bologna combatte PDF - Istituto Parri

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01.06.2013 Views

co disertore e due militari tedeschi feriti curati dai medici italiani. Quando occuparono la zona, i tedeschi risparmiarono gli italiani - in segno di gratitudine, perché avevano curato i loro camerati - e li tra¬ sportarono nell'ospedale di Brisighella, dove si trovavano altri cinque partigiani degenti. Il 16 i fascisti prelevarono i feriti - quasi tutti bolo¬ gnesi - e il personale sanitario e li trasferirono a Bologna per torturarli e fucilarli il 18. In dicembre i fascisti e i tedeschi assestarono un duro colpo alle forze della Resistenza nella zona compresa tra Anzola Emilia e San Giovanni in Persiceto. Rastrellarono oltre duecento persone, quasi tutte indicate dalle spie. Una sessantina furono portate a Sabbiuno del Monte di Paderno - una località collinare di Bologna - uccise con un colpo in testa e lasciate rotolare lungo i calanchi verso il fiume Reno. Gli altri finirono quasi tutti a Mauthausen. In febbraio i fascisti consumarono l'ultimo eccidio di massa. A più riprese uccisero e inumarono, in un campo attiguo alla stazione ferro¬ viaria della frazione bolognese di San Ruffillo, un centinaio di parti¬ giani prelevati dalle carceri di San Giovanni in Monte. Tra questi non pochi erano modenesi trasferiti, non si sa perché, a Bologna. Questi continui eccidi disgustarono, ed era tutto dire, il generale von Senger e non pochi fascisti a cominciare da Fantozzi, il quale il 26 no¬ vembre inviò una lettera ufficiale a Pini - nella sua qualità di sottose¬ gretario di stato - e lo implorò di fare terminare le stragi 12 . Nel di¬ cembre 1944, quando scrisse a Mussolini per negare che i quattro in¬ tellettuali bolognesi fossero stati uccisi dai partigiani, Pini chiese non solo di «allontanare Pagliani dal settore bolognese», ma di metterlo «nelle condizioni di non nuocere altrove», perché «ha stancato e urtato non solo i cittadini ma la stragrande maggioranza dei fascisti, e spe¬ cialmente i migliori, mettendo questi ultimi nella condizione di non poter collaborare»! 3 . Il 23 dicembre Fantozzi, in un rapporto al mini¬ stero dell'Interno, scrisse: «Chiedo che mi si sostituisca come capo di questa provincia se non interviene l'allontanamento del professor Franz Pagliani e di Pietro Torri»! 4 . I due furono allontanati d'autorità da von Senger e andarono a compiere altri misfatti tra Modena e Reggio Emilia! 5 . I bolognesi tira- 12 ACS, RSI, MI, G, b. 20. 13 ACS, RSI, SPD,CR, b. 20, "Bologna". 14 ACS, RSI, MI, SCP, b. 1, f. 4. 15 Partito Torri, la segreteria della federazione del PFR fu affidata a Giovanni Cerchia- 152

ono un lungo sospiro di sollievo, come quando si era allontanato Tartarotti. Il 10 marzo 1945, in un rapporto al capo della polizia, Fantozzi scrisse con evidente soddisfazione che l'allontanamento dei due aveva «prodotto in ogni categoria e negli ambienti cittadini buona impressione» 16 . Nelle memorie, il generale tedesco ha scritto: «Nostro comune avversario erano le brigate nere» [...] «Autentico flagello della popolazione, queste erano altrettanto odiate dai cittadini, come dalle autorità... e da me»l 7 . L'allontanamento di Pagliani e del suo gruppo non riportò la pace in seno al movimento fascista. 1 dissidi tra le autorità politiche e le va¬ rie milizie fasciste proseguirono e l'ultimo grosso scontro si ebbe all'inizio dell'aprile 1945 tra il commissario straordinario Rocchi e la GNR. Pur essendo il governatore regionale e il numero uno del PNF, non era riuscito a esercitare interamente il suo controllo sui corpi ar¬ mati. Per questo, alla vigilia del crollo del regime, chiese a Mussolini la destituzione di Onofaro il comandante della GNR di Bologna 18 . Per avere un'idea degli strani rapporti esistenti tra le autorità politi¬ che e quelle militari oltre che del clima che si respirava in quei giorni a Bologna, è indicativa una lettera inviata il 14 ottobre da Fantozzi al ministro dell'Interno. A Bologna, scrisse, la Brigata nera compie «ar¬ bitrarie requisizioni di automezzi» e «fermi ed arresti arbitrari di per¬ sone» [...] «Alle lettere da me scritte non si risponde, alle telefonate o colloqui diretti si risponde evasivamente». Nonostante le proteste, pro¬ seguiva Fantozzi, «La situazione anziché migliorare è andata sempre più peggiorando ed ora siamo alle requisizioni di mezzi necessari per sfamare la popolazione, all'arresto arbitrario di persone, a violenze in¬ giustificate e peggio». «Fra i tedeschi che per necessità belliche distruggono, requisiscono, rastrellano, asportano», concluse il funzionario, «e le Brigate Nere che - sia pure in tono minore - fanno altrettanto, il nostro popolo è pur sempre quello che fa le spese, e comprende gli uni e gli altri in uno stesso rancore» 19 . 16 ACS, RSI, MI, G, b. 20, c.K 16/21, "Bologna. Situazione politica". Fantozzi espresse un analogo concetto in un rapporto inviato a Mussolini. 17 F. von Senger, Combattere, cit., p. 501. 18 ACS, RSI, SPD, CR, b. 49. 19 ACS, RSI, G, b. 4. 153

co disertore e due militari tedeschi feriti curati dai medici italiani.<br />

Quando occuparono la zona, i tedeschi risparmiarono gli italiani - in<br />

segno di gratitudine, perché avevano curato i loro camerati - e li tra¬<br />

sportarono nell'ospedale di Brisighella, dove si trovavano altri cinque<br />

partigiani degenti. Il 16 i fascisti prelevarono i feriti - quasi tutti bolo¬<br />

gnesi - e il personale sanitario e li trasferirono a Bologna per torturarli<br />

e fucilarli il 18.<br />

In dicembre i fascisti e i tedeschi assestarono un duro colpo alle<br />

forze della Resistenza nella zona compresa tra Anzola Emilia e San<br />

Giovanni in Persiceto. Rastrellarono oltre duecento persone, quasi tutte<br />

indicate dalle spie. Una sessantina furono portate a Sabbiuno del<br />

Monte di Paderno - una località collinare di Bologna - uccise con un<br />

colpo in testa e lasciate rotolare lungo i calanchi verso il fiume Reno.<br />

Gli altri finirono quasi tutti a Mauthausen.<br />

In febbraio i fascisti consumarono l'ultimo eccidio di massa. A più<br />

riprese uccisero e inumarono, in un campo attiguo alla stazione ferro¬<br />

viaria della frazione bolognese di San Ruffillo, un centinaio di parti¬<br />

giani prelevati dalle carceri di San Giovanni in Monte. Tra questi non<br />

pochi erano modenesi trasferiti, non si sa perché, a Bologna.<br />

Questi continui eccidi disgustarono, ed era tutto dire, il generale von<br />

Senger e non pochi fascisti a cominciare da Fantozzi, il quale il 26 no¬<br />

vembre inviò una lettera ufficiale a Pini - nella sua qualità di sottose¬<br />

gretario di stato - e lo implorò di fare terminare le stragi 12<br />

. Nel di¬<br />

cembre 1944, quando scrisse a Mussolini per negare che i quattro in¬<br />

tellettuali bolognesi fossero stati uccisi dai partigiani, Pini chiese non<br />

solo di «allontanare Pagliani dal settore bolognese», ma di metterlo<br />

«nelle condizioni di non nuocere altrove», perché «ha stancato e urtato<br />

non solo i cittadini ma la stragrande maggioranza dei fascisti, e spe¬<br />

cialmente i migliori, mettendo questi ultimi nella condizione di non<br />

poter collaborare»! 3<br />

. Il 23 dicembre Fantozzi, in un rapporto al mini¬<br />

stero dell'Interno, scrisse: «Chiedo che mi si sostituisca come capo di<br />

questa provincia se non interviene l'allontanamento del professor<br />

Franz Pagliani e di Pietro Torri»! 4<br />

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I due furono allontanati d'autorità da von Senger e andarono a<br />

compiere altri misfatti tra Modena e Reggio Emilia! 5<br />

. I bolognesi tira-<br />

12 ACS, RSI, MI, G, b. 20.<br />

13 ACS, RSI, SPD,CR, b. 20, "Bologna".<br />

14 ACS, RSI, MI, SCP, b. 1, f. 4.<br />

15 Partito Torri, la segreteria della federazione del PFR fu affidata a Giovanni Cerchia-<br />

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