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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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formatori. Documenti, questi, ancora parzialmente coperti 4<br />

.<br />

Bologna entrò in guerra impreparata, psicologicamente e organiz¬<br />

zativamente, anche se, a parole, si era preparata a lungo. La serenità<br />

artificiale del periodo aureo del fascismo - quello appunto del cosid¬<br />

detto consenso, collocabile alla fine degli anni Trenta - cominciò a es¬<br />

sere turbata quando, nella seconda metà del 1939, si profilarono<br />

all'orizzonte le prime nubi della guerra. Erano sospinte dalle numero¬<br />

se delegazioni tedesche che sempre più frequentemente calavano da<br />

nord. I nazisti, che si presentavano in divisa, con la lugubre croce un¬<br />

cinata al braccio sinistro, ebbero sempre un'accoglienza fredda e di<br />

circostanza. Alleati o no, restavano tedeschi. Per i bolognesi era un<br />

problema di pelle.<br />

Più i giorni passavano e più in città si respirava aria di guerra, anche<br />

se l'ordine di Roma era di parlare di «non belligeranza» italiana in ca¬<br />

so di conflitto, avendo il dittatore proibito la parola neutralità. Ma<br />

quando la Germania aggredì la Polonia alla fine del 1939 fu chiaro<br />

che anche l'Italia sarebbe stata coinvolta. Per questo, ci si cominciò a<br />

preparare all'evento, anche se al piccolo trotto.<br />

Accanto alle foto di carri armati e di aerei o di soldati inquadrati,<br />

ma anche di balilla che si esercitavano al gioco della guerra nei cortili<br />

delle scuole, sui giornali cominciarono ad apparire quelle degli «orti di<br />

guerra». Il grano fu seminato in tutti gli spazi verdi liberi e anche so¬<br />

pra le trincee antiaeree scavate in piazza 8 Agosto ed in altri punti<br />

della città.<br />

Le cancellate di ferro che delimitavano gli edifici pubblici e privati<br />

furono segate e sostituite da manufatti in cotto o reti metalliche. Molti<br />

articoli di giornale e altrettante foto furono dedicati ai vigili del fuoco<br />

ripresi in esercitazioni o mentre marciavano con il fucile a «passo ro¬<br />

mano». Le esercitazioni di protezione antiaerea divennero settimanali,<br />

sotto il controllo dell'UNPA (Unione nazionale protezione antiaerea).<br />

Molte banche e aziende industriali organizzarono servizi antiaerei ed<br />

antincendio interni e la CRI allestì alcuni mini ospedali in edifici pub¬<br />

blici e conventi. Ultimi arrivarono i rifugi, dove i bolognesi avrebbero<br />

4<br />

All'archivio di stato di Bologna non sono ancora stati depositati i documenti di pre¬<br />

fettura e questura di quegli anni. All'Archivio centrale di stato a Roma sono disponibi¬<br />

li parte di questi documenti, comprese le relazioni dei questori. Numerosi i saggi dedi¬<br />

cati agli anni bellici di Bologna. In particolare ci sono stati utili Bologna in guerra,<br />

1940-1945, a cura di B. Dalla Casa e A. Preti, Milano, Angeli, 1995, pp. 505, e L.<br />

Bergonzini, La svastica a Bologna. Settembre 1943 - Aprile 1945, Bologna, Mulino,<br />

1998, pp. 357.<br />

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