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Studio territorio della Litoranea Veneta. Azione 1 - GAL Venezia ...

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(Jesolo).<br />

Nel 520 d.C. le isole venete formarono una repubblica federativa governata da Ravenna e<br />

Bisanzio. Il prestigio dell'isola aumentava, tanto che, nel 579, la sede vescovile di Oderzo fu<br />

trasferita a Melidissa.<br />

Tra il 638 e il 640 d.C., i nobili di “Opitergium” (Oderzo), guidati dal Vescovo San Magno,<br />

furono costretti dai Longobardi a lasciare la città e si trasferirono in quest'isola, cambiandone<br />

il nome che diventò “Heraclia” in onore dell’imperatore bizantino Eraclio.<br />

Eraclea era la città più fiorente <strong>della</strong> laguna veneta e instaurò ottimi rapporti commerciali con<br />

l'Oriente. In essa sorgeva la Cattedrale di San Pietro Apostolo, fondata dallo stesso Vescovo<br />

San Magno.<br />

Difficili erano invece i rapporti con la vicina Jesolo, che intratteneva contatti continui con i<br />

Longobardi. Le ostilità sfociarono in un conflitto attorno al 690 d.C. il cui esito fu favorevole<br />

ad Eraclea. Ma i frequenti assalti dei pirati dalmati assieme ai continui scontri in terraferma<br />

portarono la popolazione ad affidare le mani del governo al doge Paoluccio Anafesto eletto<br />

nel 697.<br />

Sotto il governo illuminato dei Dogi, Eraclea visse un'epoca di splendore, con esito vittorioso<br />

nelle diverse guerre, sempre a fianco dell'alleato bizantino. Memorabile, in questi anni, fu la<br />

riconquista <strong>della</strong> città di Ravenna, caduta in mano longobarda.<br />

Il perdurare del conflitto con Jesolo portò alla decadenza delle due città. A ciò si aggiunsero<br />

vasti fenomeni di impaludamento <strong>della</strong> laguna che comportarono lo spostamento <strong>della</strong><br />

popolazione residente sulle isole di <strong>Venezia</strong>.<br />

Nel 742 la sede dogale passò a Malamocco e per Eraclea iniziò un periodo di declino e di<br />

abbandono.<br />

Nel IX - X secolo, grazie all'opera dei monaci benedettini, ci fu un tentativo di far risorgere il<br />

centro, ancora sede vescovile, come luogo di villeggiatura dei dogi noto con il nome di<br />

Cittanova (Civitas Nova). Il nuovo borgo venne distrutto dalle scorrerie degli ungari alla fine<br />

del IX e nell'XI secolo. A causa del peggioramento delle condizioni ambientali, Cittanova si<br />

trovò immersa tra acquitrini melmosi e malarici, tanto da essere ridotta, alla fine del Trecento,<br />

a pochi casolari. Per questo motivo il papa Nicolò V, nel 1440, soppresse la sede,<br />

incorporandola prima al Patriarcato di Grado e poi a quello di <strong>Venezia</strong>.<br />

Tra il XVI e XVII secolo l'ambiente fu ulteriormente degradato dai lavori idraulici intrapresi<br />

dalla Repubblica di <strong>Venezia</strong> per salvaguardare la laguna dagli interramenti causati dal Piave.<br />

Il nobile veneziano Almorò Giustiniani Lolin fece costruire sulla nuova sponda sinistra del<br />

Piave una Chiesa dedicata a Santa Maria e consacrata nel 1728, intorno alla quale nacque il<br />

povero villaggio di Grisolera, che doveva il suo nome all’abbondante presenza di canne di<br />

palude dal pennacchio grigio - bruno (in dialetto grisòle o grisiòle) raccolte dagli abitanti per<br />

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