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Un binario lungo l’Oglio<br />

La ferrovia Palazzolo sull’Oglio - Paratico Sarnico e i trasporti sul Lago d’Iseo


Guardiamo al passato, sarà un progresso. Giuseppe Verdi


Nel 130° anniversario dell’apertura della linea<br />

31 agosto 1876 - 31 agosto 2006<br />

Prima edizione:<br />

Novembre 1996<br />

Seconda edizione, aggiornata e riveduta:<br />

Ottobre 2006<br />

Edizione elettronica:<br />

Dicembre 2010


in collaborazione con<br />

Un binario lungo l’Oglio<br />

La ferrovia Palazzolo sull’Oglio - Paratico Sarnico e i trasporti sul Lago d’Iseo<br />

1


2<br />

Redattori<br />

Introduzione: Giulio Leopardi<br />

Capitolo 1: Cristina Lancini<br />

Capitoli 2-3-4-5: Marco Bonari,<br />

Luigi Martinelli, Silvio Cinquini<br />

Capitolo 6: Silvio Cinquini<br />

Fotografie Archivio Camossi<br />

Archivio Ferrovia Basso Sebino<br />

Archivio Lussana<br />

Archivio Mussinelli<br />

Archivio Navigazione Lago d’Iseo<br />

Archivio Nembrini<br />

Archivio Raineri<br />

Archivio Tozzi<br />

Archivio Vaini<br />

Ivan Beltramba<br />

Andrea Bini<br />

Carlo Bonari<br />

Marco Bonari<br />

Franco Capelli<br />

Silvio Cinquini<br />

Stefano Cortesi<br />

Alessandro Costantini<br />

Stefano Cremaschi<br />

Paolo Gassani<br />

Giovanni Laghezza<br />

Loris Lancini<br />

Paolo Legori<br />

Erminio Mascherpa<br />

Ambrogio Mortarino<br />

Pierantonio Nembrini<br />

Claudio Pedrazzini<br />

Rossano Perotta<br />

Giuseppe Prandelli<br />

Donato Rossi<br />

Giuliano Rossini<br />

Enrico Silva / Ferrari Comunicazione<br />

Giovanni Tengattini<br />

Giuseppe Tronconi<br />

Foto di copertina<br />

Cartina<br />

Revisione<br />

Impostazione<br />

grafica<br />

Loris Lancini<br />

Stefano Torriani<br />

Giorgio Cazzola<br />

Cristina Lancini<br />

Paolo Bellorio


INDICE<br />

Capitolo UNO<br />

Capitolo DUE<br />

Capitolo TRE<br />

Capitolo QUATTRO<br />

Capitolo CINQUE<br />

Capitolo SEI<br />

pag. 7<br />

pag. 9<br />

pag. 13<br />

pag. 49<br />

pag. 61<br />

pag. 77<br />

pag. 83<br />

pag. 89<br />

Presentazione<br />

Introduzione<br />

Le origini (dal 1870 a fine ‘800)<br />

Dagli inizi del XX secolo al 1990<br />

Il trasporto lacuale sul Sebino<br />

Il percorso da Palazzolo s/O a Paratico Sarnico<br />

Il trasbordo dei carri merci all’imbarcadero di Paratico Rivatica<br />

La rinascita, l’attualità ed il futuro<br />

Galleria fotografica<br />

3


4<br />

(Foto Laghezza).


Si può guardare al passato per pensare con più convinzione l'oggi<br />

e il futuro.<br />

È la riflessione che ho fatto dopo aver letto questo volume che<br />

racconta la vita e la rinascita della Ferrovia Palazzolo - Paratico<br />

Sarnico, dalle prime riunioni del Comitato Promotore al viaggio<br />

celebrativo del centotrentennale.<br />

È sempre coinvolgente scorrere pagine e illustrazioni che<br />

rimandano al passato. C'è la suggestione delle vecchie fotografie.<br />

C'è la curiosità di accostarsi ad avvenimenti che testimoniano un<br />

pezzo della nostra storia. C'è il piacere di scorrere un volume<br />

confezionato con cura e con rigore. Ma non è tutto. Perché “Un<br />

binario lungo l'Oglio” racconta anzitutto la storia di una ferrovia<br />

nata per rispondere alle esigenze di un territorio che chiedeva di<br />

“accorciare” la distanza tra il Sebino e la Pianura. Di una<br />

comunità che non voleva che le proprie aziende rimanessero<br />

soffocate in un area troppo ristretta.<br />

La Palazzolo - Paratico Sarnico è diventata subito, come diremmo<br />

oggi, un volano per l'economia della zona. E per la circolazione<br />

della sua forza lavoro, visto che lungo il suo percorso, la mano<br />

d'opera locale si spostava verso i grandi cantieri e le grandi<br />

fabbriche del milanese. Poi, col passare degli anni e il boom della<br />

motorizzazione, le vie del trasporto delle merci e delle persone<br />

hanno preso altre strade. Nel Sebino come nel resto del Paese. Per<br />

fortuna però negli ultimi anni la linea è stata recuperata, grazie<br />

all'impegno dei volontari che gestiscono l'iniziativa “TrenoBlu”.<br />

La ferrovia, chiusa al traffico passeggeri dal 1966, ha cambiato<br />

pelle: si è trasformata in un servizio turistico che ha permesso di<br />

riscoprire in modo diverso il comprensorio del Lago d'Iseo.<br />

Le vicende della Palazzolo - Paratico Sarnico aiutano a capire che i<br />

trasporti devono essere pensati sulle esigenze del territorio e nella<br />

prospettiva del suo sviluppo e che l'evoluzione di un territorio non<br />

può prescindere dallo sviluppo del suo sistema di mobilità.<br />

<strong>Ferrovie</strong>, strade, aeroporti e infrastrutture sono il nostro primo<br />

impegno e la nostra grande sfida.<br />

L’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità<br />

di Regione Lombardia<br />

Raffaele Cattaneo<br />

5


6<br />

Stampa ottocentesca.<br />

Stazione di Palazzolo s/O e diramazione per Paratico.<br />

(Società Italiana Calci e Cementi)


PRESENTAZIONE<br />

È con rinnovata soddisfazione che, in qualità di Presidente<br />

dell'Associazione di volontariato “F.T.I. - <strong>Ferrovie</strong> Turistiche <strong>Italiane</strong>”,<br />

mi accingo a presentare questa nuova edizione di un libro che<br />

rappresenta una delle opere divulgative più importanti per la nostra<br />

sezione lombarda “FBS - Ferrovia del Basso Sebino” e per l'iniziativa<br />

“TrenoBlu“ da questa gestita.<br />

Dal 1994, quando nacque l’ Associazione FBS, è passato più di un<br />

decennio che ha rappresentato per noi il passaggio da una fase quasi<br />

pionieristica ad una realtà ormai consolidata ed ampiamente<br />

riconosciuta anche fuori dagli stretti ambiti locali.<br />

Sono tuttavia rimaste immutate la passione, la convinzione e la<br />

serietà con cui, senza falsa modestia, in tutti questi anni abbiamo<br />

gestito e saputo sviluppare le nostre attività a favore della diffusione<br />

di una più ampia cultura ferroviaria ed ambientale, per contribuire,<br />

nel nostro piccolo, ad un equilibrato sviluppo turistico, sociale ed<br />

economico di tutto il Sebino, della Valle dell'Oglio, della Val Calepio e<br />

della Franciacorta, con nuove prospettive anche per la Valcamonica.<br />

Mi auguro quindi che anche questo libro possa riscuotere almeno lo<br />

stesso successo del precedente, grazie anche al forte richiamo con la<br />

nostra storia e con quanto seppero realizzare le passate generazioni<br />

per l'evoluzione economica e sociale dell'intero comprensorio sebino.<br />

Colgo qui l'occasione per rivolgere un sentito e doveroso<br />

ringraziamento a tutti i coautori di questo libro ed a tutti i Soci<br />

dell'Associazione FBS che, dopo tutti questi anni, continuano a<br />

credere e ad impegnarsi per un'iniziativa che deve il proprio successo<br />

anche alla loro dedizione, disponibilità, serietà e competenza ed alla<br />

comprensione delle loro famiglie.<br />

Uno specifico ringraziamento va anche a tutti coloro che in questi<br />

anni ci hanno sostenuto e dato fiducia: dagli Amministratori locali di<br />

Regione, Province, Comuni e Comunità Montana ai Responsabili e<br />

Funzionari delle <strong>Ferrovie</strong> dello Stato di RFI e Trenitalia. In particolare<br />

vorrei ricordare tutti i ferrovieri delle stazioni di Palazzolo s/O, di<br />

Bergamo e di Brescia nonché il personale di macchina e viaggiante dei<br />

depositi di Bergamo, Brescia, Cremona e Lecco con i rispettivi<br />

Responsabili e tutti gli ex ferrovieri che hanno dato il loro contributo<br />

negli anni passati.<br />

Un grandissimo grazie anche agli amici del M.E.R.S. (Manutenzione<br />

ed Esercizio Rotabili Storici) di Trenitalia e del Gruppo Ale 883 di<br />

Sondrio senza dei quali non potremmo vedere circolare i treni storici<br />

che oggi riscuotono tanto successo ad ogni manifestazione.<br />

Desidero inoltre ringraziare il Circolo Fotografico ed il Circolo<br />

Filatelico di Palazzolo s/O e tutti coloro che hanno fornito prezioso<br />

materiale per questo libro.<br />

Un doveroso ringraziamento anche a Regione Lombardia Direzione<br />

Generale Infrastrutture e Mobilità che, credendo nel progetto<br />

TrenoBlu, con un proprio contributo rende oggi possibile questa<br />

nuova pubblicazione.<br />

Silvio Cinquini<br />

Presidente dell'Associazione F.T.I.<br />

7


8<br />

Lovere, 1935.<br />

I trasporti sul Sebino ...in sintesi!.<br />

(Archivio Raineri).


INTRODUZIONE<br />

Quando la ferrovia, nei primi decenni dell'ottocento, si affermò<br />

rapidamente quale fondamentale mezzo di trasporto, anche in Italia si<br />

costituirono numerose società di capitali per la costruzione di linee<br />

ferroviarie.<br />

Una delle prime, nell'ambito del vasto impero austroungarico, fu la<br />

“Ferdinandea” che si propose di unire Milano a Venezia, le due<br />

principali città del Regno Lombardo-Veneto.<br />

Il primo progetto previde una linea, quanto più breve e<br />

pianeggiante possibile, che non avrebbe toccato le città della pianura<br />

padana potenzialmente interessate dalla direttrice, ma sarebbe stata<br />

unita alle più importanti località da brevi tratti ferroviari; questo<br />

strano progetto nacque per venire incontro alle modeste velocità e<br />

potenze consentite dalle locomotive dell'epoca.<br />

In breve tempo quest'ipotesi venne scartata e prevalse la più logica<br />

scelta, anche in considerazione dei rapidi aggiornamenti tecnologici<br />

delle locomotive, che avrebbe visto la ferrovia partire da Milano e<br />

attraverso Treviglio, Brescia, Verona, Vicenza e Padova raggiungere<br />

Venezia.<br />

I bergamaschi protestarano vivacemente per l'esclusione patita e<br />

forse a quel tempo la voce della città orobica era più forte di quanto lo<br />

sia ora.<br />

Ne derivarono aspri contrasti che ci spiegano il ritardo con cui<br />

questa “dorsale” venne completata, tenuto conto che la prima tessera<br />

di questo complesso mosaico, la Padova - Mestre, era già stata aperta<br />

al pubblico il 13 dicembre 1842 e che i due ultimi tratti, la Bergamo -<br />

Rovato e la Treviglio - Bergamo, furono inaugurati rispettivamente il<br />

22 aprile 1856 ed il 12 ottobre 1857.<br />

La Milano - Venezia, costruita completamente a doppio binario e<br />

secondo i più avanzati criteri della tecnica ferroviaria dell'epoca,<br />

dimostrò subito la sua validità, ridando al porto di Venezia tutto<br />

l'entroterra che era già stato suo al tempo della Serenissima; fu così<br />

aperta ai manufatti lombardi la via dell'esportazione e quindi della<br />

concorrenza con le avanzatissime industrie tedesche ed inglesi,<br />

permettendo l'espandersi della rivoluzione industriale anche nelle<br />

nostre contrade.<br />

Non trascurabile si dimostrò pure la validità strategica della linea<br />

che toccava Peschiera e Verona, piazzeforti del Quadrilatero, ed era<br />

collegata alle altre due, Mantova e Legnago, con tronchi di una certa<br />

importanza.<br />

Nel frattempo l'Amministrazione Austriaca, incapace di soddisfare<br />

le continue pressanti richieste che da ogni parte del vasto Impero le<br />

giungevano per la costruzione di nuove ferrovie, preferì lasciare in<br />

concessione queste linee, che si trovavano in zone dove troppo forte<br />

era l'impulso irredentistico, alla “Imperial Regia Privilegiata Società<br />

delle <strong>Ferrovie</strong> Statali Meridionali, delle <strong>Ferrovie</strong> del Lombardo -<br />

Veneto e dell'Italia Centrale”, di cui la potente famiglia Rotschild<br />

deteneva la maggioranza azionaria.<br />

Quando nel 1859, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza,<br />

la Lombardia passò al Regno di Sardegna, la Società si spezzò in due<br />

tronconi, la Società <strong>Ferrovie</strong> Alta Italia (S.F.A.I.) e la Südbahn: la<br />

prima esercì le linee lombarde e quelle che poi, nel 1866, si aggiunsero<br />

all'appena costituito Regno d'Italia, mentre la seconda continuò nella<br />

sua politica di gestione, o meglio di sfruttamento, dei nodi di Trieste e<br />

della ferrovia del Brennero, fino a Trento.<br />

Non sappiamo come i nostri nonni bergamaschi e bresciani<br />

abbiano accolto il “bello (e orribile) mostro”: dall'entusiasmo con cui si<br />

erano battuti per averlo sulla soglia di casa, pensiamo senz'altro che<br />

ne abbiano apprezzato i vantaggi molto più che gli inconvenienti;<br />

inoltre, l'economia della zona verso lo metà del secolo scorso era in<br />

crisi e si sperava che la ferrovia potesse costituire la spinta propulsiva<br />

per nuove iniziative industriali.<br />

9


10<br />

Riva di Solto, 1925.<br />

Una chiatta all’attracco.<br />

(Archivio Raineri).


Il traffico locale, passando gli anni, continuava a crescere ed è<br />

quindi difficile giustificare la decisione con cui venne rispolverato il<br />

progetto della direttissima Treviglio - Rovato che, inaugurata nel<br />

1878, allontanò definitivamente Bergamo da quella grande direttrice<br />

di sviluppo che fu la ferrovia Milano - Venezia.<br />

Tutto questo fervore di iniziative è giustificato dal fatto che a<br />

quell'epoca le ferrovie erano costruite e gestite da società private che,<br />

studiato un itinerario promettente per il prevedibile traffico di<br />

viaggiatori e di merci e ottenute le necessarie autorizzazioni dai<br />

Ministeri competenti, si premuravano di ricercare fondi presso i vari<br />

Enti, sia privati che pubblici, interessati alla linea.<br />

Così nacque anche la Palazzolo s/O - Paratico Sarnico, pensata per<br />

convogliare il fiorente trasporto lacuale di manufatti dalla zona sebina<br />

verso Milano e Venezia e che si trovava, negli anni, a sostenere i primi<br />

afflussi di gitanti domenicali diretti verso le ridenti località del lago<br />

d'Iseo.<br />

Ne abbiamo voluto ricostruire, con l'aiuto di documenti, ricordi e<br />

immagini d'epoca ed attuali, i primi centotrent'anni di storia, al fine di<br />

spronare, attraverso la nostra Associazione “Ferrovia del Basso<br />

Sebino”, oggi componente essenziale della più ampia associazione<br />

“FTI - <strong>Ferrovie</strong> Turistiche <strong>Italiane</strong>”, le <strong>Ferrovie</strong> dello Stato (RFI - Rete<br />

Ferroviaria Italiana, Trenitalia, Ferservizi, ecc.) e tutti gli Enti Locali a<br />

mantenere in attività questo breve e funzionale tronco che non<br />

vorremmo venisse amputato dalla rete (visti anche gli ottimi risultati<br />

conseguiti in dodici anni di attività dell'iniziativa “TrenoBlu - Treni<br />

turistici per il Lago d'Iseo”) come lo furono a suo tempo, con<br />

imperdonabile miopia, le mai abbastanza rimpiante <strong>Ferrovie</strong> delle<br />

Valli Bergamasche, la Rovato - Cremona, la Mantova - Peschiera e la<br />

Rezzato - Vobarno, solo per citare le più vicine a noi.<br />

11


12<br />

Bergamo<br />

Percorso della ferrovia da Palazzolo s/O a Paratico<br />

Brescia


CAPITOLO 1<br />

Le origini (dal 1870 a fine ‘800)<br />

Durante gli anni a cavallo del 1870, nel pieno fervore delle<br />

realizzazioni ferroviarie, la zona più occidentale della provincia<br />

bresciana, situata a ridosso del confine bergamasco, avvertì<br />

l’esigenza di un collegamento che consentisse il trasporto su<br />

rotaia delle merci lungo il percorso dell'Oglio. Era sempre più<br />

necessario avvicinare i territori che costeggiavano il fiume, dal<br />

suo rinascere dal lago Sebino presso Sarnico fino a Palazzolo.<br />

È in questo tratto che si sviluppò la linea ferroviaria che<br />

congiunge il comune di Palazzolo sull’Oglio con quello di<br />

Paratico, con un'estensione di circa 10 chilometri di binario.<br />

La sua realizzazione passò attraverso fasi diverse, come<br />

peraltro accadde alla maggior parte delle linee bresciane sorte in<br />

quel periodo.<br />

Gli albori della Palazzolo s/O - Paratico possono essere<br />

riassunte in tre periodi:<br />

- Anni 1872-1874: promozione del tronco ferroviario e<br />

ottenimento delle concessioni governative.<br />

- Anni 1874-1876: espropriazioni, costruzione della linea ed<br />

apertura all'esercizio della ferrovia.<br />

- Anni 1876 e seguenti: liquidazione della Società<br />

Concessionaria, subentro della nuova Società Anonima e<br />

riscossione dei sussidi stanziati dai Comuni e dagli Enti Morali.<br />

1872 - 1874.<br />

Gli anni della promozione e dei progetti ferroviari<br />

Nel 1872 iniziò la promozione del tronco ferroviario di<br />

raccordo fra Palazzolo sull’Oglio e Paratico.<br />

L'idea di realizzare una ferrovia in quella zona è dovuta ad un<br />

concorso di fattori economici, politici e commerciali.<br />

Il principale promotore fu l'industriale siderurgico Giovanni<br />

Andrea Gregorini, originario di Vezza d'Oglio in alta Valle<br />

Camonica, che aveva grossi interessi commerciali a Lovere e a<br />

Castro dove possedeva una ferriera ben avviata. Eletto nel 1870<br />

Deputato al Parlamento nel collegio Clusone-Lovere, sostenitore<br />

di idee liberali-moderate, si batté costantemente ed in prima<br />

persona per la costruzione della ferrovia. Per i suoi affari era<br />

importante collegarsi con la rete ferroviaria nazionale ed il tronco<br />

Paratico - Palazzolo s/O avrebbe consentito ai suoi prodotti finiti,<br />

che raggiungevano Sarnico sui barconi provenienti da Castro e<br />

da Lovere, di proseguire su rotaia fino alla stazione di Palazzolo<br />

sull'Oglio, a metà strada tra Brescia e Bergamo, sulla linea<br />

Milano - Venezia. Da qui avrebbero poi raggiunto i luoghi di<br />

destinazione attraverso la rete ferroviaria nazionale. Il progetto di<br />

Gregorini era stato descritto nell' opuscolo “Considerazioni e dati<br />

statistici sopra un tronco di ferrovia che congiunga il lago d'Iseo,<br />

vallate e paesi circostanti, colle grandi ferrovie italiane”,<br />

stampato dalla tipografia Lamperti di Milano nel 1872, allo scopo<br />

di propagandare la nuova linea.<br />

Il Gregorini non era però l'unico imprenditore ad avere degli<br />

interessi economici in gioco: a Palazzolo sull'Oglio era sorta fra il<br />

1856 e il 1858 una fabbrica per la produzione di calce idraulica.<br />

Lo stabilimento, che apparteneva alla ditta “Lamarque &<br />

Lutreck”, fu acquistato nel 1873 dalla “Società Italiana dei<br />

cementi e delle calci idrauliche” o più semplicemente “Italiana<br />

Cementi”.<br />

L'Italiana Cementi estraeva la materia prima dalle cave di<br />

calcare di Pilzone, sulla sponda bresciana del lago, e la<br />

13


14<br />

Riproduzione della copertina del primo progetto<br />

per una linea ferroviaria da Paratico a Palazzolo.<br />

(Archivio Tozzi).


1<br />

trasportava con delle barche fino a Paratico da dove raggiungeva<br />

lo stabilimento di Palazzolo s/O navigando il canale Fusia.<br />

Coincideva quindi coi suoi interessi la realizzazione di una<br />

ferrovia parallela al canale, in modo tale da potersene avvalere<br />

per il trasporto del calcare, abbandonando la stentata e<br />

dispendiosa navigazione sul Fusia. L'Italiana Cementi avrebbe<br />

poi instaurato un rapporto molto stretto con la ferrovia, al punto<br />

da ottenere un prolungamento dei binari all'interno degli<br />

stabilimenti e delle particolari condizioni legate allo<br />

stanziamento del sussidio a favore della società concessionaria<br />

incaricata della costruzione.<br />

La nascita della nuova ferrovia si inserì nella contesa tra<br />

bresciani e bergamaschi per il predominio del traffico<br />

commerciale verso Milano. Per meglio comprendere quello che<br />

accadde è necessario ricordare i progetti promossi agli inizi degli<br />

anni '70 dell’800 per conseguire un collegamento diretto fra<br />

Brescia e il capoluogo. All'epoca la ferrovia “Ferdinandea”<br />

collegava Brescia con Milano attraverso il lungo percorso che<br />

saliva fino a Bergamo per poi raggiungere il capolinea. Per evitare<br />

questa deviazione i bresciani, che già in passato si erano battuti<br />

contro gli interessi dei bergamaschi, cercarono di riproporre al<br />

Governo ed alla S.F.A.I., la Società (detta brevemente “Alta<br />

Italia”) che gestiva gran parte delle linee del Nord, un percorso<br />

diretto Brescia - Milano mediante la creazione del tronco<br />

Coccaglio - Treviglio. Della sua promozione si fecero carico molti<br />

esponenti politici bresciani tra cui Zanardelli, Rosa, Oldofredi<br />

Tadini e i rappresentanti degli industriali milanesi e cremonesi<br />

che avevano opifici e commerci a Chiari.<br />

I bergamaschi si sentirono minacciati dall'intraprendenza dei<br />

bresciani e reagirono con la formazione di un comitato a cui<br />

aderirono rappresentanti dei comuni di Palazzolo sull'Oglio,<br />

Sarnico, Lovere e Martinengo, i cui interessi commerciali<br />

gravitavano attorno a quelli di Bergamo.<br />

Il comitato, costituitosi il 1° marzo del 1872, si proponeva di<br />

realizzare un raccordo Treviglio - Palazzolo - Sarnico, che avrebbe<br />

consentito l'allacciamento dell'asse padano della Ferdinandea<br />

con il lago Sebino. Il contenzioso politico-economico fra i due<br />

gruppi, bresciano e bergamasco, si risolse con la costruzione, nel<br />

1876, del tronco Palazzolo s/O - Paratico per la soddisfazione dei<br />

bergamaschi e, tra il 1876 ed il 1878, di quello fra Rovato e<br />

Treviglio che, come volevano i bresciani, collegava direttamente<br />

Brescia con Milano.<br />

Del comitato pro Treviglio - Palazzolo - Sarnico faceva parte<br />

anche Gregorini. Il presidente del comitato, Luigi Cicogna,<br />

coadiuvato dal Gregorini, iniziò immediatamente un'opera di<br />

propaganda a favore del nuovo tronco, nell'intento di ottenere i<br />

finanziamenti privati che consentissero un rapido avvio dei lavori<br />

di costruzione. Il Comune di Palazzolo s/O si impegnò in modo<br />

continuo e finanziariamente rilevante durante la fase di avvio<br />

delle trattative, come testimoniano i numerosi mandati di<br />

pagamento emessi a favore del comitato promotore nei mesi<br />

immediatamente successivi alla sua costituzione. I sindaci dei<br />

comuni interessati cercarono di coinvolgere anche i centri minori<br />

delle zone che la ferrovia avrebbe attraversato. Nel frattempo il<br />

Comitato era impegnato a perfezionare le trattative con le “Strade<br />

Ferrate dell'Alta Italia” a cui sarebbe stato affidato l'esercizio del<br />

nuovo tronco ferroviario. Bisognava poi ottenere le concessioni<br />

governative (senza le quali non si sarebbero potuti iniziare i<br />

lavori) e reperire i fondi indispensabili per finanziare il tutto.<br />

15


16<br />

1949.<br />

Interno della stazione di Palazzolo sull’Oglio.<br />

(Archivio Camossi).


1<br />

Nella riunione del 24 novembre 1872, il Comitato decideva di<br />

fare un appello a tutti i Comuni interessati affinché<br />

concorressero al sostegno delle spese necessarie mediante<br />

l'offerta di una somma a fondo perduto pagabile anche in rate<br />

annuali. Gli sforzi del comitato iniziarono a dare i loro frutti. La<br />

Direzione delle “Strade Ferrate dell'Alta Italia” richiese al<br />

Governo la concessione necessaria alla costruzione della<br />

ferrovia. Il deputato Cav. Gregorini e l'Ing. Cav. Attilio Fedrighini<br />

di Ancona presentarono al Ministro delle Finanze la domanda per<br />

ottenere anche un sussidio governativo. Dalla fine del 1872 a<br />

tutto il 1873, vari Comuni e “Corpi Morali”, direttamente o<br />

indirettamente coinvolti nel progetto, deliberarono la<br />

concessione di un sussidio a fondo perduto, subordinato a<br />

condizioni particolari a seconda degli interessi di ognuno. Il 22<br />

dicembre 1872 il comune di Lovere stanziava 20.000 lire, Castro<br />

1.000 lire e Vezza d’Oglio 1.500 lire.<br />

L'interesse di questi centri, anche lontani da dove sarebbe<br />

sorta la ferrovia, era soprattutto commerciale. Vi intravedevano<br />

la possibilità di collegarsi più celermente con il resto delle ferrovie<br />

nazionali. Non c'è dubbio che la loro generosità fosse legata alla<br />

figura del cav. Gregorini che, come detto, era deputato nel<br />

collegio di Lovere, aveva industrie a Castro ed era nativo di Vezza.<br />

Lo stesso Gregorini aveva offerto un finanziamento personale di<br />

10.000 lire, aumentate poi alla cifra di 20.000 lire. Sull'esempio<br />

di Lovere anche il Comune di Sarnico, il 25 gennaio 1873,<br />

deliberava di concorrere con un sussidio di 20.000 lire, da<br />

erogarsi in dieci rate annuali a partire dal 1874, sempre che la<br />

ferrovia fosse terminata entro lo stesso 1874. Il Sindaco, il cav.<br />

Michele Orgnieri, decideva di offrire 2.000 lire alle stesse<br />

condizioni poste dalla sua Giunta. Sarnico riconosceva così<br />

l'enorme beneficio che ne sarebbe derivato per i suoi traffici<br />

commerciali ed industriali. Ma ancor più era consapevole<br />

dell'enorme svantaggio di cui avrebbe sofferto se non fosse stata<br />

realizzata la ferrovia.<br />

Nel verbale dell'assemblea si legge: “... se al Comune sarà un<br />

vantaggio incontestabile colla attivazione di questo tronco, pei suoi<br />

affari commerciali ed industriali, certamente dovrebbe risentire<br />

danni incalcolabili ove questo non avesse ad essere costruito, e<br />

ove i comuni della Valle Camonica e lago Sebino avessero a<br />

prendere un'altra direzione, per il che d'altronde si fanno<br />

attivissime pratiche”. I timori di Sarnico non erano infondati in<br />

quanto la Valle Camonica intendeva promuovere un tronco<br />

laterale di collegamento fra Coccaglio ed Iseo, in modo da potersi<br />

avvalere di una propria linea ferroviaria per i suoi prodotti. La<br />

municipalità di Palazzolo sull'Oglio, il 2 febbraio 1873 stabiliva il<br />

proprio contributo in 20.000 lire pagabile in dieci rate annuali,<br />

senza decorrenza di interessi, a partire dal giorno in cui la linea<br />

sarebbe stata aperta all'esercizio.<br />

Il coinvolgimento dei bergamaschi fu enorme, come si può<br />

dedurre dall'entità degli stanziamenti promessi dagli Enti<br />

pubblici. Comune, Provincia e Camera di Commercio di Bergamo<br />

avevano infatti deliberato dei finanziamenti per un totale di<br />

65.000 lire, subordinati alla realizzazione della ferrovia entro due<br />

anni dalla data delle delibere consiliari. Già dall'8 marzo la<br />

Camera di Commercio deliberava un concorso di 10.000 lire, il<br />

Comune di Bergamo il 10 marzo ne stanziava 15.000 e la<br />

Provincia il 25 marzo addirittura 40.000. Le condizioni imposte<br />

dalla Provincia di Bergamo erano più articolate: la linea doveva<br />

essere esercitata dalla Società dell'Alta Italia che si sarebbe<br />

17


18<br />

Cartolina d’epoca.<br />

Stazione del tram di Sarnico.<br />

(Archivio Vaini).


1<br />

impegnata a mantenere aperta al pubblico servizio la stazione di<br />

Grumello del Monte. Il sussidio sarebbe stato erogato in otto<br />

annualità, sempre che la Società continuasse il suo esercizio in<br />

modo invariato e regolare. La forte generosità della Provincia era<br />

anche dovuta al fatto che uno dei suoi membri faceva parte del<br />

comitato promotore della ferrovia.<br />

Molto meno consistente, a causa degli scarsi mezzi finanziari,<br />

fu il finanziamento deliberato dal Comune di Capriolo, ottenuto<br />

dopo un periodo di intense sollecitazioni del comitato promotore<br />

e del suo presidente Luigi Cicogna. Questo centro, ultimo con<br />

Paratico, aveva atteso fino al 27 aprile 1873 per votare un<br />

sussidio di 5.000 lire a favore della nuova linea, subordinandolo<br />

alla costruzione di una stazione ferroviaria nel Comune stesso ed<br />

esprimendo il desiderio che venisse costruita in una posizione<br />

“più prossima e favorevole al paese”. Le condizioni di erogazione<br />

del sussidio erano le stesse stabilite dal Comune di Palazzolo<br />

s/O: dieci rate annuali senza interessi dall'apertura della linea.<br />

La stazione di Capriolo avrebbe servito anche gli interessi del<br />

borgo di Adro, confinante con Capriolo. Il costo della sua<br />

costruzione non sarebbe stato inferiore alle 30.000 lire, come<br />

informava l'Ing. Salis del Commissariato Governativo delle<br />

<strong>Ferrovie</strong> dell'Alta Italia in una lettera del 20 marzo 1873<br />

indirizzata al Cicogna. I vantaggi commerciali che la nuova<br />

ferrovia faceva intravedere erano stati percepiti anche da alcune<br />

società che operavano nel Comune di Capriolo, fra le quali la<br />

“Società dei Molini Americani” che aveva assicurato il suo<br />

appoggio al comitato promotore.<br />

Non si conoscono l'ammontare dell'offerta del Comune di<br />

Paratico, anche se si sa per certo che ne venne fatta una e quello<br />

della “Società di Navigazione del lago Sebino”.<br />

Rimane il contributo offerto dalla Italiana Cementi, che come<br />

già accennato, aveva notevole interesse nella realizzazione<br />

dell'opera. Furono numerose le trattative fra questa Società e<br />

l'impresa concessionaria che nel frattempo era sorta all'interno<br />

del comitato promotore (costituita da Giovanni Andrea Gregorini,<br />

dalla Ditta Luigi & F.lli Cicogna e dalla Ditta Mazzucchelli & C.).<br />

Il 4 settembre 1874 si giungeva ad un accordo legalizzato con il<br />

rogito del Notaio Bono Pesenti. In base a questo atto la Italiana<br />

Cementi stanziava 15.000 lire a fondo perduto ma, in<br />

contropartita, esigeva dalla società concessionaria la<br />

costruzione presso la stazione di Paratico di una banchina lungo<br />

il lago con binario di raccordo. In questo modo si consentiva il<br />

trasbordo dei natanti, che trasportavano il calcare proveniente<br />

dalle cave del Montecolo di Pilzone, sui vagoni ferroviari. Così<br />

l'operazione non avrebbe avuto un costo superiore a quello che l'<br />

Italiana Cementi aveva sempre pagato per il trasbordo dai<br />

barconi del lago ai natanti minori che navigavano sulla Roggia<br />

Fusia.<br />

Il 28 agosto 1873 con Reale Decreto n° 1580 serie 2°, veniva<br />

approvata la concessione conclusasi fra l'Amministrazione dello<br />

Stato e i Signori Luigi Cicogna ed Angelo Mazzucchelli,<br />

rappresentanti anche il Gregorini. In base a questa convenzione<br />

“lo Stato concedeva e questi ultimi si obbligavano alla costruzione<br />

ed all'esercizio di un tronco ferroviario tra Palazzolo e Paratico in<br />

via solidale e a tutte loro spese, rischio e pericolo”. La Società<br />

Concessionaria si era dovuta impegnare al pagamento di una<br />

cauzione di lire 110.000 nelle casse dello Stato a testimonianza<br />

della serietà dei suoi intenti.<br />

19


20<br />

Cartolina d’epoca.<br />

Sarnico. Al centro è visibile la stazione ferroviaria<br />

con alcuni carri in sosta.<br />

(Archivio Mussinelli).


1<br />

Alcuni articoli del capitolato annesso alla convenzione erano<br />

molto significativi. L'articolo 4 stabiliva l'obbligo per i<br />

concessionari di depositare il piano particolareggiato del<br />

definitivo progetto ferroviario. L'articolo 6 li obbligava ad iniziare i<br />

lavori entro un mese dalla data di approvazione del progetto da<br />

parte del Ministero dei Lavori Pubblici. L'articolo 24 disponeva<br />

che il deposito cauzionale sarebbe stato restituito in parte solo se<br />

i lavori di costruzione fossero stati molto inoltrati e totalmente<br />

solo ad opera finita e collaudata.<br />

Mancava solamente l'approvazione del progetto definitivo e poi<br />

si sarebbero potuti iniziare i lavori. La notizia di tale<br />

approvazione venne fatta pervenire ai concessionari il 28 maggio<br />

1874 direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici. I<br />

concessionari avrebbero avuto tempo fino al 28 giugno per dare<br />

inizio ai lavori di costruzione.<br />

Nei mesi precedenti si era creata nei Comuni interessati alla<br />

realizzazione della linea una sorta di diffidenza nei confronti della<br />

Società Concessionaria. Le municipalità, quella di Sarnico prima<br />

di tutte, temevano che i concessionari volessero sottrarsi agli<br />

obblighi assunti in quanto non vedevano i segni tangibili del loro<br />

operato. La colpa del ritardo non era però imputabile a loro ma ad<br />

una serie di circostanze poco favorevoli. Come riferiva il sindaco<br />

di Sarnico alla sua Giunta, nel gennaio del 1874 una delegazione<br />

di bresciani, rappresentata dal senatore Conte Oldofredi, si era<br />

recata presso il Ministero dei Lavori Pubblici per osteggiare il<br />

tronco Palazzolo s/O - Paratico e chiedere il rinvio del deposito<br />

cauzionale, spinta dal timore che la nuova linea deviasse tutti i<br />

traffici bresciani verso Bergamo. Si legge infatti in una lettera: “..<br />

quel partito Bresciano (e non a torto) ritiene che col nostro tronco<br />

venga completamente danneggiata l'intera Provincia, e più ancora<br />

i Mandamenti di Adro e di Iseo, e per soprapiù ritiene<br />

impossibilitata la costruzione del rettilineo Treviglio - Coccaglio e<br />

quindi annullate le concepite e sicure speranze di quelli di Chiari<br />

che ritengono un fatto la ferrovia ai loro piedi!”. La spedizione non<br />

ebbe un esito favorevole in quanto il Ministero respinse le loro<br />

richieste, deciso a non osteggiare una ferrovia che sarebbe sorta<br />

senza il minimo esborso governativo. La stessa rappresentanza si<br />

recò allora presso la direzione dell'Alta Italia per proporre alla<br />

Società la costruzione e l'esercizio del tronco Brescia - Iseo,<br />

potenziale concorrente di quello Palazzolo s/O - Paratico. Ma<br />

anche questo tentativo fallì. L'Alta Italia si era rifiutata di ricevere<br />

la delegazione bresciana, comunicandole di “essere impegnata<br />

con un altro tronco che offre superiori interessi”.<br />

A tutto questo si aggiungeva la notizia della proposta di<br />

spostare la stazione di diramazione del nuovo tracciato della<br />

linea diretta per Treviglio, da Coccaglio a Rovato. Questo<br />

cambiamento avrebbe reso più costoso e difficile un eventuale<br />

futuro collegamento fra la linea Paratico - Palazzolo s/O e la<br />

progettata Chiari - Treviglio, facendo in parte sfumare i progetti<br />

dei comuni interessati. Era quindi indispensabile una rapida<br />

realizzazione del nuovo tronco. C'è da ricordare che la Società<br />

dell'Alta Italia aveva accettato l'esercizio della Palazzolo s/O -<br />

Paratico perchè si sarebbe limitata a gestirla senza sobbarcarsi<br />

l'onere della sua costruzione. L'azienda era restia a impegnarsi<br />

nella realizzazione di linee secondarie che riteneva scarsamente<br />

redditizie perché servivano interessi limitati e locali. Inoltre, nella<br />

seconda metà degli anni Sessanta, l'Alta Italia aveva attraversato<br />

un periodo di difficoltà dovuto alla generale crisi finanziaria,<br />

all'introduzione dell'imposta sui valori immobiliari e alla<br />

21


22<br />

Cartolina d’epoca.<br />

Un battello in attesa di partire da Sarnico.<br />

Sullo sfondo lo scalo ferroviario di Paratico Rivatica.<br />

(Archivio Lussana).


1<br />

separazione amministrativa delle linee italiane da quelle<br />

austriache che erano molto più redditizie.<br />

Questo insieme di cose aveva messo in agitazione tutti i centri<br />

che avevano contribuito finanziariamente alla costruzione della<br />

nuova linea, incrementando ulteriormente la tensione dei<br />

concessionari che la dovevano realizzare. Fortunatamente l'Alta<br />

Italia mantenne i suoi impegni.<br />

Espropriazioni e costruzione: una serie di difficoltà<br />

La Società Concessionaria della Palazzolo - Paratico, avuta la<br />

notizia dell'approvazione definitiva del progetto, iniziò<br />

immediatamente le pratiche per le espropriazioni dei terreni su<br />

cui sarebbe transitata la ferrovia. I Comuni interessati erano<br />

Palazzolo sull'Oglio, Capriolo e Paratico. Le pratiche, affidate<br />

all'Ingegner Giovanni Gaggia che operava per conto della Società<br />

Concessionaria, assorbirono una buona parte del tempo a<br />

disposizione per effettuare i lavori. Era necessario recarsi<br />

direttamente sui fondi da espropriare per fare una valutazione<br />

esatta del loro valore.<br />

Il Comune di Paratico fu quello in cui si crearono meno<br />

problemi, tanto che già verso la fine di luglio le espropriazioni,<br />

condotte a termine amichevolmente, avevano reso possibile il<br />

taglio degli alberi lungo il percorso ferroviario.<br />

Nel territorio di Palazzolo s/O si affrontarono i problemi più<br />

gravi e le diatribe più lunghe. L'ostacolo principale era<br />

rappresentato dal Consorzio del Canale Fusia che si opponeva<br />

all'espropriazione dei fondi di sua proprietà, tanto che si dovette<br />

richiedere l'intervento dell'Autorità Prefettizia di Brescia per<br />

ottenere un'espropriazione più o meno forzata. Questo breve<br />

canale di raccordo fra Paratico e Palazzolo s/O, navigabile per<br />

circa 10 chilometri, consentiva il trasporto dei massi calcarei<br />

provenienti da Pilzone e diretti, mediante dei piccoli natanti, allo<br />

stabilimento delle calci idrauliche di Palazzolo s/O. Sulla Roggia<br />

Fusia venivano anche trasportati legname, castagne, fieno, ferro,<br />

mattoni, pietre molitorie e carbone, tutto materiale proveniente<br />

dalle zone circostanti il lago. Con la costruzione del tronco<br />

Palazzolo s/O - Paratico, parallelo alla Fusia, sarebbero cessati i<br />

proventi che il canale era in grado di generare. Non ci si deve<br />

quindi meravigliare del fatto che i proprietari del canale non<br />

vedessero di buon occhio la nuova ferrovia.<br />

I lavori erano iniziati nei pressi di Paratico il 3 agosto 1874. La<br />

linea ferroviaria era stata suddivisa in tre sezioni, la cui<br />

realizzazione era stata appaltata a tre diverse ditte.<br />

La prima sezione iniziava dall'incrocio della strada comunale<br />

che da Rivatica (frazione di Paratico) conduce a Paratico. Si<br />

estendeva per circa tre chilometri fino al confine con il territorio<br />

di Capriolo. L'appalto era stato ottenuto da due soci, i signori<br />

Bagnaschi & Riva di Sarnico.<br />

La sezione centrale, nel territorio di Capriolo per la lunghezza<br />

di circa due chilometri, era stata appaltata al signor Galdini di<br />

Chiari.<br />

La terza sezione, che terminava alla stazione di Palazzolo e<br />

copriva una distanza di poco maggiore ai quattro chilometri, era<br />

stata affidata al signor Omboni & Soci di Palazzolo sull'Oglio. I<br />

lavori da eseguire erano molto impegnativi.<br />

Nel primo tratto era necessaria la costruzione della stazione<br />

23


24<br />

Cartolina d’epoca.<br />

Il porto di Lovere.<br />

Da notare al centro in basso una chiatta<br />

con dei carri merci durante le operazioni di carico.<br />

(Archivio Raineri).


1<br />

principale che verso la fine dell'agosto del '74 era già oltre le<br />

fondamenta. Servivano poi altri fabbricati da adibire a magazzino<br />

merci, deposito dei mezzi di trazione e alloggio per gli impiegati<br />

secondari e per i guardiani. Lungo il percorso si dovevano<br />

realizzare due caselli in muratura, tre acquedotti, un cavalcavia<br />

ed un piccolo ponte in ferro sul canale della Roggia Fusia, che<br />

doveva essere fornito direttamente dalla Società Concessionaria.<br />

La ditta appaltatrice Bagnaschi & Riva dava lavoro a circa 120<br />

braccianti, muratori, tagliapietre e falegnami, quasi tutti<br />

residenti a Sarnico.<br />

I lavori tra Paratico e Capriolo procedevano abbastanza<br />

alacremente, ma non tanto da poter rispettare la scadenza del<br />

termine concesso. Nel gennaio del 1875 erano state quasi<br />

terminate la stazione, il fabbricato per i guardiani, il deposito e la<br />

rimessa per le locomotive, così come i piani caricatori presso<br />

Paratico. Nella sezione di mezzo si prevedeva la costruzione di<br />

una stazione (dalla quale ci si attendeva un certo impulso per i<br />

grandi mulini della farina e per le cave di pietra che esistevano<br />

nei suoi paraggi), tre caselli per i guardiani, due acquedotti ed un<br />

altro piccolo ponte in ferro sulla Roggia Fusia come quello<br />

previsto nei pressi di Paratico. In questo tratto i lavori subirono<br />

notevoli ritardi a causa delle condizioni del terreno. Dalle analisi<br />

condotte prima di iniziare i lavori lo si era ritenuto di facile<br />

sterramento. Invece emersero delle grandi masse rocciose che,<br />

estendendosi molto in profondità, rendevano necessario<br />

l'impiego di numerosi minatori e manovali che era difficile<br />

reperire in quei momenti.<br />

Nell'ultima sezione si doveva costruire un terzo ponte sulla<br />

Roggia Fusia e si dovevano realizzare numerose opere murarie<br />

che si sperava di realizzare con notevole rapidità. Nonostante<br />

l'enorme impiego di mano d'opera, i concessionari non riuscirono<br />

a rispettare la scadenza del termine loro concesso per costruire<br />

ed aprire all'esercizio la ferrovia. Il termine scadeva infatti il 28<br />

novembre 1874 ma, già dal 21 ottobre, il Ministero dei Lavori<br />

Pubblici comunicava al Prefetto di Brescia di avere concesso una<br />

proroga di 4 mesi, sino al 28 febbraio 1875, per il completamento<br />

dei lavori necessari. Decorso tale termine ai concessionari<br />

sarebbero state applicate le penalità prescritte dalla legge sui<br />

Lavori Pubblici, tra cui la decadenza della concessione<br />

governativa e la perdita del deposito cauzionale di 110.000 lire.<br />

Il ritardo dei lavori era dovuto soprattutto ai problemi sorti con<br />

il Consorzio della Roggia Fusia. Il Consorzio, come già accennato,<br />

si era opposto all'espropriazione dei terreni di sua proprietà,<br />

impedendo agli appaltatori di realizzare le numerose opere<br />

murarie indispensabili in quel tratto di linea. Opere che così, con<br />

l'imminente arrivo della stagione invernale, non avrebbero<br />

potuto avere inizio causando un ulteriore ritardo nei lavori. Il<br />

Consorzio della Fusia creava anche altri impedimenti. Si<br />

opponeva alla costruzione di un ponte di passaggio sulla Fusia<br />

stessa e si scagliava contro il tratto di ferrovia che dalla stazione<br />

di Palazzolo s/O si diramava verso lo stabilimento della Italiana<br />

Cementi, rifiutandosi di considerarlo di interesse pubblico.<br />

Quest'ultima opposizione creava ulteriori problemi ai<br />

concessionari perché, nel caso in cui fosse stata accolta, non si<br />

sarebbe potuto creare il binario di raccordo per lo stabilimento<br />

delle calci, venendo meno ad un obbligo assunto con la Italiana<br />

Cementi e pregiudicandone la riscossione del sussidio.<br />

Fortunatamente il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, su<br />

interpellanza del Ministero, dichiarava inattendibile<br />

25


26<br />

L’edificio della stazione di Paratico Sarnico, lato binari.<br />

(Disegno M. Bonari).


1<br />

l'opposizione perché ritenne il tratto che conduceva alle Fornaci<br />

parte integrante della ferrovia Palazzolo s/O - Paratico, così come<br />

segnato nel progetto che era servito da base alla concessione.<br />

Si arrivò a una seconda proroga, di altri quattro mesi,<br />

concessa a tutto luglio 1875. A causa degli eventi eccezionali che<br />

l'avevano provocata, i concessionari non vennero sanzionati. A<br />

questa ne seguirono altre tre, tanto che si dovette attendere<br />

l'estate del 1876 per vedere l'intera opera realizzata.<br />

La situazione non era delle migliori. Oltre ad essere in notevole<br />

ritardo sulla tabella di marcia, la Società Concessionaria vedeva<br />

sfumare l'occasione di ottenere buoni guadagni grazie alla<br />

concorrenza che poteva esercitare a scapito del Consorzio della<br />

Fusia, da dicembre a marzo, nei periodi di magra del canale,<br />

quando la ferrovia avrebbe potuto sostituire i barconi nel<br />

trasporto delle merci destinate a Palazzolo s/O.<br />

Non bastava. Se la ferrovia fosse stata in esercizio da alcuni<br />

mesi, come avrebbe dovuto essere, avrebbe potuto esercitare una<br />

certa influenza sulle decisioni per il rettilineo Treviglio -<br />

Coccaglio. Nell'aprile del 1875, a Palazzolo s/O si organizzava un<br />

comitato promotore di due nuove linee, la Palazzolo - Treviglio e la<br />

Palazzolo - Chiari con continuazione per Soncino e Pizzighettone.<br />

Così le derivazioni industriali e commerciali del Sebino e dei vari<br />

affluenti, dirette verso Milano, Torino, Genova e viceversa, si<br />

sarebbero avvalse del tronco Palazzolo - Paratico. Il Comitato<br />

promotore della Palazzolo - Treviglio e della Palazzolo - Chiari si<br />

costituì il 25 aprile. Era composto dai Signori Andrea Gregorini di<br />

Lovere, dal Conte Alessio Suardi di Chiuduno, da Giuseppe<br />

Mornigotti di Martinengo, dal Cav. Giuseppe Piccinelli di<br />

Bergamo e dal Cav. Franco Mangili di Milano, il solo ad aver<br />

rifiutato poi l'incarico per i troppi affari che doveva curare. Alla<br />

riunione parteciparono i rappresentanti di moltissimi Comuni<br />

della zona del lago d'Iseo, della Valle Camonica, della Valle di<br />

Scalve e di Clusone, del cremonese, del milanese e del<br />

bergamasco.<br />

Nel frattempo le pressioni esterne continuavano a crescere,<br />

provocate dai continui ritardi nell'apertura della linea. La<br />

Italiana Cementi, che si attendeva un regolare trasporto di<br />

materiale indispensabile al funzionamento della propria<br />

fabbrica, proprio a causa delle continue proroghe, nel febbraio<br />

1876 dovette stipulare col Consorzio della Fusia un nuovo<br />

contratto semestrale di navigazione dal costo di 12.000 lire con<br />

scadenza 31 agosto 1876, visto che si percepiva abbastanza<br />

chiaramente l'impossibilità di una prossima apertura della linea.<br />

All'inizio del 1876 restavano ancora molti lavori da compiere,<br />

primo fra i quali la costruzione della banchina di approdo a<br />

Paratico che presentava notevoli difficoltà a causa della<br />

pendenza troppo forte nel tratto di congiunzione fra stazione e<br />

banchina. Per attenuare la pendenza sarebbe stato necessario<br />

un allungamento della linea principale, ma in questo modo le<br />

tariffe per il trasporto di merci e viaggiatori sarebbero aumentate.<br />

Il regolamento delle ferrovie in materia di tariffe stabiliva infatti<br />

che ogni frazione di chilometro si doveva considerare alla stregua<br />

di un chilometro intero. Quindi allungare la linea anche solo di<br />

pochi metri avrebbe causato un danno enorme, perché i prezzi si<br />

sarebbero calcolati su 11 chilometri e non più su 10. Perfino il<br />

Consorzio del Lago aveva creato problemi opponendosi alla<br />

realizzazione della banchina tanto che i concessionari furono sul<br />

punto di approfittarne per esimersi dalla sua costruzione.<br />

Tuttavia non sfuggirono ai loro impegni ma tardarono a<br />

27


28<br />

Stazione di Paratico Sarnico.


1<br />

realizzare le opere lungo il lago.<br />

Nell'estate del 1876 finalmente si ebbe notizia che, nella<br />

settimana compresa fra il 7 ed il 15 agosto, l'Ispettore del Genio<br />

Civile Cav. Bompiani, delegato dal Ministero dei Lavori Pubblici,<br />

ed il Commissario Governativo Cav. Bussi, si sarebbero occupati<br />

della visita di ricognizione dei lavori della ferrovia, per verificare<br />

la possibilità di una sua imminente apertura. L'esito favorevole<br />

della ricognizione diede risultati immediati, tanto che con<br />

Decreto Ministeriale del 25 agosto si autorizzò l'apertura<br />

provvisoria al pubblico esercizio della ferrovia che avvenne pochi<br />

giorni dopo, il 31 agosto 1876 (vedi nota n°1 a fine capitolo).<br />

La situazione successiva al 1876<br />

Dopo l'apertura all'esercizio provvisorio, per superare la prova<br />

del collaudo definitivo (che sarebbe stato eseguito solo quattro<br />

anni più tardi), restavano da compiere ancora molte opere di<br />

arginatura lungo il percorso ferroviario.<br />

Dovevano essere pagate le ditte appaltatrici incaricate della<br />

costruzione e quelle fornitrici dei materiali. Si dovevano definire<br />

le vertenze con i diversi Comuni sulle strade deviate o espropriate<br />

perché intersecavano la ferrovia. Bisognava far fronte alle<br />

rimostranze di alcuni finanziatori e, incombenza molto più<br />

interessante, si doveva iniziare ad incassare i sussidi promessi<br />

nella fase di promozione del tronco ferroviario da Comuni, Enti<br />

Morali e privati.<br />

I sussidi erano diventati indispensabili per la Società<br />

Concessionaria perché il costo dell'opera era stato superiore al<br />

previsto e perché era fondamentale terminare una serie di lavori.<br />

Nel frattempo la situazione economica e finanziaria dell'impresa<br />

concessionaria si era fatta sempre più difficile e pesante.<br />

A risollevare un poco il morale dei concessionari potevano<br />

forse servire le lettere con cui alcuni Comuni, in modo particolare<br />

quello di Sarnico, esprimevano il loro ringraziamento per il lavoro<br />

fatto. Il 5 settembre 1876, subito dopo l'apertura della linea, la<br />

Giunta Municipale di Sarnico scriveva al Gregorini: “Ed ecco alla<br />

fine compiuta ed aperta al pubblico esercizio anche la linea<br />

ferroviaria Sarnico - Palazzolo (N.d.r.: la dizione giusta è Paratico -<br />

Palazzolo, dato che il fabbricato della stazione è posto nel territorio<br />

di Paratico pur distando solo 100 metri dall'attiguo Comune di<br />

Sarnico) che da tanto tempo era nei voti delle nostre popolazioni.<br />

Ed ecco quindi che noi siamo in possesso di un nuovo e potente<br />

mezzo di comunicazione che allaccerà la riviera nostra e le nostre<br />

Valli Superiori alla grande arteria ferroviaria dell'Alta Italia e che ci<br />

congiunge ...ai grandi nuovi centri industriali e commerciali, ...così<br />

l'esito dei prodotti nostri e la introduzione nei nostri paesi di tutto<br />

ciò di cui era ricco il piano Lombardo, ed il restante d'Italia. Ed a chi<br />

dobbiamo noi un tanto beneficio? Lo dobbiamo unicamente a Lei,<br />

Egregio Sig. Cav., che nulla ha lasciato intentato per conseguire lo<br />

scopo, e che si è sobbarcato i sacrifici ed ogni incombenza fino a<br />

sostenere da solo il grave peso ed a scongiurare il pericolo di una<br />

immediata rovina dell'ardua impresa”.<br />

Osserviamo ora in dettaglio come si composero le varie<br />

questioni ancora aperte, iniziando dai lavori alla ferrovia.<br />

Il Decreto Ministeriale del 25 agosto 1876, col quale si<br />

autorizzava l'apertura al traffico della Palazzolo s/O - Paratico,<br />

intimava ai concessionari la costruzione di tre muri di sostegno<br />

29


30<br />

Copia e trascrizione di articoli de<br />

“LA PROVINCIA - Gazzetta di Bergamo”<br />

17 agosto 1876<br />

Ferrovia Palazzolo-Paratico - Come annunciammo, oggi ha<br />

luogo l'inaugurazione dell'esercizio della nuova linea da Palazzolo a<br />

Paratico.<br />

Il nostro corrispondente ne manderà la relazione che pubblicheremo<br />

sul numero di domani; ora crediamo utile dire come la circolazione dei<br />

convogli sulla medesima sarà regolata dal seguente orario:<br />

ant. pom. ant. pom.<br />

Bergamo .. p. 7 18 7 9 Paratico p. 7 14 7 14<br />

Brescia … p. 7 22 8 2 Capriolo … P. 7 24 7 24<br />

Palazzolo . p. 8 25 9 -- Palazzolo . a. 7 40 7 40<br />

Capriolo .. p. 8 43 9 18 Brescia … a. 8 39 7 36<br />

Paratico .. a. 8 51 9 26 Bergamo .. a. 8 55 9 34<br />

Avvertenze. Le stazioni della nuova linea saranno abilitate oltre ai<br />

trasporti dei viaggiatori e bagagli anche a quelli del numerario, delle<br />

merci, dei veicoli e del bestiame a grande quanto a piccola velocità,<br />

soltanto però in servizio interno.<br />

Tutte le tariffe generali o speciali e tutte le agevolezze vigenti sulla rete<br />

dell'Alta Italia saranno dall'anzidetto giorno in poi, estese anche alla<br />

suddetta nuova linea, tenendo conto per altro delle tasse minime<br />

stabilite dalle tariffe generali che saranno, ove d'uopo, applicate per il<br />

percorso sulla medesima.<br />

31 agosto 1876


1<br />

del corpo stradale in contatto con la Roggia Fusia, l'esecuzione<br />

dello scalo lacuale presso Paratico Rivatica ed altri lavori lungo il<br />

percorso ferroviario. Il tutto si sarebbe dovuto completare entro<br />

la fine del 1876. Nella primavera del 1877 non si era ancora dato<br />

inizio ad alcun lavoro, tanto che il Ministero dei Lavori Pubblici,<br />

con decreto 30 maggio, dovette concedere una proroga a tutto<br />

settembre del 1877. Già dall'agosto, però, i concessionari<br />

avevano comunicato la loro impossibilità a rispettare il termine<br />

concesso in quanto, per motivi di varia natura, non erano riusciti<br />

a condurre a termine i lavori di arginatura. Vennero concessi altri<br />

tre mesi, a partire dal 1° novembre 1877, per effettuare la<br />

compressione del corpo stradale e aggiungere un secondo<br />

binario alla stazione di Capriolo, richiesto per esigenze di<br />

servizio.<br />

E poi ancora sei mesi, cioè fino a fine aprile del 1878, per i<br />

lavori ai muri di sostegno e la costruzione dello scalo definitivo a<br />

lago. La nuova proroga teneva conto di eventi indipendenti dalla<br />

volontà dei concessionari, come l'innalzamento del livello del lago<br />

e le riparazioni al canale Fusia.<br />

Neppure questi termini vennero rispettati. Tutto sarebbe stato<br />

ultimato solo nell'estate del 1880 quando venne ordinata la visita<br />

definitiva di collaudo con dispaccio n° 64707/8870 del 16<br />

agosto. A partire da questa data e non oltre il 16 ottobre 1880, chi<br />

riteneva di poter vantare dei crediti nei confronti dei<br />

concessionari per occupazioni permanenti o temporanee in<br />

stabili e relativi danni, avrebbe potuto farne richiesta al Prefetto<br />

di Brescia. Si registrò solamente il ricorso del Comune di<br />

Capriolo.<br />

Ad entrare però pesantemente in conflitto con la<br />

Concessionaria fu proprio uno dei principali interessati alla<br />

realizzazione della ferrovia: la “Società Italiana dei Cementi” di<br />

Palazzolo sull'Oglio.<br />

Subito dopo l'apertura al pubblico della linea, il signor<br />

Piccinelli, direttore della Italiana Cementi, redigeva<br />

un'accuratissima relazione di tutti i danni (e relative stime) subìti<br />

dalla società stessa. I danni erano imputabili ai continui ritardi<br />

nell'esecuzione delle opere di costruzione della ferrovia e alla<br />

mancata realizzazione delle opere lacuali. Il loro ammontare era<br />

stato quantificato in 70.000 lire, cifra enorme per l'epoca, e la<br />

domanda di rifusione degli stessi venne inoltrata al Cavalier<br />

Gregorini. La cifra venne ridotta a 30.000 lire dopo mesi di<br />

intense trattative fra la società ed il procuratore del Gregorini,<br />

suo nipote Felice Ventura. In questo modo la Italiana Cementi<br />

invece di versare il suo contributo di lire 15.000 alla Società<br />

Concessionaria, ne divenne creditrice per altrettante.<br />

Nel frattempo l'organizzazione interna della Società<br />

Concessionaria era cambiata. Il 25 ottobre 1876 Gregorini<br />

divenne l'unico concessionario della società, pur rimanendo<br />

Cicogna l'incaricato di ogni liquidazione o pendenza, almeno fino<br />

al 1878. Il 26 marzo 1878, con atto del notaio Paolo Alberini di<br />

Brescia, vennero nominati due liquidatori, l'avv. Teodoro Buffoli<br />

e il Dott. Gerardi Bonaventura. A Buffoli e Bonaventura era stato<br />

affidato “...l'incarico di condurre a termine e liquidare tutti gli affari<br />

e le pendenze relative alla suddetta ferrovia, di alienare la ferrovia<br />

stessa e di realizzare tutte le attività pertinenti a quella impresa<br />

per erogare le somme ricavate nel pagamento delle passività e<br />

nella estinzione del giro cambiario inerenti alla relativa azienda,<br />

conferendo(ci) tutte le facoltà all'uopo necessarie”.<br />

31


32<br />

Luglio 1876.<br />

Carta delle Strade Ferrate del Regno d’Italia.<br />

Manca ovviamente la Palazzolo - Paratico che verrà aperta<br />

alla fine del successivo mese di agosto.<br />

(Tipografia Eredi Botta, Torino - Archivio Nembrini).


1<br />

L'alienazione della ferrovia era l'unica soluzione possibile per<br />

far fronte alle pressioni dei creditori che divenivano sempre più<br />

insistenti. Già alla fine del 1876 era stato proposto l'acquisto<br />

della linea alla Italiana Cementi, che ne avrebbe sicuramente<br />

tratto notevoli vantaggi, vista la natura del legame di dipendenza<br />

fra la società stessa e la ferrovia. Il Consiglio di amministrazione<br />

dell'azienda di Palazzolo s/O rifiutò la proposta invitando i<br />

concessionari ad una revisione della struttura societaria. Nel<br />

gennaio 1877 venne proposta la costituzione di una Società<br />

Anonima per la ferrovia Palazzolo - Paratico, che si sarebbe resa<br />

concessionaria della linea subentrando all'impresa<br />

concessionaria attuale in tutti i suoi oneri. Si pensò ad un<br />

capitale sociale di un milione di lire, raccolto per metà in azioni e<br />

per metà in obbligazioni. La proposta venne ulteriormente<br />

elaborata e nel giugno dello stesso anno la Banca Generale di<br />

Milano stabiliva l'acquisto della ferrovia per 500.000 lire. La<br />

banca si dichiarava inoltre disposta a sottoscrivere metà del<br />

capitale azionario della costituenda Società Anonima, cioè<br />

250.000 lire, a condizione che buona parte della restante metà<br />

venisse sottoscritta dalla Italiana Cementi ed una parte dalla<br />

Banca Bergamasca. Il Consiglio di Amministrazione della<br />

Italiana Cementi decise di coprire un quarto del capitale<br />

azionario, partecipando per 125.000 lire, assicurandosi in<br />

questo modo, quale proprietaria della ferrovia, la possibilità di<br />

influire direttamente sulla Palazzolo - Paratico.<br />

Occorse all'incirca un anno e mezzo per perfezionare le<br />

pratiche. Nel frattempo uno dei concessionari, la Ditta<br />

Mazzucchelli, era fallita e, durante il 1878, era mancato il Cav.<br />

Giovanni Andrea Gregorini .<br />

Con “istromento” del 29 gennaio 1879 gli ex concessionari, o<br />

meglio i loro rappresentanti, vendettero la ferrovia alla “Società<br />

Anonima per la ferrovia Palazzolo - Paratico al lago d'Iseo”, con<br />

sede in Milano e capitale interamente versato di lire<br />

cinquecentomila. L'ingegner Salmoiraghi di Milano divenne il<br />

consigliere delegato della società anonima. Presso la Banca<br />

Generale di Milano venne costituito in deposito l'ammontare di<br />

tutti i prezzi insoluti delle espropriazioni operate dalla<br />

precedente Società Concessionaria.<br />

Alla nuova “Società Anonima” spettava il compito di condurre<br />

a termine tutte le vertenze ancora aperte, prima tra tutte la<br />

riscossione rateale dei sussidi. Già il 9 e il 10 settembre 1876<br />

Luigi Cicogna aveva scritto ai Sindaci di Palazzolo s/O, Capriolo e<br />

Sarnico, invitandoli a onorare le promesse fatte nel 1873,<br />

procedendo al rilascio dei mandati relativi alla prima rata da<br />

versare.<br />

Palazzolo s/O e Capriolo non crearono problemi. Sarnico, che<br />

aveva posto delle condizioni all'erogazione del proprio sussidio<br />

che i concessionari non erano stati in grado di rispettare,<br />

deliberò il pagamento della prima rata. Veniva lasciata in<br />

sospeso l'erogazione delle rate successive, tenuto conto che i<br />

concessionari non avevano completato la ferrovia entro il 1874 e<br />

quindi il Comune poteva considerarsi sciolto dagli obblighi<br />

assunti. La Società Concessionaria, con numerosi creditori da<br />

esaudire, non poteva attendere la lenta riscossione rateale dei<br />

finanziamenti. Così, mediante i suoi due liquidatori, l'Avvocato<br />

Buffoli e il Dottor Gerardi, formulò ai Comuni coinvolti una<br />

soluzione alternativa, proponendo (era il 12 maggio 1878) il<br />

versamento in contanti dell'intero sussidio, in cambio di uno<br />

sconto da concordarsi per gli interessi decorrenti dal giorno del<br />

33


34<br />

Luglio 1876.<br />

La linea non è ancora in esercizio, ma da questo orario è possibile<br />

trovare indicazioni per Sarnico e il piroscafo del lago d’Iseo.<br />

(Archivio Nembrini).


1<br />

pagamento a quello delle scadenze delle singole rate. I motivi<br />

della richiesta erano: “...l'urgente necessità di soddisfare varie<br />

passività inerenti alla detta Impresa e di sostenere notevoli spese<br />

per i lavori che restano da compiersi per il definitivo collaudo della<br />

suddetta linea ferroviaria”.<br />

Alcuni Comuni aderirono alla proposta mentre altri, fra i quali<br />

Sarnico, per carenze di fondi immediatamente disponibili<br />

dovettero rifiutare. La proposta non ebbe seguito e la Società<br />

concessionaria si dovette accontentare di continuare con le<br />

riscossioni rateali. I liquidatori della concessionaria intentarono<br />

una causa contro il Comune di Sarnico per ottenere il pagamento<br />

del finanziamento promesso. Il 14 agosto 1878 il Comune di<br />

Sarnico deliberava di non pagare la seconda e la terza rata in<br />

scadenza. Il rifiuto si richiamava alla deliberazione del 25<br />

gennaio 1873 con la quale si stanziava un sussidio di lire 20.000<br />

subordinato alla costruzione ed apertura della ferrovia entro la<br />

fine del 1874. A Sarnico c'era profonda insoddisfazione per il<br />

servizio ferroviario che si riteneva “...molto lontano dall'essere<br />

anche appena soddisfacente”. A causa degli orari ferroviari era<br />

infatti molto disagevole l'uso della linea per raggiungere<br />

Bergamo, perché erano previste ore di attesa alla stazione di<br />

Palazzolo s/O.<br />

Il servizio ferroviario di linea e i treni utilizzati<br />

Al momento dell'apertura al traffico la ferrovia Palazzolo s/O -<br />

Paratico prevedeva due corse giornaliere per i viaggiatori. La<br />

corsa mattutina era in coincidenza col treno n° 76 da Brescia e<br />

col treno n° 77 da Bergamo. La corsa serale coincideva con<br />

l'arrivo dei treni n° 79 da Bergamo e n° 80 da Brescia. Per la<br />

trazione si utilizzavano delle locomotive di terza categoria in<br />

grado di rimorchiare, alla velocità di 30 Km orari, circa 210<br />

tonnellate di peso. I vagoni merci erano per lo più destinati al<br />

trasporto dei calcari, della ferramenta, della legna e del carbone<br />

provenienti dal lago d'Iseo. Al trasporto dei passeggeri si<br />

provvedeva con un'unica carrozza ed un carro per i bagagli.<br />

Le due corse giornaliere non erano però sufficienti per<br />

soddisfare le crescenti esigenze di spostamento dei viaggiatori,<br />

tanto che già nel gennaio del 1877 i Comuni di Sarnico, Paratico,<br />

Capriolo e Palazzolo s/O chiedevano alla Direzione Generale<br />

dell'Esercizio delle <strong>Ferrovie</strong> dell'Alta Italia di aggiungere alcune<br />

carrozze per i viaggiatori ai treni merci che transitavano lungo la<br />

linea. La risposta dell'Alta Italia fu negativa, essendo questi treni<br />

merci facoltativi, quindi senza una precisa frequenza giornaliera.<br />

I merci venivano utilizzati solo quando non si poteva provvedere<br />

al trasporto dei materiali con i treni viaggiatori misti. Inoltre,<br />

rendendo questi treni ordinari, la spesa per la loro gestione<br />

sarebbe stata di competenza non più della Società<br />

Concessionaria ma dell'Alta Italia. I rapporti fra i Comuni e l'Alta<br />

Italia non erano dei migliori, anche perché quest'ultima<br />

sembrava essere restia ad accordare qualsiasi tipo di<br />

concessione. Per esempio, ancora prima dell'apertura<br />

all'esercizio della linea, il Comune di Sarnico aveva inoltrato una<br />

richiesta per l'utilizzo della linea telegrafica di cui era<br />

interamente dotata la nuova ferrovia. La domanda teneva conto<br />

dell'esistenza in zona di un elevato numero di industriali e di<br />

negozianti. Con questa concessione l'Alta Italia poteva favorire gli<br />

affari dei commercianti oltre che apportare dei vantaggi<br />

35


36<br />

Maggio1903.<br />

Copia anastatica di uno degli atti di richiesta<br />

di cambio denominazione della stazione di Paratico.<br />

(Archivio Tozzi).


1<br />

all'esercizio ferroviario ma essa rimandò in continuazione la<br />

propria risposta. Dati i precari rapporti con l'Alta Italia, il<br />

Comune di Sarnico, nel maggio del 1877, inviava una richiesta<br />

direttamente al Ministero dei Lavori Pubblici affinché<br />

intercedesse presso la Società stessa per ottenere l’inserimento<br />

di un terzo treno coincidente con l'arrivo a Palazzolo s/O dei treni<br />

n° 78 da Brescia e n° 75 da Bergamo. La richiesta era stata<br />

sottoscritta dal Comune di Lovere e da quelli delle valli<br />

circostanti, a sottolineare la grande importanza che il nuovo<br />

mezzo di comunicazione rivestiva per tutti quei paesi. Con la<br />

nuova corsa anche la navigazione a vapore sul lago d'Iseo,<br />

penalizzato dalla parziale mancanza di coincidenze fra l'orario<br />

dei battelli e quello dei treni, avrebbe potuto svolgere un servizio<br />

migliore. L'effettuazione di una terza corsa risultava ancora più<br />

necessaria in vista del futuro incremento dei trasporti delle<br />

merci.<br />

Dal 5 marzo 1878 il servizio ferroviario adottò un orario<br />

diverso. Le corse rimanevano sempre due, ma quella serale era<br />

stata anticipata, con grave danno per le comunicazioni di tutta la<br />

zona interessata. Tutti coloro che da Sarnico e da Paratico<br />

volevano recarsi a Bergamo, erano costretti ad una sosta di<br />

un'ora alla stazione di Palazzolo s/O in attesa della coincidenza.<br />

Risultava addirittura più veloce l'uso della diligenza passante per<br />

Grumello, nonostante gli abitanti di Sarnico e Paratico avessero<br />

la ferrovia fuori casa. L'irritazione del Comune di Sarnico si<br />

faceva sempre più manifesta. Nell'ottobre del 1879 non si era<br />

ottenuto alcun miglioramento. Tanto che il primo cittadino di<br />

Sarnico, il signor Parigi, prendendo atto che una modifica degli<br />

orari dell'Alta Italia non era possibile (la Società avrebbe dovuto<br />

modificare a cascata gli orari di tutte le linee ferroviarie di sua<br />

proprietà) affermò che solo con l'assunzione diretta dell'esercizio<br />

da parte dei proprietari della ferrovia si sarebbe potuto ottenere<br />

qualche vantaggio. Parigi auspicava anche una collaborazione<br />

con la “Navigazione dei Battelli a Vapore di Lovere”, per attivare<br />

delle corse in coincidenza con i treni in arrivo.<br />

La richiesta del terzo treno venne finalmente accolta<br />

nell'agosto del 1880.<br />

Seguì la richiesta di estendere anche alla ferrovia Palazzolo -<br />

Paratico il beneficio dei biglietti festivi e di quelli di andata e<br />

ritorno, nella convinzione che con queste agevolazioni il traffico<br />

passeggeri avrebbe fatto registrare un considerevole aumento,<br />

così come sarebbe migliorato quello commerciale.<br />

Il Comune di Sarnico richiese anche di ottenere l'indicazione<br />

della dicitura “Ferrovia Palazzolo - Paratico Sarnico” negli orari<br />

ferroviari. Si pensava che l'indicazione di Sarnico fosse più<br />

orientativa rispetto a quella di Paratico per tutti i viaggiatori che<br />

non risiedevano nella zona. Ma anche in questi casi le risposte<br />

tardarono, tanto che ancora nel marzo e nell'aprile del 1881<br />

Sarnico aveva sollecitato una rapida soluzione alle nuove<br />

richieste anche in previsione della apertura dell'Esposizione<br />

Nazionale che si sarebbe tenuta a maggio nel suo territorio.<br />

I primi anni di esercizio: alcuni dati<br />

La linea ferroviaria Palazzolo - Paratico svolgeva<br />

prevalentemente un servizio di trasporto merci. Per poter<br />

eseguire al meglio ed in piena sicurezza le operazioni di trasporto,<br />

erano necessarie continue manutenzioni alle locomotive, alla<br />

37


38<br />

Bologna, 21 settembre 1949.<br />

Riproduzione di etichetta utilizzata per l’invio di un pacco<br />

destinato al Deposito Locomotive di Paratico Sarnico.<br />

(Archivio Ferrovia Basso Sebino).


1<br />

sede ed agli impianti ferroviari e l'impiego di personale qualificato<br />

per la sorveglianza ai passaggi a livello ed alle stazioni.<br />

La situazione non mancò di riflettersi nel bilancio di esercizio<br />

dove le principali spese erano riconducibili ai servizi<br />

amministrativi che, dal 1877 al 1883, erano sempre stati molto<br />

elevati.<br />

Il servizio di manutenzione rappresentò un notevole onere<br />

finanziario soprattutto all'inizio dell'attività. Nei primi cinque<br />

anni di esercizio ebbero maggiore peso le spese per la<br />

sorveglianza e la manutenzione dell'armamento, anche perché<br />

quelli furono gli anni in cui i concessionari dovettero terminare i<br />

lavori di arginatura lungo il percorso ferroviario ed era quindi<br />

indispensabile una continua vigilanza.<br />

Altrettanto rilevanti furono le spese per il combustibile (circa il<br />

35% del totale delle uscite di questa categoria), quelle della<br />

manutenzione delle carrozze, dei carri, delle locomotive e dei<br />

tenders e le spese per la condotta e la pulitura.<br />

Nella categoria “Servizio del traffico” le uscite per il servizio alle<br />

stazioni rappresentarono da sole il 70% delle spese, seguite da<br />

quelle per il servizio dei convogli, dalle spese d'ufficio e dal<br />

servizio centrale.<br />

Il bilancio d'esercizio comprendeva un'ultima categoria,<br />

comprendente le spese generali, che includeva le assicurazioni<br />

generali per perdite, avarie ed incendi e le spese diverse.<br />

Gli introiti vennero suddivisi in quattro gruppi: a) viaggiatori,<br />

b) trasporti a grande velocità, c) trasporti a piccola velocità, d)<br />

introiti diversi.<br />

I viaggiatori furono suddivisi in viaggiatori di prima, seconda e<br />

terza classe, trasporti per conto del Governo, convogli speciali ed<br />

introiti diversi. I maggiori introiti li fornirono i viaggiatori di terza<br />

classe. I trasporti a grande velocità si effettuavano con i treni<br />

viaggiatori e misti e riguardavano i più svariati tipi di merci<br />

compresi i cavalli, i cani ed il bestiame in genere. I trasporti a<br />

piccola velocità si effettuavano solo con i treni merci. Nell'ultima<br />

voce, relativa agli introiti diversi, spiccavano i telegrammi privati<br />

che presentavano un andamento crescente nel tempo.<br />

L'anno successivo all'apertura, il 1877, fece registrare entrate<br />

per 76.224 lire e uscite per 63.960 lire; il risultato netto fu di<br />

12.264 lire con due sole coppie di treni in esercizio. Nel 1878<br />

diminuirono le entrate e rimasero stabili le uscite, con un<br />

risultato finale negativo di 2.355 lire. Le cose peggiorarono<br />

ancora nel 1879 quando le perdite raggiunsero quota 17.109 lire.<br />

Nel 1880, con l'aggiunta ad agosto di una terza coppia di treni, la<br />

perdita si dimezzò raggiungendo le 8.606 lire. L'anno peggiore fu<br />

il 1881 quando il risultato negativo toccò le 19.473 lire, per<br />

tornare positivo nel 1882 con un guadagno di 1.800 lire. Il buon<br />

risultato fu passeggero, tanto che nel 1881 le uscite superarono<br />

le entrate per 14.736 lire.<br />

La ferrovia quindi operò quasi sempre in perdita per parecchi<br />

anni.<br />

Ma la nuova linea raggiunse comunque l’obiettivo di mettere<br />

direttamente in comunicazione i centri attraversati con le<br />

principali aree padane. I viaggiatori della Palazzolo - Paratico<br />

rappresentavano circa il 3,4% degli utenti della Milano -<br />

Peschiera, l'1% della linea Treviglio - Rovato (aperta nel 1878) e<br />

porzioni meno consistenti di clientela della Peschiera - Venezia,<br />

della Bergamo - Lecco, della Treviglio - Cremona e di altre linee<br />

del nord Italia.<br />

39


40<br />

Stazione di Paratico Sarnico.<br />

Particolare di cartolina d’epoca, con in primo piano<br />

la rimessa locomotive ed il dormitorio.<br />

Sulla destra dell’edificiosi nota una locomotiva a vapore<br />

in attesa di entrare in servizio.<br />

(Archivio Nembrini).


1<br />

Per quanto riguarda il movimento di derrate, merci e bagagli a<br />

grande velocità, si avevano contatti, oltre che con le linee<br />

sopracitate, anche con altre tratte che andavano oltre il territorio<br />

lombardo, a conferma del fatto che i prodotti della zona compresa<br />

fra Palazzolo s/O e Sarnico fossero destinati anche a mercati<br />

lontani. Che si avessero spedizioni anche da linee estere è<br />

confermato da alcune note di carico degli spedizionieri F.lli<br />

Giacomuzzi per merce trasportata dall'Austria, dal transito di<br />

Ora, alla stazione ferroviaria di Paratico, via Palazzolo. Le lettere<br />

sono state compilate ad Auer (Ora) e portano le date del 13<br />

novembre 1876, 9 agosto 1877 e 31 agosto 1877, nonché il<br />

timbro della dogana austriaca.<br />

Relativamente al movimento delle merci a piccola velocità,<br />

oltre a tutte le linee già citate si devono aggiungere: la Milano -<br />

Camerlata (Como), la Milano - Pavia, la Milano - Piacenza, la<br />

Milano - Vigevano, la Alessandria - Novi - Piacenza, la Torino -<br />

Cuneo - Saluzzo, la Verona - Peri e la Cremona - Mantova.<br />

Passando ad analizzare il movimento dei principali tipi di<br />

prodotti che transitavano nelle tre stazioni della linea, per<br />

viaggiatori e merci a grande velocità (quelle trasportate sui treni<br />

viaggiatori e misti) nella stazione di Paratico si registrava una<br />

netta prevalenza di sacchi vuoti, seguita da seta greggia e<br />

manifatturata, filati e tessuti di lana, lino, canapa, cotone, merci<br />

non nominate, indumenti personali, articoli di moda, mercerie,<br />

chincaglierie, profumi, legumi, ortaggi e verdure fresche, pesci,<br />

ostriche ed altri frutti di mare e tonno sott'olio, prodotti coloniali<br />

e medicinali. A Capriolo transitavano maggiormente sacchi<br />

vuoti, seta greggia e manifatturata e merci non nominate. Infine<br />

alla stazione di Palazzolo s/O il maggiore movimento era fatto<br />

registrare dalla seta, dalle merci non nominate seguite dai<br />

bozzoli, foglie di gelso (soprattutto nel 1879), aceto, vermouth,<br />

vini e sacchi vuoti.<br />

La situazione cambiava per le merci che viaggiavano a piccola<br />

velocità, ossia quelle per cui era necessario l'utilizzo dei treni<br />

merci. Complessivamente era preponderante il trasporto di<br />

materiale da costruzione. A Capriolo prevaleva il trasporto di<br />

cereali, legumi secchi, farine e crusca, seguito da quello delle<br />

pietre, prodotti minerali diversi, combustibili e macchine da<br />

costruzione. A Paratico si registrava un forte movimento di<br />

minerali e materie prime per l'industria metallurgica,<br />

combustibili, cereali, legumi secchi, farine e crusca, pietrame,<br />

legname grezzo, stracci, materie coloranti e generi per tinta e<br />

conce e materie tessili gregge. A Palazzolo sull'Oglio, oltre al<br />

movimento delle merci descritto per Paratico, si segnalavano i<br />

transiti di sacchi e recipienti vuoti, concimi, stampati, carta ed<br />

oggetti di cancelleria.<br />

I trasporti delle merci sulla linea Palazzolo s/O - Paratico<br />

rispecchiavano l'economia delle zone circostanti. Sarnico aveva<br />

un'economia prevalentemente agricola ed estrattiva. Nelle colline<br />

circostanti esistevano numerosi filoni di arenaria e pietra<br />

utilizzate per la costruzione di macine e per le costruzioni civili ed<br />

ornamentali. A Capriolo era stato installato un mulino che<br />

utilizzava il sistema anglo-americano, era cioè fornito di due<br />

ruote di pietra per la macina. Il mulino si trovava nei pressi della<br />

stazione e così si spiega l'abbondanza degli approvvigionamenti<br />

di cereali trasportati con la strada ferrata. Anche in questo<br />

Comune una delle attività trainanti era quella estrattiva, al cui<br />

sviluppo la ferrovia contribuì in modo considerevole, tanto che<br />

41


42<br />

Un momento del duro lavoro necessario per<br />

fare viaggiare una locomotiva a vapore.<br />

(Foto Silva / Ferrari Comunicazione).


1<br />

nel 1883 esistevano tredici cave di arenaria che fornivano lavoro<br />

a circa trecento operai. Il Comune di Palazzolo s/O era, fra i tre<br />

considerati, il più industrializzato. Vantava già da tempo<br />

un'organizzazione del lavoro a livello industriale grazie alla<br />

presenza delle acque dell'Oglio e dei suoi canali che fornivano<br />

forza motrice e del buon approvvigionamento di materie prime.<br />

La possibilità di avere dei rifornimenti quotidiani di materiale<br />

offerta dalla nuova linea ferroviaria venne ben sfruttata dagli<br />

imprenditori dell'epoca, che decisero di installare sul territorio<br />

dei filatoi per il cotone ed incrementarono il numero dei<br />

bottonifici esistenti. Gli effetti più evidenti dell'apertura della<br />

linea Palazzolo - Paratico furono rappresentati dall'incremento<br />

dell'attività estrattiva delle cave di Pilzone, i cui massi calcarei<br />

erano destinati alla “Società Italiana dei Cementi” di Palazzolo<br />

s/O e che rappresentavano anche la principale merce<br />

trasportata sulla linea stessa.<br />

L'apertura al traffico della nuova ferrovia segnò anche l'inizio<br />

di un periodo di intensi scambi fra i paesi del lago d'Iseo e quelli<br />

della pianura circostante fino a quando non venne aperta, nel<br />

1885, la linea Brescia - Iseo che fu in grado di esercitare una<br />

certa concorrenza alla Palazzolo - Paratico.<br />

La nuova tratta ferroviaria lungo il fiume Oglio aveva inoltre<br />

provocato la fine della navigazione sulla Roggia Fusia che aveva<br />

un corso parallelo e che non era in grado di concorrere con il<br />

nuovo mezzo di trasporto. Del resto aveva pure perso uno dei suoi<br />

principali clienti, la “Italiana Cementi” che non si avvaleva più<br />

delle sue navette per il trasporto del calcare.<br />

43


44<br />

Sarnico. 23 gennaio 1906<br />

Riproduzione di cartolina impostata ed inviata a mezzo treno<br />

ove ricevette il timbro del Messaggere Postale.


Il servizio postale sulla Palazzolo s/O - Paratico<br />

Sulla Palazzolo - Paratico era in funzione un servizio postale<br />

sin dal 1893. Per lo meno questa è la data più remota di cui si<br />

abbia testimonianza certa.<br />

Era un servizio ambulante, munito di regolari annulli postali<br />

per l'obliterazione delle affrancature sulle corrispondenze.<br />

Il timbro più antico porta la dicitura “Paratico - Palazzolo”,<br />

mentre i più recenti, del 1912 e del 1917, indicano “Treno<br />

Paratico - Palazzolo” e “Treno Palazzolo - Paratico”.<br />

Il servizio postale sulla Palazzolo - Paratico continuò per<br />

parecchi decenni e fu soppresso all'inizio della seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Di seguito vengono riprodotti due diversi tipi di timbri<br />

annullatori.<br />

I. Doppio cerchio con lunette<br />

tratteggiate, recante la scritta<br />

“PARATICO - PALAZZOLO”, del<br />

diametro di 2,90 mm. e con fregio<br />

inferiore.<br />

Veniva usato sia con inchiostro nero<br />

(più raro), sia con inchiostro verde ed<br />

azzurro.<br />

La data d'uso più remota conosciuta è<br />

del 2 febbraio 1893.<br />

La data d'uso più recente conosciuta è<br />

dell’11 settembre 1909.<br />

È molto probabile che sia esistito anche<br />

l'annullo gemello “PALAZZOLO -<br />

PARATICO”.<br />

II. Doppio cerchio con lunette non<br />

tratteggiate del diametro di 2,80 mm. e<br />

con stella inferiore.<br />

Probabilmente sostituì il primo tipo in<br />

data imprecisata.<br />

Veniva usato solo con inchiostro nero.<br />

Sono noti i due timbri gemelli.<br />

Il primo è abbastanza raro. Reca la<br />

d i c i t u r a “ T R E N O P A R A T I C O -<br />

PALAZZOLO” con la data d'uso più<br />

remota conosciuta fin ora: 28 febbraio<br />

1912.<br />

Il secondo reca la dicitura “TRENO<br />

PALAZZOLO - PARATICO” con la data<br />

d'uso più recente fin ora nota: 23<br />

febbraio 1917.<br />

Quest'ultimo annullo è rarissimo.<br />

Veniva usato per timbrare telegrammi<br />

espresso di Stato in arrivo alla stazione<br />

ferroviaria di Palazzolo sull'Oglio.<br />

45


46<br />

Copie di orari del servizio viaggiatori sulla Palazzolo s/O - Paratico<br />

Sarnico che evidenziano l’incremento costante delle corse.<br />

Anno 1915<br />

Anno 1933<br />

Anno 1939<br />

Anno 1954


Nota n°1<br />

LA PROVINCIA GAZZETTA DI BERGAMO<br />

1 Settembre 1876<br />

Inaugurazione della linea Palazzolo - Paratico<br />

del giorno 31 agosto 1876<br />

Alle ore otto e mezza antimeridiane, gli invitati riuniti alla<br />

Stazione di Palazzolo, partivano alla volta di Paratico; fra i<br />

presenti si notavano: il prefetto di Brescia comm. Salaris,<br />

incaricato dal Ministro dei lavori pubblici, il consigliere delegato<br />

di quella Prefettura, il commissario governativo conte Morando, il<br />

cav. Gelmi capo traffico della ferrovia dell'Alta Italia, il sig. Ballini<br />

direttore della Banca provinciale di Brescia, il d.r Antonio<br />

Piccinelli membro del Consiglio d'amministrazione della Società<br />

dei Cementi, il direttore cav. d.r Giuseppe Piccinelli, il deputato<br />

Suardo. La stampa era rappresentata dalla Gazzetta di Bergamo,<br />

Sentinella Bresciana, Libero Operaio e Perseveranza. La nostra<br />

Città non aveva nessun rappresentante, nè della Provincia, nè<br />

del Municipio; la Camera di Commercio invece, nella persona del<br />

proprio presidente, cav. d.r Ercole Piccinelli deputato, volle<br />

prender parte al felice avvenimento. Non mancavano i sindaci dei<br />

Comuni di Paratico, Sarnico e Capriolo e molte altre persone le<br />

quali non ci è possibile ricordare e che aumentavano il numero<br />

dei concorrenti, rendendo più bella e più animata la scena.<br />

Il convoglio percorse, in 25 minuti, i dieci chilometri di<br />

strada; arrivati a Paratico al suono delle Bande musicali ed in<br />

mezzo ad una festosa accoglienza da parte di quella popolazione,<br />

gl'intervenuti si dispersero per esaminare i lavori al lago per il<br />

trasbordo delle merci e le località adiacenti dove sembra debba<br />

sorgere la stazione per il servizio della piccola velocità. Alle 10 ore<br />

vennero invitati ad una refezione, per gentile pensiero,<br />

apprestata dai signori concessionari cav. Gregorini e sig. Cicogna<br />

di Palazzolo.<br />

Sulla fine di questa seduta, rallegrata dalle bande<br />

musicali, nella quale regnò la più schietta allegria e buon umore,<br />

si alzò il prefetto di Brescia a portare un brindisi al Re ed alla sua<br />

famiglia, al ministro Zanardelli, alle due città di Bergamo e<br />

Brescia ed alla nostra Camera di Commercio; disse che<br />

quantunque interprete infedele dei sentimenti del Ministro, era<br />

tuttavia felice di esprimere in questa circostanza il suo pensiero<br />

per il fatto compiutosi e che per molto tempo era stato soggetto di<br />

dubbio ed incredulità; ringrazia tutti che coadiuvarono il<br />

benemerito Comitato promotore e particolarmente<br />

l'Amministrazione della ferrovia dell'Alta Italia per la lodevole<br />

sollecitudine adoperata a raggiungere il desiderato intento.<br />

Il cav. Gelmi, con parola facile ed elegante, fa gli auguri per<br />

la prosperità della linea; ricorda i benefici ed i vantaggi che ne<br />

verranno ai luoghi percorsi dalla locomotiva; e porta un brindisi<br />

ai concessionari Cicogna e Gregorini. Presero la parola poscia il<br />

deputato Piccinelli, il senatore conte Sanseverino di Crema;<br />

ricordando entrambi gli eminenti servigi resi al paese da<br />

Gregorini quando solo, sulla breccia, lottava contro la<br />

concorrenza straniera e quanti diritti egli abbia all'amore della<br />

sua patria, provocarono uno scoppio di applausi prolungati per<br />

parecchi minuti; in questo momento la commozione<br />

s'impossessò dell'animo di tutti e non mancarono le lagrime; fu<br />

un degno e spontaneo tributo offerto a questa nobile esistenza,<br />

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vera personificazione del lavoro che porta scritto sulla sua<br />

immacolata bandiera, il sagrificio da una parte e l'onore<br />

dall'altra.<br />

Anche il deputato Suardo ricordò come nel movimento di<br />

sviluppo delle linee ferroviarie, non esclusa la presente, ebbe<br />

un'azione diretta e decisiva anche il ministro Spaventa e che<br />

sarebbe stata ingratitudine il non ricordarlo in questa<br />

circostanza.<br />

La concorde adesione di tutti gli intervenuti rese giustizia<br />

alla verità ed opportunità delle sue osservazioni.<br />

Vi farò grazia degli altri brindisi dove si parlò del lago<br />

d'Iseo redento, del sorriso delle sponde del Sebino e dei forestieri<br />

che accorreranno numerosi a respirare le aure balsamiche di<br />

una terra benedetta dal Cielo; facciamo voti che ciò si avveri<br />

nell'interesse di tutti.<br />

Ad un'ora pomeridiana si fece ritorno a Palazzolo per<br />

partire, ciascuno alla propria destinazione, soddisfatti<br />

dell'accoglienza ricevuta. Vorrei dirvi qualche cosa sulla linea,<br />

benissimo eseguita ma di infelice tracciato, ma è un argomento<br />

che scotta fra le mani e mi potrebbero far sentire la terribile<br />

parola: che non sono dell'arte.<br />

Il Ministro spediva al Prefetto di Brescia il seguente<br />

telegramma:<br />

Invitato alla inaugurazione della ferrovia Palazzolo -<br />

Sarnico pel 31, avendo io in tal giorno precedente impegno a<br />

Ferrara e Bondeno, per le questioni delle bonifiche e della difesa<br />

nel Po, prego di rappresentarmi a detta inaugurazione<br />

ZANARDELLI<br />

-------------------------------------------------------------------------------------<br />

La Perseveranza ha il seguente dispaccio:<br />

Palazzolo, 31 agosto<br />

L'inaugurazione delle Ferrovia Palazzolo - Sarnico alla<br />

quale non intervenne l'onor. Zanardelli, contrario a questa linea,<br />

riescì felicemente tra la generale letizia.<br />

Al banchetto, che ebbe luogo a Sarnico, il Prefetto di<br />

Brescia, il senatore Sanseverino, i deputati Piccinelli, Gregorini e<br />

Suardo fecero discorsi.<br />

L'onor. Suardo ricordò la concessione data dallo Spaventa<br />

e il coraggio ed i sagrifici dei concessionari (Applausi).

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