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Erich Segal Love Story

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«Per favore non immischiamo Jennifer in questa storia, papà. Si tratta di<br />

una questione personale, di una questione personale importantissima.»<br />

«Hai messo nei guai una ragazza?» mi domandò, ma senza alcun tono di<br />

rimprovero nella voce.<br />

«Sì,» risposi, «sì, papà. Proprio così. Dammi i soldi, per favore.»<br />

Sono sicuro che non mi credette neppure per un attimo. In fondo non<br />

voleva veramente sapere. Mi aveva interrogato soltanto, come ho detto<br />

poco fa, per poter... parlare.<br />

Aprì il cassetto della scrivania e ne tolse un libretto di assegni rilegato<br />

nello stesso cuoio di Cordova che ricopriva il manico del tagliacarte e<br />

l'astuccio delle forbici. Lo aprì lentamente. Non per tormentarmi, credo,<br />

ma per guadagnar tempo. Per trovar qualcosa da dire. Qualcosa che non mi<br />

offendesse.<br />

Finì di riempire l'assegno, lo strappò dal libretto e me lo porse. Forse<br />

tardai per una frazione di secondo a rendermi conto che dovevo allungare<br />

la mano per toccare la sua. Questo lo mise in imbarazzo (credo), perché<br />

ritirò la mano e posò l'assegno sull'orlo della scrivania. Quindi mi guardò e<br />

annuì. La sua espressione sembrava dire: «Tieni, figliolo.» Ma in realtà si<br />

limitò a indicarmi l'assegno con un cenno del capo.<br />

In fondo neppure io volevo andarmene. Solo non sapevo che cosa dire.<br />

Ma non potevamo restar seduti così, entrambi desiderosi di parlare e allo<br />

stesso tempo incapaci di guardarci diritto in faccia.<br />

Mi piegai in avanti e presi l'assegno. Sì, erano proprio cinquemila<br />

dollari, ed era firmato Oliver Barrett III. Era già asciutto. Lo piegai con<br />

cura, lo misi nel taschino della giacca e andai lentamente verso la porta.<br />

Avrei almeno dovuto dire qualcosa, scusarmi che per colpa mia alcuni<br />

importantissimi dignitari di Boston (e magari di Washington) stessero<br />

facendo anticamera fuori, eppure se avevamo altro da dirci avrei potuto<br />

aspettare, papà, e tu avresti potuto annullare i tuoi impegni per la<br />

colazione... eccetera eccetera.<br />

Mi fermai sull'uscio semiaperto e raccolsi tutto il mio coraggio per<br />

guardarlo e per dirgli:<br />

«Grazie, papà.»<br />

21<br />

Toccò a me informare Phil Cavilleri. E a chi altri? Non diede in smanie<br />

come temevo: chiuse con calma la casa di Cranston e venne a stare nel

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