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Studio territorio della Litoranea Veneta. Azione 1 - GAL Venezia ...

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SS.Trinità di Treporti, fu ritenuta inagibile perché pericolante.<br />

La costruzione del vicino Palazzo Boldù risale probabilmente alla fine del Seicento: la<br />

famiglia dei Boldù ne divenne proprietaria nel 1777 e quasi sicuramente vi operò dei<br />

rimaneggiamenti. L'edificio richiama la contemporanea architettura veneziana: il portale<br />

d’ingresso è profilato da un arco ribassato in pietra, al piano nobile le finestre si arricchiscono<br />

di un coronamento a timpano e di una trifora centrale in corrispondenza del grande salone; il<br />

secondo piano, più basso e generalmente destinato a magazzini e alloggi per la servitù,<br />

presenta piccole finestre rettangolari.<br />

Percorrendo a ritroso Via di Lio Piccolo si raggiunge il piccolissimo Borgo rurale chiamato Le<br />

Mesole. All'edificio principale del complesso è stato attribuito il nome di “Convento", in<br />

riferimento ad un antico monastero femminile sorto nel 1380 in questa località. Secondo altre<br />

fonti invece, il nome deriverebbe dal fatto che l'edificio è stato costruito in un <strong>territorio</strong> un<br />

tempo appartenuto ad una delle tante fondazioni monastiche lagunari che utilizzavano questi<br />

territori per le proprie coltivazioni agricole. Questa costruzione rurale si sviluppa su due piani;<br />

l'elemento caratterizzante è il grande focolare sporgente dalla parete, sovrastato da un<br />

camino quadrangolare. Nelle vicinanze dell’edificio sorge un piccolo oratorio di origine<br />

seicentesca. In origine, tale oratorio era intitolato alla Visitazione delle Beata Vergine, in<br />

quanto custodiva al suo interno una pala raffigurante la Vergine con i Santi Giovanni Battista<br />

e Rocco, poi, nell’Ottocento, cambiò titolo e venne dedicato a S. Maria del Carmine -<br />

probabilmente perché il dipinto originario fu sostituito da una pala cinquecentesca<br />

raffigurante la Madonna del Carmine col Bambino e due santi.<br />

Ripercorrendo l'itinerario dell'andata, si ritorna a Treporti: superati i tre ponti, all’incrocio, si<br />

svolta a sinistra in Via Pordelio, costeggiando l’omonimo canale fino a Piazza Santa Maria<br />

Elisabetta, centro <strong>della</strong> località di Cavallino. Il percorso è animato dalla presenza di torri<br />

telemetriche realizzate negli anni immediatamente antecedenti la prima guerra mondiale<br />

con lo scopo di proteggere la città di <strong>Venezia</strong> da possibili attacchi nemici provenienti dal<br />

mare. Queste fortificazioni presentano una tipologia costruttiva molto simile a quella degli<br />

edifici civili (per mimetizzarne la loro verticalità in un paesaggio orizzontale), sono a base<br />

quadrangolare o circolare ed hanno come elemento connotante una finestra a nastro posta<br />

all’ultimo piano da cui era possibile, per mezzo del telemetro o del telegoniometro, misurare<br />

rapidamente la distanza <strong>della</strong> nave avvistata che, assieme a quella <strong>della</strong> torre comunicante,<br />

veniva inviata alla batteria di competenza per calcolare la lunghezza di tiro dell'artiglieria. Per<br />

questo motivo tutte le torri sono orientate, rispetto alla linea del litorale, in modo tale che le<br />

finestre a nastro, rivolte a sud, consentissero una perfetta comunicazione attraverso un cono<br />

visivo di 180°. Ad oggi sono di proprietà del Demanio e solo alcune sono state date in<br />

concessione a privati.<br />

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