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Storia<br />
Il X<strong>IV</strong> ottobre 1860, il numeroso<br />
presidio di soldati borbonici, di<br />
s t a n z a n e l c a s t e l l o d i<br />
Augusta,forte di circa 3000 uomini,<br />
decise su iniziativa del comandante la<br />
piazza, colonnello La Tour, di abbandonare<br />
il paese, indisturbato, con tutto l’armamentario<br />
al gran completo, disciplinatamente e<br />
senza sparare un solo colpo, si imbarcò su<br />
due navi francesi e fece r<strong>it</strong>orno a Napoli.<br />
Ebbe fine per Augusta e per il castello<br />
un’era di ordine, progresso e civiltà e se ne<br />
aprì un’altra peggiore e più triste.Già l’<strong>11</strong><br />
maggio del medesimo anno, l’avventuriero<br />
Garibaldi era sbarcato in Sicilia, ben protetto<br />
dalla flotta inglese e dalla stessa comun<strong>it</strong>à<br />
anglosassone presente in forze a Marsala<br />
e largamente finanziato da Cavour e dalla<br />
massoneria. Poté cosi corrompere il generale<br />
Lanza, il generale Landi e altri ufficiali<br />
borbonici. Rapidamente s’impadronì, senza<br />
colpo ferire di tutta l’isola, a eccezione delle<br />
fortezze di Augusta, Siracusa e Messina,<br />
che lasciò indisturbate perché ben protette e<br />
validamente difese. Ecco la natura del nostro<br />
Lettere<br />
eroe che agiva quando era sicuro di vincere<br />
perché aveva le spalle coperte da precedente<br />
tradimento o quando si batteva contro forze<br />
insignificanti.<br />
In giugno, Garibaldi entrò a Palermo,<br />
come primo atto, derubò il banco delle Due<br />
Sicilie della somma di cinque milioni di<br />
ducati che distribuì tra i suoi. Nei giorni<br />
successivi, lasciò che le eroiche camicie<br />
rosse perpetrassero violenze e saccheggi di<br />
ogni genere. Lo stesso re V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
non ebbe una grande stima del Nizzardo<br />
dopo l’incontro di Teano, in una lettera a<br />
Cavour, testualmente, così scrive: “Come<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 21<br />
Bellezza<br />
IL CASTELLO SVEVO TRASFORMATO IN<br />
PENITENZIARIO DAI SAVOIA<br />
avrete visto, ho liquidato rapidamente la<br />
sgradevolissima faccenda Garibaldi, sebbene<br />
siatene certo, questo personaggio non<br />
è affatto docile né cosi onesto come lo si<br />
dipinge, e come voi stesso r<strong>it</strong>enete. Il suo<br />
talento mil<strong>it</strong>are è molto modesto, come prova<br />
l’affare di Capua, e il male immenso che<br />
è stato commesso qui, ad esempio l’infame<br />
furto di tutto il denaro dell’erario, è da attribuirsi<br />
interamente a lui che s’è circondato<br />
di canaglie, ne ha esegu<strong>it</strong>o i cattivi consigli<br />
e ha piombato quest’infelice paese in una<br />
s<strong>it</strong>uazione spaventosa”.<br />
Ad agosto, i contadini di Bronte, un<br />
paese alle pendici dell’Etna, credendo ai<br />
falsi proclami di Garibaldi, insorsero bruciando<br />
le case dei notabili e impadronendosi<br />
del paese in nome di V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
e libertà. Per non danneggiare gli interessi<br />
inglesi (a Bronte, infatti, esisteva la famosa<br />
ducea di Nelson, una proprietà di 25.000<br />
ettari), il generale inviò sul posto 6 compagnie<br />
di soldati piemontesi, che circondarono<br />
il paese e con giustizia sommaria<br />
massacrarono i contadini e ripristinarono la<br />
legal<strong>it</strong>à. Parimenti Linguaglossa, Randazzo<br />
e Centuripe che si erano ribellate furono<br />
ridotte alla ragione. Così Garibaldi riuscì<br />
finalmente a svelare la sua vera natura,<br />
dimostrando il suo vero temperamento e la<br />
sua vocazione: avventuriero e filibustiere,<br />
Cartina del regno delle Due Sicilie<br />
Stemma di Casa reale delle Due Sicilie<br />
Castello Svevo visto dall’alto<br />
lo stesso mestiere che aveva eserc<strong>it</strong>ato in<br />
Sud America al servizio degli inglesi, suoi<br />
veri padroni, a cui certo egli non poteva né<br />
dispiacere né recare danno in alcun modo;<br />
meglio sterminare i poveri contadini siciliani<br />
che avevano avuto l’ardire di ribellarsi,<br />
cafoni e terroni, questo avrà pensato di quei<br />
poveri disgraziati il nostro eroe, mentre li<br />
consegnava nelle mani del macellaio Bixio,<br />
con l’ordine perentorio di far presto.<br />
Il 12 ottobre del 1860, in tutta la Sicilia<br />
si era votato per il plebisc<strong>it</strong>o-farsa di<br />
annessione al Piemonte, e massicciamente<br />
a questa votazione fasulla, avevano parte-