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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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comunista. Fabbri e Bentivogli, i massimi rappresentanti del socialismo<br />

bolognese, oltre che del modello riformista padano, avevano poco o<br />

nulla in comune con esponenti dello stalinismo. Praticamente non esi¬<br />

steva dialogo tra riformisti e stalinisti, anche se dovevano <strong>combatte</strong>re la<br />

stessa battaglia contro il nazifascismo.<br />

I socialisti replicarono al PCI che non avevano nulla da imparare in<br />

tema di guerra patriottica e che si riconoscevano nelle direttive della<br />

direzione nazionale. «Oggi otto settembre», aveva scritto l'"Avanti!",<br />

«è stato finalmente diramata al popolo italiano la notizia che dal 25<br />

luglio attendeva: per l'Italia la guerra di Mussolini, la guerra di Hitler<br />

è finita». Ma «non è finita la nostra lotta, non è finita la nostra vigilan¬<br />

za» e «Ora tutti siamo disposti a batterci fino all'estremo delle nostre<br />

capacità, fino all'estremo della nostra resistenza, fino all'estremo della<br />

nostra vita contro il nostro vero e solo nemico. Sì, contro Hitler, contro<br />

il fascismo tedesco»! 6<br />

.<br />

Pochi giorni dopo aggiunse: «Per coloro che, smarriti nel caos della<br />

presente situazione, ci chiedono una meta cui tendere, una parola<br />

d'ordine, una direttiva da seguire, non abbiamo che una risposta:<br />

<strong>combatte</strong>re» [...] «il nemico è il tedesco nazista: non c'è contadino o<br />

soldato o lavoratore o intellettuale che non se ne renda conto senza la<br />

minima ombra di dubbio, e ciò non solo in Italia, ma in tutta Euro¬<br />

pa» 17<br />

. L'orientamento <strong>combatte</strong>ntistico del PSIUP fu definitivamente<br />

stabilito - per eliminare gli ultimi dubbi e mettere al margine del par¬<br />

tito i socialisti attendisti - dalla direzione nazionale nella riunione del<br />

15 ottobre. Il documento votato era chiaro e non lasciava adito a dub¬<br />

bi 18<br />

».<br />

I socialisti bolognesi accettavano perché necessaria la guerra di libe¬<br />

razione, compresa la guerriglia urbana, ma volevano discuterne i modi<br />

e le forme. Per mobilitare il partito, tennero una riunione, nella secon¬<br />

da metà di settembre, nello studio di Baroncini in via Castiglione, pre¬<br />

senti delegati di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Forlì. Solo<br />

Alberto Simonini di Reggio Emilia mise in dubbio - in nome di una<br />

nobile tradizione pacifista, come quella di Camillo Prampolini - la de¬<br />

cisione presa dalla direzione nazionale, ma senza dire cosa si sarebbe<br />

dovuto fare per fronteggiare l'invasore nazista. Simonini fu isolato ai<br />

16 La guerra fascista è finita. La lotta dei lavoratori continua, in "Avanti!", n. 2, 9<br />

settembre 1943, edizione romana.<br />

17 La nostra guerra, in "Avanti!", n. 4, 26 settembre 1943, edizione romana.<br />

18 La guerra antinazista è guerra del popolo!, in "Avanti!", n. 6, supplemento straor¬<br />

dinario, 16 ottobre 1943, edizione romana.<br />

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