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N. 11 - ANNO IV - Marzo 2003 - Chd.it

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Documento<br />

Organista della chiesa ma<br />

dre, insegnante privato di<br />

musica, dipendente comu<br />

nale in pensione, il maestro<br />

Carmelo Saia è un augustano purosangue.<br />

Uno di quei pochi c<strong>it</strong>tadini che si appassiona<br />

per le cose del proprio paese e soffre e<br />

s’inquieta e gioisce, a seconda delle s<strong>it</strong>uazioni.<br />

E’ uno di quelli che conserva, con<br />

amorosissima cura, tutto ciò (fotografie,<br />

articoli, documenti) che riguarda Augusta.<br />

Non bisogna però credere ch’egli sia<br />

un uomo votato al culto del passato. E’<br />

anche un uomo del presente e di questo<br />

a fianco: Carnevale ad Augusta nel<br />

1953<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 19<br />

Bellezza<br />

Nei ricordi di Carmelo Saia<br />

I briosi carnevali degli anni trenta<br />

presente egli segue il fluire, non sempre<br />

limpido, come un padre segue le tappe<br />

dell’evoluzione del figlio: con interesse,<br />

apprensione e amore.<br />

Certe volte, Carmelo Saia dà l’impressione<br />

d’essere un pungolo per quanti,<br />

amministratori o no, sono protagonisti della<br />

v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina o ne sono comunque parte<br />

viva. Altre volte può far credere d’essere<br />

curioso, ma, conoscendolo, si scopre che la<br />

sua è una. curios<strong>it</strong>à tesa ad avere un quadro<br />

quanto più possibile completo, anche nei<br />

dettagli, della sua Augusta: degli uomini e<br />

delle cose di questa c<strong>it</strong>tà dove e-gli è nato<br />

e da cui non s’è mai distaccato.<br />

Carmela Saia è un uomo che segue con<br />

competenza l’arte e la cultura, non soltanto<br />

locale. Egli è molto orgoglioso della sua<br />

biblioteca dove non un solo libro è stato<br />

comprato per fare bella e sterile mostra di<br />

sé. E’ orgoglioso e geloso, ma non fino al<br />

punto di tenersi tutto per sè. Quando qualche<br />

amico gli chiede un libro in prest<strong>it</strong>o<br />

glielo cede volentieri non senza, però, aver<br />

prudentemente annotato su un appos<strong>it</strong>o<br />

quadernetto il nome dell’amico, la data del<br />

prest<strong>it</strong>o e il t<strong>it</strong>olo del libro.<br />

E’ un uomo che ha innato il senso dell’ordine:<br />

e, difatti, tutto in casa sua tradisce<br />

questa sua tendenza, che, forse, gli deriva<br />

dalla lunghissima pratica d’ufficio. Egli ha<br />

archiviato, non solo per sè, ma per le sue<br />

figlie e le sue nipotine, tutti i suoi ricordi -<br />

diciamo cosi - materiali. Quelli della mente<br />

sono perfettamente lucidi e allineati. A questi<br />

ultimi e-gli fa ricorso quando rievoca gli<br />

anni migliori della sua v<strong>it</strong>a quando, insieme<br />

a quindici altri giovani - tra cui Salvatore e<br />

Darmelo Salemi, Giovanni Bucceri, Vincenzo<br />

e Sebastiano Sicari; le sorelle Migneco<br />

-, frequentava la famosa«scuola d’archi»<br />

diretta dal siracusano maestro Salvatore<br />

Fontanazza, regolarmente pagato dal Municipio,<br />

che dava soprattutto lezioni gratu<strong>it</strong>e<br />

fila<br />

Foto di gruppo della scuola d’archi: Carmelo Saia è il primo a sinistra della prima<br />

di viola e violino ai quindicenni-sedicenni<br />

di Augusta.<br />

Era il 1935: il periodo del fascismo<br />

trionfante che organizzava processioni in<br />

orbace e gagliardetto per la «strada mastra»,<br />

saggi ginnici, alla «villa», a chiusura dell’anno<br />

scolastico (gli studenti facevano a gara<br />

per parteciparvi), sfilate di carri allegorici<br />

(su cui allegramente si esibivano i «figli<br />

della lupa, i balilla, gli avanguardisti e le<br />

giovani <strong>it</strong>aliane» per il carnevale augustano,<br />

che tutta la popolazione attendeva con ansia.<br />

Si giungeva persino a una gara di emulazione<br />

tra le varie categorie dei commercianti<br />

cui soprattutto spettava l’onere e l’onore<br />

della costruzione dei carri dei quali uno è<br />

rimasto impresso, vivido, nella memoria:<br />

quello di re carnevale con un’enorme testa<br />

spropos<strong>it</strong>ata, recante in mano una valigia da<br />

cui fuoriuscivano «i cadduni ‘i sasizza».<br />

In queste occasioni (martedì e giovedì<br />

grassi) il concorso di popolo era notevole,<br />

non solo per la perfetta, organizzazione che<br />

il «dopolavoro della casa del fascio» dava<br />

a queste manifestazioni, ma perchè la gente<br />

poteva dare finalmente sfogo, libero, alle<br />

proprie passioni, senza, pero, trascendere<br />

mai. La banda musicale e i canti di regime<br />

non mancavano.<br />

Ma la scuola d’archi suonava in<br />

pubblico soprattutto per celebrare il santo<br />

patrono della c<strong>it</strong>tà, Domenico di Guzman,<br />

esibendosi in piazza o nella sala municipale<br />

o presso il cinema Franco. (Cinema in cui<br />

frequenti erano le sceneggiate napoletane<br />

che facevano, quindi, trasformare il locale<br />

in teatro e che richiamavano tantissimi<br />

spettatori pronti a commuoversi fino alle<br />

lacrime o a ridere a crepapelle o a inveire<br />

pesantemente. Persino il maestro Saia che<br />

accompagnava talune arie e canzoni col<br />

violino partecipava talmente che mentre<br />

suonava piangeva e grosse lacrime gli rigavano<br />

il viso).<br />

In occasione della festa patronale altre<br />

erano le fonti di svago e divertimento: l’albero<br />

della cuccagna, il gioco delle pentole,<br />

l’antenna a mare (consistente quest’ultima<br />

in una variante all’albero della cuccagna: il<br />

concorrente doveva pero camminare su un<br />

grosso tronco spalmato di grasso e disteso<br />

a mare sotto la chiesa della Madonna delle<br />

Grazie). L’Opera Nazionale Balilla, oltre a<br />

preparare i saggi ginnici (i migliori avanguardisti<br />

venivano mandati in premio al<br />

campo “Dux” di Rom), aveva pure sotto la<br />

sua egida una suquadra femminile di pallavolo<br />

di cui componenti erano Anna Stella e<br />

Wanda Roggio) che disputava gli incontri<br />

nella palestra ricvata nell’ex chiostro del<br />

convento di S. Domenico. La scuola d’archi,<br />

intorno al 1939, cedette il posto al gruppo

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