bologna combatte PDF - Istituto Parri
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È più che dubbio che liberali e cattolici abbiano firmato quel do¬<br />
cumento e gli altri usciti in quel periodo a cura del Fronte. Questo al¬<br />
meno a Bologna, mentre ad Imola i cattolici collaborarono sempre con<br />
il Comitato cittadino. La ragione è molto semplice: i dirigenti di questi<br />
due movimenti, che avevano faticato ad incontrarsi con gli esponenti<br />
dei partiti sovversivi nel periodo fascista, con i quali non vollero mai<br />
stringere patti politici ufficiali, ritenevano superfluo ogni altro contatto<br />
o rapporto, dal momento che la dittatura era caduta.<br />
Forse anche per questo, liberali e cattolici non sostennero la campa¬<br />
gna di PSI, PCI, PdA e PRI per la liberazione dei detenuti politici, an¬<br />
che se fu il governo a sbloccare la situazione, quando ordinò di scarce¬<br />
rare i politici in attesa di processo o già condannati, meno comunisti e<br />
anarchici.<br />
Il 3 agosto i giornali annunciarono che erano stati liberati Baron¬<br />
cini, Cavalli, Colombo, Fabbri, Finzi, Masia, Pettinelli, Quadri, Rag¬<br />
ghianti, Rinaldi e Volterra. Nei giorni seguenti fu la volta di Delle Pia¬<br />
ne, Doglio e Gnudi, mentre non si sa quando uscì Schiassi.<br />
L'ultimo a tornare in libertà fu Giulio Vespignani. Era un operaio<br />
socialista che nel 1923 aveva lasciato Imola per sottrarsi alle persecu¬<br />
zioni fasciste. Nel 1936 andò in Spagna e si arruolò in una brigata an¬<br />
tifranchista. Dopo la fine della repubblica spagnola si rifugiò in Fran¬<br />
cia e negli anni della guerra fu arrestato dalla Gestapo, consegnato alla<br />
polizia italiana e trasferito a Bologna, in attesa di andare al confino.<br />
Cadde prima il regime nero.<br />
Con queste scarcerazioni San Giovanni in Monte fu restituito ai de¬<br />
tenuti comuni, anche se ogni tanto arrivava qualche nuovo ospite reo<br />
di avere imprecato contro la guerra. Dalle isole di confino e dalle car¬<br />
ceri italiane per tutto agosto fu un continuo ritorno di politici, comuni¬<br />
sti compresi. Ma non tutti riebbero libertà. Furono trattenuti quelli ri¬<br />
tenuti politicamente pericolosi, come il comunista Enrico Bonazzi, li¬<br />
berato mesi dopo, e il socialista Renato Gaiani che, consegnato ai tede¬<br />
schi, finirà i suoi giorni a Mauthausen.<br />
Di tutto questo movimento di carcerati liberati e trattenuti e dei<br />
nuovi detenuti, i bolognesi seppero ben poco perché nulla era cam¬<br />
biato nei quotidiani, i quali sia per la nuova censura decisa dal governo<br />
il 28 luglio, sia per il poco coraggio dei direttori, continuarono ad es-<br />
bizzani, Manifesti, Volantini e deliberazoni pubbliche dei Comitati Antifascisti e di<br />
Liberazione Nazionale nella provincia di Bologna (1942-aprile 1945), in "Bollettino<br />
del Museo del Risorgimento", Bologna, 1967-1968, pp. 83-176.<br />
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