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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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mato, scese in piazza Nettuno e si mise a fermare i passanti e a urlare<br />

che era stato firmato l'armistizio. Subito si formò un corteo. «Into¬<br />

nammo l'Inno di Mameli e l'Inno di Garibaldi, muovendoci verso la<br />

stazione», ha scritto.<br />

Una volta giunti al monumento di Garibaldi, prosegue il racconto,<br />

«saltai sul piedistallo e feci segno di parlare. Tutti si ammassarono a<br />

semicerchio» [...] «Era il mio primo discorso in un'Italia che doveva<br />

ancora duramente conquistare la libertà: chiamavo il popolo alla lotta,<br />

alla lotta per la libertà e la pace, tutti uniti. I tedeschi dovevano ripren¬<br />

dere la via del Brennero e lasciarci liberi di decidere il nostro destino».<br />

I manifestanti tornarono nella piazza centrale e qui Clocchiatti tenne<br />

un secondo comizio dal piedistallo del monumento di Vittorio Ema¬<br />

nuele II. Il corteo si mosse di nuovo e dopo avere toccato le Due torri,<br />

fece una conversione e, sempre gridando slogan per invocare la pace,<br />

tornò al monumento di Garibaldi e Clocchiatti parlò per la terza e ul¬<br />

tima volta. Poi si recò nella redazione de "il Resto del Carlino" e in¬<br />

formò i cronisti di quanto accaduto. Pochi giorni dopo lasciò Bologna<br />

per il Veneto 9<br />

.<br />

Accanto allo scarno resoconto sulla spontanea manifestazione pa¬<br />

triottica, il giornale pubblicò un duro proclama del generale Terziani<br />

che chiedeva agli emiliani e ai romagnoli «ordine e disciplina». A tutti<br />

fu ricordato che era ancora in vigore il «divieto di riunione», nonché<br />

quello di fare «manifestazioni di qualsiasi tipo». Dopo avere rammen¬<br />

tato che andava osservato anche il coprifuoco, ammonì «che si proce¬<br />

derà con particolare rigore» contro chi avesse disatteso gli ordini.<br />

Mentre si preoccupava di quello che avrebbero potuto fare i bolo¬<br />

gnesi, il poco solerte generale non si curò di sapere quello che stavano<br />

facendo i tedeschi, i quali erano già in marcia per catturarlo. Finì in un<br />

lager in Germania, ma non si sa come si comportò durante la prigio¬<br />

nia. Non si sa neppure se, dopo il rimpatrio, gli è stato chiesto perché<br />

consegnò le truppe in caserma e non applicò le disposizioni avute<br />

dallo Stato maggiore 10<br />

.<br />

Quelle armi che Terziani non volle usare finirono nelle mani dei te¬<br />

deschi, ma non tutte. Molte restarono abbandonate per giorni nei de¬<br />

positi militari e nelle strade. Il loro recupero e occultamento fu la pri-<br />

9 A. Clocchiatti, Cammina frut, cit., pp. 205-8.<br />

10 Nello "Stato di servizio" del generale c'è un inspiegabile vuoto che va dall'aprile<br />

1943, quando ebbe il comando della Difesa teritoriale, all'1 luglio 1945, quando fu<br />

collocato in congedo. Nel dopoguerra non aderì all'Associazione ex internati né<br />

all'Unione ufficiali in congedo.<br />

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