bologna combatte PDF - Istituto Parri
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ollettini di guerra si ricominciò a parlare di città della Libia i bolo¬<br />
gnesi compresero che la marcia trionfale sul Cairo non ci sarebbe sta¬<br />
ta. Alla fine dell'anno, con la pubblicazione di cartine di guerra con<br />
città della Tunisia - mentre un corpo d'armata americano sbarcava in<br />
Marocco - non faticarono a capire che nell'Africa del nord la guerra<br />
era finita e perduta e che il prossimo obiettivo degli alleati sarebbero<br />
state le isole italiane. Il dubbio era: Sicilia o Sardegna?<br />
Qualcosa di analogo avvenne quando i tedeschi arrivarono a Stalin¬<br />
grado. I grandi titoli sulla vittoria data per scontata in autunno, diven¬<br />
nero presto titolini che dicevano e non dicevano fino a quando fu<br />
chiaro che sulle rive del Volga l'esercito tedesco aveva subito una<br />
sconfitta memorabile e il corso della guerra un'inversione di centottanta<br />
gradi. Le battaglie delle Midway, di El Alamein e di Stalingrado<br />
avevano deciso le sorti del conflitto, assegnando la vittoria agli anglo¬<br />
americani e ai loro alleati sovietici. Il problema era di sapere quando<br />
sarebbe finito.<br />
Che la guerra volgesse al peggio i bolognesi se n'erano accorti da<br />
un pezzo. Non è noto se fu organizzato e preparato come i precedenti,<br />
ma al comizio del 2 maggio 1942 in piazza Vittorio Emanuele II, pre¬<br />
sente il segretario nazionale del PNF, intervennero solo militari. Forse<br />
per questo il 10 giugno non si tenne la manifestazione per il secondo<br />
anniversario dell'intervento. I bolognesi disertarono anche quella -<br />
svoltasi nella piazza centrale - per la trebbiatura del grano prodotto<br />
negli «orti di guerra». Intervenne il federale che - imitando Mussolini<br />
- lavorò mezz'ora.<br />
Da un altro elemento ancora i bolognesi avevano compreso che la<br />
guerra, data per vinta, era, nel migliore dei casi, ancora tutta da com¬<br />
battere. Il fenomeno della resistenza delle forze partigiane nei paesi<br />
occupati era talmente esteso e sviluppato che i giornali non potevano<br />
ignorarlo, anche se una 'velina' del 10 dicembre 1941 aveva proibito<br />
di parlare della fucilazione - ad opera delle truppe italiane - dei parti¬<br />
giani catturati in Jugoslavia 1<br />
. In maggio "il Resto del Carlino" scrisse<br />
che nei Balcani e in URSS era in atto una vera campagna militare con¬<br />
tro i guerriglieri, senza specificare chi fossero e cosa facessero. Il 20<br />
giugno anche "L'Assalto" scrisse che in Jugoslavia eravamo impe¬<br />
gnati contro i guerriglieri e il quotidiano il 7 luglio fece sapere che in<br />
Montenegro le truppe italiane avevano intrapreso un'operazione per la<br />
«liberazione» del paese dalle bande armate.<br />
1 C. Matteini, Ordini, cit., p. 172.<br />
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