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Cultura<br />
colore<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 1<br />
Bellezza
2<br />
3 Totosindaco, III puntata<br />
5 Corso Sicilia: e se ci scappa il morto?<br />
6 L’ospedale inquina<br />
7 C’è tanta carne al fuoco?<br />
9 “Centinaia di posti di lavoro da qui<br />
a 2 anni”<br />
10 Pallanuoto<br />
<strong>11</strong> Che ne sapete dell’asma ad<br />
Augusta?<br />
12 I misteri dei nomi delle vie<br />
14 All’inferno e r<strong>it</strong>orno<br />
16 Augusta chiama Buenos Aires<br />
17 Il chiostro di San Domenico<br />
19 I carnevali degli anni Trenta<br />
20 Solo quattro carri allegorici<br />
21 Il Castello Svevo trasformato in<br />
pen<strong>it</strong>enziario dai Savoia<br />
23 Lettere<br />
16 Teresa Pignato<br />
17 10° compleanno dell’Olimpia<br />
Basket<br />
18 Spazio giovani<br />
19 Un miliardo in fumo per un piano<br />
regolatore da buttare<br />
20 L’educazione comincia dai c<strong>it</strong>ta-<br />
periodico dini di interesse c<strong>it</strong>tadino<br />
23 Girotondo<br />
Direzione, redazione, amministrazione<br />
Via Garibaldi 16 - Tel. 0931 524010<br />
960<strong>11</strong> AUGUSTA (SR)<br />
Autorizzazione Tribunale di Siracusa<br />
n. 8/1980<br />
Direttore responsabile<br />
Giorgio prof. Càsole<br />
Fotocomposizione e stampa<br />
Stamperia d’arte “Il Torchio”<br />
e-mail: iltorchio@chd.<strong>it</strong><br />
Via Garibaldi 16 - Tel. 0931 524010<br />
960<strong>11</strong> AUGUSTA (SR)<br />
Chiuso in tipografia il 7-03-<strong>2003</strong><br />
Tiratura 1.600 copie<br />
I pezzi non firmati s’intendono del<br />
direttore<br />
LEONARDI EDITORE<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
BANCA<br />
SERVIZI FINANZIARI<br />
INVESTIMENTI<br />
Responsabile per Augusta<br />
Gianfranco Lombardo<br />
Promotore Finanziario<br />
Via Megara, 57 - AUGUSTA (SR)<br />
Tel. 0931 52<strong>11</strong>99<br />
Cell. 339 5815559<br />
Sommario
Ed<strong>it</strong>oriale<br />
L’attacco mas-<br />
smediatico è<br />
stato sferrato.<br />
Com’era prevedibile,<br />
con grande dispiego<br />
di mezzi e dispendio di<br />
quattrini. Berlusconi docet.<br />
Il primo a muoversi su questo<br />
sentiero è stato il candidato<br />
a sindaco dell’Ulivo,<br />
sul cui nome gli accordi di<br />
ben sette gruppi pol<strong>it</strong>ici sono<br />
stati chiusi, così come avevamo<br />
annunciato (sin dal n. 9).<br />
Sicuro, terribilmente sicuro<br />
del fatto suo, il candidato<br />
ulivista non ha posto tempo<br />
in mezzo e, immediatamente<br />
dopo la sua presentazione<br />
ufficiale quale aspirante alla<br />
prima poltrona c<strong>it</strong>tadina, il suo visino imberbe,<br />
con gli occhiali che lasciano trasparire<br />
uno sguardo che susc<strong>it</strong>a tenerezza, è apparso<br />
ingigant<strong>it</strong>o sulle enormi pareti ancora libere<br />
e su altrettanto enormi tabelloni murali.<br />
Su queste gigantografie, per la cui<br />
affissione l’appos<strong>it</strong>o ufficio convenzionato<br />
con il Comune, esige imposte inferiori,<br />
forse, solo a quelle di c<strong>it</strong>tà come Milano,<br />
oltre al faccino di ragazzo appena cresciuto,<br />
campeggia uno slogan efficace, brevissimo,<br />
che ricorda il motto che scelgono i vescovi<br />
quando vengono consacrati tali.<br />
Non c’è dubbio che il candidato<br />
ulivista sa il fatto suo. Naviga nelle acque<br />
infìde della pol<strong>it</strong>ica come “nocchiero in<br />
gran tempesta”, sebbene sia al timone da<br />
appena un quinquennio dal (1998 al <strong>2003</strong>).<br />
Prima, dal 1994 (anno della sua discesa in<br />
campo) al 1998, era stato solo un allievo.<br />
Il suo nome è salmodiato da circa trecento<br />
candidati ai vari consigli circoscrizionali<br />
e al consiglio comunale. Le liste, come<br />
anticipato su, sono sette (almeno fino al<br />
momento in cui scrivo). Sono: i diessini, i<br />
comunisti <strong>it</strong>aliani, i comunisti di Rifondazione,<br />
i liberal-socialisti di Nino Tringali, i<br />
centro-sinistrorsi della Margher<strong>it</strong>a, i civici<br />
di Augusta che vogliamo e quelli della lista<br />
personale del candidato.<br />
Fra i candidati al Consiglio Comunale<br />
che dovrebbero far parte di questa compatta<br />
coalizione, sono dati per certi i nomi di due<br />
medici (e si sa che i medici, soprattutto i mutualisti<br />
massimalisti, sono per forza di cose,<br />
grandi pescatori di voti); i nomi sono quelli<br />
di Felice Ventura, catanese di origine, campione<br />
mondiale di fisarmonica in gioventù,<br />
che, come medico, ha preso il posto, anni fa,<br />
di quel Cosimo Accurso, medico anch’egli e<br />
assessore comunale, se non vado errato, in<br />
una Giunta presieduta dall’avvocato Salva-<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 3<br />
Bellezza<br />
Totosindaco: III puntata<br />
Attenzione! Chi entra papa in conclave ne esce cardinale<br />
tore Bordonaro. E allora si<br />
poteva diventare assessori<br />
solo se si veniva eletti consiglieri.<br />
Se Ventura ce la<br />
facesse, sarebbe un ideale<br />
passaggio del testimone.<br />
L’altro nome di medico<br />
dato per certo come futuro<br />
consigliere civico è quello<br />
di Giuseppe Montalto per i<br />
diessini. Montalto, medico<br />
fiscale, mil<strong>it</strong>a da sempre in<br />
quell’area; prima era nelle<br />
fila del Part<strong>it</strong>o comunista<br />
unico (da cui sono scatur<strong>it</strong>i,<br />
nell’ordine: il (P)DS,<br />
Rifondazione comunista<br />
e il Part<strong>it</strong>o dei Comunisti<br />
<strong>it</strong>aliani).<br />
Dove si collocherà<br />
Iuri Meli, apparso nei volantini come coordinatore<br />
del movimento dipietrino L’Italia dei<br />
valori? Meli è il fratello del presidente della<br />
locale squadra di calcio a <strong>11</strong>, tragicamente<br />
scomparso a ottobre e questo solo fatto<br />
dovrebbe rappresentare per lui una buona<br />
piattaforma. Meli, che nei cromosomi ha i<br />
geni d’una sinistra addir<strong>it</strong>tura extra, si candida<br />
contemporaneamente per il consiglio<br />
provinciale e per quelli c<strong>it</strong>tadini.<br />
Dove si collocherà Paolo Amato, consigliere<br />
provinciale uscente, che ha fatto la<br />
sua prima usc<strong>it</strong>a pubblica sotto l’insegna<br />
dell’UDEUR-popolari per l’Europa, in campo<br />
nazionale guidato da Clemente Mastella?<br />
Se non risulta, al momento, che l’Italia dei<br />
valori voglia esprimere un suo candidato<br />
a sindaco, pare, invece, che lo voglia fare<br />
proprio l’UDEUR. Se questo fosse vero,<br />
avremmo una pletora di candidati, perché<br />
è quasi certo che l’altro polo, quello che si<br />
è autodefin<strong>it</strong>o Casa delle libertà non si è<br />
chiuso a riccio come il polo ulivista. Anzi,<br />
all’interno di quest’area, altrimenti definibile<br />
come di centro-destra, la s<strong>it</strong>uazione è magmatica,<br />
l’atmosfera è surriscaldata.<br />
Ho domandato un po’ a tanti esponenti<br />
dei vari part<strong>it</strong>i e movimenti che compongono<br />
il puzzle “libertario”. Da ogni parte mi viene<br />
risposto che l’intenzione è quella di fronteggiare<br />
l’altro polo con un candidato unico,<br />
che la decisione defin<strong>it</strong>iva può venire solo<br />
da Roma (chissà perché ancora questa sudd<strong>it</strong>anza,<br />
come ai vecchi tempi della Balena<br />
Bianca) e che, comunque, può essere presa<br />
solo dopo gli accordi su scala provinciale<br />
(Giornale di Augusta n. 10, pp. 3-5).<br />
Mi ricordo che in epoca di Democrazia<br />
Cristiana trionfante, quando era il part<strong>it</strong>o di<br />
maggioranza relativa, c’era addir<strong>it</strong>tura la<br />
gara a chi doveva entrare nella lista DC e gli<br />
esclusi s’incazzavano come bestie furiose;<br />
in ogni caso, era necessario<br />
l’imprimatur<br />
di Piazza del Gesù.<br />
Sembra d’essere tornati<br />
indietro di anni,<br />
agli anni di quella che impropriamente viene<br />
defin<strong>it</strong>a Prima Repubblica.<br />
Anche nel polo inventato da Berlusconi<br />
le liste sicure (?) sono sette: Forza Italia<br />
con Spanò, candidato a sindaco, Alleanza<br />
Nazionale con le due fiamme (Venturini<br />
e Tatarella) che si sarebbero unificate nel<br />
nome di Marco Stella, l’UDC, ancora<br />
indeciso tra Circo, l’attuale vicesindaco,<br />
e Carmelo Tringali ex sindaco, Patto per<br />
Augusta, guidato dal sindaco uscente (seppure<br />
sospeso) Pippo Gulino, che potrebbe<br />
avere un asso a sorpresa, sua moglie Emy<br />
d’Onofrio, Nuova Sicilia che dovrebbe<br />
imporre Antonino Cipriano, assessore estromesso,<br />
con Rinzivillo, dall’attuale Giunta<br />
diretta da Circo, il Nuovo PSI, in campo<br />
nazionale capeggiato da Bobo Craxi, che si<br />
è aggregato alla coalizione c<strong>it</strong>tadina, come<br />
ha fatto Craxi, con il fido De Michelis, in<br />
campo nazionale; la settima lista potrebbe<br />
essere quella già c<strong>it</strong>ata dell’UDEUR il cui<br />
esponente di spicco, Paolo Amato, non ha<br />
ancora sciolto la riserva.<br />
Un mòn<strong>it</strong>o per tutti. Ci si ricordi che,<br />
nonostante la grancassa mediatica e finanziaria,<br />
non sempre le ciambelle riescono<br />
con il buco. Una volta un vecchio pol<strong>it</strong>ico<br />
navigato e oscuro mi disse: “In pol<strong>it</strong>ica, i<br />
voti si contano a uno a uno”. Nella c<strong>it</strong>tà<br />
greca di Mègara, con cui è stato avviato<br />
un tentativo di gemellaggio, il sindaco che,<br />
nello scorso maggio, venne qui a capo della<br />
sua delegazione, è stato defenestrato dal suo<br />
avversario per una manciata di voti. E possiamo<br />
anche ricordare la contestata elezione<br />
di Gorge W. Bush quale presidente in carica<br />
degli Stati Un<strong>it</strong>i. Ricordo un candidato al<br />
Consiglio comunale, quando non erano stati<br />
ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i i consigli di quartiere, che andava in<br />
giro distribuendo solo i suoi “santini”, senza<br />
farsi alcuna pubblic<strong>it</strong>à. Niente di niente. Fu<br />
eletto con il pieno di voti.<br />
Nell’ippica cavallo piazzato non significa<br />
cavallo vincente.<br />
Nel mondo curiale e in quello giornalistico<br />
circola sovente una battuta dopo la<br />
morte di un papa, quando vengono resi noti i<br />
nomi dei papabili, cioè dei candidati favor<strong>it</strong>i<br />
per sedere sul trono di San Pietro: “Chi entra<br />
papa in conclave ne esce cardinale”.<br />
7 marzo <strong>2003</strong> Giorgio Càsole
4<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong>
Lasciate che i bambini venga<br />
no a me”, esortava, con dol-<br />
cezza paterna, il Gesù evan-<br />
gelico. Lo Stesso, però, cacciò<br />
in malo modo i mercanti dal tempio perché<br />
ivi facevano commercio, considerata, a<br />
buon dir<strong>it</strong>to, da Gesù immondo e blasfemo,<br />
perché il tempio o, meglio (data la fattispecie),<br />
la sinagoga doveva e dev’essere luogo<br />
di preghiera, a Dio consacrato.<br />
Chissà come reagirebbe Gesù, buono<br />
ma giustamente irascibile, se leggesse il sostanzioso<br />
fascicolo recap<strong>it</strong>ato in redazione<br />
dal nostro attento lettore Maurizio Valente,<br />
sensibile presidente del Consiglio d’Ist<strong>it</strong>uto<br />
della “Todaro” (Giornale di Augusta,<br />
n. 9, p. 5) e (appena da qualche giorno)<br />
presidente del com<strong>it</strong>ato di coordinamento<br />
delle scuole dell’obbligo di Augusta, di<br />
recentissima formazione.<br />
Valente era letteralmente furibondo<br />
quando ci ha parlato per portarci a conoscenza<br />
della sua nuova battaglia in difesa<br />
dei bambini, una battaglia combattuta in<br />
alleanza con il presidente del consiglio della<br />
circoscrizione municipale “Dògali-Salina-<br />
Pezzagrande”, Riccardo Cannavò, con tutto<br />
il consiglio circoscrizionale - stando alle<br />
affermazioni dello stesso Cannavò. Obiettivo<br />
della battaglia: ev<strong>it</strong>are che, i pedoni,<br />
soprattutto gli scolari che vanno a scuola e<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 5<br />
Bellezza<br />
Accusato di disinteresse anche il prefetto di Siracusa<br />
Corso Sicilia: e se ci scappa il morto?<br />
Il crocevia è diventato un pericolo costante, il viadotto di Corso Sicilia non ha un’adeguata protezione<br />
ne escono, possano essere travolti dalle auto<br />
a veloc<strong>it</strong>à sostenuta, quando attraversano il<br />
passaggio pedonale in Corso Sicilia, nei<br />
pressi del pallone tensostatico.<br />
Cannavò e Valente temono che qualche<br />
giorno ci possa scappare il morto e<br />
denunciano che, quasi quotidianamente,<br />
accadono vicino al passaggio incidenti<br />
più o meno significativi. “Persino oggi<br />
[lunedì 3 marzo, ndr.]” - si ag<strong>it</strong>a Valente<br />
– un bambino ha rischiato di essere messo<br />
sotto da un’auto, così come, giorni fa,<br />
un’autocisterna con rimorchio, provenienti<br />
dal depos<strong>it</strong>o costiero di via Lavaggi, carica<br />
di carburante, ha rischiato di cadere dal<br />
cavalcavia, all’altezza della scuola”.<br />
- Come mai questo rischio?<br />
“Perché il cavalcavia ha solo una<br />
semplice ringhiera, è privo, cioè, d’un’adeguata<br />
protezione, per esempio una robusta<br />
rete metallica, per prevenire incidenti, come<br />
quello che stava succedendo, se l’autista<br />
del mezzo non fosse stato abile a controllarlo<br />
e a rimetterlo in marcia”.<br />
Valente e Cannavò hanno tempestato<br />
di telefonate e lettere e fax tutte le “autor<strong>it</strong>à<br />
possibili e immaginabili” per ottenere una<br />
vigile sorveglianza da parte della polizia<br />
municipale nei pressi dell’attraversamento<br />
pedonale, così come succede anche nei<br />
comuni più piccoli del nostro (vedi Melilli),<br />
nelle ore cruciali, anzi nei “momenti”<br />
caldi dell’entrata e dell’usc<strong>it</strong>a, per vedere<br />
ripristinato l’impianto dei semafori per<br />
anni non funzionante e ora sradicato per la<br />
realizzazione della rotatoria e, infine per più<br />
efficaci dissuasori della veloc<strong>it</strong>à.<br />
Non c’è stato niente da fare. Cannavò<br />
e Valente, stanchi di non avere né risposte<br />
concrete né scr<strong>it</strong>te verbali dai pubblici<br />
amministratori c<strong>it</strong>tadini si sono rivolti al<br />
prefetto Alecci di Siracusa, lamentando<br />
anche il disinteresse dell’assessore alla<br />
polizia municipale e, in genere, di tutta<br />
la Giunta. Poiché nemmeno il prefetto ha<br />
dato soddisfazione alle richieste e nemmeno<br />
ha risposto con una lettera di circostanza,<br />
Valente, armato di fax, si è rivolto direttamente<br />
al Ministero dell’Interno, accusando<br />
lo stesso prefetto di “disinteresse su problematiche<br />
inerenti alla sicurezza stradale<br />
c<strong>it</strong>tadina”, in data 25 febbraio. Apr<strong>it</strong>i cielo!<br />
“Mi hanno telefonato dalla prefettura per<br />
parlare con me, solo dopo il fax e il prefetto<br />
si è giustificato con il ministero, in data<br />
28 febbraio”. Valente dà tempo, ma non<br />
demorde. Il 3 marzo riscrive, più irato di<br />
prima, al ministero, facendo riferimento alla<br />
lettera prefettizia del 28 e rincara la dose,<br />
informando puntiglioso: “Si comunica che,<br />
alla data odierna, non è stata ancora attuata<br />
la vigilanza come disposta dalla lettera in<br />
riferimento; i bambini sono alla mercé degli<br />
automobilisti. Anche quest’oggi, all’usc<strong>it</strong>a<br />
dalla scuola, s’è verificato lo stesso inconveniente:<br />
un bambino per puro miracolo,<br />
non è stato invest<strong>it</strong>o da un automobilista”.<br />
Valente è proprio un mastino e fa<br />
onore al suo cognome. Quanto ancora<br />
devono durare questi miracoli? Gesù, perdonateci<br />
l’espressione, si sarebbe incazzato<br />
di brutto.<br />
Non chiamateli eccellenze!
6<br />
La s<strong>it</strong>uazione san<strong>it</strong>aria nel di-<br />
stretto d’Augusta, oggi, è a<br />
dir poco drammatica”. Così<br />
esordisce Pippo Origlio,<br />
responsabile CGIL, funzione pubblica per<br />
Augusta in una nostra intervista esclusiva.<br />
“Stranamente”, continua Origlio, “ad<br />
Augusta nonostante numerose denunce<br />
all’opinione pubblica e ad altri organi<br />
d’informazione, non si muove foglia e i responsabili<br />
della nostra san<strong>it</strong>à, sono assenti o<br />
completamente indifferenti al problema”.<br />
Nel poliambulatorio di Via F. De Roberto<br />
(Palazzo di vetro) le disfunzioni non si<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
L’OSPEDALE INQUINA<br />
IL POLIAMBULATORIO FUORILEGGE<br />
Per favore, quando vi rivolgete<br />
ai prefetti, verbalmente o per iscr<strong>it</strong>to,<br />
non usate l’allocutivo “eccellenza” e le<br />
sigle S.E. / V.E. (rispettivamente stanno<br />
per Sua Eccellenza e Vostra Eccellenza).<br />
E’ un retaggio di epoche antiche. Sa di<br />
servilismo. Questo e altri t<strong>it</strong>oli sono stati<br />
abol<strong>it</strong>i con l’avvento della Repubblica.<br />
E sono passati 56 anni. Se ci fate caso,<br />
nessuno in TV si rivolge a un ministro<br />
chiamandolo “Eccellenza” – t<strong>it</strong>olo<br />
che un tempo si dava a tutti i ministri,<br />
compreso il primo, cioè quello che era<br />
chiamato “Capo del Governo”, e a tutti<br />
i prefetti, rappresentanti periferici del<br />
Governo centrale. Il re era chiamato<br />
“Maestà”. Il t<strong>it</strong>olo di eccellenza veniva<br />
dato persino ai generali di corpo d’armata.<br />
Oggi vorreste dare più importanza al<br />
prefetto piuttosto che al ministro? Basta<br />
dire o scrivere: signor prefetto o signor<br />
ministro. Semplice, no?<br />
GdA<br />
Intervista esclusiva al sindacalista Pippo Origlio<br />
Enormi sprechi e gravi deficienze<br />
contano più: il laboratorio analisi, che in un<br />
recente passato era per numero e per quant<strong>it</strong>à<br />
di esami effettuati il primo nella provincia,<br />
adesso viene incomprensibilmente lasciato<br />
languire per mancanza di apparecchiature e<br />
di reattivi. Si eseguivano tutti quegli esami<br />
clinici e di laboratorio indispensabili per la<br />
prevenzione ed esami di eccellenza quali<br />
l’Hcv Rna, necessari per l’accertamento<br />
di patologie non altrimenti individuabili.<br />
Adesso il laboratorio serve esclusivamente<br />
per effettuare i prelievi e una struttura con<br />
apparecchiature moderne è stata deliberatamente<br />
soppressa. Ci si chiede tutto questo a<br />
chi possa giovare.<br />
Il servizio di radiologia diagnostica da<br />
più di due anni è dimezzato, le apparecchiature<br />
infatti sono obsolete e non funzionanti,<br />
anche questo servizio è lasciato languire, in<br />
attesa che lentamente anche l’ultima macchina<br />
per l’ecografia, già di per sé superata,<br />
non funzioni più e si possa così sopprimere<br />
l’intero servizio, evidentemente i dirigenti<br />
san<strong>it</strong>ari, non r<strong>it</strong>engono che Augusta possa<br />
e debba avere un servizio pubblico compet<strong>it</strong>ivo<br />
ed efficiente.<br />
L’esiguo personale amministrativo<br />
in servizio lavora in condizioni da terzo<br />
mondo, costretto a elemosinare penne e<br />
quant’altro possa servire per il corretto funzionamento<br />
del suo lavoro, persino la carta<br />
delle fotocopie viene razionata e negata. I<br />
locali sono inadeguati e privi di elementari<br />
confort, non si parla ovviamente di computer<br />
o di mezzi meccanici. Il personale che va<br />
in pensione non viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o e spesso si<br />
assiste a episodi incresciosi in cui, per assenza<br />
di personale in congedo o in malattia,<br />
interi settori e sportelli rimangono chiusi,<br />
con grave interruzione di pubblico servizio<br />
e disagio per l’utenza. I disabili non riescono<br />
ad accedere nei locali,in quanto gli stessi<br />
sono privi di tutti quegli accorgimenti indispensabili<br />
per la fruizione ,infatti, non sono<br />
state abbattute le barriere arch<strong>it</strong>ettoniche e<br />
ciò in contrasto con la vigente normativa<br />
nazionale ed europea. L’ospedale presenta<br />
forse una s<strong>it</strong>uazione ancora più intollerabile<br />
ed esplosiva, in quanto lo stesso scarica<br />
direttamente sul golfo Xifonio, senza alcun<br />
tipo di decantazione o depurazione, tutti i<br />
rifiuti fognari, e ciò con grave pregiudizio<br />
per la salute dei c<strong>it</strong>tadini di Augusta.<br />
Al “Muscatello” la camera<br />
iperbarica, costata centinaia di<br />
milioni di lire, non è mai entrata<br />
in funzione<br />
Si parla tanto di salute, di prevenzione<br />
all’inquinamento, di rispetto dell’ambiente<br />
ed ecco che, proprio l’ospedale che dovrebbe<br />
prevenire e curare, è quello che<br />
maggiormente inquina. Si ricorda ancora il<br />
vergognoso spreco che è la camera iperbarica,<br />
s<strong>it</strong>a nel nostro nosocomio, mai entrata<br />
in funzione, costata centinaia di milioni di<br />
lire.<br />
Alla luce di tutte queste vicende,ad<br />
Augusta nulla si muove per migliorare questo<br />
vergognoso stato di cose e il sospetto<br />
si insinua, forse si preferisce che le cose<br />
rimangano così e che il paese venga trattato<br />
sempre più da periferia estrema? Se le cose<br />
stanno così sappiano i dirigenti che i c<strong>it</strong>tadini<br />
non sono disponibili ad avallare questa<br />
s<strong>it</strong>uazione e le inefficienze e il degrado non<br />
giovano a nessuno e tantomeno a un paese<br />
che si vuole definire civile.<br />
C.C.<br />
Malasan<strong>it</strong>à
Pol<strong>it</strong>ica<br />
Molti c<strong>it</strong>tadini residenti in<br />
via Federico de Rober-<br />
to, specialmente i pro<br />
prietari e gli inquilini<br />
degli appartamenti al numero civico 52,<br />
si lamentano, e non da oggi, dello stato di<br />
degrado in cui versa uno stacco di terreno,<br />
quasi al centro della via medesima, di proprietà<br />
privata, divenuto nel tempo regno dei<br />
ratti, insetti e animali, in genere, randagi e,<br />
talvolta, rabbiosi-fonte di pericolo, dunque,<br />
dal punto di vista igienico san<strong>it</strong>ario; e non<br />
parliamo del senso di disordine e di bruttura<br />
estetica che si ricava vedendo, specie<br />
dall’alto, tutta la cianfrusaglia sparpagliata<br />
su quest’ampia area-in questo momento non<br />
solo inutile e inservibile, ma, addir<strong>it</strong>tura,<br />
perniciosa e, comunque, improponibile in<br />
un centro urbano qual è quello di cui si<br />
parla, dove sorgono palazzi e condomini<br />
di una certa pretenizios<strong>it</strong>à. Quand’anche<br />
non esistessero edifici di una certa pretesa<br />
eleganza, basterebbe appellarsi al senso del<br />
decoro per non accettare la s<strong>it</strong>uazione documentata<br />
dal servizio realizzato dal nostro<br />
giovane collaboratore Francesco Tringali.<br />
In passato la s<strong>it</strong>uazione era ancora peggiore<br />
a causa della vegetazione spontanea folta<br />
e alta. I c<strong>it</strong>tadini insofferenti si rivolsero<br />
al sindaco Gulino, circa cinque anni fa. Il<br />
capo dell’amministrazione comunale venne<br />
incontro alle leg<strong>it</strong>time richieste dei c<strong>it</strong>tadini<br />
e, con ordinanza n. 217 del 28 giugno ‘99,<br />
ordinò al proprietario di tale lotto di pulire,<br />
di salvare e sgombrare dei materiali giacenti<br />
il lotto stesso, che doveva essere recintato da<br />
una palizzata. Nella stessa ordinanza erano<br />
previste “successivi interventi periodici al<br />
fine di mantenere nel tempo il terreno in<br />
questione, sgombro da erbacce e da altro<br />
materiale”. In caso di inadempienza si<br />
minacciava “l’intervento coattivo a mezzo<br />
ufficio tecnico comunale con rivalsa di spesa<br />
a norma di legge”. Il proprietario obbedì<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 7<br />
Bellezza<br />
Intervista al neo assessore ai Lavori Pubblici, Gino Ponzio<br />
C’è tanta carne al fuoco?<br />
In segu<strong>it</strong>o alla denuncia dei residenti di Via F. De Roberto, provochiamo l’amministratore comunale sul<br />
problema del lotto degradato e su altri problemi di interesse c<strong>it</strong>tadino<br />
all’ordinanza e per qualche tempo il lotto fu<br />
oscurato alla vista di tutti da uno steccato.<br />
Anni dopo, morto nel frattempo il proprietario,<br />
la s<strong>it</strong>uazione è di nuovo peggiorata e<br />
lo steccato è stato smantellato dai vandali e<br />
dagli agenti atmosferici. Cinque anni dopo il<br />
primo intervento, la s<strong>it</strong>uazione è quella che<br />
documentiamo. E dire che quell’area urbana<br />
ha fame di aree a verde e di parcheggi.<br />
Sarebbe del<strong>it</strong>tuoso concedere ancora licenze<br />
edilizie in un tempo in cui la sensibil<strong>it</strong>à per<br />
l’ambiente è aumentata e in cui la gente non<br />
cerca più ab<strong>it</strong>azioni in c<strong>it</strong>tà, ma al monte.<br />
Un’accorta e lungimirante amministrazione<br />
punterebbe all’esproprio dell’area (esproprio<br />
non più penalizzante come un tempo),<br />
in linea, del resto, con gli atti del sindaco<br />
sospeso, Pippo Gulino, che, nel corso degli<br />
anni, s’è contraddistinto per la realizzazione<br />
di piazze (quella<br />
denominata<br />
impropriamente<br />
America, proprio<br />
alle spalle<br />
di Via De Roberto)<br />
e piazzette.<br />
A b b i a -<br />
mo sottoposto<br />
il problema al<br />
neo assessore<br />
ai Lavori Pubblici,<br />
il 53enne<br />
Gino Ponzio,<br />
A fianco<br />
l’assessore<br />
G. Ponzio<br />
sposato, tre figli, fedelissimo di Pippo Gulino,<br />
insediatosi di 16 febbraio <strong>2003</strong>. Lei non<br />
crede sarebbe opera altamente mer<strong>it</strong>oria<br />
e espropriare quel lotto e farne una piazzetta,<br />
uno slargo o un parcheggio?<br />
“Sono pienamente d’accordo. E farò<br />
il possibile perché questo avvenga, se non a<br />
breve, anche dopo che me ne sarò andato o<br />
dopo che si sarà insediata un’altra giunta.<br />
I c<strong>it</strong>tadini hanno ragione di lamentarsi, di<br />
protestare e di esigere. Lei ha ragione nel<br />
fare questa domanda. Io dico, anzi, che<br />
sarebbe davvero un toccasana espropriare<br />
l’area e trasformarla in parcheggio, di cui<br />
si avverte il bisogno, soprattutto in estate<br />
e nei giorni festivi quando la retrostante<br />
piazza fontana si riempie di gente e non si<br />
sa dove trovare un posto-auto “.<br />
È una promessa elettoralistica?<br />
“Guardi, lei ha fatto ben a porre questa<br />
domanda perché i suoi lettori potrebbero<br />
dub<strong>it</strong>are di queste promesse proclamate<br />
proprio pochi mesi dal rinnovo di tutti gli<br />
organismi civici elettivi. Chi mi conosce sa<br />
che io non sono persona né ab<strong>it</strong>uata alle<br />
chiacchiere né al potere, giacché per quasi<br />
cinque anni ho lavorato al servizio della<br />
comun<strong>it</strong>à da semplice consigliere comunale<br />
prima e da presidente della commissione<br />
urbanistica poi e ho accettato l’incarico di<br />
assessore proprio alla vigilia delle elezioni,<br />
quando qualsiasi altro non avrebbe accettato,<br />
solo per spir<strong>it</strong>o di servizio. Per indole<br />
personale e per storia familiare, sono uno<br />
cui piace la religione dei fatti non delle<br />
parole. Sono uno che ha lavorato sin da
8<br />
ragazzino e non ho mai dato importanza<br />
alla vana gloria”.<br />
Scusi ma che può fare in così breve<br />
tempo per la c<strong>it</strong>tà?<br />
“Veda, io ho accettato per dare un<br />
senso di continu<strong>it</strong>à all’opera che avevo già<br />
svolto in consiglio. Difatti, se mi avessero<br />
proposto un altro assessorato non avrei<br />
accettato, tant’è vero che l’assessorato<br />
alla pubblica istruzione è privo del t<strong>it</strong>olare.<br />
Voglio dire che, avendo lavorato in un certo<br />
settore e non potendo occuparmene come<br />
responsabile pol<strong>it</strong>ico, poiché, come lei sa, il<br />
collega Scafati è il t<strong>it</strong>olare dell’urbanistica,<br />
ho pensato, pregato dai colleghi di part<strong>it</strong>o<br />
e dal vicesindaco Circo, che da t<strong>it</strong>olare ai<br />
Lavori Pubblici sarei stato di util<strong>it</strong>à, per<br />
l’esperienza accumulata in precedenza, sia<br />
alla giunta, priva fino al 15 febbraio, di due<br />
componenti, sia alla c<strong>it</strong>tà”.<br />
In sostanza, Lei, da presidente della<br />
commissione urbanistica, di che si è<br />
occupato?<br />
“Potrei risponderle con una battuta:<br />
di tanta carne al fuoco. Ma non voglio apparire<br />
presuntuoso. Voglio solo rimarcare<br />
una circostanza, non per vantarmene, ma<br />
per sottolineare che quando un lavoro viene<br />
fatto bene con coscienza, anche se oscuro,<br />
può essere gratificante e, soprattutto, produce<br />
effetti benefici, preziose per tutti, me e<br />
i miei figli compresi, ovviamente...”<br />
A che cosa si riferisce?<br />
“Al nuovo ospedale “Muscatello” in<br />
via di costruzione in questo momento (com’è<br />
noto il vecchio edificio, che attualmente<br />
osp<strong>it</strong>a il nosocomio, osp<strong>it</strong>erà ambulatori<br />
e uffici, consentendo il risparmio di fior di<br />
quattrini). In consiglio comunale non stava<br />
passando la concessione dell’area perché,<br />
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<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
erroneamente, si r<strong>it</strong>eneva<br />
che ricadesse in zona grigia,<br />
cioè non edificabile.<br />
Grazie una mia attenta lettura<br />
delle carte, invece, si<br />
è appurato che rientrava in<br />
zona F, cioè zona prevista<br />
per i servizi”.<br />
C’è altro?<br />
“Certamente. Ci siamo<br />
adoperati perché andasse<br />
in cantiere, com’è<br />
andato, il progetto del<br />
mega parcheggio di via<br />
Marina di Ponente-i lavori<br />
sono visibili a tutti-dove<br />
potranno trovare ricetto<br />
oltre 300 auto in due livelli di parcheggio,<br />
dove sarà realizzata un’area di verde attrezzato<br />
e dove sarà circoscr<strong>it</strong>to il mercato<br />
rionale, lasciando così libera la via X Ottobre<br />
al traffico veicolare”.<br />
Ah, davvero? Finalmente!<br />
“Sì, davvero. Ma un’altra facil<strong>it</strong>azione<br />
al traffico verrà dal sottopassaggio che sarà<br />
realizzato per eliminare l’assurdo passaggio<br />
a livello della strada extraurbana che dal<br />
monte porta alla caserma dei pompieri,<br />
vicino alla provinciale per Brucoli”.<br />
Quella che, chissà perché, si chiama<br />
Xiacche come il tratto che va da via Xifonia<br />
a via Marina Levante?<br />
“Proprio quella. Non solo il traffico<br />
in questo momento è rallentato, ma si sono<br />
registrati anche incidenti”.<br />
Senta, qual è la ratio con cui si<br />
motiva la duplicazione di un nome, così<br />
difficile tra l’altro? Non c’è il rischio di<br />
equivoci e confusione?<br />
“Non lo chieda a me. In primo luogo<br />
bagno.<br />
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Pol<strong>it</strong>ica<br />
perché non è di mia competenza, poi perché<br />
sono su questa poltrona solo da venti<br />
giorni circa”.<br />
Non doveva esserci prima?<br />
“Infatti. M’era stato proposto già otto<br />
mesi fa, ma poi, per equilibri interni, mi fu<br />
chiesto di mettermi da parte e, disciplinatamente,<br />
ho obbed<strong>it</strong>o”.<br />
Ancora una domanda, l’ultima.<br />
Tutti questi bei progetti e gli altri di cui<br />
non possiamo rendere conto (almeno per<br />
ora) sono nel libro dei sogni?<br />
“No, che dice. Si tratta di progetti già<br />
finanziati e, in buona sostanza, appaltati. E<br />
taluni sono cantieri in corso, come si può<br />
constatare.<br />
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Pol<strong>it</strong>ica<br />
Il nuovo piano regolatore c<strong>it</strong>tadi-<br />
no è costato alla collettiv<strong>it</strong>à un<br />
miliardo e mezzo di lire o di più?<br />
La prima cifra ci è stata indicata<br />
da un esperto del settore, l’ingegner Roberto<br />
Meloni, in una lettera da noi pubblicata sul<br />
n. 9 con giusto risalto, tanto che vi dedicammo<br />
il t<strong>it</strong>olo principale della copertina<br />
(fatto invero inconsueto per un giornale,<br />
ma, essendo la nostra testata di esclusivo<br />
interesse c<strong>it</strong>tadino, la relazione di un tecnico,<br />
per di più consigliere comunale, su un tema<br />
così dibattuto nel corso di quasi vent’anni<br />
e di grande interesse per tutti i c<strong>it</strong>tadini,<br />
imponeva questa scelta). Dopo l’usc<strong>it</strong>a del<br />
n. 9 ci fu qualcuno che avanzò dubbi sulla<br />
reale cifra sborsata al progettista del piano<br />
regolatore, l’oriundo augustano Sebastiano<br />
Cacciaguerra. Siamo stati informati che la<br />
cifra da noi pubblicata, sulla scorta della<br />
relazione di Meloni, è inferiore a quella<br />
effettivamente versata. Ne abbiamo chiesto<br />
conferma all’assessore Salvo Scafati, t<strong>it</strong>olare<br />
dell’urbanistica nella giunta attualmente<br />
presieduta da Danilo Circo.<br />
E’ vero che il PRG redatto da<br />
Cacciaguerra e ormai del tutto inutile è<br />
costato 1.800 milioni circa?<br />
“Si, è vero, ma la responsabil<strong>it</strong>à maggiore<br />
è da addeb<strong>it</strong>are agli amministratori<br />
che ci hanno preceduto. Io stesso, da assessore,<br />
avevo scr<strong>it</strong>to al sindaco Gulino perché<br />
si provvedesse alla revoca dell’incarico al<br />
professor Cacciaguerra”.<br />
Perché?<br />
“Perché il piano da lui redatto presentava<br />
deficienze tecniche e amministrative<br />
che lo rendevano incompatibile con le nostre<br />
esigenze”.<br />
Quindi, abbiamo letteralmente buttato<br />
i soldi al vento?<br />
“Il compenso era dovuto al professionista<br />
dopo quasi un ventennio dal<br />
conferimento dell’incarico. Per ev<strong>it</strong>are di<br />
raggiungere tale cifra i nostri predecessori<br />
avrebbero dovuto troncare prima il rapporto<br />
e la c<strong>it</strong>tà ne avrebbe avuto un duplice beneficio:<br />
dal punto di vista finanziario e dal<br />
punto di vista della certezza del dir<strong>it</strong>to”.<br />
E ora che cosa succederà?<br />
“Secondo me, occorre conferire un<br />
nuovo incarico tenendo conto della realtà<br />
attuale, partendo dalla necess<strong>it</strong>à di fare sviluppare<br />
le piccole e medie imprese, artigiane<br />
e commerciali”<br />
A chi dovrebbe essere confer<strong>it</strong>o il<br />
nuovo incarico?<br />
“Sono convinto che la soluzione migliore<br />
sarebbe quella di far cost<strong>it</strong>uire un<br />
com<strong>it</strong>ato di tecnici locali, coordinati dal<br />
dirigente comunale del settore,che potreb-<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 9<br />
Bellezza<br />
Parla l’assessore all’urbanistica, Salvo Scafati<br />
“Centinaia di posti di lavoro da qui a 2 anni”<br />
Nuovi insediamenti produttivi, già defin<strong>it</strong>i, daranno un colpo di acceleratore per l’occupazione, specie dei<br />
giovani, e serviranno a impinguare le casse del Comune<br />
be anche utilizzare<br />
tutto il meglio del<br />
piano Cacciaguerra”.<br />
Quindi, un<br />
incarico del genere<br />
farebbe perdere<br />
ancora altro tempo<br />
ai c<strong>it</strong>tadini onesti,<br />
che non hanno<br />
voluto mai fare gli<br />
abusivi, nel rispetto<br />
della legge?<br />
“Vede, proprio<br />
partendo da<br />
questo dato sull’abusivismo<br />
è indispensabile<br />
avere<br />
uno strumento normativo<br />
nuovo, moderno, all’altezza della<br />
s<strong>it</strong>uazione ambientale modificatasi nel corso<br />
degli anni e per rendere effettive nuove<br />
possibil<strong>it</strong>à di sviluppo”.<br />
Lei, come assessore all’urbanistica,<br />
come si è comportato in questa direzione?<br />
“Ripeto, intanto, il mio convincimento<br />
favorevole sin dall’inizio del mio incarico<br />
alla revoca del mandato a Cacciaguerra.<br />
Inoltre, ho inv<strong>it</strong>ato le categorie imprend<strong>it</strong>oriali<br />
a attivarsi per realizzare nel nostro<br />
terr<strong>it</strong>orio infrastrutture nel settore artigianale,<br />
industriale, alberghiero, ospedaliero al<br />
fine anche di favorire l’occupazione locale<br />
e le casse municipali, andando in variante<br />
al Piano Regolatore Generale e utlizzando<br />
i finanziamenti di Agenda 2000”.<br />
Che cos’è? Una sirena elettoralistica?<br />
“Potrebbe sembrare, dati i tempi, ma<br />
non è così. Abbiamo lavorato - a volte anche<br />
in modo oscuro - per rendere concreti i<br />
progetti, non per vantarcene. Lei pensi che<br />
al Comune di Melilli l’aver concesso all’<br />
Emmezeta la costruzione di quell’ipermercato<br />
procura un intro<strong>it</strong>o, in termini di ICI,<br />
che è sufficiente per pagare gli stipendi di<br />
tutto il personale municipale”.<br />
Lei pensa che anche il nostro Comune<br />
dovrebbe concedere un’area per<br />
un ipermercato?<br />
“Un’idea del genere potrebbe essere<br />
praticabile e proponibile qualora ci fossero<br />
gli invest<strong>it</strong>ori del settore, ma è certo che<br />
se fossero incentivate le imprese a realizzare<br />
opportune infrastrutture ci sarebbe<br />
un r<strong>it</strong>orno in termini occupazionali e in<br />
termini finanziari, nel senso che si impin-<br />
L’area da riqualificare, vicino a<br />
via Bruno Buozzi<br />
Il nostro direttore intervista l’assessore<br />
Scafati (a destra)<br />
guerebbero le casse comunali. Una buona<br />
e saggia Amministrazione dovrebbe essere<br />
in grado di ripartire equamente le somme<br />
per alleviare i c<strong>it</strong>tadini, già troppo oberati<br />
da imposte, al fine di ev<strong>it</strong>are l’aumento delle<br />
tasse locali”.<br />
Al di là delle dichiarazioni di<br />
principio, che cosa bolle in pentola di<br />
concreto?<br />
“Due sono i progetti più significativi,<br />
che, di qui a qualche anno, porteranno<br />
all’attivazione di centinaia di nuovi posti<br />
di lavoro”.<br />
Anche qui, scusi, che cos’è? Una<br />
grancassa elettorale?<br />
“No. Si tratta di scelte ben precise per<br />
le quali si è già deliberato. Certo, occorrono<br />
i tempi dovuti. Questi nuovi posti di lavoro<br />
sono, è vero, di là da venire, ma non in un<br />
futuro troppo remoto. Saranno realizzate<br />
queste due opere: 1) una grossa e, importantissima<br />
per il Sud, officina ortopedica,<br />
per realizzare in loco le protesi che ora si<br />
possono trovare solo al Nord...”<br />
Al Rizzoli di Bologna, per esempio?<br />
“Sì, proprio così. Sarà realizzata una<br />
struttura che non avrà nulla da invidiare a
10<br />
quella che lei ha c<strong>it</strong>ato”.<br />
E poi?<br />
“Poi sarà costru<strong>it</strong>o un centro benessere<br />
e un albergo per consentire il soggiorno,<br />
a prezzi contenuti (sottolineo questo concetto),<br />
ai familiari dei pazienti che si fanno<br />
ricoverare nelle strutture ospedaliere del<br />
nostro terr<strong>it</strong>orio. Mi sia consent<strong>it</strong>o di c<strong>it</strong>are<br />
l’impegno al riguardo di un uomo, come<br />
Innocenzo Galatioto, che, a 75 anni, ha<br />
ancora la voglia di investire per rendere un<br />
servizio alla sua c<strong>it</strong>tà, ma devo anche c<strong>it</strong>are<br />
il presidente della locale CNA, Giuseppe<br />
Gianino, per l’impegno profuso a favore<br />
della realizzazione di un’area artigianale,<br />
per cui abbiamo già individuato il s<strong>it</strong>o”.<br />
Qual è?<br />
“E l’area che insiste nei pressi della<br />
caserma dei vigili del fuoco”.<br />
Che cosa significherà per gli augustani?<br />
“Intanto che sarà rivalutata un’area,<br />
che sarà pure serv<strong>it</strong>a da un sottopassaggio<br />
per ev<strong>it</strong>are la strozzatura di un passaggio a<br />
livello, e inoltre, consentirà di adeguare meglio<br />
e al fine di protezione civile quell’arteria<br />
Nel panorama sportivo<br />
augustano un posto<br />
di grande prestigio è<br />
occupato dalla pallanuoto<br />
che disputa il campionato nazionale di<br />
serie A e B avvalendosi nel primo caso di<br />
un’agguerr<strong>it</strong>a squadra femminile composta<br />
da undici giocatrici tra t<strong>it</strong>olari e riserve,<br />
tra le quali spicca senza dubbio una delle<br />
campionesse mondiale di pallanuoto, che<br />
è Melania Greco. La squadra punta molto<br />
nel settore giovanile; infatti Martina Albo<br />
e Marianna Arangio sono le promessa<br />
della pallanuoto siciliana. Al campionato<br />
di Serie B partecipano ragazzi volenterosi,<br />
che cercano di farsi spazio in questo<br />
campo,accanto a giocatori esperti come<br />
Domenico Bellistrì, Gianluca Buscema,<br />
Marco Armellini, nonostante le avverse<br />
condizioni organizzative che li costringono<br />
spesso ad allenamenti faticosi e “gelati”.<br />
Infatti, nonostante sia uno sport che sta<br />
dando notevoli soddisfazioni, ricordiamo<br />
che la Rarinantes Augusta sarà impegnata<br />
a partire dal 20 marzo nella Coppa LEN,<br />
dove incontrerà le squadre più t<strong>it</strong>olate e<br />
importanti d’Europa, poco si fa a livello<br />
gestionale per garantire ai giocatori la possibil<strong>it</strong>à<br />
di allenarsi in un ambiente adeguato.<br />
Infatti, i coraggiosi ragazzi che prendono<br />
parte al campionato di serie B hanno avuto<br />
diverse difficoltà quest’anno, soprattutto a<br />
causa della chiusura dell’impianto per pro-<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
che dalla cosiddetta villa delle rose conduce<br />
al monte, dove attualmente si trovano non<br />
poche aziende artigiane. Per favorire i<br />
maggiori intro<strong>it</strong>i ICI di cui si faceva cenno<br />
prima, è in <strong>it</strong>inere il progetto per la realizzazione<br />
di un megacomplesso residenzialeturistico<br />
in zona Castelluccio”.<br />
C’è molta carne al fuoco!<br />
“Abbiamo lavorato sodo e gli effetti<br />
si vedranno, come, per esempio, si vedrà,<br />
fra non molto tempo, riqualificata al meglio<br />
l’area vicino a via Bruno Buzzi, dove<br />
doveva sorgere un complesso edilizio per<br />
soci di una cooperativa. Dopo il terremoto<br />
del ‘90, furono stabil<strong>it</strong>e misure più restr<strong>it</strong>tive<br />
per la concessione di licenze edilizie in<br />
quell’area; la cooperativa proprietaria se ne<br />
rese conto e ha accettato di vendere l’area<br />
stessa al Comune per la cifra di 50 milioni<br />
di lire. Il Comune realizzerà un’area a verde<br />
attrezzato per anziani e bambini. A giorni,<br />
l’assessore all’urbanistica si recherà presso<br />
un notaio c<strong>it</strong>tadino al fine di stipulare il<br />
regolare contratto di compra-vend<strong>it</strong>a e solo<br />
dopo, naturalmente, si potranno avviare le<br />
pratiche per la riqualificazione dell’area che,<br />
Sport<br />
Pol<strong>it</strong>ica<br />
in tutto questo tempo, mi sono impegnato a<br />
tenere decente, grazie alla collaborazione di<br />
sponsor privati, per l’impossibil<strong>it</strong>à di gravare<br />
sul bilancio comunale, giacché l’area non<br />
era pubblica”.<br />
A propos<strong>it</strong>o di cooperative, non<br />
poche sono state trascurate dal Comune,<br />
così come c’è stato rifer<strong>it</strong>o. Lei che cosa<br />
ha intenzione di fare per i c<strong>it</strong>tadini che<br />
hanno bisogno della prima casa?<br />
“Non ho intenzione. Ho già provveduto<br />
a fare istruire le pratiche per ev<strong>it</strong>are<br />
lo stato di abbandono in cui, come ha<br />
ricordato lei giustamente, versavano le<br />
cooperative. Viste le varie localizzazioni<br />
delle cooperative, sto portando le pratiche<br />
alla valutazione del consiglio comunale, che<br />
è l’organo supremo in materia per dare la<br />
certezza a molti giovani di avere, appunto,<br />
la prima casa”.<br />
La “Rari Nantes” sarà impegnata a partire dal 20 marzo nella Coppa LEN<br />
Pallanuoto, punta di diamante dello sport c<strong>it</strong>tadino<br />
Oltre al calcio a 5, anche la pallanuoto è uno degli sport più segu<strong>it</strong>i<br />
blemi elettrici (caldaia rotta),e per questo<br />
non hanno consegu<strong>it</strong>o i risultati sperati. Ma,<br />
nonostante ciò, la società, gest<strong>it</strong>a da V<strong>it</strong>torio<br />
Sgroi, e il direttore tecnico della squadra,<br />
l’allenatore Massimo Suma, credono che<br />
questi ragazzi possano ancora migliorare,<br />
dopo il bel gioco mostrato durante alcune<br />
part<strong>it</strong>e.<br />
Giulio Sciotto
Spaziogiovani<br />
Oltre cinquant’anni fa, nella<br />
zona portuale in Augusta<br />
cominciarono a essere im<br />
piantate le prime industrie,<br />
che ancora oggi svolgono un’intensa attiv<strong>it</strong>à<br />
di produzione, la quale, soprattutto nella<br />
raffinazione del petrolio grezzo proveniente<br />
dal vicino Eg<strong>it</strong>to e dai paesi dell’ex Unione<br />
Sovietica, le fanno classificare tra le più<br />
importanti d’Italia e d’Europa.<br />
Le industrie però non hanno portato<br />
soltanto qualche migliaio di posti di lavoro<br />
tra gli addetti e i manutentori, e quindi<br />
contribu<strong>it</strong>o in modo abbastanza decisivo<br />
a debellare la povertà postbellica presente<br />
nella zona come in ogni parte del meridione<br />
a quell’epoca, ma principalmente nei primi<br />
decenni della loro attiv<strong>it</strong>à e fino al termine<br />
degli anni Settanta hanno letteralmente<br />
depauperato, inquinando i corsi d’acqua,<br />
il mare, le coste e, cosa non meno importante,<br />
l’aria.<br />
Ancora oggi le industrie, pur avendo<br />
adottato alcuni provvedimenti per ridurre<br />
drasticamente le emissioni inquinanti,<br />
contribuiscono in forma determinante all’inquinamento<br />
dell’aria, provocando gravi<br />
disturbi respiratori agli ab<strong>it</strong>anti di Augusta<br />
e dei paesi lim<strong>it</strong>rofi come Melilli e Priolo.<br />
Difatti gli ab<strong>it</strong>anti di Augusta come quelli<br />
di Mistretta e di altre local<strong>it</strong>à industriali del<br />
Nord Italia presentano un male in comune:<br />
l’ASMA.<br />
Questo male che affligge sia i c<strong>it</strong>tadini<br />
di Augusta e sia quelli di Mistretta era già<br />
conosciuto da tempo, infatti, in un noto libro<br />
del professor Giorgio Càsole dal t<strong>it</strong>olo<br />
Augusta e Condorelli è ricordato come la<br />
gente di Augusta continui a fare peregrinazioni<br />
nei vari reparti oncologici degli ospedali<br />
d’oltralpe, vale a dire quelli francesi; ma<br />
che questo fenomeno fosse classificato fra<br />
i primi posti in Sicilia non si sapeva ancora<br />
fino a qualche mese fa, quando la cattedra<br />
di pneumologia dell‘univers<strong>it</strong>à di Palermo<br />
ha confermato la presenza di un alto tasso<br />
di casi di asma a causa della massiccia presenza<br />
di industrie nel terr<strong>it</strong>orio di Augusta,<br />
infatti, sia ad Augusta sia a Mistretta sono<br />
state registrate il maggior numero di casi<br />
di persone affl<strong>it</strong>te da asma, raggiungendo<br />
un’alta percentuale. Adesso una domanda<br />
sorge spontanea nella mente: chi ha notato la<br />
pubblicazione dell’articolo basato sull’alto<br />
tasso di casi di asma ad Augusta? Anni fa<br />
il ministero dell’ambiente classificò l’area<br />
industriale relativa ai comuni di Augusta,<br />
Priolo e Melilli come zona ad elevato rischio<br />
di crisi ambientali’’.<br />
Ora, camminando per la via principale<br />
di Augusta abbiamo intervistato diversi passanti,<br />
tra cui il sig. Claudio di anni 41:<br />
Scusi, lei è al corrente che la zona<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> <strong>11</strong><br />
Bellezza<br />
Interviste ai c<strong>it</strong>tadini<br />
Che ne sapete dell’asma ad Augusta?<br />
compresa tra i comuni di Augusta e Priolo<br />
è quella con il più alto tasso di asma della<br />
Sicilia ?<br />
“ Beh… veramente so che molte<br />
persone qui ad Augusta soffrono d’asma, ma<br />
non pensavo che fosse addir<strong>it</strong>tura così!”<br />
Ora che ne è venuto al corrente, che<br />
soluzione pensa che sia la migliore?<br />
“ Ma… penso che per ridurre almeno<br />
in parte questo problema si potrebbero<br />
organizzare da parte del Comune alcune<br />
domeniche senz’auto, poi non so… visto che<br />
le industrie non possono fermarsi “.<br />
Poi, al sig. Giuseppe di 71 anni abbiamo<br />
chiesto:<br />
Lei si ricorda com’era la zona di<br />
Augusta prima che fossero impiantate le<br />
prime industrie ?<br />
“ Si certamente, la zona di Augusta<br />
era un vero paradiso, l’acqua era limpida e<br />
pul<strong>it</strong>a, e si i campava con la pesca, il sale e<br />
con la campagna, ma la cosa più bella era<br />
la visuale del porto, dove non si vedevano<br />
tutte queste cose……come si chiamano……i<br />
fumaioli, ma soltanto il mare e i campi verdi.<br />
Ora invece …ma anzi oggi l’acqua è pul<strong>it</strong>a,<br />
ma fino agli anni Settanta se qualcuno ca-<br />
deva in mare nel porto o in qualsiasi altro<br />
posto, si r<strong>it</strong>rovava tutto nero, sporco di<br />
petrolio “.<br />
Addir<strong>it</strong>tura !<br />
“Sì, sì, una volta mia figlia si è tuffata<br />
qua vicino dove adesso c’è la piscina<br />
comunale e quando è usc<strong>it</strong>a era tutta<br />
incatramata”.<br />
Secondo lei al posto delle industrie<br />
cosa si poteva fare?<br />
“Un sacco di altre attiv<strong>it</strong>à, riguardanti<br />
il turismo visto che in questa zona è<br />
molto carente, così niente inquinamento,<br />
niente asma e avrebbero portato lo stesso<br />
il benessere”.<br />
Infine al signor Domenico di anni<br />
41:<br />
Dopo il recente inquinamento delle<br />
acque antistanti Priolo causato dallo<br />
scarico in mare di prodotti chimici,<br />
scandalizzando l’opinione pubblica, cosa<br />
suggerirebbe di fare per ev<strong>it</strong>are il ripetersi<br />
di altri episodi del genere?<br />
“Innanz<strong>it</strong>utto si dovrebbe metabolizzare<br />
nella mente di ogni persona che<br />
l’ambiente che ci circonda è parte integrante<br />
della nostra v<strong>it</strong>a, e in quanto tale<br />
mer<strong>it</strong>a tutto il rispetto dovuto; quindi gli<br />
organi preposti al rispetto dell’ambiente<br />
dovrebbero fare seriamente e con cr<strong>it</strong>erio<br />
i controlli per i quali sono stati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i, e<br />
mi riferisco a tutte le forze dell’ordine e in<br />
generale pretendere dei rapporti periodici<br />
da parte delle industrie locali, nei quali<br />
dichiarino l’effettiva destinazione dei vari<br />
rifiuti che si producono”.<br />
Ci sono stati casi di asma nella sua<br />
famiglia?<br />
“ Sì! Uno dei miei figli, il maggiore,<br />
ha sofferto di asma fino all’età di circa dieci<br />
anni”.<br />
Cosa ha fatto per curarla?<br />
“Dapprima mi sono rivolto alla medicina<br />
tradizionale e successivamente alla<br />
medicina naturale andando in contro a<br />
notevoli disagi e spese non indifferenti”.<br />
Queste sono le opinioni di alcuni c<strong>it</strong>tadini<br />
di Augusta. Si nota chiaramente che<br />
si poteva sviluppare un’economia locale<br />
mantenendo l’aria pul<strong>it</strong>a e salubre con migliori<br />
vantaggi sia all’uomo, sia all’ambiente<br />
circostante.<br />
Andrea Nico-<br />
ELEZIONI AMMINISTRAT<strong>IV</strong>E <strong>2003</strong><br />
L’ed<strong>it</strong>ore del Giornale di Augusta informa che è possibile sin d’ora<br />
prenotare, ai sensi della normativa vigente, spazi per la pubblic<strong>it</strong>à<br />
elettrorale in vista delle amministrative <strong>2003</strong>. Il Giornale di Augusta è<br />
il veicolo più sicuro e più efficace per far conoscere i candidati - i loro<br />
volti e i loro programmi - a tutti gli elettori. La sede del giornale è in Via<br />
Garibaldi, 16 - tel 0931 524010
12<br />
Augusta ha un castello sve-<br />
vo, altri illustri monumenti,<br />
ma incontra gravi problemi<br />
nel campo della toponomastica,<br />
sia per quanto riguarda i nuovi<br />
quartieri, sia per quanto concerne il centro<br />
storico.<br />
Cominciamo dai ponti di accesso al<br />
centro storico, i cosiddetti ponti di campagna<br />
separati dal rivellino, e dal nuovo<br />
viadotto sul golfo Xifonio: senza nome<br />
tutti. Passi per i “ponti di campagna”, ma<br />
il viadotto, che, per iniziativa del sindaco<br />
dell’epoca, si voleva int<strong>it</strong>olare a Federico<br />
II, non ha nome: non si sa che fine abbia<br />
fatto la relativa delibera. Ma ancora più<br />
oscura è la vicenda della via che va dalla<br />
piazza della Posta ora S. Andrea fino alla<br />
via Marina di Ponente, che, in senso ovestest<br />
è la più lunga del centro storico: fino<br />
all’incrocio con Via Xifonia si fregia di un<br />
nome strano, Limpetra; e prosegue con un<br />
nome addir<strong>it</strong>tura difficile da pronunciare,<br />
Xiacche, volgarizzato in Sciacche. Ma ancora<br />
più strano è il fatto che lo stesso nome,<br />
Xiacche, porta un’altra extraurbana che dal<br />
Monte Tauro sbocca sulla provinciale per<br />
Brucoli ed è addir<strong>it</strong>tura attraversata dalla<br />
ferrovia. Il relativo passaggio a livello ha<br />
dato qualche problema, per fortuna non<br />
drammatico, com’è successo, invece, in<br />
ségu<strong>it</strong>o a un luttuoso incidente allo sbocco<br />
di questa strada sulla provinciale c<strong>it</strong>ata.<br />
Ma cerchiamo di capire i due nomi<br />
Limpetra e Xiacche.<br />
Per il primo l’unica indicazione attendibile<br />
è riscontrabile in una noticina in<br />
margine a un contributo di Tullio Marcon<br />
“Topografia e toponomastica del contro<br />
storico di Augusta nel primo Ottocento”,<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
apparso recentemente sul Notiziario storico<br />
di Augusta, dove si legge per Via Limpetra:<br />
“Ma dovrebbe dirsi Colimbetra, e non Limpetra…”<br />
e si accenna a una controversia fra<br />
gli studiosi. Il mistero non viene diradato.<br />
Proviamo a chiarirlo.<br />
Nel secolo sedicesimo un importantissimo<br />
storico ed erud<strong>it</strong>o di Sciacca, Tommaso<br />
Fazello, nella sua descrizione della Sicilia<br />
orientale, viaggiando sulla costa da Nord a<br />
Sud, arrivato al fiume Cantera, così si esprime:<br />
“Presso Mègara Dedalo costruì quella<br />
che viene chiamata Lymbetra, dalla quale<br />
si versa direttamente in mare, là vicino,<br />
un grosso fiume, chiamato Alabos…”. Ma<br />
questo fiume da dove viene?<br />
Così continua Fazello: “La c<strong>it</strong>tadella<br />
(in latino arx) Lumbetra, che c’era al tempo<br />
di Diodoro, mostra oggi, abbattuti al suolo<br />
alcuni ruderi”.<br />
Quindi, Fazello lascia intendere che il<br />
fiume viene dalla Lymbetra arx, che è una<br />
c<strong>it</strong>tadella. E qui nasce il mistero: il grosso<br />
fiume Alabos sorge da una c<strong>it</strong>tadella?<br />
Il puzzle si complica quando, nel segu<strong>it</strong>o<br />
del suo resoconto di viaggio, arrivato,<br />
dopo circa un kilometro, al fiume San Cusmano,<br />
Fazello annota: “Dopo le rovine di<br />
Mègara, segue la foce di San Cusmano, ove<br />
è un lago, costru<strong>it</strong>o con blocchi squadrati<br />
da Federico Secondo Cesare [Fazello lo<br />
chiama così e non Augusto, n.d.r.] a scopo<br />
Toponomastica<br />
L’intervento di Alberto Terranova, ex preside del liceo classico “Mègara”<br />
I misteri dei nomi delle vie<br />
Che senso ha denominare Xiacche due strade e da dove deriva questo nome oscuro e difficile da<br />
pronunciare? E via Limpetra? - Fotoservizio di Francesco Tringali<br />
L’ex piazza delle Poste, oggi piazza<br />
S.Andrea<br />
Via Xiacche extraurbana com’è oggi<br />
di pescicoltura”.<br />
Si deve supporre che Fazello cercava,<br />
in base alle sue fonti greche su Mègara,<br />
qualcosa che aveva letto in Diodoro Siculo,<br />
che, nel cap<strong>it</strong>olo 78 del libro <strong>IV</strong> delle sue<br />
Storie, parlando di Dedalo, il personaggio<br />
m<strong>it</strong>ico, a propos<strong>it</strong>o del s<strong>it</strong>o della colonia greca<br />
di Mègara, dice testualmente: “Nei pressi<br />
del s<strong>it</strong>o già ab<strong>it</strong>ato dai Megaresi, costruì con<br />
grande perizia la cosiddetta Colimbetra,<br />
dalla quale sbocca nel mare che è vicino al<br />
grosso fiume chiamato Alabo”.<br />
Se tanto mi dà tanto, Fazello cercava<br />
la m<strong>it</strong>ica Colimbetra, cioè un laghetto artificiale<br />
sull’Alabo, e crede d’averla trovata nel<br />
Cantera, dov’è arrivato prima e ha trovato<br />
i resti della c<strong>it</strong>tadella ellenistica, portata<br />
alla luce da Georges Vallet sul costone del<br />
fiume Cantera.<br />
Da questo si deduce che Lymbetra non<br />
può essere che una storpiatura di Colimbetra.<br />
Qui si possono fare solo supposizioni.<br />
Forse la tradizione orale della gente del<br />
posto aggiustava la parola strana sicilianizzandola<br />
in Culimpetra (culo in pietra, nella<br />
fonetica siciliana) e il Fazello, per nobil<strong>it</strong>are<br />
il nome m<strong>it</strong>ico Colymbetra, lo mutilò della<br />
prima compromettente sillaba (cu = co), ma<br />
non poteva falsificare quel che vedeva, cioè<br />
i resti di una rocca o c<strong>it</strong>tadella (arx), e non<br />
poteva essere un lago artificiale.<br />
Spiegato il mistero della Via Limpe-
Toponomastica<br />
tra? Non sappiamo: giudichi il lettore.<br />
Certo chi ha int<strong>it</strong>olato la/le via/vie<br />
Limpetra-Xiacche pensava al Fazello, lo<br />
storico erud<strong>it</strong>o di Sciacca – anticamente<br />
Xacca, cui, forse, con la t<strong>it</strong>olazione Xiacche,<br />
si voleva dare atto d’essere l’ispiratore<br />
della t<strong>it</strong>olazione Limpetra, che è più temperata<br />
di Lymbetra, come Sciacca è più<br />
temperata di Xacca.<br />
Curioso, ma non tanto, è che l’ammiratore<br />
del Fazello è il precursore di quanti<br />
oggi pensano a un gemellaggio Augusta-<br />
Mègara-Selinunte-Sciacca. I precedenti<br />
storici ci sono.<br />
Per concludere un augurio: che<br />
almeno la seconda via Xiacche, quella suburbana,<br />
si possa int<strong>it</strong>olare semplicemente<br />
Colimbetra (in greco significa ‘piscina’, nel<br />
senso di vasca per i pesci).<br />
Alberto Terranova<br />
Il sindaco, cui fa riferimento nel suo<br />
pezzo il nostro apprezzato collaboratore,<br />
è il socialista V<strong>it</strong>torio D’Amico, che accettò<br />
la “provocazione” del responsabile<br />
di questa testata, organizzatore, nell’aprile<br />
‘87, di una conferenza su Federico II di<br />
Svevia, fondatore di Augusta, nel settecentesco<br />
salone di Palazzo di C<strong>it</strong>tà (chiuso dal<br />
dicembre ’90, all’indomani del terremoto<br />
di S. Lucia). Era relatore il prof. Salvatore<br />
Leone, ordinario di Storia moderna e incaricato<br />
di Storia medievale all’univers<strong>it</strong>à<br />
di Catania. Foltissimo l’ud<strong>it</strong>orio. Il nostro<br />
responsabile sottolineò il fatto che al suo<br />
fondatore Augusta “non ha ancora elevato<br />
un monumento, né int<strong>it</strong>olato una piazza o<br />
una via; una via gli ha dedicato la vicina<br />
c<strong>it</strong>tà di Lentini, che pure non è stata fondata<br />
da lui né reca alcuna memoria storica,<br />
come ha invece la nostra c<strong>it</strong>tà col castello<br />
federiciano”. D’Amico accolse la provocazione<br />
e, coram populo, promise che avrebbe<br />
fatto int<strong>it</strong>olare a Federico il nuovo ponte di<br />
accesso, allora in <strong>it</strong>inere. E fu di parola. La<br />
“delibera relativa”, cui fa cenno Terranova,<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 13<br />
Bellezza<br />
fu adottata dalla Giunta (di centro sinistra,<br />
per dovere di cronaca).<br />
L’amministrazione D’Amico cadde e<br />
l’atto amministrativo rimase lettera morta,<br />
nel senso che non trovò applicazione. Tuttavia,<br />
non perdeva la sua efficacia, tant’è<br />
vero, che, anni dopo, il presidente del<br />
Kiwanis club c<strong>it</strong>tadino, Sebastiano Gulino,<br />
nel 1994 fece approntare, a spese del di<br />
lui sodalizio, la segnaletica necessaria per<br />
indicare agli augustani che il viadotto era,<br />
appunto, int<strong>it</strong>olato a Federico. La segnaletica<br />
fu donata al Comune, ma non è stata<br />
mai infissa. Misteri. Eppure una segnaletica<br />
indicante i monumenti pregevoli di questa<br />
c<strong>it</strong>tà, donata dalla Provincia regionale,<br />
è stata messa regolarmente al suo posto.<br />
Eppure l’ex Piazza delle Poste è stata ribattezzata<br />
e dedicata a Sant’Andrea, patrono<br />
dei pescatori – scelta rispettabilissima – e<br />
in questa stessa Piazza Sant’Andrea sarà<br />
collocato un monumento raffigurante l’apostolo.<br />
Misteri. A meno che non si voglia<br />
vedere la faccenda da un punto di vista<br />
psico-anal<strong>it</strong>ico: la negazione di Federico<br />
equivale simbolicamente all’uccisione del<br />
padre?<br />
Assurda e risibile la duplicazione<br />
del nome Xiacche per due strade: una del<br />
centro storico e una extraurbana. Misteri<br />
anche qui?O si tratta di pura ignoranza o<br />
di superficiale dimenticanza di chi ha denominato<br />
Xiacche la strada extraurbana? Per<br />
non parlare dell’assoluto disinteresse nei<br />
confronti di tutte le contrade urbananizzate<br />
del Monte, prive di toponomastica, tanto che<br />
gli stessi postini hanno difficoltà a consegnare<br />
le missive ai destinatari. E in questo<br />
senso abbiamo ricevuto lamentele dai nostri<br />
lettori (e fra questi ci sono pensionati che<br />
aspettano la pensione o persone che, non<br />
avvisate in tempo, perché la raccomandata<br />
o la relativa cartolina non è stata loro recap<strong>it</strong>ata,<br />
non hanno potuto partecipare a un<br />
concorso). E’ davvero così difficile scegliere,<br />
fra molteplici opzioni, i nomi da destinare<br />
alle strade o alle piazze di antica o recente<br />
formazione?<br />
A Siracusa c’è un quartiere, chiamato<br />
anni fa borgata, dove hanno dato nomi<br />
di fiumi a alcune vie vicine. In mancanza<br />
d’altro, anche da noi si potrebbe attingere<br />
dall’atlante geografico. Nel ragusano c’è<br />
la vecchia e “nobile” c<strong>it</strong>tà di Modica che<br />
è divisa in tre parti com’è, tutto sommato<br />
Augusta. C’è Modica Alta, Modica Bassa (il<br />
centro storico) e Modica Sorda (la nuova<br />
c<strong>it</strong>tà in espansione, sorta in zona di campagna,<br />
com’è il nostro Monte), ma Modica<br />
Sorda non solo è stata regolamentata e non<br />
è affatto un quartiere-dorm<strong>it</strong>orio, ma ha<br />
tutte le strade e le piazze con tanto di nome<br />
e di targa e di lapide. Perché tutto ciò non<br />
si può realizzare al Monte, anche se è stato<br />
urbanizzato in modo disordinato? (A volte<br />
sembra di penetrare all’interno d’un’orribile<br />
fungaia di cemento). Misteri anche<br />
qui? A Ragusa c<strong>it</strong>tà, un tempo Ragusa Superiore<br />
(comune distinto da Ragusa Ibla),<br />
ci sono ben tre ponti: uno, il più antico,<br />
chiamato da tutti “ponte vecchio”, è stato<br />
int<strong>it</strong>olato al “papa buono” Giovanni XXIII<br />
e la segnaletica lo grida ai quattro venti.<br />
In conclusione, una domanda: che fine ha<br />
fatto il dono del Kiwanis Club? Attendiamo<br />
la risposta, ma senza convinzione.<br />
GdA
14<br />
Questo è il terzo anno dacché,<br />
con decreto ministeriale, tutte<br />
le scuole <strong>it</strong>aliane sono inv<strong>it</strong>ate<br />
a ricordare la Shoah o Shoa (alla lettera<br />
‘catastrofe, calam<strong>it</strong>à’) sub<strong>it</strong>a dagli ebrei<br />
residenti in Europa, cioè dagli oltre sei milioni<br />
di <strong>it</strong>aliani, francesi, tedeschi, olandesi,<br />
ecc. con nomi ebraici e non necessariamente<br />
praticanti la religione israel<strong>it</strong>ica, quella dei<br />
loro avi, che, stanziati in Palestina, obbedivano<br />
alla Torah e aspettavano (come tuttora<br />
aspettano) il Messia. Al liceo scientifico<br />
statale “A. Saluta” non c’è stato bisogno<br />
del decreto ministeriale per ricordare questa<br />
terribile pagina della storia del XX secolo,<br />
almeno nelle classi dove ha insegnato e insegna<br />
lettere il nostro direttore. Il quale ha<br />
sottoposto ai suoi alunni testi rari e altamente<br />
drammatici come Un paio di scarpette<br />
rosse di J. Lussu, Io canto di I. Katzenelson<br />
e pagine da Se questo è un uomo di Primo<br />
Levi. Di segu<strong>it</strong>o pubblichiamo le sue riflessioni<br />
proprio su Levi.<br />
L’Inferno virtuale di Dante<br />
e quello vero di Primo Levi<br />
Se è vero, com’è stato giustamente<br />
osservato, che la lettura di un libro richiama<br />
quello di uno o più libri precedenti, la lettura<br />
del primo libro di Primo Levi, chimico torinese,<br />
nato nel 1919 e morto suicida nel 1987,<br />
quello per cui è mer<strong>it</strong>atamente famoso, cioè<br />
Se questo è un uomo, ha richiamato alla<br />
memoria altre due opere: L’Inferno di Dante<br />
e Il diario di Anna Frank, quest’ultimo letto<br />
da me perché sollec<strong>it</strong>ato dalla visione di un<br />
lungo film, tratto dalla riduzione teatrale<br />
(negli Stati Un<strong>it</strong>i) della versione purgata<br />
dal padre Otto e poi pubblicata con il t<strong>it</strong>olo<br />
originale, che, tradotto in <strong>it</strong>aliano, è quello<br />
di Retrocasa, ma universalmente poi noto<br />
come Il diario di Anna Frank. Ovviamente,<br />
l’incontro con Dante è avvenuto per motivi<br />
essenzialmente scolastici, ma ero ancora<br />
troppo giovane per poter apprezzare la<br />
bellezza, la solenn<strong>it</strong>à, la grandios<strong>it</strong>à e la<br />
compless<strong>it</strong>à dell’opera dantesca, seppure<br />
l’Inferno, come riconoscono gli stessi cr<strong>it</strong>ici,<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
Allo scientifico “Saluta” celebrato “Il giorno della<br />
memoria” con testi di Katzenelson, Lussu e Primo Levi.<br />
All’inferno e r<strong>it</strong>orno<br />
è quella cantica che più si avvicina alla nostra<br />
sensibil<strong>it</strong>à, non solo per il linguaggio,<br />
lo stile, ma perché avvertiamo personaggi,<br />
s<strong>it</strong>uazioni e temi dell’Inferno come vicini<br />
a noi, parte di noi, anche se la visione del<br />
poeta risente del clima medievale di cui<br />
Dante è esponente a pieno t<strong>it</strong>olo. Il padre<br />
della lingua <strong>it</strong>aliana immagina (o ci crede<br />
veramente) d’aver compiuto un viaggio<br />
negli inferi cristiani, alla maniera degli eroi<br />
pagani e m<strong>it</strong>i classici Ulisse e Enea, per<br />
indicare, però agli uomini del suo tempo<br />
che, pur smarrendosi nel peccato, possono,<br />
attraverso l’intervento della ragione<br />
(Virgilio) e della teologia (Beatrice) essere<br />
degni di godere della visione paradisiaca e<br />
salvifica di Dio nel Paradiso, attraverso la<br />
purificazione compiuta nel Purgatorio. Il<br />
t<strong>it</strong>olo stesso di Commedia rinvia, oltre che<br />
allo stile medio (tra quello solenne della tragedia<br />
e quello più umile dell’elegia), anche<br />
all’inizio tragico e al finale lieto.<br />
Quello di Dante è un viaggio, dunque,<br />
virtuale. Quello di Levi invece è un viaggio<br />
reale descr<strong>it</strong>to con linguaggio realistico,<br />
tant’è che questo autore viene collocato<br />
nel filone del neorealismo novecentesco o<br />
della memoralistica di guerra. Dante “vede”<br />
un Inferno oltremondano, Primo Levi vive<br />
un inferno terreno, quello del lager polacco<br />
Auschw<strong>it</strong>z, di famigerata memoria, vera e<br />
propria fabbrica di eliminazione di esseri<br />
umani – la così detta soluzione finale progettata<br />
da H<strong>it</strong>ler – specialmente di ebrei di<br />
null’altro colpevoli che d’essere di religione<br />
israel<strong>it</strong>ica o di appartenenza pura e semplice<br />
a quell’etnia.<br />
Se Dante ha sempre chiara la visione<br />
del suo viaggio, perché egli, seppure si<br />
sdoppia nel personaggio Dante, costruisce<br />
quel viaggio a tavolino, Primo Levi, a fatica<br />
prima, poi con maggiore fluid<strong>it</strong>à, certamente<br />
con grande dolore, rievoca quei momenti autobiografici,<br />
talmente inaud<strong>it</strong>i, tanto dolorosi<br />
a volte, che egli stesso, anni dopo, a tavolino,<br />
dub<strong>it</strong>a di averli veramente vissuti. Essendo<br />
di formazione classica (ha studiato al liceo<br />
“D’Azeglio” di Torino), essendo ab<strong>it</strong>uato dal<br />
suo hab<strong>it</strong>us di chimico al ragionamento, alla<br />
misura, egli, sostanzialmente, non indugia<br />
nel bello scrivere, non insegue gli artifici<br />
retorici per commuovere il lettore.<br />
La commozione viene dalla cosa in sé,<br />
rappresentata o meglio ricordata, con cruda<br />
semplic<strong>it</strong>à e, per contrasto, tanto più efficace,<br />
come per esempio quando accenna alla<br />
perd<strong>it</strong>a dei cari, dopo il lungo, estenuante e<br />
animalesco viaggio (mai dissetati, peggio<br />
trattati degli animali): “Scomparvero così,<br />
in un istante, a tradimento, le nostre donne,<br />
i nostri gen<strong>it</strong>ori, i nostri figli. Quasi nessuno<br />
ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po’<br />
di tempo come una massa oscura all’altra<br />
Cultura<br />
estrem<strong>it</strong>à della banchina, poi non vedemmo<br />
più nulla”. Altro non dice Levi, almeno in<br />
questo cap<strong>it</strong>olo, ma noi intuiamo – lo sappiamo<br />
già dalla Storia – che donne, gen<strong>it</strong>ori,<br />
figli saranno destinati alla dissoluzione<br />
fisica, persino alla dispersione delle ceneri,<br />
quasi a voler cancellare in fretta e furia le<br />
tracce per negare l’ident<strong>it</strong>à e l’esistenza di<br />
un popolo. Ma prima c’è la dissoluzione<br />
morale. “Finalmente si apre un’altra porta:<br />
eccoci tutti chiusi, nudi, tosati e in piedi,<br />
con i piedi nell’acqua e una sala di docce.<br />
Siamo soli, a poco a poco lo stupore si<br />
scioglie e parliamo e tutti domandano e<br />
nessuno risponde” – scrive Levi in un altro<br />
cap<strong>it</strong>olo e sembra quasi che il polisindeto<br />
(e… e… e…) sia venuto spontaneo. E<br />
riprende argomentando, usando il ragionamento,<br />
ma poi ponendosi interrogativi<br />
angosciosi umanamente comprensibili: “Se<br />
siamo nudi in una sala di docce, vuol dire<br />
che faremo la doccia. Se faremo la doccia,<br />
è perché<br />
Quando<br />
non ci ammaccano<br />
le alunne del<br />
ancora.<br />
liceo socio-<br />
E allora<br />
perché<br />
psico-pedagogico<br />
ci fanno stare<br />
ci<br />
in piedi<br />
hanno<br />
e<br />
esposto<br />
non ci danno<br />
le<br />
da<br />
loro<br />
bere,<br />
doglianze,<br />
e nessuno,<br />
ci hanno<br />
ci spiega<br />
mostrato<br />
niente<br />
della<br />
e non<br />
abbiamo<br />
lettera<br />
né<br />
che<br />
scarpe<br />
pubblichiamo<br />
né vest<strong>it</strong>i<br />
la<br />
ma<br />
copia<br />
siamo<br />
con<br />
tutti<br />
nudi tanto coi di piedi timbro nell’acqua, del protocollo e fa d’entrata freddo ed è<br />
cinque e le ricevute giorni che delle viaggiamo varie raccomandate.<br />
e non possiamo<br />
neppure I gen<strong>it</strong>ori sederci. di queste E le nostre ragazze donne?” ci hanno Questo<br />
fatto osservare che niente s’è mosso<br />
alla Provincia, nonostante per un quinquennio<br />
un augustano abbia avuto la
Cultura<br />
interrogativo mi sembra sbattuto in faccia<br />
al lettore per provocare una forte reazione<br />
e anche per operare una specie di estraniazione,<br />
per ev<strong>it</strong>are, cioè, a mio giudizio, che<br />
il lettore possa essere troppo impietos<strong>it</strong>o<br />
per quella scena, in cui viene messa in<br />
evidenza sì la fragil<strong>it</strong>à degli esseri umani di<br />
fronte all’incombere della morte, ma, direi<br />
soprattutto, è messa in luce una condizione<br />
di uman<strong>it</strong>à fer<strong>it</strong>a, calpestata, di esseri umani<br />
spogliati letteralmente di tutto, persino della<br />
dign<strong>it</strong>à, oggetto di sterminio e di esercizio di<br />
onnipotenza da parte di una divin<strong>it</strong>à malefica<br />
e proteiforme: H<strong>it</strong>ler e i suoi.<br />
Come non ricordare, a propos<strong>it</strong>o, il<br />
lucido cap<strong>it</strong>olo in cui Levi rammenta d’esser<br />
stato esaminato dal Doktor Pannw<strong>it</strong>z…<br />
alto, magro, biondo; ha gli occhi, i capelli,<br />
il naso come tutti i tedeschi devono averli<br />
– osserva Levi con fine ironia, che eserc<strong>it</strong>a<br />
anche su di sé, quasi a voler dimostrare al<br />
lettore che gli internati nel lager, quelli che il<br />
lavoro dovrebbe rendere liberi (Arbe<strong>it</strong> macht<br />
frei rec<strong>it</strong>a “una scr<strong>it</strong>ta vivamente illuminata”<br />
sopra una grande porta nel lager) sono stati<br />
demol<strong>it</strong>i, annientati anche nel pensiero: “Io<br />
sto in piedi nel suo studio che è un vero<br />
studio, lucido, pul<strong>it</strong>o e ordinato, e mi pare<br />
che lascerei una macchia sporca dovunque<br />
dovessi toccare… quello sguardo non corse<br />
fra due uomini; e se io sapessi spiegare a<br />
fondo la natura di quello sguardo, scambia-<br />
to come attraverso la parete di vetro di un<br />
acquario tra due esseri che ab<strong>it</strong>ano mondi<br />
diversi, avrei anche spiegato l’essenza della<br />
grande follia della terza Germania”.<br />
Già qui potrei cogliere la misura di<br />
quella “classic<strong>it</strong>à” cui prima facevo riferimento,<br />
quale, del resto, è stata riconosciuta<br />
dal cr<strong>it</strong>ico Vincenzo Mengaldo, il quale<br />
afferma che Primo Levi ormai “appare anche<br />
linguisticamente, se altri mai, un classico”.<br />
In questo passo che ho appena c<strong>it</strong>ato e che,<br />
a mio avviso, rende bene, seppur implic<strong>it</strong>amente,<br />
quel senso di onnipotenza divina<br />
che avevano persino gli esecutori di H<strong>it</strong>ler<br />
nei confronti degli ebrei, è efficacissima,<br />
dal punto di vista formale, stilisticamente,<br />
diciamo così, pul<strong>it</strong>a, l’immagine dell’acquario:<br />
Levi si sente – e fa percepire a noi<br />
lettori in modo quasi subliminale, oserei<br />
dire, - un pesce che viene scrutato da un<br />
essere non solo diverso, ma superiore, qual<br />
è in quel momento Panw<strong>it</strong>z, personaggio,<br />
effettivamente, alto in grado nell’inferno<br />
leviano. Altri sono i Caronte, i diavoli<br />
comuni, caratterizzati da “quei barbarici<br />
latrati dei tedeschi quando comandano”<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 15<br />
Bellezza<br />
(sembra quasi di risentire gli oscuri versi<br />
di Dante “Papé Satan aleppe…), i kapos.<br />
“Questo è l’inferno”: assolutizza Levi e<br />
poi spiega, prima di parlare di antinferno,<br />
di innumerevoli proibizioni, di divisioni in<br />
criminali, pol<strong>it</strong>ici ed ebrei e delle baracche<br />
in blocks: il che rinvia alla divisione dantesca<br />
in gironi e in peccatori. E, tuttavia,<br />
come Dante arriva fino in fondo all’imbuto<br />
infernale per poi “riveder le stelle”, anche<br />
Primo Levi conosce l’abiezione, ma lotta<br />
contro tutto, contro tutti e contro sé stesso<br />
per uscire indenne dall’inferno: Levi capisce<br />
sub<strong>it</strong>o che “siamo arrivati al fondo. Più<br />
giù di così non si può andare: condizione<br />
umana più misera non c’è e non è pensabile.<br />
Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli ab<strong>it</strong>i,<br />
le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non<br />
ci ascolteranno e se ci ascoltassero, non ci<br />
capirebbero. Ci toglieranno anche il nome:<br />
e se vorremo conservarlo, dovremo trovare<br />
in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro<br />
al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali<br />
eravamo rimanga”.<br />
Così nel secondo cap<strong>it</strong>olo, Levi<br />
sintetizza la demolizione dell’uomo in<br />
quanto essere umano, ma in quello dal<br />
t<strong>it</strong>olo “Esame di clinica”, in cui emerge la<br />
figura di Pannw<strong>it</strong>z (il quale prima di sopprimere<br />
vuole sfruttare tutto l’utilizzabile<br />
dell’essere inferiore che ha davanti) Levi<br />
mentalmente resiste contro quest’ultimo<br />
atto di sopraffazione, sottilmente superiore,<br />
perché Pannw<strong>it</strong>z ha gli occhi azzurri, le mani<br />
coltivate, dà del lei all’essere inferiore, vuole<br />
usare, cioè, il cervello e non le mani. Levi<br />
mentalmente ripete: “Gli occhi azzurri e i<br />
capelli biondi sono essenzialmente malvagi.<br />
Nessuna comunicazione possibile. Sono<br />
specializzato in chimica mineraria. Sono<br />
specializzato in sintesi organiche. Sono<br />
specializzato…”.<br />
Lo stile è del linguaggio telegrafico,<br />
ma esprime coerentemente il fortissimo stato<br />
di pressione psicologica cui si può essere<br />
sottoposti in condizioni estreme e cui bisogna<br />
reagire facendo appello a tutte le nostre<br />
risorse, per restare disperatamente in v<strong>it</strong>a.<br />
“Pare che sia andata bene, ma sarebbe insensato<br />
farci conto. Conosco già abbastanza il<br />
Lager per sapere che non si devono mai fare<br />
previsioni, specie se ottimistiche. Quello<br />
che è certo è che ho passato una giornata<br />
senza lavorare, e quindi stanotte avrò un po’<br />
meno fame, e questo è un vantaggio concreto<br />
acquis<strong>it</strong>o” – conclude realisticamente<br />
il cap<strong>it</strong>olo e noi capiamo che la lotta per<br />
la sopravvivenza può comportare qualsiasi<br />
sacrificio, anche perché “la v<strong>it</strong>a fuori era<br />
bella”, come sottolinea Levi nell’ultimo<br />
cap<strong>it</strong>olo, “La storia di dieci giorni” – gli<br />
ultimi, prima della deliberazione. La v<strong>it</strong>a è<br />
bella è il t<strong>it</strong>olo del film di Roberto Benigni,<br />
che ha fatto incetta di premi in tutto il mondo,<br />
ma che, secondo me, ha banalizzato la<br />
vicenda dell’Olocausto o della Shoah, in cui<br />
Primo Levi e Anna Frank sono state v<strong>it</strong>time<br />
sacrificali, fra milioni di altri, il cui nome è<br />
conservato, se non ricordo male, nel museo<br />
della memoria a Israele.<br />
Anna Frank ha raccontato le sue<br />
palp<strong>it</strong>azioni adolescenziali e la vicenda<br />
era come sullo sfondo, ma su uno sfondo<br />
drammaticamente, tragicamente sempre<br />
presente, e il suo diario rappresenta anche<br />
una testimonianza su una forzata convivenza<br />
per due anni, dominata dalla paura dell’essere<br />
scoperti a ogni trasalimento. Altro che<br />
Grande Fratello, trasmissione televisiva di<br />
successo, spacciata per fenomeno sociologico!<br />
Anna Frank non ha la fortuna di sopravvivere<br />
come Primo Levi e questo fa di lei<br />
un’eroina, un’icona tragica, potremmo dire,<br />
la cui vicenda umana ingigantisce persino<br />
quella letteraria. Primo Levi, che, probabilmente,<br />
non avrebbe mai scr<strong>it</strong>to (Ermanno<br />
Paccagini, prefatore dell’edizione realizzata<br />
da Famiglia Cristiana, ricorda che Levi si<br />
diplomò nella sessione autunnale, “essendo<br />
stato rimandato in Italiano”), rimane segnato<br />
per tutta la v<strong>it</strong>a da quella drammatica esperienza<br />
di un anno e sebbene egli, per tutta<br />
la sua rimanente esistenza, non abbia fatto<br />
altro che riscrivere lo stesso libro, giacché,<br />
in fondo, gli altri t<strong>it</strong>oli non sono altro che<br />
una ripresa e un approfondimento di Se<br />
questo è un uomo, rimane schiacciato dalla<br />
vicenda stessa.<br />
Come si dice in psicologia, non riuscì<br />
a elaborare il suo lutto e si uccise gettandosi<br />
dall’ultimo piano del palazzo dove ab<strong>it</strong>ava.<br />
Nei suoi brevi diciassette cap<strong>it</strong>oli, ciascuno<br />
dei quali ha una sua autonomia strutturale,<br />
attraverso i quali Levi svolge il dipanarsi<br />
della sua vicenda umana, dal viaggio dopo<br />
l’arresto fino alla liberazione, e in cui compaiono<br />
personaggi memorabili e pagine di<br />
autentico lirismo, Se questo è un uomo potrebbe<br />
essere considerato monumentum aere<br />
perennius per ricordare parole di Orazio, che<br />
però applicava ai suoi versi. Levi denuncia,<br />
senza scagliarsi rabbiosamente contro “i<br />
diavoli di malebolge”, eppure ne avrebbe il<br />
dir<strong>it</strong>to. La violenza è in re ipsa, direbbero<br />
i filosofi: basta svelarla con narrazione sapiente,<br />
con senso di classico equilibrio, basta<br />
indagarne le caratteristiche e le cause, come<br />
fa Levi, e sarà da sé oggetto di condanna<br />
da parte dei lettori. Si tratta, dunque, a mio<br />
parere di un libro di altissima qual<strong>it</strong>à non<br />
solo letteraria, ma umana, civile e pol<strong>it</strong>ica.<br />
E uso quest’ultimo termine nel senso più<br />
nobile della sua accezione.
16<br />
Augusta chiama Buenos<br />
Aires - così si potrebbe<br />
sintetizzare l’iniziativa<br />
promossa dalla locale associazione<br />
“Figli di Augusta”, presieduta<br />
da Aldo Raina, in parte realizzata a Natale<br />
(ne abbiamo parlato nel n. 9 a pagina 15),<br />
e in parte da realizzare, probabilmente in<br />
occasione della popolare festa del patrono<br />
San Domenico, che già richiama molti au-<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
Decisivo l’intervento degli augustani Giuseppe Passanisi e Paolo Amato<br />
rispettivamente assessore e consigliere della provincia regionale.<br />
Augusta chiama Buenos Aires<br />
Gli augustani sono inv<strong>it</strong>ati a solidarizzare con gli augustani emigrati in Argentina.<br />
Stamperia d’Arte “Il Torchio”<br />
gustani residenti a<br />
Boston, nella regione<br />
del New England<br />
degli Stati Un<strong>it</strong>i.<br />
Negli Usa gli augustani,<br />
in genere,<br />
si possono permettere<br />
telefonate intercontinentali<br />
per<br />
parlare con i loro<br />
cari qui residenti<br />
e di venire, se non<br />
ogni anno, più volte<br />
negli anni, per<br />
rivedere persone e<br />
luoghi.<br />
L’Argentina<br />
e sì in America, ma<br />
non nell’America<br />
ricca; quando ci<br />
riferiamo agli ab<strong>it</strong>anti degli Stati Un<strong>it</strong>i diciamo<br />
normalmente, gli americani, mentre<br />
se dobbiamo accennare a coloro che ab<strong>it</strong>ano<br />
nel resto del continente americano diciamo,<br />
a seconda dei casi, i canadesi, i messicani,<br />
i venezuelani, i portoghesi, gli argentini.<br />
Recentemente le televisioni hanno mostrato<br />
le scene di violenza in Venezuela, paese che<br />
ha conosciuto più volte il regime mil<strong>it</strong>are<br />
a causa del malcontento popolare. Anche<br />
in Argentina, paese che pure ha enormi<br />
ricchezze, non si sta bene. Anche se questo<br />
paese ha conosciuto gli uomini forti, come<br />
il generale Peron. E’ una nazione che è stata<br />
popolata da massicce ondate migratorie di<br />
<strong>it</strong>aliani, e non solo del meridione. Un terzo<br />
degli argentini portano nomi <strong>it</strong>aliani, tanto<br />
che l’<strong>it</strong>aliano potrebbe essere considerato la<br />
seconda lingua dopo lo spagnolo. Tra questi<br />
oriundi <strong>it</strong>aliani non pochi gli augustani che<br />
ancora sono legati alla nostra terra. Per favorire<br />
i rapporti con Augusta, l’associazione<br />
presieduta da Aldo Raina ha organizzato<br />
una videoconferenza, svoltasi, appunto, a<br />
Natale nell’ufficio del sindaco, tra gli <strong>it</strong>alo-argentini<br />
di Augusta e i loro familiari e<br />
parenti qui da noi. Raina ha pubblicamente<br />
ringraziato gli augustani Giuseppe Passanisi<br />
e Paolo Amato, rispettivamente assessore<br />
si eseguono lavori<br />
elettorali a colori per le<br />
amministrative <strong>2003</strong><br />
AUGUSTA - VIA GARIBALDI, 16 - TEL. 0931 524010<br />
Solidarietà<br />
alla solidarietà e consigliere<br />
della provincia<br />
regionale di Siracusa,<br />
“senza il cui apporto”<br />
ha sottolineato Raina<br />
“tutto ciò non sarebbe<br />
stato possibile”. Raina<br />
ha aggiunto che, grazie<br />
allo stesso contributo<br />
provinciale, serv<strong>it</strong>o per<br />
la video conferenza,<br />
sarà possibile acquistare<br />
due biglietti di andata e<br />
r<strong>it</strong>orno per due nostri<br />
augustani d’Argentina<br />
che potranno vedere la<br />
festa patronale e tentare<br />
di allacciare rapporti per un eventuale<br />
r<strong>it</strong>orno defin<strong>it</strong>ivo. Per favorire questi rapporti,<br />
osserva ancora il presidente degli<br />
figli di Augusta, il contributo regionale e<br />
provinciale non bastano. Occorre di più.<br />
Occorre una spinta alla solidarietà. Tale<br />
spinta avverrà in<br />
occasione di uno<br />
spettacolo di beneficenza<br />
che i figli<br />
di Augusta realizzeranno<br />
sabato<br />
22 marzo, nella<br />
Chiesa Madonna<br />
delle Grazie<br />
dove si esibiranno<br />
gli augustani<br />
Giuseppe Di<br />
Mare (organista)<br />
e Salvo Tempio<br />
(sassofonista). “Ci<br />
auguriamo che la<br />
c<strong>it</strong>tadinanza risponda<br />
al nostro impegno, partecipando<br />
a un appuntamento che, se avrà successo,<br />
darà un valido aiuto ai nostri conterranei”,<br />
ha concluso Raina. Lo scorso anno, a maggio,<br />
gli augustani si riversarono nel teatro<br />
della c<strong>it</strong>tadella degli studi per far festa alla<br />
delegazione municipale della c<strong>it</strong>tà greca di<br />
Mègara, venuta qui per un gemellaggio tra<br />
le due c<strong>it</strong>tà.
Girotondo<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 17<br />
Bellezza<br />
Monumenti da salvare: il chiostro del convento di S. Domenico<br />
Fotoservizio di Francesco Tringali
18<br />
nero<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong>
Documento<br />
Organista della chiesa ma<br />
dre, insegnante privato di<br />
musica, dipendente comu<br />
nale in pensione, il maestro<br />
Carmelo Saia è un augustano purosangue.<br />
Uno di quei pochi c<strong>it</strong>tadini che si appassiona<br />
per le cose del proprio paese e soffre e<br />
s’inquieta e gioisce, a seconda delle s<strong>it</strong>uazioni.<br />
E’ uno di quelli che conserva, con<br />
amorosissima cura, tutto ciò (fotografie,<br />
articoli, documenti) che riguarda Augusta.<br />
Non bisogna però credere ch’egli sia<br />
un uomo votato al culto del passato. E’<br />
anche un uomo del presente e di questo<br />
a fianco: Carnevale ad Augusta nel<br />
1953<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 19<br />
Bellezza<br />
Nei ricordi di Carmelo Saia<br />
I briosi carnevali degli anni trenta<br />
presente egli segue il fluire, non sempre<br />
limpido, come un padre segue le tappe<br />
dell’evoluzione del figlio: con interesse,<br />
apprensione e amore.<br />
Certe volte, Carmelo Saia dà l’impressione<br />
d’essere un pungolo per quanti,<br />
amministratori o no, sono protagonisti della<br />
v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina o ne sono comunque parte<br />
viva. Altre volte può far credere d’essere<br />
curioso, ma, conoscendolo, si scopre che la<br />
sua è una. curios<strong>it</strong>à tesa ad avere un quadro<br />
quanto più possibile completo, anche nei<br />
dettagli, della sua Augusta: degli uomini e<br />
delle cose di questa c<strong>it</strong>tà dove e-gli è nato<br />
e da cui non s’è mai distaccato.<br />
Carmela Saia è un uomo che segue con<br />
competenza l’arte e la cultura, non soltanto<br />
locale. Egli è molto orgoglioso della sua<br />
biblioteca dove non un solo libro è stato<br />
comprato per fare bella e sterile mostra di<br />
sé. E’ orgoglioso e geloso, ma non fino al<br />
punto di tenersi tutto per sè. Quando qualche<br />
amico gli chiede un libro in prest<strong>it</strong>o<br />
glielo cede volentieri non senza, però, aver<br />
prudentemente annotato su un appos<strong>it</strong>o<br />
quadernetto il nome dell’amico, la data del<br />
prest<strong>it</strong>o e il t<strong>it</strong>olo del libro.<br />
E’ un uomo che ha innato il senso dell’ordine:<br />
e, difatti, tutto in casa sua tradisce<br />
questa sua tendenza, che, forse, gli deriva<br />
dalla lunghissima pratica d’ufficio. Egli ha<br />
archiviato, non solo per sè, ma per le sue<br />
figlie e le sue nipotine, tutti i suoi ricordi -<br />
diciamo cosi - materiali. Quelli della mente<br />
sono perfettamente lucidi e allineati. A questi<br />
ultimi e-gli fa ricorso quando rievoca gli<br />
anni migliori della sua v<strong>it</strong>a quando, insieme<br />
a quindici altri giovani - tra cui Salvatore e<br />
Darmelo Salemi, Giovanni Bucceri, Vincenzo<br />
e Sebastiano Sicari; le sorelle Migneco<br />
-, frequentava la famosa«scuola d’archi»<br />
diretta dal siracusano maestro Salvatore<br />
Fontanazza, regolarmente pagato dal Municipio,<br />
che dava soprattutto lezioni gratu<strong>it</strong>e<br />
fila<br />
Foto di gruppo della scuola d’archi: Carmelo Saia è il primo a sinistra della prima<br />
di viola e violino ai quindicenni-sedicenni<br />
di Augusta.<br />
Era il 1935: il periodo del fascismo<br />
trionfante che organizzava processioni in<br />
orbace e gagliardetto per la «strada mastra»,<br />
saggi ginnici, alla «villa», a chiusura dell’anno<br />
scolastico (gli studenti facevano a gara<br />
per parteciparvi), sfilate di carri allegorici<br />
(su cui allegramente si esibivano i «figli<br />
della lupa, i balilla, gli avanguardisti e le<br />
giovani <strong>it</strong>aliane» per il carnevale augustano,<br />
che tutta la popolazione attendeva con ansia.<br />
Si giungeva persino a una gara di emulazione<br />
tra le varie categorie dei commercianti<br />
cui soprattutto spettava l’onere e l’onore<br />
della costruzione dei carri dei quali uno è<br />
rimasto impresso, vivido, nella memoria:<br />
quello di re carnevale con un’enorme testa<br />
spropos<strong>it</strong>ata, recante in mano una valigia da<br />
cui fuoriuscivano «i cadduni ‘i sasizza».<br />
In queste occasioni (martedì e giovedì<br />
grassi) il concorso di popolo era notevole,<br />
non solo per la perfetta, organizzazione che<br />
il «dopolavoro della casa del fascio» dava<br />
a queste manifestazioni, ma perchè la gente<br />
poteva dare finalmente sfogo, libero, alle<br />
proprie passioni, senza, pero, trascendere<br />
mai. La banda musicale e i canti di regime<br />
non mancavano.<br />
Ma la scuola d’archi suonava in<br />
pubblico soprattutto per celebrare il santo<br />
patrono della c<strong>it</strong>tà, Domenico di Guzman,<br />
esibendosi in piazza o nella sala municipale<br />
o presso il cinema Franco. (Cinema in cui<br />
frequenti erano le sceneggiate napoletane<br />
che facevano, quindi, trasformare il locale<br />
in teatro e che richiamavano tantissimi<br />
spettatori pronti a commuoversi fino alle<br />
lacrime o a ridere a crepapelle o a inveire<br />
pesantemente. Persino il maestro Saia che<br />
accompagnava talune arie e canzoni col<br />
violino partecipava talmente che mentre<br />
suonava piangeva e grosse lacrime gli rigavano<br />
il viso).<br />
In occasione della festa patronale altre<br />
erano le fonti di svago e divertimento: l’albero<br />
della cuccagna, il gioco delle pentole,<br />
l’antenna a mare (consistente quest’ultima<br />
in una variante all’albero della cuccagna: il<br />
concorrente doveva pero camminare su un<br />
grosso tronco spalmato di grasso e disteso<br />
a mare sotto la chiesa della Madonna delle<br />
Grazie). L’Opera Nazionale Balilla, oltre a<br />
preparare i saggi ginnici (i migliori avanguardisti<br />
venivano mandati in premio al<br />
campo “Dux” di Rom), aveva pure sotto la<br />
sua egida una suquadra femminile di pallavolo<br />
di cui componenti erano Anna Stella e<br />
Wanda Roggio) che disputava gli incontri<br />
nella palestra ricvata nell’ex chiostro del<br />
convento di S. Domenico. La scuola d’archi,<br />
intorno al 1939, cedette il posto al gruppo
20<br />
folkloristico dei canterini siciliani (emulo<br />
del gruppo omonimo di Vaal d’Anapo)<br />
diretto dal maestyro Carmelo Saia e di cui<br />
facevano parte tra gli altri, Ciccio Motta, le<br />
sorelle Rando, Pippo Bucceri, Carmelo e salvatore<br />
Salemi, l’attuale avvocato Mosch<strong>it</strong>to,<br />
e l’attuale colonnello Ternullo commissario<br />
della M.M.: questi ultimi due, spesso, con<br />
funzioni di solisti.<br />
Il grupo, nturalmente, oltre a cantare<br />
canti siciliani tipici in costume, eseguiva<br />
danze folkloristiche accompagnandosi con<br />
tamburelli e piattelli, susc<strong>it</strong>ndo ammirazione<br />
e consensi, non solo d Augusta, dove si<br />
esibiva sui carri carnaascialeschi, a bordo<br />
delle navi, sul palco della banda civica e<br />
sul palcoscenico del teatro di legno aalla<br />
villa, ma anche a Noto, Siracusa, Taormina,<br />
Roma, Torino, Milano.<br />
La fine del gruppo coincise con l’inizio<br />
del secondo confl<strong>it</strong>to mondiaale, che<br />
portò, in gran misura, lutti e miserie. Ma<br />
durante l’occupazione americana sì registrò<br />
una vera e propria esplosione festaiola (forse<br />
per reazione alle ristrette sub<strong>it</strong>e durante la<br />
guerra) «dopo tante privazioni la gente era<br />
assetata di divertimenti».<br />
Per carnevale si rividero i carri allegorici<br />
che sfilavano sulla via principale<br />
lastricata di coriandolì. Per il resto dell’anno<br />
la via Umberto e la via Garibaldi e la piazza<br />
S. Domenico pullulavano di botteghe e<br />
bancarelle dietro alle quali stavano spesso<br />
i napoletani abili nello smerciare ottone per<br />
oro e per gabbare gli americani che, di bocca<br />
buona, compravano un po’ di tutto. Il brio<br />
era visibile per le strade frequentatissime da<br />
Carnevale <strong>2003</strong><br />
Solo 4 carri allegorici<br />
Si è conclusa il 4 marzo la VI edizione<br />
del Carnevale Augustano, che ha avuto<br />
come protagonisti numerosi e divertenti<br />
gruppi mascherati e, “solo” quattro carri<br />
allegorici. La sfilata, part<strong>it</strong>a da Piazza<br />
Fontana,ha attraversato le vie principali<br />
della Borgata, inondandole di musica e<br />
divertimento. Centinaia le persone accorse<br />
per l’ occasione, incurios<strong>it</strong>e dal nostro<br />
Carnevale e non certo deluse dalla manifestazione<br />
.Perfetto lo spir<strong>it</strong>o dimostrato dai<br />
gruppi mascherati, che hanno ben saputo<br />
trasmettere la giusta allegria. Dai Cannibali<br />
che adorano il “Dio denaro”(vinc<strong>it</strong>ori del<br />
primo premio), ai Coriandoli della pace,<br />
profondi e significativi i temi scelti quest’<br />
anno per dimostrare che non dobbiamo mai<br />
dimenticare i veri valori della nostra v<strong>it</strong>a.<br />
Pochi, invece, i carri, solo quattro,<br />
ma abbastanza per una c<strong>it</strong>tà che è solo alla<br />
sua VI edizione, e che ha ancora tanto da<br />
imparare.<br />
Al contrario delusi sicuramente gli<br />
ab<strong>it</strong>anti, ma soprattutto gli organizzatori,<br />
del Carnevale di Villasmundo , festeggiato<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
persone tra cui non pochi erano quelli che si<br />
davano un gran da fare con l’intrallazzo.<br />
Con questa e altre «virtù» furono non<br />
pochi coloro che gettarono le basi della loro<br />
successiva fortuna, o,. comunque, del loro<br />
benessere.<br />
Al bar Franco vennero messe su riffe<br />
e spettacoli di vario genere. In questo<br />
stesso locale e in altri (come la rotonda a<br />
mare «Badiazza») l’orchestra americana si<br />
alternava con formazioni musicali augustane<br />
di cui alcuni esponenti erano lano Sicari,<br />
Iano Ternullo, Pippo Bucceri (apprezzato<br />
cantante solista) e Giovanni Bucceri, cantante<br />
e violinista. Quest’ultimo, emigrato nel<br />
dopoguerra a Torino dove era gia andato nel<br />
‘40 per affinarsi nel mestiere di sarto presso<br />
una scuola di taglio, si fece parecchia strada:<br />
cantò a Radio-Torino e nel coro di Isa<br />
Barzizza segnalandosi anche come virtuoso<br />
del violino che suonava con uno stile alla<br />
Helmut Zakcarias.<br />
Il suo stile susc<strong>it</strong>ò l’ammirazione d’un<br />
pianista-impresario presso il casinò di San<br />
Remo che gli propose un contratto vantaggiosissimo<br />
prospettandogli una brillante<br />
carriera.<br />
Ma il carico della famiglia e la prudenza<br />
isolana non gli consentirono di seguire<br />
quella tentazione. La stagione dei balli prosegui<br />
nel dopoguerra quando si schierarono<br />
in campo proprio per organizzare questo.<br />
tipo di feste (a inv<strong>it</strong>i) due club: la Vetreria<br />
di cui erano membri, tra gli altri, Meluccio<br />
Ferreri, Mimmo Saia, Pippo Bonnici, e la<br />
SAOP (Società Anonima Ozio Pubblico,<br />
il cui nome era tutto un programma) tra<br />
“tra pochi amici”: poche le persone che<br />
hanno preso parte a questa manifestazione<br />
, una delle più importanti nella nostra<br />
provincia fino a qualche anno fa.<br />
Proibire la vend<strong>it</strong>a e l’ uso della<br />
cui alcuni nomi importanti erano: Oreste<br />
Paci, Ettore Caramagno. Nino Di Fianco,<br />
Giuseppe Fazio, Amedeo Di Franco, Santo<br />
Cipriano, Sebastiano Apollo, Carmelo<br />
Intrepido. Erano giovani ventiquattrenniventicinquenni,<br />
tutti disoccupati, operai<br />
e studenti, che cercavano un modo meno<br />
ozioso di passare il tempo, che passeggiare<br />
per il corso Umberto.<br />
Tra questi due club faceva la spola<br />
un giovane che poi avrebbe fatto tanto<br />
parlare di se: Giovanni. Saraceno, futuro<br />
sindacalista.<br />
La Vetreria e la Saop non si scontrarono<br />
solo sul terreno organizzativo dei ‘balli,<br />
ma anche su quello dei campi di calcio.<br />
Una part<strong>it</strong>a tra i due circoli è rimasta<br />
memorabile. In quel periodo si ballava<br />
dappertutto: al circolo Ufficiali a quello<br />
dei nobili, a bordo delle navi, al chiuso,<br />
all’aperto, durante la vendemmia quando si<br />
celebrava la sagra dell’uva con presenza di<br />
folto pubblico, presso le famiglie private per<br />
qualsiasi ricorrenza.<br />
Oggi, con gran rimpianto di molti, il<br />
brio di allora è scomparso del tutto; e, forse,<br />
anche la gioia di vivere.<br />
Questo pezzo fu pubblicato sul quotidiano<br />
di Siracusa Il Diario, il 20 febbraio<br />
1977<br />
cosiddetta “schiuma”, è stato inoltre un<br />
altro gesto “azzeccato” per assicurare<br />
agli ab<strong>it</strong>anti che il nostro carnevale sta<br />
crescendo , sta maturando , e chissà che<br />
tra qualche anno non potremmo vantarci<br />
di avere il Carnevale più bello di…<br />
Al prossimo anno, allora!<br />
C.M.<br />
Carnevale
Storia<br />
Il X<strong>IV</strong> ottobre 1860, il numeroso<br />
presidio di soldati borbonici, di<br />
s t a n z a n e l c a s t e l l o d i<br />
Augusta,forte di circa 3000 uomini,<br />
decise su iniziativa del comandante la<br />
piazza, colonnello La Tour, di abbandonare<br />
il paese, indisturbato, con tutto l’armamentario<br />
al gran completo, disciplinatamente e<br />
senza sparare un solo colpo, si imbarcò su<br />
due navi francesi e fece r<strong>it</strong>orno a Napoli.<br />
Ebbe fine per Augusta e per il castello<br />
un’era di ordine, progresso e civiltà e se ne<br />
aprì un’altra peggiore e più triste.Già l’<strong>11</strong><br />
maggio del medesimo anno, l’avventuriero<br />
Garibaldi era sbarcato in Sicilia, ben protetto<br />
dalla flotta inglese e dalla stessa comun<strong>it</strong>à<br />
anglosassone presente in forze a Marsala<br />
e largamente finanziato da Cavour e dalla<br />
massoneria. Poté cosi corrompere il generale<br />
Lanza, il generale Landi e altri ufficiali<br />
borbonici. Rapidamente s’impadronì, senza<br />
colpo ferire di tutta l’isola, a eccezione delle<br />
fortezze di Augusta, Siracusa e Messina,<br />
che lasciò indisturbate perché ben protette e<br />
validamente difese. Ecco la natura del nostro<br />
Lettere<br />
eroe che agiva quando era sicuro di vincere<br />
perché aveva le spalle coperte da precedente<br />
tradimento o quando si batteva contro forze<br />
insignificanti.<br />
In giugno, Garibaldi entrò a Palermo,<br />
come primo atto, derubò il banco delle Due<br />
Sicilie della somma di cinque milioni di<br />
ducati che distribuì tra i suoi. Nei giorni<br />
successivi, lasciò che le eroiche camicie<br />
rosse perpetrassero violenze e saccheggi di<br />
ogni genere. Lo stesso re V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
non ebbe una grande stima del Nizzardo<br />
dopo l’incontro di Teano, in una lettera a<br />
Cavour, testualmente, così scrive: “Come<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 21<br />
Bellezza<br />
IL CASTELLO SVEVO TRASFORMATO IN<br />
PENITENZIARIO DAI SAVOIA<br />
avrete visto, ho liquidato rapidamente la<br />
sgradevolissima faccenda Garibaldi, sebbene<br />
siatene certo, questo personaggio non<br />
è affatto docile né cosi onesto come lo si<br />
dipinge, e come voi stesso r<strong>it</strong>enete. Il suo<br />
talento mil<strong>it</strong>are è molto modesto, come prova<br />
l’affare di Capua, e il male immenso che<br />
è stato commesso qui, ad esempio l’infame<br />
furto di tutto il denaro dell’erario, è da attribuirsi<br />
interamente a lui che s’è circondato<br />
di canaglie, ne ha esegu<strong>it</strong>o i cattivi consigli<br />
e ha piombato quest’infelice paese in una<br />
s<strong>it</strong>uazione spaventosa”.<br />
Ad agosto, i contadini di Bronte, un<br />
paese alle pendici dell’Etna, credendo ai<br />
falsi proclami di Garibaldi, insorsero bruciando<br />
le case dei notabili e impadronendosi<br />
del paese in nome di V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />
e libertà. Per non danneggiare gli interessi<br />
inglesi (a Bronte, infatti, esisteva la famosa<br />
ducea di Nelson, una proprietà di 25.000<br />
ettari), il generale inviò sul posto 6 compagnie<br />
di soldati piemontesi, che circondarono<br />
il paese e con giustizia sommaria<br />
massacrarono i contadini e ripristinarono la<br />
legal<strong>it</strong>à. Parimenti Linguaglossa, Randazzo<br />
e Centuripe che si erano ribellate furono<br />
ridotte alla ragione. Così Garibaldi riuscì<br />
finalmente a svelare la sua vera natura,<br />
dimostrando il suo vero temperamento e la<br />
sua vocazione: avventuriero e filibustiere,<br />
Cartina del regno delle Due Sicilie<br />
Stemma di Casa reale delle Due Sicilie<br />
Castello Svevo visto dall’alto<br />
lo stesso mestiere che aveva eserc<strong>it</strong>ato in<br />
Sud America al servizio degli inglesi, suoi<br />
veri padroni, a cui certo egli non poteva né<br />
dispiacere né recare danno in alcun modo;<br />
meglio sterminare i poveri contadini siciliani<br />
che avevano avuto l’ardire di ribellarsi,<br />
cafoni e terroni, questo avrà pensato di quei<br />
poveri disgraziati il nostro eroe, mentre li<br />
consegnava nelle mani del macellaio Bixio,<br />
con l’ordine perentorio di far presto.<br />
Il 12 ottobre del 1860, in tutta la Sicilia<br />
si era votato per il plebisc<strong>it</strong>o-farsa di<br />
annessione al Piemonte, e massicciamente<br />
a questa votazione fasulla, avevano parte-
22<br />
Lettere<br />
cipato i garibaldini e tutti i soldati piemontesi.<br />
Come poteva, infatti, la Sicilia dare il<br />
proprio assenso a un’annessione se l’unica<br />
vera aspirazione dell’Isola è sempre stata<br />
la completa indipendenza e l’autonomia<br />
da qualunque dominazione sia <strong>it</strong>aliana che<br />
straniera, come dimostrano i gloriosi Vespri<br />
Siciliani del 1282 e la famosa rivoluzione<br />
del 1848. I Siciliani, gente fiera e orgogliosa<br />
come mai avrebbero potuto scientemente<br />
dare il proprio assenso per l’annessione ad<br />
un Piemonte che, tra l’altro, avevano già<br />
conosciuto e imparato a odiare quando nel<br />
1713, V<strong>it</strong>torio Amedeo II era diventato re<br />
di Sicilia, a segu<strong>it</strong>o del trattato di Utrect,<br />
per fortuna per pochi anni? Nel 1866, a<br />
pochi anni dall’un<strong>it</strong>à d’Italia, la Sicilia è<br />
già in rivolta contro l’odiosa dominazione<br />
sabauda, si è già risvegliata dalla frettolosa<br />
illusione, ha già sperimentato sulla sua pelle<br />
l’ingiustizia e la barbarie, si è accorta che<br />
nulla è cambiato, o forse tutto è cambiato<br />
ovviamente in peggio. Questa rivolta sarà<br />
immediatamente soffocata nel sangue dai<br />
nostri fratelli (sic) piemontesi e liberali e forse<br />
qualcuno si sarà ricordato delle angherie<br />
sub<strong>it</strong>e dal leg<strong>it</strong>timo re Francesco II.<br />
Il ministro inglese Eliot, ambasciatore<br />
a Napoli, in un rapporto al suo governo,<br />
cosi scrive: “ Moltissimi vogliono l’autonomia,<br />
nessuno l’annessione, ma i pochi che<br />
votano sono costretti a votare per questa”.<br />
Ecco cos’è per noi siciliani e per tutti gli<br />
ab<strong>it</strong>anti dell’antico e glorioso regno delle<br />
Due Sicilie, fondato e voluto grande da<br />
Ruggero II il Normanno, l’Un<strong>it</strong>à d’Italia:<br />
violenza e prevaricazione, cosi nasce con un<br />
atto dispotico, cosi continua oggi con Bossi<br />
ministro della Repubblica.<br />
Con l’abbandono del castello di<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
Febbraio <strong>2003</strong><br />
Augusta, da parte del presidio mil<strong>it</strong>are<br />
borbonico, in quel lontano X<strong>IV</strong> ottobre<br />
1860, stupidamente celebrato nella toponomastica<br />
ufficiale, termina per il glorioso<br />
maniero, fondato dal grande Federico II<br />
di Svevia, e assurto sempre a protagonista<br />
delle vicende storiche del paese, il ruolo<br />
di grande importanza strategico- mil<strong>it</strong>are e<br />
sociale. Con il funesto avvento dei Savoia<br />
nell’Isola , il 14 luglio del 1896, il castello,<br />
uno dei grandi presìdi svevi in Italia, fu<br />
trasformato in un lugubre e tetro pen<strong>it</strong>enziario,<br />
con tutto lo scempio e la devastazione<br />
che ne conseguì. Le magnifiche sale che<br />
avevano visto aggirarsi il grande Federico,<br />
re Giacomo d’Aragona e la ancora giovane<br />
regina Maria, furono snaturate, le stupende<br />
volte a crociera, spesso cancellate o coperte<br />
da cemento, tutto il gusto arch<strong>it</strong>ettonico<br />
sovvert<strong>it</strong>o e stravolto. Un irriconoscibile<br />
maniero fu consegnato a una bieca, cieca e<br />
sorda amministrazione che lo riempì di urla<br />
e di dolore, e la c<strong>it</strong>tà, inorrid<strong>it</strong>a, si allontanò<br />
da esso. Il castello era diventato non già un<br />
luogo di riparo e rifugio, non un porto sicuro<br />
a cui guardare, ma un lugubre e triste luogo<br />
di pena, da ev<strong>it</strong>are. Oggi fortunatamente i<br />
Savoia non ci sono più, ma il male da loro<br />
fatto è ancora vivo e presente, il maniero<br />
federiciano è ancora in stato di completo<br />
abbandono, nonostante abbia smesso da<br />
tempo i panni lugubri di pen<strong>it</strong>enziario non ha<br />
ancora ripreso il suo posto all’interno della<br />
c<strong>it</strong>tà, sono ancora visibili sul tetto le orribili<br />
torrette in cemento armato, i camminamenti<br />
e i posti di ronda dei secondini e le tremende<br />
inferriate arruggin<strong>it</strong>e delle celle sono ancora<br />
al loro posto.<br />
Qualche anno addietro, si era cercato<br />
di formare un museo civico per iniziativa di<br />
Storia<br />
Una rarissima istantanea del castello<br />
prima che fosse trasformato in pen<strong>it</strong>enziario<br />
durante il regime sabaudo<br />
. Manca, infatti, il corpo centrale<br />
sopraelevato<br />
privati, il cosiddetto museo della piazzaforte<br />
allocato nel bastione san Giacomo, ma i<br />
noti eventi sismici del 1990, hanno causato<br />
il completo abbandono del danneggiato bastione.<br />
Nulla a oggi, colpevolmente, è stato<br />
fatto, nemmeno una pietra è stata smossa, e<br />
le erbacce sono ormai padrone del campo.<br />
Forse in quelle sale desolate si aggira ancora<br />
il fantasma inquieto dell’ultimo conte<br />
di Augusta, quel tal Guglielmo Raimondo<br />
Moncada che divenne uno dei vicari del<br />
regno di Sicilia e che rapì la regina Maria<br />
dal castello Ursino dove si trovava, trasferendola<br />
sotto la propria tutela proprio nel<br />
castello di Augusta.<br />
Ma un ben altro fantasma aleggia sopra<br />
le mura vetuste, quello dell’indifferenza,<br />
della completa ignavia e del colpevole<br />
abbandono della nostra amministrazione<br />
comunale e della soprintendenza che poco<br />
o nulla hanno finora fatto né per il castello<br />
né per la c<strong>it</strong>tà.<br />
Aspettiamo un nuovo Risorgimento,<br />
questa volta delle coscienze e degli animi,<br />
che ci facciano fare ammenda degli errori<br />
commessi nel nostro passato e con un sano<br />
revisionismo storico ristabilire finalmente la<br />
ver<strong>it</strong>à, che non è quella del libri di scuola,<br />
ma che va cercata e cr<strong>it</strong>icamente analizzata<br />
perché ancora oggi il regime, figlio di<br />
quel risorgimento massonico, si rifiuta di<br />
ammettere cose e fatti imbarazzanti delle<br />
quali chiedere scusa ai popoli delle Due<br />
Sicilie per tutte le nefandezze e le bugie fin<br />
qui propinate.<br />
Giacomo Càsole
Lettere<br />
Augusta è la spiaggia di<br />
Carlentini?<br />
Egregio direttore,<br />
con piacere ho r<strong>it</strong>rovato in edicola<br />
dopo tanti anni il Giornale di Augusta che<br />
considero un vecchio amico r<strong>it</strong>rovato. Le<br />
scrivo per proporle una breve riflessione<br />
che, ne sono certo ai più (e, chissà, forse<br />
anche a lei) potrà sembrare banale, ma che,<br />
dal mio punto di vista, dice davvero molto<br />
sulla pochezza del ceto dirigente di questa<br />
nostra c<strong>it</strong>tà. Dopo aver saputo nel 1990<br />
che Augusta e la spiaggia di carlentini:<br />
ricorderà senz’altro i telegiornali nazionali<br />
che dicevano che l’epicentro del terremoto<br />
del 13 dicembre si trovava “nel mare di<br />
Carlentini “. A questo propos<strong>it</strong>o, poi, i<br />
terremoti nel nostro paese sono sempre<br />
stati identificati con nomi geografici: Val<br />
di Noto, Messina, Belice, Friuli, Irpinia,<br />
e, da ultimo, San Giuliano di Puglia..... il<br />
nostro, chissà perché, non era di Augusta<br />
(luogo dell’epicentro chiuso ), era di Santa<br />
Lucia;<br />
dopo aver saputo che Augusta è un<br />
punto indefin<strong>it</strong>o della carta geografica,<br />
chissà forse una frazione di Brucoli: il<br />
carcere non è di Augusta o, tutt’al più, di<br />
Piano Ippol<strong>it</strong>o (la contrada su cui insiste),<br />
ma è di Brucoli (e che c’entra?), come se<br />
questo piccolo centro fosse più significativo<br />
al fine della identificazione del s<strong>it</strong>o di<br />
una c<strong>it</strong>tà di quasi 40.000 ab<strong>it</strong>anti;<br />
dopo aver saputo che il porto non<br />
è di Augusta, ma di Augusta-Siracusa:<br />
basti ricordare la querelle sull’autor<strong>it</strong>à<br />
portuale;<br />
dopo aver saputo che le malformazioni<br />
neonatali e le morti per tumore non<br />
sono dovute al nostro inquinamento, ma<br />
a quello della zona industriale di Siracusa<br />
(mi sembra superfluo c<strong>it</strong>are le fonti di tali<br />
affermazioni);<br />
dopo aver saputo che il “Muscatello“<br />
è l’ospedale di Priolo, e il dottor Giacinto<br />
Franco un medico di quella c<strong>it</strong>tà (vari<br />
servizi della stampa nazionale sul “caso<br />
Enichem”);<br />
dopo aver saputo di essere io stesso<br />
siracusano o aretuseo: è sufficiente leggere<br />
articoli o cronache sportive anche di giornalisti<br />
augustani che, parlando degli atleti<br />
della pallanuoto femminile del calcio a 5<br />
L’erba del vicino è sempre più verde?<br />
Caro direttore, sono un c<strong>it</strong>tadino di<br />
Augusta, che, come tanti altri, è costretto a<br />
vedere, con tristezza, i prori figli “emigrare”.<br />
Riconosco che la colpa di tutto questo<br />
è di noi adulti, che non abbiamo saputo<br />
creare un futuro per loro. Non solo direttamente,<br />
ma anche indirettamente, attraverso<br />
le piccole scelte giornaliere, che, sommate<br />
ad altre problematiche, hanno contribu<strong>it</strong>o a<br />
determinare un impoverimento della nostra<br />
c<strong>it</strong>tà, e mi riferisco soprattutto alla mancanza<br />
di fiducia che gli augustani hanno nei<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 23<br />
Bellezza<br />
li definiscono appunto di volta in volta<br />
aretusei o siracusani.<br />
Le cronache nazionale sul calcio a<br />
5 (per esempio il Televideo Rai) chiamano<br />
la nostra squadra di serie B Libertas<br />
Corbino Sr;<br />
dopo tutte queste amen<strong>it</strong>à geopol<strong>it</strong>iche,<br />
finalmente, qualche giorno fa<br />
dal quotidiano La Sicilia apprendo che<br />
Augusta è un sobborgo di Villasmundo<br />
(non me ne vogliono gli amici di quel<br />
paese, molti dei quali sono augustani: nel<br />
giornale era infatti riportata la cartina della<br />
costruenda autostrada SR-CT nella quale<br />
non è previsto uno svincolo per Augusta<br />
(che peraltro, ne avrebbe bisogno di 2:<br />
uno a nord, verso Catania e uno a sud,<br />
verso Siracusa, giusto per abbreviare le<br />
percorrenze, ma ne è previsto uno per<br />
Villasmundo. Come dicevo, tutto ciò forse<br />
spiega i motivi dello stato di abbandono in<br />
cui versa questa martoriata c<strong>it</strong>tà: la nostra<br />
classe pol<strong>it</strong>ica non sa dove si trova, forse<br />
pensa di essere la classe pol<strong>it</strong>ica di un<br />
qualsiasi altro luogo che non sia Augusta.<br />
Spero che scuserà il mio sfogo, direttore,<br />
ma davvero mi è difficile accettare l’idea<br />
di dover dire agli amici che vorranno venirmi<br />
a trovare nei prossimi anni: “Dopo<br />
aver superato Catania e Lentini, usc<strong>it</strong>i<br />
allo svincolo di Villasmundo, lì vicino<br />
c’è Augusta”.<br />
Un vecchio affezionato lettore di<br />
Augusta<br />
Ringraziamo il “vecchio affezionato<br />
lettore” per questo suo risent<strong>it</strong>o, e pour<br />
cause, intervento che dovrebbe far riflettere<br />
tutti (colleghi giornalisti in testa).<br />
L’amore per la propria terra comincia<br />
proprio da qui, da queste cose che segnala<br />
il lettore. Il quale, però, s’è trincerato<br />
dietro l’anonimato. Ma perché? Non vogliamo<br />
tirare in ballo solenni princìpi. Ma<br />
da una lettera del genere quale r<strong>it</strong>orsioni<br />
si possono temere? firmare una lettera destinata<br />
alla pubblicazione, oltre che segno<br />
di civiltà e di buona educazione (in caso di<br />
riserva mentale si può chiedere di omettere<br />
la firma), è segno di credibil<strong>it</strong>à.<br />
confronti dei propri conc<strong>it</strong>tadini: ci vestiamo<br />
a Catania o Siracusa, mangiamo nei ristoranti<br />
e pizzerie di mezza Sicilia, compriamo al<br />
“giovedi”. Insomma facciamo terra bruciata<br />
a qualunque attiv<strong>it</strong>à commerciale o artigiana<br />
di casa nostra obbligando così i nostri figli<br />
a cercarsi ventura altrove. Anche i pol<strong>it</strong>ici li<br />
cerchiamo altrove, infatti Augusta non riesce<br />
a farsi rappresentare nelle sedi che contano<br />
e le decisioni che la riguardano vengono<br />
prese da altri che chiaramente devono prima<br />
pensare ai propri conc<strong>it</strong>tadini. D’altro canto<br />
Bella<br />
pubblicazione!<br />
Caro direttore, ho ricevuto e letto con<br />
vero piacere i due ultimi numeri del risorto<br />
Giornale di Augusta. Ne ho ammirato la<br />
veste tipografica e la scelta degli argomenti,<br />
vari, attuali e interessanti. Inoltre per me, r<strong>it</strong>rovare<br />
cognomi ormai dimenticati, accenni<br />
a luoghi il cui ricordo era quasi svan<strong>it</strong>o, è<br />
stato un piacevole e emozionante r<strong>it</strong>orno al<br />
passato. Ti ringrazio quindi di cuore, mentre<br />
mi congratulo per la bella pubblicazione, cui<br />
augurò ogni successo.<br />
Cordialmente<br />
Paola Sciara (Catania)<br />
(già professoressa di matematica e fisica<br />
al liceo classico “Mègara”)<br />
Accattivante la<br />
copertina<br />
Caro direttore, sono stata veramente<br />
lieta di ricevere gli ultimi numeri del suo<br />
Giornale di Augusta in veste rinnovata e<br />
con belle pagine a colori. Complimenti, soprattutto<br />
per il sapiente montaggio realizzato<br />
nell’accattivante copertina in quadricromia.<br />
Manco da Augusta, ormai, da moltissimi<br />
anni, ma è sempre un vero piacere per me<br />
ricevere sue notizie e dalla c<strong>it</strong>tà dove ho<br />
trascorso forse gli anni più belli del mio<br />
insegnamento. Questa sua splendida creatura<br />
mi fa ricordare il suo generoso impegno di<br />
giovane liceale quando realizzò il Cicerone<br />
per i suoi compagni del liceo classico, e<br />
anche allora si batteva in difesa degli altri<br />
e contro le storture. Oggi, padre di famiglia<br />
e uomo maturo, non ha perso il vigore di<br />
quegli anni giovanili e si batte per tutta la<br />
c<strong>it</strong>tà. Mi rallegro ancora e le esprimo i miei<br />
affettuosi auguri.<br />
Giuseppina L’Abbadessa (ME)<br />
(già docente di storia dell’arte al liceo<br />
classico statale “Mègara”)<br />
proprio i nostri conc<strong>it</strong>tadini pol<strong>it</strong>ici sono i<br />
primi a dare il cattivo esempio preferendo<br />
quasi sempre d<strong>it</strong>te esterne, per lavori che li<br />
riguardano. Proviamo a invertire le cose,<br />
riflettiamo quando facciamo acquisti e cominciamo<br />
a controllare le scelte dei nostri<br />
amministratori o aspiranti tali.<br />
Lettera firmata
24<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA<br />
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SR<br />
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Dl SR<br />
LETTERA APERTA<br />
SUL FERMO DELLA PESCA AD AUGUSTA<br />
AL SINDACO DI AUGUSTA<br />
AL SINDACO DI MELILLI<br />
AL SINDACO Dl PRIOLO<br />
AL SINDACO Dl SIRACUSA<br />
La gente di Augusta non può pagare due volte il prezzo del disastro ambientale causato dalle industrie.<br />
Il fermo della pesca nella rada megarese, imposto dall’Arpa, rappresenta infatti l’ultimo atto di un<br />
dramma che è ormai diventato insostenibile.<br />
Non si deve fare ricadere sull’anello più debole della catena il peso economico di una s<strong>it</strong>uazione<br />
ormai degradata di cui il polo pubblico prima o poi si farà carico.<br />
Non è certo ipotizzabile che, dopo anni di colpevole lat<strong>it</strong>anza, lo Stato (inteso in tutte le sue rappresentazioni<br />
terr<strong>it</strong>oriali) faccia finta dì nulla abbandonando a sé stesse le genti dei Comuni industriali.<br />
Prima di colpire con tanta leggerezza il settore della pesca è necessario comprendere quanti posti dì lavoro<br />
sono legati al comparto; occorre prendere coscienza di quante famiglie si sostengono esclusivamente con<br />
i già scarsi proventi della pesca; è necessario avere buona memoria, ricordando che prima dell’avvento<br />
delle industrie era proprio il mare il traino economico di Augusta, perché le attiv<strong>it</strong>à marinare erano il<br />
vero riferimento del Paese. Le industrie hanno poi depauperato la comun<strong>it</strong>à della sua cultura e della sua<br />
ricchezza, costringendola a vivere esclusivamente di petrolchimico. Oggi che si sta cominciando a tirare<br />
le somme di tutto ciò, individuando i bilanci pesantemente negativi della pol<strong>it</strong>ica industriale (il numero<br />
di disoccupati negli ultimi anni, nella nostra provincia, è raddoppiato), si vorrebbe dare il colpo di grazia<br />
a quei pescatori che hanno resist<strong>it</strong>o nonostante tutto.<br />
Certamente la salute della gente, che deve essere garant<strong>it</strong>a sulla genuin<strong>it</strong>à del pescato, è senz’altro<br />
prior<strong>it</strong>aria. Ma è anche prior<strong>it</strong>aria la sopravvivenza dei pescatori. Così, non restano che due vie: fare ulteriori<br />
e approfond<strong>it</strong>e analisi per accertare l’effettiva nociv<strong>it</strong>à della fauna <strong>it</strong>tica, senza pressappochismi e<br />
facilonerie; garantire, se il fermo dovesse essere effettivamente indispensabile, la sussistenza comunque<br />
ai pescatori, attraverso sussidi che si deve studiare in che termini erogare; imporre infine alle industrie<br />
di pagare (in termini strettamente economici) il fio delle loro colpe, cominciando con il risarcimento dei<br />
danni sub<strong>it</strong>i dai lavoratori del mare.<br />
In questo senso, i Comuni del polo petrolchimico e la Regione devono cost<strong>it</strong>uirsi parte civile nel<br />
processo contro le industrie.<br />
Adesso è bene che si comincino finalmente a fare i conti, in tutti i sensi, per garantire un futuro ad<br />
Augusta. Non c’è più spazio per le ambigu<strong>it</strong>à. Chi non è in grado di gestire il proprio ruolo sociale è<br />
bene che si faccia da parte, prima che, con la propria incapac<strong>it</strong>à impedisca, irreversibilmente, il recupero<br />
economico e ambientale dei Comuni industriali.<br />
Chiediamo pertanto che si crei un fondo sostanzioso, al fine di dare un contributo, per garantire le<br />
risorse fondamentali che verranno a mancare alle famiglie dei pescatori, fin quando non sarà sbloccato<br />
il fermo della pesca.<br />
IL CONSIGLIERE PROVINCIALE<br />
CAPO GRUPPO UDEUR<br />
PAOLO AMATO