Consigliere Nazionale: nelle<br />

143


Gustavo Zini.<br />

144


sedute di Consiglio egli veniva costantemente eletto “presidente di tornata” (cioè dell’assemblea<br />

riunita), ponendosi quindi ogni volta al<strong>la</strong> destra del Presidente Federale ing. Ottorino Barassi, di cui<br />

divenne amico oltre che fidato col<strong>la</strong>boratore.<br />

Cessò dal<strong>la</strong> carica il 29 agosto 1958, quando al C.N. delle Leghe subentrò il Commissario Straordinario<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. Bruno Zauli; e, dopo <strong>la</strong> pausa imposta dal<strong>la</strong> gestione commissariale, fu eletto (2<br />

agosto 1959) consigliere del<strong>la</strong> neonata Lega Nazionale Dilettanti, ancora una volta a fianco di Ottorino<br />

Barassi. Nei mesi ottobre e novembre di quell’anno fece anche parte del<strong>la</strong> Commissione per <strong>la</strong> preparazione<br />

di un Progetto di Rego<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> L.N.D.<br />

Al termine del<strong>la</strong> stagione 1964-65, essendo state le cariche di consigliere destinate di diritto ai presidenti<br />

dei Comitati Regionali, <strong>la</strong>sciò <strong>la</strong> Lega Dilettanti e divenne membro del<strong>la</strong> Corte Federale, il<br />

massimo organo di giustizia sportiva del<strong>la</strong> F.I.G.C. Ricoprì l’incarico dal 1965-66 al 1971-72, poi si<br />

ritirò dallo sport, dedicandosi esclusivamente al<strong>la</strong> sua professione.<br />

Nel<strong>la</strong> sua vita Renzo Lodi coltivò non solo interessi ed amicizie sportive (fra le quali si annoverano<br />

durature e fraterne quelle di Angelo Schiavio, Giuseppe Del<strong>la</strong> Valle, Renato Dall’Ara, Ottorino Barassi),<br />

ma anche culturali. Nell’anteguerra fu amico del celebre commediografo Alfredo Testoni; si<br />

dilettò poi di letteratura, vincendo alcuni premi letterari e tenendo conferenze sull’originale rapporto<br />

tra sport e poesia; fu inoltre presidente del “Circolo Lirico Culturale” di Pa<strong>la</strong>zzo Tanari a Bologna. Il<br />

1. dicembre 1975 fu accolto come “Accademico Benemerito” presso l’”Accademia Universale<br />

Guglielmo Marconi” di Bologna, a riconoscimento dei suoi meriti letterari.<br />

Nel 1957 era stato insignito dell’”Ordine di Cavaliere Ufficiale del<strong>la</strong> Repubblica Italiana”; in seguito<br />

divenne anche “Commendatore” e “Grande Ufficiale del<strong>la</strong> Repubblica”. Il C.O.N.I. infine gli conferì<br />

<strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> d’Oro al Merito Sportivo” per <strong>la</strong> sua quasi quarantennale attività con <strong>la</strong> Federazione Italiana<br />

Giuoco Calcio.<br />

Gustavo Zini<br />

(n. a Bologna 28 ottobre 1908 - m. ivi 17 giugno 1985)<br />

Dell’attività del M° Gustavo Zini per il nostro <strong>Comitato</strong> si è ampiamente detto nei precedenti capitoli.<br />

Restano però da tratteggiare le vicende essenziali del<strong>la</strong> sua vita personale, nonché i tanti aspetti straordinari<br />

del<strong>la</strong> sua presidenza. Dopo avere <strong>la</strong>vorato negli anni ’30 presso <strong>la</strong> Curia Arcivescovile di<br />

Bologna, e diplomatosi alle scuole serali come studente-<strong>la</strong>voratore, trovò impiego in un noto istituto<br />

di credito bolognese, dove svolse per intero <strong>la</strong> sua carriera professionale. La sua dedizione al <strong>la</strong>voro si<br />

tradusse nelle onoreficenze di “Cavaliere del<strong>la</strong> Repubblica Italiana” (1957), di “Cavaliere Ufficiale<br />

del<strong>la</strong> Repubblica Italiana” (1970) e di “Cavaliere del<strong>la</strong> Repubblica di San Marino”.<br />

Gustavo Zini aveva praticato il calcio fin da giovanissimo, cominciando appena sedicenne in 3.a<br />

Divisione nel<strong>la</strong> Fortitudo di Bologna, rimanendovi per circa 12 anni e militando anche per una stagione<br />

nelle “riserve” del Bologna. Nel 1936 decise di tentare <strong>la</strong> carriera di arbitro; frequentato rego<strong>la</strong>rmente<br />

il corso, dove si c<strong>la</strong>ssificò primo, diresse gare dei campionati regionali fino al 1941-42,<br />

quando problemi al<strong>la</strong> vista (portò sempre gli occhiali) lo costrinsero a dare le dimissioni.<br />

Terminata dunque l’esperienza sportiva agonistica, ma desiderando rimanere ancora nell’ambiente<br />

calcistico, nell’immediato dopoguerra cominciò a col<strong>la</strong>borare con <strong>la</strong> neonata Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na,<br />

e fu notato dall’allora presidente avv. Renzo Lodi. Ciò gli consentì di candidarsi al<strong>la</strong> carica di cassiere,<br />

attribuitagli in effetti il 30 settembre 1946 a seguito di referendum tra le società, e di entrare nel<br />

Consiglio Direttivo del<strong>la</strong> Lega. Dopo l’assemblea del 6 agosto 1948 Zini fu nominato segretario del<strong>la</strong><br />

L.R.E. (nel mese di settembre, probabilmente con un nuovo referendum), incarico che, soprattutto<br />

grazie alle sue doti di scrupoloso amministratore, lo propose ulteriormente all’attenzione delle società<br />

quale possibile successore dello stesso Renzo Lodi.<br />

145


Il presidente Zini in compagnia di due “fedelissimi”, Ivo Franceschi e Or<strong>la</strong>ndo Iaboli (1980).<br />

146


Al<strong>la</strong> combattuta assemblea del 30 agosto 1952 Gustavo Zini superò di misura l’altro candidato, il<br />

bolognese Enrico Sabattini, inaugurando in tal modo <strong>la</strong> sua lunghissima stagione da presidente regionale.<br />

E’ improbabile che egli, quel giorno, pensasse di rimanere al timone del nostro organo calcistico<br />

per tutta <strong>la</strong> vita, ma il fatto che ciò si verificò realmente sta a dimostrare <strong>la</strong> sua non comune<br />

predisposizione a rivestire tale ruolo. La durata del<strong>la</strong> presidenza di Gustavo Zini si pone, in Italia, al<br />

terzo posto assoluto, preceduta solo da quel<strong>la</strong> dell’inarrivabile Orazio Siino (a capo del<strong>la</strong> Federazione<br />

regionale sicu<strong>la</strong> per ben 47 anni!) e del friu<strong>la</strong>no Diego Meroi (33 anni). Diversamente da questi<br />

ultimi, però, Zini dovette senza colpa scontare un anno di “esilio” durante il commissariamento federale<br />

nel 1958, ed al momento del<strong>la</strong> scomparsa aveva davanti almeno altri tre anni di presidenza...<br />

Numerosi i premi e le benemerenze sportive ricevute da Gustavo Zini nel<strong>la</strong> sua lunghissima permanenza<br />

al servizio dello sport; per tutte vale citare <strong>la</strong> “Medaglia d’Oro” al merito sportivo attribuitagli<br />

dal C.O.N.I. nel 1962.<br />

Zini venne eletto per ben nove volte al<strong>la</strong> presidenza emiliana, ed in pratica non vi fu Assemblea<br />

regionale che non lo abbia riconfermato in modo plebiscitario. A differenza di quasi tutti gli altri<br />

presidenti del nostro <strong>Comitato</strong>, però, Gustavo Zini non utilizzò <strong>la</strong> sua straordinaria popo<strong>la</strong>rità come<br />

trampolino verso incarichi e ruoli di ordine superiore, nonostante le occasioni non siano mancate.<br />

Quel<strong>la</strong> più invitante capitò probabilmente il 29 ottobre 1978, al<strong>la</strong> vigilia del passaggio di Artemio<br />

Franchi al<strong>la</strong> Presidenza Federale che avrebbe reso vacante <strong>la</strong> “poltrona” del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti.<br />

All’Assemblea emiliana, in corso quel giorno a Bologna, fu a gran voce richiesta <strong>la</strong> candidatura<br />

di Zini al vertice romano del<strong>la</strong> Lega. Il “Maestro” si accontentò di godersi <strong>la</strong> meritata dimostrazione di<br />

stima, declinando però senza esitare <strong>la</strong> designazione: prima del calcio, infatti, <strong>la</strong> sua dedizione andava<br />

soprattutto al <strong>la</strong>voro e al<strong>la</strong> famiglia, cui rivolgeva ogni attenzione e cura, dosando con equilibrio il<br />

tempo dedicato a ciascuno di questi tre scopi del<strong>la</strong> sua vita.<br />

Evitò quindi sempre qualsiasi ulteriore impegno, salvo quelli che di diritto gli derivavano dal<strong>la</strong> carica<br />

di presidente regionale (fu membro del Consiglio Nazionale delle Leghe dal 1952 al 1958, del<strong>la</strong><br />

“Commissione Centrale per il Dilettantismo” nel 1957-58 e consigliere del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti<br />

dal 1965-66 in poi). Entrò comunque nel Consiglio Direttivo del Bologna F.C. ai tempi del<br />

presidente Renato Dall’Ara, suo amico personale, rimanendo in società per una quindicina di anni<br />

fino al 1975.<br />

Come capo del nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>, il successo di Zini è da ascrivere principalmente a tre<br />

fattori. Innanzitutto, si seppe circondare sempre di ottimi col<strong>la</strong>boratori, molti dei quali erano a lui<br />

legati anche da sincera amicizia e che, come egli stesso ricordava, costituivano <strong>la</strong> maggiore soddisfazione<br />

riservatagli dal<strong>la</strong> carica. Basti pensare che presiedette, fra gli altri, i Direttivi più stabili che il<br />

<strong>Comitato</strong> ricordi: dodici anni consecutivi (1972 - 1984) cambiando solo tre consiglieri perché deceduti!<br />

Inoltre, pur vivendo un trentennio di grandi trasformazioni (<strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> da lui presa in<br />

consegna nel 1952 aveva ben poco da spartire, come dimensioni e complessità, con il C.R.E.R. degli<br />

anni ’80), gestì sempre con estrema ocu<strong>la</strong>tezza le risorse economiche peraltro mai abbondanti di cui il<br />

<strong>Comitato</strong> disponeva, ottenendo ugualmente notevoli risultati poi presentati con giustificato orgoglio<br />

in sede di bi<strong>la</strong>ncio annuale.<br />

Infine si valeva di una eccezionale abilità dialettica, ammirata e qualche volta temuta dalle società<br />

soprattutto nelle assemblee regionali, durante le quali si trovava perfettamente a suo agio. I dirigenti<br />

dei nostri clubs, che fino all’ultimo gli tributarono stima e fiducia, conoscevano bene <strong>la</strong> sua avversione<br />

sia al<strong>la</strong> pubblicità personale che ai facili compromessi, ai quali Zini contrapponeva invece decisione<br />

e fermezza tali da mettere qualche volta a rischio, peraltro da lui sempre opportunamente valutato,<br />

<strong>la</strong> sua stessa popo<strong>la</strong>rità. Ma ciò accadde assai di rado.<br />

Senza in alcun modo fare torto ad alcuno dei suoi predecessori e successori, si può affermare che<br />

Gustavo Zini fu non un presidente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, ma IL PRESIDENTE, colui al<br />

quale il <strong>Comitato</strong> stava a pennello come un abito confezionato dal migliore dei sarti.<br />

147


Alberto Mambelli.<br />

148


Alberto Mambelli<br />

(n. a Ravenna 21 febbraio 1953)<br />

Compiuti gli studi da geometra a Forlì, si <strong>la</strong>ureò in Architettura all’Università di Firenze nel 1978;<br />

l’anno seguente iniziò l’attività di architetto esercitando come libero professionista.<br />

Nello sport Alberto Mambelli si è proposto in diversi ruoli: calciatore in giovanissima età (12 anni)<br />

nel N.A.G.C. del<strong>la</strong> Ribelle di Castiglione (RA), passò dopo qualche anno al Settore Giovanile dapprima<br />

del Forlimpopoli, poi del Forlì, militante in Serie C. Ritornò quindi nel<strong>la</strong> Ribelle, dove concluse<br />

<strong>la</strong> carriera agonistica giocando in 2.a e in 1.a Categoria.<br />

Nel<strong>la</strong> Ribelle aveva cominciato nel frattempo anche ad occuparsi di dirigenza, diventando per cinque<br />

anni presidente del sodalizio ravennate ed avendo modo di proporsi all’attenzione generale per dinamismo<br />

e qualità manageriali. Ciò gli valse l’entrata nel <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong> come<br />

membro del Consiglio Direttivo eletto il 24 giugno 1984, l’ultimo presieduto da Gustavo Zini.<br />

A distanza di un anno, scomparso Zini, gli avvenimenti confermarono il <strong>la</strong>rgo sèguito che Alberto<br />

Mambelli si era già conquistato in breve tempo presso <strong>la</strong> Federazione e le società regionali: l’architetto<br />

romagnolo fu nominato (22 agosto 1985) Reggente del C.R.E.R., fino all’Assemblea ordinaria del<br />

28 settembre 1985, al<strong>la</strong> Vil<strong>la</strong> Pal<strong>la</strong>vicini di Bologna. Qui, al cospetto di 367 società votanti, si impose<br />

con sicurezza al<strong>la</strong> prima votazione conquistando così <strong>la</strong> massima carica del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Fu un’impresa non di poco conto: battuti nettamente candidati ben più esperti, Mambelli portava per<br />

<strong>la</strong> prima volta <strong>la</strong> <strong>Romagna</strong> al vertice regionale interrompendo il lunghissimo predominio dei presidenti<br />

bolognesi. Appena trentaduenne, risultava il più giovane presidente eletto negli ultimi sessant’anni<br />

nel nostro <strong>Comitato</strong>; per significativa coincidenza era in quel momento anche il più giovane presidente<br />

di <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> in Italia, e succedeva a colui che fino ad allora era stato il più anziano.<br />

Di carattere esuberante e talvolta focoso, ma sempre disponibile al dialogo condotto spesso con l’eloquenza<br />

vivace e sanguigna tipicamente romagno<strong>la</strong>, Mambelli diede da subito un’impronta nuova e<br />

personalissima al<strong>la</strong> presidenza del C.R.E.R., che manterrà per quasi quattordici anni, e che per durata<br />

resta seconda solo a quel<strong>la</strong> di Gustavo Zini.<br />

Alberto Mambelli ebbe poi modo di ricoprire altri importanti incarichi sportivi: nel 1988 divenne<br />

membro del<strong>la</strong> Giunta <strong>Regionale</strong> del C.O.N.I. per l’<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>, e dal 1996 del<strong>la</strong> Commissione<br />

<strong>Regionale</strong> territoriale del TotoCalcio. Componente del C.O.L. ITALIA 90, l’ente presieduto da Luca<br />

Cordero di Montezemolo che organizzò il Campionato Mondiale di calcio in Italia, fu anche per due<br />

anni (1997-1999) consigliere del<strong>la</strong> Presidenza Nazionale per il Calcio a Cinque. Nel frattempo era<br />

stato Reggente del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Forlì nel periodo seguito alle dimissioni del suo “storico”<br />

presidente Elvezio Ortali (agosto-ottobre 1992), e nel settembre 1995 <strong>la</strong> F.I.G.C. lo nominò Cavaliere<br />

per meriti sportivi. Il suo impegno civile si concretò nel 1993 al Comune di Cervia, dove fu per tre<br />

anni Assessore al Commercio e Turismo.<br />

Convinto fautore di un rinnovamento strutturale a <strong>la</strong>rgo raggio del mondo del calcio, nonché di una<br />

forte partecipazione delle società al<strong>la</strong> vita federale, nel<strong>la</strong> stagione 1998-99 Mambelli tentò <strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta<br />

ai vertici del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti, in cui si era aperta una grave crisi dopo le sconcertanti<br />

vicende che avevano portato al<strong>la</strong> sospensione del presidente Elio Giulivi. Nell’Assemblea straordinaria<br />

delle società emiliano-romagnole, il 13 maggio 1999, Mambelli ottenne <strong>la</strong> nomination regionale<br />

per proporre <strong>la</strong> propria candidatura all’elezione di presidente del<strong>la</strong> Lega Nazionale Dilettanti. Questa<br />

ebbe luogo a Roma il 29 maggio successivo, ma ambizione e coraggio non bastarono al nostro presidente,<br />

poiché come è noto <strong>la</strong> vittoria arrise al lombardo Carlo Tavecchio, effettivamente accreditato<br />

dei favori del pronostico fin dal<strong>la</strong> vigilia. Mambelli ottenne comunque un meritato successo personale,<br />

conquistando una delle tre poltrone di vice-presidente del<strong>la</strong> L.N.D., nonché <strong>la</strong> nomina a Consigliere<br />

Federale e a presidente del<strong>la</strong> Commissione F.I.G.C. di Assistenza.<br />

149


Marco Campomori.<br />

150


Marco Campomori<br />

(n. a Bologna 3 febbraio 1935 - m. ivi 5 agosto 2001)<br />

Impiegatosi già in giovane età presso un istituto di credito di interesse nazionale, Marco Campomori<br />

ha fatto del <strong>la</strong>voro serio, preciso e concreto il “credo” del<strong>la</strong> sua vita. Ai trentacinque anni ininterrotti<br />

trascorsi in banca, premiato per <strong>la</strong> sua fedeltà con una medaglia d’oro e riconosciuta <strong>la</strong> sua dedizione<br />

al <strong>la</strong>voro con le onoreficenze di “Cavaliere” e di “Cavaliere Ufficiale del<strong>la</strong> Repubblica”, stanno ora<br />

per affiancarsi trentacinque anni di attività in seno al<strong>la</strong> F.I.G.C., per i quali pure ha già ricevuto <strong>la</strong><br />

nomina a Dirigente Benemerito (1985), <strong>la</strong> Benemerenza sportiva del<strong>la</strong> L.N.D. (1997) e <strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> di<br />

Bronzo al Merito Sportivo” del C.O.N.I.<br />

Praticò il calcio solo a livello amatoriale e, dopo una breve parentesi come consigliere al<strong>la</strong> Pol.<br />

Pontevecchio, nel<strong>la</strong> stagione 1966-67 potè entrare al <strong>Comitato</strong> Provinciale di Bologna nel<strong>la</strong> veste di<br />

semplice col<strong>la</strong>boratore. Nonostante ciò si impose ben presto per l’impegno profuso e per <strong>la</strong> capacità<br />

organizzativa; del <strong>Comitato</strong> Provinciale diventò segretario nel 1969-70, e costituì per molti anni con<br />

il presidente rag. Adriano Predieri un binomio affiatato e molto noto negli ambienti del calcio minore<br />

bolognese. Uscito di scena Predieri, nel 1982 fu quasi naturale il suo passaggio al<strong>la</strong> presidenza del<br />

C.P. di Bologna, che mantenne per tre stagioni durante le quali potè maturare una preziosa esperienza<br />

dirigenziale e porsi all’attenzione anche delle gerarchie regionali.<br />

Nell’Assemblea emiliano-romagno<strong>la</strong> del 28 settembre 1985, quel<strong>la</strong> che vide l’elezione del presidente<br />

Alberto Mambelli, Marco Campomori conquistò a sua volta <strong>la</strong> carica di consigliere regionale; e cinque<br />

giorni dopo, il 3 ottobre, fu nominato segretario del C.R.E.R. Ma nel<strong>la</strong> primavera 1991, essendo<br />

emerse notevoli differenze di vedute con il presidente Mambelli circa lo svolgimento e le attribuzioni<br />

del proprio ruolo, venne avvicendato al<strong>la</strong> segreteria dal cav. Moritz Galei (14 maggio 1991). Senz’altro<br />

fu un periodo non facile per Marco Campomori, che tuttavia fece rapidamente tesoro del<strong>la</strong> vicenda.<br />

Rientrata l’intenzione di candidarsi al<strong>la</strong> presidenza regionale, il 5 giugno 1992 l’Assemblea delle<br />

società lo riconfermò membro del Consiglio Direttivo con <strong>la</strong>rghissima preferenza di voti.<br />

Si dedicò quindi completamente ai due incarichi che ricopriva: oltre ad essere consigliere, infatti, era<br />

già dal marzo 1989 anche Delegato <strong>Regionale</strong> per il Calcio Femminile. In questi anni il movimento<br />

calcistico femminile conobbe dapprima una promettente crescita, poi <strong>la</strong> definitiva consacrazione a<br />

partire dal<strong>la</strong> metà degli anni ’90. E proprio in questo periodo Campomori, rientrato in sintonia con lo<br />

staff presidenziale, iniziò ad assicurarsi con arte e pazienza <strong>la</strong> stima e l’appoggio di un crescente<br />

numero di società e di dirigenti regionali e nazionali, nonché a costituire un nucleo di fidati col<strong>la</strong>boratori.<br />

Quasi a titolo di curiosità, ricordiamo anche che Marco Campomori fu presidente ad interim<br />

del <strong>Comitato</strong> Provinciale di Ravenna dal 7 febbraio al 20 maggio 1995, durante il periodo di... forzata<br />

assenza del presidente di quel <strong>Comitato</strong>.<br />

Tappa assai importante per Campomori fu invece l’Assemblea del 2 luglio 1996: non solo quel giorno<br />

le società lo confermarono consigliere, ma il C.D. lo designò qualche giorno dopo anche vice-presidente<br />

del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>. Egli si venne quindi a trovare nel<strong>la</strong> naturale posizione di successore<br />

del presidente Mambelli quando quest’ultimo nel maggio 1999 passò al<strong>la</strong> vice-presidenza del<strong>la</strong> Lega<br />

Nazionale Dilettanti. Nell’occasione, tuttavia, <strong>la</strong> stessa Lega preferì optare per una Reggenza del<br />

C.R.E.R. (anche se di durata record), considerata <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva vicinanza del rinnovo quadriennale del<br />

C.D. in scadenza da lì a un anno. E quindi, esattamente dal 29 giugno 1999 il cav. Campomori<br />

diventò Reggente del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>, carica di fatto equivalente ad una presidenza,<br />

e che comunque lo poneva in una situazione di invidiabile privilegio in vista delle elezioni del<br />

luglio 2000.<br />

Fin dai primi mesi del<strong>la</strong> sua permanenza provvisoria a capo del <strong>Comitato</strong>, Marco Campomori è riusci-<br />

151


to ad ottenere un risultato di eccezionale importanza: <strong>la</strong> soluzione del problema del<strong>la</strong> sede del C.R.E.R.<br />

e degli altri enti federali bolognesi, di cui è in corso il trasferimento nei nuovi locali di viale De<br />

Gasperi, recentemente acquistati dal <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> stesso.<br />

Il Reggente ha poi avviato una severa azione di contenimento delle spese, volta a migliorare il bi<strong>la</strong>ncio<br />

che negli ultimi anni aveva attirato non poche critiche da parte di alcune società. I risultati sono<br />

arrivati già nel<strong>la</strong> stagione appena trascorsa, in cui l’attivo si è più che triplicato passando dagli 85<br />

milioni del 1998-99 ai circa 300 del 1999-2000, e questo nonostante il periodo tutt’altro che florido<br />

attraversato dalle finanze del C.O.N.I. E’ inoltre previsto lo sfruttamento di altre possibili fonti di<br />

entrate, tra cui <strong>la</strong> sponsorizzazione dei siti “Internet” del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong>.<br />

Campomori si è perciò presentato all’elezione del 15 luglio 2000 con notevoli credenziali, dopo<br />

avere condotto una minuziosa campagna in ogni angolo del<strong>la</strong> regione e dovendosi difendere dall’assalto<br />

di un altro candidato, Umberto Molinari, estraneo all’ambiente federale ma non per questo<br />

meno agguerrito e deciso a raggiungere l’obbiettivo.<br />

L’Assemblea di luglio ha comunque espresso il più <strong>la</strong>rgo gradimento per Marco Campomori, con<br />

262 voti a suo favore e 50 soltanto a Molinari, risultato poi replicato nell’appuntamento elettorale del<br />

1. novembre 2000 (294 preferenze contro 41). Non c’è alcun dubbio che i delegati delle società<br />

hanno premiato, oltre ai meriti più recenti del neo-presidente, anche <strong>la</strong> sua lunga esperienza: tramite<br />

quest’ultima è infatti assicurata <strong>la</strong> continuità di gestione del <strong>Comitato</strong>, in opposizione alle venti<strong>la</strong>te<br />

novità evidentemente non ritenute valide alternative di governo.<br />

Molinari ha comunque annunciato che ritenterà <strong>la</strong> sca<strong>la</strong>ta al<strong>la</strong> prossima occasione; nel futuro di Marco<br />

Campomori, quindi, ci sono uno stimolo ed una sfida in più.<br />

Appena eletto Presidente regionale (15 luglio 2000), Marco Campomori ringrazia l’Assemblea. Gli fanno da... testimoni il<br />

Presidente nazionale Carlo Tavecchio (a sinistra), Innocenzo Mazzini (in secondo piano), e Alberto Mambelli (sul<strong>la</strong> destra).<br />

152


Presidenti del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no<br />

Nei suoi primi anni di esistenza, antecedenti <strong>la</strong> prima guerra mondiale, il nostro <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

fu accorpato a quello Veneto per alcune stagioni, ed ebbe per l’appunto tre presidenti veneti.<br />

Il primo di essi fu il cav.uff.dr. Francesco Müller, illustre figura di sportivo veneziano fin dai primi<br />

anni del secolo. Fu infatti presidente nel<strong>la</strong> città <strong>la</strong>gunare del<strong>la</strong> famosa società ginnica Reyer, ed influente<br />

membro del<strong>la</strong> Federazione nazionale di Ginnastica. Dedicatosi anche al nascente sport del<br />

calcio, divenne socio del sodalizio dei Volontari F.C. di Venezia, e nel 1911 fu nominato presidente<br />

del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto. In questa carica si adoperò per <strong>la</strong> promozione e lo sviluppo del<br />

football, raccogliendo stima e considerazione in tutto l’ambiente. Poco più che quarantenne, morì<br />

improvvisamente a Venezia il 25 maggio 1913, di ritorno da Mi<strong>la</strong>no dove aveva assistito al IX Concorso<br />

Federale di Ginnastica.<br />

Sul<strong>la</strong> “poltrona” del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> Veneto - <strong>Emilia</strong>no gli successe nel corso dello stesso anno<br />

1913 il cav. Alberto Masprone, arbitro federale ed esponente dell’Hel<strong>la</strong>s Verona. Anche Masprone<br />

fu un personaggio di spicco agli albori dello sport veneto; proveniva dall’atletica (olimpionico di<br />

<strong>la</strong>ncio del disco), ed era stato tra gli iniziatori del football a Verona addirittura nel 1899. Dopo <strong>la</strong><br />

nascita dell’Hel<strong>la</strong>s (1903), ne diventò giocatore, allenatore e quindi presidente, e fu anche al<strong>la</strong> dirigenza<br />

dell’altro sodalizio sportivo scaligero, <strong>la</strong> Bentegodi. Nel dopoguerra venne eletto membro del<br />

Consiglio Confederale del<strong>la</strong> C.C.I. nell’anno del<strong>la</strong> scissione (1921-22), poi nel 1922-23 vice-presidente<br />

del<strong>la</strong> F.I.G.C. e nel 1923-24 consigliere del C.O.N.I. Come molti dei suoi contemporanei, all’avvento<br />

del fascismo si allontanò (o fu costretto a farlo) dagli incarichi ufficiali, ma di lui si ricordò<br />

<strong>la</strong> Federazione nel febbraio 1949, quando gli assegnò l’onoreficenza di Pioniere del Giuoco del<br />

Calcio per <strong>la</strong> sua attività svolta nei primi anni del secolo.<br />

Dopo il cav. Masprone, nell’ultimo campionato (1914-15) prima del<strong>la</strong> pausa bellica <strong>la</strong> presidenza<br />

veneto - emiliana passò al rag. Giuseppe Valenzini, generoso presidente dell’A.C. Padova fin dal<br />

1912; anche a Valenzini fu assegnato nel 1949 il prestigioso riconoscimento di Pioniere del Giuoco<br />

del Calcio.<br />

L’evento re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> premiazione dei Pionieri merita ragguagli<br />

più partico<strong>la</strong>reggiati. Esso era legato ai festeggiamenti per<br />

<strong>la</strong> ricorrenza del 50° anniversario del<strong>la</strong> F.I.G.C., iniziati a Torino<br />

il 16 maggio 1948 durante <strong>la</strong> gara Italia-Inghilterra; nel<br />

corso del<strong>la</strong> giornata il Distintivo di Pioniere era stato consegnato<br />

a tutti i calciatori che avevano sino ad allora vestito <strong>la</strong><br />

maglia azzurra del<strong>la</strong> Nazionale. Successivamente un’apposita<br />

commissione individuò dirigenti federali, di società, giornalisti,<br />

calciatori, arbitri ed altri protagonisti meritevoli di ricevere<br />

il Distintivo.<br />

Il 27 febbraio 1949 a Genova, presenti autorità civili e sportive,<br />

fra cui anche Jules Rimet, il Presidente Federale ing.Ottorino<br />

Barassi consegnò personalmente l’onoreficenza alle 79 persone<br />

designate. Tre gli emiliani presenti: oltre al prof. Luigi<br />

Casini, già ricordato, furono premiati anche Arrigo Gradi, fondatore<br />

e calciatore del Bologna F.C., e Giuseppe Ambrosini,<br />

antesignano bolognese del giornalismo sportivo.<br />

Giuseppe Valenzini.<br />

153


Luigi Saverio Bertazzoni.<br />

154<br />

Giorgio Bernardi.


Commissari e Reggenti<br />

Luigi Saverio Bertazzoni<br />

(n. a Foggia 19 luglio 1887 - m. a Merca (Somalia) 23 marzo 1940)<br />

Farmacista di professione, socio e dirigente del Modena fin dal<strong>la</strong> sua fondazione (1912, anno in cui<br />

era già anche arbitro federale), svolse il ruolo di Commissario <strong>Regionale</strong> per l’<strong>Emilia</strong> nel<strong>la</strong> stagione<br />

1916-17, situazione verosimilmente imposta dalle contingenze belliche; durante questo periodo egli<br />

stesso era militarizzato con il grado di tenente dell’esercito.<br />

Fu poi membro del<strong>la</strong> Commissione Tecnica del<strong>la</strong> società “canarina” negli anni ’20, quindi membro<br />

del<strong>la</strong> Commissione arbitri del<strong>la</strong> F.I.G.C., eletto nel Consiglio Federale del 2 ottobre 1920 in conseguenza<br />

del<strong>la</strong> vicenda del<strong>la</strong> “L.I.G.C.”. Divenne consigliere del<strong>la</strong> C.C.I. nel 1921-22, ed arbitro ad<br />

honorem nel 1927. Proprio in quell’anno avviò e diresse <strong>la</strong> col<strong>la</strong>na di pubblicazioni “I Volumi dello<br />

Sport”, iniziativa varata per diffondere ogni tipo di attività sportiva cui egli stesso contribuì con un<br />

libro su una disciplina nuovissima ed insolita: il volo a ve<strong>la</strong>.<br />

Rientrato nell’Esercito come ricercatore, nel 1929 Bertazzoni si trasferì a Mogadiscio, nel<strong>la</strong> Somalia<br />

Italiana, ove <strong>la</strong>vorò presso il Laboratorio Chimico Coloniale. Non abbandonò mai comunque il calcio:<br />

nel 1930 fu il primo Commissario del<strong>la</strong> F.I.G.C. a Mogadiscio, e successivamente (1933) Presidente<br />

del nuovo Direttorio XXII. Zona (Somalia). Continuò nel frattempo l’attività arbitrale nei campionati<br />

rego<strong>la</strong>rmente organizzati anche <strong>la</strong>ggiù dal<strong>la</strong> Federazione, ed il 29 gennaio 1937 costituì il<br />

“Gruppo Arbitri di Mogadiscio”, da lui stesso presieduto per circa due anni.<br />

Inoltre per tutta <strong>la</strong> sua permanenza in Africa fu rappresentante ufficiale (“Console”) del Touring Club<br />

Italiano per <strong>la</strong> Somalia. Tuttavia, colpito da una grave ma<strong>la</strong>ttia, nel corso del 1938 cessò da ogni<br />

carica ufficiale e si spense pochi mesi dopo ad appena 53 anni di età.<br />

Giorgio Bernardi<br />

(n. a Bologna 16 maggio 1912 - m. ivi 17 settembre 1988)<br />

L’ing. Giorgio Bernardi è stato per un lunghissimo periodo il più famoso e stimato arbitro italiano, e<br />

merita a buon diritto di entrare nel<strong>la</strong> cerchia dei più bravi di tutti i tempi. Ancora oggi <strong>la</strong> sua<br />

indimenticata figura è additata come esempio per tutti i giovani che intraprendono il difficile mestiere<br />

di direttore di gara.<br />

Giorgio Bernardi iniziò <strong>la</strong> carriera arbitrale nel 1933, nel Direttorio <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. Si distinse<br />

in breve tempo per le qualità tecniche e per l’autorevolezza delle sue direzioni di gara, fino ad arrivare<br />

in Serie A il 26 ottobre 1941.<br />

Per <strong>la</strong> sua riconosciuta preparazione e popo<strong>la</strong>rità, nel maggio 1945 fu chiamato dal prof. Luigi<br />

Pasquinelli in un triumvirato di Reggenza del ricostituito <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no. Meritò nel<br />

1947-48 il premio “Giovanni Mauro”, e fu contemporaneamente nominato arbitro internazionale. Fra<br />

le 52 partite dirette in tutto il mondo durante un decennio merita di essere citata quel<strong>la</strong> in cui a<br />

Budapest l’Ungheria umiliò c<strong>la</strong>morosamente i maestri inglesi per 7-1, il 23 maggio 1954.<br />

Nel<strong>la</strong> Serie A italiana arbitrò invece 189 incontri, a cui se ne devono aggiungere circa altri 160 in<br />

Serie B e C. In totale diresse quindi circa 400 gare, nei ventiquattro anni di carriera agonistica, che<br />

ebbe termine nel settembre 1957.<br />

Diventò poi presidente del<strong>la</strong> Sezione A.I.A. di Bologna (1957 - 1959), rappresentante dell’A.I.A. al<br />

Settore Tecnico Federale nel 1957-58 e commissario del<strong>la</strong> C.A.N. (Commissione Arbitri Nazionale)<br />

fino al 1962. Fu ancora vice-Presidente Nazionale dell’A.I.A., presidente del<strong>la</strong> Commissione per<br />

l’Aggiornamento delle Regole di Giuoco, ed infine Dirigente Benemerito del<strong>la</strong> F.I.G.C. Negli anni<br />

155


Giovanni Galeati. Gesù Martelli.<br />

156


’60 venne insignito del premio “Renato Gianni” (dirigenza A.I.A.), “Francesco Mattea” (Commissario<br />

C.A.N.) e “Referee Special Award” (dal<strong>la</strong> F.I.F.A. per i suoi trascorsi internazionali). Il suo talento<br />

non comune brillò anche nelle vicende del<strong>la</strong> vita. Si <strong>la</strong>ureò in ingegneria a soli 24 anni e nel 1937<br />

entrò nel Genio Civile, ove percorse una eccellente carriera professionale divenendo nel 1963 direttore<br />

dell’Ufficio Speciale del Genio Civile per il Fiume Reno. Andò in pensione nel 1977, dopo ben 40<br />

anni di servizio ininterrotto.<br />

Giovanni Galeati<br />

(n. a Castel Bolognese (RA) 18 febbraio 1901 - m. a Bologna 7 gennaio 1959)<br />

Anche Giovanni Galeati fu uno dei più noti e preparati arbitri italiani, precedendo di alcuni anni<br />

Giorgio Bernardi nel<strong>la</strong> tradizione dei grandi direttori di gara bolognesi.<br />

Romagnolo, ma trasferitosi a Bologna da giovanetto, giocò a calcio per circa dieci anni nelle “minori”<br />

bolognesi (A.C. Bologna, Ferrovieri, ecc.) con una breve parentesi a Napoli e Salerno durante il<br />

servizio militare. Nel 1927 un infortunio di gioco lo costrinse ad abbandonare temporaneamente lo<br />

sport, dove comunque rientrò ben presto da arbitro.<br />

Iniziò sui campi del<strong>la</strong> provincia nel 1928 (fu anche per un breve periodo dirigente dell’U.L.I.C. di<br />

Ravenna e successivamente consigliere del <strong>Comitato</strong> Provinciale dei “liberi” a Bologna); ma da arbitro<br />

federale si impose prestissimo all’attenzione, tanto che nel 1935 (20 ottobre) era gia in Serie A; e<br />

nel 1941-42 fu premiato con il trofeo “Giovanni Mauro” come miglior arbitro del<strong>la</strong> stagione. Insieme<br />

a Giorgio Bernardi e a Luigi Pasquinelli, nel 1945 fece parte del <strong>Comitato</strong> Provvisorio <strong>Emilia</strong>no,<br />

risorto dopo <strong>la</strong> Liberazione. Sebbene non più in verde età, venne nominato arbitro internazionale il 13<br />

settembre 1946, ed ebbe anche <strong>la</strong> prestigiosa soddisfazione di partecipare (a quarantanove anni!) al<br />

Campionato del Mondo del 1950 in Brasile, dove arbitrò tre incontri.<br />

Cessò l’attività nel 1951, dopo avere arbitrato 208 gare di Serie A e 12 internazionali. Fu poi Fiduciario<br />

Arbitri per <strong>la</strong> Lega Giovanile emiliana nel 1951-52, e nominato Arbitro Benemerito il 15 luglio 1951;<br />

nell’aprile 1952 gli venne conferita una medaglia d’oro a riconoscimento dell’opera sportiva svolta.<br />

Dal 1952 al 1954 ricoprì <strong>la</strong> carica di presidente del<strong>la</strong> Sezione A.I.A. di Bologna, e dal 1951 al 1958<br />

visionò decine di gare e di arbitri in veste di Commissario di Campo e Commissario Speciale.<br />

Colpito da un male incurabile, morì a Bologna non avendo ancora compiuto 58 anni.<br />

Gesù Martelli<br />

(n. a Molinel<strong>la</strong> (BO) 23 gennaio 1898 - m. a Pistoia 3 giugno 1980)<br />

Fu arbitro federale effettivo fin dal 1925. Partito dai tornei del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no, arrivò<br />

fino al<strong>la</strong> Serie B; cessò l’attività nel 1938, passando arbitro fuori quadro fino al 1943. Il 21 ottobre<br />

1938 fu nominato membro del Direttorio VII. Zona (<strong>Emilia</strong>), ed in seguito (12 settembre 1939) anche<br />

Fiduciario C.I.T.A. del<strong>la</strong> nostra regione; detenne entrambe le cariche fino al 1945. Nel frattempo<br />

ottenne il riconoscimento di Arbitro Benemerito, il 10 marzo 1942.<br />

Nel dopoguerra fu per anni Commissario di Campo, molto stimato nell’ambiente arbitrale per qualità<br />

personali. Su di lui cadde <strong>la</strong> scelta del<strong>la</strong> Federazione quando nel 1958 iniziò il regime commissariale:<br />

Martelli fu nominato il 10 ottobre Commissario Federale per <strong>la</strong> Lega <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>na, di cui tenne<br />

il governo fino al 24 luglio 1959. Così come volevano le circostanze, svolse in modo efficace e concreto<br />

il gravoso compito, al termine del quale rientrò subito nel mondo arbitrale: in quello stesso 1959<br />

fu nominato infatti presidente del<strong>la</strong> Sezione Arbitri di Bologna, rimanendone al vertice fino al 1962.<br />

Successivamente si dedicò solo all’attività di dirigente e di commissario per l’A.I.A.<br />

157


Vincenzo Ghidini<br />

(n. a Borgofranco sul Po (MN) 14 giugno 1931)<br />

Resse le sorti del nostro <strong>Comitato</strong> per poco più di tre mesi, a causa di un… lieve incidente di percorso<br />

toccato al presidente Mambelli (squalifica di tre mesi). A norma dello Statuto federale, il dr. Ghidini<br />

fu designato al<strong>la</strong> Reggenza il 7 febbraio 1995 come consigliere più anziano del C.R.E.R. Per una<br />

strana coincidenza proprio Ghidini dovette gestire il distacco del<strong>la</strong> sua provincia dal <strong>Comitato</strong> emilianoromagnolo,<br />

sancito nel<strong>la</strong> riunione di Mi<strong>la</strong>no del 25 marzo 1995. In quel frangente egli portò a compimento<br />

<strong>la</strong> non facile opera di mediazione presso le società per l’applicazione delle delibera sul riassetto<br />

dei confini calcistici tra <strong>Emilia</strong> e Lombardia. Vincenzo Ghidini comunque restò in consiglio al<br />

C.R.E.R. anche dopo <strong>la</strong> transizione del C.P. di Mantova, sia perché il suo mandato scadeva in effetti<br />

nel 1996, sia perché un certo numero di società virgiliane era rimasto con il nostro <strong>Comitato</strong>.<br />

Il dr. Vincenzo Ghidini è da molti decenni nel mondo dello sport. Per circa 25 anni è stato presidente<br />

del<strong>la</strong> U.S. Sambenedettina di San Benedetto Po, paese dove vive e svolge <strong>la</strong> sua professione di farmacista.<br />

Eletto consigliere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no il 7 luglio 1961, negli ultimi anni del suo<br />

mandato ha svolto anche le funzioni di Responsabile delle Rappresentative Regionali. Ha cessato il<br />

suo ultimo incarico di consigliere il 2 luglio 1996, dopo ben 35 anni ininterrotti di appartenenza al<br />

C.D. emiliano, secondo soltanto ai 39 anni di militanza di Gustavo Zini.<br />

Fra il 1962 e il 1989 è stato dapprima membro poi vice-presidente del <strong>Comitato</strong> Provinciale C.O.N.I.<br />

di Mantova, da cui ha ricevuto l’onoreficenza del<strong>la</strong> “Stel<strong>la</strong> di Bronzo”, e recentemente anche del<strong>la</strong><br />

“Stel<strong>la</strong> d’Oro al Merito Sportivo”.<br />

158<br />

Vincenzo Ghidini (in piedi); seduti<br />

accanto a lui l’ing. Carlo Di Nanni,<br />

uno dei fondatori del<strong>la</strong> Lega Nazionale<br />

Dilettanti, e il rag. Domenico<br />

Bal<strong>la</strong>ntini del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Emilia</strong> <strong>Romagna</strong>.


I Consigli Direttivi<br />

1909-10 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . Nob. Guido Del<strong>la</strong> Valle (Bologna F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Emilio Arnstein (Bologna F.C.), Italo Legat (S.G.E. Sempre Avanti! di Bologna).<br />

1910-11 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . Leone Vicenzi (Bologna F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Giuseppe Vicini (Ass. Studentesca del Calcio di Modena), … ? ? ?<br />

1911-12 COMITATO REGIONALE VENETO – EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . cav.uff.dr. Francesco Müller (Volontari F.C. di Venezia).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . ? ? ?<br />

1912-13 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . Leone Vicenzi (Bologna F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . ? ? ?<br />

1913-14 COMITATO REGIONALE VENETO – EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . cav. Alberto Masprone (A.C. Hel<strong>la</strong>s Verona).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Ernesto Scarpa (Venezia F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Lauro Bosio (A.C. Vicenza), avv. Livio Dal Bianco (A.C. Vicenza), avv. Aldo Ettore<br />

Kessler (A.C. Hel<strong>la</strong>s Verona), Plinio Masini (A.C. Padova), sig. Masperi<br />

(Petrarca F.C. di Padova), rag. Alberto Nico<strong>la</strong>i (Bologna F.C.), sig. Ruggeri (Venezia<br />

F.C.), Gino Saletta (Volontari F.C. di Venezia), Luigi Ventura (Modena<br />

F.C.).<br />

1914-15 COMITATO REGIONALE VENETO – EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . rag. Giuseppe Valenzini (A.C. Padova).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Lauro Bosio (A.C. Vicenza).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Luigi Cammarosano (Reggio F.C.), dr. Achille Cavallini (Venezia F.C.), Luigi<br />

Dal Dan (A.C. Udine), Orazio Ge<strong>la</strong>ti (A.C. Mantovana), sig. Rodighiero (Petrarca<br />

F.C. di Padova), Gino Saletta (Volontari F.C. di Venezia), ten. C<strong>la</strong>udio<br />

Sandonnino (Modena F.C.), Armando Vezzelli (Modena F.C.).<br />

1915-16 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Casini (Modena F.C.).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Luigi Cammarosano (Reggio F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Odoardo Gandolfi (Modena F.C.), avv. Angelo Menini (A.C. Mantovana), rag.<br />

Alberto Nico<strong>la</strong>i (Bologna F.C.), rag. Alessandro Oppi (Bologna F.C.), dr. Giuseppe<br />

Papotti (S.C. Jucunditas di Carpi), M° Pergo<strong>la</strong> (Audax F.C. di Modena).<br />

159


Consiglieri del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no negli anni ’20. Dall’alto in basso e da sinistra a destra: Giuseppe Papotti, Sinesio<br />

Leporati, Enzo Zelocchi, Giuseppe Pazzi, Antonio Santini, Giro<strong>la</strong>mo Serafini e Mario Marchetti.<br />

160


1919-20<br />

Presidente : . . . . . . . . . Cesare Gibelli (Bologna F.C.).<br />

Segretario : . . . . . . . . . rag. Alessandro Oppi (Bologna F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Odoardo Gandolfi (Modena F.C.), Fernando Giordani (G.S. Bolognese), avv.<br />

Angelo Menini (A.C. Mantovana), Giuseppe Pazzi (S.P.A.L. di Ferrara), Cleto<br />

Raimondi (Audax F.C. Bologna), Enrico Sabattini (S.G. Fortitudo di Bologna).<br />

1920-21<br />

Presidente : . . . . . . . . . Cesare Gibelli (Bologna F.C.).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Enrico Fontana (Nazionale <strong>Emilia</strong> F.C. di Bologna).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Pietro Cavazza (Silvio Pellico F.C. di Bologna), Odoardo Gandolfi (Modena<br />

F.C.), avv. Sinesio Leporati (A.C. Carpi), Orfeo Martelli (Virtus G.S.B. di Bologna),<br />

Vittorio Pascoli (Forlì F.C.) (dimissionario ott. 1920), Lelio Rossi (A.C.<br />

Reggiana), rag. Antonio Santini (S.P.A.L. di Ferrara) (dimissionario dic. 1920),<br />

ing. Arturo Veneziani (Piacenza F.C.), Raoul Violi (Parma F.C.).<br />

1921-22 (*)<br />

Presidente : . . . . . . . . . rag. Angelo Or<strong>la</strong>ndi (Virtus G.S.B. di Bologna) (dimissionario 24 nov. 1921).<br />

Segretario : . . . . . . . . . rag. Carlo Simili (Juventus F.C. di Bologna).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . dr. Enrico Bassani (S.P.A.L. di Ferrara), dr. Ernesto Bordi (Piacenza F.C.),<br />

geom. Arturo Borghi (A.C. Reggiana), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (U.S. Forti e Liberi di<br />

Forlì), dr. Cesare Gabbi (Parma F.C.), avv. Sinesio Leporati (A.C. Carpi), ten.<br />

Tonino Tonelli (S.G. Fortitudo di Bologna), geom. Guido Zerbini (U.S. Mantovana).<br />

(*) <strong>Comitato</strong> sciolto dal<strong>la</strong> Presidenza Federale 26 nov. 1921 e rieletto 25 mar. 1922.<br />

Presidente : . . . . . . . . . Prof. Luigi Pasquinelli (Veloce Sport Reno di Bologna).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Aurelio Brini (Virtus G.S.B. di Bologna).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . cap. Alberto Baglione (Giovani Calciatori di Bologna), dr. Enrico Bassani<br />

(S.P.A.L. di Ferrara), dr. Lino Bubani (C.A. Faenza), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (U.S.<br />

Forti e Liberi di Forlì), geom. Leurini (Vigor F.C. di Reggio <strong>Emilia</strong>), Ettore Lusuardi<br />

(Veloce F.C. di Bologna), sig. Mi<strong>la</strong>ni (Suzzara S.C.) (dimissionario 2 mag.<br />

1922), Alberto Minazzi (S.G. Fortitudo di Bologna), Giuseppe Pazzi (Libertas<br />

F.C. di Ferrara).<br />

1921-22 (C.C.I.) DIREZIONE REGIONALE EMILIANA<br />

Direttore : . . . . . . . . . . Cesare Gibelli (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . M° Giuseppe Zanetti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Stanis<strong>la</strong>o Anconetti, Arrigo Errani, Odoardo Gandolfi, Arnaldo Giorgi, Bruno<br />

Schiavina.<br />

1922-23 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Giuseppe Zanetti (S.E.F. Virtus di Bologna).<br />

Segretario : . . . . . . . . . rag. Carlo Simili (S.G. Fortitudo di Bologna) (dimissionario nov. 1922 e sostituito da<br />

Alberto Stagni (Bologna F.C.), a sua volta dimissionario 20 marzo 1923).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . sig. Baduini (U.S. Borgotarese) (dimissionario nov. 1922), dr. Enrico Bassani<br />

(S.P.A.L. di Ferrara), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (U.S. Forti e Liberi di Forlì), Odoardo<br />

Gandolfi (Modena F.C.), Ettore Lusuardi (Veloce F.C. di Bologna), Mario San-<br />

161


(Sopra) - Odoardo Gandolfi (a destra, accanto al prof. Casini), consigliere del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> tra il 1915 e il 1925.<br />

Proveniente dalle file del<strong>la</strong> nota polisportiva U.S. Modenese, entrò poi nel Modena F.C. negli anni ’10; fu anche arbitro ad<br />

honorem dal 1927. Come molti altri, all’avvento del fascismo <strong>la</strong>sciò ogni incarico ufficiale.<br />

(Sotto) – Il dr. Mario Santandrea, farmacista, membro del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Emilia</strong>no negli anni ’20, fu un personaggio per<br />

molti anni assai noto a Bologna. Nacque a Castel Bolognese (RA) il 21 gennaio 1891, e si <strong>la</strong>ureò in Chimica e Farmacia nel<br />

1915. Militare nel<strong>la</strong> Grande Guerra, era già impegnato sin da giovane in attività sportive (sarà arbitro federale fino al 1927 e<br />

presidente del Castelbolognese F.C.) e giornalistiche come col<strong>la</strong>boratore del “Resto del Carlino” e del “Guerin Sportivo” a<br />

firma “SAM”. Eletto consigliere del C.R.E. il 19 settembre 1922 e nominato subito cassiere dal presidente M° Zanetti, del quale<br />

godeva <strong>la</strong> stima e l’amicizia, mantenne l’importante carica fino al 1926; poi anch’egli fu “epurato” dal<strong>la</strong> F.I.G.C., avendo tra<br />

l’altro già subìto violenze politiche a causa del<strong>la</strong> sua militanza in un partito avverso al regime fascista. In seguito si limitò al<strong>la</strong><br />

so<strong>la</strong> conduzione del<strong>la</strong> nota “Farmacia del Corso” a Bologna, di cui intanto era divenuto tito<strong>la</strong>re nel 1919. Sul finire del<strong>la</strong> seconda<br />

guerra mondiale si attivò in appoggio ai movimenti del<strong>la</strong> Resistenza, e nel dopoguerra fu presidente dell’Ordine dei Farmacisti<br />

del<strong>la</strong> provincia di Bologna, nonché consigliere del<strong>la</strong> “Banca Operaia”, del<strong>la</strong> quale fu poi presidente dal 1969 al 1986. Per <strong>la</strong> sua<br />

attività professionale durata oltre tre quarti di secolo, e per l’integerrima ed operosa personalità, il dr. Santandrea ricevette<br />

diversi riconoscimenti, tra i quali spicca il Nettuno d’Oro consegnatogli dal sindaco Imbeni al compimento del centesimo anno<br />

di età nel 1991. Grande appassionato di sport, lucido testimone degli avvenimenti di un intero secolo, si spense a Bologna al<strong>la</strong><br />

straordinaria età di centotrè anni il 9 settembre 1994.<br />

162


1923-24<br />

tandrea (Castelbolognese F.C.), Alberto Stagni (Bologna F.C.), rag. Enzo Zelocchi<br />

(A.C. Carpi) (dimissionario nov. 1922).<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Giuseppe Zanetti (S.E.F. Virtus di Bologna).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Raffaele Mastel<strong>la</strong>ri (S.G. Fortitudo di Bologna).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . dr. Enrico Bassani (S.P.A.L. di Ferrara) (dimissionario 12 feb. 1924 e sostituito da ing.<br />

Ugo Miranda (Soc. ? di Ferrara) 25 mar. 1924), Francesco Borghi (C.A. Faenza),<br />

Angelo Fabbri (U.S. Ravennate) (dimissionario 13 mag. 1924), Corio<strong>la</strong>no Ferrini<br />

(U.S. Forti e Liberi di Forlì), Odoardo Gandolfi (Modena F.C.), sig. Merani<br />

(S.P.I.M. di Migliarino) (dimissionario dic. 1923 e sostituito da dr. Giro<strong>la</strong>mo Serafini<br />

(U.S. Bondenese) 25 mar. 1924), dr. Mario Santandrea (Castelbolognese F.C.),<br />

Guido Sarto (Bologna F.C.), Giuseppe Tridenti (U.S. Borgo San Donnino di<br />

Fidenza).<br />

1924-25<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Giuseppe Zanetti (Juventus F.C. di Bologna).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Napoleone Tedeschi (Bologna F.C.).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . col. Filippo Bentivoglio (Parma F.C.) (escluso per assenteismo 9 dic. 1924 e sostituito<br />

da Francesco Borghi (C.A. Faenza) 30 dic. 1924), Giuseppe Bosi (A.C. Bologna),<br />

Regolo Ferretti (A.C. Reggiana) (dimissionario 7 apr. 1925), Corio<strong>la</strong>no Ferrini<br />

(U.S. Forti e Liberi di Forlì), Odoardo Gandolfi (Modena F.C.), Cesare Rossi<br />

(Soc. ? di Bologna), dr. Mario Santandrea (Castelbolognese F.C.), Raffaele<br />

Scorzoni (S.G. Fortitudo di Bologna), rag. Angelo Trioni (S.P.A.L. di Ferrara).<br />

1925-26<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Giuseppe Zanetti (Juventus F.C. di Bologna) (dimissionario 30 nov. 1925 e sostituito<br />

da prof. Luigi Pasquinelli (S.G. Fortitudo di Bologna) 19 dic. 1925).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Napoleone Tedeschi (Bologna F.C.) (dimissionario 26 gen. 1926 e sostituito da Alberto<br />

Stagni (S.C. Nettuno di Bologna) 14 feb. 1926).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Licurgo Ferrari (Modena F.C), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (U.S. Forti e Liberi di Forlì),<br />

dr. Mario Santandrea (Castelbolognese F.C.), Guido Soldaini (A. S. Bolognese),<br />

rag. Angelo Trioni (S.P.A.L. di Ferrara).<br />

1926-27 / 1927-28 DIRETTORIO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Pasquinelli (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . dr. Enrico Bassani (FE), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (FO).<br />

1928-29 / 1930-31<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Pasquinelli (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . ing. Gino Canevazzi (MO), march. Pasquale Cattani (BO), Corio<strong>la</strong>no Ferrini<br />

(FO), ing. Federico Sani (FE).<br />

1931-32 / 1932-33<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Pasquinelli (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . dr. Enrico Bassani (FE), ing. Gino Canevazzi (MO), march. Pasquale Cattani<br />

(BO), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (FO).<br />

163


(Sopra) – Foto di gruppo al campo del Modena, il 5 maggio 1929, in occasione di una gara con <strong>la</strong> Roma. Il primo a sinistra<br />

è il prof. Luigi Casini, già presidente del C.R.E. e qui in veste di Consigliere del<strong>la</strong> società gialloblù. Gli è accanto il bravo<br />

arbitro mi<strong>la</strong>nese Achille Gama. Più a destra altri tre dirigenti modenesi: Corni, Ghisetti e nientemeno che il cav. Enzo<br />

Ferrari, pilota e futuro celebre costruttore automobilistico delle “rosse” di Maranello.<br />

Enzo Ferrari era nato a Modena il 18 febbraio 1898. Impossibile sintetizzare in poche righe <strong>la</strong> sua eccezionale e lunghissima<br />

vita; basterà ricordare che fondò nel 1929 <strong>la</strong> celeberrima “scuderia” automobilistica del cavallino rampante, e che non esiste<br />

al mondo una figura di sportivo e di imprenditore più famosa e premiata di Enzo Ferrari. Condusse personalmente l’azienda<br />

di Maranello fino quasi al giorno del<strong>la</strong> sua morte, avvenuta il 14 agosto 1988.<br />

(Sotto) – Due membri del Direttorio del<strong>la</strong> VII. Zona (<strong>Emilia</strong>) negli anni ’30: Gesù Martelli (a sinistra) e Giorgio Giovanoni (a<br />

destra, con il soprabito chiaro). Dietro di lui è Gualtiero Veronesi, arbitro bolognese di buon livello, che nel dopoguerra avrà<br />

numerosi incarichi come dirigente arbitrale regionale.<br />

164


1933-34 / 1934-35 DIRETTORIO VII. ZONA (<strong>Emilia</strong>)<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Pasquinelli (BO) (sostituito da rag. Carlo Mazzantini (BO) 24 gen.<br />

1934).<br />

Componenti : . . . . . . . ing. Gino Canevazzi (MO), rag. Eraldo Corradini (BO), Corio<strong>la</strong>no Ferrini<br />

(FO), dr. Bruno Lunardi (PR) (sostituito da Alberto Stagni (BO) 27 nov. 1934).<br />

1935-36 / 1936-37<br />

Presidente : . . . . . . . . . rag. Carlo Mazzantini (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . Lodovico Brunetti (BO) (dal 23 ott. 1936), ing. Gino Canevazzi (MO) (sostituito da<br />

geom. Filiberto Solli (BO) 23 ott. 1936), rag. Eraldo Corradini (BO), Corio<strong>la</strong>no<br />

Ferrini (FO), Alberto Stagni (BO).<br />

1937-38 / 1938-39<br />

Presidente : . . . . . . . . . rag. Carlo Mazzantini (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . Lodovico Brunetti (BO) (sostituito da rag. Giorgio Giovanoni (BO) 30 set. 1937),<br />

rag. Eraldo Corradini (BO), Corio<strong>la</strong>no Ferrini (FO) (sostituito da Gesù Martelli<br />

(BO) 21 ott. 1938), geom. Filiberto Solli (BO), Alberto Stagni (BO).<br />

1939-40 / 1944-45<br />

Presidente : . . . . . . . . . rag. Carlo Mazzantini (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . rag. Eraldo Corradini (BO), rag. Giorgio Giovanoni (BO), Gesù Martelli (BO),<br />

geom. Filiberto Solli (BO), Alberto Stagni (BO).<br />

1945 COMITATO PROVVISORIO EMILIANO<br />

Pres. Com. Esecutiva : prof. Luigi Pasquinelli (BO).<br />

Segretario Com.Esec.: ing. Giorgio Bernardi (BO).<br />

Componenti : . . . . . . . sig. Casagrande (BO), sig. Cavazza (BO), Giovanni Galeati (BO), rag. Giorgio<br />

Giovanoni (BO), Enrico Sabattini (BO), sig. Tullini (BO).<br />

1945-46 LEGA REGIONALE EMILIANA<br />

Presidente : . . . . . . . . . prof. Luigi Pasquinelli (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Giorgio Giovanoni (BO), Giovanni Gonani (RA), Alberto Stagni (BO),<br />

Severino Taddei (RE).<br />

1946-47 / 1947-48<br />

Presidente : . . . . . . . . . avv. Renzo Lodi (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . rag. Giorgio Giovanoni (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Giovanni Gonani (RA) (sostituito da C<strong>la</strong>udio Bonetti (Faenza) 30 set. 1946), dr.<br />

Mirko Lazzari (FE), Severino Taddei (RE) , M° Gustavo Zini (BO).<br />

1948-49 / 1951-52<br />

Presidente : . . . . . . . . . avv. Renzo Lodi (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . C<strong>la</strong>udio Bonetti (Faenza), p.i. Corrado Gotti (BO), dr. Mirko Lazzari (FE),<br />

Severino Taddei (RE).<br />

165


Consiglieri del <strong>Comitato</strong> <strong>Regionale</strong> degli anni ’70 e ‘80 (da sinistra a destra): Luigi Ghelfi, Moritz Galei (che fu solo segretario),<br />

Adriano Guidetti, Giorgio Ronchi e Pier Paolo Gugnoni.<br />

166


1952-53 / 1955-56<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . C<strong>la</strong>udio Bonetti (Faenza), dr. Mirko Lazzari (FE), Guido Quarantini (MN),<br />

Severino Taddei (RE) (deceduto apr. 1956 e sostituito da dr. Giorgio Costa (BO)<br />

2 giu. 1956).<br />

1956-57 / 1958-59 (*)<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . C<strong>la</strong>udio Bonetti (Faenza), dr. Giorgio Costa (BO), dr. Mirko Lazzari (FE) (sostituito<br />

da Bruno Sacchi (FE) 16 dic. 1956), Guido Quarantini (MN).<br />

(*) Lega sciolta dal Commissario Straordinario Federale il 10 ott. 1958.<br />

1959-60 / 1960-61 COMITATO REGIONALE EMILIANO<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . dr. Giorgio Costa (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO), Guido Quarantini (MN) (deceduto 27 nov. 1959 e sostituito<br />

da avv. Leo Gattamorta (FO) 21 ago. 1960), Bruno Sacchi (FE).<br />

1961-62 / 1963-64<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . dr. Giorgio Costa (BO), avv. Leo Gattamorta (FO), dr. Vincenzo Ghidini (MN),<br />

Bruno Sacchi (FE).<br />

1964-65 / 1967-68<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . dr. Giorgio Costa (BO), avv. Leo Gattamorta (FO) (sostituito ago. 1965 da Dante<br />

Guazzaloca (BO), poi deceduto 8 mar. 1967 e sostituito da rag. Giorgio Ronchi (BO)<br />

10 set. 1967), dr. Vincenzo Ghidini (MN), Sergio Manzini (MO) (da 10 set. 1967),<br />

Bruno Sacchi (FE).<br />

1968-69 / 1971-72<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . dr. Vincenzo Ghidini (MN), dr. Lauro Grossi (PR) (dimissionario mag. 1969 e sostituito<br />

da rag. Luigi Ghelfi (BO) 31 lug. 1969), dr. Adriano Guidetti (RE), rag. Giorgio<br />

Ronchi (BO), Bruno Sacchi (FE).<br />

1972-73 / 1975-76<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . p.i. Corrado Gotti (BO) (deceduto 14 apr. 1976).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Franco Corradi (MO), dr. Vincenzo Ghidini (MN), dr. Adriano Guidetti<br />

(RE), geom. Giorgio Ronchi (BO), Bruno Sacchi (FE).<br />

167


Consiglieri dell’ultimo decennio: (dall’alto verso destra) Carlo Leoni, Giovanni Biffi, Angelo Ferraresi e Mauro Biagini.<br />

168


1976-77 / 1979-80<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Dino Castelvetri (BO) (deceduto 6 mar. 1978 e sostituito da Mario Tavolini (FE) 26<br />

ago. 1978).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Franco Corradi (MO), dr. Vincenzo Ghidini (MN), dr. Adriano Guidetti<br />

(RE), geom. Giorgio Ronchi (BO), Bruno Sacchi (FE).<br />

1980-81 / 1983-84 COMITATO REGIONALE EMILIA ROMAGNA<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Mario Tavolini (FE).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Franco Corradi (MO), dr. Vincenzo Ghidini (MN), dr. Adriano Guidetti<br />

(RE), geom. Giorgio Ronchi (BO), Bruno Sacchi (FE) (deceduto 1. lug. 1983 e sostituito<br />

da avv. Pier Paolo Gugnoni (FO) 2 ott.1983).<br />

1984-85 / 1987-88<br />

Presidente : . . . . . . . . . M° Gustavo Zini (BO) (deceduto 17 giu. 1985 e sostituito da arch. Alberto Mambelli<br />

(RA) 28 set. 1985).<br />

Segretario : . . . . . . . . . Mario Tavolini (FE) (dimission. e sostituito da Marco Campomori (BO) 3 ott. 1985).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . rag. Franco Corradi (MO), dr. Vincenzo Ghidini (MN), avv. Pier Paolo Gugnoni<br />

(FO), dr. Adriano Guidetti (RE) (sostituito da rag. Giancarlo Chiari (RE) 26 set.<br />

1987, poi deceduto 31 lug. 1988), dr. Carlo Leoni (PR), arch. Alberto Mambelli (RA)<br />

(eletto Presidente e sostituito da Marco Campomori (BO) 28 set. 1985), Mario Tavolini<br />

(FE) (sostituito da dr. Giovanni Biffi (Faenza) 26 set. 1987).<br />

1988-89 / 1991-92<br />

Presidente : . . . . . . . . . arch. Alberto Mambelli (RA).<br />

Segretario : (*) . . . . . . Marco Campomori (BO) (fino al 15 mag. 1991; sostituito da Moritz Galei (Finale<br />

<strong>Emilia</strong>) 23 mag. 1991).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Anzio Arati (RE) (da 7 dic. 1989), dr. Giovanni Biffi (Faenza), Marco Campomori<br />

(BO), rag. Franco Corradi (MO), rag. Angelo Ferraresi (FE) (da 7 dic.<br />

1989), dr. Vincenzo Ghidini (MN), avv. Pier Paolo Gugnoni (FO), dr. Carlo<br />

Leoni (PR).<br />

1992-93 / 1995-96<br />

Presidente : . . . . . . . . . arch. Alberto Mambelli (RA).<br />

Segretario : (*) . . . . . . Moritz Galei (Finale E.) (sostituito da p.i. Gianni Solmi (BO) 20 lug. 1993).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Anzio Arati (RE), dr. Giovanni Biffi (Faenza), Marco Campomori (BO), rag.<br />

Franco Corradi (MO), rag. Angelo Ferraresi (FE), dr. Vincenzo Ghidini (MN),<br />

avv. Pier Paolo Gugnoni (FO), dr. Carlo Leoni (PR).<br />

1996-97 / 99-2000<br />

Presidente : . . . . . . . . . arch. Alberto Mambelli (RA) (sostituito dal Reggente cav. Marco Campomori (BO)<br />

29 giu. 1999).<br />

Segretario : (*) . . . . . . Fiorel<strong>la</strong> Lambertini (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Mauro Biagini (MO), Domenico Bianchi (RN), Marco Campomori (BO), Pietro<br />

Carini (PC), rag. Angelo Ferraresi (FE), rag. Luigi Ferrari (RE), Rosario<br />

Frisenda (RA), dr. Maurizio Minetti (PR), Antonio Poggiolini (FO).<br />

(*) dal 15 maggio 1991 il Segretario del C.R.E.R. non è più membro del Consiglio Direttivo.<br />

169


2000-01 / 2003-04<br />

Presidente : . . . . . . . . . cav. Marco Campomori (BO) (deceduto 5 ago. 2001 e sostituito da Maurizio Minetti<br />

(PR) 5 ott. 2001).<br />

Segretario : . . . . . . . . Fiorel<strong>la</strong> Lambertini (BO).<br />

Consiglieri : . . . . . . . . Mauro Biagini (MO), Domenico Bianchi (RN), C<strong>la</strong>udio Bissi (RA), Paolo<br />

Braiati (FE), Pietro Carini (PC), rag. Luigi Ferrari (RE), Roberto Maglieri<br />

(BO), dr. Maurizio Minetti (PR), Antonio Poggiolini (FC).<br />

(Sopra) - Il Consiglio Direttivo del C.R.E.R. attualmente in carica. Da sinistra: Carini, Maglieri, Biagini, Braiati, Poggiolini,<br />

Ferrari, Bianchi, sig.ra Lambertini (segretario), Bissi. In basso: Minetti e Campomori.<br />

(Sotto) - I Presidenti dei nove Comitati Provinciali del C.R.E.R. Da sinistra: Varoli (PR), Fiorini (FE), Casari (MO), Frisenda<br />

(RA), Giovannini (BO), Pasini (FC), Montermini Bol<strong>la</strong> (PC), Sca<strong>la</strong>brini (RE) e Berardi (RN).<br />

(entrambe le foto sono di Guido Chiari, Bologna 1. novembre 2000)<br />

170


Società vincenti titoli regionali (1910 - 1973)<br />

1909-10 3.a Categoria . . . . . . . . . Bologna F.B.C.<br />

1910-11 3.a Categoria . . . . . . . . . Ass. Studentesca del Calcio, di Modena<br />

1911-12 2.a Categoria . . . . . . . . . Ass. Studentesca del Calcio, di Modena<br />

1912-13 3.a Categoria . . . . . . . . . Bologna F.B.C. “II.a”<br />

1913-14 2.a Categoria . . . . . . . . . Audax F.B.C., di Modena<br />

1914-15 2.a Categoria . . . . . . . . . S.C. Jucunditas, di Carpi<br />

1915-16 Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . Bologna F.B.C. “I.a B”<br />

1916-17 Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . Modena F.B.C.<br />

1919-20 1.a Categoria . . . . . . . . . Bologna F.B.C.<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . Piacenza F.B.C.<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . Modena F.B.C. “II.a”<br />

1920-21 1.a Categoria . . . . . . . . . Bologna F.B.C.<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Mantovana<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Carpi “II.a”<br />

1921-22 1.a Categoria . . . . . . . . . S.P.A.L., di Ferrara<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . Ostiglia F.B.C.<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . S.P.I.M., di Migliarino<br />

1922-23 3.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Borgo San Donnino, di Fidenza<br />

4.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Copparese<br />

1923-24 3.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Borgo San Donnino, di Fidenza<br />

4.a Divisione . . . . . . . . . Sant’I<strong>la</strong>rio F.C.<br />

1924-25 3.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Gonzaga<br />

4.a Divisione . . . . . . . . . G.S. Fiorenzuo<strong>la</strong><br />

1925-26 4.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Mirandolese<br />

1926-27 Torneo Region.“Babini” U.S. Forti e Liberi, di Forlì<br />

1927-28 1° Torneo <strong>Regionale</strong> . . . A.S. Forlì<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . Libertas 23a Leg. “Mincio”, di Mantova<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . G.R.F. “Giancarlo Nannini”, di Bologna<br />

1928-29 U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . U.S. Modenese<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . Dop. San Lazzaro, di Modena<br />

171


1929-30 2° Torneo <strong>Regionale</strong> . . . C.S. Sant’Agostino<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . Pro Calcio, di Modena<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . Pro Calcio, di Modena<br />

1930-31 3.a Divisione . . . . . . . . . Modena F.B.C. “C”<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . Pro Calcio, di Modena<br />

1931-32 2.a Divisione . . . . . . . . . Bologna “B”<br />

3.a Divisione . . . . . . . . . Bologna “C”<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . S.P. Langhiranese<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . G.S. “Silvio Vaga”, di Parma<br />

1932-33 2.a Divisione . . . . . . . . . Dop. Ferroviario, di Rimini<br />

3.a Divisione . . . . . . . . . Bologna “B”<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . Pro Calcio, di Bologna<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . S.C. Rapid, di Parma<br />

1933-34 2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Imolese<br />

3.a Divisione . . . . . . . . . Dop. Montecatini, di Perticara<br />

U.L.I.C. (1.a Cat.) . . . . . U.S. Modenese<br />

U.L.I.C. (2.a Cat.) . . . . . U.S. Modenese<br />

1934-35 2.a Divisione . . . . . . . . . S.P.A.L. “B”, di Ferrara<br />

3.a Divisione . . . . . . . . . S.S. Panigal, di Borgo Panigale<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . O.N.D. Serenissima, di Roncoferraro<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . S.C. Maserati, di Bologna<br />

1935-36 1.a Divisione . . . . . . . . . Bologna A.G.C. “B”<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . G.S.F. Castel San Pietro<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . Pro Calcio, di Mantova<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . U.S. Aso<strong>la</strong>na<br />

1936-37 1.a Divisione . . . . . . . . . Pol. Molinel<strong>la</strong><br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Bondenese<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . U.S. Modenese<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . U.S. Pontevecchio, di Bologna<br />

Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . U.S. Governolese<br />

1937-38 1.a Divisione . . . . . . . . . A.G.C. Budrio<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . F.G.C. Sermide<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . G.R.F. “G.Gallini”, di Molini Nuovi di Mo.<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . Dop.Az. Bormioli, di Parma<br />

Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . A.G.C. Budrio<br />

1938-39 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Bondenese<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Panigale, di Borgo Panigale<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . G.R.F. “G.Gallini”, di Molini Nuovi di Mo.<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . O.N.D. Bormioli, di Parma<br />

Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . S.S. “Alfieri Maserati”, di Bologna<br />

172


1939-40 1.a Divisione . . . . . . . . . A.C. “Gianni Corradini”, di Suzzara<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . S.P. Portuense, di Portomaggiore<br />

1940-41 1.a Divisione . . . . . . . . . Dop.Az. S.A.S.I.B., di Bologna<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . O.N.D. Sant’Agostino<br />

1941-42 1.a Divisione . . . . . . . . . G.S. Trancerie Mossina, di Guastal<strong>la</strong><br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . Prater U.P.C., di Reggio <strong>Emilia</strong><br />

1942-43 1.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Panigale “B”, di Borgo Panigale<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . Dop.Az. O.C.I. - Fiat, di Modena<br />

1943-44 Camp. Misto Div. Naz. G.S. 42° Corpo Vigili del Fuoco, di La Spezia<br />

1944-45 Torneo “A. Ungarelli” . S.S. “Alfieri Maserati” 1922, di Bologna<br />

1945-46 1.a Divisione . . . . . . . . . S.S. “Guido Buscaroli”, di Conselice, e U.S. Copparese (a<br />

pari merito)<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . S.S. Cadelboschese<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . F.d.G. San Secondo Parmense<br />

1946-47 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Vignolese<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Laghese, di Lagosanto<br />

Sez. Prop. (1.a Cat.) . . . U.S. Monticelli Terme<br />

Sez. Prop. (2.a Cat.) . . . E.N.A.L. Comit, di Parma<br />

Coppa <strong>Emilia</strong> . . . . . . . . S.P. Portuense, di Portomaggiore<br />

1947-48 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Bagnacavallese<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Scandianese<br />

1948-49 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Medicinese<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Ancora, di Bologna<br />

1949-50 1.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Carpi<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Ancora, di Bologna<br />

1950-51 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Poggese, di Poggio Rusco<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Campitello<br />

1951-52 1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Baricellese<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Castellucchio<br />

1952-53 Promozione . . . . . . . . . . A.C. Ferrara<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . S.C. Progresso, di Castel Maggiore<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . S.S. “Mario Nuti”, di San Piero in Bagno<br />

1953-54 Promozione . . . . . . . . . . U.S. Bondenese<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . Titolo non assegnato<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Pro Torino, di Brusatasso<br />

2.a Divisione (riserve) . A.C. Reggiana<br />

173


1954-55 Promozione . . . . . . . . . . U.S. Mogliese<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Masi Torello<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Rolo<br />

2.a Divisione (riserve) . A.C. Mantova<br />

1955-56 Promozione . . . . . . . . . . G.S. Trattrici Landini, di Fabbrico<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Corticel<strong>la</strong><br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.S. Campitello<br />

1956-57 Promozione . . . . . . . . . . A.C. Cesena<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . S.S. I.N.A., di Bologna<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . S.C. Ardita, di Acquanegra sul Chiese<br />

1957-58 Camp. Naz. Dilettanti . . A.S. Cervia<br />

1.a Divisione . . . . . . . . . U.S. Reggiolo<br />

2.a Divisione . . . . . . . . . A.C. Aqui<strong>la</strong>, di Parma<br />

1958-59 1.a Categoria . . . . . . . . . G.S. Imolese “Francesco Zardi”<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Codigorese<br />

1959-60 1.a Categoria . . . . . . . . . Pol. Argenta<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . U.P. Copparese<br />

1960-61 1.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Cesenatico “Alfiero Moretti”<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . E.N.A.L. Berra<br />

1961-62 1.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Carpi<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . A.S. Valtarese, di Borgo Val di Taro<br />

1962-63 1.a Categoria . . . . . . . . . Pejo Ostiglia F.B.C.<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Panigal, di Bologna<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . Arsenal C.S.I., di Parma<br />

1963-64 1.a Categoria . . . . . . . . . A.C. “Francesco Baracca”, di Lugo<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Codigorese<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . S.S.C. Anzo<strong>la</strong> e A.S. Roccabianca (ma titolo non assegnato<br />

per il protrarsi di risultati in parità)<br />

1964-65 1.a Categoria . . . . . . . . . A.S. Guastal<strong>la</strong><br />

2.a Categoria . . . . . . . . . Pol. Molinel<strong>la</strong><br />

3.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Medesanese<br />

1965-66 1.a Categoria . . . . . . . . . A.C. San Secondo Parmense<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . U.S. Codigorese<br />

3.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Noceto<br />

1966-67 1.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Ferm San Lazzaro<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . S.S. Phullon Sustinente<br />

174


1967-68 1.a Categoria . . . . . . . . . Sassuolo Sportiva F.C.<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . Meso<strong>la</strong> F.B.C.<br />

1968-69 1.a Categoria . . . . . . . . . A.C. Parmense<br />

2.a Categoria . . . . . . . . . Meso<strong>la</strong> F.B.C.<br />

1969-70 1.a Categoria . . . . . . . . . A.S. Guastal<strong>la</strong><br />

1970-71 Promozione . . . . . . . . . . S.C. Suzzarese<br />

1971-72 Promozione . . . . . . . . . . U.S. Gio.Fil San Giorgio, di Sassuolo<br />

1972-73 Promozione . . . . . . . . . . S.C. Suzzarese<br />

Dopo il 1973 le finali regionali non si sono più disputate rego<strong>la</strong>rmente.<br />

Roma, 17 luglio 1938, stadio del P.N.F.: <strong>la</strong> rappresentativa provinciale di Forlì che nel<strong>la</strong> finale del “2° Torneo Nazionale del<strong>la</strong><br />

G.I.L.” sconfisse per 1-0 i pari categoria di Macerata e si aggiudicò il trofeo. Le 68 compagini aderenti al<strong>la</strong> manifestazione<br />

dovevano suparare 5 doppi turni eliminatori in soli due mesi per giungere al<strong>la</strong> finalissima. Nel<strong>la</strong> formazione romagno<strong>la</strong>,<br />

allenata dal m° Annibale Bazzoli del Forlimpopoli, militavano tra gli altri Baruzzi (Imolese), Bonci, Giorgioni, Cortini e<br />

Zavatti (Forlì), Giangolini, Celli e Fioravanti (Forlimpopoli). Quest’ultimo, portiere qui appena diciassettenne, negli anni<br />

’40 dimostrerà il suo valore difendendo <strong>la</strong> porta del Venezia e del Vicenza in Serie A.<br />

(si ringraziano per <strong>la</strong> cortesia i sigg. Adler Bonci e Giovanni Guiducci).<br />

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