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Erich Segal Love Story

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Mi fermai di botto. Con chi stava parlando? Non era Davidson – non si<br />

chiamava Phil. L'avevo controllato da un pezzo sull'elenco degli iscritti ai<br />

corsi: Martin Eugene Davidson, 70 Riverside Drive, New York. Scuola<br />

Superiore di Musica e Arte. La sua fotografia lasciava intuire sensibilità,<br />

intelligenza e circa venticinque chili meno di me. Ma perché mi<br />

tormentavo a proposito di Davidson? Evidentemente Jennifer Cavilleri ci<br />

stava facendo becchi tutti e due per un tizio al quale in quel momento (che<br />

volgarità!) stava per lanciare baci nel telefono!<br />

Ero rimasto lontano appena quarantotto ore e già un bastardo di nome<br />

Phil si era infilato nel letto di Jenny (non poteva essere che così!)<br />

«Sì, Phil, ti voglio anch'io tanto bene. Ciao.» Mentre riattaccava mi vide<br />

e, senza minimamente arrossire, sorrise e mi scoccò un bacio da lontano.<br />

Come poteva essere così ipocrita?<br />

Mi sfiorò con le labbra la guancia intatta.<br />

«Ehi, ma come sei conciato!»<br />

«Mi hanno ferito, Jenny.»<br />

«L'altro almeno è ridotto peggio?»<br />

«Oh sì, molto peggio. Io l'altro lo riduco sempre molto peggio.»<br />

Lo dissi con il tono più minaccioso che mi riuscì di assumere per<br />

lasciarle capire che avrei fatto fuori qualunque rivale avesse osato infilarsi<br />

nel suo letto mentre io ero lontano dagli occhi e, evidentemente, anche dal<br />

cuore. Mi afferrò per una manica e insieme ci avviammo alla porta.<br />

«Buonasera, Jenny,» le gridò la telefonista.<br />

«Buonasera, Sara Jane,» le gridò Jenny di rimando.<br />

Mentre stavamo per salire sulla mia MG, mi ossigenai i polmoni con una<br />

boccata d'aria della sera e posi la domanda con tutta l'indifferenza di cui<br />

fui capace.<br />

«Di' un po', Jen...»<br />

«Sì?»<br />

«Uhm... chi è Phil?»<br />

Mi rispose con la massima tranquillità mentre saliva in macchina:<br />

«Mio padre.»<br />

Non ero disposto a credere a una balla simile.<br />

«E tu tuo padre lo chiami Phil?»<br />

«Si chiama così. Perché? Il tuo come lo chiami?»<br />

Jenny mi aveva detto un giorno di essere stata cresciuta da suo padre,<br />

una specie di fornaio, a Cranston, Rhode Island. Quando lei era ancora<br />

piccolissima, sua madre era rimasta uccisa in un incidente d'auto – tutto

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