bologna combatte PDF - Istituto Parri
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Il sindacato - quello di classe, mentre quello corporativo fascista era<br />
un guscio vuoto non rappresentativo e privo di capacità contrattuale -<br />
era inesistente nelle fabbriche e nelle campagne e nel periodo prebelli¬<br />
co non si hanno notizie di agitazioni organizzate. A Bologna - dalla<br />
metà degli anni Trenta la città è considerata centro industriale e non<br />
più agricolo - i lavoratori non potevano esprimersi in alcuna forma,<br />
salvo confermare la linea del sindacato fascista quando erano consul¬<br />
tati. Ma non accadeva quasi mai. Solo in alcune fabbriche, negli anni<br />
bellici, riuscirono a eleggere un delegato di fiducia, sia pure all'inter¬<br />
no delle strutture corporative, in rappresentanza del sindacato fascista.<br />
Sbaglierebbe però chi pensasse che nelle fabbriche i lavoratori se ne<br />
stessero a capo chino. Nei piccoli complessi - che erano la stragrande<br />
maggioranza - la proprietà era in grado di controllare la situazione<br />
con relativa facilità e i pochi casi di contestazione politico-sindacale erano<br />
subito repressi, con i responsabili che finivano in galera. Giusta¬<br />
mente - dal loro punto di vista - gli imprenditori ci tenevano a con¬<br />
servate la 'pace sociale' imposta al paese con la forza dal regime, ma,<br />
soprattutto, non volevano perdere un centesimo di quell'incessante<br />
flusso di danaro che zampillava facilmente dalle commesse statali.<br />
Com'era già avvenuto durante la prima guerra mondiale, lo Stato pa¬<br />
gava con generosità e senza troppi controlli sulla qualità, purché fosse¬<br />
ro rispettate la data di consegna e la quantità.<br />
Ecco perché era massima la prevenzione esercitata dai capo reparto,<br />
che quasi sempre svolgevano la funzione di braccio secolare della<br />
proprietà, e pochi, se non pochissimi erano gli operai che si muoveva¬<br />
no o promuovevano agitazioni, dal momento che sapevano che, come<br />
minimo, rischiavano di perdere il lavoro. Diversa la situazione nei<br />
grossi complessi, come dimostra il caso delle decine di tranvieri e di¬<br />
pendenti dell'azienda del gas processati e quasi tutti condannati dal<br />
Tribunale speciale nel giugno 1939.<br />
Del tutto differente la situazione nelle campagne, per la crisi della<br />
produzione agricola e il fallimento della politica di sbracciantizzazione<br />
perseguita dal regime. I sessanta-settantamila braccianti bolognesi -<br />
che facevano poco più di un centinaio di giornate all'anno di lavoro -<br />
per quanto costretti ad accettare le tariffe imposte dalla proprietà, non<br />
si rassegnarono mai completamente.<br />
Nel 1921 votarono per la lista capeggiata da Benito Mussolini che ebbe 35.982 voti<br />
nella provincia di Bologna e 96.406 nella circoscrizione. Nel 1924 votarono per la<br />
lista fascista.<br />
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