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bologna combatte PDF - Istituto Parri

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po, l'ambiente ideale per la guerriglia. Alla vigilia delle guerre risor¬<br />

gimentali, Cesare Balbo aveva sostenuto che la catena appenninica, in<br />

particolare nel tratto tra Bologna e Firenze, se sarà «ben adoprata ac¬<br />

quisterà nome militare superiore a quello dell'Alpi stesse» 8<br />

. L'errata<br />

decisione di Alberganti - che continuò a ritenerla valida e a difenderla<br />

anche dopo la guerra - ha una sola spiegazione: non conosceva la sto¬<br />

ria (per il contributo che avrebbe potuto dare e darà la popolazione<br />

della montagna alla lotta di liberazione) e la geografia bolognese, per<br />

non dire di quella italiana 9<br />

.<br />

Il grave errore - che causò un notevole ritardo nell'organizzazione<br />

della lotta di liberazione nel Bolognese - è facilmente comprensibile<br />

se si considera che Alberganti era stato inviato sotto le Due torri, come<br />

sarebbe potuto andare a Napoli o altrove. Si aggiunga - come risulta<br />

dalla lettura dei suoi documenti - che ragionava per schemi, che aveva<br />

opinioni non salde e che le mutava facilmente per adattare la realtà alla<br />

teoria 10<br />

. Nel rapporto inviato alla direzione del PCI, nel dicembre<br />

1943, parlò di «debolezza fondamentale di tutto il partito» nel Bolo¬<br />

gnese e scrisse che dopo l'occupazione nazista «vari compagni si rese¬<br />

ro addirittura irreperibili» perché attesisti o attendisti, cioè poco o nulla<br />

favorevoli alla lotta di liberazione. Nel dopoguerra ha sostenuto che<br />

«L'organizzazione (del PCI) era efficiente...» 1<br />

!.<br />

Durissimo il giudizio che Giorgio Amendola ha dato di Alberganti<br />

e Barontini, il quale ultimo non era ancora a Bologna quando fu deci¬<br />

sa l'operazione Veneto. Ha scritto che in Emilia, che lui visitò un paio<br />

di volte su incarico della direzione del PCI e che conosceva abbastanza<br />

bene, «V'era una evidente sproporzione tra la ricchezza delle informa¬<br />

zioni provenienti dalle organizzazioni provinciali e dalle formazioni<br />

8 C. Balbo, Studii sulla guerra d'indipendenza scritti da un affiliale italiano, Torino,<br />

1847, p. 130. Per la tecnica della guerriglia - in base alle conoscenze che avevano i<br />

militari negli anni Quaranta - cfr. Tecniche della guerra partigiana nel Risorgimento,<br />

cit., p. 651.<br />

9 Difficilmente Alberganti avrebbe compiuto quell'errore se avesse rettamente inteso,<br />

(cfr. nota 3), lo studio dei Mezzacapo sulla strategia militare e il territorio: L. e C.<br />

Mezzacapo, Studj topografici e strategici su l'Italia, Milano, Vallardi, 1859, pp. 622.<br />

10 Luciano Casali e Dianella Gagliani hanno scritto che Alberganti aveva la «menta¬<br />

lità di un "operaismo staliniano"» e che la sua azione «era diretta principalmente al<br />

terreno militai e ed a quello organizzativo, non comprendendo, si può affermare, quasi<br />

pregiudizialmente, la realtà emiliana» (L. Casali, D. Gagliani, Presenza comunista,<br />

lotta annata e lotta sociale nelle relazioni degli "ispettori": settembre 1943-marzo<br />

1944, cit., p. 538.<br />

11 Testimonianza di G. Alberganti in L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna, cit. p.<br />

106.<br />

105

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