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In questo articolo abbiamo voluto descrivere la nostra ... - Asa

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DIARIO DI UNA DOMENICA DI SETTEMBRE<br />

A cura di Franco Quattrocchi e Camillo Palermo<br />

<strong>In</strong> <strong>questo</strong> <strong>articolo</strong> <strong>abbiamo</strong> <strong>voluto</strong><br />

<strong>descrivere</strong> <strong>la</strong> <strong>nostra</strong> esperienza<br />

nelle operazioni di bonifica di un ordigno inesploso del<strong>la</strong> Seconda Guerra Mondiale in modo che<br />

possa servire come traccia per situazioni analoghe. <strong>In</strong> tal senso <strong>abbiamo</strong> esteso il racconto<br />

anche ad aspetti di tipo organizzativo e logistico non strettamente attinenti al<strong>la</strong> distribuzione del<br />

gas ma che contribuiscono a dare un’idea generale sul<strong>la</strong> complessità di una operazione di<br />

<strong>questo</strong> tipo e sulle azioni da mettere in campo.<br />

“<strong>In</strong> memoria degli Italiani che per quelle bombe persero <strong>la</strong> vita, gli affetti ….”<br />

Premessa: il 23 agosto 2011, nel comune di Livorno, durante i <strong>la</strong>vori di scavo di un canale nel<br />

Quartier Venezia, veniva individuato un ordigno inespoloso, identificato poi come una bomba di<br />

aereo da 1104 libbre AN-M65 ad alto contenuto di demolizione, armata con due spolette, di<br />

fabbricazione statunitense risalente all’ultimo conflitto mondiale.<br />

Trovandosi in un quartiere ad alta densità abitativa, le operazioni di bonifica hanno obbligato ad<br />

un processo di pianificazione spinta e di coinvolgimento di numerose competenze.<br />

Il Nucleo Bonifica Ordigni Esplosivi del 2° Reggimento Genio Pontieri, dopo aver chiesto<br />

all’Amministrazione Comunale di procedere ad un primo inscato<strong>la</strong>mento dell’ordigno con<br />

tavo<strong>la</strong>me di legno ed al<strong>la</strong> realizzazione di un rilevato di<br />

sabbia grosso<strong>la</strong>na di 3.00 m di altezza dal piano di<br />

campagna, individuava una zona di pericolo pari ad un<br />

cerchio di raggio pari ad 1 km dal punto di ritrovamento<br />

dell’ordigno.<br />

Figura 1: <strong>la</strong> bomba appena rinvenuta<br />

Tale decisione avrebbe comportato un livello di complessità<br />

molto elevata, interessando una grossa porzione del<br />

territorio cittadino, compreso l’ospedale e quartieri ad alta<br />

densità abitativa ma per quel che ci riguarda direttamente,<br />

avrebbe interessato centinaia di metri di rete gas in bassa e<br />

media pressione.<br />

Con l’obiettivo di ridurre il raggio del “cerchio di evacuazione” da 1000 a 500 m e quindi limitare<br />

<strong>la</strong> complessità del problema veniva concordato con gli Artificieri di realizzare un muro in<br />

“multibloc” attorno all’ordigno ritrovato con un perimetro di 40,00 m ed altezza pari a 5,00 m<br />

dal p.c.<br />

Nomen:<br />

U.S. BOMB, 1,000-LB, DEMOLITION HE AN-M65<br />

Category: Bombs<br />

Country of Origin: UNITED STATES<br />

Explosive: Composition B<br />

Case Material: Cast Steel<br />

Markings: Prior to 11 March, 1942, these bombs would have been painted<br />

yellow all over, with b<strong>la</strong>ck manufacturers markings; since that date<br />

they have been painted olive drab with a one-inch yellow band around the<br />

nose and base and a 1/4-inch band around the center of gravity


DIARIO DI UNA DOMENICA DI SETTEMBRE<br />

<strong>In</strong> pratica un gigantesco muro a secco costituito da enormi “Lego” incastrati tra loro.<br />

<strong>In</strong> conseguenza dei <strong>la</strong>vori di marginamento, l’area oggetto di evacuazione, contenuta in un<br />

raggio di 500 metri dal punto di ritrovamento dell’ordigno si riduceva a 0.785 Km 2 con una<br />

popo<strong>la</strong>zione interessata di “sole” 4.860 unità.<br />

Il programma per quel<strong>la</strong> domenica (11 settembre<br />

2011, data che evocava ben più celebri<br />

esplosioni) prevedeva una prima fase di<br />

evacuazione (due ore, dalle 7 a.m. alle 9 a.m.)<br />

nel<strong>la</strong> quale tutte le persone (e tutti gli animali da<br />

compagnia) avevano l’obbligo di allontanarsi<br />

dalle proprie case, ponendosi al di fuori del<strong>la</strong> zona<br />

di pericolo<br />

Figura 2: posizionamento dei blocchi<br />

(“Danger Zona 1”). A tal fine veniva allestito un Centro di Accoglienza per i cittadini presso il<br />

Pa<strong>la</strong>sport di Livorno collegato da un servizio navetta del<strong>la</strong> locale azienda di trasporti urbani.<br />

Figura 3: panoramica del<strong>la</strong> costruzione del muro<br />

PAGINA 2


PAGINA 3 DIARIO DI UNA DOMENICA DI SETTEMBRE<br />

Figura 4: P<strong>la</strong>nimetria del<strong>la</strong> zona evacuata<br />

<strong>In</strong> Piazza del<strong>la</strong> Repubblica, ubicata fuori dall’area oggetto di evacuazione, ma sufficientemente<br />

prossima al luogo di ritrovamento del<strong>la</strong> bomba, veniva invece allestito lo spazio logistico idoneo<br />

ad ospitare le associazioni di volontariato presenti durante le operazioni, i mezzi di Primo<br />

Soccorso dei Vigili del Fuoco e di altre Forze Pubbliche, compreso lo spazio per l’eventuale<br />

atterraggio dell’elicottero di soccorso.<br />

I veicoli, motoveicoli e natanti potevano restare in loco sebbene l’amministrazione comunale<br />

avesse fortemente raccomandato l’allontanamento, non garantendo alcun riconoscimento in<br />

caso di danni diretti o indiretti derivanti dalle operazioni di disinnesco.<br />

Nel frattempo i varchi, individuati dal<strong>la</strong> Polizia Municipale, come si legge nel<strong>la</strong> Ordinanza firmata<br />

dal Sindaco per “l’evacuazione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione rientrante nel raggio di 500 m dal<strong>la</strong> posizione<br />

dell’ordigno e per il divieto di circo<strong>la</strong>zione”, venivano presidiati oltre che dai Vigili Urbani anche<br />

dal<strong>la</strong> Protezione Civile del Comune di Livorno, dalle forze di Polizia e dalle Associazioni di<br />

Volontariato presenti (Croce Rossa Italiana, SVS, Misericordia, Ass. Naz. Carabinieri, RadioFides,<br />

GAV del<strong>la</strong> Provincia, Etruria Soccorso, Ass. Fiamme Gialle Toscana e Ass. Europea operatori<br />

Polizia).


DIARIO DI UNA DOMENICA DI SETTEMBRE<br />

Il coordinamento delle operazioni di evacuazione veniva affidato al Responsabile del 118.<br />

Questo perché alcuni residenti o non erano autosufficienti o non erano nelle condizioni di essere<br />

trasportati se non in ospedale essendo sottoposti a trattamenti clinici non interrompibili.<br />

Noi, <strong>la</strong> mattina dell’operazione, eravamo al Centro Operativo del<strong>la</strong> Prefettura denominato Centro<br />

Operativo Misto o <strong>In</strong>cident Control Point, ospitato nel<strong>la</strong> Caserma dei Carabinieri, proprio perché<br />

anche <strong>la</strong> Prefettura rientrava nel perimetro di evacuazione. <strong>In</strong> costante collegamento con gli<br />

operatori in campo, seguivamo ogni singo<strong>la</strong> fase delle operazioni con potere decisorio ed<br />

esecutivo in ordine ad ogni evenienza o emergenza che sarebbe potuta accadere.<br />

Le televisioni locali seguivano l’evento in diretta, tenendo informata <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione minuto per<br />

minuto.<br />

Alle 9.00 in punto, le ultime verifiche sullo stato del<strong>la</strong> evacuazione, mentre <strong>la</strong> DIGOS pattugliava<br />

le strade per evitare episodi di sciacal<strong>la</strong>ggio.<br />

Lo spazio aereo sul<strong>la</strong> zona di despolettamento era stato nel frattempo interdetto fino ad<br />

un’altezza di 3.400 piedi (circa 1000 m).<br />

Il Distributore di Energia Elettrica aveva<br />

interrotto <strong>la</strong> fornitura, disalimentando le<br />

cabine a servizio del<strong>la</strong> zona oggetto<br />

delle operazioni.<br />

Noi avevamo, nelle immediate vicinanze,<br />

una tubazione gas in polietilene ad alta<br />

densità in bassa pressione del diametro<br />

DE 160 mm a servizio dell’iso<strong>la</strong>to<br />

composto dalle strade Viale Caprera,<br />

Scali delle Barchette e via di Venezia.<br />

Tale tubazione poteva essere causa di<br />

ulteriori effetti disastrosi in caso di<br />

def<strong>la</strong>grazione.<br />

Figura 5: Scavo aperto in Piazza del<br />

Pamiglione (foto di V. Desideri)<br />

PAGINA 4<br />

Nel<strong>la</strong> via di Venezia, inoltre, accanto al<strong>la</strong><br />

rete di bassa pressione DE 225 mm<br />

alimentata dal<strong>la</strong> cabina di zona<br />

“Venezia” con portata di 2.000 mc/h era<br />

presente altresì una tubazione di media<br />

pressione, in acciaio rivestito in<br />

polietilene, DN 250 che, per <strong>la</strong> pressione di esercizio e per le distanze ridotte dal luogo del<br />

ritrovamento, doveva essere necessariamente dec<strong>la</strong>ssata a 7 a specie.


Figura 6: posizionamento del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> (foto di V. Desideri)<br />

Tale tubazione, pur essendo magliata con altre tubazioni principali e alimentata da tre RE.MI, per<br />

essere intercettata e dec<strong>la</strong>ssata senza recare danni, sebbene ancora in fase estiva, necessitava<br />

l’inserimento di una valvo<strong>la</strong> in piazza del Pamiglione, in modo da intercettare un tratto che non<br />

comprendesse GRF.<br />

L’inserimento avveniva con <strong>la</strong>rgo anticipo, a monte dell’alimentazione del<strong>la</strong> cabina del<strong>la</strong> piazza<br />

suddetta e l’operazione veniva eseguita con l’ausilio di tamponatrici inserite nel<strong>la</strong> tubazione stessa.<br />

Tale operazione ha permesso il dec<strong>la</strong>ssamento a 7 a specie di un tratto che comprendeva<br />

esclusivamente una cabina di zona.


DIARIO DI UNA DOMENICA DI SETTEMBRE<br />

Figura 7: operai ASA al <strong>la</strong>voro in Piazza del Pamiglione (foto di V. Desideri)<br />

Pertanto chiudendo <strong>la</strong> nuova valvo<strong>la</strong> inserita, intercettando il flusso a monte di un’altra cabina di<br />

secondo salto (Scali Cerere) ed aprendo il by pass del<strong>la</strong> cabina di via del<strong>la</strong> Venezia, si poteva ottenere<br />

l’erogazione a 20 mm sul tratto intercettato in media pressione.<br />

Tale operazione veniva predisposta fin dal<strong>la</strong> settimana precedente il despolettamento.<br />

PAGINA 6<br />

Per <strong>la</strong> bassa pressione, nelle immediate vicinanze del luogo di ritrovamento dell’ordigno, venivano nel<br />

frattempo inserite 2 valvole di intercettazione provvisorie DE160 PEAD che, mediante un riduttore<br />

modificato, hanno potuto garantire una alimentazione costante sul<strong>la</strong> zona di pericolo pari a 4 mbar.<br />

Tale stato ha messo in sicurezza <strong>la</strong> tubazione in quanto avevamo <strong>la</strong> certezza di non avere aria nel<strong>la</strong><br />

condotta tale da formare una misce<strong>la</strong> esplosiva, e, nello stesso tempo, con il riduttore inserito,<br />

avremmo avuto anche il blocco di alimentazione nel caso gli eventi avessero comportato un aumento<br />

repentino del<strong>la</strong> portata. <strong>In</strong> tal caso il brusco abbassamento di pressione avrebbe mandato in blocco il<br />

dispositivo di riduzione.<br />

Tale scelta non solo ha comportato sicurezza durante <strong>la</strong> fase esecutiva del despolettamento ma ha<br />

anche agevo<strong>la</strong>to <strong>la</strong> rimessa in pressione, in quanto, avendo posto in opera un manometro registratore,<br />

potevamo verificare e garantire <strong>la</strong> continuità del<strong>la</strong> presenza del gas e quindi il ripristino a regime a 20<br />

mbar in tempi rapidissimi.


L’alternativa sarebbe stata <strong>la</strong> bonifica con gas inerte (azoto) del<strong>la</strong> tratta di condotta in Bassa<br />

Pressione che avrebbe però comportato tempi lunghi sia per l’esecuzione iniziale sia per <strong>la</strong> successiva<br />

riattivazione necessariamente preceduta dallo spurgo dell’aria dalle condotte.<br />

Figura 8: il saldatore (foto di V. Desideri)


La fase esecutiva, è partita 24 ore prima dell’orario di despolettamento, con <strong>la</strong> chiusura del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong><br />

di intercettazione di media con conseguente abbassamento di pressione nel<strong>la</strong> tratta intercettata.<br />

Figura 9: La Protezione Civile informa i cittadini durante l’evacuazione (foto di V. Desideri)<br />

La domenica mattina, giorno del’evento, dopo aver collegato il by pass sul<strong>la</strong> cabina “Venezia” per<br />

mantenere <strong>la</strong> pressione a 20 mbar sul<strong>la</strong> rete dec<strong>la</strong>ssata <strong>abbiamo</strong> intercettato le due valvole<br />

provvisorie sul<strong>la</strong> bassa mantenendo l’erogazione costante a 4 mbar e <strong>la</strong> messa in servizio del<br />

riduttore.<br />

Il tempo massimo disponibile per il despolettamento era previsto in 90 minuti. <strong>In</strong> caso di insuccesso,<br />

si sarebbe dovuto far esplodere l’ordigno sul posto.<br />

Alle 10. 00 a.m. appena fuori dal<strong>la</strong> zona interdetta, le autoambu<strong>la</strong>nze con personale medico a bordo<br />

e le autocisterne dei Vigili del Fuoco attendevano gli eventi pronti ad intervenire.<br />

Nessuna nave presente nel<strong>la</strong> zona interdetta del porto aveva passeggeri a bordo.<br />

Silenzio assoluto, atmosfera surreale. Nessuna persona, nessun esercizio commerciale aperto.<br />

La splendida giornata di sole illuminava <strong>la</strong> città deserta.<br />

Poco dopo le 10.20, senza l’ausilio di strumentazione robotizzata, gli artificieri estraevano <strong>la</strong> prima<br />

spoletta, seguita a breve distanza dal<strong>la</strong> seconda.<br />

Al centro operativo un app<strong>la</strong>uso salutava lo scampato pericolo.


Una volta in sicurezza, <strong>la</strong> bomba, oramai non c<strong>la</strong>ssificabile come tale, veniva caricata su un mezzo<br />

militare e, scortata dai Vigili del Fuoco, da una autoambu<strong>la</strong>nza del<strong>la</strong> Croce Rossa e dal<strong>la</strong> Polizia<br />

Stradale, veniva scortata per il suo ultimo viaggio verso una cava dell’entroterra pisano (Lajatico) dove<br />

intorno alle 15.00 p.m. veniva fatta bril<strong>la</strong>re.<br />

Nel frattempo al termine delle operazioni di despolettamento, cessato l’al<strong>la</strong>rme, dopo aver verificato<br />

sul manometro registratore che <strong>la</strong> pressione non era mai scesa al di sotto dei 4 mbar, mediante<br />

graduale riapertura delle valvole provvisorie DE 160 sul<strong>la</strong> bassa pressione <strong>abbiamo</strong> riaperto<br />

l’erogazione.<br />

Figura 10: Saldatura f<strong>la</strong>ngia (foto di V. Desideri)<br />

L’operazione ha avuto successo per una serie concomitante di fattori: intanto nei giorni precedenti<br />

avevamo provveduto ad una capil<strong>la</strong>re informazione sia con supporti cartacei che ai singoli cittadini in<br />

modo da sensibilizzarli sul<strong>la</strong> necessità di chiudere <strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> del contatore.<br />

La pressione era rimasta costante ed inalterata evidenziando quindi che sia rete che derivazioni di<br />

utenza erano a perfetta tenuta.<br />

Le colonne direttamente collegate al<strong>la</strong> rete e monitorate da manometro registratore erano sempre<br />

rimaste aperte.<br />

Al termine delle operazioni, veniva chiuso il bypass all’interno del GRF del<strong>la</strong> Venezia e gradualmente<br />

rimessa in pressione <strong>la</strong> rete di media aprendo <strong>la</strong> nuova valvo<strong>la</strong> a suo tempo inserita. <strong>In</strong> Piazza del<br />

Pamiglione.<br />

Nei giorni successivi eliminate le valvole provvisorie veniva ricostruita <strong>la</strong> continuità del<strong>la</strong> rete.<br />

I <strong>la</strong>vori di programmazione avevano permesso chiusura e riattivazione in tempi rapidi (circa 20 minuti<br />

ad operazione) riducendo al minimo i disagi al<strong>la</strong> cittadinanza.

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