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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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nel marzo 1943 - restò piuttosto deluso quando si rese conto della<br />

modesta consistenza del partito. «C'era molta volontà politica», scrive¬<br />

rà anni dopo. Il partito era diretto da un gruppo di militanti appena usciti<br />

dalle galere e quindi poco legati alla base 6<br />

. Tra questi vi era Um¬<br />

berto Ghini. Quando prese il posto di Roncagli - dopo essere tornato<br />

dal confino alla fine del 1942 - non potè non costatare che a Bologna<br />

«l'attività del partito era ancora debole; pochi compagni attivi e scarsissimi<br />

i collegamenti con le fabbriche» 7<br />

.<br />

Clocchiatti fu sorpreso anche della facilità con cui la polizia riusciva<br />

a prevenire le mosse che il partito si apprestava a fare e a identificare e<br />

catturare - anche lui sarà arrestato - i nuovi quadri. Non lo sfiorò il<br />

sospetto - almeno non ne fa cenno nel libro - che il partito fosse in¬<br />

filtrato dalle spie, come si saprà nel dopoguerra. Alla vigilia del con¬<br />

flitto erano almeno tre i comunisti passati al servizio della polizia poli¬<br />

tica del regime nero, a parte Bucco che aveva lasciato Bologna. Scor¬<br />

rendo le cartelle personali degli antifascisti bolognesi depositate nel<br />

Casellario politico centrale della polizia, non risulta che gli altri partiti<br />

antifascisti fossero infiltrati, anche se erano circondati da non pochi in¬<br />

formatori occasionali della questura 8<br />

.<br />

Anche il PRI, che a Bologna è sempre stato un partito di minoranza,<br />

aveva pagato duramente la sua opposizione al regime 9<br />

. Numerosi esponenti<br />

erano in carcere e altri in esilio in Francia, a cominciare<br />

dall'onorevole Mario Bergamo e dall'ultimo segretario Neo Ottoni,<br />

detto Enea. A tenere unite le file dei seguaci di Giuseppe Mazzini ave¬<br />

va provveduto per tutto il ventennio l'avvocato Dante Calabri, che<br />

l 0<br />

scomparirà poco dopo l'inizio del conflitto .<br />

6<br />

A. Clocchiatti, Cammina frut, Milano, Vangelista, 1972, p. 181.<br />

7<br />

U. Ghini, Mentre infuriava la guerra contro l'URSS, in "la lotta", 31 agosto 1951.<br />

8<br />

Dalle schede, depositate all'Archivio centrale di Stato a Roma, risulta che collaboravano<br />

con la polizia i comunisti bolognesi Amedeo Belli, Aldo Castelli e Arsilio Co¬<br />

lombini. Belli, nato a Cesena, fece lunghi soggiorni a Bologna ed è citato in M. Franzinelli,<br />

I tentacoli dell'Ovra, Bollati Boringhieri, Torino, 1999, pp. 326-8. Castelli,<br />

nato a Milano, fece lunghi soggiorni a Bologna e non è citato da Franzinelli. Anche<br />

Colombini, residente a Bologna, non è citato da Franzinelli. Dopo la Liberazione Co¬<br />

lombini è stato assessore comunale nella giunta di Giuseppe Dozza e fu espulso dal<br />

PCI negli anni Cinquanta. Le biografie dei tre, con sintesi delle schede della polizia,<br />

sono in L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fasci¬<br />

smo nel bolognese (1919-1945), Appendice, Bologna, 2003, ad vocem.<br />

9<br />

Nelle elezioni del 1919 il PRI si era presentato in una lista di blocco. In quelle del<br />

1921 raccolse 1.070 voti nella provincia di Bologna e 34.758 nella circoscrizione. In<br />

quelle del 1924 ne ebbe 23.413 su scala regionale.<br />

1 0<br />

Calabri era in rapporti con la direzione del PRI in esilio a Parigi (S. Fedele, I re¬<br />

pubblicani in esilio nella lotta contro il fascismo (1926-1940), Firenze, Le Monnier,<br />

17

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