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folkloristico dei canterini siciliani (emulo<br />
del gruppo omonimo di Vaal d’Anapo)<br />
diretto dal maestyro Carmelo Saia e di cui<br />
facevano parte tra gli altri, Ciccio Motta, le<br />
sorelle Rando, Pippo Bucceri, Carmelo e salvatore<br />
Salemi, l’attuale avvocato Mosch<strong>it</strong>to,<br />
e l’attuale colonnello Ternullo commissario<br />
della M.M.: questi ultimi due, spesso, con<br />
funzioni di solisti.<br />
Il grupo, nturalmente, oltre a cantare<br />
canti siciliani tipici in costume, eseguiva<br />
danze folkloristiche accompagnandosi con<br />
tamburelli e piattelli, susc<strong>it</strong>ndo ammirazione<br />
e consensi, non solo d Augusta, dove si<br />
esibiva sui carri carnaascialeschi, a bordo<br />
delle navi, sul palco della banda civica e<br />
sul palcoscenico del teatro di legno aalla<br />
villa, ma anche a Noto, Siracusa, Taormina,<br />
Roma, Torino, Milano.<br />
La fine del gruppo coincise con l’inizio<br />
del secondo confl<strong>it</strong>to mondiaale, che<br />
portò, in gran misura, lutti e miserie. Ma<br />
durante l’occupazione americana sì registrò<br />
una vera e propria esplosione festaiola (forse<br />
per reazione alle ristrette sub<strong>it</strong>e durante la<br />
guerra) «dopo tante privazioni la gente era<br />
assetata di divertimenti».<br />
Per carnevale si rividero i carri allegorici<br />
che sfilavano sulla via principale<br />
lastricata di coriandolì. Per il resto dell’anno<br />
la via Umberto e la via Garibaldi e la piazza<br />
S. Domenico pullulavano di botteghe e<br />
bancarelle dietro alle quali stavano spesso<br />
i napoletani abili nello smerciare ottone per<br />
oro e per gabbare gli americani che, di bocca<br />
buona, compravano un po’ di tutto. Il brio<br />
era visibile per le strade frequentatissime da<br />
Carnevale <strong>2003</strong><br />
Solo 4 carri allegorici<br />
Si è conclusa il 4 marzo la VI edizione<br />
del Carnevale Augustano, che ha avuto<br />
come protagonisti numerosi e divertenti<br />
gruppi mascherati e, “solo” quattro carri<br />
allegorici. La sfilata, part<strong>it</strong>a da Piazza<br />
Fontana,ha attraversato le vie principali<br />
della Borgata, inondandole di musica e<br />
divertimento. Centinaia le persone accorse<br />
per l’ occasione, incurios<strong>it</strong>e dal nostro<br />
Carnevale e non certo deluse dalla manifestazione<br />
.Perfetto lo spir<strong>it</strong>o dimostrato dai<br />
gruppi mascherati, che hanno ben saputo<br />
trasmettere la giusta allegria. Dai Cannibali<br />
che adorano il “Dio denaro”(vinc<strong>it</strong>ori del<br />
primo premio), ai Coriandoli della pace,<br />
profondi e significativi i temi scelti quest’<br />
anno per dimostrare che non dobbiamo mai<br />
dimenticare i veri valori della nostra v<strong>it</strong>a.<br />
Pochi, invece, i carri, solo quattro,<br />
ma abbastanza per una c<strong>it</strong>tà che è solo alla<br />
sua VI edizione, e che ha ancora tanto da<br />
imparare.<br />
Al contrario delusi sicuramente gli<br />
ab<strong>it</strong>anti, ma soprattutto gli organizzatori,<br />
del Carnevale di Villasmundo , festeggiato<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
persone tra cui non pochi erano quelli che si<br />
davano un gran da fare con l’intrallazzo.<br />
Con questa e altre «virtù» furono non<br />
pochi coloro che gettarono le basi della loro<br />
successiva fortuna, o,. comunque, del loro<br />
benessere.<br />
Al bar Franco vennero messe su riffe<br />
e spettacoli di vario genere. In questo<br />
stesso locale e in altri (come la rotonda a<br />
mare «Badiazza») l’orchestra americana si<br />
alternava con formazioni musicali augustane<br />
di cui alcuni esponenti erano lano Sicari,<br />
Iano Ternullo, Pippo Bucceri (apprezzato<br />
cantante solista) e Giovanni Bucceri, cantante<br />
e violinista. Quest’ultimo, emigrato nel<br />
dopoguerra a Torino dove era gia andato nel<br />
‘40 per affinarsi nel mestiere di sarto presso<br />
una scuola di taglio, si fece parecchia strada:<br />
cantò a Radio-Torino e nel coro di Isa<br />
Barzizza segnalandosi anche come virtuoso<br />
del violino che suonava con uno stile alla<br />
Helmut Zakcarias.<br />
Il suo stile susc<strong>it</strong>ò l’ammirazione d’un<br />
pianista-impresario presso il casinò di San<br />
Remo che gli propose un contratto vantaggiosissimo<br />
prospettandogli una brillante<br />
carriera.<br />
Ma il carico della famiglia e la prudenza<br />
isolana non gli consentirono di seguire<br />
quella tentazione. La stagione dei balli prosegui<br />
nel dopoguerra quando si schierarono<br />
in campo proprio per organizzare questo.<br />
tipo di feste (a inv<strong>it</strong>i) due club: la Vetreria<br />
di cui erano membri, tra gli altri, Meluccio<br />
Ferreri, Mimmo Saia, Pippo Bonnici, e la<br />
SAOP (Società Anonima Ozio Pubblico,<br />
il cui nome era tutto un programma) tra<br />
“tra pochi amici”: poche le persone che<br />
hanno preso parte a questa manifestazione<br />
, una delle più importanti nella nostra<br />
provincia fino a qualche anno fa.<br />
Proibire la vend<strong>it</strong>a e l’ uso della<br />
cui alcuni nomi importanti erano: Oreste<br />
Paci, Ettore Caramagno. Nino Di Fianco,<br />
Giuseppe Fazio, Amedeo Di Franco, Santo<br />
Cipriano, Sebastiano Apollo, Carmelo<br />
Intrepido. Erano giovani ventiquattrenniventicinquenni,<br />
tutti disoccupati, operai<br />
e studenti, che cercavano un modo meno<br />
ozioso di passare il tempo, che passeggiare<br />
per il corso Umberto.<br />
Tra questi due club faceva la spola<br />
un giovane che poi avrebbe fatto tanto<br />
parlare di se: Giovanni. Saraceno, futuro<br />
sindacalista.<br />
La Vetreria e la Saop non si scontrarono<br />
solo sul terreno organizzativo dei ‘balli,<br />
ma anche su quello dei campi di calcio.<br />
Una part<strong>it</strong>a tra i due circoli è rimasta<br />
memorabile. In quel periodo si ballava<br />
dappertutto: al circolo Ufficiali a quello<br />
dei nobili, a bordo delle navi, al chiuso,<br />
all’aperto, durante la vendemmia quando si<br />
celebrava la sagra dell’uva con presenza di<br />
folto pubblico, presso le famiglie private per<br />
qualsiasi ricorrenza.<br />
Oggi, con gran rimpianto di molti, il<br />
brio di allora è scomparso del tutto; e, forse,<br />
anche la gioia di vivere.<br />
Questo pezzo fu pubblicato sul quotidiano<br />
di Siracusa Il Diario, il 20 febbraio<br />
1977<br />
cosiddetta “schiuma”, è stato inoltre un<br />
altro gesto “azzeccato” per assicurare<br />
agli ab<strong>it</strong>anti che il nostro carnevale sta<br />
crescendo , sta maturando , e chissà che<br />
tra qualche anno non potremmo vantarci<br />
di avere il Carnevale più bello di…<br />
Al prossimo anno, allora!<br />
C.M.<br />
Carnevale