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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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Anni dopo Pagliani ha scritto: «Anch'io chiesi ad Arpinati se si potes¬<br />

se contare su una sua collaborazione, ma egli allargò le braccia asse¬<br />

rendo di preferire i suoi allevamenti. Non lo escluse però, e così si aprirono<br />

molte speranze successivamente deluse. Al punto che il Fede¬<br />

rale Sarti, impulsivo ed entusiasta, assunse nei confronti di Arpinati un<br />

atteggiamento talmente ostile che mi trovai costretto a chiederne la so¬<br />

stituzione a Mussolini (gliene dissi chiaramente il motivo)» 16<br />

.<br />

Sarti, pertanto, non lasciò la segreteria del PFR di Bologna per delu¬<br />

sione quando comprese che non sarebbe mai riuscito a modificare la<br />

struttura vecchia ed autoritaria del partito, secondo quanto si ritiene e<br />

si legge in alcuni saggi 17<br />

, ma fu destituito da Pagliani il quale era e re¬<br />

stava il vero uomo di fiducia di Mussolini a Bologna e in Emilia.<br />

L'anomala situazione bolognese, dove non comandava chi aveva la ca¬<br />

rica ufficiale, ma chi stava tra le quinte, non piaceva a Guglielmo<br />

Montani il capo della provincia, come furono chiamati i prefetti du¬<br />

rante la RSI. In base al nuovo ordinamento fascista il capo provincia era<br />

il capo politico locale, i cui poteri prevalevano su quelli del segreta¬<br />

rio federale, mentre in precedenza avevano un grado uguale.<br />

Arrivato a Bologna il 25 ottobre, Montani non tardò a rendersi<br />

conto di essere finito nel bel mezzo di una guerra intestina tra le fa¬<br />

zioni che si contendevano il controllo del PFR, senza preoccuparsi del<br />

fatto che «Capoluogo e provincia (fossero) in istato di prostrazione tale<br />

da assomigliare molto alla morte», come scrisse in una relazione a<br />

Mussolini l' 11 dicembre. Il caos nelle istituzioni è totale, aggiunse, e<br />

non esiste «nessuna organizzazione efficiente, nessuna disposizione da<br />

parte di chicchessia a riconoscere un'Autorità e ad obbedirla» 18<br />

. Per<br />

questo si scontrò subito con Pagliani, poi con Sarti e con i capi delle<br />

numerose milizie che nascevano su iniziativa di questa o quella fazio¬<br />

ne. Riuscì a sciogliere i reparti della Polizia federale, ma non a mettere<br />

sotto controllo i ducetti che spadroneggiavano in provincia.<br />

16 <strong>Istituto</strong> storico della RSI, Repubblica sociale, a cura di A. Conti, Bologna, 1999,<br />

p. 23.<br />

17 La tesi delle volontarie dimissioni di Sarti è stata sostenuta in modo particolare dal<br />

partigiano garibaldino Luciano Bergonzini nel citato saggio La svastica a Bologna.<br />

Bergonzini, compagno d'università di Sarti, è scomparso nel 2000 e non ha conosciu¬<br />

to la tesi opposta che esce da Repubblica sociale, una ricostruzione ufficiale<br />

dell'<strong>Istituto</strong> storico della RSI (cfr. nota precedente). Alla tesi della 'fuga' di Sarti dalla<br />

politica crede anche Mario Baudino che gli ha dedicato il saggio Kamikaze, in Voci di<br />

guerra. 1940-1945. Sette storie d'amore e di coraggio, Milano, Ponte alle Grazie,<br />

2001, pp. 45-72.<br />

18 ACS, RSI, MI, G, b. 20, f. "Bologna. Situazione politica".<br />

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