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Erich Segal Love Story

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«Sì.»<br />

Sorrisi. Sapeva apprezzare le cose semplici della vita.<br />

4<br />

«Jenny è al telefono al piano di sotto.»<br />

L'informazione mi veniva dalla ragazza del centralino, sebbene non mi<br />

fossi presentato né avessi spiegato le ragioni per cui ero venuto a Briggs<br />

Hall quel lunedì sera. Subito ne conclusi che erano punti a mio favore.<br />

Evidentemente chi mi aveva salutato leggeva il Crimson e sapeva chi ero.<br />

Be', era già successo tante altre volte. Molto più significativo era il fatto<br />

che Jenny avesse detto di avere un appuntamento con me.<br />

«Grazie,» risposi. «Aspetterò qui.»<br />

«Che peccato per la partita di Cornell! Il Crime dice che lei è stato<br />

assalito da ben quattro avversari.»<br />

«Già. E oltretutto me la sono beccata io la penalità. Cinque minuti.»<br />

«Già.»<br />

La differenza fra un amico e un tifoso è che con quest'ultimo si rimane<br />

presto a corto di argomenti.<br />

«Jenny non ha ancora finito di telefonare?»<br />

La ragazza controllò il tavolo di commutazione e fece cenno di no.<br />

Chi era mai quel tizio tanto importante da appropriarsi dei minuti<br />

riservati a un appuntamento con me? Qualche tisico di musicista? Non<br />

ignoravo che Martin Davidson, anziano di Adams House e direttore<br />

d'orchestra della Bach Society, riteneva di avere dei diritti esclusivi su<br />

Jenny. Non di natura fisica; non credo che sarebbe stato capace di agitare<br />

qualcosa oltre alla sua bacchetta di direttore. In ogni modo, avrei subito<br />

posto fine a quell'usurpazione del mio tempo.<br />

«Dov'è la cabina telefonica?»<br />

«Girato l'angolo.» Mi indicò con il dito la direzione precisa.<br />

Entrai con passo dinoccolato nel salotto. Da lontano vidi Jenny al<br />

telefono. Aveva lasciato aperto l'uscio della cabina. Camminai lentamente,<br />

con noncuranza, sperando che si accorgesse di me, delle mie bende, di<br />

come ero malconcio e che questo la spingesse a buttar giù il ricevitore e a<br />

correre fra le mie braccia. Mentre mi avvicinavo, udii dei frammenti di<br />

conversazione.<br />

«Sì, certo! Assolutamente. Oh, anch'io, Phil. Anch'io ti voglio bene,<br />

Phil.»

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