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per i suoi futuri trionfi atletici. «O mangia o gli rompo la faccia.»<br />
A questo punto Jenny mi guardò negli occhi e sorrise.<br />
«Se pesa centoventi chili, non ci riuscirai.»<br />
«Oh!» esclamai, preso per un attimo in contropiede; subito però mi resi<br />
conto. «Ma non nascerà di centoventi chili tutto in una volta!»<br />
«Già, già,» fece Jenny, puntandomi contro il cucchiaio in gesto<br />
ammonitore. «Quando però avrà raggiunto quel peso, ti consiglio di<br />
scappare, Preppie!» Quindi scoppiò a ridere felice.<br />
È comico, ma mentre rideva così io ebbi la visione di un marmocchio in<br />
pannolino del peso di centoventi chili che mi rincorreva in Central Park<br />
urlando: «Sii più gentile con mia madre, Preppie!» Cristo, per fortuna<br />
Jenny avrebbe impedito a Bozo di distruggermi.<br />
17<br />
Non è così facile fabbricare un bambino.<br />
C'è da ridere se si pensa che gli uomini passano i primi anni della loro<br />
vita sessuale a preoccuparsi di non mettere incinte le donne (e quando<br />
avevo incominciato io, si usavano ancora i preservativi) per poi cambiare<br />
di colpo e diventare ossessionati dall'idea del concepimento.<br />
Sì, può diventare un'ossessione e può spogliare una vita coniugale felice<br />
della sua naturalezza e spontaneità. Bisogna programmare i gesti (verbo<br />
orribile «programmare» ; fa pensare a una macchina), programmare l'atto<br />
d'amore secondo regole, calendari e strategia («Non sarebbe meglio<br />
domani mattina, Ollie?»). Tutto, questo può essere fonte di disagio, di<br />
disgusto e alla fine di terrore.<br />
E poi, quando si vede che le nostre conoscenze di profani e i nostri<br />
sforzi normali di individui sani (così c'illudiamo) non servono a mettere in<br />
pratica il consiglio «crescete e moltiplicatevi», possono venire in mente i<br />
pensieri più terribili.<br />
«Sono sicuro che capirai, Oliver, che la "sterilità" non ha niente a che<br />
fare con la "virilità".» Così mi disse il dottor Mortimer Sheppard durante il<br />
primo colloquio, quando Jenny e io decidemmo finalmente di ricorrere ai<br />
lumi di un esperto.<br />
«Lo capisce benissimo, dottore,» rispose Jenny per me, sapendo senza<br />
che io gliene avessi mai accennato che il pensiero di essere sterile non mi<br />
dava pace. Il tono della sua voce lasciava capire che, se si fosse accertata<br />
un'insufficienza, sperava di esserne lei la causa.