bologna combatte PDF - Istituto Parri
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Bolognese non per caso o senza ragione, ma secondo regole non<br />
scritte uguali per tutti i popoli finiti sotto il tallone di ferro tedesco.<br />
All'ombra delle Due torri avvenne quanto era già accaduto o stava av¬<br />
venendo o sarebbe avvenuto nelle altre città italiane. Che poi era<br />
quanto era già successo, dal 1940 in poi, in tutte le nazioni occupate<br />
dai tedeschi, i cui governi si erano trasferiti - quasi tutti, se non tutti -<br />
a Londra e dalla capitale britannica dirigevano la resistenza antinazista.<br />
La guerriglia e gli attentati contro gli esponenti più in vista del¬<br />
l'esercito invasore e dei Quisling collaborazionisti erano uguali in tutti<br />
i paesi e non poteva fare eccezione l'Italia.<br />
Senza essersi accordati tra loro, i popoli europei avevano deciso<br />
nello stesso momento di <strong>combatte</strong>re tutti alla stessa maniera contro il<br />
comune invasore per riconquistare l'indipendenza nazionale e la li¬<br />
bertà. Per questo obiettivo erano disposti a pagare qualunque prezzo,<br />
come dimostra la decisione del governo cecoslovacco in esilio di fare<br />
giustiziare - anche se era prevedibile che la reazione sarebbe stata ter¬<br />
ribile, come fu - il governatore nazista Reinhard Heydrich.<br />
A uno a uno i CLN italiani - analogamente a quanto fecero gli altri<br />
simili organismi nelle nazioni occupate - arrivarono alla non facile<br />
decisione di colpire gli esponenti del regime fascista collaborazionista,<br />
mentre era molto difficile, perché superprotetti, arrivare agli alti gradi<br />
nazisti. A Bologna l'obiettivo obbligato era Facchini perché era il nu¬<br />
mero uno e non per i suoi precedenti filosocialisti, così com'erano già<br />
stati colpiti o lo saranno in seguito i federali di Ferrara, Forlì, Reggio<br />
Emilia.<br />
I tre partiti del CLN bolognese erano consapevoli di <strong>combatte</strong>re una<br />
'guerra sporca', perché non convenzionale e non tradizionale, e della<br />
assoluta necessità di rivolgere le armi contro altri italiani. Non poteva¬<br />
no comportarsi diversamente e dovevano trasformare una guerra di li¬<br />
berazione in guerra civile, dal momento che i fascisti si erano messi al<br />
servizio dell'invasore e <strong>combatte</strong>vano contro il governo legittimo<br />
dell'Italia. Non si trattava di una guerra civile tra italiani per la conqui¬<br />
sta del potere politico, ma di una guerra civile contro chi aveva tradito<br />
la patria.<br />
Mentre stava salendo le scale della mensa universitaria in via Zam¬<br />
boni, il 26 gennaio 1944, Facchini fu giustiziato da tre partigiani, uno<br />
dei quali venne ferito da Boninsegni 17<br />
. Il giorno dopo un sedicente<br />
17 Facchini fu giustiziato da Ermanno Galeotti, Bruno Pasquali e Remigio Venturoli. I<br />
tre caddero nella Resistenza.<br />
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