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DUILIO SETTEMBRE - Publidea 95

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€ 0.52 - copia omaggio<br />

per il territorio dal 1991<br />

settembre duemilaundici numero 8 periodico mensile anno XVII<br />

Simboli<br />

di una città


Ostia è il XIII<br />

Municipio di<br />

Roma. Ostia è<br />

di fatto una vera e propria<br />

città. E questo per<br />

estensione territoriale,<br />

numero di abitanti, varietà<br />

del territorio, vitalità<br />

e varietà del tessuto<br />

sociale. Due sono senz’altro i fattori distintivi<br />

che la rendono diversa ed in un certo<br />

senso originale dagli altri municipi della capitale:<br />

il mare e la grande quantità di aree<br />

verdi. E se la spiaggia e le pinete rappresentano<br />

una sorta di carta d’identità morfologica<br />

ed ambientale del XIII Municipio, dobbiamo<br />

dire che sono anche altri quelli che possiamo<br />

definire i simboli del nostro territorio. Ostia<br />

e l’entroterra da anni sono protagonisti di un<br />

processo di evoluzione e di sviluppo davvero<br />

di notevole spessore. Meta di visitatori ma<br />

anche di turisti; location di set cinematografici<br />

e fiction televisive; sede di eventi e manifestazioni<br />

di livello nazionale ed<br />

internazionale, il XIII Municipio affianca<br />

questo aspetto a quello della quotidianità,<br />

fatta delle dinamiche che caratterizzano i<br />

ERRATA CORRIGE<br />

quartieri degli agglomerati urbani e le<br />

grandi città. E questo quadro così variegato<br />

ed eterogeneo passa per un denominatore<br />

comune rappresentato da quelli che sono i<br />

cosiddetti simboli del territorio. Dopo il meritato<br />

riposo estivo abbiamo allora voluto<br />

proporvi il nostro approfondimento mensile<br />

nel segno dello slogan che ci accompagna<br />

da vent’anni e che caratterizzerà anche questa<br />

nuova stagione: far conoscere il territorio<br />

è la nostra missione. E lo abbiamo<br />

voluto fare evidenziando siti e monumenti<br />

che hanno fatto e continuano a fare la storia<br />

del nostro litorale. E’ il modo di porre in<br />

risalto sotto diversa luce luoghi ed opere che<br />

abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, Che<br />

nella frenesia del quotidiano consideriamo<br />

magari in modo ordinario e scontato e che<br />

invece rappresentano e simboleggiano il nostro<br />

territorio in ambito nazionale e, talvolta,<br />

anche oltre confine.<br />

Ci scusiamo vivamente per un errore, riportato in un articolo uscito sul numero di<br />

Duilio Litorale, dedicato agli stabilimenti, di Luglio-Agosto. Le indicazioni contenute<br />

nell’articolo scritto sotto l’intestazione dello stabilimento “La Marinella” si riferiscono,<br />

in realtà, allo stabilimento “La Playa”.<br />

La proprietaria di quest’ultimo è infatti la famiglia Radano, mentre il proprietario<br />

della Marinella è il signor Emiliano Migliore.<br />

Ci scusiamo ancora immensamente per l’errore riportato, sperando che i nostri lettori<br />

comprendano quanto lavoro ci sia ogni mese dietro questa rivista per non deludere<br />

mai le loro aspettative e purtroppo capita anche, a volte, di errare.<br />

Ringraziamo sentitamente e pubblicamente i due proprietari per averlo compreso<br />

con estrema disponibilità.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

1<br />

w w w . p u b l i d e a 9 5 . c o m<br />

Mensile di attualità e cultura- Anno XVII<br />

Numero 8 - Settembre 2011<br />

copia omaggio<br />

Reg. Trib. di Roma n° 550 del 12/12/94<br />

Editore<br />

<strong>Publidea</strong> <strong>95</strong> s.r.l.<br />

www.publidea<strong>95</strong>.com<br />

info@publidea<strong>95</strong>.comredazione@publidea<strong>95</strong>.com<br />

Direttore responsabile<br />

Caterina Dini<br />

Direzione e redazione<br />

Via Carlo Maria Rosini, 83/a - 00119 Ostia Antica<br />

Tel. 06.5652465 (ore 9.00/13.00) -<br />

Fax 06.56352860<br />

Cell. 335.1404496<br />

Grafica e impaginazione<br />

Sergio Stati<br />

Stagista grafica<br />

Sara Mancini<br />

Hanno collaborato ai testi<br />

Lucia Battaglia, Carola Chiarlitti, Claudia Gambellini,<br />

Donatella Franchini, Tommaso V. Ghiglione, Silvia<br />

Grassi, Riccardo Lo Faro<br />

STAMPA: Gescom S.p.a. - Strada Teverina Km. 7<br />

Loc. Acquarossa - 01100 Viterbo - Tel. 0761.2591<br />

Questo periodico è associato alla<br />

Unione StampaPeriodica Italiana<br />

e


2<br />

Inaugurazione del nuovo fashion store di Edoardo Bernardeschi<br />

Maestri d’eleganza<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

Con l’inaugurazione del nuovo Fashion Store Bernardeschi<br />

le vetrine del lungomare di Ostia indossano<br />

gli ultimi gioielli dell’alta moda. Il cambio di gestione,<br />

passata ora al figlio Edoardo, è coinciso non<br />

solo con la ristrutturazione dei locali, tre piani di sintesi<br />

ed equilibrio architettonico, ma anche con un<br />

consapevole rinnovamento dell’offerta. Il negozio si<br />

riconferma come punto di riferimento<br />

dell’elite dell’abbigliamento<br />

uomo donna,<br />

con capi di firme prestigiose<br />

e di evidente qualità artigianale,<br />

ma allo stesso tempo si<br />

qualifica per la prima volta<br />

come concept store, ovvero<br />

punto d’acquisto di prodotti<br />

di particolare tipologia e fattura<br />

d’importazione internazionale.<br />

Conserva tutt’ora la<br />

veste del salotto dabbene dei<br />

fruitori della moda litoranea,<br />

costituendo un luogo d’appuntamento<br />

e un centro<br />

d’aggregazione sociale, con<br />

l’organizzazione mensile di<br />

speciali eventi di stampo culturale.<br />

Forte dell’emozione<br />

che gli suscita seguire i passi<br />

della tradizione d’eleganza<br />

inaugurata da sua nonna,<br />

Edoardo intraprende un progetto<br />

che presenta ottime<br />

prospettive di successo,<br />

come ha dimostrato la copiosa partecipazione all’evento<br />

di inaugurazione che mette in luce come<br />

Bernardeschi rimanga dopo tanti anni punta di diamante<br />

della mondanità e del buon gusto ostiense.<br />

Duilio Litorale<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

3


sOmmARIO Settembre<br />

2011<br />

­DOSSIER<br />

Quando il palazzo del Governatorato era abitato...<br />

di Carola Chiarlitti 6<br />

Architettura, cultura e... pratiche<br />

di Claudia Gambellini 7<br />

La travagliata storia del Pontile<br />

di Claudia Gambellini 8<br />

Un borgo del Cinquecento<br />

di Lucia Battaglia 10<br />

L’eredità del quarto re di Roma<br />

di Carola Chiarlitti 11<br />

Il porto turistico di Roma<br />

di Claudia Gambellini 12<br />

La Tour Eiffel di Ostia<br />

di Silvia Grassi 13<br />

Il regno dei pescatori<br />

di Tommaso V. Ghiglione 15<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011<br />

Il parco di Castel Fusano<br />

di Lucia Battaglia 16<br />

Dagli stabilimenti ai cancelli<br />

di Augusto Gallo 17<br />

RUBRICHE<br />

Arte 21<br />

La­bellezza­della­salute 25<br />

Filosofia­e­arti­marziali 33<br />

Appuntamenti­ 43<br />

Duilio Litorale 5<br />

s


D O S S I E R<br />

6<br />

Quando il Palazzo del Governatorato era abitato…<br />

L’attuale sede municipale, per un periodo, era residenza comunale per i Vigili Urbani, in modo che fossero<br />

sempre sul posto di lavoro. Tra coloro che ci hanno vissuto, anche il vice presidente del XIII Municipio<br />

Renzo Pallotta, figlio dell’allora Comandante della Polizia Municipale, Giuseppe.<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

s’addimanda una radunanza<br />

d’uomini per vivere insieme fe-<br />

“Città<br />

licemente. E grandezza di città<br />

si chiama non lo spazio del sito o il giro delle<br />

mura ma la fortuna degli abitanti e la potenza<br />

loro.” Così nel ‘500 Giovanni Botero,<br />

filosofo italiano sostenitore della teoria politica<br />

di Machiavelli, esponeva il suo pensiero<br />

riguardo le cause della grandezza e<br />

magnificenza dei centri urbani. Le stesse parole<br />

potrebbero facilmente descrivere quella<br />

che è stata la realtà storica della perla rubata<br />

al mare: Ostia, città di pionieri, di coraggiosi<br />

nuclei d’avanguardia. Tra questi non solo i<br />

ravennati, che a prezzo delle loro vite hanno<br />

domato la forza della natura delle paludi<br />

ostiensi, ma anche quelle famiglie storiche,<br />

quasi autoctone che, a partire dall’inizio del<br />

secolo, sul territorio e con il territorio hanno<br />

mosso i primi passi verso lo sviluppo. Da annoverare<br />

fra queste c’è sicuramente la<br />

famiglia Pallotta. Giuseppe, padre dell’attuale<br />

vicepresidente del XIII Municipio e<br />

Assessore all’urbanistica Renzo Pallotta, arriva<br />

ad Ostia negli anni ’40. Partito volontario<br />

a 17 anni per la guerra, di ritorno<br />

dall’Albania insignito di croce d’argento,<br />

entra a far parte del nascente corpo dei vigili<br />

urbani, acquisendo in veste della sua carica<br />

di comandante un ruolo fondamentale nella<br />

comunità ostiense. All’epoca la funzione<br />

propria della sua professione non era tanto<br />

quella repressiva quanto quella di punto di<br />

riferimento, di una figura quasi paterna. Si<br />

trattava di una dimensione diversa del vivere<br />

associato, i cui crimini erano tali da non necessitare<br />

ne verbali ne tantomeno arresti, tutt’al<br />

più uno scappellotto. Ciò risulta<br />

comprensibile se si tiene in considerazione<br />

la solidità e la capillarità delle maglie del tessuto<br />

sociale ostiense di quegli anni: una comunità<br />

tenuta insieme da profondi vincoli di<br />

amicizia nei rapporti interpersonali, vergini<br />

d’odio e di rivalità, che assumeva le fattezze<br />

di una sorta di famiglia allargata consacrata<br />

anziché dai legami di sangue da un radicato<br />

senso di appartenenza. Ed è in nome di<br />

quest’ultimo che il figlio Renzo Pallotta ha<br />

intrapreso la strada della politica senza concepirla<br />

mai come trampolino di lancio per la<br />

propria carriera, ma piuttosto come stru-<br />

mento necessario alla concretizzazione<br />

dell’amore per il suo territorio,<br />

delineandosi sin dal<br />

principio come uomo politico sui<br />

generis. “Essere il numero due<br />

del territorio dove sono nato e<br />

trovarmi a lavorare a due metri<br />

dalla casa in cui sono vissuto sin<br />

dalla mia nascita è allo stesso<br />

tempo una coincidenza straordinaria<br />

e un grande onore.”<br />

L’assessore ha infatti abitato<br />

sin dai suoi primi giorni fino<br />

alla morte del padre nel<br />

Palazzo del Governatorato, edifico<br />

storico di Ostia, dove il comune<br />

forniva l’alloggio di<br />

servizio del comandante dei<br />

vigili cosicché si trovasse sempre<br />

sul posto di lavoro. Sostenuto<br />

dalla convinzione che una città<br />

senza storia, senza radici è di<br />

fatto una città senz’anima, è un<br />

uomo la cui esperienza e la cui<br />

conoscenza del territorio ci permettono<br />

di ricostruire tappe<br />

salienti della sua evoluzione.<br />

Scopriamo che c’è un pezzo di<br />

noi in Piazza dei Miracoli. Ai<br />

piedi della torre di Pisa sono presenti tutt’ora<br />

marmi appartenenti agli scavi archeologici di<br />

Ostia Antica, la quale fu salvaguardata dai<br />

saccheggiatori grazie alla malaria così come<br />

la lava salvaguardò Pompei. Partiamo quindi<br />

dall’Ostia di Paolo Orlando pensata come<br />

porto industriale, per passare poi alla concezione<br />

totalmente diversa di città giardino,<br />

ovvero l’Ostia dei grandi bandi architettonici;<br />

attraversiamo il ventennio fascista con<br />

la realizzazione di grande opere come il<br />

palazzo del Governatorato e l’Ufficio delle<br />

poste, fino ad arrivare alla politica urbanistica<br />

degradante degli anni 60-70 che inferì un<br />

duro colpo a quella che è sempre stata la naturale<br />

vocazione turistica della città, soffocandola<br />

nei panni sporchi di città dormitorio<br />

ed estrema periferia di Roma. È proprio con<br />

uno sguardo agli errori del passato e al fallimento<br />

delle grandi battaglie per l’autonomia<br />

di Ostia che l’assessore spera e inneggia ad<br />

una decisa inversione di rotta che reclami la<br />

Duilio Litorale<br />

Renzo Pallotta in braccio al papà<br />

dignità e il rispetto che il XIII Municipio<br />

merita da parte di Roma. Ed è con chiarezza<br />

di veduta che pone l’accento su come sia<br />

necessario passare per l’educazione delle<br />

nuove generazioni se davvero si vuole rendere<br />

questo possibile. Solo riaffermando nei<br />

giovani quel senso di appartenenza che caratterizzava<br />

la grande comunità che Ostia è<br />

stata negli anni di suo padre, si può dare loro<br />

le basi, lo spunto per costruire qualcosa di<br />

nuovo per la loro città. Quando trent’anni fa<br />

una raccolta firme di migliaia di cittadini ha<br />

voluto dedicare un toponimo a suo padre (il<br />

parco Pallotta), Renzo ha voluto condividere<br />

la gioia che gli regalava un gesto tanto<br />

grande con la realizzazione di una stele,<br />

opera del maestro Rosati, che portasse il ricordo<br />

di tutti quei personaggi che avevano<br />

contribuito allo sviluppo del nostro territorio:<br />

“Ai pionieri di Ostia”. Una dedica che<br />

oltre ad avere un’ombra nel passato si spera<br />

abbia anche un riflesso nel futuro.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


La sede del XIII Municipio, dove i cittadini si recano giornalmente per certificazioni e documenti,<br />

è un autentico monumento storico. Si tratta del Palazzo del Governatorato, progettato da<br />

Vincenzo Fasolo e costruito in travertino e tufo tra il 1924 ed il 1927. Decorazioni e graffiti di<br />

Umberto Calzolai. Ed il chiostro è oggi location di mostre ed esposizioni<br />

Architettura, cultura e… pratiche<br />

testo// Claudia Gambellini<br />

foto// Francesco Graziani<br />

Troppo spesso usufruiamo<br />

del nostro territorio senza<br />

viverlo. Sì, perché viverlo<br />

significa conoscerne la storia,<br />

viverlo significa soffermarsi<br />

ad osservare le bellezze che esso<br />

ospita e assaporare l’odore del<br />

tempo andato. Troppo freneticamente<br />

ogni cittadino “lidense”,<br />

quasi una volta al giorno, passa<br />

dinnanzi al “Palazzo del Governatorato”<br />

senza meravigliarsi<br />

ogni volta della sua bellezza,<br />

maestosità ed importanza sia storica<br />

che istituzionale. Per la realizzazione<br />

del progetto del<br />

nuovo Palazzo della Delegazione<br />

Municipale di Ostia, fu<br />

scelta la zona adiacente alla<br />

Piazza della Stazione. L’opera<br />

fu completata tra il 1924 e il<br />

1928 su progetto dell’architetto<br />

del Comune, l’ingegnere e professore<br />

Vincenzo Fasolo, commissionato<br />

da Benito Mussolini,<br />

allora Governatore di Roma. La<br />

data più significativa fu il 10<br />

agosto 1924, quando si pose la<br />

prima pietra dell’edificio, benedetta<br />

dal Cardinale Vincenzo<br />

Vannutelli, Vescovo di Ostia e<br />

decano del sacro Collegio, contemporaneamenteall’inaugurazione<br />

della ferrovia Roma-Lido<br />

e all’apertura dello stabilimento<br />

balneare “Roma”. Alla<br />

cerimonia, per sottolinearne<br />

l’importanza istituzionale<br />

intrinseca alla<br />

realizzazione del progetto,<br />

partecipò anche il<br />

Capo del Governo Benito<br />

Mussolini che fece<br />

calare un cubo, simboleggiante<br />

la prima pietra<br />

sotto l’angolo del portico<br />

d’ingresso. Questa data, 10 agosto<br />

1924, rappresenta sì un momento<br />

di rottura con il passato<br />

ma soprattutto una proiezione<br />

verso il futuro. L’inaugurazione<br />

nonché l’inizio dei lavori palesano<br />

la volontà di riqualificare la<br />

nostra città marittima, che doveva<br />

risplendere di luce propria<br />

e che doveva essere degna d’appartenere,<br />

sia politicamente che<br />

geograficamente, alla Città<br />

Eterna. Nel giro di pochi mesi<br />

dall’inizio del funzionamento<br />

della Roma-Lido si verificò un<br />

incremento smisurato della popolazione<br />

che evidenziò la ne-<br />

cessità di stabilire nel nuovo nucleo<br />

urbano una sede municipale<br />

adeguata. La prima sede, nel<br />

1914, che il governatorato di<br />

Roma ebbe ad Ostia era situata<br />

nell’odierna Piazza dei Ravennati.<br />

Tuttavia con l’aumento del<br />

numero dei residenti questa sede<br />

risultava essere sempre più inadeguata,<br />

così, come abbiamo<br />

detto, si diede avvio alla realizzazione<br />

dell’odierno palazzo del<br />

Governatorato, terminato nel<br />

1927. Se osserviamo quest’opera<br />

capiremo come la parte più suggestiva<br />

è senza dubbio rappresentata<br />

dal cortile interno, dove<br />

un pozzo centrale, realizzato<br />

con materiali di recupero,<br />

probabilmente derivanti dalla<br />

vicina area archeologica, è il<br />

protagonista. Il pozzo è inquadrato<br />

da due colonne di granito<br />

sormontate da una trabeazione<br />

sulla quale era posizionata<br />

un’aquila imperiale, trafugata<br />

nel 2001, ma oggi nuovamente<br />

riposizionata. Tutto il materiale<br />

usato nell’edificio è estremamente<br />

pregiato, infatti è presente<br />

soprattutto il buon Travertino di<br />

Tivoli e il tufo dorato della campagna<br />

romana. Le decorazioni a<br />

graffito sono opera del professor<br />

Umberto Calzolari che aderì<br />

alla diffusione di una tecnica<br />

molto usata tra il 1400 ed il<br />

1500: lo stile Dalmata.<br />

Sia il palazzo stesso che<br />

le sue decorazioni dovevano<br />

rappresentare la<br />

continuità storica della<br />

civiltà romana, dovevano<br />

essere e sono il<br />

simbolo di un popolo e<br />

di una tradizione che<br />

non cesserà mai d’esistere.<br />

Dopo aver ospitato<br />

la delegazione, per<br />

alcuni anni vennero alterate le<br />

sue funzioni originarie; infatti<br />

vennero istituiti lì il primo centralino<br />

telefonico e la sede del<br />

pronto soccorso. Tuttavia oggi<br />

la sua funzione di centro amministrativo<br />

e politico della città è<br />

stata recuperata, essendo la sede<br />

del XIII Municipio di Roma.<br />

Ora il chiostro del Palazzo del<br />

Governatorato, data la sua bellezza,<br />

ospita diverse esposizioni<br />

o mostre per far sì che la cultura<br />

divenga il mezzo con cui il ricordo<br />

della storia non si assopisca<br />

ma rimanga sempre vivo in<br />

ciascuno di noi.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

7<br />

D


D O S S I E R<br />

8<br />

testo// Claudio Gambellini<br />

Immaginate di trovarvi al centro<br />

di Roma in una calda domenica<br />

mattina. Dopo essere<br />

passati freneticamente dal letto,<br />

al divano, al terrazzo in cerca di<br />

un po’ di refrigerio, sperando in<br />

una leggera brezza, disperati, decidete<br />

di andare al mare, al mare<br />

di Roma: Ostia. Così, armati di<br />

tutto l’occorrente, prenderete<br />

molto probabilmente la Via del<br />

Mare, che terminerà nel cuore di<br />

Ostia, sul Pontile. Non c’è persona<br />

nel Lazio che non conosca<br />

questo luogo, davvero un’istituzione<br />

per il nostro territorio. Tuttavia<br />

con molta probabilità in<br />

pochi conoscono la sua storia.<br />

Il primo pontile fu edificato con<br />

traverse di legno di faggio nel<br />

1923, contemporaneamente al<br />

mitico stabilimento “Roma”.<br />

Aveva l’ingresso sul Viale della<br />

Marina ( oggi Lungomare Paolo<br />

Toscanelli). su uno slargo pedonale<br />

che fu successivamente occupato<br />

dalla seconda corsia del<br />

viale.<br />

Il 27 ottobre del 1940, con il<br />

La travagliata storia<br />

del­Pontile<br />

Ha 88 anni di vita ed è il simbolo di Ostia. Il primo realizzato nel 1923 con<br />

traverse di faggio contemporaneamente allo stabilimento Roma. Il nuovo<br />

pontile in cemento costruito nel 1940 fu raso al suolo dopo tre anni nel corso<br />

del secondo conflitto mondiale. Ristrutturato negli anni cinquanta, rischiò<br />

la demolizione nel 1980. Lo scorso anno l’ultimo degli interventi, in ordine<br />

di tempo. Punto di ritrovo è anche location di eventi importanti quali l’ormai<br />

tradizionale “Approdo alla lettura”<br />

nome Littorio, venne inaugurato<br />

il nuovo pontile, in Piazza dei<br />

Ravennati. Era costruito su palificazioni<br />

in cemento e balaustre<br />

di travertino, a metà pontile<br />

c’erano 4 rampe a mare per l’attracco<br />

delle imbarcazioni. Solo<br />

tre anni dopo la sua inaugurazione,<br />

iniziò la sua travagliata<br />

storia. Nel 1943, infatti, venne<br />

raso al suolo dalle truppe tedesche,<br />

che volevano evitare lo<br />

sbarco degli anglo-americani<br />

nella capitale assediata. E così<br />

l’unico modo per impedirlo fu<br />

quello di demolire un comodo<br />

punto d’attracco, il Pontile, appunto.<br />

A testimoniare la passata<br />

presenza del Pontile del Littorio<br />

Duilio Litorale<br />

rimasero solo due tronconi e la<br />

piattaforma centrale. Solo negli<br />

anni cinquanta, quando venne ristrutturato,<br />

il Pontile recuperò la<br />

sua dignità sociale ed artistica.<br />

Tuttavia, la sua storia tortuosa e<br />

complicata non termina qui. Intorno<br />

al 1960, dei ragazzi di<br />

Ostia scoprirono nella parte del<br />

pontile interrata nel bagnasciuga,<br />

una Santa Barbara tedesca.<br />

Dato il prestigioso<br />

ritrovamento, l’area fu sottoposta<br />

a diverse bonifiche e sopralluoghi<br />

che resero impossibile<br />

l’accesso a visitatori, turisti e residenti<br />

per diversi mesi. Questo<br />

“divieto d’accesso” fu solo il<br />

precursore di molti altri che sa-<br />

rebbero stati imposti negli anni<br />

a seguire. Il Pontile periodicamente<br />

era sottoposto a danneggiamenti<br />

vari, provocati per lo<br />

più da mareggiate. La soluzione<br />

al problema sembrava ancora<br />

molto lontana nonostante i numerosi<br />

interventi, così nel 1980<br />

il Comune di Roma decise di demolire<br />

completamente la struttura.<br />

Questa decisione fu<br />

accompagnata, però, da moti di<br />

rivolta da parte di gruppi politici,<br />

esponenti sindacali e semplici<br />

cittadini che raggiunsero il<br />

loro obiettivo. Il Pontile non<br />

venne demolito ma interamente<br />

ristrutturato ed inaugurato nuovamente<br />

un paio d’anni dopo, il<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


18 aprile del 1982, alla presenza<br />

del Sindaco di Roma. L’ultimo<br />

intervento sul Pontile risale proprio<br />

al 2010, dopo la chiusura<br />

La nevicata del 1985<br />

Una foto degli anni 30.<br />

Sulla spiaggia il fotografo<br />

eseguiva istantanee alla<br />

gente diretta sul pontile,<br />

ed una pittrice esponeva le<br />

sue opere sul cavalletto.<br />

per ben nove mesi per favorire<br />

lo svolgimento di lavori di ristrutturazione,<br />

terminati i quali<br />

si è svolta una nuova inaugurazione,avvenuta<br />

il 3 luglio<br />

2010 alla pre-<br />

senza del Sindaco di Roma<br />

Gianni Alemanno, e del Presidente<br />

del XIII Municipio Giacomo<br />

Vizzani. La riapertura del<br />

Pontile avvenne nello stesso<br />

giorno in cui s’inaugurava la<br />

nuova stagione di “Approdo alla<br />

lettura”. Estate, Pontile ed Approdo<br />

sono termini tra loro inscindibili.<br />

Ormai sono ben<br />

tredici anni che questa manifestazione<br />

allieta, la zona con libri,<br />

in cui si trovano tutti i generi<br />

letterari preferit dal pubblico, e<br />

con la zona spettacoli, le serate<br />

dei cittadini “ostiensi” e non<br />

solo. “Approdo alla lettura” ha<br />

un’enorme responsabilità: quella<br />

di dover veicolare la cultura su<br />

un “gioiello” di Ostia, il Pontile,<br />

che al momento del tramonto<br />

del sole sul mare, sfodera tutto il<br />

suo fascino. Nonostante la difficoltà<br />

di questa operazione, Approdo<br />

alla lettura non ci ha mai<br />

deluso, anzi.<br />

Con i suoi libri, con i suoi spettacoli<br />

musicali e danzanti, con<br />

gli spettacoli di cabaret e le mostre<br />

fotografiche è motivo di<br />

vanto per tutta la città di Ostia.<br />

Insomma, a partire dal 1940 fino<br />

ad oggi, il Pontile non ha mai<br />

perso la sua importanza. Con<br />

i suoi 150 metri di lunghezza<br />

è nel cuore di tutti i romani<br />

che almeno una volta hanno<br />

passeggiato dalla piazzola iniziale,<br />

ricca di verde, fino alla<br />

piattaforma finale dove lo<br />

sguardo è catturato da una magnifica<br />

rosa dei venti.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

9<br />

D


D O S S I E R<br />

10<br />

Il Borgo ed il Castello di Giulio II fanno di un angolo di Ostia<br />

Antica un tipico scenario medievale. Le bellezze monumentali,<br />

tra le quali la chiesa di Sant’Aurea e la sala del Riario, sono meta<br />

di visitatori ma anche location di eventi. Il Palio della Chiave,<br />

poi, ricrea una volta all’anno una caratteristica ambientazione<br />

testo// Lucia Battaglia<br />

foto// Riccardo Lo Faro<br />

Un borgo<br />

del Cinquecento<br />

Uno dei luoghi più suggestivi<br />

del nostro territorio<br />

è senz’altro il Borgo di<br />

Ostia Antica, col castello, con la<br />

magnifica chiesa rinascimentale<br />

di Sant’Aurea, con la piazza e<br />

con le costruzioni che, oltre ad<br />

essere testimonianza di arte e di<br />

bellezza, trasudano storia. Il<br />

Borgo, infatti, ha vissuto secoli di<br />

storia, ha avuto fasi splendide,<br />

ha sofferto la decadenza, ha assistito<br />

a cambiamenti naturali dovuti<br />

ad una disastrosa inondazione<br />

del Tevere che cambiò il<br />

corso del fiume con notevoli conseguenze<br />

per l’economia del<br />

Borgo. Il Castello sovrasta la<br />

piazza dove si affaccia l’episcopio<br />

famoso per la sala Riario<br />

dalle pareti con affreschi mono-<br />

cromi del Cinquecento che rappresentano<br />

la guerra di Traiano<br />

contro i Daci. Questa famosa<br />

sala, splendida nelle sue decorazioni,<br />

ospita spesso eventi culturali:<br />

concerti di musica classica,<br />

esibizione di cori, presentazione<br />

di libri e convegni che in questa<br />

cornice suggestiva assumono una<br />

rilevanza particolare. Il castello<br />

ha una pianta triangolare con tre<br />

torrioni; aveva funzione di controllo<br />

e di difesa di un’area commerciale<br />

per la vicinanza del Tevere<br />

e delle saline. Una<br />

costruzione maestosa voluta dal<br />

papa Sisto IV e completata nel<br />

1486 sotto Innocenzo VIII a<br />

spese del cardinale Giuliano<br />

della Rovere per proteggere la<br />

foce del Tevere e la città di Ostia.<br />

Una costruzione particolare, autosufficiente,<br />

abbellita da affreschi,<br />

dotata di casematte di<br />

Duilio Litorale<br />

forma esagonale per la difesa<br />

della zona. Il portale che precede<br />

l’atrio reca la firma di Baccio<br />

Pontelli. Tutta la zona è frequentata<br />

sia dai turisti che dalle<br />

scolaresche che vengono qui a<br />

respirare un po’ di storia. Ci<br />

sono, poi, durante l’anno degli<br />

eventi di particolare rilievo che<br />

richiamano molta gente anche<br />

dai quartieri limitrofi, eventi che<br />

vogliono far rivivere nella memoria<br />

degli abitanti il passato.<br />

Come la festa di S:Aurea che<br />

viene celebrata ogni anno per ricordare<br />

la martire Aurea, una nobile<br />

fanciulla romana, lontana<br />

parente di Costantino che si era<br />

convertita al cristianesimo e per<br />

questo era stata prima esiliata,<br />

poi torturata ed infine uccisa. A<br />

lei fu dedicata la Basilica oggi<br />

meta di turisti e di sposi che<br />

amano celebrare in questa chiesa<br />

il loro matrimonio. Un altro<br />

evento che si svolge in questi<br />

luoghi è il Palio della Chiave,<br />

organizzato dall’Ente omonimo.<br />

Le sette contrade in cui è divisa<br />

la zona si disputano in una gara<br />

equestre il premio della Chiave.<br />

L’evento occupa due giornate ed<br />

è caratterizzato da un corteo storico<br />

con costumi di epoca rinascimentale<br />

con sbandieratori e<br />

armigeri, danzatrici e coriste e<br />

una ristorazione con cibi dell’epoca<br />

che si vuole rievocare,<br />

Medioevo e Rinascimento, un<br />

evento importante, anello di congiunzione<br />

tra passato e presente.<br />

Il Borgo è anche dotato di un<br />

Bed and Breakfast, di ristoranti,<br />

il tutto racchiuso entro alte mura<br />

che sembrano voler isolare quest’area<br />

per immergere chi vi arriva<br />

in un mondo lontano, rarefatto<br />

e magico.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


Gli scavi di Ostia Antica testimoniano la storia di Ostium,<br />

fiorente città fondata alla foce del Tevere da Anco Marzio.<br />

Strutturata come un castrum (accampamento rettangolare),<br />

era centro strategico e politico, con intensa vita sociale e<br />

commerciale. Oggi è uno dei siti archeologici più pregiati<br />

a livello nazionale<br />

L’eredità<br />

del­quarto­re­di­Roma<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

foto// Simone Mancini<br />

dice, se hai<br />

sete bevi una coppa<br />

“Fortunato<br />

di vino”. Così sta<br />

scritto sul pavimento in mosaico<br />

dell’osteria di via della Fontana e<br />

per un attimo riusciamo quasi a<br />

scorgerlo Fortunato, oste del IV<br />

secolo a.C., mentre sul crocevia<br />

offre ospitalità e ristoro a mercanti<br />

e viaggiatori. Questo è solo<br />

uno degli innumerevoli scorci di<br />

vita quotidiana che gli scavi di<br />

Ostia Antica ci lasciano a nome<br />

della storia a testimonianza del<br />

microcosmo di una delle città più<br />

fiorenti e strategicamente più importanti<br />

della res publica:<br />

Ostium, la foce del Tevere. Colonia<br />

commerciale e militare, la<br />

cui storia è contenuta negli interlinea<br />

di grandi autori come Tito<br />

Livio ed Ennio, fu avamposto di<br />

difesa dalle incursioni piratesche<br />

e di controllo dei traffici del sale.<br />

Fondata secondo la tradizione<br />

storica dal quarto re di Roma<br />

Anco Marzio, si sviluppò intorno<br />

a quel prospero centro che oggi<br />

è protetto nel nostro parco ar-<br />

cheologico e che presenta le caratteristiche<br />

strutturali di un castrum,<br />

cioè un accampamento di<br />

forma rettangolare, percorso da<br />

due strade: il Decumano Massimo<br />

longitudinale e il Cardo<br />

Massimo trasversale. Intorno a<br />

queste vie maestre non sorgeva<br />

solo il nucleo amministrativo ed<br />

economico della città, ma anche<br />

un popolatissimo centro abitato<br />

dotato dei suoi luoghi di aggregazione<br />

sociale e dei suoi impianti<br />

igienico-sanitari. Gli scavi<br />

conservano traccia della cura per<br />

il rito, così come della cura per<br />

gli affari e per il corpo. I luoghi<br />

di culto di divinità e imperatori<br />

forniscono preziose indicazioni<br />

sulla vita spirituale e religiosa<br />

della Roma antica; i mosaici del<br />

Piazzale delle Corporazioni rappresentano<br />

uno dei documenti<br />

più importanti di Ostia riguardo<br />

la vita economica e commerciale<br />

della città; le terme di Nettuno<br />

testimoniano l’attenzione al benessere<br />

psico-fisico del cittadino,<br />

assumendo caratteri<br />

esoterici attraverso i riferimenti<br />

al mito. Ma nella Roma di età repubblicana<br />

il peso maggiore era<br />

attribuito alla cura della cosa<br />

pubblica: la Curia e la Basilica ci<br />

tramandano i tratti distintivi del<br />

centro politico romano. Tuttavia<br />

conservate non ci sono solo le<br />

istituzioni impegnate nell’assicurare<br />

il panem al popolo ma<br />

anche quelle impegnate ad assicurargli<br />

i circenses: caratteristico<br />

è il teatro semicircolare una volta<br />

palco di pantomimi e tragediografi,<br />

oggi di attori e cantanti di<br />

successo. Gli scavi di Ostia Antica<br />

non solo fanno della città il<br />

primo sito archeologico d’Italia<br />

e meta gettonata a livello internazionale,<br />

ma rappresentano un<br />

punto di riferimento fondamentale<br />

della coscienza della nostra<br />

comunità, pagine della sua storia<br />

che alla luce dei secoli le permettono<br />

di riflettere su se stessa.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale 11<br />

D


D O S S I E R<br />

12<br />

Il porto di Roma ha origini<br />

molto antiche: l’imperatore<br />

Claudio, nel 42 d.c. edificò un<br />

porto nei pressi della foce del Tevere<br />

e questo fu successivamente<br />

ingrandito e sdoppiato, nel 113<br />

d.C., da Traiano, assumendo il<br />

nome di “Portus Romae”. Esso<br />

durò per ben cinque secoli, fino<br />

alla caduta dell’Impero Romano,<br />

evento che segnerà inevitabilmente<br />

anche la sua fine. Ostia, all’epoca,<br />

era una città commerciale<br />

sviluppatasi intorno all’omonimo<br />

porto, il suo stesso nome infatti<br />

deriva dal termine latino<br />

“Ostium”, “bocca del fiume”.<br />

Dopo diversi secoli, Ostia moderna<br />

è un importante centro balneare<br />

e alberghiero, considerato la<br />

meta estiva delle “domeniche di<br />

mare dei romani”. In questi ultimi<br />

anni, e precisamente dal 2001, con<br />

la realizzazione del nuovo approdo<br />

turistico per imbarcazioni private,<br />

denominato Porto di Roma, Ostia<br />

ha rilanciato la propria immagine,<br />

attraendo turisti italiani e stranieri<br />

e ritornando così ad essere così<br />

com’era in origine: il “Mare di<br />

Roma”. Il nuovo Porto Turistico,<br />

infatti, è stato ricostruito vicinissimo<br />

al sito antico, ma sicuramente<br />

la sua funzione è notevolmente<br />

mutata. Mentre in epoche<br />

passate era un centro da cui si gestivano<br />

gli interi commerci della<br />

città di Roma con gli altri popoli<br />

ed era il punto di partenza di campagne<br />

militari, oggi è un luogo di<br />

ritrovo, un attracco per milioni di<br />

turisti, un motivo di vanto per tutta<br />

la città. Il Porto Turistico è stato ed<br />

è tuttora un’importante fonte di riqualificazione<br />

sociale per la popolazione<br />

residente nella zona dell’Idroscalo.<br />

Quest’ultima era<br />

famosa per l’importanza che<br />

aveva nel periodo degli idrovolanti,<br />

come mezzo di trasporto di<br />

Duilio Litorale<br />

Dal 2001 Ostia ha ritrovato ciò<br />

che l’aveva caratterizzata all’epoca<br />

dei romani. L’attracco<br />

che allora era commerciale e<br />

militare, oggi è invece riservato<br />

alla diportistica. La sua costruzione<br />

ha segnato il rilancio e la<br />

riqualificazione dell’Idroscalo. Ed il sito,<br />

per i molteplici servizi accessori e gli<br />

eventi che vengono organizzati. Si propone<br />

come luogo di svago e di relax.<br />

il Porto turistico di roma<br />

testo// Claudia Gambellini<br />

merci e persone, ma negli ultimi<br />

trent’anni era stata oggetto di diverse<br />

modifiche e preda di continuo<br />

ed inesorabile degrado, divenendo<br />

rapidamente zona di<br />

periferia. L’attuale Porto Turistico<br />

di Roma si trova sul lungomare<br />

Duca degli Abruzzi, adiacente la<br />

foce del Tevere. Oltre alle barche,<br />

il Porto è uno spazio dove troviamo<br />

negozi, ristoranti, bar e gelaterie:<br />

un luogo romantico dove<br />

fare, di giorno e di notte, lunghe<br />

passeggiate all’aria aperta. Durante<br />

l’estate, spesso, il Porto<br />

ospita eventi, soprattutto concerti,<br />

per allietare il soggiorno dei turisti<br />

e le serate dei residenti. L’importanza<br />

di questo sito, infatti, non si<br />

riduce ad essere un comodo punto<br />

d’attracco per raggiungere facilmente<br />

la capitale d’Italia, ma<br />

svolge una funzione sociale fondamentale,<br />

non solo per la città di<br />

Ostia. In una società frenetica<br />

dove il concedersi qualche minuto<br />

di riposo sembra essere quasi un<br />

lusso riservato a pochi, il Porto<br />

Turistico offre l’opportunità di riscoprire<br />

con piacere la genuinità di<br />

una passeggiata con un gruppo di<br />

amici ed un buon gelato e consente<br />

di usufruire di una zona in<br />

cui è possibile muoversi con pattini,<br />

monopattini o biciclette, in<br />

un’area sicura e lontana dallo<br />

smog. Il luogo è adatto anche per<br />

i più piccini, ai quali, ogni estate,<br />

sono dedicate le giostre che vengono<br />

montate vicino l’entrata principale.<br />

Ulteriore carta vincente di<br />

questo sito è la tranquillità che<br />

esso concede ai genitori nel lasciar<br />

correre i loro figli serenamente<br />

poiché non circolano automobili.<br />

L’area portuale, infine, è sottoposta<br />

ventiquattro ore al giorno a<br />

video sorveglianza. Tutti questi<br />

elementi fanno del Porto Turistico<br />

di Roma, l’ideale punto di ritrovo<br />

intergenerazionale dove l’armonia<br />

e la serenità regnano sovrane.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


La tour eiffel di Ostia<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Era il gennaio del 1<strong>95</strong>0,<br />

quando dalla Società<br />

Anonima per Azioni Kursaal<br />

fu presentato il progetto per<br />

la costruzione di uno stabilimento,<br />

situato sul lato di ponente dello slargo in cui finiva l’autostrada<br />

Cristoforo Colombo. La locazione era estremamente favorevole, per<br />

l’eccezionale valenza paesaggistica e ambientale e per la grande facilità<br />

di raggiungimento da Roma, sia attraverso la nuova autostrada,<br />

che con il recente prolungamento della linea ferroviaria Roma Ostia.<br />

Autore del progetto era l’architetto Attilio Lapadula, che pensò ad un<br />

impianto di lusso con sevizi molto qualificati. L’opera fu realizzata<br />

dall’Impresa Edile Nervi & Baroni e divenne immediatamente l’immagine<br />

del nuovo sviluppo post bellico del litorale romano. A Lapadula<br />

e all’ing . Pierluigi Nervi si deve la paternità del trampolino, realizzato<br />

in cemento armato e composto da un elemento centrale a forma<br />

di K e da un anello esterno, che per la sua originalità, divenne ben presto<br />

il simbolo di Ostia negli anni del boom economico. Il grande cerchio<br />

si scorgeva in lontananza dalla via Colombo, ed era l’annuncio<br />

ed il segnale dell’arrivo al mare. Forse per la sua bellezza e originalità,<br />

forse perché era l’immagine della rinascita del dopoguerra, forse<br />

perché alludeva ad un nuovo modo di fare vita balneare, quella struttura<br />

aerea divenne ben presto un simbolo, tanto da essere definita “<br />

la Tour Eiffel” di Ostia. Per la sua destinazione e per la fama del suo<br />

progettista, rappresentava magnificamente la ricchezza delle classi<br />

emergenti della Roma che usciva dalla guerra, cui lo stabilimento, che<br />

Negli anni del boom economico è stato il simbolo per eccellenza di Ostia<br />

e della sua spiaggia. Il trampolino del Kursaal, con la sua inconfondibile<br />

forma di K, ha visto la luce all’inizio degli anni cinquanta in seguito ad<br />

un progetto dell’arch. Lapadula e dell’ing. Pierluigi Nervi. Set di servizi<br />

fotografici e scene di film, è stato demolito e poi ricostruito nel 1997.<br />

Oggi ha una struttura di legno lamellare con tre piattaforme<br />

mescolava insieme lusso e modernità, era destinato.<br />

A costruire il mito, però, contribuirono ben<br />

presto anche i “poveri ma belli” del cinema italiano,<br />

Maurizio Arena, Massimo Serato, Ettore<br />

Manni, che spesso si facevano fotografare in procinto<br />

di tuffarsi. In quegli stessi anni nella vicina pineta di Castel Fusano,<br />

Federico Fellini girava “Lo Sceicco Bianco” e alla fine delle riprese,<br />

il protagonista Alberto Sordi raggiungeva il Kursaal e dava vita<br />

a simpatici spettacoli improvvisati. Successivamente la mitica struttura<br />

fornì anche lo sfondo ad alcune scene del film di Anna Magnani<br />

”L’automobile”, nel quale l’attrice interpretava una ex prostituta, orgogliosa<br />

del suo nuovo acquisto, una fiat 850, altro simbolo storico<br />

di quegli anni e del nuovo benessere. Il trampolino del Kursaal non<br />

solo ha segnato un’epoca, ma ne ha condiviso la sorte. Negli anni successivi,<br />

infatti, a poco a poco, a causa degli agenti atmosferici e<br />

della scarsa manutenzione, cadde in un irreversibile degrado, per cui<br />

nel 1974, questo gioiello architettonico fu smantellato. Nel 1997, in<br />

occasione del restauro dell’intero stabilimento, è stato ricostruito<br />

con la stessa forma, ma stavolta in legno lamellare per renderlo più<br />

resistente all’inevitabile azione di logoramento del mare, della sabbia<br />

e del tempo, e si caratterizza per tre piattaforme situate, rispettivamente,<br />

a 3, 5 e 10 metri. In questi giorni si è conluso un intervento<br />

di recupero e restauro, condiviso tra la committente e gli architetti:<br />

Mauro Guidaldi, Luciana Manca e Massimo Paolucci. Progetto che<br />

ha consentito alla “rotonda” di Lapadula & Nervi di tornare a vivere<br />

esaltando nuovamente le organiche e sapienti forme originali.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

13<br />

D


il regno dei pescatori<br />

Passato e presente si intrecciano intorno al Borghetto ed al Canale, dove risiede uno dei primi<br />

nuclei abitativi di Ostia. Calma, schiettezza e cordialità caratterizzano questa comunità, che<br />

vive di pesca e per la quale il tempo sembra quasi essersi fermato. Anche se la frenesia del quotidiano<br />

propone pure per questo sito certe problematiche. Come la sicurezza o, in estate, la navigabilità<br />

della foce del Tevere<br />

testo// Tommaso V. Ghiglione<br />

foto// Francesco Graziani<br />

Il nostro territorio è famoso, a<br />

livello nazionale ed internazionale,<br />

per essere lo sbocco<br />

sul mare della capitale. Nel corso<br />

degli anni la fisionomia urbanistica<br />

di Ostia è cambiata, incrementando<br />

enormemente la sua<br />

area e modificando i suoi servizi.<br />

Molto di ciò che oggi vediamo è<br />

però nato da una piccola congrega<br />

di pescatori nei pressi dell’omonimo<br />

canale. Quello che è<br />

conosciuto come il Borghetto<br />

(dei Pescatori, appunto) è un insieme<br />

di case ammassate fra la<br />

pineta e il mare. Tutto era ed è<br />

ancora lì per molti dei residenti,<br />

a portata di mano. Dove quotidiano<br />

e lavoro erano divisi in un<br />

piccolo lembo di acqua e terra.<br />

Oggi come ieri il canale serve e<br />

serviva al rientro delle imbarcazioni<br />

ed alla pesca. Nel corso<br />

degli anni la realtà circostante ha<br />

subito sconvolgimenti impensabili<br />

ma il borghetto, la chiesetta<br />

in muratura intitolata a San Nicola<br />

e la piazzetta sono rimasti<br />

immutati. Un villaggio di pescatori<br />

dove il tempo pare essersi<br />

fermato. Un’appartenenza a un<br />

passato che non sembra essere<br />

stato cancellato e rimane a testimonianza,<br />

manifestando la sua<br />

portata storica. La calma del borghetto<br />

rappresenta il diniego<br />

della frenesia che accompagna<br />

invece il lido, gli stabilimenti ed<br />

il turismo della stagione estiva<br />

ostiense. Purtroppo però non ci<br />

sono solo note positive in quanto<br />

la “nuova” Ostia sembra corrodere,<br />

con le sue problematiche,<br />

quest’isola felice e immutabile. I<br />

problemi che attanagliano il suo<br />

canale sono evidenti e tendono a<br />

riproporsi di anno in anno.<br />

D’estate infatti l’acqua è troppo<br />

bassa ed impedisce così alle imbarcazioni<br />

presenti di entrare ed<br />

uscire senza che vi siano danneggiamenti.<br />

Di anno in anno la<br />

situazione si ripropone senza che<br />

si trovi una soluzione definitiva.<br />

Non solo problemi al fondale ma<br />

anche situazioni che rischiano di<br />

sfociare in tragedia. E’ di questa<br />

estate infatti l’incidente nella baraccopoli<br />

limitrofa all’area, dove<br />

si è registrato il ferimento di un<br />

immigrato. Questo, inavvertitamente,<br />

ha incendiato il suo rifugio<br />

di fortuna con una lampada<br />

ad olio procurandosi ustioni sul<br />

quaranta per cento del corpo. Per<br />

salvarlo sono intervenuti proprio<br />

i residenti del borghetto, contattando<br />

i soccorsi. C’è quindi<br />

anche una questione sicurezza in<br />

ballo? Ed anche le morie di pesci<br />

che si registrano ciclicamente<br />

lungo le spiagge di Ostia e proprio<br />

nei pressi della foce del canale<br />

(dove dovrebbe – e in effetti<br />

è- proibita la balneazione) rappresentano<br />

un pericolo per i turisti<br />

ed i residenti. Ma ogni anno,<br />

forse idealmente come fanno i<br />

pescatori al mattino, si tira<br />

avanti. E la rinomata “sagra della<br />

tellina”, che si tiene a settembre,<br />

cancella tutto questo fra piatti di<br />

spaghetti fumanti, musiche e<br />

danze. Restituendo di nuovo al<br />

Borghetto il suo fascino.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

15<br />

D


D O S S I E R<br />

16<br />

Il­Parco­di<br />

Castel Fusano<br />

Così fu chiamata il 21 aprile del 1933, nel giorno della solenne inaugurazione,<br />

la più grande pineta del nostro territorio. Teatro di un<br />

gran premio automobilistico e set di produzioni cinematografiche,<br />

nel 1980 è stata riconosciuta come area protetta, diventando per<br />

buona parte isola pedonale. Duramente provata dall’incendio del<br />

2000, è però il polmone verde per eccellenza del XIII Municipio<br />

testo// Lucia Battaglia<br />

Quello che oggi è il «polmone<br />

verde» di Roma,<br />

la pineta di Castel Fusano,<br />

ha avuto una storia lunga e<br />

travagliata. Deve il suo nome<br />

probabilmente alla famiglia romana<br />

Fusius, proprietaria della<br />

contrada. Fu testimone nel 1191<br />

del passaggio del re d’Inghilterra<br />

Riccardo Cuor di Leone, impegnato<br />

nella terza Crociata. Cambiò<br />

nel tempo numerosi<br />

proprietari finché fu acquistata<br />

nel XVII secolo dalla famiglia<br />

Sacchetti che riordinò la tenuta,<br />

costituita in gran parte dalla zona<br />

paludosa e selvaggia con macchia<br />

e spineti adatti per lo più al<br />

pascolo, fatta eccezione di alcuni<br />

vigneti. Nella parte compresa fra<br />

lo Stagno e la via Severiana furono<br />

messe a dimora numerose<br />

piantagioni di albero di alto<br />

fusto, per lo più pini marittimi,<br />

quelli che si possono vedere ancora<br />

oggi. Nel XVIII la tenuta<br />

col palazzo fu venduta ai principi<br />

Chigi che bonificarono la parte<br />

paludosa, ingrandirono la pineta<br />

e tracciarono un viale che dal castello<br />

conduceva al mare, utilizzando<br />

purtroppo i blocchi silicei<br />

della via Severiana. Dopo alterne<br />

vicende che rischiavano sempre<br />

di mettere in pericolo la sopravvivenza<br />

della pineta, finalmente<br />

il 21 aprile 1933 l’allora capo del<br />

governo, Benito Mussolini, inaugurò<br />

il Parco di Castel Fusano.<br />

La pineta è stata testimone di un<br />

avvenimento di grande rilevanza:<br />

il 6 giugno 1<strong>95</strong>4 ha ospitato<br />

la gara delle vetture di<br />

Formula Uno all’interno delle tre<br />

grandi giornate automobilistiche<br />

e motociclistiche di Campionato<br />

Italiano proposte dall’Automobil<br />

Club di Roma su un circuito ricavato<br />

all’interno della Pineta di<br />

Castel Fusano e lungo il tratto<br />

terminale della Colombo. In seguito<br />

il circuito ospitò solo competizioni<br />

minori, poi, fino agli<br />

anni Sessanta venne usato dalla<br />

polizia per addestrare i piloti<br />

delle volanti e i motociclisti della<br />

stradale. Fino al 2000 è servito<br />

da sfondo a set cinematografici.<br />

Duilio Litorale<br />

Per la sua<br />

bellezza e<br />

per la salubrità<br />

dell’aria oggi la pineta è<br />

frequentata da numerosi visitatori<br />

e da chi vuole praticare ogni<br />

tipo di sport. Il Castello Chigi,<br />

imponente e maestoso con le sue<br />

quattro torrette angolari fu progettato<br />

e realizzato nel 1655 probabilmente<br />

sui resti di un antico<br />

casale sotto la direzione di Pietro<br />

da Cortona. Le decorazioni interne<br />

sono di Andrea Sacchi e<br />

Andrea Camassei, allievi del Berettini<br />

e sotto la direzione del<br />

prelato dalmata Janos Tomho<br />

Marmavik. Il 26 giugno 1980 la<br />

Regione Lazio istituisce il Parco<br />

di Castel Fusano come area protetta.<br />

Ambiente suggestivo ed affascinante,<br />

ospita una gran<br />

quantità di animali e di piante: il<br />

pino ed il leccio sono le piante<br />

caratteristiche uniti ad un fiorente<br />

sottobosco in cui proliferano<br />

il ginepro, la fillirea, il<br />

corbezzolo, il lentisco, il pungitopo<br />

e la cosiddetta «straccianbraghe»,<br />

un rampicante dalle<br />

foglie spinose. Il ligustro, il biancospino<br />

ed il mirto si trovano all’ombra<br />

delle farnie. E ancora<br />

altre piante che amano il sole.<br />

Nel silenzio si può ascoltare il<br />

canto di numerosi uccelli, si possono<br />

vedere strisciare lucertole,<br />

vipere e passare volpi, cinghiali,<br />

faine e donnole. Un mondo variegato<br />

e colorato che stupisce e<br />

affascina. Questo polmone di<br />

1100 ettari ha subito nel 2000<br />

un’atroce ferita: un incendio ha<br />

distrutto 280 ettari di una pineta<br />

che nel 1993 era entrata a far<br />

parte della Riserva Naturale Statale<br />

del Litorale Romano. Una<br />

storia complessa e significativa<br />

che percorre una lunga strada:<br />

dall’epoca dell’antica Roma ai<br />

giorni nostri nella conoscenza di<br />

un ambiente meraviglioso che,<br />

purtroppo, l’uomo non sa sempre<br />

difendere e rispettare.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


dagli stabilimenti ai cancelli<br />

I dieci chilometri di lungomare di Ostia sono articolati tra impianti in concessione e spiagge libere.<br />

I primi rappresentano ormai dei veri e propri villaggi vacanze. Capocotta e Castelporziano<br />

costituiscono invece un’attrattiva naturalistica conosciuta a livello nazionale ed internazionale<br />

testo// Augusto Gallo<br />

foto// Riccardo Lo Faro<br />

Ostia rappresenta il mare di Roma. Il<br />

suo lungomare è lungo circa dieci<br />

chilometri e si estende fra la tenuta<br />

del Presidente della Repubblica e il Porto turistico.<br />

L’ottanta per cento di spiaggia è data<br />

in concessione ed il restante venti è costituita<br />

da spiaggia libera. Al litorale si aggiunge quel<br />

tratto che dalla tenuta del Presidente arriva<br />

fino al confine con il Comune di Pomezia.<br />

Lungo questo secondo segmento di spiaggia<br />

si aprono i cosiddetti “cancelli” che sono un<br />

richiamo fortissimo per i bagnanti di ogni età.<br />

L’ultima porzione di questa spiaggia libera è<br />

ormai da anni un posto fisso di ritrovo per i<br />

naturalisti di tutta Europa. Da alcuni anni il<br />

servizio pubblico di trasporto su gomma<br />

cerca di alleggerire il traffico verso i “cancelli”<br />

con corse frequenti e continue di jumbo<br />

bus, visto che il posto e la natura ancora allo<br />

stato selvaggio, costituiscono per tanti una<br />

forte attrazione. Non dimentichiamoci che a<br />

ridosso dei “cancelli” esiste ancora un patrimonio<br />

di macchia mediterranea e di fauna ancora<br />

incontaminato e che ci viene invidiato da<br />

moltissimi altri Paesi con vocazione turistica.<br />

I meno giovani ricorderanno sicuramente una<br />

grande quantità di scene di film girate con lo<br />

sfondo delle dune all’interno della macchia<br />

mediterranea. La vocazione turistica di Ostia<br />

fu definitivamente sancita quando, dopo le<br />

operazioni di bonifica, i ravennati si resero<br />

conto che il terreno non era adatto alle coltivazioni<br />

intensive poiché era ancora troppo intriso<br />

di sale; quindi Ostia diventò di fatto “il<br />

mare dei romani”. Il tratto più propriamente<br />

cittadino del lungomare è quasi completamente<br />

monopolizzato dagli stabilimenti balneari<br />

dati in concessione. Questi stabilimenti,<br />

nel corso del tempo, si sono trasformati in<br />

vere e proprie attività turistiche capaci di ac-<br />

cogliere giovani e meno giovani in qualsiasi<br />

ora del giorno e della notte. All’interno degli<br />

stabilimenti balneari si fa sport, si balla, si<br />

mangia, insomma ci si rilassa e ci si diverte in<br />

un contesto organizzato alla perfezione e climaticamente<br />

salubre. Già Plinio il giovane<br />

decise di soggiornare in questa zona nel periodo<br />

estivo proprio grazie al clima favorevole<br />

che aveva riscontrato. Ma come<br />

vorrebbero romani e lidensi il loro lungomare?<br />

Senza troppe barriere murarie, con più<br />

parcheggi, qualcuno lo vorrebbe tutto pedonalizzato,<br />

a qualcun altro piace così. Ad una<br />

fetta di cittadini piacerebbe completamente<br />

ridisegnato e ripensato a misura di uomo e di<br />

turista.infine una piccola curiosità: Mister Ok,<br />

famoso per il tuffo di Capodanno da Ponte<br />

Risorgimento, un tempo andava per cozze intorno<br />

al pontile. Un legame “d’acqua” tra<br />

Roma ed Ostia che ribadisce come il nostro<br />

territorio sia il mare della capitale.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

17<br />

D


A R T E<br />

Arte secondo D.E.G.A.S.<br />

Programma Mostre 2011 Galleria D.E.G.A.S.<br />

dal 01/08/11 al 21/08/11 –“FERIE”<br />

27/08/11 11/09/11 – PERSONALE DI “ FERRANTI”<br />

17/09/11 02/10/11 – MOSTRA GIOVANI FIRME (COLLETTIVA<br />

08/10/11 23/10/11 - PERSONALE DI “ SERRA”<br />

29/10/11 13/11/11 – MOSTRA D’AUTUNNO (COLLETTIVA )<br />

19/11/11 03/12/11 – PERSONALE DI “ CIANCHI ”<br />

10/12/11 08/01/2012 - MOSTRA DI NATALE (COLLETTIVA )<br />

Dipingere­­­Esporre­­­Generare­­­Arte­­­servizi<br />

1<br />

2<br />

Si è appena concluso il periodo<br />

di ferie e già è ripresa<br />

l’attività della galleria<br />

D.E.G.A.S, che, nel periodo<br />

estivo, ha messo in campo dall’8<br />

al 21 agosto, allo stand di “ Approdo<br />

alla Lettura” con cui collabora,<br />

la mostra dei 10 finalisti<br />

del concorso “ PREMIO MAS-<br />

SIMO DI SOMMA 2011” che<br />

una giuria di ben 5 elementi di diversa<br />

estrazione sociale e provenienza<br />

ma tutti collegati con il<br />

mondo artistico ed estranei al territorio<br />

dopo 4 ore di valutazione<br />

a porte chiuse hanno deliberato.<br />

La giuria, presieduta da RO-<br />

BERTO NARDACCI, gallerista<br />

ed editore, era composta dalla<br />

dott.ssa MARIA GRAZIA DI<br />

GAETANO, psicologa dell’arte<br />

che sulla propria disciplina<br />

scrive: “Lo sguardo della psicologia<br />

nel compimento creativo<br />

dell’artista traduce la sua<br />

passione in uno spazio virtuale,<br />

decontestualizzato dalle emozioni,<br />

per narrare meglio il gesto<br />

dell’uomo che diviene trasformazione<br />

d’impulsi, diviene<br />

catarsi, sogno. L’artista, insieme<br />

con la sua opera, confinano<br />

l’universo, il proprio personale<br />

universo, dove le ombre<br />

segrete delle pulsioni allungano<br />

la loro essenza inafferrabile e<br />

determinante, fino a divenire<br />

arte. Ne facevano parte, inoltre,<br />

la dott.ssa MARILU’ LANZA-<br />

FAME, storica dell’arte, allieva<br />

di Maurizio Calvesi, giornalista e<br />

bibliotecaria che così descrive il<br />

proprio approccio estetico all’arte:<br />

“Nell’opera- oggetto totemico-<br />

indago il senso primordiale<br />

dell’esperienza<br />

universale veicolata dal gesto<br />

dell’artista e dalla materia. La<br />

fruizione avviene per coinvolgimento:<br />

non si è di fronte ma<br />

dentro. Percepire e lasciarsi avvolgere<br />

dal flusso vitale, emozionale<br />

che sgorga dalla sorgente<br />

creativa e si raggruma<br />

nell’oggetto dove rispecchiarsi<br />

e scrutare la verità. E lì rico-<br />

noscerel’urgenzainteriore, il portato<br />

umano, il caos<br />

dell’anima ricondottoall’ordinedell’espressione<br />

artistica... Sentire,<br />

allora, il<br />

colpo al cuore e<br />

la profondità<br />

del respiro, fondersi col significato,<br />

interpretarlo e capirsi”,<br />

il Professor CLAUDIO SIANO<br />

insegnante d’illustrazione all’Istituto<br />

Europeo Di Design di<br />

Roma, nonché l’Architetto DA-<br />

VIDE FERRAZZANO collezionista<br />

d’arte. Tutti assieme hanno<br />

convenuto che il vincitore dei<br />

1500 € del primo premio fosse lo<br />

scultore GUGLIELMO FERRA-<br />

IOLA, mentre i 750 € del secondo<br />

andassero alla pittrice<br />

KRISTINA MILAKOVIC e<br />

quindi il terzo di 400 € andasse<br />

alla pittrice CRISTINA RA-<br />

VERA ed inoltre che gli altri finalisti<br />

fossero: FABIO IMPE-<br />

RIALE, NATZUKI SUZUKI,<br />

MICAELA BARBAROSSA,<br />

ATTILIO CUSIMANO, AN-<br />

GELA SCAPPATICCI, PIERRE<br />

ZACCARO e TERESA STAN-<br />

KEWICZ. Il 22 agosto si è svolta<br />

la premiazione sul palco di “AP-<br />

PRODO ALLA LETTURA”,<br />

sponsor della manifestazione,<br />

presso il pontile di Ostia. Inoltre<br />

sono stati presentati 3 artisti in altrettante<br />

mostre di una settimana<br />

ciascuna allo stand espositivo al<br />

pontile i quali sono: dal 22 al 28<br />

agosto, Carlo Ielo che ha presentato<br />

“ FAVOLE NAIF”; dal 29<br />

agosto al 4 settembre Felice<br />

Lombardozzi (alla memoria) che<br />

ha presentato “ SCORCI RO-<br />

MANI” e dal 5 all’11 settembre<br />

Simone Rampioni, che ha presentato<br />

“EASY ART”. Il 17 settembre<br />

prossimo, in Via della<br />

Stazione del Lido 32, ad Ostia,<br />

presso la galleria D.E.G.A.S.,<br />

verrà, infine, inaugurata la seconda<br />

mostra collettiva del programma<br />

“ GIOVANI FIRME”<br />

che terminerà il 2 ottobre.<br />

Casavecchia Antonino<br />

1. Le ali - Anna Marino 2. The Boss - Simone Rampioni 3. Infinito - Antonella Duranti<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

21<br />

3<br />

A


A R T E<br />

OSTIA ED IL SUO PATRONO<br />

“Cenni ed eventi storici a cavallo dei secoli XX e XXI”<br />

Èrecentemente finito il XX secolo e<br />

siamo entrati nel XXI, pieno di speranze<br />

ed attese. Infatti il XX vede la<br />

nascita del comitato S. Agostino, dalle cui ceneri<br />

è sorta la nuova Associazione culturale<br />

rinnovata e completamente ristrutturata.<br />

Negli anni 50-60 periodo della nascita del comitato,<br />

il Presidente, che è rimasto tale,<br />

anche con la nuova Associazione, nella persona<br />

del Dr. Raganato Rinaldo, Ha inteso iniziare<br />

la campagna per una “migliore sanità”<br />

ritenendo che era necessario propagandare la<br />

nascita dell’Ospedale utile alle migliaia di<br />

cittadini che andavano popolando questa<br />

zona poco distante da Roma. Molte opere a<br />

carattere sociale, hanno avuto la loro realizzazione<br />

dando cosi modo che lo sviluppo urbanistico<br />

sociale prendesse la sua naturale<br />

connotazione. Quindi, dal 1960 porta avanti<br />

l’idea della costruzione di strutture sanitarie<br />

e contemporaneamente quella di far ristrutturare<br />

un vecchio edificio quale lascito per<br />

usi sociali per fare il primo “ Dipartimento<br />

Sanitario Regionale di Urgenza di 75 posti<br />

letto”. Tra gli anni 70-80 nasce il S. Agostino<br />

perchè così fu denominato su volere del Raganato,<br />

che è stato d’utilità ai numerosi abitanti<br />

che nel frattempo attendevano una più<br />

grande struttura sanitaria. Nel 1985, dopo 2<br />

anni di costruzione, ecco l’Ospedale Generale<br />

poi denominato a G.B. Grassi, di 400<br />

posti letto. Altra realizzazione voluta dal Presidente<br />

di cui a giusta ragione si posson denominare<br />

“2 eventi storici” da considerare.<br />

Ma ciò che accadde entrati nel XX secolo ha<br />

avuto ancora maggiori sviluppi portando il<br />

nome di questa parte di Roma bagnata dal<br />

mar Tirreno ai massimi fasti, quindi la città di<br />

Ostia ha travalicato i confini non solo della<br />

stessa Roma ed Italia ma in tutto il mondo.<br />

Da ciò si evince, ancor più dalla realizzazione,<br />

nel XXI secolo, del Patrono della<br />

Città di Ostia. Nell’anno 2003, dopo 18 anni<br />

dalla fine della costruzione dell’Ospedale<br />

Generale, riesce a far denominare la cappella<br />

a S. Agostino e le iniziative pullulano nella<br />

sua realizzazione. Già nel 2000 il Presidente<br />

dell’Associazione culturale S. Agostino, promuove<br />

l’iniziativa di raccogliere migliaia di<br />

firme tra la cittadinanza per realizzare il pa-<br />

trono. Ci sono state molte adesioni poi portate<br />

direttamente alle Autorità Ecclesiastiche,<br />

le quali, con immediatezza le hanno utilizzate<br />

al meglio. Sono stati interessati nell’ordine:<br />

il Prefetto della XXVI prefettura del<br />

Vicariato di Roma Mons. Giovanni Falbo,<br />

Parroco della Parrocchia S. Monica di Ostia,<br />

Il Vescovo di zona Mons. Paolino Schiavon,<br />

l’allora Cardinale Vicario di Roma Camillo<br />

Ruini, che ha pensato bene di accompagnare<br />

le firme con una personale lettera al Prefetto<br />

della Congregazione del Culto Divino e Disciplina<br />

dei Sacramenti Cardinale Franciscus<br />

Arinze. In Data 21/2/2004 viene approvata la<br />

richiesta avanzata dal dr. Raganato ottenendo<br />

il Patrono presso Dio della città di Ostia. Si<br />

è compiuto così clamorosamente e storicamente<br />

una iniziativa estremamente<br />

grande, che mai nei secoli , si era avverata.<br />

La città di Ostia, così, è ascesa ai massimi livelli<br />

come prestigio e lustro che ha varcato i<br />

confini del mondo. Ditemi qual’è se non questo,<br />

dopo secoli e secoli l’avvenimento così<br />

grande e storico che si è verificato? Nessun’<br />

altro ha dato storicità alla città di Ostia. Dopo<br />

i già citati avvenimenti, ci si potrà stupire citandone<br />

altri: aver .voluto la realizzazione<br />

della grande statua del Santo benedetta dal<br />

Beato Papa Giovanni Paolo II, aver voluto<br />

che le Sacre spoglie sostassero nella sala<br />

Consigliare del Municipio, l’aver voluto che<br />

le stesse venissero benedette nella cattedrale<br />

di S. Aurea dal Decano del Sacro Collegio<br />

dei Cardinali Josep Ratzinger, divenuto poi<br />

Papa Benedetto XVI, l’aver voluto che si ponessero<br />

2 targhe ricordo, una nell’interno<br />

della Cattedrale di S.Aurea e l’altra in una<br />

stanza fuori dell’Aula Consigliare ; l’aver voluto<br />

che si denominasse ed illuminasse il<br />

giardino dov’è stata posta la statua del Santo<br />

in piazza della stazione vecchia ad Ostia;<br />

l’aver voluto espressamente dal parroco Don<br />

Ludovico Barbangelo della Basilica Regina<br />

Pacis, la bellissima vetrata rappresentante il<br />

santo patrono, posta sulla facciata. Il dr. Raganato,<br />

stupisce per le sue idee, si sta adoperando<br />

dal 2003 per far costruire una<br />

Chiesa-Parrocchia nel nuovo quartiere “ Stagni”<br />

ad Ostia Antica intitolata al Santo Patrono.<br />

Stupisce l’enorme mole di atti ed<br />

iniziative nel corso del lungo operare, portando<br />

lustro e prestigio ad Ostia sino oltre i<br />

confini del mondo.<br />

Associazione Culturale Sant’Agostino<br />

IL PRESIDENTE<br />

(Dott. Raganato Rinaldo)<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

23<br />

1<br />

A


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

Carbossiterapia<br />

Buon giorno ho sentito parlare di infiltrazioni di anidride<br />

carbonica per combattere le rughe del viso e per gli inestetismi<br />

delle gambe… cosa c’è di vero?<br />

Di solito l’accezione comune di anidride carbonica (o CO2)<br />

è associata allo smog. Nonostante i luogo comuni, negli<br />

ultimi anni si è scoperta un toccasana per la bellezza e non<br />

solo, infatti l’anidride carbonica viene utilizzata in angiologia,<br />

dermatologia ecc.<br />

La carbossiterapia, la tecnica basata sul suo utilizzo per fini<br />

estetici, permette di “riassorbire” i cuscinetti di grasso, di<br />

levigare la pelle e di attenuare le smagliature. E non è finita<br />

qui...<br />

Può inoltre “rinfrescare” il viso<br />

La carbossiterapia riesce a ricompattare l’ovale del viso, elimina<br />

le microrughe perioculari e labiali attenua le rughe più<br />

importanti del viso e restituisce turgore a collo e décolleté.<br />

La tecnica è molto semplice e poco invasiva: si inietta nel<br />

derma un cocktail di aminoacidi (precursori del collagene)<br />

che aumentano la sintesi di collagene ed elastina. Poi si<br />

passa alle microiniezioni di anidride carbonica che favoriscono<br />

la dilatazione dei vasi e, dunque,il corretto flusso di<br />

sangue, migliorando il ricambio cellulare.<br />

La stessa tecnica si utilizza per eliminare i cuscinetti di<br />

grasso accumulati in quelle zone “off limits” per molti trattamenti<br />

estetici, l’unica differenza sta nel posizionare l’ago<br />

nel sottocute con angolazioni diverse ed i tempi di infiltrazione.<br />

Ultimamente ci sono stati dei miglioramenti sostanziali<br />

delle apparecchiature in commercio. L’unico vero limite al<br />

trattamento, finora, nasceva dal fastidio durante l’infiltrazione<br />

della C02 che avvieniva ad una temperatura troppo<br />

fredda, oggi è possibile riscaldare il gas prima di iniettarlo.<br />

Il trattamento non richiede anestesia e si può effettuare<br />

in ambulatorio medico.<br />

Per il viso si consiglia un ciclo di otto sedute Settimanali alternando<br />

le microiniezioni di aminoacidi e di anidride carbonica<br />

mentre, per le adiposità localizzate, 10/12 sedute con<br />

cadenza settimanale.<br />

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testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

Dott. Andrea Garelli<br />

Specialista in<br />

Chirurgia Plastica<br />

Ricostruttiva ed Estetica<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

25<br />

B


26<br />

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<strong>SETTEMBRE</strong>2011


Il metodo di rieducazione<br />

posturale<br />

“L’architettura modulare del<br />

corpo rende possibile, per il<br />

gioco delle articolazioni e<br />

dei muscoli che la muovono,<br />

una gran varietà di configurazioni<br />

corporali. Il termine<br />

postura indica generalmente<br />

un insieme di disposizioni<br />

articolari statiche adottate<br />

dal corpo in un determinato<br />

istante. Tra tutte le posture<br />

possibili, la postura ortostatica<br />

o eretta dell’uomo è<br />

quella che caratterizza la<br />

specie e rappresenta il suo<br />

atteggiamento posturale<br />

primario (app). Esso è proprio<br />

d’ogni persona: risultato<br />

dell’evoluzione della specie e<br />

condizionato da razza, sesso, patrimonio<br />

genetico, abitudini quotidiane<br />

e ambiente,<br />

socio-culturale in cui si sviluppa<br />

l’individuo. L’App è dato dall’inteazione<br />

della varie sensibilità,<br />

dal contesto ambientale che<br />

le origina, dalla idro sommazione<br />

e modulazione operata dal<br />

sistema nervoso centrale e dallo<br />

sviluppo soggettivo dello<br />

schema corporeo, è inoltre condizionato<br />

da fattori genetici,<br />

meccanici, bio-chimici e psicoemozionali<br />

che, fatta eccezione<br />

per quelli genetici, possono subire<br />

variazioni della postura primaria<br />

del soggetto. L’App può<br />

essere quindi modificato da uno<br />

più impulsi squilibrati che divengano<br />

egemoni nella relazione<br />

tra i vari segnali che regolano la<br />

postura. Tali impulsi equilibranti<br />

possono essere causati da diversi<br />

fattori: alterazione delle sensibilità;<br />

abitudini quotidiniane ( gesti<br />

o posture squilibrate ripetute nel<br />

lavoro, a scuola, ecc…); atteggiamenti<br />

antalgici (riflesso antalgico<br />

e riflesso antalgico a priori);<br />

limitazioni traumatiche o funzionali<br />

( traumi, anchilosi, artrosi,<br />

ustioni, ecc..) ed altro. Nel caso<br />

in cui l’impulso squilibrante diviene<br />

egemone, rispetto al complesso<br />

sistema di mantenimento<br />

del’equilibrio posturale, ci sarà<br />

una nuova ricerca di equilibrio a<br />

partire dal segnale squilibrio<br />

stesso. La nuova postura sebbene<br />

squilibrata, sarà in quel momento<br />

la posturale ideale. La<br />

valutazione dell’origine del segnale<br />

anomalo squilibrante è decisiva<br />

ai fini del trattamento e del<br />

riequilibrio posturale, fintanto<br />

che permane un qualsiasi impulso<br />

anomalo, il soggetto tenderà<br />

in ogni caso ad assumere<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

Sasan Nazarieh<br />

Terapista<br />

specialista della riabilitazione<br />

spesso il nostro corpo assume una squilibrata postura, come possiamo correggerla? Quali i metodi più efficaci?<br />

delle posture<br />

scorrette alterando<br />

così il suo<br />

fisiologico App. Il<br />

trattamento posturale<br />

deve essere<br />

quindi mirato a rimuovere<br />

la causa primaria<br />

dello squilibrio<br />

steso. Per tale motivo<br />

la ginnastica posturale<br />

ha sviluppato<br />

un’attenta valutazione,<br />

sia globale sia<br />

specifica della zona<br />

algica e della patologia<br />

riscontrata, che<br />

permette di stabilire: la zona<br />

dalla quale parte l’impulso squilibrante<br />

la zona di rigidità muscolare<br />

primaria e la causa della<br />

patologia del dolore. Con queste<br />

informazioni il terapista può sviluppare<br />

un protocollo terapeutico<br />

mirato, fondamentale per il reale<br />

successo del trattamento posturale”.<br />

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<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

27<br />

S


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

28<br />

Le risorse della Bioenergetica<br />

per ottenere<br />

comportamenti efficaci<br />

L’autoefficacia si estrinseca nella<br />

capacità di incoraggiarsi ottimisticamente<br />

al fine di potenziare le<br />

risorse confrontate con gli eventi<br />

della vita che si presentano sfavorevoli.<br />

L’autopercezione corporea fa riconoscere<br />

i segnali di allarme inviati<br />

attraverso le tensioni fisiche,<br />

quali indicatori di difficoltà<br />

nel gestire situazioni con cui misurarsi.<br />

Avvertendo dolori articolari,<br />

stati di ansia e insonnia<br />

chi è consapevole può agire su se<br />

stesso Bioenergeticamente. Le<br />

sensazioni che affiorano alla coscienza<br />

possono far fluire alla<br />

mente il ricordo di una forte emozione<br />

negativa provata in una situazione<br />

traumatica. La reminiscenza<br />

mentale e sensoriale che<br />

emerge, se affrontata Bioenergeticamente,<br />

libera tutte le stasi di<br />

energia e ogni cellula dalle dolorose<br />

emozioni dando forza stimolante<br />

verso comportamenti efficaci.<br />

La gestione di situazioni<br />

che fanno realizzare i propri desideri<br />

sono efficaci o meno in relazione<br />

all’autoconoscenza. Le<br />

prove esistenziali superate nel<br />

passato fanno introiettare una<br />

buona dose di autostima, i numerosi<br />

fallimenti predispongono<br />

ad operare con sfiducia. Colui<br />

che possiede un ottimo senso di<br />

autoefficacia sa come ottimizzare<br />

certe sensazioni, mentre chi ha<br />

accumulato molti insuccessi vive<br />

l’emotività come barriera all’affermazione.<br />

La Bioenergetica<br />

può far radicare nell’ottimismo<br />

anche le persone che sono pessimiste,<br />

la percezione delle sensazioni<br />

corporee, lo scarico<br />

delle tensioni, la rigenerazione<br />

delle energie positive, la distensione<br />

che produce salutari vibrazioni<br />

conferiscono la capa-<br />

cità di verificare: il radicamento<br />

nella realtà<br />

interiore ed esteriore,<br />

lo stato di funzionalità<br />

energetica e gli stati fisiologici<br />

che si ripercuotono<br />

sulla salute.<br />

L’autoefficacia può essere<br />

boicottata dall’ansia<br />

destrutturante, dalla<br />

collera, dall’insofferenza,<br />

e da tutti gli stati<br />

d’animo che fanno<br />

sfuggire le sensazioni<br />

percettive, la padronanza<br />

del corpo e degli<br />

elementi utili per realizzare<br />

con successo i propri<br />

desideri. Le tecniche<br />

Bioenergetiche nella<br />

loro funzionalità aiutano<br />

a fare luce sulla peculiarità<br />

dell’azione efficace.<br />

La forza stimolante e<br />

l’energia non bastano, è<br />

necessario possedere le<br />

fonti che regolano il funzionamentodell’autoefficacia:<br />

1) conoscenza<br />

dell’azione, 2) motivazione,<br />

3) grado di ansia,<br />

4) scelta adatta a se<br />

stessi. La valutazione accurata<br />

di queste quattro<br />

fonti permette di sentire<br />

i reali confini evitando<br />

una sovrastima, oppure<br />

una sottostima delle proprie<br />

capacità. Il radicamento<br />

nella concretezza<br />

intima ed esterna offre la<br />

giusta autopercezione<br />

della dose di efficacia<br />

tanto da poter perseguire<br />

eventi da affrontare con<br />

sicurezza. Il limitato radicamento<br />

spesso induce verso<br />

obiettivi destinati al fallimento<br />

poiché non vengono considerate<br />

Duilio Litorale<br />

A colloquio con...<br />

Dott. Maria Stallone Alborghetti<br />

Psicoterapeuta, supervisore e terapeuta didatta in analisi<br />

Bioenergetica presso la Siab.<br />

Psicologa analista di formazione junghiana e training<br />

autogeno.<br />

Aprirsi alla vita Centrare il proprio obiettivo<br />

Approfondire il respiro per radicarsi nel corpo e nella mente<br />

Abbandonarsi fiduciosamente alla vita<br />

realisticamente le proprie energie<br />

in relazione a ciò che si vuole<br />

perseguire.<br />

La Bioenergetica, può<br />

far fiorire energie frizzanti<br />

per possedere la<br />

capacità di gestire e<br />

trasformare le sensazioni<br />

da disturbanti in<br />

ottimizzanti, potenzia<br />

il senso di autoefficacia<br />

emozionale nell’operare<br />

verso direzioni<br />

di vita che<br />

garantiscono gratificazioni<br />

capaci di offrire<br />

salute raggiante.<br />

Dott. Maria Stallone<br />

Alborghetti<br />

V.le dei Promontori 50,<br />

00122 Ostia Lido -<br />

Roma,<br />

Tel. 06.8600922 / 338.543.8008.<br />

www.bioenergeticaonline.it<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


Segue dal mese precedente<br />

Per la correzione della presbiopia<br />

le lenti più semplici sono le<br />

monolocali che funzionano alla<br />

distanza inedia di lettura di circa<br />

40 cm ma non consentono di vedere<br />

nitidamente gli oggetti<br />

posti oltre questa distanza.<br />

Non sono quindi la soluzione<br />

migliore per chi lavora ed ha la<br />

necessità di mettere a fuoco continuamente<br />

oggetti e persone<br />

posti a differenti distanze.<br />

Una soluzione per risolvere il<br />

problema di chi non vede da vicino<br />

ma ha contemporaneamente<br />

problemi nella visione a distanza<br />

sono le lenti bifocali, che permettono<br />

una buona visione sia da<br />

vicino che da lontano, ma hanno<br />

il limite di dare una visione sfuocata<br />

per le distanze intermedie.<br />

Allora, quando la presbiopia è<br />

associata ad una ametropia di<br />

base (miopia, astigmatismo,<br />

ipermetropia), le lenti risolutrici<br />

in assoluto sono le multifocali<br />

progressive che permettono una<br />

visione nitida dall’infinito alla<br />

distanza di lettura, senza interruzioni<br />

di continuità.<br />

Possiamo considerarle insostituibili<br />

per l’uso abituale.<br />

Oggi ne esistono di tecnologicamente<br />

molto avanzate, in grado<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

Dott. Gianfranco<br />

Panarello Muscolino<br />

Specialista in clinica Oculistica<br />

e Chirurgia Oculare<br />

di ridurre i normali tempi di<br />

adattamento che sono previsti<br />

per abituare il nostro sistema visivo<br />

a questo nuovo modo di vedere.<br />

Per rendere ancora più<br />

efficiente questo tipo di lenti, è<br />

consigliabile avvalersi delle<br />

nuove tecniche di trattamento<br />

delle superfici ottiche: antiriflesso<br />

per eliminare i disturbi<br />

delle superfici delle lenti e antiradiazioni<br />

per abbattere il passaggio<br />

delle radiazioni, in<br />

particolare ultraviolette, emanate<br />

dalle varie sorgenti luminose<br />

quali principalmente il sole. Per<br />

quanto riguarda l’uso del computer<br />

possono essere anche adottate<br />

lenti con cromatismi<br />

personalizzati (colorazioni che,<br />

migliorando il contrasto e quindi<br />

la percezione visiva, rendono più<br />

confortevole tale attività.<br />

Ed ora passiamo ad elencare le<br />

Patologie che possono<br />

influenzare la correzione<br />

della Presbiopia<br />

principali patologie<br />

che<br />

possono influenzare<br />

una<br />

buona correzione<br />

della<br />

presbiopia.<br />

Di importanza<br />

fondamentale,<br />

per una buona<br />

visione, è lo<br />

stato in cui si<br />

trova la retina, quindi le alterazione<br />

patologiche di tale tessuto<br />

creano un notevole disturbo visivo<br />

che nei casi più gravi possono<br />

portare alla cecità; una<br />

delle patologie oggi divenuta di<br />

più frequente riscontro è la distrofia<br />

maculare, patologia che<br />

fino ad alcuni anni riguardava<br />

prevalentemente le persone anziane,<br />

mentre oggi riguardano<br />

spesso anche le persone in età<br />

non molto avanzata 40-60 anni.<br />

Di tale patologia ne esistono due<br />

tipi una a carattere essudativo e<br />

l’atra a carattere atrofico; entrambile<br />

forme costituiscono,<br />

negli stadi più evoluti, una grave<br />

riduzione del visus centrale con<br />

una notevole difficoltà nel distinguere<br />

lo scritto per vicino e<br />

per l’effettuazione di lavori di<br />

precisione o ad un videoterminale.<br />

Inoltre non andranno escluse<br />

tutte le altre patologie retiniche<br />

quali:<br />

- pregressi distacchi di retina<br />

trattati chirurgicamente o con<br />

laser terapia,<br />

- retinopatia diabetica in fase<br />

avanzata,<br />

- corioretinopatia da miopia elevata,<br />

- esiti cicatriziali retinici di pregresse<br />

patologie da alterazione<br />

circolatoria od infiammatoria.<br />

Altra frequente patologia da<br />

saper valutare attentamente è la<br />

cataratta per le implicite alterazioni<br />

che produce nella<br />

visione , maggiormente nelle<br />

fasi avanzate. Da valutare<br />

anche i pazienti sottoposti ad intervento<br />

di cataratta con impianto<br />

di cristallino artificiale,<br />

che richiedono una correzione<br />

nella visione per vicino avendo<br />

una pseudo-presbiopia.<br />

Inoltre è da tener presente il<br />

glaucoma altra patologia importante<br />

e molto diffusa, la quale<br />

causando spesso un’alterazione<br />

sia del campo visivo che della<br />

qualità della visione, spesso<br />

causa anche una alterazione importante<br />

nella visione per vicino<br />

ed a media distanza.<br />

Infine bisogna sempre controllare<br />

l’integrità della cornea, poiché<br />

ogni sua alterazione anche<br />

minima produce inevitabilmente<br />

difficoltà di visione per vicino; le<br />

principali alterazioni corneali da<br />

prendere in considerazione sono:<br />

- i leucomi corneali,<br />

- le nubecole corneali,<br />

- le opacizzazioni corneali circoscritte<br />

o diffuse esiti di pregresse<br />

cheratiti di varia natura (batteriche,<br />

virali, da corpo estraneo,<br />

ecc....),<br />

- le distrofie corneali.<br />

Concludendo, tutte le principali<br />

patologie che interessano il<br />

bulbo oculare vanno sempre esaminate<br />

con attenzione e precisione<br />

poiché tutte e nessuna<br />

esclusa vanno ad influire negativamente<br />

per una ottimale correzione<br />

ottica della presbiopia.<br />

Lido Laser<br />

Via Isole del Capoverde, 308<br />

Ostia Lido - Roma<br />

Tel. 06.56339860<br />

Cell. 335.5214614<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

29<br />

B


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

30<br />

Malattie metaboliche<br />

dell’osso<br />

FATTORI­DI­RISCHIO­E­TERAPIE<br />

Abbiamo visto nello scorso numero<br />

che l’osteoporosi è la patologia<br />

della mineralizzazione<br />

ossea più frequente. Quali<br />

sono i fattori di rischio che ne<br />

possono favorire l’insorgenza?<br />

Abbiamo prima di tutto alcuni<br />

fattori che non sono modificabili<br />

come:<br />

- Il sesso<br />

- la razza<br />

- le predisposizioni costitu-<br />

zionali di un individuo<br />

- le variazioni di complessi<br />

sistemi endocrini in relazione<br />

a fenomeni come la<br />

menopausa e l’invecchiamento<br />

Queste interagiscono poi con<br />

cause ambientali come:<br />

- abitudini dietetiche<br />

- attività fisica<br />

- fumo<br />

- Alcool<br />

La predisposizione del sesso<br />

femminile per l’osteoporosi dipende<br />

innanzitutto dal fatto che<br />

le donne possiedono una massa<br />

ossea minore rispetto agli uomini<br />

e, secondariamente, dal fatto che<br />

la carenza di ormoni sessuali<br />

(estrogeni), che inizia con la menopausa,<br />

determina nelle donne<br />

una perdita di massa ossea più<br />

precoce e maggiore che negli uomini.<br />

Una menopausa chirurgica<br />

(asportazione di entrambe le<br />

ovaie) determina una immediata<br />

riduzione degli estrogeni e quindi<br />

una rarefazione ossea più veloce.<br />

Una menopausa precoce (prima<br />

dei quarantacinque anni) può determinare<br />

una riduzione della<br />

massa ossea con qualche anno di<br />

anticipo rispetto a quanto avviene<br />

normalmente.<br />

Un regime dietetico povero di<br />

calcio, di latte e dei suoi derivati,<br />

favorisce una progressiva<br />

riduzione della densità ossea.<br />

Un’alimentazione povera di<br />

questo minerale è ancora più<br />

dannosa in particolari situazioni,<br />

come nella gravidanza (il calcio è<br />

necessario per il feto) e durante<br />

l’allattamento (il calcio passa al<br />

bambino attraverso il latte<br />

materno). E’ inoltre dannosa<br />

nelle persone anziane, nelle quali<br />

l’assorbimento intestinale di<br />

questo minerale subisce fisiologicamente<br />

un rallentamento,<br />

favorendo l’instaurarsi dell’osteoporosi.<br />

Il fumo ha un effetto negativo<br />

sull’osso e sembra possa determinare<br />

l’insorgenza anticipata<br />

della menopausa. L’abuso di alcool<br />

determina un aumento del<br />

rischio di osteoporosi.<br />

L’eccesso di proteine alimentari,<br />

introdotte con la dieta, favorisce<br />

una maggior perdita di<br />

calcio con le urine. La vita sedentaria<br />

favorisce una progressiva<br />

riduzione della massa ossea.<br />

Abbiamo poi una serie di malattie<br />

endocrine che possono<br />

provocare osteoporosi, tra queste<br />

ricordiamo:<br />

Duilio Litorale<br />

La sindrome di Cushing. Abbiamo<br />

un aumento dei livelli di<br />

cortisolo che agisce sul rene<br />

riducendo il riassorbimento del<br />

calcio, inibisce l’assorbimento<br />

del calcio anche a livello gastrointestinale<br />

e inibisce il deposito<br />

di calcio nell’osso.<br />

L’ipertiroidismo. Gli ormoni<br />

tiroidei in eccesso aumentano il<br />

riassorbimento osseo accentuando<br />

l’osteoporosi.<br />

L’iperparatiroidismo. L’ aumento<br />

di paratormone accentua il<br />

riassorbimento del calcio dall’osso<br />

aumentando i livelli di calcio<br />

circolanti.<br />

Come ci si deve comportare se<br />

si scopre di soffrire di osteoporosi?<br />

Ci sono regole di vita da seguire,<br />

come un adeguato esercizio<br />

fisico, una dieta ricca di calcio,<br />

un’adeguata esposizione alla luce<br />

solare, che il paziente può gestire<br />

abbastanza autonomamente.<br />

Invece le terapie farmacologiche<br />

devono essere eseguite sotto il<br />

controllo del medico che sceglie<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

A colloquio con...<br />

Dott.ssa Giordana Franciotti<br />

Specialista in endocrinologia<br />

malattie metaboliche<br />

e diabetologia<br />

quelle più adeguate.<br />

La terapia per l’osteoporosi va<br />

condotta per lungo periodo, a<br />

volte per tutta la vita e si possono<br />

distinguere due grandi categorie<br />

di farmaci:<br />

- Gli inibitori del riassorbimento<br />

osseo<br />

- Gli stimolatori della formazione<br />

di nuovo osso<br />

Nello specifico possiamo distinguere:<br />

Estrogeni. Prescritti nella<br />

menopausa sia da soli che in associazione<br />

con i progestinici. Le<br />

indicazioni e controindicazioni<br />

devono essere valutate dallo specialista.<br />

SERM (selective estrogen receptor<br />

modulators). Hanno<br />

un’azione simile a quella degli<br />

estrogeni su osso, fegato e apparato<br />

cardiovascolare, mentre si<br />

comportano da antagonisti degli<br />

estrogeni su mammella e utero.<br />

Hanno però lo stesso rischio di<br />

trombosi venosa degli estrogeni.<br />

Bifosfonati. Inibiscono il riassorbimento<br />

osseo, spesso si associano<br />

a calcio e vitamina D.<br />

Calcitonina. Inibisce il riassorbimento<br />

osseo e svolge<br />

un’azione analgesica.<br />

Vitamina D. Favorisce l’assorbimento<br />

intestinale di calcio e favorisce,<br />

se assunta per lungo<br />

tempo, l’incremento della massa<br />

ossea. Va usata con cautela in chi<br />

soffre di calcoli renali.<br />

Fluoruri. Aumentano la densità<br />

minerale, ma la loro efficacia non<br />

è ancora ben stabilita.<br />

Dott.ssa Giordana Franciotti<br />

Studio:<br />

06.56338303/338.9297283<br />

e-mail:<br />

giordanafranciotti@tiscali.it<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

31<br />

F


32<br />

Villa Anita, residenza per le persone della terza<br />

età, si propone come luogo confortevole ed accogliente<br />

per chi sarebbe costretto a passare la giornate<br />

da solo. La gestione familiare della Calderari<br />

srl, garantisce dedizione ed amorevolezza. E questo<br />

attraverso la logistica (camere con bagno ed<br />

ampio giardino) ma soprattutto il servizio, con attenzione<br />

per il cibo e l’assistenza sanitaria e cura<br />

per i momenti aggregativi e di svago<br />

Duilio Litorale<br />

testo// Claudia Gambellini<br />

Una casa famiglia per gli anziani<br />

Sul nostro territorio ci sono<br />

due fasce di popolazione<br />

estremamente deboli, a cui bisogna<br />

fornire maggior tutela:i bambini<br />

e gli anziani. Proprio per<br />

quest’ultima ragione sorge, dall’amore<br />

e dalla dedizione dei<br />

proprietari, “VILLA ANITA” .<br />

Questa non è solo una casa di riposo<br />

o di cura, ma è ben di più, è<br />

una vera e propria RESIDENZA<br />

PER ANZIANI. Già il termine<br />

con cui si descrive la struttura,<br />

identifica la filosofia su cui si<br />

fonda l’attività della stessa: l’anziano<br />

non è una valigia troppo<br />

pesante che si abbandona su una<br />

scala mobile sapendo che<br />

quest’ultima la porterà alla meta<br />

anche senza la nostra presenza,<br />

ma l’anziano necessita d’amore,<br />

di cura, di attenzione, di stimoli e<br />

di gioia.<br />

Tutto ciò viene assicurato dalla<br />

Calderari s.r.l. ,proprietaria di<br />

Villa Anita, che è gestita, nella<br />

gran parte, da un unico nucleo<br />

familiare. Infatti la forza di concretizzare<br />

un’idea già in germe<br />

da diversi anni, scaturisce oltre<br />

che dall’immenso amore per gli<br />

anziani, anche dall’immenso<br />

amore per i figli, in particolar<br />

modo per il figlio cuoco, che fatalità<br />

o destino che dir si voglia,<br />

s’occupava di consegnare generi<br />

alimentari presso diverse<br />

case di riposo. VILLA<br />

ANITA è, dunque, il frutto<br />

dell’amore, quell’amore<br />

che dedicano a tutti gli anziani<br />

loro ospiti.<br />

Dopo ben un anno di lavori,<br />

quello che troviamo<br />

al nostro arrivo presso<br />

VIA BERGANTINO 44,<br />

è un’immensa villa, composta<br />

da 1500 metri quadri<br />

di giardino e 280 metri<br />

quadri di casa, immersa<br />

nel verde e lontana dai rumori<br />

e dagli scarichi nocivi<br />

dei centri urbani. Sul<br />

patio antistante l’entrata vi<br />

è un gazebo dove gli<br />

ospiti possono mangiare,<br />

accarezzati da una leggera<br />

brezza e allietati da un’immersione<br />

nel verde naturale. Il cibo?<br />

I gestori offrono una dieta sana<br />

che per essere tale è composta<br />

da portate differenti..infatti oltre<br />

la pasta,il pesce e le verdure, una<br />

griglia, posta in giardino, permette<br />

di gustare ottima carne<br />

alla brace ed un forno viene utilizzato<br />

per cucinare eccellenti<br />

pizze.<br />

La struttura può ospitare dodici<br />

anziani che saranno assistiti<br />

GIORNO E NOTTE da un attento<br />

e qualificato PERSO-<br />

NALE SANITARIO; tre<br />

operatori OS, un infermiere ed<br />

un medico responsabile della<br />

struttura oltre che dall’intera famiglia.<br />

Siete preoccupati che i vostri anziani<br />

possano perdere la loro dignità,<br />

la loro autosufficienza?<br />

Sbagliate. Villa Anita offre camere<br />

singole o doppie, a scelta,<br />

ma ciascuna è dotata di un<br />

bagno indipendente all’interno<br />

della stanza e di un balconcino<br />

privato dal quale potranno gustare<br />

l’intero panorama e all’occorrenza<br />

basterà suonare un<br />

campanello e tutto il personale<br />

sarà subito disponibile sul luogo.<br />

L’intento dei proprietari è quello<br />

d’organizzare diverse attività per<br />

stimolare l’anziano,proprio in<br />

quest’ottica troveremo un<br />

campo da BOCCE, una piccola<br />

ma utile PALESTRA posta in<br />

una sala ricreativa, la possibilità<br />

d’organizzare diverse volte al<br />

mese serate KARAOKE a cui<br />

potranno partecipare liberamente<br />

anche i parenti. Voi parenti,<br />

lavorate? Avete orari<br />

particolari? Non c’è problema,<br />

l’entrata è sempre concessa ai<br />

familiari e per voi non termina<br />

qui.. a vostra richiesta potrete incontrare<br />

ed avere un colloquio<br />

con lo psicologo della struttura!<br />

Gli ospiti possono muoversi all’interno,<br />

da un piano all’altro,<br />

con un comodo ascensore e all’esterno<br />

con un comodo pullmino.<br />

Eh già, periodicamente e<br />

su richiesta c’è la possibilità<br />

d’organizzare gite ed uscite tutti<br />

insieme o singolarmente, per far<br />

sì che l’anziano non rimanga<br />

isolato in una dimensione parallela<br />

lontana dalla realtà.<br />

Il proprietario sintetizza lo spirito<br />

che muove la loro attività<br />

così “ Villa Anita è una casa famiglia,<br />

familiare”.<br />

Dedizione, serenità, pazienza,<br />

precisione, solarità, attenzione,<br />

solidarietà e collaborazione…<br />

Sono queste le parole chiavi del<br />

lavoro svolto dai professionisti<br />

di Villa Anita.<br />

Villa Anita<br />

Via Bergantini, 44 Ostia Antica<br />

Tel. 06.88551380<br />

Cell. 339.1209408<br />

e-mail: villaanita@aruba.it<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


F I L O S O F I A & A R T I M A R Z I A L I<br />

ARTI MARZIALI E CINTURE<br />

Emblema distintivo dei vari gradi di preparazione tecnica, la cintura diventa troppo spesso un mero strumento di fidelizzazione<br />

del cliente. La Samurai Zen Club si batte per difendere la tradizione che le vuole di simbolo distintivo della<br />

crescita psicofisica e culturale del praticante<br />

testo// Antonio Carnicella<br />

La prima cosa che si è soliti chiedere quando si incontra qualcuno che pratichi<br />

arti marziali è “che cintura sei”. La domanda è spontanea, automatica<br />

quasi, ed evidenzia il diverso approccio mentale che abbiamo noi occidentali<br />

nei confronti delle discipline marziali. In virtù della nostra mentalità<br />

classificatoria, tendiamo ad identificare le persone in base a precisi<br />

attributi, tra i quali il grado è uno dei più usati. Nel nostro caso, la cintura<br />

(Obi in giapponese) è interpretata come “segno” dell’abilità tecnica<br />

di quella persona, della sua capacità di difendersi ed attaccare un avversario.<br />

Un giapponese, però, non ne farebbe la nostra stessa lettura. Infatti,<br />

anche se introdotto nel Budo (termine che designa le arti marziali con<br />

fine pacifico) solo in età moderna, il sistema gerarchico delle cinture (Kyûdan)<br />

ha conservato, e conserva tuttora, una profonda connessione con la<br />

tradizione filosofica e spirituale.<br />

In Giappone, per un praticante di Judo, Karate, Aikido, la conquista della<br />

cintura nera, ad esempio, costituisce una tappa fondamentale nel suo<br />

percorso (Do) nelle arti marziali, che non si esaurisce nel superamento dei<br />

diversi gradi delle cinture inferiori (Kyû) e neppure nel raggiungimento<br />

di un elevato livello tecnico. In chiave simbolica, la cintura nera si accompagna<br />

al concetto di “shin-gi-tai”, che riunendo in sé tre valori fondamentali<br />

designa l’uomo “completo”: il cielo (Shin), che rappresenta il<br />

valore morale ed il carattere; la terra (Gi), che indica la capacità tecnica;<br />

l’uomo (Tai), che designa la forza ed il vigore fisico. Ottenuto il primo<br />

Dan, per il praticante si apre un nuovo cammino di autoperfezionamento,<br />

in cui le qualità che costituiscono lo Shingitai devono progredire all’unisono<br />

con i principi base delle arti marziali: utilizzazione efficace dell’energia,<br />

amicizia e mutua prosperità. La meta sarà il più alto livello della<br />

maestria, il decimo Dan, cui corrisponde il grado onorifico di “Hanshi”,<br />

proprio di chi, abbandonata la dipendenza dal possesso e dal prestigio ed<br />

anche la paura della morte, vive in totale armonia esteriore e interiore.<br />

Questi concetti sono difficili da far metabolizzare in Occidente, tanto ai<br />

praticanti, pronti a reclamare una promozione ad ogni piccolo progresso,<br />

quanto ai genitori dei piccoli allievi, che considerano il passaggio di cintura<br />

alla stregua di un diploma di fine corso. Soprattutto, essi evidenziano<br />

il mero carattere commerciale della diffusa pratica di concedere cinture,<br />

tanto da parte di Maestri che vogliono “fidelizzare il cliente”, sia sia<br />

da parte di istruttori di sport da combattimento. A parte la Boxe, fedele<br />

alla sua nobile storia, le tante discipline nate in Occidente tentano di emulare<br />

le arti marziali seguendo un ideale gerarchico che per loro non si rifà<br />

a nessuna tradizione. Valorizzare la cintura come simbolo distintivo di una<br />

crescita psicofisica e culturale e non come segno di una mera capacità tecnica,<br />

è uno degli strumenti di chi, come la Samurai Zen Club, ha fatto<br />

della diffusione delle arti marziali la sua ragione di vita.<br />

Il sistema di gradazione del Karate introdotto nel 1926 dal M° Gichin Funakoshi:<br />

Cinture di grado inferiore (Kyû)<br />

6° kyu: cintura bianca (shiro obi)<br />

5° kyu: cintura gialla (kuro obi)<br />

4° kyu: cintura arancione (daidaiiro obi)<br />

3° kyu: cintura verde (midori obi)<br />

2° kyu: cintura blu (aoiro obi)<br />

1° kyu: cintura marrone (kuriiro obi)<br />

Yudansha – Gradi di maestria tecnica<br />

1° dan: studente, cintura nera (kro obi)<br />

2° dan: discepolo, cintura nera<br />

3° dan: allievo “già” esperto, cintura nera<br />

4° dan: allievo esperto, cintura nera<br />

Kodansha - Gradi di maestria spirituale<br />

5° dan: allievo esperto che ha raggiunto un perfetto controllo psicofisico<br />

e padronanza di sé, titolo di Renshi cintura nera<br />

6° dan: esperto con alto grado di perfezionamento interiore, titolo di Kyôshi,<br />

cintura rossa e bianca a settori<br />

7° dan: esperto con alto grado di perfezionamento interiore, titolo di Kyôshi,<br />

cintura rossa e bianca a settori<br />

Irokokoro - Gradi della maturità<br />

8° dan: esperto con alto grado di perfezionamento interiore, titolo di Kyôshi,<br />

cintura rossa e bianca a settori<br />

9° dan: grande esperto dal perfetto controllo dello spirito, titolo di Hanshi,<br />

cintura rossa e nera a settori<br />

10° dan: grande esperto dal perfetto controllo dello spirito, titolo di Hanshi,<br />

cintura rossa; aka obi - grado attribuito al fondatore di uno stile (Soke)<br />

o anche “ad honorem”, per il contributo allo sviluppo ed alla divulgazione<br />

delle arti marziali.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

33


34<br />

Valentina Croce abbraccia l’etno blues, raccontando con la<br />

musica la storia e le emozioni dei popoli.”La chiave, blues<br />

in do minore” è il suo ultimo<br />

disco, nel quale con grande coraggio<br />

affronta temi come il terrorismo<br />

islamico. Esibitasi al<br />

40° Premio Città di Ostia<br />

ed impegnata in diversi<br />

provini, la cantautrice di<br />

Ostia Antica manifesta<br />

un’aspirazione: cantare<br />

al prestigioso Festival<br />

Blues organizzato<br />

presso l’Achab Yacht<br />

Club di Ostia<br />

Viaggio­nel­mondo­attraverso­le­note<br />

La musica di Valentina<br />

Croce è il coraggio<br />

di intraprendere<br />

un viaggio. Di<br />

sbirciare le labbra<br />

rosse delle geishe oltre i paraventi<br />

leggeri delle case da tè, di<br />

mettere un passo bollente dietro<br />

l’altro sulle sabbie dei deserti del<br />

Maghreb e del Nord Sahara, di<br />

raccontare le guerriglie, la violenza<br />

e le danze tribali dell’Africa<br />

nera, di ripetere le parole<br />

di Gandhi che nel secolo breve<br />

insegnavano all’India la disobbedienza<br />

civile. È di questi piccoli<br />

pezzi di mondo che vuole<br />

farci dono nel suo prossimo disco,<br />

che segna una svolta fondamentale<br />

nella sua crescita professionale.<br />

Dal pop blues, il<br />

compromesso italo americano<br />

che aveva caratterizzato i suoi<br />

precedenti dischi, la cantante approda<br />

ora all’etno-blues un genere<br />

che nel nome porta la storia<br />

di ethnos, termine greco che sta a<br />

significare “stirpe, popolo”. Valentina<br />

non intende solamente<br />

dare voce alle genti del mondo e<br />

al loro ambiente naturale ma è<br />

anche alla ricerca delle cause recondite<br />

dei loro riti, dei loro<br />

canti, insite nelle pieghe viscerali<br />

delle loro identità. Questo spiega<br />

come il suo etno-blues non sia<br />

solo un mezzo straordinario di<br />

fusione di diverse culture e di<br />

commistione di gusti e stili differenti,<br />

ma anche un mezzo d’indagine<br />

della natura umana intesa<br />

come emozione senza filtro,<br />

istinto. Ciò le è reso possibile<br />

dalla sua fede nell’universalità<br />

della musica e della spinta primordiale<br />

dell’uomo nel ristabilire<br />

un contatto con i suoni e le<br />

voci della madre terra. Il suo desiderio<br />

è riuscire a strappare per<br />

un momento l’uomo della metropoli<br />

al verso artificiale delle<br />

macchine e riabituarlo ai rumori<br />

del legno, alle vibrazioni dell’acqua.<br />

Valentina sa che l’unico<br />

strumento che può permetterle di<br />

attingere al cuore indigeno del<br />

globale e realizzare questo prezioso<br />

progetto è il blues e ha deciso<br />

quindi di intraprendere un<br />

ritorno alle origini, alle fibre del<br />

suo essere. A cominciare dal contatto<br />

con il suo pubblico. Ha infiammato<br />

il palco del prestigioso<br />

Premio Città di Ostia nel mondo<br />

con brani tratti sia dal suo ultimo<br />

disco da cantautrice “La chiave,<br />

Duilio Litorale<br />

blues in do minore”, in cui la<br />

canzone che gli dà il titolo è stata<br />

prodotta nonostante i fumi della<br />

febbre ed è dedicata alla sua seconda<br />

mamma Janis Joplin, sia<br />

dal progetto di poesia in musica<br />

seguito parallelamente con il<br />

poeta Ruggero Pianigiani, distinguendosi<br />

non solo per la sua voce<br />

nera e potente ma anche per il<br />

coraggio dei contenuti delle sue<br />

canzoni. “Non dirmi che la tua<br />

fede porta il dolore” è un verso<br />

del suo pezzo “Ombre nel deserto”<br />

nel quale affronta il tema<br />

scottante del terrorismo islamico,<br />

“Io sono nata nuda” è invece una<br />

critica ironica e mordace al sistema<br />

consumistico e all’impero<br />

dell’indifferenza. Nel frattempo<br />

ha partecipato a diversi provini<br />

sparsi sul territorio nazionale fra<br />

cui quelli celebri del Tour Music<br />

Fest e di X-factor. Le due facce<br />

della medaglia delle audizioni canore.<br />

A differenza del primo il<br />

secondo si è infatti distinto per la<br />

sua pessima organizzazione e attenzione<br />

agli artisti, ai quali viene<br />

dedicato poco tempo e scarsa<br />

considerazione: migliaia di persone<br />

alle prese con attese di ore<br />

ed ore, che costituiscono riprese<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

suggestive per la televisione, ma<br />

incidono negativamente sul rendimento<br />

dei cantanti. Impegnata<br />

in questi viaggi attraverso il<br />

paese e oltre i suoi confini, Valentina<br />

si è trovata spesso lontana<br />

dal territorio ed è venuta a<br />

conoscenza solo di recente di un<br />

gioiello del blues ostiense. Si<br />

tratta del risvolto blues che il sig.<br />

Sergio Papagni ha voluto dare al<br />

suo locale Achab riunendovi<br />

gruppi e personalità importantissime<br />

del genere all’insegna della<br />

buona musica, suscitando l’entusiasmo<br />

di Valentina che attraverso<br />

Duilio spera di lanciare un<br />

appello al sig. Papagni nella speranza<br />

di poterlo incontrare e, perché<br />

no, far parte della sua interessante<br />

iniziativa. La cantante<br />

ha quindi intrapreso con determinazione<br />

questo tipo di percorso<br />

e non sembra intenzionata<br />

ne ad arrestare i suoi passi di<br />

fronte ai cavilli e alle difficoltà<br />

del mondo musicale, ne a deviarli<br />

in favore di un qualsivoglia discorso<br />

commerciale. È sostenuta<br />

da un talento eccezionale e dal<br />

suo amore assoluto per il blues<br />

che sa essere sempre stato “la<br />

chiave” di tutto.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


Associazione Centro sociale - Comitato di Quartiere Infernetto - Via A. Stradella, 59 - 00124 Roma<br />

www.cdqinfernetto.it e-mail info@cdqinfernetto.it<br />

Grande soddisfazione per<br />

la decisione della Giunta<br />

della Provincia di Roma<br />

che il 13 luglio scorso ha reinserito<br />

i 12 milioni di euro per il<br />

nuovo Liceo Infernetto. Ma la fatica<br />

è stata tanta... L’iter per la realizzazione<br />

del complesso, s’era<br />

infatti interrotto e i soldi, già a suo<br />

tempo inseriti in Bilancio erano<br />

scomparsi, malgrado a giugno ‘09<br />

fosse venuto lo stesso Presidente<br />

Zingaretti a presentare il progetto:<br />

25 aule, 8 laboratori, auditorium,<br />

palestra, biblioteca e campi sportivi.<br />

Poi, dopo ben due anni di attesa<br />

e notizie preoccupanti e<br />

confuse, la scoperta che sul Bilancio<br />

non c’erano più i finanziamenti.<br />

Sorvolando sulle varie<br />

improbabili motivazioni che ci<br />

siamo sentiti rispondere durante<br />

questi lunghi mesi durante i quali<br />

non abbiamo mollato l‘osso neanche<br />

un secondo, alla fine ecco<br />

riapparire il Liceo. Bene! Ora bisognerà<br />

attendere le procedure<br />

per la variante urbanistica e la<br />

palla passerà al Comune di Roma.<br />

Però, intanto si sono persi due<br />

anni e qualcuno dovrebbe spiegarci<br />

il perché.<br />

Nuovo liceo Infernetto:<br />

la nostra battaglia è stata premiata<br />

Finalmente la nuova scuola!<br />

Pronto il complesso scolastico di via Bedollo,<br />

ma le altre scuole previste dal P.P.?<br />

Dall’approvazione del primo Piano particolareggiato<br />

dell’Infernetto nel 1994, il nuovo complesso<br />

di via Bedollo è di fatto la prima scuola<br />

realizzata dal Comune di Roma insieme al nido<br />

di via Boezi e la materna di via Refice. Tutte le<br />

altre scuole nel quartiere, infatti, sono state realizzate<br />

delle varie convenzioni (Parchi della Colombo,<br />

Riserva Verde, CastelPorziano sud).<br />

Finanziata nel 2002 dalla Giunta Veltroni con 6<br />

Il complesso scolastico in via Bedollo<br />

milioni di euro, ha 15 aule, palestra, sala mensa,<br />

cucina e laboratori. I ritardi nella sua edificazione,<br />

dovuti a un ricorso della ditta che non<br />

vinse l’appalto, costrinsero negli anni il Comune<br />

ad intervenire con prefabbricati, quando, addirittura,<br />

su proposta del nostro Comitato di Quartiere,<br />

non si arrivò a chiedere ospitalità<br />

all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano.<br />

Con l’apertura della nuova scuola di-<br />

sagi e difficoltà sembrerebbero dimenticati, ma<br />

forse neanche questa scuola basterà. Il Piano particolareggiato<br />

dell’Infernetto prevede: asili nido<br />

4 (realizzato 1), materne 4 (realizzata 1), scuole<br />

elementari 6 (100 aule, realizzate 42 aule) scuole<br />

medie 6 (66 aule, edificate nessuna).<br />

IN BREVE<br />

Circolo del tennis,<br />

un po’ di chiarezza<br />

Abbiamo appreso dalla stampa locale che<br />

lo “Sporting club Infernetto” in via Varna,<br />

è stato inaugurato alla presenza del Sindaco<br />

di Roma, Presidente del Municipio e<br />

vari assessori. Sembra che tutti si siano<br />

però dimenticati di sottolineare che si<br />

tratta di un impianto di proprietà comunale<br />

(realizzato a scomputo dalla società<br />

Verona), dato in concessione per 6 anni<br />

tramite bando del Municipio XIII a due<br />

Associazioni sportive non a scopo di<br />

lucro. Le due associazioni devono garantire<br />

una fascia oraria riservata al Municipio,<br />

alle scuole e all’Associazionismo,<br />

secondo tariffe stabilite dall’Amministrazione.<br />

Per chi fosse interessato a<br />

saperne di più, consigliamo di rivolgersi<br />

all’Ufficio Sport del XIII Municipio.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

35


36<br />

La manovra fiscale, nell’ambito<br />

del riordino della giustizia tributaria<br />

con l’obiettivo di smaltire<br />

gli arretrati e quindi concentrare<br />

le risorse sul corrente, ha introdotto<br />

la possibilità di definire le<br />

liti fiscali di valore non superiore<br />

a € 20.000 pendenti dinanzi alle<br />

commissioni tributarie o al giudice<br />

ordinario in ogni grado del<br />

giudizio alla data del 1° maggio<br />

2011. La norma prevede che il<br />

contribuente possa chiudere il<br />

contenzioso con l’Agenzia delle<br />

Entrate pagando una somma diversificata:<br />

in misura fissa se la<br />

controversia non supera 2.000<br />

euro, in misura percentuale diversificata<br />

(se il valore supera<br />

tale soglia) tenendo conto dell’esito<br />

del giudizio intervenuto.<br />

In via preliminare è necessario<br />

precisare che la norma non impone<br />

al contribuente l’obbligo di<br />

definire i giudizi tributari in<br />

corso ma offre all’interessato la<br />

facoltà di chiudere quelli che<br />

soddisfano i seguenti requisiti:<br />

siano pendenti, in ogni grado del<br />

giudizio, alla data del 1° maggio<br />

2011;<br />

- il valore non superi 20.000,00<br />

euro;<br />

- abbiano come controparte<br />

l’Agenzia delle Entrate.<br />

Ne consegue che il contribuente,<br />

prima di ogni valutazione di convenienza<br />

economica, deve verificare<br />

se la lite soddisfa i predetti<br />

requisiti di accesso.<br />

La norma specifica che la lite fiscale<br />

con l’Agenzia delle Entrate<br />

,per poter essere definita, deve<br />

essere pendente ,alla data del 1°<br />

maggio 2011, davanti alle commissioni<br />

tributarie o al giudice<br />

ordinario in ogni grado del giudizio<br />

anche a seguito di rinvio.<br />

Ciò precisato è necessario stabilire<br />

quanto una lite s’intende<br />

pendente quanto è stato proposto<br />

l’atto introduttivo del giudizio<br />

ovvero quanto l’atto<br />

introduttivo sia stato dichiarato<br />

inammissibile con pronuncia non<br />

passata ingiudicata.<br />

Ne consegue che può essere definita<br />

la controversia pendente<br />

davanti alla commissione tributaria<br />

regionale anche a seguito<br />

del rinvio disposto dalla Suprema<br />

Corte di Cassazione.<br />

Duilio Litorale<br />

Le novità<br />

della manovra<br />

correttiva<br />

CHIUSURA AGEVOLTA<br />

DELLE LITI FISCALI<br />

PENDENTI “MINORI”<br />

È necessario precisare che il ricorso<br />

è pendente , davanti alla<br />

commissione , soltanto a seguito<br />

della costituzione in giudizio,<br />

quindi se il contribuente alla data<br />

del 1° maggio 2011 aveva presentato<br />

il ricorso all’Agenzia<br />

delle Entrate ma non si era costituto<br />

nella cancelleria della commissione<br />

tributaria, il giudizio<br />

non era pendente e quindi la controversia<br />

non soddisfa il predetto<br />

requisito ai fini dall’accesso alla<br />

definizione agevolata.<br />

La previsione della pendenza<br />

della lite esclude la possibilità di<br />

definire “liti potenziali”, ad<br />

esempio la controversia che potrebbe<br />

nascere in presenza di un<br />

processo verbale di constatazione.<br />

La volontà del legislatore è<br />

quella di sfoltire le liti tributarie<br />

pendenti di scarso valore che ingorgano<br />

le commissione tributarie.<br />

Il legislatore ha ritenuto che<br />

possono accedere a tale agevolazione<br />

le lite d’importo non superiore<br />

a € 20.000, quindi la<br />

controversia pari a euro 20.000<br />

rientra tra quelle definibili.<br />

Essendo il valore una delle condizioni<br />

d’acceso è indispensabile<br />

individuare esattamente il valore<br />

per stabile se la lite è o meno suscettibile<br />

di definizione agevolata.<br />

Per valore della lite s’intende:<br />

il solo valore del tributo al netto<br />

delle eventuali sanzioni irrogate<br />

con il medesimo atto e degli interessi;<br />

il valore delle sanzioni qualora<br />

l’atto impugnato sia relativo alle<br />

sole sanzioni.<br />

È necessario ricordare che il valore<br />

della lite, come sopra individuato,<br />

è unico ancorché l’atto<br />

sia stato impugnato da più soggetti<br />

in quanto coobbligati.<br />

Le liti definibili, per espressa<br />

previsione normativa, sono soltanto<br />

quelle fiscali, cioè quelle la<br />

cui controparte è l’Agenzia delle<br />

Entrate.<br />

Rientrano nella competenza dell’Agenzia<br />

delle Entrate tutti gli<br />

atti emessi e notificati dalla<br />

stessa: avvisi di accertamento,<br />

provvedimenti di irrogazione<br />

delle sanzioni e ogni altro atto di<br />

imposizione. Indipendentemente<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


dalla loro qualificazione la formula<br />

residuale “ogni altro atto di<br />

imposizione” consente di definire<br />

tutti gli atti impositivi ancorché<br />

non elencati quali gli<br />

avvisi di liquidazione (cfr. CTR<br />

Lazio, 14 maggio 2009, n. 105;<br />

CTR Lazio, 23 ottobre 2009, n.<br />

151).<br />

Allo stato attuale il contribuente<br />

pertanto non può definire i contenziosi<br />

aperti nei quali le controparti<br />

siano soggetti diversi<br />

dall’Agenzia delle Entrate (comuni,<br />

Agenzia delle Dogane,<br />

ecc.). Ai fini della definizione<br />

agevolata assume notevole rilevanza<br />

la individuazione dell’esborso<br />

necessario che è certo<br />

e quantificabile in relazione all’importo<br />

ed alla situazione della<br />

lite.<br />

Ne consegue che in primo luogo<br />

è necessario stabilire se il valore<br />

della lite è o meno superiore a €<br />

2.000.<br />

Se il valore non supera € 2.000 il<br />

costo per la definizione agevolata<br />

è pari ad € 150, mentre se il<br />

valore della controversia supera i<br />

2.000 € , la determinazione della<br />

somma occorrente, per chiudere<br />

la lite,è diversificata in relazione<br />

alla diversa situazione e precisamente<br />

:<br />

- Il 10% del valore della lite , se<br />

l’Agenzia delle Entrate è stata<br />

dichiarata soccombente nell’ultima<br />

o unica sentenza pronunciata<br />

all’atto della presentazione<br />

dell’istanza di definizione della<br />

controversia ;<br />

- Il 50% del valore della lite nel<br />

caso in cui sia già stato dichiarato<br />

soccombente nell’ultima o<br />

unica pronuncia di merito.<br />

- Il 30% del valore della lite nel<br />

caso la lite sia pendente in primo<br />

grado e non sia stata ancora pronunciata<br />

alcuna decisione .<br />

Il contribuente che intende definire<br />

la lite fiscale ,ai sensi e per<br />

gli effetti di cui all’art. 39 del<br />

D.L. n. 98/2011, deve provvedere<br />

a versare la somma dovuta,<br />

in unica soluzione, entro il 30<br />

novembre 2011. Il pagamento<br />

del dovuto, considerato che sono<br />

definibili soltanto le liti di valore<br />

limitato, non può avvenire in<br />

forma rateale ma in unica soluzione.<br />

Per effettuare il pagamento si<br />

dovrà attendere l’apposito provvedimento<br />

del direttore dell’Agenzia<br />

delle Entrate con il<br />

quale saranno fornite le necessarie<br />

istruzioni.<br />

Come abbiamo avuto modo di<br />

precisare spetta al contribuente<br />

valutare se chiedere o meno le<br />

liti fiscali pendenti che soddisfano<br />

le condizioni sopra illustrate.<br />

Al contribuente è altresì lasciato<br />

la facoltà di presentare, con le<br />

modalità che saranno rese note<br />

con apposito provvedimento del<br />

direttore dell’Agenzia delle Entrate<br />

che verranno pubblicate in<br />

questa rivista , la domanda di definizione<br />

entro il 31 marzo 2012.<br />

La domanda di definizione<br />

quindi scade ben oltre il termine<br />

di pagamento di quanto dovuto.<br />

La norma dispone espressamente<br />

che per liti fiscali che possono<br />

formare oggetto di definizione i<br />

termini per la proposizione dei<br />

ricorsi, appelli, controdeduzioni,<br />

ricorsi per cassazione, controricorsi<br />

e ricorsi in riassunzione,<br />

compresi i termini per la costituzione<br />

in giudizio, i cui termini<br />

sono sospesi fino al 30 giugno<br />

2012.<br />

Proprio in considerazione del<br />

fatto che, per le liti fiscali i termini<br />

sono sospesi, è importante<br />

stabilire se la controversia rientra<br />

tra quelle teoricamente definibili<br />

poiché, in caso contrario,<br />

la sospensione dei termini non<br />

opera.<br />

Dott. Gualandri Otello<br />

Via delle Gondole, Ostia - Roma<br />

Tel. 06.5696933 - 06.56134<strong>95</strong><br />

otellogualandri@libero.it<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

37


38<br />

Simone Funghi - Promotore Finanziario<br />

In questo numero parliamo<br />

di assicurazioni.<br />

Come funzionano e che<br />

ruolo hanno nella sua professione?<br />

L’assicurazione è parte integrante<br />

di una corretta pianificazione<br />

finanziaria, la<br />

parte che fa da ombrello a<br />

tutti i progetti finanziari<br />

preparati per il cliente, il<br />

suo capitale ed il suo futuro.<br />

Infatti l’elemento che fa si<br />

che tutta la progettazione<br />

giunga a buon termine è la<br />

protezione dal possibile verificarsi<br />

di un evento inatteso<br />

e negativo per la salute<br />

o il patrimonio della persona.<br />

Una sorta di ombrello,<br />

una cassaforte, un paracadute.<br />

In che modo un’assicurazione<br />

può fungere da paracadute per<br />

il capitale?<br />

Mettiamo il caso si manifesti un<br />

evento nefasto e negativo. Il capitale<br />

destinato alla pianificazione<br />

finanziaria verrebbe, necessariamente,<br />

destinato alle<br />

spese che, inevitabilmente verrebbero<br />

a generarsi. All’inizio si<br />

tratterebbe di spese sanitarie, poi,<br />

nel caso di più gravi conseguenze,<br />

come ad esempio una disabilità,<br />

al sostentamento ed alla<br />

qualità della vita. Se si fosse preventivata<br />

una copertura assicurativa,<br />

con un minimo contributo<br />

mensile, a volte davvero irrisorio,<br />

si sarebbe potuta mantenere<br />

un’elevata qualità della vita ed<br />

un capitale integro e correttamente<br />

orientato sul piano finanziario.<br />

Il principio che sta alla<br />

base di questo servizio si chiama<br />

mutualità: molti pagano poco per<br />

dare molto a chi si troverà ad affrontare<br />

tali momenti.<br />

Quali tipi di assicurazione troviamo?<br />

Contro cosa possiamo<br />

proteggere noi ed il nostro capitale?<br />

Esistono coperture che ci tutelano<br />

da danni provocati da noi,<br />

dai nostri familiari o dai nostri<br />

animali domestici a terze persone<br />

o a cose, queste sono le cosiddette<br />

polizze RC (responsabilità<br />

civile) e sono molto simili alle<br />

coperture che abbiamo noi per le<br />

nostre auto. Ci sono però anche<br />

polizze che tutelano noi, ed il nostro<br />

capitale, da ripercussioni che<br />

Duilio Litorale<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

L’assicurazione<br />

come paracadute<br />

potremmo avere in seguito ad un<br />

infortunio o ad una malattia.<br />

Queste ultime vanno dal rimborso<br />

per una visita specialistica<br />

in strutture d’eccellenza alla copertura<br />

delle spese per un intervento<br />

chirurgico, fino al rimborsare<br />

il cliente per i giorni “persi”<br />

a lavoro a seguito di malattia o<br />

infortunio.<br />

Un mondo davvero molto ampio.<br />

Certamente. Oggi troviamo una<br />

polizza per ogni tipo di rischio.<br />

La cosa importante è che sia inserita<br />

in un corretto piano finanziario,<br />

sia posta a corollario di<br />

un quadro preparato da un professionista<br />

nell’ottica dei progetti<br />

del cliente. Un professionista degno<br />

si questo nome deve inserire<br />

delle coperture assicurative per<br />

il proprio cliente in una strategia<br />

d’investimento. Scenari diversi<br />

si pongono a chi ha sottoscritto<br />

una copertura rispetto a chi non<br />

l’ha fatto, possibilità di proseguire<br />

degnamente per il primo,<br />

necessità e problematiche per il<br />

secondo. Troppo spesso di fronte<br />

ad eventi dannosi ci troviamo ad<br />

ascoltare la frase “...ah se l’avessi<br />

sottoscritta”. Bisogna solamente<br />

scegliere quale dei due scenari si<br />

vuole.<br />

Rimango comunque a disposizione<br />

dei lettori per ogni domanda<br />

o richiesta vogliano<br />

pormi sulle pagine di questo<br />

giornale.<br />

Simone Funghi<br />

328.<strong>95</strong>80913<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


R E C E N S I O N I<br />

a cura di Lucia Battaglia<br />

Mirko Polisano<br />

Storie lontane<br />

Ed. DPC<br />

“Storie Lontane…” è la storia di un paese bello quanto<br />

devastato: dalla guerra, dalla povertà, dalla prepotenza.<br />

Un paese di polvere del deserto e di terra di montagne,<br />

che accompagnano i tuoi sguardi ovunque li posi. Un<br />

paese fatto di arte e cultura. “Storie Lontane…” è la storia<br />

dei personaggi, di una popolazione che ha visto i russi<br />

e gli americani, che è sopravvissuta al regime dei talebani<br />

e che oggi non vuole padroni. “Storie Lontane…” è<br />

il racconto dell’Afghanistan nelle sue regioni più difficili.<br />

Farah, e Bala Baluk, dove gli insurgents continuano<br />

a popolare i villaggi. “Storie Lontane…” è anche la storia<br />

dei nostri soldati, giovani militari, che sacrificano la<br />

propria vita per la causa internazionale. Come Matteo<br />

Miotto, caduto nel giorno dell’ultimo dell’anno. “Storie Lontane…” è anche il sogno<br />

di una speranza. Quella di Hamidullah, bambino di cinque anni che spera di poter<br />

continuare a vivere e che rappresenta tutti gli altri bambini vittime della guerra, che<br />

aspettano anche solo il sorriso dato da una merendina. “Storie Lontane…” è la storia<br />

della vita. Perché la vita in Afghanistan c’è. Ed è in posti come questi che ne capisci<br />

l’importanza.<br />

E’ stato un Incontro semplice ma molto significativo, quello organizzato ad Approdo<br />

alla Lettura al Pontile di Ostia. Protagonista del quale Mirko Polisano, giovane giornalista<br />

televisivo, capo ufficio stampa del Municipio XIII e attento osservatore della<br />

società e del mondo in cui si vive tra gioie e dolori.<br />

Dai suoi viaggi in Paesi martoriati, la sua sensibilità di uomo e di giornalista ha tratto<br />

racconti dedicati a fatti, persone, soldati, bambini sofferenti, che hanno emozionato<br />

un’altra persona sensibile, proprietaria della Casa Editrice DPC, Raffaella Ravano.<br />

Ne è scaturito un libro, “Storie Lontane”, che ha avuto la sua anteprima applauditissima,<br />

davanti ad un pubblico interessato, tra cui anche il presidente del Municipio,<br />

Giacomo Vizzani.<br />

Pubblico commosso, alla lettura di alcuni brani che narravano di sofferenze di bambini<br />

afgani, di emozioni di soldati italiani che là portano il proprio contributo di solidarietà,<br />

in quel Paese martoriato dalla guerra.<br />

Tra un’emozione e l’altra anche il chitarrista Andrea Gentili ha messo del suo, eseguendo<br />

brani di Vinicio De Morales e Fabrizio de Andrè, molto apprezzati.<br />

La serata ha dato l’occasione per presentare il trailer di “Shana ba shana” (spalla a<br />

spalla, in afghano), un filmato in DVD, prodotto dal nostro webmagazine, e pronto<br />

a settembre, dedicato all’impegno dei nostri soldati nella missione Isaf.<br />

Le immagini che scorrono sono opera di Carlotta Ricci, giornalista embedded di Rai-<br />

News, Mirko Polisano, autore di Storie Lontane mandate in onda da Canale10 e Daniel<br />

Papagni, fotoreporter di Cybernaua, con parole e musica di Marco Servadei.<br />

Carola Chiarlitti<br />

Confessioni di un folle<br />

Ed. <strong>Publidea</strong><strong>95</strong><br />

Il breve ma intenso percorso<br />

che intraprendiamo sfogliando<br />

le pagine di questo<br />

testo è la prova di un concetto<br />

che spesso, impegnati<br />

in girandole di materialismo<br />

e praticità, tendiamo a dimenticare:<br />

“C’è poesia in<br />

tutto, in effetti”.<br />

Il messaggio negli interlinea è il segreto latente della<br />

narrazione: bisogna immergervisi con foga, riuscire<br />

a percepire il significato di ogni singola parola, lasciando<br />

libere sensazioni, intuizioni e idee che ogni<br />

vocabolo presenta, per poi elaborare una propria interpretazione.<br />

Il bello di un libro che punta sul potere immenso e<br />

sublime della parola risiede proprio in questo: nella<br />

libertà con la quale ogni lettore può appropriarsi di<br />

un piccolo pezzetto di racconto e renderlo proprio.<br />

Sebbene in “Confessioni di un folle” la copresenza<br />

di prosa e poesia faccia presupporre un’alternanza<br />

fastidiosa di toni e tecniche narrative, non si riscontra<br />

minimamente il rischio di scovare un elemento<br />

fuori luogo: il tutto è accomunato da un’armoniosità<br />

disarmante che distingue anche i testi di argomentazione<br />

più seria.<br />

Il titolo stesso ci preannuncia un’atmosfera d’intimità<br />

e confidenza: seguendo queste confessioni si<br />

può segretamente accedere ad un mondo che insistentemente<br />

tentiamo di negare; d’altronde: cosa<br />

mai avremo in comune con un folle?<br />

Eppure, inaspettatamente, ci ritroviamo “alla stessa<br />

tavola” di tanti personaggi fatti non di carne, ma di<br />

esperienze, che recitano un teatrino che ben conosciamo,<br />

perché noi stessi ne siamo quotidianamente<br />

protagonisti. Questo libro possiede la grandiosa capacità<br />

di coglierci di sorpresa, di “toccarci” a suo<br />

modo e di farci riscoprire emozioni recondite che<br />

troppo spesso, purtroppo, riusciamo a far tacere.<br />

In vendita nelle librerie.<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011 Duilio Litorale<br />

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Elisabetta Gualandri - Avvocato<br />

Ho espresso piu’ volte il<br />

mio punto di vista in tema<br />

di convivenza.<br />

Se si sceglie per optare per la<br />

convivenza per sentirsi piu’ liberi<br />

(e non per problematiche<br />

oggettive tipo non essere ancora<br />

divorziati) si realizzerà<br />

ben presto che con la convivenza<br />

si avrenno tutti gli svantaggi<br />

del matrimonio e nessuno<br />

dei vantaggi, ma naturalmente<br />

si tratta di un’opinione strettamente<br />

personale e tale deve essere<br />

considerata.<br />

A differenza delle obbligazioni<br />

di cui all’art.143 c.c. che si assumono<br />

con il matrimonio<br />

(coabitazione, fedeltà, assistenza<br />

materiale e morale) i<br />

conviventi non sono tenuti<br />

dalla legge ad osservare nessuno<br />

di questi impegni, come<br />

quello ad esempio di contribuire<br />

agli oneri del menage familiare<br />

con il proprio lavoro<br />

personale o casalingo ma possano<br />

liberamente decidere, in<br />

adempimento di un un obbligo<br />

di natura affettiva/morale (e<br />

Duilio Litorale<br />

I problemi<br />

di un rapporto<br />

di convivenza<br />

che finisce<br />

non certo in forza di legge,<br />

come nel matrimonio) di beneficiarsi<br />

reciprocamente o non<br />

di assistenza economica e<br />

morale contribuendo come<br />

possono o vogliono alle spese.<br />

La sostanziale differenza con il<br />

matrimonio è esattamente questa:<br />

nel matrimonio si deve<br />

contribuire per legge secondo<br />

i propri introiti lavorativi o apporto<br />

di lavoro casalingo mentre<br />

nella convivenza no, non è<br />

un obbligo, la scelta di come e<br />

quanto contribuire (oppure non<br />

contribuire) è decisa liberamente<br />

dalla coppia.<br />

Pertanto tutti gli esborsi sostenuti<br />

per “aiutare” il partner e<br />

per la gestione del menage non<br />

potranno piu’ essere ripetuti<br />

(cioè chiesti in restituzione) al<br />

termine della convivenza in<br />

quanto dalla legge considerati<br />

adempimento di obbligazione<br />

naturale (Cass. civ. 3 febbraio<br />

1975, n. 389; 8 febbraio 1977,<br />

n. 556) in quanto detti esborsi<br />

si presume essere stati compiuti<br />

per libera scelta di co-<br />

<strong>SETTEMBRE</strong>2011


scienza/generosità/onore , per<br />

“aiutare” il partner insomma.<br />

A differenza di quanto succede<br />

nel matrimonio se la convivenza<br />

termina (per scelta comune<br />

o di uno solo dei partner)<br />

la parte piu’ debole economicamente<br />

dovrà semplicemente<br />

subire il mutamento di condizione<br />

e non potrà avanzare<br />

nei confronti del partner piu’<br />

abbiente alcun diritto al<br />

mantenimento od agli alimenti<br />

garantito per legge solo<br />

in caso di matrimonio . Qualora<br />

il partner decidesse di contribuire,<br />

lo potrà fare solo per<br />

libera scelta e non certo perché<br />

esista un obbligo di legge<br />

I problemi sorgono quando i<br />

conviventi decidono di acquistare<br />

la casa insieme e stipulare<br />

un contratto di mutuo<br />

co-intestato per pagarla che<br />

succede se la convivenza termina?<br />

Per la Banca i conviventi sono<br />

considerati “obbligati in solido”<br />

che significa essere obbligati<br />

per la medesima<br />

prestazione (il pagamento delle<br />

rate) tal che ciascuno può essere<br />

costretto all’adempimento<br />

per la totalità e l’adempimento<br />

da parte di uno libera l’altro<br />

(art. 1292 c.c.).Si presume, nel<br />

mutuo cointestato, il debito si<br />

divida in parti uguali dai conviventi<br />

ma possono essere stabilite,<br />

nel contratto di mutuo,<br />

anche diverse quote di pagamento,<br />

ma deve essere specificato<br />

nel contratto!<br />

Se il mutuo per l’acquisto per<br />

la casa è cointestato mentre la<br />

compravendita è intestata a<br />

solo uno dei due mutuatari<br />

l’obbligazione di pagamento<br />

del mutuo non viene considerata<br />

solidale ma è posta per<br />

intero a carico del debitore nel<br />

cui interesse è stata assunta e<br />

la prova di tale interesse esclusivo<br />

può essere data con qualunque<br />

mezzo (Cass. civ., 28<br />

gennaio 1972, n. 202) pertanto<br />

la banca si rivolgerà a quest’ultimo<br />

soggetto in caso di mancato<br />

pagamento.<br />

Se la banca non riceve il pagamento<br />

delle rate del mutuo<br />

potrà esecutare l’immobile ipotecato<br />

a garanzia (che puo’ essere<br />

quello acquistato od altro)<br />

quindi per obbligare l’unico titolare<br />

dell’immobile a farsi carico<br />

delle rate occorrerà che<br />

questi si accolli (con il consenso<br />

della banca) il pagamento<br />

delle rate del mutuo.<br />

Molto spesso succede che la<br />

coppia cointesti il mutuo, acquisti<br />

insieme la casa e che poi,<br />

il partner piu’ abbiente, provveda<br />

al pagamento anche della<br />

quota del partner meno abbiente…<br />

Che succede se la relazione<br />

finisce?<br />

Il partner piu’ abbiente avrà diritto<br />

ai sensi dell’art.1229 , 1<br />

comma c.c. (azione di regresso)<br />

a farsi restituire dal partner<br />

meno abbiente l’importo<br />

del debito pagato di sua competenza<br />

oppure no?<br />

Ad esempio : se tizio e caia<br />

sono cointestatari di contratto<br />

di mutuo, la rata trimestrale è<br />

di euro 1000,00 e la quota di<br />

ognuno è il 50% n(500 euro),<br />

se tizio paga ogni trimestre per<br />

10 anni (quindi<br />

40 rate) anche<br />

la quota della<br />

partner (totale<br />

20.000,00 euro)<br />

avrà diritto di<br />

agire in regresso<br />

verso<br />

caia per la restituzione<br />

di questo<br />

denaro? Se si considerasse<br />

il pagare la quota di mutuo del<br />

partner meno abbiente adempimento<br />

di obbligazione naturale<br />

no ma bisogna esaminare il<br />

caso specifico.<br />

La Corte di Cassazione infatti<br />

(Cass. civ. 13.03.2003, n.<br />

3713) precisa che Il dovere<br />

morale, che sorregge l’obbligazione<br />

naturale, deve essere<br />

adempiuto con una prestazione<br />

che presenti un carattere di<br />

proporzionalità ed adeguatezza.<br />

La presunzione di gratuità<br />

è da ritenere che venga<br />

meno quando risulti che la prestazione<br />

esuli dai doveri di carattere<br />

morale e civile di mutua<br />

assistenza e collaborazione, in<br />

relazione alle qualità e condizioni<br />

sociali delle parti, e si<br />

configuri come mera operazione<br />

economico-patrimoniale,<br />

che abbia determinato un inspiegabile<br />

e illogico arricchimento<br />

del convivente more<br />

uxorio, con proprio ingiusto<br />

danno (arricchimento senza<br />

causa).<br />

Quindi se Tizio è un ricchissimo<br />

possidente sarà piu’ difficile<br />

ottenere la restituzione<br />

delle rate in quanto il pagamento<br />

anche della quota di<br />

mutuo di caia potrebbe essere<br />

valutata come adempimento di<br />

un’obbligazione naturale o donazione<br />

remuneratoria (quindi<br />

non ripetibile) mentre se tizio è<br />

un semplice impiegato con uno<br />

stipendio normale sarà piu’ facile<br />

per lui ottenere la restituzione<br />

delle rate pagate alla ex.<br />

Suggerisco comunque ai conviventi<br />

di stipulare, con l’ausilio<br />

di un legale di fiducia, un<br />

contratto di convivenza che<br />

regoli la contribuzione di<br />

ognuno al menage familiare,<br />

segnali gli apporti dati documentandoli<br />

(ad esempio fattura<br />

per spese di ristrutturazione o<br />

acquisto mobili) e prevedere<br />

eventuali restituzioni di somme<br />

impiegate, prestate o beni apportati<br />

in caso di cessazione<br />

della convivenza. Suggerisco<br />

inoltre di registrare il contratto<br />

in modo da conferirgli una data<br />

certa.<br />

Avv. Elisabetta Gualandri<br />

Via delle Gondole n.13 00121<br />

Ostia Lido ROMA<br />

0656339711- 065694688<br />

Orari studio : lunedì al giovedì<br />

9.00/17.00 venerdì 9.00/14.00<br />

avvgualandri@libero.it<br />

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