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Erich Segal Love Story

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sommesso, era iroso. «Devi smetterla di fare quella faccia!»<br />

«Chi? Io?»<br />

«Devi smetterla con quell'espressione colpevole. Mi fa venire la<br />

nausea.»<br />

Cercai disperatamente di cambiare espressione, ma avevo i muscoli<br />

facciali contratti.<br />

«Non è colpa di nessuno, stupido,» mi stava dicendo Jenny. «Vuoi farmi<br />

il santo piacere di smetterla di sentirti colpevole?»<br />

Non volevo distogliere lo sguardo da lei, ma fui costretto ad abbassare<br />

gli occhi. Mi vergognavo terribilmente che anche in quel momento Jenny<br />

mi leggesse così a fondo nel pensiero.<br />

«Stammi a sentire, è la sola dannata cosa che ti chiedo, Ollie. Perché per<br />

il resto so che ti sistemerai.»<br />

Avevo di nuovo quel nodo nelle viscere, tanto che ebbi paura di dire<br />

persino «Okay». Fui solo capace di guardarla in silenzio.<br />

«Fregatene di Parigi,» mi disse a un tratto.<br />

«Come?»<br />

«Fregatene di Parigi, della musica e di tutte le fesserie di cui credi di<br />

avermi defraudata. Io me ne frego, cretino. Non ci credi?»<br />

«No,» risposi sinceramente.<br />

«Allora vai fuori dai piedi. Non ti voglio al mio letto di morte.»<br />

Diceva sul serio. Capivo sempre quando Jenny parlava sul serio, perciò<br />

ottenni il permesso di restare dicendo una bugia:<br />

«Ti credo,» mormorai.<br />

«Così va meglio,» disse. «E adesso vuoi farmi un favore?» Dal profondo<br />

del mio io mi salì alla gola un disperato bisogno di piangere. Ma resistetti.<br />

Non avrei pianto. Mi sarei limitato a far capire a Jenny con un cenno<br />

affermativo del capo che sarei stato felice di fare per lei qualsiasi cosa.<br />

«Puoi tenermi stretta stretta, per favore?» mi domandò.<br />

Le posai una mano sul braccio – Cristo, com'era sottile – e lo strinsi<br />

piano piano.<br />

«No, Oliver,» insistette, «devi proprio abbracciarmi. Qui vicino.»<br />

Feci molta, molta attenzione (avevo paura di spostare i tubi e gli altri<br />

aggeggi) mentre mi mettevo sul letto accanto a lei e l'abbracciavo.<br />

«Grazie, Ollie.»<br />

Furono le sue ultime parole.

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