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N. 11 - ANNO IV - Marzo 2003 - Chd.it

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20<br />

folkloristico dei canterini siciliani (emulo<br />

del gruppo omonimo di Vaal d’Anapo)<br />

diretto dal maestyro Carmelo Saia e di cui<br />

facevano parte tra gli altri, Ciccio Motta, le<br />

sorelle Rando, Pippo Bucceri, Carmelo e salvatore<br />

Salemi, l’attuale avvocato Mosch<strong>it</strong>to,<br />

e l’attuale colonnello Ternullo commissario<br />

della M.M.: questi ultimi due, spesso, con<br />

funzioni di solisti.<br />

Il grupo, nturalmente, oltre a cantare<br />

canti siciliani tipici in costume, eseguiva<br />

danze folkloristiche accompagnandosi con<br />

tamburelli e piattelli, susc<strong>it</strong>ndo ammirazione<br />

e consensi, non solo d Augusta, dove si<br />

esibiva sui carri carnaascialeschi, a bordo<br />

delle navi, sul palco della banda civica e<br />

sul palcoscenico del teatro di legno aalla<br />

villa, ma anche a Noto, Siracusa, Taormina,<br />

Roma, Torino, Milano.<br />

La fine del gruppo coincise con l’inizio<br />

del secondo confl<strong>it</strong>to mondiaale, che<br />

portò, in gran misura, lutti e miserie. Ma<br />

durante l’occupazione americana sì registrò<br />

una vera e propria esplosione festaiola (forse<br />

per reazione alle ristrette sub<strong>it</strong>e durante la<br />

guerra) «dopo tante privazioni la gente era<br />

assetata di divertimenti».<br />

Per carnevale si rividero i carri allegorici<br />

che sfilavano sulla via principale<br />

lastricata di coriandolì. Per il resto dell’anno<br />

la via Umberto e la via Garibaldi e la piazza<br />

S. Domenico pullulavano di botteghe e<br />

bancarelle dietro alle quali stavano spesso<br />

i napoletani abili nello smerciare ottone per<br />

oro e per gabbare gli americani che, di bocca<br />

buona, compravano un po’ di tutto. Il brio<br />

era visibile per le strade frequentatissime da<br />

Carnevale <strong>2003</strong><br />

Solo 4 carri allegorici<br />

Si è conclusa il 4 marzo la VI edizione<br />

del Carnevale Augustano, che ha avuto<br />

come protagonisti numerosi e divertenti<br />

gruppi mascherati e, “solo” quattro carri<br />

allegorici. La sfilata, part<strong>it</strong>a da Piazza<br />

Fontana,ha attraversato le vie principali<br />

della Borgata, inondandole di musica e<br />

divertimento. Centinaia le persone accorse<br />

per l’ occasione, incurios<strong>it</strong>e dal nostro<br />

Carnevale e non certo deluse dalla manifestazione<br />

.Perfetto lo spir<strong>it</strong>o dimostrato dai<br />

gruppi mascherati, che hanno ben saputo<br />

trasmettere la giusta allegria. Dai Cannibali<br />

che adorano il “Dio denaro”(vinc<strong>it</strong>ori del<br />

primo premio), ai Coriandoli della pace,<br />

profondi e significativi i temi scelti quest’<br />

anno per dimostrare che non dobbiamo mai<br />

dimenticare i veri valori della nostra v<strong>it</strong>a.<br />

Pochi, invece, i carri, solo quattro,<br />

ma abbastanza per una c<strong>it</strong>tà che è solo alla<br />

sua VI edizione, e che ha ancora tanto da<br />

imparare.<br />

Al contrario delusi sicuramente gli<br />

ab<strong>it</strong>anti, ma soprattutto gli organizzatori,<br />

del Carnevale di Villasmundo , festeggiato<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

persone tra cui non pochi erano quelli che si<br />

davano un gran da fare con l’intrallazzo.<br />

Con questa e altre «virtù» furono non<br />

pochi coloro che gettarono le basi della loro<br />

successiva fortuna, o,. comunque, del loro<br />

benessere.<br />

Al bar Franco vennero messe su riffe<br />

e spettacoli di vario genere. In questo<br />

stesso locale e in altri (come la rotonda a<br />

mare «Badiazza») l’orchestra americana si<br />

alternava con formazioni musicali augustane<br />

di cui alcuni esponenti erano lano Sicari,<br />

Iano Ternullo, Pippo Bucceri (apprezzato<br />

cantante solista) e Giovanni Bucceri, cantante<br />

e violinista. Quest’ultimo, emigrato nel<br />

dopoguerra a Torino dove era gia andato nel<br />

‘40 per affinarsi nel mestiere di sarto presso<br />

una scuola di taglio, si fece parecchia strada:<br />

cantò a Radio-Torino e nel coro di Isa<br />

Barzizza segnalandosi anche come virtuoso<br />

del violino che suonava con uno stile alla<br />

Helmut Zakcarias.<br />

Il suo stile susc<strong>it</strong>ò l’ammirazione d’un<br />

pianista-impresario presso il casinò di San<br />

Remo che gli propose un contratto vantaggiosissimo<br />

prospettandogli una brillante<br />

carriera.<br />

Ma il carico della famiglia e la prudenza<br />

isolana non gli consentirono di seguire<br />

quella tentazione. La stagione dei balli prosegui<br />

nel dopoguerra quando si schierarono<br />

in campo proprio per organizzare questo.<br />

tipo di feste (a inv<strong>it</strong>i) due club: la Vetreria<br />

di cui erano membri, tra gli altri, Meluccio<br />

Ferreri, Mimmo Saia, Pippo Bonnici, e la<br />

SAOP (Società Anonima Ozio Pubblico,<br />

il cui nome era tutto un programma) tra<br />

“tra pochi amici”: poche le persone che<br />

hanno preso parte a questa manifestazione<br />

, una delle più importanti nella nostra<br />

provincia fino a qualche anno fa.<br />

Proibire la vend<strong>it</strong>a e l’ uso della<br />

cui alcuni nomi importanti erano: Oreste<br />

Paci, Ettore Caramagno. Nino Di Fianco,<br />

Giuseppe Fazio, Amedeo Di Franco, Santo<br />

Cipriano, Sebastiano Apollo, Carmelo<br />

Intrepido. Erano giovani ventiquattrenniventicinquenni,<br />

tutti disoccupati, operai<br />

e studenti, che cercavano un modo meno<br />

ozioso di passare il tempo, che passeggiare<br />

per il corso Umberto.<br />

Tra questi due club faceva la spola<br />

un giovane che poi avrebbe fatto tanto<br />

parlare di se: Giovanni. Saraceno, futuro<br />

sindacalista.<br />

La Vetreria e la Saop non si scontrarono<br />

solo sul terreno organizzativo dei ‘balli,<br />

ma anche su quello dei campi di calcio.<br />

Una part<strong>it</strong>a tra i due circoli è rimasta<br />

memorabile. In quel periodo si ballava<br />

dappertutto: al circolo Ufficiali a quello<br />

dei nobili, a bordo delle navi, al chiuso,<br />

all’aperto, durante la vendemmia quando si<br />

celebrava la sagra dell’uva con presenza di<br />

folto pubblico, presso le famiglie private per<br />

qualsiasi ricorrenza.<br />

Oggi, con gran rimpianto di molti, il<br />

brio di allora è scomparso del tutto; e, forse,<br />

anche la gioia di vivere.<br />

Questo pezzo fu pubblicato sul quotidiano<br />

di Siracusa Il Diario, il 20 febbraio<br />

1977<br />

cosiddetta “schiuma”, è stato inoltre un<br />

altro gesto “azzeccato” per assicurare<br />

agli ab<strong>it</strong>anti che il nostro carnevale sta<br />

crescendo , sta maturando , e chissà che<br />

tra qualche anno non potremmo vantarci<br />

di avere il Carnevale più bello di…<br />

Al prossimo anno, allora!<br />

C.M.<br />

Carnevale

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