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ITALIANA - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

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<strong>AIC</strong><br />

"... fece di prospettiva la Razza<br />

del Palagio de' Signori di<br />

Firenze..." (fig. 2). Il Biografo qui<br />

improvvisamente interrompe il<br />

racconto per chiedersi: "...perché<br />

non fece egli a questa pittura,<br />

essendo di prospettiva, con quel<br />

buco per la vista come alla<br />

tavoletta del Duomo per Santo<br />

Giovanni?..." e si risponde:<br />

"Questo nacque perché la tavola<br />

di tanta Piazza bisognò che fussi<br />

si grande... ch'ella non si poteva<br />

com'el Santo Giovanni (la prima<br />

tavoletta) reggere con una mano<br />

al viso, ne con l'altra allo<br />

specchio...". Infine conclude: "...<br />

nel luogo che misse l'ariento<br />

brunito a quella del Santo<br />

Giovanni, qui scampò l'assi<br />

(ritagliò la tavola) dove lo fece<br />

da casamenti in su, e recavasi<br />

con esso aghuardallo in luogo.<br />

Il racconto del Manetti è il punto<br />

di partenza di una sterminata<br />

letteratura con intenti di<br />

ricostruzione di quelle due<br />

esperienze ottico-pittoriche e di<br />

interpretazione del loro<br />

significato per la storia dell'arte,<br />

che appare come uno<br />

stupefacente, intricatissimo<br />

groviglio di diversissime ipotesi e<br />

di analisi parola per parola, alla<br />

luce <strong>della</strong> trattistica medievale di<br />

ottica (perspectiva) dove mai è<br />

possibile intrawedere una<br />

convincente conclusione.<br />

Maggiormente stupefacente è<br />

però il fatto che il caos di tanta<br />

insigne ermeneutica applicata al<br />

contenuto tecnico del racconto<br />

del Manetti sia dovuto alla<br />

presenza, in tutti gli autori,<br />

insoluto, del paradosso dello<br />

specchio; un tranello logico che<br />

si può esemplificare così: Lo<br />

Storico dell'arte è davanti allo<br />

specchio, si sta radendo, il rasoio<br />

glimpsed a convincing conclusion<br />

Even more stupefying is the fact that the confusion created by these<br />

remarkable hermeneutics applied to the "technical" aspect qfManetti's<br />

account, derives from the mirror paradox, which is cited by all the authors<br />

but which remains unsolved,- a perfectly logical optical illusion which<br />

can be exemplified as follows:<br />

An art historian is standing in front of a mirror, shaving, and holding<br />

his razor in his right hand. Suddenly, he realizes that in the mirror, he<br />

appears to be holding the razor in his left hand, commenting: "Well, look<br />

at that, the mirror reverses right and left".<br />

Nowadays, art historians concentrate on interpreting the painting on the<br />

first wooden tablet: the view of the Baptistry and surrounding buildings,<br />

seen from inside the Cathedral (Jig. 1 ) and they all reason it out as<br />

follows: the wooden tablet was held up against the eye, with the painting<br />

facing outwards, so that one could look through the central hole to see the<br />

painting reflected in the mirror, held in front of it with the other hand.<br />

The mirror was even removed and replaced, so that the real image of the<br />

Baptistry could be compared with the painted image, to see if the latter "...<br />

appeared like the real... "<br />

"... the painter studies solely how to copy what is visible..."<br />

LB. Alberti - "De Pictura"<br />

Therefore, as the painting was reflected in the mirror in the same way as<br />

the art historian shaving was reflected, and as the mirror image would<br />

have had to have matched the real image to make the confrontation<br />

possible, the art historian deduces that the painting would have had to<br />

have been executed with the right and left-hand sides reversed But no<br />

nella mano destra, quando<br />

s'accorge che la propria<br />

immagine speculare tiene il<br />

rasoio con la mano sinistra, e<br />

dice: "Toh, lo specchio scambia<br />

la destra con la sinistra".<br />

Ora, tutti gli storici dedicano il<br />

maggiore sforzo interpretativo<br />

alla prima tavoletta: la veduta,<br />

dall'interno del Duomo, del<br />

Battistero e degli edifici<br />

circostanti (fig. 1) e tutti fanno il<br />

seguente ragionamento: la<br />

tavoletta andava tenuta in mano,<br />

la pittura rivolta verso l'esterno,<br />

contro l'occhio che così poteva<br />

sbirciare attraverso il foro<br />

centrale per vedere la pittura<br />

nello specchio tenuto dirimpetto<br />

con l'altra mano.<br />

Lo specchio infine andava messo<br />

e tolto onde rendere possibile la<br />

comparazione tra l'immagine<br />

dal vero del Battistero e<br />

l'immagine pittorica onde<br />

stabilire se quest'ultima fosse "...<br />

come '1 vero..."<br />

"... solo studia il pittore fingere<br />

quello che si vede... "<br />

L.B. Alberti - De Rctura<br />

quindi, poiché la condizione di<br />

riflessione è identica a quella<br />

dello storico dell'arte che si<br />

rade e poiché l'immagine<br />

speculare <strong>della</strong> pittura doveva<br />

essere correttamente orientata<br />

per rendere possibile il<br />

confronto, lo Storico dell'Arte ne<br />

deduce che la tavoletta deve<br />

essere stata dipinta con la destra<br />

e la sinistra scambiate.<br />

E nessuno, dico nessuno, si<br />

chiede: se lo specchio scambia la<br />

destra con la sinistra perché non<br />

scambia l'alto con il basso? La<br />

testa con i piedi?<br />

Supponiamo di stare nel punto<br />

indicato dal Manetti: "... dentro<br />

alla porta del mezo..." del Duomo<br />

e di guardare fuori al Battistero,<br />

allora se chiamiamo destro il<br />

lato corrispondente alla nostra<br />

destra e viceversa; quando<br />

guardiamo al Battistero<br />

attraverso uno specchio<br />

troviamo che alla nostra destra<br />

corrisponde invece il lato<br />

sinistro e viceversa<br />

dell'immagine speculare del<br />

Battistero, per cui dovremmo<br />

dire con lo storico dell'Arte: Toh,<br />

lo specchio scambia la destra<br />

con la sinistra.<br />

In realtà l'inversione <strong>della</strong><br />

corrispondenza è dovuta molto<br />

banalmente alla inversione a<br />

causa <strong>della</strong> rotazione intorno al<br />

nostro asse verticale necessaria<br />

per passare dalla visione diretta<br />

del Battistero alla visione<br />

speculare.<br />

Dunque non è lo specchio che<br />

scambia la destra con la sinistra,<br />

cosa che gli specchi non sanno<br />

fare e non hanno mai saputo<br />

fare, nemméno in tempi più<br />

magici dei nostri, bensì il<br />

ribaltamento del sistema di<br />

riferimento: noi stessi. Il<br />

Battistero infine non appare<br />

capovolto poiché quando ci<br />

voltiamo per guardarlo<br />

attraverso lo specchio ruotiamo<br />

soltanto intorno al nostro asse<br />

verticale e non anche intorno al<br />

nostro asse orizzontale-, in altri<br />

termini non ci mettiamo a testa<br />

in giù.<br />

Ovviamente la stessa<br />

osservazione vale anche per il<br />

rapporto tra l'osservatore e la<br />

tavoletta: per guardare alla<br />

pittura direttamente dovrebbe<br />

mettersi al posto dello specchio<br />

(fig. 1) ruotando così intorno al<br />

proprio asse verticale<br />

scambiando perciò la propria

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