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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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Tribunale militare di guerra processò dieci antifascisti, cinque dei quali<br />

(Silvio Bonfigli, Cesare Budini, Ezio Cesarini, Zosimo Mannelli e Lui¬<br />

gi Missoni) detenuti a San Giovanni in Monte e gli altri nella Rocca di<br />

Imola (Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini, Sante<br />

Contoli e Francesco D'Agostino). I bolognesi erano stati scelti da Pa¬<br />

gliani, il quale - nel dopoguerra - scaricherà la responsabilità sul vice<br />

federale Pietro Torri, che avrebbe agito a sua insaputa. Sua, comunque,<br />

era stata la decisione di fare il processo. La conferma viene dall'ex ca¬<br />

po dell'Ovra bolognese Giglio che, nella citata relazione del 14 marzo,<br />

informò il capo della polizia che il tribunale «si riunì per iniziativa del<br />

Prof. Pagliani e dell'attuale reggente Torri, uomo a lui devoto»! 8<br />

.<br />

Non si sa da chi furono scelti gli antifascisti imolesi, anche se le indi¬<br />

cazioni avvennero nella federazione fascista locale. Per dare una co¬<br />

pertura politica al processo farsa era arrivato a Bologna Alessandro<br />

Pavolini, segretario nazionale del PFR.<br />

Senza essere ascoltati dal tribunale, né difesi dagli avvocati, furono<br />

condannati a morte - meno Contoli che ebbe trent'anni - perché con¬<br />

siderati mandanti morali, per avere «con scritti e con parole» [...] «de¬<br />

terminato gli autori materiali dell'omicidio a compiere il delitto». Fini¬<br />

rono davanti al plotone d'esecuzione il 27, meno Missoni. Graziato<br />

perché medaglia d'oro, perderà la vita nel carcere di Castelfranco Emilia,<br />

durante un bombardamento aereo, mentre Contoli finirà i suoi<br />

giorni a Mauthausen.<br />

Durante e dopo il processo, scrisse Giglio al capo della polizia nella<br />

relazione del 14 marzo, «sia il Torri che il Cacciari si rivelarono ele¬<br />

menti poco equilibrati per i criteri da loro espressi di ricorrere ad in¬<br />

sensate rappresaglie ed a inopportune modalità di esecuzione per i<br />

condannati a morte».<br />

Una solenne funzione religiosa - presenti le principali autorità poli¬<br />

tiche e militari del regime - fu officiata nella Basilica, in occasione dei<br />

funerali di Facchini, la cui salma ebbe la benedizione del cardinale.<br />

Non si tennero riti religiosi analoghi - né pubblici, né privati - in me¬<br />

moria dei nove fucilati per rappresaglia.<br />

L'atteggiamento assunto in questa circostanza dalla chiesa bologne¬<br />

se fu criticato, sia pure indirettamente, nientemeno che da Giulio Andreotti<br />

all'epoca presidente nazionale della FUCI. Il 3 marzo, nella<br />

Roma ancora occupata dai nazisti, scrisse una lettera all'assistente spi¬<br />

rituale della FUCI nella quale, tra l'altro, si legge: «...ritengo che il to-<br />

18 ACS, RSI, PS, 1943-45, b. 3, "Bologna".<br />

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