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N. 11 - ANNO IV - Marzo 2003 - Chd.it

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Cultura<br />

colore<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 1<br />

Bellezza


2<br />

3 Totosindaco, III puntata<br />

5 Corso Sicilia: e se ci scappa il morto?<br />

6 L’ospedale inquina<br />

7 C’è tanta carne al fuoco?<br />

9 “Centinaia di posti di lavoro da qui<br />

a 2 anni”<br />

10 Pallanuoto<br />

<strong>11</strong> Che ne sapete dell’asma ad<br />

Augusta?<br />

12 I misteri dei nomi delle vie<br />

14 All’inferno e r<strong>it</strong>orno<br />

16 Augusta chiama Buenos Aires<br />

17 Il chiostro di San Domenico<br />

19 I carnevali degli anni Trenta<br />

20 Solo quattro carri allegorici<br />

21 Il Castello Svevo trasformato in<br />

pen<strong>it</strong>enziario dai Savoia<br />

23 Lettere<br />

16 Teresa Pignato<br />

17 10° compleanno dell’Olimpia<br />

Basket<br />

18 Spazio giovani<br />

19 Un miliardo in fumo per un piano<br />

regolatore da buttare<br />

20 L’educazione comincia dai c<strong>it</strong>ta-<br />

periodico dini di interesse c<strong>it</strong>tadino<br />

23 Girotondo<br />

Direzione, redazione, amministrazione<br />

Via Garibaldi 16 - Tel. 0931 524010<br />

960<strong>11</strong> AUGUSTA (SR)<br />

Autorizzazione Tribunale di Siracusa<br />

n. 8/1980<br />

Direttore responsabile<br />

Giorgio prof. Càsole<br />

Fotocomposizione e stampa<br />

Stamperia d’arte “Il Torchio”<br />

e-mail: iltorchio@chd.<strong>it</strong><br />

Via Garibaldi 16 - Tel. 0931 524010<br />

960<strong>11</strong> AUGUSTA (SR)<br />

Chiuso in tipografia il 7-03-<strong>2003</strong><br />

Tiratura 1.600 copie<br />

I pezzi non firmati s’intendono del<br />

direttore<br />

LEONARDI EDITORE<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

BANCA<br />

SERVIZI FINANZIARI<br />

INVESTIMENTI<br />

Responsabile per Augusta<br />

Gianfranco Lombardo<br />

Promotore Finanziario<br />

Via Megara, 57 - AUGUSTA (SR)<br />

Tel. 0931 52<strong>11</strong>99<br />

Cell. 339 5815559<br />

Sommario


Ed<strong>it</strong>oriale<br />

L’attacco mas-<br />

smediatico è<br />

stato sferrato.<br />

Com’era prevedibile,<br />

con grande dispiego<br />

di mezzi e dispendio di<br />

quattrini. Berlusconi docet.<br />

Il primo a muoversi su questo<br />

sentiero è stato il candidato<br />

a sindaco dell’Ulivo,<br />

sul cui nome gli accordi di<br />

ben sette gruppi pol<strong>it</strong>ici sono<br />

stati chiusi, così come avevamo<br />

annunciato (sin dal n. 9).<br />

Sicuro, terribilmente sicuro<br />

del fatto suo, il candidato<br />

ulivista non ha posto tempo<br />

in mezzo e, immediatamente<br />

dopo la sua presentazione<br />

ufficiale quale aspirante alla<br />

prima poltrona c<strong>it</strong>tadina, il suo visino imberbe,<br />

con gli occhiali che lasciano trasparire<br />

uno sguardo che susc<strong>it</strong>a tenerezza, è apparso<br />

ingigant<strong>it</strong>o sulle enormi pareti ancora libere<br />

e su altrettanto enormi tabelloni murali.<br />

Su queste gigantografie, per la cui<br />

affissione l’appos<strong>it</strong>o ufficio convenzionato<br />

con il Comune, esige imposte inferiori,<br />

forse, solo a quelle di c<strong>it</strong>tà come Milano,<br />

oltre al faccino di ragazzo appena cresciuto,<br />

campeggia uno slogan efficace, brevissimo,<br />

che ricorda il motto che scelgono i vescovi<br />

quando vengono consacrati tali.<br />

Non c’è dubbio che il candidato<br />

ulivista sa il fatto suo. Naviga nelle acque<br />

infìde della pol<strong>it</strong>ica come “nocchiero in<br />

gran tempesta”, sebbene sia al timone da<br />

appena un quinquennio dal (1998 al <strong>2003</strong>).<br />

Prima, dal 1994 (anno della sua discesa in<br />

campo) al 1998, era stato solo un allievo.<br />

Il suo nome è salmodiato da circa trecento<br />

candidati ai vari consigli circoscrizionali<br />

e al consiglio comunale. Le liste, come<br />

anticipato su, sono sette (almeno fino al<br />

momento in cui scrivo). Sono: i diessini, i<br />

comunisti <strong>it</strong>aliani, i comunisti di Rifondazione,<br />

i liberal-socialisti di Nino Tringali, i<br />

centro-sinistrorsi della Margher<strong>it</strong>a, i civici<br />

di Augusta che vogliamo e quelli della lista<br />

personale del candidato.<br />

Fra i candidati al Consiglio Comunale<br />

che dovrebbero far parte di questa compatta<br />

coalizione, sono dati per certi i nomi di due<br />

medici (e si sa che i medici, soprattutto i mutualisti<br />

massimalisti, sono per forza di cose,<br />

grandi pescatori di voti); i nomi sono quelli<br />

di Felice Ventura, catanese di origine, campione<br />

mondiale di fisarmonica in gioventù,<br />

che, come medico, ha preso il posto, anni fa,<br />

di quel Cosimo Accurso, medico anch’egli e<br />

assessore comunale, se non vado errato, in<br />

una Giunta presieduta dall’avvocato Salva-<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 3<br />

Bellezza<br />

Totosindaco: III puntata<br />

Attenzione! Chi entra papa in conclave ne esce cardinale<br />

tore Bordonaro. E allora si<br />

poteva diventare assessori<br />

solo se si veniva eletti consiglieri.<br />

Se Ventura ce la<br />

facesse, sarebbe un ideale<br />

passaggio del testimone.<br />

L’altro nome di medico<br />

dato per certo come futuro<br />

consigliere civico è quello<br />

di Giuseppe Montalto per i<br />

diessini. Montalto, medico<br />

fiscale, mil<strong>it</strong>a da sempre in<br />

quell’area; prima era nelle<br />

fila del Part<strong>it</strong>o comunista<br />

unico (da cui sono scatur<strong>it</strong>i,<br />

nell’ordine: il (P)DS,<br />

Rifondazione comunista<br />

e il Part<strong>it</strong>o dei Comunisti<br />

<strong>it</strong>aliani).<br />

Dove si collocherà<br />

Iuri Meli, apparso nei volantini come coordinatore<br />

del movimento dipietrino L’Italia dei<br />

valori? Meli è il fratello del presidente della<br />

locale squadra di calcio a <strong>11</strong>, tragicamente<br />

scomparso a ottobre e questo solo fatto<br />

dovrebbe rappresentare per lui una buona<br />

piattaforma. Meli, che nei cromosomi ha i<br />

geni d’una sinistra addir<strong>it</strong>tura extra, si candida<br />

contemporaneamente per il consiglio<br />

provinciale e per quelli c<strong>it</strong>tadini.<br />

Dove si collocherà Paolo Amato, consigliere<br />

provinciale uscente, che ha fatto la<br />

sua prima usc<strong>it</strong>a pubblica sotto l’insegna<br />

dell’UDEUR-popolari per l’Europa, in campo<br />

nazionale guidato da Clemente Mastella?<br />

Se non risulta, al momento, che l’Italia dei<br />

valori voglia esprimere un suo candidato<br />

a sindaco, pare, invece, che lo voglia fare<br />

proprio l’UDEUR. Se questo fosse vero,<br />

avremmo una pletora di candidati, perché<br />

è quasi certo che l’altro polo, quello che si<br />

è autodefin<strong>it</strong>o Casa delle libertà non si è<br />

chiuso a riccio come il polo ulivista. Anzi,<br />

all’interno di quest’area, altrimenti definibile<br />

come di centro-destra, la s<strong>it</strong>uazione è magmatica,<br />

l’atmosfera è surriscaldata.<br />

Ho domandato un po’ a tanti esponenti<br />

dei vari part<strong>it</strong>i e movimenti che compongono<br />

il puzzle “libertario”. Da ogni parte mi viene<br />

risposto che l’intenzione è quella di fronteggiare<br />

l’altro polo con un candidato unico,<br />

che la decisione defin<strong>it</strong>iva può venire solo<br />

da Roma (chissà perché ancora questa sudd<strong>it</strong>anza,<br />

come ai vecchi tempi della Balena<br />

Bianca) e che, comunque, può essere presa<br />

solo dopo gli accordi su scala provinciale<br />

(Giornale di Augusta n. 10, pp. 3-5).<br />

Mi ricordo che in epoca di Democrazia<br />

Cristiana trionfante, quando era il part<strong>it</strong>o di<br />

maggioranza relativa, c’era addir<strong>it</strong>tura la<br />

gara a chi doveva entrare nella lista DC e gli<br />

esclusi s’incazzavano come bestie furiose;<br />

in ogni caso, era necessario<br />

l’imprimatur<br />

di Piazza del Gesù.<br />

Sembra d’essere tornati<br />

indietro di anni,<br />

agli anni di quella che impropriamente viene<br />

defin<strong>it</strong>a Prima Repubblica.<br />

Anche nel polo inventato da Berlusconi<br />

le liste sicure (?) sono sette: Forza Italia<br />

con Spanò, candidato a sindaco, Alleanza<br />

Nazionale con le due fiamme (Venturini<br />

e Tatarella) che si sarebbero unificate nel<br />

nome di Marco Stella, l’UDC, ancora<br />

indeciso tra Circo, l’attuale vicesindaco,<br />

e Carmelo Tringali ex sindaco, Patto per<br />

Augusta, guidato dal sindaco uscente (seppure<br />

sospeso) Pippo Gulino, che potrebbe<br />

avere un asso a sorpresa, sua moglie Emy<br />

d’Onofrio, Nuova Sicilia che dovrebbe<br />

imporre Antonino Cipriano, assessore estromesso,<br />

con Rinzivillo, dall’attuale Giunta<br />

diretta da Circo, il Nuovo PSI, in campo<br />

nazionale capeggiato da Bobo Craxi, che si<br />

è aggregato alla coalizione c<strong>it</strong>tadina, come<br />

ha fatto Craxi, con il fido De Michelis, in<br />

campo nazionale; la settima lista potrebbe<br />

essere quella già c<strong>it</strong>ata dell’UDEUR il cui<br />

esponente di spicco, Paolo Amato, non ha<br />

ancora sciolto la riserva.<br />

Un mòn<strong>it</strong>o per tutti. Ci si ricordi che,<br />

nonostante la grancassa mediatica e finanziaria,<br />

non sempre le ciambelle riescono<br />

con il buco. Una volta un vecchio pol<strong>it</strong>ico<br />

navigato e oscuro mi disse: “In pol<strong>it</strong>ica, i<br />

voti si contano a uno a uno”. Nella c<strong>it</strong>tà<br />

greca di Mègara, con cui è stato avviato<br />

un tentativo di gemellaggio, il sindaco che,<br />

nello scorso maggio, venne qui a capo della<br />

sua delegazione, è stato defenestrato dal suo<br />

avversario per una manciata di voti. E possiamo<br />

anche ricordare la contestata elezione<br />

di Gorge W. Bush quale presidente in carica<br />

degli Stati Un<strong>it</strong>i. Ricordo un candidato al<br />

Consiglio comunale, quando non erano stati<br />

ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i i consigli di quartiere, che andava in<br />

giro distribuendo solo i suoi “santini”, senza<br />

farsi alcuna pubblic<strong>it</strong>à. Niente di niente. Fu<br />

eletto con il pieno di voti.<br />

Nell’ippica cavallo piazzato non significa<br />

cavallo vincente.<br />

Nel mondo curiale e in quello giornalistico<br />

circola sovente una battuta dopo la<br />

morte di un papa, quando vengono resi noti i<br />

nomi dei papabili, cioè dei candidati favor<strong>it</strong>i<br />

per sedere sul trono di San Pietro: “Chi entra<br />

papa in conclave ne esce cardinale”.<br />

7 marzo <strong>2003</strong> Giorgio Càsole


4<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong>


Lasciate che i bambini venga<br />

no a me”, esortava, con dol-<br />

cezza paterna, il Gesù evan-<br />

gelico. Lo Stesso, però, cacciò<br />

in malo modo i mercanti dal tempio perché<br />

ivi facevano commercio, considerata, a<br />

buon dir<strong>it</strong>to, da Gesù immondo e blasfemo,<br />

perché il tempio o, meglio (data la fattispecie),<br />

la sinagoga doveva e dev’essere luogo<br />

di preghiera, a Dio consacrato.<br />

Chissà come reagirebbe Gesù, buono<br />

ma giustamente irascibile, se leggesse il sostanzioso<br />

fascicolo recap<strong>it</strong>ato in redazione<br />

dal nostro attento lettore Maurizio Valente,<br />

sensibile presidente del Consiglio d’Ist<strong>it</strong>uto<br />

della “Todaro” (Giornale di Augusta,<br />

n. 9, p. 5) e (appena da qualche giorno)<br />

presidente del com<strong>it</strong>ato di coordinamento<br />

delle scuole dell’obbligo di Augusta, di<br />

recentissima formazione.<br />

Valente era letteralmente furibondo<br />

quando ci ha parlato per portarci a conoscenza<br />

della sua nuova battaglia in difesa<br />

dei bambini, una battaglia combattuta in<br />

alleanza con il presidente del consiglio della<br />

circoscrizione municipale “Dògali-Salina-<br />

Pezzagrande”, Riccardo Cannavò, con tutto<br />

il consiglio circoscrizionale - stando alle<br />

affermazioni dello stesso Cannavò. Obiettivo<br />

della battaglia: ev<strong>it</strong>are che, i pedoni,<br />

soprattutto gli scolari che vanno a scuola e<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 5<br />

Bellezza<br />

Accusato di disinteresse anche il prefetto di Siracusa<br />

Corso Sicilia: e se ci scappa il morto?<br />

Il crocevia è diventato un pericolo costante, il viadotto di Corso Sicilia non ha un’adeguata protezione<br />

ne escono, possano essere travolti dalle auto<br />

a veloc<strong>it</strong>à sostenuta, quando attraversano il<br />

passaggio pedonale in Corso Sicilia, nei<br />

pressi del pallone tensostatico.<br />

Cannavò e Valente temono che qualche<br />

giorno ci possa scappare il morto e<br />

denunciano che, quasi quotidianamente,<br />

accadono vicino al passaggio incidenti<br />

più o meno significativi. “Persino oggi<br />

[lunedì 3 marzo, ndr.]” - si ag<strong>it</strong>a Valente<br />

– un bambino ha rischiato di essere messo<br />

sotto da un’auto, così come, giorni fa,<br />

un’autocisterna con rimorchio, provenienti<br />

dal depos<strong>it</strong>o costiero di via Lavaggi, carica<br />

di carburante, ha rischiato di cadere dal<br />

cavalcavia, all’altezza della scuola”.<br />

- Come mai questo rischio?<br />

“Perché il cavalcavia ha solo una<br />

semplice ringhiera, è privo, cioè, d’un’adeguata<br />

protezione, per esempio una robusta<br />

rete metallica, per prevenire incidenti, come<br />

quello che stava succedendo, se l’autista<br />

del mezzo non fosse stato abile a controllarlo<br />

e a rimetterlo in marcia”.<br />

Valente e Cannavò hanno tempestato<br />

di telefonate e lettere e fax tutte le “autor<strong>it</strong>à<br />

possibili e immaginabili” per ottenere una<br />

vigile sorveglianza da parte della polizia<br />

municipale nei pressi dell’attraversamento<br />

pedonale, così come succede anche nei<br />

comuni più piccoli del nostro (vedi Melilli),<br />

nelle ore cruciali, anzi nei “momenti”<br />

caldi dell’entrata e dell’usc<strong>it</strong>a, per vedere<br />

ripristinato l’impianto dei semafori per<br />

anni non funzionante e ora sradicato per la<br />

realizzazione della rotatoria e, infine per più<br />

efficaci dissuasori della veloc<strong>it</strong>à.<br />

Non c’è stato niente da fare. Cannavò<br />

e Valente, stanchi di non avere né risposte<br />

concrete né scr<strong>it</strong>te verbali dai pubblici<br />

amministratori c<strong>it</strong>tadini si sono rivolti al<br />

prefetto Alecci di Siracusa, lamentando<br />

anche il disinteresse dell’assessore alla<br />

polizia municipale e, in genere, di tutta<br />

la Giunta. Poiché nemmeno il prefetto ha<br />

dato soddisfazione alle richieste e nemmeno<br />

ha risposto con una lettera di circostanza,<br />

Valente, armato di fax, si è rivolto direttamente<br />

al Ministero dell’Interno, accusando<br />

lo stesso prefetto di “disinteresse su problematiche<br />

inerenti alla sicurezza stradale<br />

c<strong>it</strong>tadina”, in data 25 febbraio. Apr<strong>it</strong>i cielo!<br />

“Mi hanno telefonato dalla prefettura per<br />

parlare con me, solo dopo il fax e il prefetto<br />

si è giustificato con il ministero, in data<br />

28 febbraio”. Valente dà tempo, ma non<br />

demorde. Il 3 marzo riscrive, più irato di<br />

prima, al ministero, facendo riferimento alla<br />

lettera prefettizia del 28 e rincara la dose,<br />

informando puntiglioso: “Si comunica che,<br />

alla data odierna, non è stata ancora attuata<br />

la vigilanza come disposta dalla lettera in<br />

riferimento; i bambini sono alla mercé degli<br />

automobilisti. Anche quest’oggi, all’usc<strong>it</strong>a<br />

dalla scuola, s’è verificato lo stesso inconveniente:<br />

un bambino per puro miracolo,<br />

non è stato invest<strong>it</strong>o da un automobilista”.<br />

Valente è proprio un mastino e fa<br />

onore al suo cognome. Quanto ancora<br />

devono durare questi miracoli? Gesù, perdonateci<br />

l’espressione, si sarebbe incazzato<br />

di brutto.<br />

Non chiamateli eccellenze!


6<br />

La s<strong>it</strong>uazione san<strong>it</strong>aria nel di-<br />

stretto d’Augusta, oggi, è a<br />

dir poco drammatica”. Così<br />

esordisce Pippo Origlio,<br />

responsabile CGIL, funzione pubblica per<br />

Augusta in una nostra intervista esclusiva.<br />

“Stranamente”, continua Origlio, “ad<br />

Augusta nonostante numerose denunce<br />

all’opinione pubblica e ad altri organi<br />

d’informazione, non si muove foglia e i responsabili<br />

della nostra san<strong>it</strong>à, sono assenti o<br />

completamente indifferenti al problema”.<br />

Nel poliambulatorio di Via F. De Roberto<br />

(Palazzo di vetro) le disfunzioni non si<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

L’OSPEDALE INQUINA<br />

IL POLIAMBULATORIO FUORILEGGE<br />

Per favore, quando vi rivolgete<br />

ai prefetti, verbalmente o per iscr<strong>it</strong>to,<br />

non usate l’allocutivo “eccellenza” e le<br />

sigle S.E. / V.E. (rispettivamente stanno<br />

per Sua Eccellenza e Vostra Eccellenza).<br />

E’ un retaggio di epoche antiche. Sa di<br />

servilismo. Questo e altri t<strong>it</strong>oli sono stati<br />

abol<strong>it</strong>i con l’avvento della Repubblica.<br />

E sono passati 56 anni. Se ci fate caso,<br />

nessuno in TV si rivolge a un ministro<br />

chiamandolo “Eccellenza” – t<strong>it</strong>olo<br />

che un tempo si dava a tutti i ministri,<br />

compreso il primo, cioè quello che era<br />

chiamato “Capo del Governo”, e a tutti<br />

i prefetti, rappresentanti periferici del<br />

Governo centrale. Il re era chiamato<br />

“Maestà”. Il t<strong>it</strong>olo di eccellenza veniva<br />

dato persino ai generali di corpo d’armata.<br />

Oggi vorreste dare più importanza al<br />

prefetto piuttosto che al ministro? Basta<br />

dire o scrivere: signor prefetto o signor<br />

ministro. Semplice, no?<br />

GdA<br />

Intervista esclusiva al sindacalista Pippo Origlio<br />

Enormi sprechi e gravi deficienze<br />

contano più: il laboratorio analisi, che in un<br />

recente passato era per numero e per quant<strong>it</strong>à<br />

di esami effettuati il primo nella provincia,<br />

adesso viene incomprensibilmente lasciato<br />

languire per mancanza di apparecchiature e<br />

di reattivi. Si eseguivano tutti quegli esami<br />

clinici e di laboratorio indispensabili per la<br />

prevenzione ed esami di eccellenza quali<br />

l’Hcv Rna, necessari per l’accertamento<br />

di patologie non altrimenti individuabili.<br />

Adesso il laboratorio serve esclusivamente<br />

per effettuare i prelievi e una struttura con<br />

apparecchiature moderne è stata deliberatamente<br />

soppressa. Ci si chiede tutto questo a<br />

chi possa giovare.<br />

Il servizio di radiologia diagnostica da<br />

più di due anni è dimezzato, le apparecchiature<br />

infatti sono obsolete e non funzionanti,<br />

anche questo servizio è lasciato languire, in<br />

attesa che lentamente anche l’ultima macchina<br />

per l’ecografia, già di per sé superata,<br />

non funzioni più e si possa così sopprimere<br />

l’intero servizio, evidentemente i dirigenti<br />

san<strong>it</strong>ari, non r<strong>it</strong>engono che Augusta possa<br />

e debba avere un servizio pubblico compet<strong>it</strong>ivo<br />

ed efficiente.<br />

L’esiguo personale amministrativo<br />

in servizio lavora in condizioni da terzo<br />

mondo, costretto a elemosinare penne e<br />

quant’altro possa servire per il corretto funzionamento<br />

del suo lavoro, persino la carta<br />

delle fotocopie viene razionata e negata. I<br />

locali sono inadeguati e privi di elementari<br />

confort, non si parla ovviamente di computer<br />

o di mezzi meccanici. Il personale che va<br />

in pensione non viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o e spesso si<br />

assiste a episodi incresciosi in cui, per assenza<br />

di personale in congedo o in malattia,<br />

interi settori e sportelli rimangono chiusi,<br />

con grave interruzione di pubblico servizio<br />

e disagio per l’utenza. I disabili non riescono<br />

ad accedere nei locali,in quanto gli stessi<br />

sono privi di tutti quegli accorgimenti indispensabili<br />

per la fruizione ,infatti, non sono<br />

state abbattute le barriere arch<strong>it</strong>ettoniche e<br />

ciò in contrasto con la vigente normativa<br />

nazionale ed europea. L’ospedale presenta<br />

forse una s<strong>it</strong>uazione ancora più intollerabile<br />

ed esplosiva, in quanto lo stesso scarica<br />

direttamente sul golfo Xifonio, senza alcun<br />

tipo di decantazione o depurazione, tutti i<br />

rifiuti fognari, e ciò con grave pregiudizio<br />

per la salute dei c<strong>it</strong>tadini di Augusta.<br />

Al “Muscatello” la camera<br />

iperbarica, costata centinaia di<br />

milioni di lire, non è mai entrata<br />

in funzione<br />

Si parla tanto di salute, di prevenzione<br />

all’inquinamento, di rispetto dell’ambiente<br />

ed ecco che, proprio l’ospedale che dovrebbe<br />

prevenire e curare, è quello che<br />

maggiormente inquina. Si ricorda ancora il<br />

vergognoso spreco che è la camera iperbarica,<br />

s<strong>it</strong>a nel nostro nosocomio, mai entrata<br />

in funzione, costata centinaia di milioni di<br />

lire.<br />

Alla luce di tutte queste vicende,ad<br />

Augusta nulla si muove per migliorare questo<br />

vergognoso stato di cose e il sospetto<br />

si insinua, forse si preferisce che le cose<br />

rimangano così e che il paese venga trattato<br />

sempre più da periferia estrema? Se le cose<br />

stanno così sappiano i dirigenti che i c<strong>it</strong>tadini<br />

non sono disponibili ad avallare questa<br />

s<strong>it</strong>uazione e le inefficienze e il degrado non<br />

giovano a nessuno e tantomeno a un paese<br />

che si vuole definire civile.<br />

C.C.<br />

Malasan<strong>it</strong>à


Pol<strong>it</strong>ica<br />

Molti c<strong>it</strong>tadini residenti in<br />

via Federico de Rober-<br />

to, specialmente i pro<br />

prietari e gli inquilini<br />

degli appartamenti al numero civico 52,<br />

si lamentano, e non da oggi, dello stato di<br />

degrado in cui versa uno stacco di terreno,<br />

quasi al centro della via medesima, di proprietà<br />

privata, divenuto nel tempo regno dei<br />

ratti, insetti e animali, in genere, randagi e,<br />

talvolta, rabbiosi-fonte di pericolo, dunque,<br />

dal punto di vista igienico san<strong>it</strong>ario; e non<br />

parliamo del senso di disordine e di bruttura<br />

estetica che si ricava vedendo, specie<br />

dall’alto, tutta la cianfrusaglia sparpagliata<br />

su quest’ampia area-in questo momento non<br />

solo inutile e inservibile, ma, addir<strong>it</strong>tura,<br />

perniciosa e, comunque, improponibile in<br />

un centro urbano qual è quello di cui si<br />

parla, dove sorgono palazzi e condomini<br />

di una certa pretenizios<strong>it</strong>à. Quand’anche<br />

non esistessero edifici di una certa pretesa<br />

eleganza, basterebbe appellarsi al senso del<br />

decoro per non accettare la s<strong>it</strong>uazione documentata<br />

dal servizio realizzato dal nostro<br />

giovane collaboratore Francesco Tringali.<br />

In passato la s<strong>it</strong>uazione era ancora peggiore<br />

a causa della vegetazione spontanea folta<br />

e alta. I c<strong>it</strong>tadini insofferenti si rivolsero<br />

al sindaco Gulino, circa cinque anni fa. Il<br />

capo dell’amministrazione comunale venne<br />

incontro alle leg<strong>it</strong>time richieste dei c<strong>it</strong>tadini<br />

e, con ordinanza n. 217 del 28 giugno ‘99,<br />

ordinò al proprietario di tale lotto di pulire,<br />

di salvare e sgombrare dei materiali giacenti<br />

il lotto stesso, che doveva essere recintato da<br />

una palizzata. Nella stessa ordinanza erano<br />

previste “successivi interventi periodici al<br />

fine di mantenere nel tempo il terreno in<br />

questione, sgombro da erbacce e da altro<br />

materiale”. In caso di inadempienza si<br />

minacciava “l’intervento coattivo a mezzo<br />

ufficio tecnico comunale con rivalsa di spesa<br />

a norma di legge”. Il proprietario obbedì<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 7<br />

Bellezza<br />

Intervista al neo assessore ai Lavori Pubblici, Gino Ponzio<br />

C’è tanta carne al fuoco?<br />

In segu<strong>it</strong>o alla denuncia dei residenti di Via F. De Roberto, provochiamo l’amministratore comunale sul<br />

problema del lotto degradato e su altri problemi di interesse c<strong>it</strong>tadino<br />

all’ordinanza e per qualche tempo il lotto fu<br />

oscurato alla vista di tutti da uno steccato.<br />

Anni dopo, morto nel frattempo il proprietario,<br />

la s<strong>it</strong>uazione è di nuovo peggiorata e<br />

lo steccato è stato smantellato dai vandali e<br />

dagli agenti atmosferici. Cinque anni dopo il<br />

primo intervento, la s<strong>it</strong>uazione è quella che<br />

documentiamo. E dire che quell’area urbana<br />

ha fame di aree a verde e di parcheggi.<br />

Sarebbe del<strong>it</strong>tuoso concedere ancora licenze<br />

edilizie in un tempo in cui la sensibil<strong>it</strong>à per<br />

l’ambiente è aumentata e in cui la gente non<br />

cerca più ab<strong>it</strong>azioni in c<strong>it</strong>tà, ma al monte.<br />

Un’accorta e lungimirante amministrazione<br />

punterebbe all’esproprio dell’area (esproprio<br />

non più penalizzante come un tempo),<br />

in linea, del resto, con gli atti del sindaco<br />

sospeso, Pippo Gulino, che, nel corso degli<br />

anni, s’è contraddistinto per la realizzazione<br />

di piazze (quella<br />

denominata<br />

impropriamente<br />

America, proprio<br />

alle spalle<br />

di Via De Roberto)<br />

e piazzette.<br />

A b b i a -<br />

mo sottoposto<br />

il problema al<br />

neo assessore<br />

ai Lavori Pubblici,<br />

il 53enne<br />

Gino Ponzio,<br />

A fianco<br />

l’assessore<br />

G. Ponzio<br />

sposato, tre figli, fedelissimo di Pippo Gulino,<br />

insediatosi di 16 febbraio <strong>2003</strong>. Lei non<br />

crede sarebbe opera altamente mer<strong>it</strong>oria<br />

e espropriare quel lotto e farne una piazzetta,<br />

uno slargo o un parcheggio?<br />

“Sono pienamente d’accordo. E farò<br />

il possibile perché questo avvenga, se non a<br />

breve, anche dopo che me ne sarò andato o<br />

dopo che si sarà insediata un’altra giunta.<br />

I c<strong>it</strong>tadini hanno ragione di lamentarsi, di<br />

protestare e di esigere. Lei ha ragione nel<br />

fare questa domanda. Io dico, anzi, che<br />

sarebbe davvero un toccasana espropriare<br />

l’area e trasformarla in parcheggio, di cui<br />

si avverte il bisogno, soprattutto in estate<br />

e nei giorni festivi quando la retrostante<br />

piazza fontana si riempie di gente e non si<br />

sa dove trovare un posto-auto “.<br />

È una promessa elettoralistica?<br />

“Guardi, lei ha fatto ben a porre questa<br />

domanda perché i suoi lettori potrebbero<br />

dub<strong>it</strong>are di queste promesse proclamate<br />

proprio pochi mesi dal rinnovo di tutti gli<br />

organismi civici elettivi. Chi mi conosce sa<br />

che io non sono persona né ab<strong>it</strong>uata alle<br />

chiacchiere né al potere, giacché per quasi<br />

cinque anni ho lavorato al servizio della<br />

comun<strong>it</strong>à da semplice consigliere comunale<br />

prima e da presidente della commissione<br />

urbanistica poi e ho accettato l’incarico di<br />

assessore proprio alla vigilia delle elezioni,<br />

quando qualsiasi altro non avrebbe accettato,<br />

solo per spir<strong>it</strong>o di servizio. Per indole<br />

personale e per storia familiare, sono uno<br />

cui piace la religione dei fatti non delle<br />

parole. Sono uno che ha lavorato sin da


8<br />

ragazzino e non ho mai dato importanza<br />

alla vana gloria”.<br />

Scusi ma che può fare in così breve<br />

tempo per la c<strong>it</strong>tà?<br />

“Veda, io ho accettato per dare un<br />

senso di continu<strong>it</strong>à all’opera che avevo già<br />

svolto in consiglio. Difatti, se mi avessero<br />

proposto un altro assessorato non avrei<br />

accettato, tant’è vero che l’assessorato<br />

alla pubblica istruzione è privo del t<strong>it</strong>olare.<br />

Voglio dire che, avendo lavorato in un certo<br />

settore e non potendo occuparmene come<br />

responsabile pol<strong>it</strong>ico, poiché, come lei sa, il<br />

collega Scafati è il t<strong>it</strong>olare dell’urbanistica,<br />

ho pensato, pregato dai colleghi di part<strong>it</strong>o<br />

e dal vicesindaco Circo, che da t<strong>it</strong>olare ai<br />

Lavori Pubblici sarei stato di util<strong>it</strong>à, per<br />

l’esperienza accumulata in precedenza, sia<br />

alla giunta, priva fino al 15 febbraio, di due<br />

componenti, sia alla c<strong>it</strong>tà”.<br />

In sostanza, Lei, da presidente della<br />

commissione urbanistica, di che si è<br />

occupato?<br />

“Potrei risponderle con una battuta:<br />

di tanta carne al fuoco. Ma non voglio apparire<br />

presuntuoso. Voglio solo rimarcare<br />

una circostanza, non per vantarmene, ma<br />

per sottolineare che quando un lavoro viene<br />

fatto bene con coscienza, anche se oscuro,<br />

può essere gratificante e, soprattutto, produce<br />

effetti benefici, preziose per tutti, me e<br />

i miei figli compresi, ovviamente...”<br />

A che cosa si riferisce?<br />

“Al nuovo ospedale “Muscatello” in<br />

via di costruzione in questo momento (com’è<br />

noto il vecchio edificio, che attualmente<br />

osp<strong>it</strong>a il nosocomio, osp<strong>it</strong>erà ambulatori<br />

e uffici, consentendo il risparmio di fior di<br />

quattrini). In consiglio comunale non stava<br />

passando la concessione dell’area perché,<br />

ZONA ISOLA<br />

INDIIPENDENTE - 230 mq Ca.<br />

Via X Ottobre — Palazzetto con 2<br />

appartamenti indipendenti di mq 165<br />

ciascuno. Da ristrutturare.<br />

EURO 77.469,00<br />

2 LOCALI—S5mqca.<br />

Via Megara - Appartamento al 1° piano composto da:<br />

ingresso, 2 camere, cucina, bagno. Da ristrutturare.<br />

EURO 31. 000,00<br />

3 LOCALI —90 mq. ca.<br />

Via Xifonia: ingresso,<br />

saloncino, 2 camere,<br />

cucina, bagno.<br />

BUONO STATO.<br />

EURO 62. 000,00<br />

3 LOCALI<br />

Via Megara: ingresso,<br />

salone, 2 camere, cucma, bagno.<br />

Parzialmente da ristrutturare.<br />

EURO 44. 000,00<br />

4 LOCALI<br />

Via Epicarmo: ingresso, salone, 3 camere, cucina,<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

erroneamente, si r<strong>it</strong>eneva<br />

che ricadesse in zona grigia,<br />

cioè non edificabile.<br />

Grazie una mia attenta lettura<br />

delle carte, invece, si<br />

è appurato che rientrava in<br />

zona F, cioè zona prevista<br />

per i servizi”.<br />

C’è altro?<br />

“Certamente. Ci siamo<br />

adoperati perché andasse<br />

in cantiere, com’è<br />

andato, il progetto del<br />

mega parcheggio di via<br />

Marina di Ponente-i lavori<br />

sono visibili a tutti-dove<br />

potranno trovare ricetto<br />

oltre 300 auto in due livelli di parcheggio,<br />

dove sarà realizzata un’area di verde attrezzato<br />

e dove sarà circoscr<strong>it</strong>to il mercato<br />

rionale, lasciando così libera la via X Ottobre<br />

al traffico veicolare”.<br />

Ah, davvero? Finalmente!<br />

“Sì, davvero. Ma un’altra facil<strong>it</strong>azione<br />

al traffico verrà dal sottopassaggio che sarà<br />

realizzato per eliminare l’assurdo passaggio<br />

a livello della strada extraurbana che dal<br />

monte porta alla caserma dei pompieri,<br />

vicino alla provinciale per Brucoli”.<br />

Quella che, chissà perché, si chiama<br />

Xiacche come il tratto che va da via Xifonia<br />

a via Marina Levante?<br />

“Proprio quella. Non solo il traffico<br />

in questo momento è rallentato, ma si sono<br />

registrati anche incidenti”.<br />

Senta, qual è la ratio con cui si<br />

motiva la duplicazione di un nome, così<br />

difficile tra l’altro? Non c’è il rischio di<br />

equivoci e confusione?<br />

“Non lo chieda a me. In primo luogo<br />

bagno.<br />

Parzialmente da ristrutturare.<br />

EURO 39. 000,00<br />

4 LOCALI - 130 mq. ca.<br />

C/da Cuccumelli: Villa<br />

indipendente su 2.500<br />

mq, composta da:<br />

soggiorno —cucina, 3<br />

camere, bagno, doppio<br />

servizio. Ampie verande.<br />

Gazebo con barbecue in<br />

Pol<strong>it</strong>ica<br />

perché non è di mia competenza, poi perché<br />

sono su questa poltrona solo da venti<br />

giorni circa”.<br />

Non doveva esserci prima?<br />

“Infatti. M’era stato proposto già otto<br />

mesi fa, ma poi, per equilibri interni, mi fu<br />

chiesto di mettermi da parte e, disciplinatamente,<br />

ho obbed<strong>it</strong>o”.<br />

Ancora una domanda, l’ultima.<br />

Tutti questi bei progetti e gli altri di cui<br />

non possiamo rendere conto (almeno per<br />

ora) sono nel libro dei sogni?<br />

“No, che dice. Si tratta di progetti già<br />

finanziati e, in buona sostanza, appaltati. E<br />

taluni sono cantieri in corso, come si può<br />

constatare.<br />

4 LOCALI — <strong>11</strong>5 mq ca.<br />

Affiliato: STUDIO GARIBALDI Via Barbarino: Ingresso, salone, sala da pranzo, 2<br />

camere da letto, cucina, bagno, ripostiglio.<br />

Via Garibaldi, 34 - Augusta EURO 46.481,00<br />

BORGATA<br />

0931 971230 - 0931 971041<br />

INDIPENDENTE -50 mq ca. Via Palermo:<br />

indipendente al piano terra composto da: 2 camere,<br />

cucinino, bagno. Da ristrutturare.<br />

EURO 18. 000<br />

3 LOCALI — 100 mq<br />

ca. Via Catania: ingresso,<br />

salone, 2 camere, cucina<br />

ab<strong>it</strong>abile (con verandina<br />

chiusa), bagno, ripostiglio e<br />

lavanderia. Riscaldamento<br />

autonomo.<br />

EURO 76. 000,00<br />

4 LOCALI — 120 mq ca.<br />

Via Andrea Saluta: Ingresso,<br />

salone, 3camere,<br />

cucina, bagno, doppio<br />

servizio,<br />

2 ripostigli. BUONO<br />

STATO.<br />

EURO 98. 000,00<br />

3 LOCALI — 65 mq ca.<br />

Via Barbarino: Ingresso, 3 camere,<br />

cucina, bagno. Da ristrutturare<br />

EURO 28.405,00<br />

AFFITTI<br />

4 LOCALI- 12Omq<br />

Via Andrea Saluta: ingresso, salone doppio, 3 camere,<br />

cucina, doppi servizi, ripostiglio. Riscaldamento<br />

centralizzato. Buono stato.<br />

EURO 350,00<br />

4 LOCALI - 140 mq<br />

Via XXV Aprile: ingresso, salone doppio, 3 camere,<br />

cucina- soggiorno, doppi servizi. Riscaldamento e<br />

posto


Pol<strong>it</strong>ica<br />

Il nuovo piano regolatore c<strong>it</strong>tadi-<br />

no è costato alla collettiv<strong>it</strong>à un<br />

miliardo e mezzo di lire o di più?<br />

La prima cifra ci è stata indicata<br />

da un esperto del settore, l’ingegner Roberto<br />

Meloni, in una lettera da noi pubblicata sul<br />

n. 9 con giusto risalto, tanto che vi dedicammo<br />

il t<strong>it</strong>olo principale della copertina<br />

(fatto invero inconsueto per un giornale,<br />

ma, essendo la nostra testata di esclusivo<br />

interesse c<strong>it</strong>tadino, la relazione di un tecnico,<br />

per di più consigliere comunale, su un tema<br />

così dibattuto nel corso di quasi vent’anni<br />

e di grande interesse per tutti i c<strong>it</strong>tadini,<br />

imponeva questa scelta). Dopo l’usc<strong>it</strong>a del<br />

n. 9 ci fu qualcuno che avanzò dubbi sulla<br />

reale cifra sborsata al progettista del piano<br />

regolatore, l’oriundo augustano Sebastiano<br />

Cacciaguerra. Siamo stati informati che la<br />

cifra da noi pubblicata, sulla scorta della<br />

relazione di Meloni, è inferiore a quella<br />

effettivamente versata. Ne abbiamo chiesto<br />

conferma all’assessore Salvo Scafati, t<strong>it</strong>olare<br />

dell’urbanistica nella giunta attualmente<br />

presieduta da Danilo Circo.<br />

E’ vero che il PRG redatto da<br />

Cacciaguerra e ormai del tutto inutile è<br />

costato 1.800 milioni circa?<br />

“Si, è vero, ma la responsabil<strong>it</strong>à maggiore<br />

è da addeb<strong>it</strong>are agli amministratori<br />

che ci hanno preceduto. Io stesso, da assessore,<br />

avevo scr<strong>it</strong>to al sindaco Gulino perché<br />

si provvedesse alla revoca dell’incarico al<br />

professor Cacciaguerra”.<br />

Perché?<br />

“Perché il piano da lui redatto presentava<br />

deficienze tecniche e amministrative<br />

che lo rendevano incompatibile con le nostre<br />

esigenze”.<br />

Quindi, abbiamo letteralmente buttato<br />

i soldi al vento?<br />

“Il compenso era dovuto al professionista<br />

dopo quasi un ventennio dal<br />

conferimento dell’incarico. Per ev<strong>it</strong>are di<br />

raggiungere tale cifra i nostri predecessori<br />

avrebbero dovuto troncare prima il rapporto<br />

e la c<strong>it</strong>tà ne avrebbe avuto un duplice beneficio:<br />

dal punto di vista finanziario e dal<br />

punto di vista della certezza del dir<strong>it</strong>to”.<br />

E ora che cosa succederà?<br />

“Secondo me, occorre conferire un<br />

nuovo incarico tenendo conto della realtà<br />

attuale, partendo dalla necess<strong>it</strong>à di fare sviluppare<br />

le piccole e medie imprese, artigiane<br />

e commerciali”<br />

A chi dovrebbe essere confer<strong>it</strong>o il<br />

nuovo incarico?<br />

“Sono convinto che la soluzione migliore<br />

sarebbe quella di far cost<strong>it</strong>uire un<br />

com<strong>it</strong>ato di tecnici locali, coordinati dal<br />

dirigente comunale del settore,che potreb-<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 9<br />

Bellezza<br />

Parla l’assessore all’urbanistica, Salvo Scafati<br />

“Centinaia di posti di lavoro da qui a 2 anni”<br />

Nuovi insediamenti produttivi, già defin<strong>it</strong>i, daranno un colpo di acceleratore per l’occupazione, specie dei<br />

giovani, e serviranno a impinguare le casse del Comune<br />

be anche utilizzare<br />

tutto il meglio del<br />

piano Cacciaguerra”.<br />

Quindi, un<br />

incarico del genere<br />

farebbe perdere<br />

ancora altro tempo<br />

ai c<strong>it</strong>tadini onesti,<br />

che non hanno<br />

voluto mai fare gli<br />

abusivi, nel rispetto<br />

della legge?<br />

“Vede, proprio<br />

partendo da<br />

questo dato sull’abusivismo<br />

è indispensabile<br />

avere<br />

uno strumento normativo<br />

nuovo, moderno, all’altezza della<br />

s<strong>it</strong>uazione ambientale modificatasi nel corso<br />

degli anni e per rendere effettive nuove<br />

possibil<strong>it</strong>à di sviluppo”.<br />

Lei, come assessore all’urbanistica,<br />

come si è comportato in questa direzione?<br />

“Ripeto, intanto, il mio convincimento<br />

favorevole sin dall’inizio del mio incarico<br />

alla revoca del mandato a Cacciaguerra.<br />

Inoltre, ho inv<strong>it</strong>ato le categorie imprend<strong>it</strong>oriali<br />

a attivarsi per realizzare nel nostro<br />

terr<strong>it</strong>orio infrastrutture nel settore artigianale,<br />

industriale, alberghiero, ospedaliero al<br />

fine anche di favorire l’occupazione locale<br />

e le casse municipali, andando in variante<br />

al Piano Regolatore Generale e utlizzando<br />

i finanziamenti di Agenda 2000”.<br />

Che cos’è? Una sirena elettoralistica?<br />

“Potrebbe sembrare, dati i tempi, ma<br />

non è così. Abbiamo lavorato - a volte anche<br />

in modo oscuro - per rendere concreti i<br />

progetti, non per vantarcene. Lei pensi che<br />

al Comune di Melilli l’aver concesso all’<br />

Emmezeta la costruzione di quell’ipermercato<br />

procura un intro<strong>it</strong>o, in termini di ICI,<br />

che è sufficiente per pagare gli stipendi di<br />

tutto il personale municipale”.<br />

Lei pensa che anche il nostro Comune<br />

dovrebbe concedere un’area per<br />

un ipermercato?<br />

“Un’idea del genere potrebbe essere<br />

praticabile e proponibile qualora ci fossero<br />

gli invest<strong>it</strong>ori del settore, ma è certo che<br />

se fossero incentivate le imprese a realizzare<br />

opportune infrastrutture ci sarebbe<br />

un r<strong>it</strong>orno in termini occupazionali e in<br />

termini finanziari, nel senso che si impin-<br />

L’area da riqualificare, vicino a<br />

via Bruno Buozzi<br />

Il nostro direttore intervista l’assessore<br />

Scafati (a destra)<br />

guerebbero le casse comunali. Una buona<br />

e saggia Amministrazione dovrebbe essere<br />

in grado di ripartire equamente le somme<br />

per alleviare i c<strong>it</strong>tadini, già troppo oberati<br />

da imposte, al fine di ev<strong>it</strong>are l’aumento delle<br />

tasse locali”.<br />

Al di là delle dichiarazioni di<br />

principio, che cosa bolle in pentola di<br />

concreto?<br />

“Due sono i progetti più significativi,<br />

che, di qui a qualche anno, porteranno<br />

all’attivazione di centinaia di nuovi posti<br />

di lavoro”.<br />

Anche qui, scusi, che cos’è? Una<br />

grancassa elettorale?<br />

“No. Si tratta di scelte ben precise per<br />

le quali si è già deliberato. Certo, occorrono<br />

i tempi dovuti. Questi nuovi posti di lavoro<br />

sono, è vero, di là da venire, ma non in un<br />

futuro troppo remoto. Saranno realizzate<br />

queste due opere: 1) una grossa e, importantissima<br />

per il Sud, officina ortopedica,<br />

per realizzare in loco le protesi che ora si<br />

possono trovare solo al Nord...”<br />

Al Rizzoli di Bologna, per esempio?<br />

“Sì, proprio così. Sarà realizzata una<br />

struttura che non avrà nulla da invidiare a


10<br />

quella che lei ha c<strong>it</strong>ato”.<br />

E poi?<br />

“Poi sarà costru<strong>it</strong>o un centro benessere<br />

e un albergo per consentire il soggiorno,<br />

a prezzi contenuti (sottolineo questo concetto),<br />

ai familiari dei pazienti che si fanno<br />

ricoverare nelle strutture ospedaliere del<br />

nostro terr<strong>it</strong>orio. Mi sia consent<strong>it</strong>o di c<strong>it</strong>are<br />

l’impegno al riguardo di un uomo, come<br />

Innocenzo Galatioto, che, a 75 anni, ha<br />

ancora la voglia di investire per rendere un<br />

servizio alla sua c<strong>it</strong>tà, ma devo anche c<strong>it</strong>are<br />

il presidente della locale CNA, Giuseppe<br />

Gianino, per l’impegno profuso a favore<br />

della realizzazione di un’area artigianale,<br />

per cui abbiamo già individuato il s<strong>it</strong>o”.<br />

Qual è?<br />

“E l’area che insiste nei pressi della<br />

caserma dei vigili del fuoco”.<br />

Che cosa significherà per gli augustani?<br />

“Intanto che sarà rivalutata un’area,<br />

che sarà pure serv<strong>it</strong>a da un sottopassaggio<br />

per ev<strong>it</strong>are la strozzatura di un passaggio a<br />

livello, e inoltre, consentirà di adeguare meglio<br />

e al fine di protezione civile quell’arteria<br />

Nel panorama sportivo<br />

augustano un posto<br />

di grande prestigio è<br />

occupato dalla pallanuoto<br />

che disputa il campionato nazionale di<br />

serie A e B avvalendosi nel primo caso di<br />

un’agguerr<strong>it</strong>a squadra femminile composta<br />

da undici giocatrici tra t<strong>it</strong>olari e riserve,<br />

tra le quali spicca senza dubbio una delle<br />

campionesse mondiale di pallanuoto, che<br />

è Melania Greco. La squadra punta molto<br />

nel settore giovanile; infatti Martina Albo<br />

e Marianna Arangio sono le promessa<br />

della pallanuoto siciliana. Al campionato<br />

di Serie B partecipano ragazzi volenterosi,<br />

che cercano di farsi spazio in questo<br />

campo,accanto a giocatori esperti come<br />

Domenico Bellistrì, Gianluca Buscema,<br />

Marco Armellini, nonostante le avverse<br />

condizioni organizzative che li costringono<br />

spesso ad allenamenti faticosi e “gelati”.<br />

Infatti, nonostante sia uno sport che sta<br />

dando notevoli soddisfazioni, ricordiamo<br />

che la Rarinantes Augusta sarà impegnata<br />

a partire dal 20 marzo nella Coppa LEN,<br />

dove incontrerà le squadre più t<strong>it</strong>olate e<br />

importanti d’Europa, poco si fa a livello<br />

gestionale per garantire ai giocatori la possibil<strong>it</strong>à<br />

di allenarsi in un ambiente adeguato.<br />

Infatti, i coraggiosi ragazzi che prendono<br />

parte al campionato di serie B hanno avuto<br />

diverse difficoltà quest’anno, soprattutto a<br />

causa della chiusura dell’impianto per pro-<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

che dalla cosiddetta villa delle rose conduce<br />

al monte, dove attualmente si trovano non<br />

poche aziende artigiane. Per favorire i<br />

maggiori intro<strong>it</strong>i ICI di cui si faceva cenno<br />

prima, è in <strong>it</strong>inere il progetto per la realizzazione<br />

di un megacomplesso residenzialeturistico<br />

in zona Castelluccio”.<br />

C’è molta carne al fuoco!<br />

“Abbiamo lavorato sodo e gli effetti<br />

si vedranno, come, per esempio, si vedrà,<br />

fra non molto tempo, riqualificata al meglio<br />

l’area vicino a via Bruno Buzzi, dove<br />

doveva sorgere un complesso edilizio per<br />

soci di una cooperativa. Dopo il terremoto<br />

del ‘90, furono stabil<strong>it</strong>e misure più restr<strong>it</strong>tive<br />

per la concessione di licenze edilizie in<br />

quell’area; la cooperativa proprietaria se ne<br />

rese conto e ha accettato di vendere l’area<br />

stessa al Comune per la cifra di 50 milioni<br />

di lire. Il Comune realizzerà un’area a verde<br />

attrezzato per anziani e bambini. A giorni,<br />

l’assessore all’urbanistica si recherà presso<br />

un notaio c<strong>it</strong>tadino al fine di stipulare il<br />

regolare contratto di compra-vend<strong>it</strong>a e solo<br />

dopo, naturalmente, si potranno avviare le<br />

pratiche per la riqualificazione dell’area che,<br />

Sport<br />

Pol<strong>it</strong>ica<br />

in tutto questo tempo, mi sono impegnato a<br />

tenere decente, grazie alla collaborazione di<br />

sponsor privati, per l’impossibil<strong>it</strong>à di gravare<br />

sul bilancio comunale, giacché l’area non<br />

era pubblica”.<br />

A propos<strong>it</strong>o di cooperative, non<br />

poche sono state trascurate dal Comune,<br />

così come c’è stato rifer<strong>it</strong>o. Lei che cosa<br />

ha intenzione di fare per i c<strong>it</strong>tadini che<br />

hanno bisogno della prima casa?<br />

“Non ho intenzione. Ho già provveduto<br />

a fare istruire le pratiche per ev<strong>it</strong>are<br />

lo stato di abbandono in cui, come ha<br />

ricordato lei giustamente, versavano le<br />

cooperative. Viste le varie localizzazioni<br />

delle cooperative, sto portando le pratiche<br />

alla valutazione del consiglio comunale, che<br />

è l’organo supremo in materia per dare la<br />

certezza a molti giovani di avere, appunto,<br />

la prima casa”.<br />

La “Rari Nantes” sarà impegnata a partire dal 20 marzo nella Coppa LEN<br />

Pallanuoto, punta di diamante dello sport c<strong>it</strong>tadino<br />

Oltre al calcio a 5, anche la pallanuoto è uno degli sport più segu<strong>it</strong>i<br />

blemi elettrici (caldaia rotta),e per questo<br />

non hanno consegu<strong>it</strong>o i risultati sperati. Ma,<br />

nonostante ciò, la società, gest<strong>it</strong>a da V<strong>it</strong>torio<br />

Sgroi, e il direttore tecnico della squadra,<br />

l’allenatore Massimo Suma, credono che<br />

questi ragazzi possano ancora migliorare,<br />

dopo il bel gioco mostrato durante alcune<br />

part<strong>it</strong>e.<br />

Giulio Sciotto


Spaziogiovani<br />

Oltre cinquant’anni fa, nella<br />

zona portuale in Augusta<br />

cominciarono a essere im<br />

piantate le prime industrie,<br />

che ancora oggi svolgono un’intensa attiv<strong>it</strong>à<br />

di produzione, la quale, soprattutto nella<br />

raffinazione del petrolio grezzo proveniente<br />

dal vicino Eg<strong>it</strong>to e dai paesi dell’ex Unione<br />

Sovietica, le fanno classificare tra le più<br />

importanti d’Italia e d’Europa.<br />

Le industrie però non hanno portato<br />

soltanto qualche migliaio di posti di lavoro<br />

tra gli addetti e i manutentori, e quindi<br />

contribu<strong>it</strong>o in modo abbastanza decisivo<br />

a debellare la povertà postbellica presente<br />

nella zona come in ogni parte del meridione<br />

a quell’epoca, ma principalmente nei primi<br />

decenni della loro attiv<strong>it</strong>à e fino al termine<br />

degli anni Settanta hanno letteralmente<br />

depauperato, inquinando i corsi d’acqua,<br />

il mare, le coste e, cosa non meno importante,<br />

l’aria.<br />

Ancora oggi le industrie, pur avendo<br />

adottato alcuni provvedimenti per ridurre<br />

drasticamente le emissioni inquinanti,<br />

contribuiscono in forma determinante all’inquinamento<br />

dell’aria, provocando gravi<br />

disturbi respiratori agli ab<strong>it</strong>anti di Augusta<br />

e dei paesi lim<strong>it</strong>rofi come Melilli e Priolo.<br />

Difatti gli ab<strong>it</strong>anti di Augusta come quelli<br />

di Mistretta e di altre local<strong>it</strong>à industriali del<br />

Nord Italia presentano un male in comune:<br />

l’ASMA.<br />

Questo male che affligge sia i c<strong>it</strong>tadini<br />

di Augusta e sia quelli di Mistretta era già<br />

conosciuto da tempo, infatti, in un noto libro<br />

del professor Giorgio Càsole dal t<strong>it</strong>olo<br />

Augusta e Condorelli è ricordato come la<br />

gente di Augusta continui a fare peregrinazioni<br />

nei vari reparti oncologici degli ospedali<br />

d’oltralpe, vale a dire quelli francesi; ma<br />

che questo fenomeno fosse classificato fra<br />

i primi posti in Sicilia non si sapeva ancora<br />

fino a qualche mese fa, quando la cattedra<br />

di pneumologia dell‘univers<strong>it</strong>à di Palermo<br />

ha confermato la presenza di un alto tasso<br />

di casi di asma a causa della massiccia presenza<br />

di industrie nel terr<strong>it</strong>orio di Augusta,<br />

infatti, sia ad Augusta sia a Mistretta sono<br />

state registrate il maggior numero di casi<br />

di persone affl<strong>it</strong>te da asma, raggiungendo<br />

un’alta percentuale. Adesso una domanda<br />

sorge spontanea nella mente: chi ha notato la<br />

pubblicazione dell’articolo basato sull’alto<br />

tasso di casi di asma ad Augusta? Anni fa<br />

il ministero dell’ambiente classificò l’area<br />

industriale relativa ai comuni di Augusta,<br />

Priolo e Melilli come zona ad elevato rischio<br />

di crisi ambientali’’.<br />

Ora, camminando per la via principale<br />

di Augusta abbiamo intervistato diversi passanti,<br />

tra cui il sig. Claudio di anni 41:<br />

Scusi, lei è al corrente che la zona<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> <strong>11</strong><br />

Bellezza<br />

Interviste ai c<strong>it</strong>tadini<br />

Che ne sapete dell’asma ad Augusta?<br />

compresa tra i comuni di Augusta e Priolo<br />

è quella con il più alto tasso di asma della<br />

Sicilia ?<br />

“ Beh… veramente so che molte<br />

persone qui ad Augusta soffrono d’asma, ma<br />

non pensavo che fosse addir<strong>it</strong>tura così!”<br />

Ora che ne è venuto al corrente, che<br />

soluzione pensa che sia la migliore?<br />

“ Ma… penso che per ridurre almeno<br />

in parte questo problema si potrebbero<br />

organizzare da parte del Comune alcune<br />

domeniche senz’auto, poi non so… visto che<br />

le industrie non possono fermarsi “.<br />

Poi, al sig. Giuseppe di 71 anni abbiamo<br />

chiesto:<br />

Lei si ricorda com’era la zona di<br />

Augusta prima che fossero impiantate le<br />

prime industrie ?<br />

“ Si certamente, la zona di Augusta<br />

era un vero paradiso, l’acqua era limpida e<br />

pul<strong>it</strong>a, e si i campava con la pesca, il sale e<br />

con la campagna, ma la cosa più bella era<br />

la visuale del porto, dove non si vedevano<br />

tutte queste cose……come si chiamano……i<br />

fumaioli, ma soltanto il mare e i campi verdi.<br />

Ora invece …ma anzi oggi l’acqua è pul<strong>it</strong>a,<br />

ma fino agli anni Settanta se qualcuno ca-<br />

deva in mare nel porto o in qualsiasi altro<br />

posto, si r<strong>it</strong>rovava tutto nero, sporco di<br />

petrolio “.<br />

Addir<strong>it</strong>tura !<br />

“Sì, sì, una volta mia figlia si è tuffata<br />

qua vicino dove adesso c’è la piscina<br />

comunale e quando è usc<strong>it</strong>a era tutta<br />

incatramata”.<br />

Secondo lei al posto delle industrie<br />

cosa si poteva fare?<br />

“Un sacco di altre attiv<strong>it</strong>à, riguardanti<br />

il turismo visto che in questa zona è<br />

molto carente, così niente inquinamento,<br />

niente asma e avrebbero portato lo stesso<br />

il benessere”.<br />

Infine al signor Domenico di anni<br />

41:<br />

Dopo il recente inquinamento delle<br />

acque antistanti Priolo causato dallo<br />

scarico in mare di prodotti chimici,<br />

scandalizzando l’opinione pubblica, cosa<br />

suggerirebbe di fare per ev<strong>it</strong>are il ripetersi<br />

di altri episodi del genere?<br />

“Innanz<strong>it</strong>utto si dovrebbe metabolizzare<br />

nella mente di ogni persona che<br />

l’ambiente che ci circonda è parte integrante<br />

della nostra v<strong>it</strong>a, e in quanto tale<br />

mer<strong>it</strong>a tutto il rispetto dovuto; quindi gli<br />

organi preposti al rispetto dell’ambiente<br />

dovrebbero fare seriamente e con cr<strong>it</strong>erio<br />

i controlli per i quali sono stati ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i, e<br />

mi riferisco a tutte le forze dell’ordine e in<br />

generale pretendere dei rapporti periodici<br />

da parte delle industrie locali, nei quali<br />

dichiarino l’effettiva destinazione dei vari<br />

rifiuti che si producono”.<br />

Ci sono stati casi di asma nella sua<br />

famiglia?<br />

“ Sì! Uno dei miei figli, il maggiore,<br />

ha sofferto di asma fino all’età di circa dieci<br />

anni”.<br />

Cosa ha fatto per curarla?<br />

“Dapprima mi sono rivolto alla medicina<br />

tradizionale e successivamente alla<br />

medicina naturale andando in contro a<br />

notevoli disagi e spese non indifferenti”.<br />

Queste sono le opinioni di alcuni c<strong>it</strong>tadini<br />

di Augusta. Si nota chiaramente che<br />

si poteva sviluppare un’economia locale<br />

mantenendo l’aria pul<strong>it</strong>a e salubre con migliori<br />

vantaggi sia all’uomo, sia all’ambiente<br />

circostante.<br />

Andrea Nico-<br />

ELEZIONI AMMINISTRAT<strong>IV</strong>E <strong>2003</strong><br />

L’ed<strong>it</strong>ore del Giornale di Augusta informa che è possibile sin d’ora<br />

prenotare, ai sensi della normativa vigente, spazi per la pubblic<strong>it</strong>à<br />

elettrorale in vista delle amministrative <strong>2003</strong>. Il Giornale di Augusta è<br />

il veicolo più sicuro e più efficace per far conoscere i candidati - i loro<br />

volti e i loro programmi - a tutti gli elettori. La sede del giornale è in Via<br />

Garibaldi, 16 - tel 0931 524010


12<br />

Augusta ha un castello sve-<br />

vo, altri illustri monumenti,<br />

ma incontra gravi problemi<br />

nel campo della toponomastica,<br />

sia per quanto riguarda i nuovi<br />

quartieri, sia per quanto concerne il centro<br />

storico.<br />

Cominciamo dai ponti di accesso al<br />

centro storico, i cosiddetti ponti di campagna<br />

separati dal rivellino, e dal nuovo<br />

viadotto sul golfo Xifonio: senza nome<br />

tutti. Passi per i “ponti di campagna”, ma<br />

il viadotto, che, per iniziativa del sindaco<br />

dell’epoca, si voleva int<strong>it</strong>olare a Federico<br />

II, non ha nome: non si sa che fine abbia<br />

fatto la relativa delibera. Ma ancora più<br />

oscura è la vicenda della via che va dalla<br />

piazza della Posta ora S. Andrea fino alla<br />

via Marina di Ponente, che, in senso ovestest<br />

è la più lunga del centro storico: fino<br />

all’incrocio con Via Xifonia si fregia di un<br />

nome strano, Limpetra; e prosegue con un<br />

nome addir<strong>it</strong>tura difficile da pronunciare,<br />

Xiacche, volgarizzato in Sciacche. Ma ancora<br />

più strano è il fatto che lo stesso nome,<br />

Xiacche, porta un’altra extraurbana che dal<br />

Monte Tauro sbocca sulla provinciale per<br />

Brucoli ed è addir<strong>it</strong>tura attraversata dalla<br />

ferrovia. Il relativo passaggio a livello ha<br />

dato qualche problema, per fortuna non<br />

drammatico, com’è successo, invece, in<br />

ségu<strong>it</strong>o a un luttuoso incidente allo sbocco<br />

di questa strada sulla provinciale c<strong>it</strong>ata.<br />

Ma cerchiamo di capire i due nomi<br />

Limpetra e Xiacche.<br />

Per il primo l’unica indicazione attendibile<br />

è riscontrabile in una noticina in<br />

margine a un contributo di Tullio Marcon<br />

“Topografia e toponomastica del contro<br />

storico di Augusta nel primo Ottocento”,<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

apparso recentemente sul Notiziario storico<br />

di Augusta, dove si legge per Via Limpetra:<br />

“Ma dovrebbe dirsi Colimbetra, e non Limpetra…”<br />

e si accenna a una controversia fra<br />

gli studiosi. Il mistero non viene diradato.<br />

Proviamo a chiarirlo.<br />

Nel secolo sedicesimo un importantissimo<br />

storico ed erud<strong>it</strong>o di Sciacca, Tommaso<br />

Fazello, nella sua descrizione della Sicilia<br />

orientale, viaggiando sulla costa da Nord a<br />

Sud, arrivato al fiume Cantera, così si esprime:<br />

“Presso Mègara Dedalo costruì quella<br />

che viene chiamata Lymbetra, dalla quale<br />

si versa direttamente in mare, là vicino,<br />

un grosso fiume, chiamato Alabos…”. Ma<br />

questo fiume da dove viene?<br />

Così continua Fazello: “La c<strong>it</strong>tadella<br />

(in latino arx) Lumbetra, che c’era al tempo<br />

di Diodoro, mostra oggi, abbattuti al suolo<br />

alcuni ruderi”.<br />

Quindi, Fazello lascia intendere che il<br />

fiume viene dalla Lymbetra arx, che è una<br />

c<strong>it</strong>tadella. E qui nasce il mistero: il grosso<br />

fiume Alabos sorge da una c<strong>it</strong>tadella?<br />

Il puzzle si complica quando, nel segu<strong>it</strong>o<br />

del suo resoconto di viaggio, arrivato,<br />

dopo circa un kilometro, al fiume San Cusmano,<br />

Fazello annota: “Dopo le rovine di<br />

Mègara, segue la foce di San Cusmano, ove<br />

è un lago, costru<strong>it</strong>o con blocchi squadrati<br />

da Federico Secondo Cesare [Fazello lo<br />

chiama così e non Augusto, n.d.r.] a scopo<br />

Toponomastica<br />

L’intervento di Alberto Terranova, ex preside del liceo classico “Mègara”<br />

I misteri dei nomi delle vie<br />

Che senso ha denominare Xiacche due strade e da dove deriva questo nome oscuro e difficile da<br />

pronunciare? E via Limpetra? - Fotoservizio di Francesco Tringali<br />

L’ex piazza delle Poste, oggi piazza<br />

S.Andrea<br />

Via Xiacche extraurbana com’è oggi<br />

di pescicoltura”.<br />

Si deve supporre che Fazello cercava,<br />

in base alle sue fonti greche su Mègara,<br />

qualcosa che aveva letto in Diodoro Siculo,<br />

che, nel cap<strong>it</strong>olo 78 del libro <strong>IV</strong> delle sue<br />

Storie, parlando di Dedalo, il personaggio<br />

m<strong>it</strong>ico, a propos<strong>it</strong>o del s<strong>it</strong>o della colonia greca<br />

di Mègara, dice testualmente: “Nei pressi<br />

del s<strong>it</strong>o già ab<strong>it</strong>ato dai Megaresi, costruì con<br />

grande perizia la cosiddetta Colimbetra,<br />

dalla quale sbocca nel mare che è vicino al<br />

grosso fiume chiamato Alabo”.<br />

Se tanto mi dà tanto, Fazello cercava<br />

la m<strong>it</strong>ica Colimbetra, cioè un laghetto artificiale<br />

sull’Alabo, e crede d’averla trovata nel<br />

Cantera, dov’è arrivato prima e ha trovato<br />

i resti della c<strong>it</strong>tadella ellenistica, portata<br />

alla luce da Georges Vallet sul costone del<br />

fiume Cantera.<br />

Da questo si deduce che Lymbetra non<br />

può essere che una storpiatura di Colimbetra.<br />

Qui si possono fare solo supposizioni.<br />

Forse la tradizione orale della gente del<br />

posto aggiustava la parola strana sicilianizzandola<br />

in Culimpetra (culo in pietra, nella<br />

fonetica siciliana) e il Fazello, per nobil<strong>it</strong>are<br />

il nome m<strong>it</strong>ico Colymbetra, lo mutilò della<br />

prima compromettente sillaba (cu = co), ma<br />

non poteva falsificare quel che vedeva, cioè<br />

i resti di una rocca o c<strong>it</strong>tadella (arx), e non<br />

poteva essere un lago artificiale.<br />

Spiegato il mistero della Via Limpe-


Toponomastica<br />

tra? Non sappiamo: giudichi il lettore.<br />

Certo chi ha int<strong>it</strong>olato la/le via/vie<br />

Limpetra-Xiacche pensava al Fazello, lo<br />

storico erud<strong>it</strong>o di Sciacca – anticamente<br />

Xacca, cui, forse, con la t<strong>it</strong>olazione Xiacche,<br />

si voleva dare atto d’essere l’ispiratore<br />

della t<strong>it</strong>olazione Limpetra, che è più temperata<br />

di Lymbetra, come Sciacca è più<br />

temperata di Xacca.<br />

Curioso, ma non tanto, è che l’ammiratore<br />

del Fazello è il precursore di quanti<br />

oggi pensano a un gemellaggio Augusta-<br />

Mègara-Selinunte-Sciacca. I precedenti<br />

storici ci sono.<br />

Per concludere un augurio: che<br />

almeno la seconda via Xiacche, quella suburbana,<br />

si possa int<strong>it</strong>olare semplicemente<br />

Colimbetra (in greco significa ‘piscina’, nel<br />

senso di vasca per i pesci).<br />

Alberto Terranova<br />

Il sindaco, cui fa riferimento nel suo<br />

pezzo il nostro apprezzato collaboratore,<br />

è il socialista V<strong>it</strong>torio D’Amico, che accettò<br />

la “provocazione” del responsabile<br />

di questa testata, organizzatore, nell’aprile<br />

‘87, di una conferenza su Federico II di<br />

Svevia, fondatore di Augusta, nel settecentesco<br />

salone di Palazzo di C<strong>it</strong>tà (chiuso dal<br />

dicembre ’90, all’indomani del terremoto<br />

di S. Lucia). Era relatore il prof. Salvatore<br />

Leone, ordinario di Storia moderna e incaricato<br />

di Storia medievale all’univers<strong>it</strong>à<br />

di Catania. Foltissimo l’ud<strong>it</strong>orio. Il nostro<br />

responsabile sottolineò il fatto che al suo<br />

fondatore Augusta “non ha ancora elevato<br />

un monumento, né int<strong>it</strong>olato una piazza o<br />

una via; una via gli ha dedicato la vicina<br />

c<strong>it</strong>tà di Lentini, che pure non è stata fondata<br />

da lui né reca alcuna memoria storica,<br />

come ha invece la nostra c<strong>it</strong>tà col castello<br />

federiciano”. D’Amico accolse la provocazione<br />

e, coram populo, promise che avrebbe<br />

fatto int<strong>it</strong>olare a Federico il nuovo ponte di<br />

accesso, allora in <strong>it</strong>inere. E fu di parola. La<br />

“delibera relativa”, cui fa cenno Terranova,<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 13<br />

Bellezza<br />

fu adottata dalla Giunta (di centro sinistra,<br />

per dovere di cronaca).<br />

L’amministrazione D’Amico cadde e<br />

l’atto amministrativo rimase lettera morta,<br />

nel senso che non trovò applicazione. Tuttavia,<br />

non perdeva la sua efficacia, tant’è<br />

vero, che, anni dopo, il presidente del<br />

Kiwanis club c<strong>it</strong>tadino, Sebastiano Gulino,<br />

nel 1994 fece approntare, a spese del di<br />

lui sodalizio, la segnaletica necessaria per<br />

indicare agli augustani che il viadotto era,<br />

appunto, int<strong>it</strong>olato a Federico. La segnaletica<br />

fu donata al Comune, ma non è stata<br />

mai infissa. Misteri. Eppure una segnaletica<br />

indicante i monumenti pregevoli di questa<br />

c<strong>it</strong>tà, donata dalla Provincia regionale,<br />

è stata messa regolarmente al suo posto.<br />

Eppure l’ex Piazza delle Poste è stata ribattezzata<br />

e dedicata a Sant’Andrea, patrono<br />

dei pescatori – scelta rispettabilissima – e<br />

in questa stessa Piazza Sant’Andrea sarà<br />

collocato un monumento raffigurante l’apostolo.<br />

Misteri. A meno che non si voglia<br />

vedere la faccenda da un punto di vista<br />

psico-anal<strong>it</strong>ico: la negazione di Federico<br />

equivale simbolicamente all’uccisione del<br />

padre?<br />

Assurda e risibile la duplicazione<br />

del nome Xiacche per due strade: una del<br />

centro storico e una extraurbana. Misteri<br />

anche qui?O si tratta di pura ignoranza o<br />

di superficiale dimenticanza di chi ha denominato<br />

Xiacche la strada extraurbana? Per<br />

non parlare dell’assoluto disinteresse nei<br />

confronti di tutte le contrade urbananizzate<br />

del Monte, prive di toponomastica, tanto che<br />

gli stessi postini hanno difficoltà a consegnare<br />

le missive ai destinatari. E in questo<br />

senso abbiamo ricevuto lamentele dai nostri<br />

lettori (e fra questi ci sono pensionati che<br />

aspettano la pensione o persone che, non<br />

avvisate in tempo, perché la raccomandata<br />

o la relativa cartolina non è stata loro recap<strong>it</strong>ata,<br />

non hanno potuto partecipare a un<br />

concorso). E’ davvero così difficile scegliere,<br />

fra molteplici opzioni, i nomi da destinare<br />

alle strade o alle piazze di antica o recente<br />

formazione?<br />

A Siracusa c’è un quartiere, chiamato<br />

anni fa borgata, dove hanno dato nomi<br />

di fiumi a alcune vie vicine. In mancanza<br />

d’altro, anche da noi si potrebbe attingere<br />

dall’atlante geografico. Nel ragusano c’è<br />

la vecchia e “nobile” c<strong>it</strong>tà di Modica che<br />

è divisa in tre parti com’è, tutto sommato<br />

Augusta. C’è Modica Alta, Modica Bassa (il<br />

centro storico) e Modica Sorda (la nuova<br />

c<strong>it</strong>tà in espansione, sorta in zona di campagna,<br />

com’è il nostro Monte), ma Modica<br />

Sorda non solo è stata regolamentata e non<br />

è affatto un quartiere-dorm<strong>it</strong>orio, ma ha<br />

tutte le strade e le piazze con tanto di nome<br />

e di targa e di lapide. Perché tutto ciò non<br />

si può realizzare al Monte, anche se è stato<br />

urbanizzato in modo disordinato? (A volte<br />

sembra di penetrare all’interno d’un’orribile<br />

fungaia di cemento). Misteri anche<br />

qui? A Ragusa c<strong>it</strong>tà, un tempo Ragusa Superiore<br />

(comune distinto da Ragusa Ibla),<br />

ci sono ben tre ponti: uno, il più antico,<br />

chiamato da tutti “ponte vecchio”, è stato<br />

int<strong>it</strong>olato al “papa buono” Giovanni XXIII<br />

e la segnaletica lo grida ai quattro venti.<br />

In conclusione, una domanda: che fine ha<br />

fatto il dono del Kiwanis Club? Attendiamo<br />

la risposta, ma senza convinzione.<br />

GdA


14<br />

Questo è il terzo anno dacché,<br />

con decreto ministeriale, tutte<br />

le scuole <strong>it</strong>aliane sono inv<strong>it</strong>ate<br />

a ricordare la Shoah o Shoa (alla lettera<br />

‘catastrofe, calam<strong>it</strong>à’) sub<strong>it</strong>a dagli ebrei<br />

residenti in Europa, cioè dagli oltre sei milioni<br />

di <strong>it</strong>aliani, francesi, tedeschi, olandesi,<br />

ecc. con nomi ebraici e non necessariamente<br />

praticanti la religione israel<strong>it</strong>ica, quella dei<br />

loro avi, che, stanziati in Palestina, obbedivano<br />

alla Torah e aspettavano (come tuttora<br />

aspettano) il Messia. Al liceo scientifico<br />

statale “A. Saluta” non c’è stato bisogno<br />

del decreto ministeriale per ricordare questa<br />

terribile pagina della storia del XX secolo,<br />

almeno nelle classi dove ha insegnato e insegna<br />

lettere il nostro direttore. Il quale ha<br />

sottoposto ai suoi alunni testi rari e altamente<br />

drammatici come Un paio di scarpette<br />

rosse di J. Lussu, Io canto di I. Katzenelson<br />

e pagine da Se questo è un uomo di Primo<br />

Levi. Di segu<strong>it</strong>o pubblichiamo le sue riflessioni<br />

proprio su Levi.<br />

L’Inferno virtuale di Dante<br />

e quello vero di Primo Levi<br />

Se è vero, com’è stato giustamente<br />

osservato, che la lettura di un libro richiama<br />

quello di uno o più libri precedenti, la lettura<br />

del primo libro di Primo Levi, chimico torinese,<br />

nato nel 1919 e morto suicida nel 1987,<br />

quello per cui è mer<strong>it</strong>atamente famoso, cioè<br />

Se questo è un uomo, ha richiamato alla<br />

memoria altre due opere: L’Inferno di Dante<br />

e Il diario di Anna Frank, quest’ultimo letto<br />

da me perché sollec<strong>it</strong>ato dalla visione di un<br />

lungo film, tratto dalla riduzione teatrale<br />

(negli Stati Un<strong>it</strong>i) della versione purgata<br />

dal padre Otto e poi pubblicata con il t<strong>it</strong>olo<br />

originale, che, tradotto in <strong>it</strong>aliano, è quello<br />

di Retrocasa, ma universalmente poi noto<br />

come Il diario di Anna Frank. Ovviamente,<br />

l’incontro con Dante è avvenuto per motivi<br />

essenzialmente scolastici, ma ero ancora<br />

troppo giovane per poter apprezzare la<br />

bellezza, la solenn<strong>it</strong>à, la grandios<strong>it</strong>à e la<br />

compless<strong>it</strong>à dell’opera dantesca, seppure<br />

l’Inferno, come riconoscono gli stessi cr<strong>it</strong>ici,<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

Allo scientifico “Saluta” celebrato “Il giorno della<br />

memoria” con testi di Katzenelson, Lussu e Primo Levi.<br />

All’inferno e r<strong>it</strong>orno<br />

è quella cantica che più si avvicina alla nostra<br />

sensibil<strong>it</strong>à, non solo per il linguaggio,<br />

lo stile, ma perché avvertiamo personaggi,<br />

s<strong>it</strong>uazioni e temi dell’Inferno come vicini<br />

a noi, parte di noi, anche se la visione del<br />

poeta risente del clima medievale di cui<br />

Dante è esponente a pieno t<strong>it</strong>olo. Il padre<br />

della lingua <strong>it</strong>aliana immagina (o ci crede<br />

veramente) d’aver compiuto un viaggio<br />

negli inferi cristiani, alla maniera degli eroi<br />

pagani e m<strong>it</strong>i classici Ulisse e Enea, per<br />

indicare, però agli uomini del suo tempo<br />

che, pur smarrendosi nel peccato, possono,<br />

attraverso l’intervento della ragione<br />

(Virgilio) e della teologia (Beatrice) essere<br />

degni di godere della visione paradisiaca e<br />

salvifica di Dio nel Paradiso, attraverso la<br />

purificazione compiuta nel Purgatorio. Il<br />

t<strong>it</strong>olo stesso di Commedia rinvia, oltre che<br />

allo stile medio (tra quello solenne della tragedia<br />

e quello più umile dell’elegia), anche<br />

all’inizio tragico e al finale lieto.<br />

Quello di Dante è un viaggio, dunque,<br />

virtuale. Quello di Levi invece è un viaggio<br />

reale descr<strong>it</strong>to con linguaggio realistico,<br />

tant’è che questo autore viene collocato<br />

nel filone del neorealismo novecentesco o<br />

della memoralistica di guerra. Dante “vede”<br />

un Inferno oltremondano, Primo Levi vive<br />

un inferno terreno, quello del lager polacco<br />

Auschw<strong>it</strong>z, di famigerata memoria, vera e<br />

propria fabbrica di eliminazione di esseri<br />

umani – la così detta soluzione finale progettata<br />

da H<strong>it</strong>ler – specialmente di ebrei di<br />

null’altro colpevoli che d’essere di religione<br />

israel<strong>it</strong>ica o di appartenenza pura e semplice<br />

a quell’etnia.<br />

Se Dante ha sempre chiara la visione<br />

del suo viaggio, perché egli, seppure si<br />

sdoppia nel personaggio Dante, costruisce<br />

quel viaggio a tavolino, Primo Levi, a fatica<br />

prima, poi con maggiore fluid<strong>it</strong>à, certamente<br />

con grande dolore, rievoca quei momenti autobiografici,<br />

talmente inaud<strong>it</strong>i, tanto dolorosi<br />

a volte, che egli stesso, anni dopo, a tavolino,<br />

dub<strong>it</strong>a di averli veramente vissuti. Essendo<br />

di formazione classica (ha studiato al liceo<br />

“D’Azeglio” di Torino), essendo ab<strong>it</strong>uato dal<br />

suo hab<strong>it</strong>us di chimico al ragionamento, alla<br />

misura, egli, sostanzialmente, non indugia<br />

nel bello scrivere, non insegue gli artifici<br />

retorici per commuovere il lettore.<br />

La commozione viene dalla cosa in sé,<br />

rappresentata o meglio ricordata, con cruda<br />

semplic<strong>it</strong>à e, per contrasto, tanto più efficace,<br />

come per esempio quando accenna alla<br />

perd<strong>it</strong>a dei cari, dopo il lungo, estenuante e<br />

animalesco viaggio (mai dissetati, peggio<br />

trattati degli animali): “Scomparvero così,<br />

in un istante, a tradimento, le nostre donne,<br />

i nostri gen<strong>it</strong>ori, i nostri figli. Quasi nessuno<br />

ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po’<br />

di tempo come una massa oscura all’altra<br />

Cultura<br />

estrem<strong>it</strong>à della banchina, poi non vedemmo<br />

più nulla”. Altro non dice Levi, almeno in<br />

questo cap<strong>it</strong>olo, ma noi intuiamo – lo sappiamo<br />

già dalla Storia – che donne, gen<strong>it</strong>ori,<br />

figli saranno destinati alla dissoluzione<br />

fisica, persino alla dispersione delle ceneri,<br />

quasi a voler cancellare in fretta e furia le<br />

tracce per negare l’ident<strong>it</strong>à e l’esistenza di<br />

un popolo. Ma prima c’è la dissoluzione<br />

morale. “Finalmente si apre un’altra porta:<br />

eccoci tutti chiusi, nudi, tosati e in piedi,<br />

con i piedi nell’acqua e una sala di docce.<br />

Siamo soli, a poco a poco lo stupore si<br />

scioglie e parliamo e tutti domandano e<br />

nessuno risponde” – scrive Levi in un altro<br />

cap<strong>it</strong>olo e sembra quasi che il polisindeto<br />

(e… e… e…) sia venuto spontaneo. E<br />

riprende argomentando, usando il ragionamento,<br />

ma poi ponendosi interrogativi<br />

angosciosi umanamente comprensibili: “Se<br />

siamo nudi in una sala di docce, vuol dire<br />

che faremo la doccia. Se faremo la doccia,<br />

è perché<br />

Quando<br />

non ci ammaccano<br />

le alunne del<br />

ancora.<br />

liceo socio-<br />

E allora<br />

perché<br />

psico-pedagogico<br />

ci fanno stare<br />

ci<br />

in piedi<br />

hanno<br />

e<br />

esposto<br />

non ci danno<br />

le<br />

da<br />

loro<br />

bere,<br />

doglianze,<br />

e nessuno,<br />

ci hanno<br />

ci spiega<br />

mostrato<br />

niente<br />

della<br />

e non<br />

abbiamo<br />

lettera<br />

né<br />

che<br />

scarpe<br />

pubblichiamo<br />

né vest<strong>it</strong>i<br />

la<br />

ma<br />

copia<br />

siamo<br />

con<br />

tutti<br />

nudi tanto coi di piedi timbro nell’acqua, del protocollo e fa d’entrata freddo ed è<br />

cinque e le ricevute giorni che delle viaggiamo varie raccomandate.<br />

e non possiamo<br />

neppure I gen<strong>it</strong>ori sederci. di queste E le nostre ragazze donne?” ci hanno Questo<br />

fatto osservare che niente s’è mosso<br />

alla Provincia, nonostante per un quinquennio<br />

un augustano abbia avuto la


Cultura<br />

interrogativo mi sembra sbattuto in faccia<br />

al lettore per provocare una forte reazione<br />

e anche per operare una specie di estraniazione,<br />

per ev<strong>it</strong>are, cioè, a mio giudizio, che<br />

il lettore possa essere troppo impietos<strong>it</strong>o<br />

per quella scena, in cui viene messa in<br />

evidenza sì la fragil<strong>it</strong>à degli esseri umani di<br />

fronte all’incombere della morte, ma, direi<br />

soprattutto, è messa in luce una condizione<br />

di uman<strong>it</strong>à fer<strong>it</strong>a, calpestata, di esseri umani<br />

spogliati letteralmente di tutto, persino della<br />

dign<strong>it</strong>à, oggetto di sterminio e di esercizio di<br />

onnipotenza da parte di una divin<strong>it</strong>à malefica<br />

e proteiforme: H<strong>it</strong>ler e i suoi.<br />

Come non ricordare, a propos<strong>it</strong>o, il<br />

lucido cap<strong>it</strong>olo in cui Levi rammenta d’esser<br />

stato esaminato dal Doktor Pannw<strong>it</strong>z…<br />

alto, magro, biondo; ha gli occhi, i capelli,<br />

il naso come tutti i tedeschi devono averli<br />

– osserva Levi con fine ironia, che eserc<strong>it</strong>a<br />

anche su di sé, quasi a voler dimostrare al<br />

lettore che gli internati nel lager, quelli che il<br />

lavoro dovrebbe rendere liberi (Arbe<strong>it</strong> macht<br />

frei rec<strong>it</strong>a “una scr<strong>it</strong>ta vivamente illuminata”<br />

sopra una grande porta nel lager) sono stati<br />

demol<strong>it</strong>i, annientati anche nel pensiero: “Io<br />

sto in piedi nel suo studio che è un vero<br />

studio, lucido, pul<strong>it</strong>o e ordinato, e mi pare<br />

che lascerei una macchia sporca dovunque<br />

dovessi toccare… quello sguardo non corse<br />

fra due uomini; e se io sapessi spiegare a<br />

fondo la natura di quello sguardo, scambia-<br />

to come attraverso la parete di vetro di un<br />

acquario tra due esseri che ab<strong>it</strong>ano mondi<br />

diversi, avrei anche spiegato l’essenza della<br />

grande follia della terza Germania”.<br />

Già qui potrei cogliere la misura di<br />

quella “classic<strong>it</strong>à” cui prima facevo riferimento,<br />

quale, del resto, è stata riconosciuta<br />

dal cr<strong>it</strong>ico Vincenzo Mengaldo, il quale<br />

afferma che Primo Levi ormai “appare anche<br />

linguisticamente, se altri mai, un classico”.<br />

In questo passo che ho appena c<strong>it</strong>ato e che,<br />

a mio avviso, rende bene, seppur implic<strong>it</strong>amente,<br />

quel senso di onnipotenza divina<br />

che avevano persino gli esecutori di H<strong>it</strong>ler<br />

nei confronti degli ebrei, è efficacissima,<br />

dal punto di vista formale, stilisticamente,<br />

diciamo così, pul<strong>it</strong>a, l’immagine dell’acquario:<br />

Levi si sente – e fa percepire a noi<br />

lettori in modo quasi subliminale, oserei<br />

dire, - un pesce che viene scrutato da un<br />

essere non solo diverso, ma superiore, qual<br />

è in quel momento Panw<strong>it</strong>z, personaggio,<br />

effettivamente, alto in grado nell’inferno<br />

leviano. Altri sono i Caronte, i diavoli<br />

comuni, caratterizzati da “quei barbarici<br />

latrati dei tedeschi quando comandano”<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 15<br />

Bellezza<br />

(sembra quasi di risentire gli oscuri versi<br />

di Dante “Papé Satan aleppe…), i kapos.<br />

“Questo è l’inferno”: assolutizza Levi e<br />

poi spiega, prima di parlare di antinferno,<br />

di innumerevoli proibizioni, di divisioni in<br />

criminali, pol<strong>it</strong>ici ed ebrei e delle baracche<br />

in blocks: il che rinvia alla divisione dantesca<br />

in gironi e in peccatori. E, tuttavia,<br />

come Dante arriva fino in fondo all’imbuto<br />

infernale per poi “riveder le stelle”, anche<br />

Primo Levi conosce l’abiezione, ma lotta<br />

contro tutto, contro tutti e contro sé stesso<br />

per uscire indenne dall’inferno: Levi capisce<br />

sub<strong>it</strong>o che “siamo arrivati al fondo. Più<br />

giù di così non si può andare: condizione<br />

umana più misera non c’è e non è pensabile.<br />

Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli ab<strong>it</strong>i,<br />

le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non<br />

ci ascolteranno e se ci ascoltassero, non ci<br />

capirebbero. Ci toglieranno anche il nome:<br />

e se vorremo conservarlo, dovremo trovare<br />

in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro<br />

al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali<br />

eravamo rimanga”.<br />

Così nel secondo cap<strong>it</strong>olo, Levi<br />

sintetizza la demolizione dell’uomo in<br />

quanto essere umano, ma in quello dal<br />

t<strong>it</strong>olo “Esame di clinica”, in cui emerge la<br />

figura di Pannw<strong>it</strong>z (il quale prima di sopprimere<br />

vuole sfruttare tutto l’utilizzabile<br />

dell’essere inferiore che ha davanti) Levi<br />

mentalmente resiste contro quest’ultimo<br />

atto di sopraffazione, sottilmente superiore,<br />

perché Pannw<strong>it</strong>z ha gli occhi azzurri, le mani<br />

coltivate, dà del lei all’essere inferiore, vuole<br />

usare, cioè, il cervello e non le mani. Levi<br />

mentalmente ripete: “Gli occhi azzurri e i<br />

capelli biondi sono essenzialmente malvagi.<br />

Nessuna comunicazione possibile. Sono<br />

specializzato in chimica mineraria. Sono<br />

specializzato in sintesi organiche. Sono<br />

specializzato…”.<br />

Lo stile è del linguaggio telegrafico,<br />

ma esprime coerentemente il fortissimo stato<br />

di pressione psicologica cui si può essere<br />

sottoposti in condizioni estreme e cui bisogna<br />

reagire facendo appello a tutte le nostre<br />

risorse, per restare disperatamente in v<strong>it</strong>a.<br />

“Pare che sia andata bene, ma sarebbe insensato<br />

farci conto. Conosco già abbastanza il<br />

Lager per sapere che non si devono mai fare<br />

previsioni, specie se ottimistiche. Quello<br />

che è certo è che ho passato una giornata<br />

senza lavorare, e quindi stanotte avrò un po’<br />

meno fame, e questo è un vantaggio concreto<br />

acquis<strong>it</strong>o” – conclude realisticamente<br />

il cap<strong>it</strong>olo e noi capiamo che la lotta per<br />

la sopravvivenza può comportare qualsiasi<br />

sacrificio, anche perché “la v<strong>it</strong>a fuori era<br />

bella”, come sottolinea Levi nell’ultimo<br />

cap<strong>it</strong>olo, “La storia di dieci giorni” – gli<br />

ultimi, prima della deliberazione. La v<strong>it</strong>a è<br />

bella è il t<strong>it</strong>olo del film di Roberto Benigni,<br />

che ha fatto incetta di premi in tutto il mondo,<br />

ma che, secondo me, ha banalizzato la<br />

vicenda dell’Olocausto o della Shoah, in cui<br />

Primo Levi e Anna Frank sono state v<strong>it</strong>time<br />

sacrificali, fra milioni di altri, il cui nome è<br />

conservato, se non ricordo male, nel museo<br />

della memoria a Israele.<br />

Anna Frank ha raccontato le sue<br />

palp<strong>it</strong>azioni adolescenziali e la vicenda<br />

era come sullo sfondo, ma su uno sfondo<br />

drammaticamente, tragicamente sempre<br />

presente, e il suo diario rappresenta anche<br />

una testimonianza su una forzata convivenza<br />

per due anni, dominata dalla paura dell’essere<br />

scoperti a ogni trasalimento. Altro che<br />

Grande Fratello, trasmissione televisiva di<br />

successo, spacciata per fenomeno sociologico!<br />

Anna Frank non ha la fortuna di sopravvivere<br />

come Primo Levi e questo fa di lei<br />

un’eroina, un’icona tragica, potremmo dire,<br />

la cui vicenda umana ingigantisce persino<br />

quella letteraria. Primo Levi, che, probabilmente,<br />

non avrebbe mai scr<strong>it</strong>to (Ermanno<br />

Paccagini, prefatore dell’edizione realizzata<br />

da Famiglia Cristiana, ricorda che Levi si<br />

diplomò nella sessione autunnale, “essendo<br />

stato rimandato in Italiano”), rimane segnato<br />

per tutta la v<strong>it</strong>a da quella drammatica esperienza<br />

di un anno e sebbene egli, per tutta<br />

la sua rimanente esistenza, non abbia fatto<br />

altro che riscrivere lo stesso libro, giacché,<br />

in fondo, gli altri t<strong>it</strong>oli non sono altro che<br />

una ripresa e un approfondimento di Se<br />

questo è un uomo, rimane schiacciato dalla<br />

vicenda stessa.<br />

Come si dice in psicologia, non riuscì<br />

a elaborare il suo lutto e si uccise gettandosi<br />

dall’ultimo piano del palazzo dove ab<strong>it</strong>ava.<br />

Nei suoi brevi diciassette cap<strong>it</strong>oli, ciascuno<br />

dei quali ha una sua autonomia strutturale,<br />

attraverso i quali Levi svolge il dipanarsi<br />

della sua vicenda umana, dal viaggio dopo<br />

l’arresto fino alla liberazione, e in cui compaiono<br />

personaggi memorabili e pagine di<br />

autentico lirismo, Se questo è un uomo potrebbe<br />

essere considerato monumentum aere<br />

perennius per ricordare parole di Orazio, che<br />

però applicava ai suoi versi. Levi denuncia,<br />

senza scagliarsi rabbiosamente contro “i<br />

diavoli di malebolge”, eppure ne avrebbe il<br />

dir<strong>it</strong>to. La violenza è in re ipsa, direbbero<br />

i filosofi: basta svelarla con narrazione sapiente,<br />

con senso di classico equilibrio, basta<br />

indagarne le caratteristiche e le cause, come<br />

fa Levi, e sarà da sé oggetto di condanna<br />

da parte dei lettori. Si tratta, dunque, a mio<br />

parere di un libro di altissima qual<strong>it</strong>à non<br />

solo letteraria, ma umana, civile e pol<strong>it</strong>ica.<br />

E uso quest’ultimo termine nel senso più<br />

nobile della sua accezione.


16<br />

Augusta chiama Buenos<br />

Aires - così si potrebbe<br />

sintetizzare l’iniziativa<br />

promossa dalla locale associazione<br />

“Figli di Augusta”, presieduta<br />

da Aldo Raina, in parte realizzata a Natale<br />

(ne abbiamo parlato nel n. 9 a pagina 15),<br />

e in parte da realizzare, probabilmente in<br />

occasione della popolare festa del patrono<br />

San Domenico, che già richiama molti au-<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

Decisivo l’intervento degli augustani Giuseppe Passanisi e Paolo Amato<br />

rispettivamente assessore e consigliere della provincia regionale.<br />

Augusta chiama Buenos Aires<br />

Gli augustani sono inv<strong>it</strong>ati a solidarizzare con gli augustani emigrati in Argentina.<br />

Stamperia d’Arte “Il Torchio”<br />

gustani residenti a<br />

Boston, nella regione<br />

del New England<br />

degli Stati Un<strong>it</strong>i.<br />

Negli Usa gli augustani,<br />

in genere,<br />

si possono permettere<br />

telefonate intercontinentali<br />

per<br />

parlare con i loro<br />

cari qui residenti<br />

e di venire, se non<br />

ogni anno, più volte<br />

negli anni, per<br />

rivedere persone e<br />

luoghi.<br />

L’Argentina<br />

e sì in America, ma<br />

non nell’America<br />

ricca; quando ci<br />

riferiamo agli ab<strong>it</strong>anti degli Stati Un<strong>it</strong>i diciamo<br />

normalmente, gli americani, mentre<br />

se dobbiamo accennare a coloro che ab<strong>it</strong>ano<br />

nel resto del continente americano diciamo,<br />

a seconda dei casi, i canadesi, i messicani,<br />

i venezuelani, i portoghesi, gli argentini.<br />

Recentemente le televisioni hanno mostrato<br />

le scene di violenza in Venezuela, paese che<br />

ha conosciuto più volte il regime mil<strong>it</strong>are<br />

a causa del malcontento popolare. Anche<br />

in Argentina, paese che pure ha enormi<br />

ricchezze, non si sta bene. Anche se questo<br />

paese ha conosciuto gli uomini forti, come<br />

il generale Peron. E’ una nazione che è stata<br />

popolata da massicce ondate migratorie di<br />

<strong>it</strong>aliani, e non solo del meridione. Un terzo<br />

degli argentini portano nomi <strong>it</strong>aliani, tanto<br />

che l’<strong>it</strong>aliano potrebbe essere considerato la<br />

seconda lingua dopo lo spagnolo. Tra questi<br />

oriundi <strong>it</strong>aliani non pochi gli augustani che<br />

ancora sono legati alla nostra terra. Per favorire<br />

i rapporti con Augusta, l’associazione<br />

presieduta da Aldo Raina ha organizzato<br />

una videoconferenza, svoltasi, appunto, a<br />

Natale nell’ufficio del sindaco, tra gli <strong>it</strong>alo-argentini<br />

di Augusta e i loro familiari e<br />

parenti qui da noi. Raina ha pubblicamente<br />

ringraziato gli augustani Giuseppe Passanisi<br />

e Paolo Amato, rispettivamente assessore<br />

si eseguono lavori<br />

elettorali a colori per le<br />

amministrative <strong>2003</strong><br />

AUGUSTA - VIA GARIBALDI, 16 - TEL. 0931 524010<br />

Solidarietà<br />

alla solidarietà e consigliere<br />

della provincia<br />

regionale di Siracusa,<br />

“senza il cui apporto”<br />

ha sottolineato Raina<br />

“tutto ciò non sarebbe<br />

stato possibile”. Raina<br />

ha aggiunto che, grazie<br />

allo stesso contributo<br />

provinciale, serv<strong>it</strong>o per<br />

la video conferenza,<br />

sarà possibile acquistare<br />

due biglietti di andata e<br />

r<strong>it</strong>orno per due nostri<br />

augustani d’Argentina<br />

che potranno vedere la<br />

festa patronale e tentare<br />

di allacciare rapporti per un eventuale<br />

r<strong>it</strong>orno defin<strong>it</strong>ivo. Per favorire questi rapporti,<br />

osserva ancora il presidente degli<br />

figli di Augusta, il contributo regionale e<br />

provinciale non bastano. Occorre di più.<br />

Occorre una spinta alla solidarietà. Tale<br />

spinta avverrà in<br />

occasione di uno<br />

spettacolo di beneficenza<br />

che i figli<br />

di Augusta realizzeranno<br />

sabato<br />

22 marzo, nella<br />

Chiesa Madonna<br />

delle Grazie<br />

dove si esibiranno<br />

gli augustani<br />

Giuseppe Di<br />

Mare (organista)<br />

e Salvo Tempio<br />

(sassofonista). “Ci<br />

auguriamo che la<br />

c<strong>it</strong>tadinanza risponda<br />

al nostro impegno, partecipando<br />

a un appuntamento che, se avrà successo,<br />

darà un valido aiuto ai nostri conterranei”,<br />

ha concluso Raina. Lo scorso anno, a maggio,<br />

gli augustani si riversarono nel teatro<br />

della c<strong>it</strong>tadella degli studi per far festa alla<br />

delegazione municipale della c<strong>it</strong>tà greca di<br />

Mègara, venuta qui per un gemellaggio tra<br />

le due c<strong>it</strong>tà.


Girotondo<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 17<br />

Bellezza<br />

Monumenti da salvare: il chiostro del convento di S. Domenico<br />

Fotoservizio di Francesco Tringali


18<br />

nero<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong>


Documento<br />

Organista della chiesa ma<br />

dre, insegnante privato di<br />

musica, dipendente comu<br />

nale in pensione, il maestro<br />

Carmelo Saia è un augustano purosangue.<br />

Uno di quei pochi c<strong>it</strong>tadini che si appassiona<br />

per le cose del proprio paese e soffre e<br />

s’inquieta e gioisce, a seconda delle s<strong>it</strong>uazioni.<br />

E’ uno di quelli che conserva, con<br />

amorosissima cura, tutto ciò (fotografie,<br />

articoli, documenti) che riguarda Augusta.<br />

Non bisogna però credere ch’egli sia<br />

un uomo votato al culto del passato. E’<br />

anche un uomo del presente e di questo<br />

a fianco: Carnevale ad Augusta nel<br />

1953<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 19<br />

Bellezza<br />

Nei ricordi di Carmelo Saia<br />

I briosi carnevali degli anni trenta<br />

presente egli segue il fluire, non sempre<br />

limpido, come un padre segue le tappe<br />

dell’evoluzione del figlio: con interesse,<br />

apprensione e amore.<br />

Certe volte, Carmelo Saia dà l’impressione<br />

d’essere un pungolo per quanti,<br />

amministratori o no, sono protagonisti della<br />

v<strong>it</strong>a c<strong>it</strong>tadina o ne sono comunque parte<br />

viva. Altre volte può far credere d’essere<br />

curioso, ma, conoscendolo, si scopre che la<br />

sua è una. curios<strong>it</strong>à tesa ad avere un quadro<br />

quanto più possibile completo, anche nei<br />

dettagli, della sua Augusta: degli uomini e<br />

delle cose di questa c<strong>it</strong>tà dove e-gli è nato<br />

e da cui non s’è mai distaccato.<br />

Carmela Saia è un uomo che segue con<br />

competenza l’arte e la cultura, non soltanto<br />

locale. Egli è molto orgoglioso della sua<br />

biblioteca dove non un solo libro è stato<br />

comprato per fare bella e sterile mostra di<br />

sé. E’ orgoglioso e geloso, ma non fino al<br />

punto di tenersi tutto per sè. Quando qualche<br />

amico gli chiede un libro in prest<strong>it</strong>o<br />

glielo cede volentieri non senza, però, aver<br />

prudentemente annotato su un appos<strong>it</strong>o<br />

quadernetto il nome dell’amico, la data del<br />

prest<strong>it</strong>o e il t<strong>it</strong>olo del libro.<br />

E’ un uomo che ha innato il senso dell’ordine:<br />

e, difatti, tutto in casa sua tradisce<br />

questa sua tendenza, che, forse, gli deriva<br />

dalla lunghissima pratica d’ufficio. Egli ha<br />

archiviato, non solo per sè, ma per le sue<br />

figlie e le sue nipotine, tutti i suoi ricordi -<br />

diciamo cosi - materiali. Quelli della mente<br />

sono perfettamente lucidi e allineati. A questi<br />

ultimi e-gli fa ricorso quando rievoca gli<br />

anni migliori della sua v<strong>it</strong>a quando, insieme<br />

a quindici altri giovani - tra cui Salvatore e<br />

Darmelo Salemi, Giovanni Bucceri, Vincenzo<br />

e Sebastiano Sicari; le sorelle Migneco<br />

-, frequentava la famosa«scuola d’archi»<br />

diretta dal siracusano maestro Salvatore<br />

Fontanazza, regolarmente pagato dal Municipio,<br />

che dava soprattutto lezioni gratu<strong>it</strong>e<br />

fila<br />

Foto di gruppo della scuola d’archi: Carmelo Saia è il primo a sinistra della prima<br />

di viola e violino ai quindicenni-sedicenni<br />

di Augusta.<br />

Era il 1935: il periodo del fascismo<br />

trionfante che organizzava processioni in<br />

orbace e gagliardetto per la «strada mastra»,<br />

saggi ginnici, alla «villa», a chiusura dell’anno<br />

scolastico (gli studenti facevano a gara<br />

per parteciparvi), sfilate di carri allegorici<br />

(su cui allegramente si esibivano i «figli<br />

della lupa, i balilla, gli avanguardisti e le<br />

giovani <strong>it</strong>aliane» per il carnevale augustano,<br />

che tutta la popolazione attendeva con ansia.<br />

Si giungeva persino a una gara di emulazione<br />

tra le varie categorie dei commercianti<br />

cui soprattutto spettava l’onere e l’onore<br />

della costruzione dei carri dei quali uno è<br />

rimasto impresso, vivido, nella memoria:<br />

quello di re carnevale con un’enorme testa<br />

spropos<strong>it</strong>ata, recante in mano una valigia da<br />

cui fuoriuscivano «i cadduni ‘i sasizza».<br />

In queste occasioni (martedì e giovedì<br />

grassi) il concorso di popolo era notevole,<br />

non solo per la perfetta, organizzazione che<br />

il «dopolavoro della casa del fascio» dava<br />

a queste manifestazioni, ma perchè la gente<br />

poteva dare finalmente sfogo, libero, alle<br />

proprie passioni, senza, pero, trascendere<br />

mai. La banda musicale e i canti di regime<br />

non mancavano.<br />

Ma la scuola d’archi suonava in<br />

pubblico soprattutto per celebrare il santo<br />

patrono della c<strong>it</strong>tà, Domenico di Guzman,<br />

esibendosi in piazza o nella sala municipale<br />

o presso il cinema Franco. (Cinema in cui<br />

frequenti erano le sceneggiate napoletane<br />

che facevano, quindi, trasformare il locale<br />

in teatro e che richiamavano tantissimi<br />

spettatori pronti a commuoversi fino alle<br />

lacrime o a ridere a crepapelle o a inveire<br />

pesantemente. Persino il maestro Saia che<br />

accompagnava talune arie e canzoni col<br />

violino partecipava talmente che mentre<br />

suonava piangeva e grosse lacrime gli rigavano<br />

il viso).<br />

In occasione della festa patronale altre<br />

erano le fonti di svago e divertimento: l’albero<br />

della cuccagna, il gioco delle pentole,<br />

l’antenna a mare (consistente quest’ultima<br />

in una variante all’albero della cuccagna: il<br />

concorrente doveva pero camminare su un<br />

grosso tronco spalmato di grasso e disteso<br />

a mare sotto la chiesa della Madonna delle<br />

Grazie). L’Opera Nazionale Balilla, oltre a<br />

preparare i saggi ginnici (i migliori avanguardisti<br />

venivano mandati in premio al<br />

campo “Dux” di Rom), aveva pure sotto la<br />

sua egida una suquadra femminile di pallavolo<br />

di cui componenti erano Anna Stella e<br />

Wanda Roggio) che disputava gli incontri<br />

nella palestra ricvata nell’ex chiostro del<br />

convento di S. Domenico. La scuola d’archi,<br />

intorno al 1939, cedette il posto al gruppo


20<br />

folkloristico dei canterini siciliani (emulo<br />

del gruppo omonimo di Vaal d’Anapo)<br />

diretto dal maestyro Carmelo Saia e di cui<br />

facevano parte tra gli altri, Ciccio Motta, le<br />

sorelle Rando, Pippo Bucceri, Carmelo e salvatore<br />

Salemi, l’attuale avvocato Mosch<strong>it</strong>to,<br />

e l’attuale colonnello Ternullo commissario<br />

della M.M.: questi ultimi due, spesso, con<br />

funzioni di solisti.<br />

Il grupo, nturalmente, oltre a cantare<br />

canti siciliani tipici in costume, eseguiva<br />

danze folkloristiche accompagnandosi con<br />

tamburelli e piattelli, susc<strong>it</strong>ndo ammirazione<br />

e consensi, non solo d Augusta, dove si<br />

esibiva sui carri carnaascialeschi, a bordo<br />

delle navi, sul palco della banda civica e<br />

sul palcoscenico del teatro di legno aalla<br />

villa, ma anche a Noto, Siracusa, Taormina,<br />

Roma, Torino, Milano.<br />

La fine del gruppo coincise con l’inizio<br />

del secondo confl<strong>it</strong>to mondiaale, che<br />

portò, in gran misura, lutti e miserie. Ma<br />

durante l’occupazione americana sì registrò<br />

una vera e propria esplosione festaiola (forse<br />

per reazione alle ristrette sub<strong>it</strong>e durante la<br />

guerra) «dopo tante privazioni la gente era<br />

assetata di divertimenti».<br />

Per carnevale si rividero i carri allegorici<br />

che sfilavano sulla via principale<br />

lastricata di coriandolì. Per il resto dell’anno<br />

la via Umberto e la via Garibaldi e la piazza<br />

S. Domenico pullulavano di botteghe e<br />

bancarelle dietro alle quali stavano spesso<br />

i napoletani abili nello smerciare ottone per<br />

oro e per gabbare gli americani che, di bocca<br />

buona, compravano un po’ di tutto. Il brio<br />

era visibile per le strade frequentatissime da<br />

Carnevale <strong>2003</strong><br />

Solo 4 carri allegorici<br />

Si è conclusa il 4 marzo la VI edizione<br />

del Carnevale Augustano, che ha avuto<br />

come protagonisti numerosi e divertenti<br />

gruppi mascherati e, “solo” quattro carri<br />

allegorici. La sfilata, part<strong>it</strong>a da Piazza<br />

Fontana,ha attraversato le vie principali<br />

della Borgata, inondandole di musica e<br />

divertimento. Centinaia le persone accorse<br />

per l’ occasione, incurios<strong>it</strong>e dal nostro<br />

Carnevale e non certo deluse dalla manifestazione<br />

.Perfetto lo spir<strong>it</strong>o dimostrato dai<br />

gruppi mascherati, che hanno ben saputo<br />

trasmettere la giusta allegria. Dai Cannibali<br />

che adorano il “Dio denaro”(vinc<strong>it</strong>ori del<br />

primo premio), ai Coriandoli della pace,<br />

profondi e significativi i temi scelti quest’<br />

anno per dimostrare che non dobbiamo mai<br />

dimenticare i veri valori della nostra v<strong>it</strong>a.<br />

Pochi, invece, i carri, solo quattro,<br />

ma abbastanza per una c<strong>it</strong>tà che è solo alla<br />

sua VI edizione, e che ha ancora tanto da<br />

imparare.<br />

Al contrario delusi sicuramente gli<br />

ab<strong>it</strong>anti, ma soprattutto gli organizzatori,<br />

del Carnevale di Villasmundo , festeggiato<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

persone tra cui non pochi erano quelli che si<br />

davano un gran da fare con l’intrallazzo.<br />

Con questa e altre «virtù» furono non<br />

pochi coloro che gettarono le basi della loro<br />

successiva fortuna, o,. comunque, del loro<br />

benessere.<br />

Al bar Franco vennero messe su riffe<br />

e spettacoli di vario genere. In questo<br />

stesso locale e in altri (come la rotonda a<br />

mare «Badiazza») l’orchestra americana si<br />

alternava con formazioni musicali augustane<br />

di cui alcuni esponenti erano lano Sicari,<br />

Iano Ternullo, Pippo Bucceri (apprezzato<br />

cantante solista) e Giovanni Bucceri, cantante<br />

e violinista. Quest’ultimo, emigrato nel<br />

dopoguerra a Torino dove era gia andato nel<br />

‘40 per affinarsi nel mestiere di sarto presso<br />

una scuola di taglio, si fece parecchia strada:<br />

cantò a Radio-Torino e nel coro di Isa<br />

Barzizza segnalandosi anche come virtuoso<br />

del violino che suonava con uno stile alla<br />

Helmut Zakcarias.<br />

Il suo stile susc<strong>it</strong>ò l’ammirazione d’un<br />

pianista-impresario presso il casinò di San<br />

Remo che gli propose un contratto vantaggiosissimo<br />

prospettandogli una brillante<br />

carriera.<br />

Ma il carico della famiglia e la prudenza<br />

isolana non gli consentirono di seguire<br />

quella tentazione. La stagione dei balli prosegui<br />

nel dopoguerra quando si schierarono<br />

in campo proprio per organizzare questo.<br />

tipo di feste (a inv<strong>it</strong>i) due club: la Vetreria<br />

di cui erano membri, tra gli altri, Meluccio<br />

Ferreri, Mimmo Saia, Pippo Bonnici, e la<br />

SAOP (Società Anonima Ozio Pubblico,<br />

il cui nome era tutto un programma) tra<br />

“tra pochi amici”: poche le persone che<br />

hanno preso parte a questa manifestazione<br />

, una delle più importanti nella nostra<br />

provincia fino a qualche anno fa.<br />

Proibire la vend<strong>it</strong>a e l’ uso della<br />

cui alcuni nomi importanti erano: Oreste<br />

Paci, Ettore Caramagno. Nino Di Fianco,<br />

Giuseppe Fazio, Amedeo Di Franco, Santo<br />

Cipriano, Sebastiano Apollo, Carmelo<br />

Intrepido. Erano giovani ventiquattrenniventicinquenni,<br />

tutti disoccupati, operai<br />

e studenti, che cercavano un modo meno<br />

ozioso di passare il tempo, che passeggiare<br />

per il corso Umberto.<br />

Tra questi due club faceva la spola<br />

un giovane che poi avrebbe fatto tanto<br />

parlare di se: Giovanni. Saraceno, futuro<br />

sindacalista.<br />

La Vetreria e la Saop non si scontrarono<br />

solo sul terreno organizzativo dei ‘balli,<br />

ma anche su quello dei campi di calcio.<br />

Una part<strong>it</strong>a tra i due circoli è rimasta<br />

memorabile. In quel periodo si ballava<br />

dappertutto: al circolo Ufficiali a quello<br />

dei nobili, a bordo delle navi, al chiuso,<br />

all’aperto, durante la vendemmia quando si<br />

celebrava la sagra dell’uva con presenza di<br />

folto pubblico, presso le famiglie private per<br />

qualsiasi ricorrenza.<br />

Oggi, con gran rimpianto di molti, il<br />

brio di allora è scomparso del tutto; e, forse,<br />

anche la gioia di vivere.<br />

Questo pezzo fu pubblicato sul quotidiano<br />

di Siracusa Il Diario, il 20 febbraio<br />

1977<br />

cosiddetta “schiuma”, è stato inoltre un<br />

altro gesto “azzeccato” per assicurare<br />

agli ab<strong>it</strong>anti che il nostro carnevale sta<br />

crescendo , sta maturando , e chissà che<br />

tra qualche anno non potremmo vantarci<br />

di avere il Carnevale più bello di…<br />

Al prossimo anno, allora!<br />

C.M.<br />

Carnevale


Storia<br />

Il X<strong>IV</strong> ottobre 1860, il numeroso<br />

presidio di soldati borbonici, di<br />

s t a n z a n e l c a s t e l l o d i<br />

Augusta,forte di circa 3000 uomini,<br />

decise su iniziativa del comandante la<br />

piazza, colonnello La Tour, di abbandonare<br />

il paese, indisturbato, con tutto l’armamentario<br />

al gran completo, disciplinatamente e<br />

senza sparare un solo colpo, si imbarcò su<br />

due navi francesi e fece r<strong>it</strong>orno a Napoli.<br />

Ebbe fine per Augusta e per il castello<br />

un’era di ordine, progresso e civiltà e se ne<br />

aprì un’altra peggiore e più triste.Già l’<strong>11</strong><br />

maggio del medesimo anno, l’avventuriero<br />

Garibaldi era sbarcato in Sicilia, ben protetto<br />

dalla flotta inglese e dalla stessa comun<strong>it</strong>à<br />

anglosassone presente in forze a Marsala<br />

e largamente finanziato da Cavour e dalla<br />

massoneria. Poté cosi corrompere il generale<br />

Lanza, il generale Landi e altri ufficiali<br />

borbonici. Rapidamente s’impadronì, senza<br />

colpo ferire di tutta l’isola, a eccezione delle<br />

fortezze di Augusta, Siracusa e Messina,<br />

che lasciò indisturbate perché ben protette e<br />

validamente difese. Ecco la natura del nostro<br />

Lettere<br />

eroe che agiva quando era sicuro di vincere<br />

perché aveva le spalle coperte da precedente<br />

tradimento o quando si batteva contro forze<br />

insignificanti.<br />

In giugno, Garibaldi entrò a Palermo,<br />

come primo atto, derubò il banco delle Due<br />

Sicilie della somma di cinque milioni di<br />

ducati che distribuì tra i suoi. Nei giorni<br />

successivi, lasciò che le eroiche camicie<br />

rosse perpetrassero violenze e saccheggi di<br />

ogni genere. Lo stesso re V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />

non ebbe una grande stima del Nizzardo<br />

dopo l’incontro di Teano, in una lettera a<br />

Cavour, testualmente, così scrive: “Come<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 21<br />

Bellezza<br />

IL CASTELLO SVEVO TRASFORMATO IN<br />

PENITENZIARIO DAI SAVOIA<br />

avrete visto, ho liquidato rapidamente la<br />

sgradevolissima faccenda Garibaldi, sebbene<br />

siatene certo, questo personaggio non<br />

è affatto docile né cosi onesto come lo si<br />

dipinge, e come voi stesso r<strong>it</strong>enete. Il suo<br />

talento mil<strong>it</strong>are è molto modesto, come prova<br />

l’affare di Capua, e il male immenso che<br />

è stato commesso qui, ad esempio l’infame<br />

furto di tutto il denaro dell’erario, è da attribuirsi<br />

interamente a lui che s’è circondato<br />

di canaglie, ne ha esegu<strong>it</strong>o i cattivi consigli<br />

e ha piombato quest’infelice paese in una<br />

s<strong>it</strong>uazione spaventosa”.<br />

Ad agosto, i contadini di Bronte, un<br />

paese alle pendici dell’Etna, credendo ai<br />

falsi proclami di Garibaldi, insorsero bruciando<br />

le case dei notabili e impadronendosi<br />

del paese in nome di V<strong>it</strong>torio Emanuele<br />

e libertà. Per non danneggiare gli interessi<br />

inglesi (a Bronte, infatti, esisteva la famosa<br />

ducea di Nelson, una proprietà di 25.000<br />

ettari), il generale inviò sul posto 6 compagnie<br />

di soldati piemontesi, che circondarono<br />

il paese e con giustizia sommaria<br />

massacrarono i contadini e ripristinarono la<br />

legal<strong>it</strong>à. Parimenti Linguaglossa, Randazzo<br />

e Centuripe che si erano ribellate furono<br />

ridotte alla ragione. Così Garibaldi riuscì<br />

finalmente a svelare la sua vera natura,<br />

dimostrando il suo vero temperamento e la<br />

sua vocazione: avventuriero e filibustiere,<br />

Cartina del regno delle Due Sicilie<br />

Stemma di Casa reale delle Due Sicilie<br />

Castello Svevo visto dall’alto<br />

lo stesso mestiere che aveva eserc<strong>it</strong>ato in<br />

Sud America al servizio degli inglesi, suoi<br />

veri padroni, a cui certo egli non poteva né<br />

dispiacere né recare danno in alcun modo;<br />

meglio sterminare i poveri contadini siciliani<br />

che avevano avuto l’ardire di ribellarsi,<br />

cafoni e terroni, questo avrà pensato di quei<br />

poveri disgraziati il nostro eroe, mentre li<br />

consegnava nelle mani del macellaio Bixio,<br />

con l’ordine perentorio di far presto.<br />

Il 12 ottobre del 1860, in tutta la Sicilia<br />

si era votato per il plebisc<strong>it</strong>o-farsa di<br />

annessione al Piemonte, e massicciamente<br />

a questa votazione fasulla, avevano parte-


22<br />

Lettere<br />

cipato i garibaldini e tutti i soldati piemontesi.<br />

Come poteva, infatti, la Sicilia dare il<br />

proprio assenso a un’annessione se l’unica<br />

vera aspirazione dell’Isola è sempre stata<br />

la completa indipendenza e l’autonomia<br />

da qualunque dominazione sia <strong>it</strong>aliana che<br />

straniera, come dimostrano i gloriosi Vespri<br />

Siciliani del 1282 e la famosa rivoluzione<br />

del 1848. I Siciliani, gente fiera e orgogliosa<br />

come mai avrebbero potuto scientemente<br />

dare il proprio assenso per l’annessione ad<br />

un Piemonte che, tra l’altro, avevano già<br />

conosciuto e imparato a odiare quando nel<br />

1713, V<strong>it</strong>torio Amedeo II era diventato re<br />

di Sicilia, a segu<strong>it</strong>o del trattato di Utrect,<br />

per fortuna per pochi anni? Nel 1866, a<br />

pochi anni dall’un<strong>it</strong>à d’Italia, la Sicilia è<br />

già in rivolta contro l’odiosa dominazione<br />

sabauda, si è già risvegliata dalla frettolosa<br />

illusione, ha già sperimentato sulla sua pelle<br />

l’ingiustizia e la barbarie, si è accorta che<br />

nulla è cambiato, o forse tutto è cambiato<br />

ovviamente in peggio. Questa rivolta sarà<br />

immediatamente soffocata nel sangue dai<br />

nostri fratelli (sic) piemontesi e liberali e forse<br />

qualcuno si sarà ricordato delle angherie<br />

sub<strong>it</strong>e dal leg<strong>it</strong>timo re Francesco II.<br />

Il ministro inglese Eliot, ambasciatore<br />

a Napoli, in un rapporto al suo governo,<br />

cosi scrive: “ Moltissimi vogliono l’autonomia,<br />

nessuno l’annessione, ma i pochi che<br />

votano sono costretti a votare per questa”.<br />

Ecco cos’è per noi siciliani e per tutti gli<br />

ab<strong>it</strong>anti dell’antico e glorioso regno delle<br />

Due Sicilie, fondato e voluto grande da<br />

Ruggero II il Normanno, l’Un<strong>it</strong>à d’Italia:<br />

violenza e prevaricazione, cosi nasce con un<br />

atto dispotico, cosi continua oggi con Bossi<br />

ministro della Repubblica.<br />

Con l’abbandono del castello di<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

Febbraio <strong>2003</strong><br />

Augusta, da parte del presidio mil<strong>it</strong>are<br />

borbonico, in quel lontano X<strong>IV</strong> ottobre<br />

1860, stupidamente celebrato nella toponomastica<br />

ufficiale, termina per il glorioso<br />

maniero, fondato dal grande Federico II<br />

di Svevia, e assurto sempre a protagonista<br />

delle vicende storiche del paese, il ruolo<br />

di grande importanza strategico- mil<strong>it</strong>are e<br />

sociale. Con il funesto avvento dei Savoia<br />

nell’Isola , il 14 luglio del 1896, il castello,<br />

uno dei grandi presìdi svevi in Italia, fu<br />

trasformato in un lugubre e tetro pen<strong>it</strong>enziario,<br />

con tutto lo scempio e la devastazione<br />

che ne conseguì. Le magnifiche sale che<br />

avevano visto aggirarsi il grande Federico,<br />

re Giacomo d’Aragona e la ancora giovane<br />

regina Maria, furono snaturate, le stupende<br />

volte a crociera, spesso cancellate o coperte<br />

da cemento, tutto il gusto arch<strong>it</strong>ettonico<br />

sovvert<strong>it</strong>o e stravolto. Un irriconoscibile<br />

maniero fu consegnato a una bieca, cieca e<br />

sorda amministrazione che lo riempì di urla<br />

e di dolore, e la c<strong>it</strong>tà, inorrid<strong>it</strong>a, si allontanò<br />

da esso. Il castello era diventato non già un<br />

luogo di riparo e rifugio, non un porto sicuro<br />

a cui guardare, ma un lugubre e triste luogo<br />

di pena, da ev<strong>it</strong>are. Oggi fortunatamente i<br />

Savoia non ci sono più, ma il male da loro<br />

fatto è ancora vivo e presente, il maniero<br />

federiciano è ancora in stato di completo<br />

abbandono, nonostante abbia smesso da<br />

tempo i panni lugubri di pen<strong>it</strong>enziario non ha<br />

ancora ripreso il suo posto all’interno della<br />

c<strong>it</strong>tà, sono ancora visibili sul tetto le orribili<br />

torrette in cemento armato, i camminamenti<br />

e i posti di ronda dei secondini e le tremende<br />

inferriate arruggin<strong>it</strong>e delle celle sono ancora<br />

al loro posto.<br />

Qualche anno addietro, si era cercato<br />

di formare un museo civico per iniziativa di<br />

Storia<br />

Una rarissima istantanea del castello<br />

prima che fosse trasformato in pen<strong>it</strong>enziario<br />

durante il regime sabaudo<br />

. Manca, infatti, il corpo centrale<br />

sopraelevato<br />

privati, il cosiddetto museo della piazzaforte<br />

allocato nel bastione san Giacomo, ma i<br />

noti eventi sismici del 1990, hanno causato<br />

il completo abbandono del danneggiato bastione.<br />

Nulla a oggi, colpevolmente, è stato<br />

fatto, nemmeno una pietra è stata smossa, e<br />

le erbacce sono ormai padrone del campo.<br />

Forse in quelle sale desolate si aggira ancora<br />

il fantasma inquieto dell’ultimo conte<br />

di Augusta, quel tal Guglielmo Raimondo<br />

Moncada che divenne uno dei vicari del<br />

regno di Sicilia e che rapì la regina Maria<br />

dal castello Ursino dove si trovava, trasferendola<br />

sotto la propria tutela proprio nel<br />

castello di Augusta.<br />

Ma un ben altro fantasma aleggia sopra<br />

le mura vetuste, quello dell’indifferenza,<br />

della completa ignavia e del colpevole<br />

abbandono della nostra amministrazione<br />

comunale e della soprintendenza che poco<br />

o nulla hanno finora fatto né per il castello<br />

né per la c<strong>it</strong>tà.<br />

Aspettiamo un nuovo Risorgimento,<br />

questa volta delle coscienze e degli animi,<br />

che ci facciano fare ammenda degli errori<br />

commessi nel nostro passato e con un sano<br />

revisionismo storico ristabilire finalmente la<br />

ver<strong>it</strong>à, che non è quella del libri di scuola,<br />

ma che va cercata e cr<strong>it</strong>icamente analizzata<br />

perché ancora oggi il regime, figlio di<br />

quel risorgimento massonico, si rifiuta di<br />

ammettere cose e fatti imbarazzanti delle<br />

quali chiedere scusa ai popoli delle Due<br />

Sicilie per tutte le nefandezze e le bugie fin<br />

qui propinate.<br />

Giacomo Càsole


Lettere<br />

Augusta è la spiaggia di<br />

Carlentini?<br />

Egregio direttore,<br />

con piacere ho r<strong>it</strong>rovato in edicola<br />

dopo tanti anni il Giornale di Augusta che<br />

considero un vecchio amico r<strong>it</strong>rovato. Le<br />

scrivo per proporle una breve riflessione<br />

che, ne sono certo ai più (e, chissà, forse<br />

anche a lei) potrà sembrare banale, ma che,<br />

dal mio punto di vista, dice davvero molto<br />

sulla pochezza del ceto dirigente di questa<br />

nostra c<strong>it</strong>tà. Dopo aver saputo nel 1990<br />

che Augusta e la spiaggia di carlentini:<br />

ricorderà senz’altro i telegiornali nazionali<br />

che dicevano che l’epicentro del terremoto<br />

del 13 dicembre si trovava “nel mare di<br />

Carlentini “. A questo propos<strong>it</strong>o, poi, i<br />

terremoti nel nostro paese sono sempre<br />

stati identificati con nomi geografici: Val<br />

di Noto, Messina, Belice, Friuli, Irpinia,<br />

e, da ultimo, San Giuliano di Puglia..... il<br />

nostro, chissà perché, non era di Augusta<br />

(luogo dell’epicentro chiuso ), era di Santa<br />

Lucia;<br />

dopo aver saputo che Augusta è un<br />

punto indefin<strong>it</strong>o della carta geografica,<br />

chissà forse una frazione di Brucoli: il<br />

carcere non è di Augusta o, tutt’al più, di<br />

Piano Ippol<strong>it</strong>o (la contrada su cui insiste),<br />

ma è di Brucoli (e che c’entra?), come se<br />

questo piccolo centro fosse più significativo<br />

al fine della identificazione del s<strong>it</strong>o di<br />

una c<strong>it</strong>tà di quasi 40.000 ab<strong>it</strong>anti;<br />

dopo aver saputo che il porto non<br />

è di Augusta, ma di Augusta-Siracusa:<br />

basti ricordare la querelle sull’autor<strong>it</strong>à<br />

portuale;<br />

dopo aver saputo che le malformazioni<br />

neonatali e le morti per tumore non<br />

sono dovute al nostro inquinamento, ma<br />

a quello della zona industriale di Siracusa<br />

(mi sembra superfluo c<strong>it</strong>are le fonti di tali<br />

affermazioni);<br />

dopo aver saputo che il “Muscatello“<br />

è l’ospedale di Priolo, e il dottor Giacinto<br />

Franco un medico di quella c<strong>it</strong>tà (vari<br />

servizi della stampa nazionale sul “caso<br />

Enichem”);<br />

dopo aver saputo di essere io stesso<br />

siracusano o aretuseo: è sufficiente leggere<br />

articoli o cronache sportive anche di giornalisti<br />

augustani che, parlando degli atleti<br />

della pallanuoto femminile del calcio a 5<br />

L’erba del vicino è sempre più verde?<br />

Caro direttore, sono un c<strong>it</strong>tadino di<br />

Augusta, che, come tanti altri, è costretto a<br />

vedere, con tristezza, i prori figli “emigrare”.<br />

Riconosco che la colpa di tutto questo<br />

è di noi adulti, che non abbiamo saputo<br />

creare un futuro per loro. Non solo direttamente,<br />

ma anche indirettamente, attraverso<br />

le piccole scelte giornaliere, che, sommate<br />

ad altre problematiche, hanno contribu<strong>it</strong>o a<br />

determinare un impoverimento della nostra<br />

c<strong>it</strong>tà, e mi riferisco soprattutto alla mancanza<br />

di fiducia che gli augustani hanno nei<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong> 23<br />

Bellezza<br />

li definiscono appunto di volta in volta<br />

aretusei o siracusani.<br />

Le cronache nazionale sul calcio a<br />

5 (per esempio il Televideo Rai) chiamano<br />

la nostra squadra di serie B Libertas<br />

Corbino Sr;<br />

dopo tutte queste amen<strong>it</strong>à geopol<strong>it</strong>iche,<br />

finalmente, qualche giorno fa<br />

dal quotidiano La Sicilia apprendo che<br />

Augusta è un sobborgo di Villasmundo<br />

(non me ne vogliono gli amici di quel<br />

paese, molti dei quali sono augustani: nel<br />

giornale era infatti riportata la cartina della<br />

costruenda autostrada SR-CT nella quale<br />

non è previsto uno svincolo per Augusta<br />

(che peraltro, ne avrebbe bisogno di 2:<br />

uno a nord, verso Catania e uno a sud,<br />

verso Siracusa, giusto per abbreviare le<br />

percorrenze, ma ne è previsto uno per<br />

Villasmundo. Come dicevo, tutto ciò forse<br />

spiega i motivi dello stato di abbandono in<br />

cui versa questa martoriata c<strong>it</strong>tà: la nostra<br />

classe pol<strong>it</strong>ica non sa dove si trova, forse<br />

pensa di essere la classe pol<strong>it</strong>ica di un<br />

qualsiasi altro luogo che non sia Augusta.<br />

Spero che scuserà il mio sfogo, direttore,<br />

ma davvero mi è difficile accettare l’idea<br />

di dover dire agli amici che vorranno venirmi<br />

a trovare nei prossimi anni: “Dopo<br />

aver superato Catania e Lentini, usc<strong>it</strong>i<br />

allo svincolo di Villasmundo, lì vicino<br />

c’è Augusta”.<br />

Un vecchio affezionato lettore di<br />

Augusta<br />

Ringraziamo il “vecchio affezionato<br />

lettore” per questo suo risent<strong>it</strong>o, e pour<br />

cause, intervento che dovrebbe far riflettere<br />

tutti (colleghi giornalisti in testa).<br />

L’amore per la propria terra comincia<br />

proprio da qui, da queste cose che segnala<br />

il lettore. Il quale, però, s’è trincerato<br />

dietro l’anonimato. Ma perché? Non vogliamo<br />

tirare in ballo solenni princìpi. Ma<br />

da una lettera del genere quale r<strong>it</strong>orsioni<br />

si possono temere? firmare una lettera destinata<br />

alla pubblicazione, oltre che segno<br />

di civiltà e di buona educazione (in caso di<br />

riserva mentale si può chiedere di omettere<br />

la firma), è segno di credibil<strong>it</strong>à.<br />

confronti dei propri conc<strong>it</strong>tadini: ci vestiamo<br />

a Catania o Siracusa, mangiamo nei ristoranti<br />

e pizzerie di mezza Sicilia, compriamo al<br />

“giovedi”. Insomma facciamo terra bruciata<br />

a qualunque attiv<strong>it</strong>à commerciale o artigiana<br />

di casa nostra obbligando così i nostri figli<br />

a cercarsi ventura altrove. Anche i pol<strong>it</strong>ici li<br />

cerchiamo altrove, infatti Augusta non riesce<br />

a farsi rappresentare nelle sedi che contano<br />

e le decisioni che la riguardano vengono<br />

prese da altri che chiaramente devono prima<br />

pensare ai propri conc<strong>it</strong>tadini. D’altro canto<br />

Bella<br />

pubblicazione!<br />

Caro direttore, ho ricevuto e letto con<br />

vero piacere i due ultimi numeri del risorto<br />

Giornale di Augusta. Ne ho ammirato la<br />

veste tipografica e la scelta degli argomenti,<br />

vari, attuali e interessanti. Inoltre per me, r<strong>it</strong>rovare<br />

cognomi ormai dimenticati, accenni<br />

a luoghi il cui ricordo era quasi svan<strong>it</strong>o, è<br />

stato un piacevole e emozionante r<strong>it</strong>orno al<br />

passato. Ti ringrazio quindi di cuore, mentre<br />

mi congratulo per la bella pubblicazione, cui<br />

augurò ogni successo.<br />

Cordialmente<br />

Paola Sciara (Catania)<br />

(già professoressa di matematica e fisica<br />

al liceo classico “Mègara”)<br />

Accattivante la<br />

copertina<br />

Caro direttore, sono stata veramente<br />

lieta di ricevere gli ultimi numeri del suo<br />

Giornale di Augusta in veste rinnovata e<br />

con belle pagine a colori. Complimenti, soprattutto<br />

per il sapiente montaggio realizzato<br />

nell’accattivante copertina in quadricromia.<br />

Manco da Augusta, ormai, da moltissimi<br />

anni, ma è sempre un vero piacere per me<br />

ricevere sue notizie e dalla c<strong>it</strong>tà dove ho<br />

trascorso forse gli anni più belli del mio<br />

insegnamento. Questa sua splendida creatura<br />

mi fa ricordare il suo generoso impegno di<br />

giovane liceale quando realizzò il Cicerone<br />

per i suoi compagni del liceo classico, e<br />

anche allora si batteva in difesa degli altri<br />

e contro le storture. Oggi, padre di famiglia<br />

e uomo maturo, non ha perso il vigore di<br />

quegli anni giovanili e si batte per tutta la<br />

c<strong>it</strong>tà. Mi rallegro ancora e le esprimo i miei<br />

affettuosi auguri.<br />

Giuseppina L’Abbadessa (ME)<br />

(già docente di storia dell’arte al liceo<br />

classico statale “Mègara”)<br />

proprio i nostri conc<strong>it</strong>tadini pol<strong>it</strong>ici sono i<br />

primi a dare il cattivo esempio preferendo<br />

quasi sempre d<strong>it</strong>te esterne, per lavori che li<br />

riguardano. Proviamo a invertire le cose,<br />

riflettiamo quando facciamo acquisti e cominciamo<br />

a controllare le scelte dei nostri<br />

amministratori o aspiranti tali.<br />

Lettera firmata


24<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2003</strong><br />

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA<br />

AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SR<br />

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Dl SR<br />

LETTERA APERTA<br />

SUL FERMO DELLA PESCA AD AUGUSTA<br />

AL SINDACO DI AUGUSTA<br />

AL SINDACO DI MELILLI<br />

AL SINDACO Dl PRIOLO<br />

AL SINDACO Dl SIRACUSA<br />

La gente di Augusta non può pagare due volte il prezzo del disastro ambientale causato dalle industrie.<br />

Il fermo della pesca nella rada megarese, imposto dall’Arpa, rappresenta infatti l’ultimo atto di un<br />

dramma che è ormai diventato insostenibile.<br />

Non si deve fare ricadere sull’anello più debole della catena il peso economico di una s<strong>it</strong>uazione<br />

ormai degradata di cui il polo pubblico prima o poi si farà carico.<br />

Non è certo ipotizzabile che, dopo anni di colpevole lat<strong>it</strong>anza, lo Stato (inteso in tutte le sue rappresentazioni<br />

terr<strong>it</strong>oriali) faccia finta dì nulla abbandonando a sé stesse le genti dei Comuni industriali.<br />

Prima di colpire con tanta leggerezza il settore della pesca è necessario comprendere quanti posti dì lavoro<br />

sono legati al comparto; occorre prendere coscienza di quante famiglie si sostengono esclusivamente con<br />

i già scarsi proventi della pesca; è necessario avere buona memoria, ricordando che prima dell’avvento<br />

delle industrie era proprio il mare il traino economico di Augusta, perché le attiv<strong>it</strong>à marinare erano il<br />

vero riferimento del Paese. Le industrie hanno poi depauperato la comun<strong>it</strong>à della sua cultura e della sua<br />

ricchezza, costringendola a vivere esclusivamente di petrolchimico. Oggi che si sta cominciando a tirare<br />

le somme di tutto ciò, individuando i bilanci pesantemente negativi della pol<strong>it</strong>ica industriale (il numero<br />

di disoccupati negli ultimi anni, nella nostra provincia, è raddoppiato), si vorrebbe dare il colpo di grazia<br />

a quei pescatori che hanno resist<strong>it</strong>o nonostante tutto.<br />

Certamente la salute della gente, che deve essere garant<strong>it</strong>a sulla genuin<strong>it</strong>à del pescato, è senz’altro<br />

prior<strong>it</strong>aria. Ma è anche prior<strong>it</strong>aria la sopravvivenza dei pescatori. Così, non restano che due vie: fare ulteriori<br />

e approfond<strong>it</strong>e analisi per accertare l’effettiva nociv<strong>it</strong>à della fauna <strong>it</strong>tica, senza pressappochismi e<br />

facilonerie; garantire, se il fermo dovesse essere effettivamente indispensabile, la sussistenza comunque<br />

ai pescatori, attraverso sussidi che si deve studiare in che termini erogare; imporre infine alle industrie<br />

di pagare (in termini strettamente economici) il fio delle loro colpe, cominciando con il risarcimento dei<br />

danni sub<strong>it</strong>i dai lavoratori del mare.<br />

In questo senso, i Comuni del polo petrolchimico e la Regione devono cost<strong>it</strong>uirsi parte civile nel<br />

processo contro le industrie.<br />

Adesso è bene che si comincino finalmente a fare i conti, in tutti i sensi, per garantire un futuro ad<br />

Augusta. Non c’è più spazio per le ambigu<strong>it</strong>à. Chi non è in grado di gestire il proprio ruolo sociale è<br />

bene che si faccia da parte, prima che, con la propria incapac<strong>it</strong>à impedisca, irreversibilmente, il recupero<br />

economico e ambientale dei Comuni industriali.<br />

Chiediamo pertanto che si crei un fondo sostanzioso, al fine di dare un contributo, per garantire le<br />

risorse fondamentali che verranno a mancare alle famiglie dei pescatori, fin quando non sarà sbloccato<br />

il fermo della pesca.<br />

IL CONSIGLIERE PROVINCIALE<br />

CAPO GRUPPO UDEUR<br />

PAOLO AMATO

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