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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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dominata da Venezia - i bolognesi cominciarono a interrogarsi per<br />

capire cosa fossero andati a fare i soldati italiani in URSS, al seguito di<br />

quelli tedeschi.<br />

Il 24 giugno 1941 - due giorni dopo l'aggressione tedesca - il re¬<br />

sponsabile della zona bolognese dell'Ovra informò il capo della poli¬<br />

zia che i «commenti sono tutti intonati a sorpresa e costernazione» e<br />

che si temeva «il prolungarsi della guerra». Il 4 agosto il questore con¬<br />

fermò la «perplessità per l'improvviso e inopinato inizio del conflitto a<br />

Oriente» 6<br />

.<br />

Il disagio dei bolognesi era già avvertibile il pomeriggio del 10 giu¬<br />

gno 1941 quando furono invitati a presentarsi in piazza Vittorio Ema¬<br />

nuele II per ascoltare via etere i discorsi pronunciati alla Camera delle<br />

corporazioni a Roma, convocata in via eccezionale nel primo anniver¬<br />

sario della guerra. Anche se, per prudenza, gli uffici e alcune officine<br />

avevano dato libera uscita ai dipendenti dalle 16 alle 18, la piazza non<br />

ricordava neppure lontanamente quella dell'anno prima. Intanto -<br />

come risulta dalle foto - erano quasi tutti militari inquadrati e ordinati<br />

al centro del 'crescentone'. Il giorno dopo "il Resto del Carlino"<br />

scrisse che «La ferrea parola del Condottiero» era stata ascoltata da ses¬<br />

santamila bolognesi. Erano sempre molti, per una piazza che ne poteva<br />

contenere molti meno, ma, tutto sommato, diecimila in meno dell'an¬<br />

no prima.<br />

Non solo vasti strati della popolazione avevano cominciato a pren¬<br />

dere le distanze dal conflitto, pochi mesi dopo il suo inizio, ma anche<br />

una parte del clero. Nella relazione del 6 febbraio 1941, il prefetto an¬<br />

notò che non pochi sacerdoti «hanno assunto un contegno del tutto agnostico<br />

astenendosi, nelle prediche, da qualsiasi riferimento allo stato<br />

di guerra» 7<br />

.<br />

Il modesto, ma continuo e progressivo affievolimento dello spirito<br />

bellico nell'opinione pubblica ebbe un riscontro e una conferma nelle<br />

colonne de "L'Assalto". Il cambiamento più evidente si ebbe nei ne¬<br />

crologi dei militari caduti, tutti pervasi di retorica littoria nei primi me¬<br />

si del conflitto.<br />

Alla fine del 1941, scrivendo di Tulio Pacchioni, il segretario del<br />

GUF caduto in Jugoslavia, Bignardi usò un tono misurato, dolente e<br />

pieno di mestizia, lasciando nel calamaio gli squarci retorici e bellici.<br />

Anche se le 'veline' avevano proibito, sin dall'inizio, la pubblicazione<br />

6<br />

7<br />

ACS, MI, DPS, SCP, b. 3, "Ora" e "Questori".<br />

ACS, RSI, MI, G, b. 49, K. 42, "Relazione mensile sull'attività del clero".<br />

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