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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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mo numero della sua esistenza ventennale - "L'Assalto" uscì con un<br />

titolo a tutta pagina che gridava Combatteremo con feroce tenacia per<br />

difendere/il nostro diritto all'onore, alla giustizia, alla vita. Sotto, con<br />

il titolo L'unione sacra, non vi era, come ci si sarebbe aspettati, uno<br />

scritto del neosegretario Lodini o del suo vice Boninsegni o di un au¬<br />

torevole gerarca locale, ma quello di uno studente universitario, che<br />

rassomigliava tanto a un'esercitazione scolastica, con toni di polemica<br />

antiborghese alla "Bertoldo" - il settimanale umoristico che usciva in<br />

quel periodo - misti ad argomenti paleoperaistici. L'autore era Tom¬<br />

l l<br />

maso Casini .<br />

Scrisse che il dovere primo degli italiani era quello di difendere i<br />

soldati che <strong>combatte</strong>vano e gli operai che faticavano, mentre «ci sono<br />

ancora troppi individui, maschi e femmine, che non sentono né la gra¬<br />

vità dell'ora presente né la responsabilità morale che grava sulle loro<br />

spalle: troppi amano ancora soggiornare e fare bella (o brutta) mostra<br />

nei locali eleganti del centro alle tredici e alle diciannove». E aggiunse:<br />

«Se costoro non sentono da sé il loro dovere è necessario farglielo<br />

sentire in un modo qualunque: o con le buone o con le cattive il mez¬<br />

zo non importa, ciò che importa è il fine». Auspicò, pertanto,<br />

un'«opera di risanamento morale, perché le immoralità non si ritrova¬<br />

no solo nei vicoletti oscuri e malfamati, ma più spesso nei mondani ri¬<br />

trovi sotto le vesti eleganti e lussuose, ricavato dei più inconfessabili<br />

guadagni e delle più turpi mistificazioni».<br />

Lo squagliamento quasi generale dei gerarchi si può spiegare - ma<br />

non giustificare - con il clima da 'ultimi giorni di Pompei' che si re¬<br />

spirava in città, come nell'intero paese. 11 regime, come scriverà nelle<br />

memorie il maggiore delle SS Eugenio Dollmann, era «veramente fra¬<br />

dicio» 12<br />

. I piccoli ras periferici avevano tardivamente cominciato a<br />

capire quello che in città tutti sapevano da tempo: la guerra non solo<br />

era perduta, ma si stava avvicinando a grandi passi e l'esistenza quasi<br />

tranquilla dei bolognesi era al termine. Tutti avevano la piena consa¬<br />

pevolezza che, oramai, fosse questione di tempo. Di poco tempo. Al<br />

dolore per i parenti e gli amici perduti in un conflitto ingiusto e inutile<br />

11 La nota era firmata Tommaso (due emme) Casini. In quel periodo un Tomaso (una<br />

emme) Casini, studente in lettere, faceva parte della Cassa scolastica dell'università<br />

("L'Indicatore della Provincia di Bologna, 1941-1942", p. 118). Nel dopoguerra il<br />

professore in lettere Tommaso (due emme) Casini è stato per anni segretario provin¬<br />

ciale della DC bolognese. Non siamo riusciti ad accertare (perché i controlli anagrafici<br />

non sono più consentiti) se i tre Casini siano la stessa persona.<br />

12 E. Dollmann, Roma nazista, Milano, Longanesi, 1949, p. 185.<br />

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