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Rivista mensile • Giugno <strong>2011</strong> • N. 11 • Anno XXXV Sped. in A.P. Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 • Filiale di Padova ISSN 1127-0667<br />
AZIMUTH<br />
<strong>2011</strong><br />
In questo numero<br />
VOI SIETE UN DONO PREZIOSO<br />
CI HAI CHIAMATO, SIAMO QUI<br />
UNA POLITICA “PER” E “CON“ GLI ALTRI<br />
CRISTIANI SI DIVENTA, NON SI NASCE<br />
SICURAMENTE SCOUT<br />
VADEMECUM PER GEMELLAGGI E SCAMBI<br />
LA CAMBUSA<br />
Scout d’Europa
SCOUT D’EUROPA<br />
Rivista mensile<br />
Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />
Cattolici della Federazione dello Scautismo Europeo<br />
ANNO 35 • N. 11 • GIUGNO <strong>2011</strong><br />
<strong>Azimuth</strong> per Capi n. 3/<strong>2011</strong><br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Giuseppe Losurdo<br />
DIRETTORI<br />
Pietro Antonucci e Marialuisa Faotto<br />
LA REDAZIONE<br />
Responsabili delle rubriche:<br />
Giocare il Gioco: Giuliano Furlanetto<br />
Cittadini degni del Vangelo: Stefano Bertoni<br />
Nelle Sue mani: Fabio Sommacal<br />
Lavori in corso: Maria Sanchez<br />
Orizzonte Europa: Loriana Pison e Vincenzo Daniso<br />
Regionando: Marco Fedrigo<br />
Radici: Attilio Grieco<br />
Nello zaino: Pier Marco Trulli<br />
In bacheca: Massimiliano Urbani<br />
Hanno collaborato con scritti: Giuseppe D’Andrea,<br />
Sergio Colaiocco, Stefano Bertoni, Pietro<br />
Antonucci, Marialuisa Faotto, Ileana, Serena,<br />
Carla Barocci, Alberto Tattoli, Alice Zanchettin,<br />
Fabrizio Cuozzo, Maria Rosaria Maura, Donatella<br />
Paparella, Luigi Ingrassia, Attilio Grieco, Michela<br />
Marino, Don Giovanni Paccapelo, Maddalena<br />
Paccapelo, Angela Vanini, Antonio Zoccoletto,<br />
Loriana Pison, Andrea Padoin, Massimiliano Urbani,<br />
Pier Marco Trulli<br />
Hanno collaborato con immagini e foto:<br />
Nadia Morasca Masucci, Gianluca Ubertini,<br />
Alessandro Trulli, Giuseppe Masucci, Luvi Cantono di<br />
Ceva, Lorenzo Ara, Maria Belardinelli, Federica<br />
Marchioni, Alice Zanchettin, Fabrizio Cuozzo, Maria<br />
Rosaria Maura, Floriana Costa, Alberto Tattoli,<br />
Donatella Paparella, Luigi Ingrassia, Michela Marino,<br />
Attilio Grieco, Maddalena Paccapelo, Portatadino<br />
Marta, Valentina Scortichini, Loris Di Battista, Marco<br />
Ciafro, Gabriele Cirelli, Andrea Padoin<br />
Loghi: Luciano Furlanetto e Ellerregrafica<br />
Progetto grafico: Ellerregrafica<br />
Coordinamento di Redazione: Pier Marco Trulli<br />
Segreteria di Redazione: Silvia Dragomir<br />
E-mail di Redazione: azimuth@fse.it<br />
Direzione, Redazione e Amministrazione:<br />
via Anicia, 10 - 00153 Roma<br />
Autorizz. del Tribunale di Roma n. 17404 del 29.09.1978<br />
- Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge<br />
662/96 da Filiale di Padova<br />
Stampa: Tipografia T. Zaramella real. graf. Snc,<br />
Selvazzano (PD)<br />
Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si<br />
restituiscono, salvo diverso accordo precedente con la<br />
Direzione. Tutti i collaboratori hanno la responsabilità<br />
e conservano la proprietà delle loro opere. La<br />
riproduzione di scritti comparsi su questa rivista è<br />
concessa a condizione che ne venga citata la fonte.<br />
Rivista associata<br />
all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />
STAMPATO SU CARTA ECOLOGICA<br />
Chiuso in redazione il 20 giugno <strong>2011</strong><br />
2<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Editoriale<br />
Un’esperienza<br />
importante<br />
Pier Marco Trulli<br />
Siamo ormai in estate: voli estivi, vacanze di branco, campi<br />
estivi, routes e campi mobili sono alle porte. Sono esperienze<br />
diverse, a seconda delle branche e delle età delle<br />
nostre ragazze e ragazzi, ma per tutti possono essere un’esperienza<br />
preziosa, un’occasione di crescita, un momento di<br />
svolta. Perché al campo non ci si può nascondere: le maschere<br />
alla fine cadono, le coperture vengono meno, ci si deve mettere<br />
in gioco.<br />
Dipenderà molto anche da come abbiamo preparato le attività,<br />
scelto il luogo o l’itinerario, lavorato in pattuglia e con<br />
i ragazzi. La preparazione paga sempre, anche se non sempre<br />
viene apprezzata: la differenza però spesso è nei dettagli. Se<br />
sono curati si vede, e questo dà un tono all’esperienza del<br />
campo estivo, così come a tutte le altre.<br />
Facciamo allora uno sforzo, non accontentiamoci di fare<br />
“taglia e incolla” con i programmi degli anni precedenti.<br />
Anche se il tempo per preparare spesso non è mai abbastanza.<br />
Mettiamoci del nostro, tenendo sempre conto del livello tecnico<br />
dei nostri ragazzi e della necessità di essere concreti: cerchiamo<br />
di proporre attività valide, belle, avventurose.<br />
Questo aiuterà anche noi e ci farà crescere. Sono ancora debitore<br />
dei momenti di preparazione delle vacanze di branco,<br />
dei brainstorming per tirare fuori le idee migliori e più avvincenti.<br />
E se abbiamo dubbi o difficoltà, facciamo come B.-P. e<br />
chiediamo ai ragazzi (“Ask the boy!”): potrà essere una cosa<br />
semplice, ma se risponde alle loro aspettative andrà sicuramente<br />
bene.<br />
Non dimentichiamo poi, in particolare per le prime due<br />
branche, un adeguato sopralluogo sul posto del campo. È im-
portante ascoltare i consigli degli altri e tener<br />
conto delle problematiche già vissute nei contesti<br />
in cui si andrà, ma è necessario sperimentare<br />
di persona il posto, verificarne le<br />
caratteristiche, testarne le capacità. E vedere<br />
anche quello che al momento non c’è, ma ci<br />
potrebbe essere.<br />
Non dobbiamo aver timore, inoltre, dei<br />
conflitti e delle difficoltà. Per quello che abbiamo<br />
detto, è l’effetto del mettersi in gioco<br />
e del venir meno delle maschere. Spesso gli<br />
stessi ragazzi hanno un’esperienza limitata<br />
della vita in comune e della fraternità, e faticano<br />
a trovare modi e contenuti per affrontare<br />
discussioni, far valere il proprio punto di<br />
vista, essere assertivi. Dobbiamo sapere che<br />
queste situazioni fanno parte del gioco e che<br />
sono veramente un’occasione di crescita.<br />
Lasciamo spazio, poi, ai tempi di riflessione<br />
e di preghiera. Garantiamo che i nostri campi<br />
siano il luogo di un incontro personale con<br />
Cristo. Proviamo a trovare e a valorizzare<br />
quella “merce rara” che sono gli assistenti ecclesiastici.<br />
Se c’è un rapporto personale, tutto<br />
sarà più semplice, e la vita di fede sarà più<br />
viva e concreta.<br />
Quaderni on line<br />
I nsieme al numero 3/<strong>2011</strong> di <strong>Azimuth</strong> troverete<br />
on line, sul sito associativo (portale Capo e Capi,<br />
approfondimenti), i numeri 3 e 4 del supplemento<br />
“Quaderni on line”. Il primo sussidio è un percorso<br />
di preghiera con la natura, a cura di Don Gianni Facchetti,<br />
Assistente Nazionale Guide.<br />
È stato pensato e sperimentato per un Campo di seconda<br />
Branca, ed è utilizzabile perciò preferibilmente<br />
per riflessioni per ragazze e ragazzi di tale fascia di<br />
età (Esploratori/Guide).<br />
Il secondo è la traccia di un’uscita di spiritualità, a<br />
cura di Don Giuseppe Cavoli, Assistente Nazionale<br />
Esploratori. La riflessione parte da un brano della lettera<br />
di Giacomo (“con le mie opere vi mostrerò la mia<br />
fede”), per ricordarci l’importanza decisiva del corpo e<br />
delle opere nell’approccio cristiano alla vita, e sollecitare<br />
una nostra risposta piena ed una preghiera con tutti<br />
e cinque i sensi. I supplementi sono visualizzabili on line<br />
oppure scaricabili, in formato PDF, e riutilizzabili per le<br />
necessità delle Capo e dei Capi interessati.<br />
Infine, ma non meno importante di quanto<br />
fin qui detto, cerchiamo di non preoccuparci<br />
eccessivamente. Di gustare i momenti che<br />
stiamo vivendo, e di ringraziare Dio per le occasioni<br />
che si creano, senza ansie esagerate. E,<br />
più che fare, ricordiamoci di essere. Di vivere<br />
noi per primi quello che proponiamo. Sarà<br />
un’esperienza importante e preziosa.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 3
4<br />
NELLE SUE MANI<br />
Il saluto del Papa alle Guide e Scouts d’Europa<br />
“VOI SIETE UN<br />
DONO PREZIOSO”<br />
GIOVANNI PAOLO II<br />
In occasione della beatificazione del Servo di Dio Karol Wojtila, Papa<br />
Giovanni Paolo II, che ha visto arrivare a Roma oltre un milione e<br />
mezzo di pellegrini tra il 30 aprile ed il 2 maggio, pubblichiamo il<br />
saluto che ci rivolse nel 2003 in occasione dell’Eurojam. Assieme al discorso<br />
che Giovanni Paolo II tenne in un’udienza alle Guide e Scouts<br />
d’Europa il 3 agosto 1994, anche in quel caso in occasione di un Eurojam,<br />
è una ricchezza ed una eredità specifica per la nostra Associazione,<br />
che tutti siamo chiamati a testimoniare. Il saluto del 1994 è<br />
disponibile on-line sul sito associativo. Nelle pagine seguenti, inoltre, riportiamo<br />
una testimonianza del servizio svolto in occasione della cerimonia<br />
di beatificazione.<br />
Alle Guide e Scouts d’Europa<br />
riuniti per il sesto Jamboree europeo<br />
30 giugno 2003<br />
1. In occasione del jamboree europeo dell’Unione Internazionale<br />
delle Guide e Scouts d’Europa che si svolge in Polonia, sono<br />
lieto di rivolgervi, care Guide e Scouts d’Europa, un cordiale<br />
saluto e di assicurarvi della mia profonda unione nella preghiera.<br />
Il tema di questo “Eurojam”, “Duc in altum!”, riprende<br />
le parole di Gesù a Pietro: “Prendi il largo” (Lc 5,4).<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Cari giovani, rispondete con<br />
generosità all'appello di Cristo<br />
che vi invita a prendere il<br />
largo e a diventare suoi<br />
testimoni, scoprendo la fiducia<br />
che Cristo ha in voi per<br />
inventare un avvenire con lui.<br />
Questa missione che la Chiesa<br />
vi affida, per poter essere<br />
effettuata richiede<br />
innanzitutto che coltiviate una<br />
vita di preghiera autentica,<br />
nutrita dai sacramenti,<br />
specialmente dall'Eucaristia e<br />
dalla Riconciliazione.<br />
Itinerario privilegiato di<br />
crescita spirituale, l'esperienza<br />
Scout è un percorso di grande<br />
valore per l'educazione<br />
integrale della persona. Essa<br />
aiuta a vincere la tentazione<br />
dell'indifferenza e<br />
dell'egoismo per aprirsi al<br />
prossimo e alla società.
Esso vi invita ad approfondire l’itinerario<br />
spirituale che è stato proposto ai cristiani di<br />
tutto il mondo al termine del grande Giubileo<br />
dell’anno 2000 e, lo scorso anno, ai giovani a<br />
Toronto.<br />
2. Cari giovani, rispondete con generosità<br />
all’appello di Cristo che vi invita a prendere il<br />
largo e a diventare suoi testimoni, scoprendo<br />
la fiducia che Cristo ha in voi per inventare un<br />
avvenire con lui. Questa missione che la<br />
Chiesa vi affida, per poter essere effettuata richiede<br />
innanzitutto che coltiviate una vita di<br />
preghiera autentica, nutrita dai sacramenti,<br />
specialmente dall’Eucaristia e dalla Riconciliazione.<br />
Come ho sottolineato nella recente enciclica<br />
Ecclesia de Eucharistia, “ogni impegno verso<br />
la santità [...] deve attingere dal mistero eucaristico<br />
la forza necessaria ed orientarsi verso di lui come<br />
verso la vetta” (n. 60). È quindi importante che<br />
la Santa Messa costituisca il centro e la vetta<br />
di questo incontro, come di tutti gli incontri e,<br />
in modo particolare, lo sia nella celebrazione<br />
settimanale del Giorno del Signore.<br />
Itinerario privilegiato di crescita spirituale,<br />
l’esperienza Scout è un percorso di grande valore<br />
per l’educazione integrale della persona.<br />
Essa aiuta a vincere la tentazione dell’indifferenza<br />
e dell’egoismo per aprirsi al prossimo<br />
e alla società. L’esperienza Scout può favorire<br />
efficacemente l’accoglienza delle esigenze<br />
della vocazione cristiana: essere “il sale della<br />
terra e la luce del mondo” (cfr. Mt 5, 13-16). Vi invito<br />
ad essere fedeli alla ricca tradizione del<br />
movimento Scout, impegnato nella formazione<br />
al dialogo, al senso della giustizia, alla<br />
lealtà, alla fraternità nei rapporti sociali. Un<br />
simile stile di vita può essere il vostro contributo<br />
originale alla realizzazione di una fraternità<br />
più grande e più autentica fra i popoli di<br />
Europa, un apporto prezioso alla vita delle società<br />
nelle quali vivete.<br />
NELLE SUE MANI<br />
3. Care Guide e Scouts d’Europa, voi siete<br />
un dono prezioso non solo per la Chiesa, ma<br />
anche per la nuova Europa che si sta costruendo<br />
sotto i vostri occhi, e voi siete chiamati<br />
“a partecipare, con tutto l’ardore della vostra<br />
giovinezza, alla costruzione dell’Europa dei popoli,<br />
perché ogni persona sia riconosciuta nella sua dignità<br />
di figlio amato da Dio e per una società fondata sulla<br />
solidarietà e sulla carità fraterna” (Udienza con le<br />
Guide e Scouts d’Europa, 3 agosto 1994).<br />
4. Al santuario mariano di Jasna Gora, che<br />
mi è così caro, andrete a rinnovare dinanzi alla<br />
Vergine di Czestochowa le vostre promesse<br />
battesimali, la vostra Promessa Scout e la vostra<br />
volontà di essere veri apostoli dell’amore<br />
del Signore. Andrete a rinnovare l’Atto di Affidamento<br />
a Nostra Signora dell’Annunciazione,<br />
già pronunciato quasi venti anni fa nella Cattedrale<br />
di Notre Dame di Parigi, in occasione<br />
del vostro primo incontro europeo. Da allora,<br />
il fiat con il quale Maria ha risposto alla volontà<br />
del Signore è divenuto un elemento centrale<br />
nella spiritualità delle Guide e Scouts d’Europa,<br />
in maniera particolare attraverso la preghiera<br />
dell’Angelus e del Rosario. Possano<br />
questi momenti di preghiera mariana, in quest’anno<br />
consacrato alla Madonna del Rosario,<br />
continuare ad impregnare le vostre giornate,<br />
ravvivando nei vostri cuori la memoria della<br />
meravigliosa opera della Redenzione compiuta<br />
per noi da Nostro Signore Gesù Cristo!<br />
Quando tornerete nelle vostre case, nelle<br />
vostre famiglie, nelle vostre comunità, arricchiti<br />
dall’esperienza di queste giornate, lasciate<br />
risonare in voi la parola di Gesù: “Io<br />
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”<br />
(Mt 28, 20). Sostenuti dalla Sua grazia, cercate<br />
di vivere il vostro impegno con rinnovato entusiasmo;<br />
in questo modo lo scautismo sarà<br />
per voi “un mezzo di santificazione nella Chiesa”<br />
che favorirà e incoraggerà “una unione più intima<br />
fra la vita concreta e la vostra fede” (Statuto<br />
Federale, art. 1,2,7).<br />
Questo è l’augurio che formulo per voi<br />
nella preghiera. Invocando sul vostro incontro<br />
europeo, sui responsabili dell’Unione Internazionale<br />
delle Guide e Scouts d’Europa e su<br />
ciascuno di voi l’intercessione della Beata Vergine<br />
di Czestochowa, di cuore accordo a tutti<br />
una affettuosa Benedizione Apostolica.<br />
Da Castel Gandolfo, il 30 luglio 2003.<br />
GIoVANNI PAoLo II<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 5
6<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
NELLE SUE MANI<br />
La beatificazione di Giovanni Paolo II<br />
CI HAI CHIAMATO,<br />
SIAMO QUI<br />
Giuseppe d’Andrea Commissario Regione Ovest<br />
Per molti di noi l’incontro con Giovanni Paolo II è stato<br />
un momento rilevante, di svolta nella propria vita; quel<br />
suo grido “non abbiate paura” ancora risuona nelle orecchie<br />
e nel cuore, soprattutto nei momenti in cui siamo chiamati<br />
a testimoniare la nostra Fede.<br />
Quando si è iniziato a parlare della sua beatificazione, sono<br />
iniziate anche le domande: il nostro servizio sarà utile? Come<br />
si fa a partecipare, serve il biglietto? Se facciamo servizio, può<br />
venire anche…? Nella mia Diocesi chiedono volontari, facciamo<br />
qualcosa come Associazione o vado con loro? Il Clan e<br />
il Fuoco del mio Gruppo vogliono essere presenti alla Cerimonia,<br />
dove posso trovare ospitalità?<br />
Questi sono i contenuti di alcune e-mail che ho ricevuto,<br />
tutte accomunate dal desiderio di ringraziare Giovanni Paolo<br />
II attraverso la propria personale presenza a Piazza S. Pietro,<br />
per servizio o come pellegrini.<br />
Non so quanti Fuochi, Clan, RS abbiano partecipato, immersi<br />
in quel fiume di pellegrini: a chi incontravo ho chiesto di scrivere<br />
qualcosa sulla propria esperienza come pellegrini, e le<br />
aspetto; so che a partire dalla mattina di Sabato 30/4, fino al pomeriggio<br />
di Domenica 1/5, circa 120 tra RS/scolte/rover hanno<br />
testimoniato con il loro servizio durante la cerimonia di beati-<br />
Per molti di noi l’incontro con<br />
Giovanni Paolo II è stato un<br />
momento rilevante, di svolta<br />
nella propria vita; quel suo<br />
grido “non abbiate paura”<br />
ancora risuona nelle orecchie<br />
e nel cuore, soprattutto nei<br />
momenti in cui siamo<br />
chiamati a testimoniare la<br />
nostra Fede.<br />
Non so quanti Fuochi, Clan,<br />
RS abbiano partecipato,<br />
immersi in quel fiume di<br />
pellegrini: a chi incontravo ho<br />
chiesto di scrivere qualcosa<br />
sulla propria esperienza come<br />
pellegrini, e le aspetto…
ficazione di Giovanni Paolo II, provenienti un<br />
po’ da tutta l’Italia. È stato un crescendo di adesioni,<br />
in particolare negli ultimi giorni.<br />
L’attività era condivisa con la Fondazione<br />
Roma Solidale (che normalmente si occupa<br />
delle persone più fragili, per renderle il più<br />
possibile autonome), con alcune squadre<br />
della Protezione Civile dell’AGESCI e veniva<br />
coordinata da un unico tavolo operativo,<br />
mentre l’esecuzione delle attività era poi seguita<br />
da ogni organizzazione (comunque in<br />
modo integrato). ogni squadra si presentava<br />
a ritirare il materiale un’ora prima dell’inizio<br />
del proprio turno; prima di partire riceveva<br />
badge, materiali, informazioni e le indicazioni<br />
sulle attività da svolgere.<br />
La prima osservazione che mi viene è sulla<br />
disponibilità mostrata nell’intervento. ogni<br />
volontario aveva dato disponibilità per turni<br />
anche di 12 ore e molti li hanno superati,<br />
qualcuno rimanendo disponibile al coordinamento<br />
per oltre 24 ore, senza risparmiarsi<br />
mai. Su questo piano devo dire che se vi è<br />
stato un problema, c’è stato al contrario, è<br />
stato cioè necessario gestire il malcontento<br />
delle squadre che nella Domenica pomeriggio<br />
si sono trovate a fare poco, ad essere poco impegnate,<br />
a causa del fatto che la situazione si<br />
era risolta rapidamente.<br />
Un altro punto importante è stata la capacità<br />
dimostrata da ogni nostra squadra di attivarsi<br />
autonomamente per raggiungere obiettivi più<br />
NELLE SUE MANI<br />
ampi o supplire carenze; non era previsto che<br />
noi distribuissimo le bottiglie d’acqua, ma, dato<br />
che i pellegrini le chiedevano, si è andati alla<br />
ricerca per portarla nel gazebo (a mano) e distribuirla.<br />
Analogamente si è fatto con la frutta.<br />
L’affollamento ha portato al progressivo blocco<br />
dei passaggi per raggiungere i punti di distribuzione<br />
delle bevande calde, ma questo non ha<br />
impedito ai “portatori” dei thermos di trovare<br />
ogni volta nuove strade.<br />
Un servizio critico è stato quello della gestione<br />
del passaggio della folla; critico non<br />
solo per la quantità di pellegrini ma per il<br />
fatto che ci trovavamo sulla strada che costituiva<br />
la via di fuga dalla piazza e il passaggio<br />
delle ambulanze. Percorso controllato dalla<br />
forza pubblica, che però era lì per gestire un<br />
problema di file e di affollamento, non la partecipazione<br />
di fedeli ad una cerimonia sacra.<br />
È stato quindi molto importante la presenza<br />
di volontari Scout nell’area che davano indicazioni<br />
e spiegazioni, evitavano l’affollamento<br />
eccessivo, mantenevano un clima di<br />
rispetto e preghiera.<br />
C’è un filo che lega questi tre aspetti: si<br />
chiama senso di responsabilità. E il fatto che<br />
si presenti in queste forme diverse ma con<br />
forza e costanza, ci mostra che si tratta di una<br />
delle caratteristiche fondanti del nostro carisma<br />
educativo.<br />
Problemi? Non pochi e nemmeno piccoli: situazione<br />
dell’affollamento sempre critica e a rischio,<br />
indicazioni da parte degli organi preposti<br />
di cui non eravamo in grado di capire la coerenza;<br />
carenza di servizi igienici; scorte di bevande<br />
e generi di conforto inadeguate, rispetto<br />
alla folla ed al consumo che si è verificato. Ma<br />
abbiamo avuto un’abbondanza straordinaria<br />
di sorrisi e ringraziamenti.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 7
8<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />
Una politica<br />
“per” e “con” gli altri<br />
Sergio Colaiocco<br />
Tutti i sondaggi degli ultimi anni indicano un allontanamento,<br />
una disaffezione da parte di molti per la politica.<br />
Per la maggior parte delle persone sembra che politica<br />
voglia dire solo intrallazzi, impicci, ricerca di potere, ricerca<br />
di tornaconto personale.<br />
Se nei decenni passati dedicarsi alla Politica era uno dei modi<br />
di “diventare grande”, oggi chi si sente chiamato a fare qualcosa<br />
per gli altri si rifugia nell’impegno sociale, nel volontariato come<br />
se questo sostituisse o potesse supplire ad una cattiva politica.<br />
Per ritrovare sintonia ed entusiasmo per la Politica (e la Promessa<br />
di servire la Patria ci chiama a essere cittadini attivi) è necessario,<br />
quindi, ritornare alle ragioni profonde che sono alla base di una<br />
Politica intesa come forma alta di servizio, distogliendo l’attenzione<br />
dal teatrino mediatico della politica,<br />
per riscoprire ambiti tenuti<br />
in scarsa considerazione o<br />
inesplorati. La prima funzione<br />
della politica è paragonabile a<br />
quella di un vigile urbano all’incrocio<br />
tra due strade: regolare<br />
i rapporti tra i cittadini. Stabilire<br />
cioè le regole che permettano<br />
il rispetto della libertà personale<br />
per fare in modo che la libertà<br />
di uno non vada a ledere quella<br />
dell’altro in una convivenza pacifica<br />
tra gli uomini. oltre a ciò,<br />
la politica ha il compito di orientare<br />
e determinare il futuro della<br />
società.<br />
RIFLESSIONI SULLA MAFIA CON MARIA FALCONE<br />
Se la politica si ripiega<br />
su se stessa diviene incapace<br />
di guardare in alto, ma se<br />
ha la capacità di ritrovarsi<br />
assolve ad una delle funzioni<br />
più alte della società, quella<br />
cioè di creare le condizioni<br />
per un sempre maggiore<br />
sviluppo della personalità<br />
di ogni cittadino.<br />
La sfida di questo tempo è<br />
prenderci a cuore e farci<br />
carico del futuro della<br />
società, e trovare nuove<br />
strade, come educatori e<br />
come cittadini, perché la<br />
politica torni ad avere al<br />
centro la Persona, tutte le<br />
persone, il bene comune.<br />
N ella Parrocchia di San Tommaso d’Aquino, sede del Gruppo<br />
Scout d’Europa Palermo 13 “padre Pino Puglisi”, si è svolto,<br />
alla presenza di Maria Falcone, un incontro in vista del 19° anniversario<br />
della strage di Capaci, avvenuta il 21 maggio del 1992.<br />
È stato un momento importante per una riflessione comune sulla<br />
legalità e sulla presenza tuttora attuale delle organizzazioni mafiose<br />
nel territorio cittadino e nella sua provincia. Erano presenti<br />
Capi, Rover e Scolte, i Commissari dei Distretti di Palermo Ovest<br />
e di Palermo Est ed il parroco Don Pietro Cullotta. Dopo la proiezione<br />
del filmato “per Falcone”, realizzato da RAI Educational, si<br />
è svolto un vivace e partecipato dibattito.
Due esempi possono rendere più chiara la<br />
cosa: uno riguarda il piano energetico e potrebbe<br />
oscillare tra la scelta del nucleare o delle<br />
energie rinnovabili. Un altro esempio riguarda<br />
il piano economico-industriale: puntare sul trasporto<br />
su gomma o su quello ferroviario?<br />
Quale che sia la scelta, ne consegue un vantaggio<br />
per alcuni (ad esempio le aziende che<br />
producono auto) e uno svantaggio per altri. È<br />
evidente che non sia un buon criterio di scelta<br />
cedere alle pressioni di coloro che traggono<br />
vantaggi economici da una decisione che li favorisce.<br />
È allora indispensabile la ricerca di un<br />
criterio che sia alla base di ogni scelta e che<br />
sia coerente con una visione “alta” della politica.<br />
Come l’obiettivo ultimo della nostra Associazione<br />
è quello di educare, secondo il metodo<br />
Scout “buoni cristiani e bravi cittadini”,<br />
come quello di una società sportiva è insegnare<br />
un particolare sport, ancor di più appare<br />
prioritario avere chiaro quale sia l’obiettivo<br />
ultimo della Politica.<br />
oppure la politica deve limitarsi a regolare<br />
i rapporti tra i cittadini per garantire una convivenza<br />
pacifica?<br />
La persona al centro della politica<br />
È possibile ritrovare la risposta a questa domanda<br />
nella Costituzione italiana, legge fondamentale<br />
che ispira e regola la vita della nazione.<br />
ogni società umana è composta da persone<br />
che “hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti<br />
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,<br />
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni<br />
personali e sociali” (art. 3 Costituzione).<br />
Ed è proprio dalla affermazione della “pari<br />
dignità sociale” di ogni persona che la Costituzione<br />
fa derivare il compito della Politica individuandolo<br />
in quello di rimuovere gli ostacoli<br />
di ordine economico e sociale, che<br />
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza<br />
dei cittadini, impediscono il “pieno sviluppo<br />
della persona umana e l’effettiva partecipazione di<br />
tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica<br />
e sociale del Paese” (art. 3).<br />
Se la politica si ripiega su se stessa diviene<br />
incapace di guardare in alto, ma se ha la capacità<br />
di ritrovarsi assolve ad una delle funzioni<br />
più alte della società, quella cioè di<br />
creare le condizioni per un sempre maggiore<br />
sviluppo della personalità di ogni cittadino.<br />
Essere una Persona è condizione necessaria<br />
e sufficiente per avere la stessa dignità sociale<br />
CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />
di tutti gli altri. Lo scopo della Politica è allora<br />
da un lato favorire la crescita di tutte le persone<br />
e dall’altro quello di favorire lo sviluppo<br />
di tutti gli aspetti della Persona. In altri termini<br />
attribuire alla politica il compito di favorire la<br />
crescita di tutte le persone vuol dire avere<br />
come criterio il bene di tutti, cioè il bene comune<br />
e non quello di alcuni o di pochi.<br />
Solo apparentemente singolare è rinvenire<br />
la stessa affermazione nei testi della Dottrina<br />
sociale della Chiesa: “…il bene comune è la ragion<br />
d’essere dell’autorità politica; lo Stato, infatti, deve<br />
garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla<br />
società civile di cui è espressione, in modo che il bene<br />
comune possa essere raggiunto con il contributo di<br />
tutti i cittadini. L’uomo singolo, la famiglia, le associazioni<br />
non sono in grado di pervenire da se stessi<br />
al loro pieno sviluppo; da ciò deriva la necessità di<br />
istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere<br />
accessibili alle persone i beni necessari – materiali,<br />
culturali, morali, spirituali – per condurre una vita<br />
veramente umana.<br />
Evidente è allora la pochezza di una politica<br />
che garantisca solo interessi di parte, quali gli<br />
interessi economici dei gruppi sociali che<br />
hanno dato vita alla maggioranza di governo,<br />
o che colloca le proprie scelte solo nell’alveo<br />
del tornaconto personale o del proprio gruppo<br />
sociale, economico e politico, senza alzare mai<br />
lo sguardo verso visioni più ampie.<br />
Una politica di questo tipo appare, perché<br />
lo è, intrallazzo, impiccio, tornaconto personale<br />
e produce allontanamento e disaffezione.<br />
La sfida di questo tempo è prenderci a cuore<br />
e farci carico del futuro della società, e trovare<br />
nuove strade, come educatori e come cittadini,<br />
perché la politica torni ad avere al centro la<br />
Persona, tutte le persone, il bene comune.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 9
10<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />
Per un confronto aperto con le altre culture e religioni<br />
Un dialogo continuo<br />
Stefano Bertoni<br />
Molto probabilmente se in questo momento dovessimo interrogare<br />
un cittadino medio, per cercare di cogliere la<br />
sua immagine di una società in cui si trovano ormai a<br />
convivere una pluralità di religioni e culture, ci troveremmo spesso<br />
di fronte ad un lungo elenco di frasi come “siamo già troppi, siamo<br />
diversi e loro sono distanti dalla nostra cultura, non c’è lavoro<br />
neppure per noi, ecc.”. Si tratta di un campionario che ben conosciamo<br />
e che però, come Scout e cittadini degni del Vangelo, deve<br />
porci in un atteggiamento di riflessione per evitare di cadere in<br />
atteggiamenti non consoni, in primis, al nostro essere cristiani.<br />
Il Concilio Vaticano Secondo ha fatto uno dei suoi punti cardine<br />
l’aprirsi della Chiesa al mondo. Più volte papa Benedetto XVI e<br />
il suo predecessore Giovanni Paolo II hanno richiamato il tema<br />
del confronto con le altre culture e le altre religioni, cercando<br />
di cogliere i punti di contatto più che di sottolineare gli elementi<br />
di divergenza, il tutto senza annacquare i valori fondamentali<br />
del cristianesimo e del cattolicesimo: confronto non significa<br />
“imitare o mescolare con leggerezza le tradizioni”, come ben ci ricorda<br />
il Cardinal Martini nelle sue “Conversazioni notturne a Gerusalemme”.<br />
Marco Aime, insegnante di antropologia culturale presso l’Università<br />
di Genova 1 , ha ben descritto l’abitudine sempre più radicata<br />
nella nostra società a descrivere l’”altro come icona del male”<br />
in chiave antropologica, cercando di far capire come tale operazione<br />
sia purtroppo un’operazione tipica di molte società. Aime<br />
ricorda come, secondo il grande sociologo Zygmunt Bauman,<br />
tutte le società producono stranieri ma ognuna ne produce un<br />
La “conoscenza reciproca”<br />
prevede “insieme alla<br />
conoscenza delle culture degli<br />
immigrati e del loro mondo di<br />
esperienze e di valori, anche<br />
la conoscenza, da parte di chi<br />
viene da altre culture, del<br />
mondo di valori, della storia,<br />
della stessa dimensione<br />
religiosa cristiana, che fanno<br />
la struttura portante della<br />
identità del nostro Paese”.
tipo particolare, secondo modalità uniche e irripetibili:<br />
l’altro come male che sta o viene dal<br />
di fuori. Addossare le colpe di tutto ciò che non<br />
funziona a qualcuno che è esterno rende i “noi”<br />
automaticamente buoni e i “loro”, automaticamente<br />
cattivi, maligni e minacciosi. Aime richiama<br />
una poesia di Kostantinos Kavafis “Aspettando<br />
i barbari” (1908), che definisce i barbari come<br />
una necessità: quando non arrivano sembra<br />
quasi che non sappiamo più cosa fare.<br />
Di fronte ad una situazione<br />
magmatica e complessa,<br />
ma che non possiamo ignorare<br />
chiudendoci esclusivamente<br />
a riccio nelle nostre<br />
convinzioni, quali le risposte<br />
che siamo chiamati a dare<br />
come cittadini ed anche come<br />
educatori? Qualche riflessione<br />
e qualche stimolo<br />
in proposito lo possiamo trovare<br />
nelle parole di S. E.<br />
Mons. Mariano Crociata, Segretario<br />
Generale della CEI, che il 25 novembre<br />
a Venezia, presso la Sala San Pasquale del Convento<br />
S. Francesco della Vigna, ha tenuto la prolusione<br />
per l’inizio dell’Anno Accademico 2010-<br />
<strong>2011</strong> dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino,<br />
sul tema: “Educazione cristiana e società<br />
multiculturale”. Mons. Crociata ribadisce<br />
come siamo ormai costantemente di fronte ad<br />
una sorta di “polarità, di per sé caratteristica di ogni<br />
processo educativo, ma ancor più incidente quando si<br />
tratta della fede cristiana e del contesto culturale plurale…<br />
la polarità tra autorità 2 e apertura o relazione<br />
all’alterità”. Siamo di fronte a due processi necessariamente<br />
simultanei e se uno dei due poli<br />
si indebolisce, automaticamente si impedisce<br />
la valorizzazione dell’altro: relativismo e fondamentalismo<br />
rappresenterebbero due forme<br />
largamente speculari di cedimento al nichilismo.<br />
Sempre Mons. Crociata prosegue sottolineando<br />
come “L’affermazione della originalità della fede cristiana<br />
nella sua qualità compiutamente personale-trascendente<br />
non è assicurata ma, al contrario, minacciata<br />
CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />
Il compito della comunità<br />
ecclesiale nella sua totalità, non<br />
meno che delle altre espressioni,<br />
istituzionali o informali, della<br />
collettività, è quello di garantire<br />
le condizioni di un dialogo, tra i<br />
singoli e le diverse culture che si<br />
trovano a convivere.<br />
dalla rottura con la comune base antropologico-religiosa<br />
delle altre culture e delle rispettive religioni”. Dall’altra<br />
parte, proseguendo nel ragionamento, il testo<br />
di Mons. Crociata afferma anche come l’appiattirsi<br />
solo su una base comune e condivisa dalle<br />
religioni sul piano antropologico di tutte le<br />
forme ed esperienze, di cui vengano cancellate<br />
le originali e originarie identità, annullerebbe<br />
di per sé la possibilità stessa di costruire un processo<br />
individuale e collettivo di identificazione<br />
e di evoluzione culturale e condurrebbe i singoli<br />
e la società all’inaridimento.<br />
Ala luce di tutto questo il compito della comunità<br />
ecclesiale nella sua totalità, non meno<br />
che delle altre espressioni, istituzionali o informali,<br />
della collettività, è quello di garantire le<br />
condizioni di un dialogo, tra i singoli e le diverse<br />
culture che si trovano a convivere: certamente<br />
un dialogo non facile, che<br />
spesso ci tocca molto emo-<br />
tivamente sulla scorta di<br />
quanto proposto quotidianamente<br />
dai media, ma che<br />
trova delineate le articolazioni<br />
nei documenti del magistero<br />
che si riferiscono specificamente<br />
al dialogo interreligioso<br />
3 .<br />
Un dialogo continuo dunque,<br />
senza dimenticare – come<br />
sottolinea sempre Mons.<br />
Crociata – che la “conoscenza reciproca” prevede<br />
“insieme alla conoscenza delle culture degli immigrati<br />
e del loro mondo di esperienze e di valori, anche la conoscenza,<br />
da parte di chi viene da altre culture, del<br />
mondo di valori, della storia, della stessa dimensione<br />
religiosa cristiana, che fanno la struttura portante della<br />
identità del nostro Paese”.<br />
1 È autore fra l’altro di testi come “Il diverso come icona<br />
del male” (Bollati Boringhieri, 2009, scritto con Emanuele<br />
Severino), “La macchia della razza. Lettera alle vittime della<br />
paura e dell’intolleranza” (Ponte alle Grazie, 2009); “Una<br />
bella differenza. Alla scoperta della diversità del mondo” (Einaudi,<br />
2009).<br />
2 Mons. Crociata afferma “Adotto il termine con la sua carica<br />
evangelica e cristologica, non in alternativa a identità, ma come suo<br />
senso e fondamento. Gesù è stato maestro (in questo senso autorità)<br />
di una identità che, in quanto mistero, cogliamo ma non esauriamo,<br />
capace di creare e plasmare culture, ma senza potere mai essere totalmente<br />
racchiusa in una sola di esse”. Cf. Paolo VI, Esortazione<br />
Apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), n. 20<br />
3 Cf. Concilio Vaticano II, Dichiarazione Nostra aetate, n.<br />
2; Paolo VI, Lettera enciclica Ecclesiam suam (6 agosto 1964),<br />
nn. 101-117; Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso<br />
e Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, Dialogo<br />
e annuncio (19 maggio 1991), n. 42.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 11
12<br />
Giocare il gioco<br />
Il libro...<br />
DEI CAPI<br />
Pietro Antonucci e Marialuisa Faotto<br />
Moltissimi sociologi ed esperti della comunicazione<br />
negli ultimi anni si sono<br />
affannati a studiare il fenomeno di impoverimento<br />
culturale delle giovani generazioni,<br />
spesso citando a sostegno di tale tesi il declino<br />
commerciale dell’editoria, dai quotidiani ai libri,<br />
dalle riviste di approfondimento ai saggi specialistici.<br />
Sembra quasi che l’abitudine a leggere<br />
sia rimasta presente su una fascia molto ristretta<br />
del così detto “pubblico editoriale”.<br />
Appare evidente a tutti quanto i giovani non<br />
trovino più nella lettura le risposte che questa<br />
era abituata a dare in passato: svago, fantasia,<br />
viaggio, evasione, curiosità, scienza, passione,<br />
paura, suspense, ecc. La carta in sé ha trovato<br />
negli ultimi due decenni forti concorrenti capaci<br />
di soddisfare queste naturali tendenze e<br />
necessità della mente e dello spirito, concorrenti<br />
agguerriti e capaci di maggiore appeal. La<br />
provocatoria premessa aveva allora solo lo<br />
scopo per una riflessione sulla nostra voglia di<br />
crescere come capi educatori, sulla continua<br />
propensione all’approfondimento ed all’interiorizzazione<br />
dei temi portanti del metodo e<br />
sulla nostra contemporaneità culturale e sociale.<br />
Un Capo legge perché ama capire, perché<br />
ha necessità di risposte, perché vuole discernere,<br />
perché un suo fratello scrive. Questo ci<br />
hanno insegnato i nostri Capi, questo ci ha insegnato<br />
B.-P.<br />
D’altronde, se ripercorriamo la nostra storia<br />
associativa e Scout in genere, scopriamo quanti<br />
capi prima di noi si sono impegnati nello scrivere<br />
sussidi, dispense, approfondimenti, ma-<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
nuali e strumenti, con lo scopo di rendere l’attuazione<br />
e l’animazione del metodo più facile,<br />
più coerente e più nostra. Questo sforzo non<br />
può essere vano perché rappresenta la nostra<br />
storia, è lo sforzo che ci ha consentito di crescere<br />
e di rendere forte la nostra proposta.<br />
Questa riflessione è nata dallo studio delle<br />
vendite dei testi metodologici effettuate dalla<br />
nostra cooperativa (unica depositaria di molti<br />
dei titoli necessari alla conoscenza ed animazione<br />
metodologica). Da questo studio emerge<br />
infatti che in forma quantitativa non esiste<br />
nessuna relazione coerente tra nuovi Capi nominati<br />
e vendite di Norme e sussidi di Branca,<br />
nessuna corrispondenza tra Capi presenti ai<br />
campi scuola e vendita dei relativi supporti e<br />
manuali di metodo e purtroppo anche nessuna<br />
coerente rispondenza tra numero di nuovi soci<br />
e vendite di strumenti necessari alla pratica<br />
metodologica degli stessi.<br />
Ad esempio: se in un anno entrano nel riparto<br />
11 nuovi ragazzi/ragazze, quello stesso riparto<br />
da lì a poco dovrebbe acquistare 11<br />
libricini Il Sentiero o In Cordata. Bene, facendo<br />
questo tipo di proiezioni a livello italiano non<br />
esiste una corrispondenza né diretta né tanto<br />
meno prossima.<br />
Per essere chiari, tutto ciò non ci preoccupa<br />
per la mancata vendita ma per come la proposta<br />
metodologica di un Riparto o di un Branco/Cerchio<br />
possa essere efficace senza che i ragazzi e<br />
le ragazze abbiano il loro Sentiero/In cordata,<br />
piuttosto che Capo e Capi i testi di riferimento<br />
metodologico. Potrebbe essere che si sia pensato<br />
a fare riproduzioni in economia dei testi con fotocopie,<br />
o al passaggio degli stessi libri in una<br />
sorta di mercatino dell’usato o addirittura un<br />
trapasso orale dei contenuti…<br />
Queste potrebbero essere sicuramente strade<br />
creative: stiamo attenti però che la nostra animazione<br />
metodologica non ne venga compromessa!<br />
In questo caso faremmo bene a fermarci<br />
un secondo e ad approfondire in gruppo la riflessione.<br />
Buona Strada.
Giocare il gioco<br />
KIT DELLA PERFETTA CAPO CERCHIO<br />
Chi mi sa dire cos’è questo Kit della perfetta Capo Cerchio?? Come dite?? Un sacchetto della cancelleria<br />
super fornito? … Nooo... Un’efficientissima cassetta di Pronto Soccorso super organizzata?…<br />
Nooo… Un baule pieno di vestiti super originali?… Nooo, non ci siamo proprio!!! Il Kit della<br />
perfetta Capo Cerchio riguarda ben altro!!! Quante volte programmando le attività per le vostre Coccinelle<br />
siete state assalite da mille dubbi e perplessità… Proprio per questo l’Associazione viene in<br />
nostro aiuto, fornendoci tutti quei sussidi fondamentali per programmare al meglio e nel modo corretto<br />
tutte le nostre attività! Nello zainetto di una perfetta Capo Cerchio non possono certo mancare:<br />
NORME DIRETTIVE della BRANCA COCCINELLE<br />
Fondamentali affinché le Capo Cerchio possano orientarsi e comprendere al meglio le specificità metodologiche<br />
della Branca. Inoltre, all’interno oltre a essere chiaramente spiegati il metodo, gli scopi, e<br />
i mezzi, troverete anche l’utilissimo Cerimoniale, in modo che tutte le Capo Cerchio possano lavorare<br />
e attuare il metodo nello stesso modo!<br />
SENTIERI PRATO, BOSCO E MONTAGNA<br />
Per riuscire a dare il giusto significato ai libretti è molto importante che voi stesse comprendiate bene<br />
questo strumento utilizzandolo insieme alle vostre Coccinelle, sapendolo adattare alle diverse possibilità<br />
di ognuna, comprendendo che le prove proposte devono essere uno stimolo ed uno strumento per<br />
giungere all’equilibrato sviluppo di ogni bambina che ci viene affidata e non sono, invece esse stesse,<br />
l’obiettivo a cui giungere.<br />
SPECIALITÀ<br />
Sussidio importante per far sviluppare le qualità e le capacità personali di ogni Coccinella e per rafforzare<br />
l’abitudine al Favore.<br />
CANTA LA GIOIA<br />
una Capo Cerchio deve conoscere i canti del cerchio, perché cantando possiamo mostrare ancor di più<br />
il nostro grande entusiasmo. Il canto dà slancio a tutto quel che permette di vivere bene in una Famiglia<br />
Felice: la gioia, l’amore per la natura, l’amore per gli altri, l’amore per Dio.<br />
IL VOLO ESTIVO<br />
Strumento fondamentale per preparare al meglio “il momento più importante della vita di cerchio”.<br />
Sono spiegati in modo dettagliato i vari momenti della giornata e le varie attività, oltre ovviamente<br />
alla spiegazione sulla preparazione del programma del Volo Estivo.<br />
FRANCESCO IN CERCHIO<br />
Necessario per presentare alle Coccinelle la figura di S. Francesco e impostare la vita spirituale del<br />
Cerchio. Troverete anche degli esempi di veglie, alcuni giochi e delle attività di mani abili, il tutto incentrato<br />
sul nostro santo patrono. Anche se non è un vero e proprio sussidio di branca, può essere di<br />
grande aiuto, se non indispensabile, avere nella biblioteca di cerchio le Fonti Francescane che permettono<br />
di capire meglio e in modo più completo la strada percorsa da questo Santo.<br />
ECCOMI, GESÙ, AIUTAMI, MARIA<br />
I quattro splendidi sussidi di Padre Ivan strumenti necessari per la programmazione delle attività<br />
spirituali nei Cerchi!<br />
E allora, cosa aspettate? Se ancora non siete equipaggiate correte subito a procurarveli!!! Siamo<br />
sicure che nel programmare le vostre attività avrete meno dubbi e perplessità, e in caso ne abbiate<br />
ancora basterà solo leggere e rileggere i vostri sussidi!!! Buona lettura.<br />
Ileana & Serena<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 13
14<br />
Giocare il gioco<br />
TESTI FONDAMENTALI PER IL METODO DELLA BRANCA GUIDE<br />
Testo Per chi (ordine di priorità) Sintesi contenuto Utilità/Note<br />
Baden-Powell,<br />
Scautismo<br />
per ragazzi<br />
Baden-Powell,<br />
Il Libro dei capi<br />
Statuto e Norme<br />
direttive<br />
Norme Direttive e<br />
Cerimoniale della<br />
Branca Guide<br />
Guide, Capi Riparto,<br />
Assistenti, Aiuto CR<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
In 26 chiacchierate al fuoco di bivacco, Baden-Powell,<br />
introduce ai ragazzi l’arte del vivere all’aperto, attraverso<br />
suggerimenti pratici, li porta alla scoperta del mondo e della<br />
società circostante, stimolando i ragazzi ad osservare,<br />
rispettare e crescere.<br />
Con questo testo, l’autore Baden-Powell, pone attenzione<br />
sulla formazione del Capo, vertendola sui “4 punti” di B.-P.,<br />
fondamentali per la crescita dell’educatore Scout.<br />
Capi, Assistenti, Aiuti C È l'insieme delle norme che garantiscono il funzionamento<br />
della struttura associativa. In appendice, cerimoniale,<br />
Uniformi, Carta dei Principi dello Scautismo Europeo e<br />
Direttorio Religioso.<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
In cordata Guide, Capi Riparto,<br />
Assistenti, Aiuto CR<br />
Il Sentiero. Sussidio<br />
per i Capi Riparto<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Specialità Guide (dalla II classe),<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Sussidi Tecnici Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Attilio Grieco,<br />
Il manuale del Capo<br />
Squadriglia<br />
Attilio Grieco,<br />
Il Sestante. Schede<br />
per il Capo Riparto<br />
Attilio Grieco,<br />
Giochi Scout<br />
Capi Sqd., Capi Riparto,<br />
Assistenti, Aiuto CR<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Strumento fondamentale per l’applicazione del metodo<br />
Guide, indica le linee guida per la conduzione di un Riparto.<br />
Testo completo di note di approfondimento in ogni capitolo,<br />
che permettono di entrare nel dettaglio del Metodo<br />
Taccuino personale che possiede ogni Guida, necessario a<br />
percorrere tutte le tappe della progressione personale della<br />
ragazza. Indicazioni su segni Associativi, Sqd., Incarichi e<br />
Posti d’azione, preghiere, canti, ecc.<br />
Con il raggiungimento della II classe, attraverso la<br />
conquista di specialità, ogni guida ha la possibilità di<br />
approfondire e seguire le proprie attitudini e naturali<br />
inclinazioni. Il contenuto del libro è dato da indicazione<br />
delle Specialità di Interesse e Maggiori.<br />
Testo fondamentale dello<br />
scautismo.<br />
Edizioni Fiordaliso.<br />
Testo fondamentale per la<br />
comprensione dello scautismo<br />
come metodo educativo.<br />
Edizioni Fiordaliso.<br />
Non sono proprie della<br />
Branca, ma di tutta<br />
l’Associazione.<br />
Indicazioni operative sul<br />
giusto spirito e sulle linee<br />
guida per giocare il gioco<br />
dello scautismo.<br />
Carnet o taccuino (strumento<br />
concreto) da consegnare a<br />
ogni singolo esploratore per il<br />
cammino di progressione<br />
personale. Utile agli educatori<br />
per la programmazione delle<br />
attività, ecc.<br />
Piccolo manuale, ad uso di<br />
ogni esploratore dalla seconda<br />
classe in poi, per promuovere<br />
la personalizzazione della progressione<br />
personale. Condiviso<br />
con la Branca Esploratori.<br />
Cf. vari sussidi “E-G” pubblicati. Indicazioni utili su varie<br />
attività tecniche Scout, ecc.<br />
Condivisi con la Branca<br />
Esploratori.<br />
Preziose indicazioni per il Capo Sqd. sullo spirito e<br />
l’operatività della vita di Sqd., esempi di varie attività e<br />
programmi, numerosi giochi di Sqd., ecc.<br />
Capi Riparto, Aiuto CR Raccolta illustrata di circa 600 giochi Scout già sperimentati,<br />
suddivisa da un punto di vista pratico ed educativo, con<br />
indicazione del numero di giocatori, del materiale e dello<br />
spazio necessari, ecc.<br />
Per il Capo Sqd. su come<br />
guidare al meglio la propria<br />
Sqd.<br />
Suggerimenti di giochi e attività<br />
creative da adattare<br />
per ogni occasione come valido<br />
strumento educativo.
TESTI FONDAMENTALI DELLA BRANCA ESPLORATORI<br />
Giocare il gioco<br />
Testo Per chi (ordine di priorità) Sintesi contenuto Utilità/Note<br />
Baden-Powell,<br />
Scautismo<br />
per ragazzi<br />
Baden-Powell,<br />
Il Libro dei capi<br />
Statuto e Norme<br />
direttive<br />
Norme Direttive e<br />
Cerimoniale della<br />
Branca Esploratori<br />
Esploratori, Capi Riparto,<br />
Assistenti, Aiuto CR<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Baden-Powell nel libro parla direttamente ai ragazzi: in 26<br />
"chiacchierate al fuoco di bivacco" propone, oltre agli<br />
aspetti fondamentali del metodo, pratici racconti,<br />
avventurose tecniche per la vita all'aperto, anche con<br />
l'ausilio di numerosi suoi disegni.<br />
L'accento è posto sugli elementi essenziali della formazione<br />
Scout e in particolare sui cosiddetti "4 punti" di B.-P.: formazione<br />
del carattere, salute e forza fisica, abilità manuale,<br />
servizio del prossimo.<br />
Testo fondamentale dello<br />
scautismo.<br />
Edizioni Fiordaliso.<br />
Testo fondamentale per la<br />
comprensione dello scautismo<br />
come metodo educativo.<br />
Edizioni Fiordaliso.<br />
Capi, Assistenti, Aiuti C. Non sono proprie della<br />
Branca, ma di tutta<br />
l’Associazione.<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Il Sentiero Esploratori, Capi Riparto,<br />
Assistenti, Aiuto CR<br />
Il Sentiero. Sussidio<br />
per i Capi Riparto<br />
Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Specialità Esploratori (dalla II<br />
classe), Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
Sussidi Tecnici Capi Riparto, Assistenti,<br />
Aiuto CR<br />
L’attenzione al ragazzo; gli obiettivi, i mezzi e gli ambienti<br />
dello scautismo. Il Cerimoniale di Branca.<br />
Serie di tappe con relativo sistema di specifiche prove raccolte<br />
in aree tematiche, che indicano il cammino di progressione<br />
personale dell’esploratore.<br />
Indicazioni su segni Assoc., Sqd., Incarichi e Posti d’azione,<br />
preghiere, canti, ecc.<br />
Istruzioni per l’uso del Sentiero nelle mani del ragazzo, del<br />
Capo Riparto e in Sqd., corredate di tabelle e schemi esemplificativi.<br />
Indicazione delle Specialità di Interesse e Maggiori,<br />
suddivise per aree tematiche e con elenco di prove da<br />
superare per conseguire il relativo brevetto.<br />
Indicazioni operative sul<br />
giusto spirito e sulle linee<br />
guida per giocare il gioco<br />
dello scautismo.<br />
Carnet o taccuino (strumento<br />
concreto) da consegnare a<br />
ogni singolo esploratore per il<br />
cammino di progressione<br />
personale. Utile agli educatori<br />
per la programmazione delle<br />
attività, ecc.<br />
Istruzioni per una corretta<br />
applicazione del Sentiero, in<br />
collegamento alle varie<br />
attività in Sqd. e Riparto.<br />
Piccolo manuale, ad uso di<br />
ogni esploratore dalla seconda<br />
classe in poi, per promuovere<br />
la personalizzazione della progressione<br />
personale. Condiviso<br />
con la Branca Guide.<br />
Cf. vari sussidi “E-G” pubblicati. Indicazioni utili su varie<br />
attività tecniche Scout, ecc.<br />
Condivisi con la Branca<br />
Guide.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 15
16<br />
Giocare il gioco<br />
La vita all’aperto<br />
al volo estivo<br />
Alice Zanchettin<br />
La Scuola è finita, le attività sportive sono concluse, i corsi<br />
di musica sono sospesi per la pausa estiva; le attività Scout<br />
invece sono nel pieno della loro potenzialità. È proprio il<br />
periodo estivo che permette ad ogni unità di concludere l’anno<br />
trascorso attraverso il momento fondamentale del cammino<br />
educativo intrapreso. Così il Volo Estivo non rappresenta solo<br />
l’occasione di vivere una settimana di vacanza o delle giornate<br />
fuori casa senza i genitori, ma diventa il nocciolo di una programmazione<br />
annuale che vede, proprio in questa settimana,<br />
la realizzazione completa degli obiettivi fissati molti mesi prima,<br />
quando le attività di Cerchio sono ai primi incontri.<br />
Il luogo del volo estivo<br />
Per questo è molto importante che la Capo Cerchio abbia<br />
la possibilità di trovare il luogo adatto allo svolgimento del<br />
Volo Estivo, cercando un ambiente più vicino alle necessità<br />
del suo Cerchio; questo permetterà alle bambine di vivere questa<br />
esperienza in continuità con il percorso già intrapreso durante<br />
l’anno. Si può organizzare un Volo Estivo in una casa in<br />
montagna o in pianura, se è stata data particolare importanza<br />
al sentiero del prato o della montagna; capita, infatti, alcune<br />
volte di avere un Cerchio formato da molte Coccinelle del<br />
Consiglio dell’Arcobaleno o al contrario da molte nuove Cocci<br />
appena entrate, e l’ambientazione dell’anno dovrebbe favorire<br />
proprio la loro progressione personale. Ma se durante l’anno<br />
le bambine hanno incontrato personaggi del passato o fantastici,<br />
sarebbe ideale cercare un luogo vicino ad un borgo medioevale,<br />
magari con un castello da poter visitare; d’altra<br />
parte, se il tema dell’anno riguardava l’acqua e i suoi abitanti,<br />
si cercherà di essere vicine ad un lago o ad un fiume.<br />
I luoghi, con le loro caratteristiche e le potenzialità, aiuteranno<br />
a rendere l’atmosfera del Volo più armonica e suggestiva.<br />
Questo è per le Coccinelle, e anche per la Pattuglia<br />
Direttiva, il momento fondamentale dell’anno, durante il<br />
quale rispettare la Legge anche nel quotidiano, creare una Famiglia<br />
Felice unita e serena, donare e ricevere la gioia e avvicinarsi<br />
alla Natura e al Signore.<br />
L’atmosfera al volo estivo<br />
Durante questa settimana sarà compito delle Capo creare<br />
un’atmosfera serena, tranquilla e di fiducia reciproca, in un ambiente<br />
ordinato, pulito e gioioso, senza per questo lasciare spazio<br />
a tempi buchi con la possibilità che la noia prenda il posto<br />
delle attività ben organizzate e preparate già da casa, anche con<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Viviamo a pieno l’ambiente<br />
del Volo Estivo: ricordiamoci<br />
che è l’esperienza diretta che<br />
dona fascino ed importanza<br />
ad un’attività natura,<br />
cerchiamo di essere coerenti<br />
con il luogo dove ci troviamo<br />
per valorizzarne le sue<br />
peculiarità, facendo scoprire<br />
alle bambine qualcosa di<br />
preannunciato durante l’anno,<br />
ma che solo attraverso questa<br />
intensa esperienza possono<br />
assaporare completamente.
diverse opzioni in caso di brutto tempo o eventuali<br />
“inconvenienti imprevedibili”. Quando<br />
infatti la Pattuglia Direttiva parte con un programma<br />
della settima e delle giornate organizzato,<br />
programmato e puntuale, ricco di<br />
dettagli e spiegazioni, e con il materiale occorrente<br />
già pronto, le capo potranno dedicare il<br />
tempo all’attività fondamentale di questa settimana:<br />
l’osservazione di ogni Coccinella per<br />
conoscerla, scoprirne a pieno potenzialità e<br />
difficoltà e in base a queste accompagnarla nel<br />
suo cammino di crescita.<br />
Per quanto sia necessario e fondamentale<br />
avere pronto un programma dettagliato delle<br />
attività e degli orari, è altrettanto fondamentale<br />
riuscire ad essere flessibili nella gestione<br />
delle giornate, dando spazio agli entusiasmi,<br />
lasciando il tempo di finire ogni attività assaporando<br />
a pieno l’ambiente che ci circonda.<br />
La natura al volo estivo<br />
Elemento di importanza fondamentale durante<br />
il Volo Estivo è infatti la Natura, che ci<br />
permette di trascorrere alcuni giorni di vera<br />
vita all’aperto; questa, infatti, diventa l’occasione<br />
per le Coccinelle di vivere intensamente<br />
e realmente l’esperienza del Bosco. La Natura<br />
permette la scoperta, la meraviglia e avvicina le<br />
bambine all’idea di Dio creatore e alla preghiera.<br />
È importante imparare ad osservare ciò<br />
che ci piace e ci stupisce, per apprezzare la ricchezza<br />
del Creato, per sviluppare il senso estetico<br />
del bello, che ci avvicina a Dio. Tutta questa<br />
bellezza è opera di Dio. La vita all’aperto ci per-<br />
Giocare il gioco<br />
mette e ci obbliga a camminare negli spazi<br />
aperti, per abituarci a guardarci attorno, conoscere<br />
il paesaggio e respirare la Sua presenza.<br />
Respiriamo a pieni polmoni passeggiando<br />
dentro il Bosco, ascoltando il rumore del ruscello,<br />
osservando il cielo notturno, scoprendo<br />
la meravigliosa perfezione di una<br />
semplice ragnatela o le sfumature dei colori<br />
sulle ali delle farfalle. Tutto ciò che ci sorprende<br />
e ci interessa è da far scoprire anche<br />
alle Coccinelle, perché possano imparare a<br />
guardare i dettagli, le piccole cose belle, ad<br />
usare tutti i loro sensi e a giocare con quello<br />
che si trova nel Bosco, nel Prato, vicino ad un<br />
lago o in qualsiasi altro ambiente naturale.<br />
Ammiriamo assieme alle Coccinelle la delicatezza<br />
di una goccia d’acqua sull’erba o il gioco<br />
della luce del sole che filtra tra le fronde degli<br />
alberi, ascoltiamo il dolce canto delle cinciallegre<br />
e sentiamo l’odore della terra bagnata<br />
dalla pioggia. La vita all’aperto è fondamento<br />
del metodo e va sempre considerata come pilastro<br />
portante di un esperienza ricca come<br />
quella di un Volo Estivo! Non rischiamo di minimizzare<br />
questa occasione offrendo alle<br />
bambine le stesse attività che potrebbero fare<br />
in Tana o al chiuso, non usiamo disegni di impronte<br />
ma andiamo a cercare con le bambine<br />
le tracce lasciate dagli animali, sfruttiamo al<br />
massimo questa opportunità per conoscere,<br />
scoprire e crescere.<br />
Viviamo a pieno l’ambiente del Volo Estivo:<br />
ricordiamoci che è l’esperienza diretta che<br />
dona fascino ed importanza ad un’attività natura,<br />
cerchiamo di essere coerenti con il luogo<br />
dove ci troviamo per valorizzarne le sue peculiarità,<br />
facendo scoprire alle bambine qualcosa<br />
di preannunciato durante l’anno, ma che solo<br />
attraverso questa intensa esperienza possono<br />
assaporare completamente. E se vogliamo provare<br />
a fare un salto in più, diamo alle Coccinelle<br />
strumenti per ampliare le loro<br />
conoscenze: portiamo al Volo Estivo qualche<br />
sussidio utile alle più curiose o interessate, facciamo<br />
scoprire quelle specialità che potrebbero<br />
sviluppare le predisposizioni del loro<br />
carattere, recuperiamo durante un’uscita materiale<br />
che possiamo osservare assieme, anche<br />
nei giorni successivi.<br />
Accompagniamo le bambine a gustare le<br />
meraviglie che Dio ha posto attorno a loro,<br />
sarà una delle esperienze più forti che potremmo<br />
permettere loro di vivere.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 17
18<br />
Giocare il gioco<br />
Il mistero<br />
di ASSISI<br />
Fabrizio Cuozzo Akela d’Italia<br />
Come Branca abbiamo modo di incontrarci<br />
ciclicamente per numerosi motivi:<br />
Campi Scuola, Rupi Nazionali,<br />
Incontri di preghiera, Rupi di Distretto, Cacce<br />
di Primavera... Tuttavia Assisi ha da sempre<br />
esercitato un fascino particolare su noi Vecchi<br />
Lupi, fino a far lievitare così tanto il numero<br />
dei partecipanti da doverne prevedere un tetto<br />
massimo. E questo nonostante la Rupe di Assisi<br />
non sia un luogo di puro svago o tappa<br />
scautisticamente obbligata.<br />
Assisi è mistero<br />
Potremmo definirlo “il mistero di Assisi”!<br />
Possiamo individuare molteplici motivi che<br />
spingono noi Vecchi Lupi ad iscriverci: la possibilità<br />
di visitare un luogo straordinario, il ritrovo<br />
di persone conosciute in altre occasioni,<br />
arrivare alle radici della Famiglia Felice... La<br />
città di Assisi poi, che conserva in modo artefatto,<br />
ma comunque spettacolare molto del<br />
fascino medievale, trasuda francescanità da<br />
ogni vicolo, da ogni piazza, da ogni monumento.<br />
Si ha quasi l’impressione di essere teletrasportati<br />
nel 1200, appare naturale voltare l’angolo e<br />
trovare Francesco sorridente che ci viene incontro.<br />
ogni Chiesa, con le sue reliquie, con<br />
sue le bellezze artistiche, facilita la meditazione<br />
e la preghiera. Ciò tuttavia, non basterebbe a<br />
richiamare sempre più gente. Ma allora a cosa<br />
è dovuto questo mistero di Assisi? Il “mistero”<br />
appare meno oscuro se iniziamo mettere a<br />
fuoco il punto che Assisi non è “un’altra bella<br />
esperienza...” ma è “luogo di conversione”.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Assisi è conversione<br />
Assisi è il posto dove è avvenuta la conversione<br />
di San Francesco e quella di Santa<br />
Chiara, ed è il luogo dove è ripartita ancora<br />
una volta la conversione della Chiesa in un<br />
particolare contesto di disorientamento.<br />
In questa ottica, ogni vicolo, ogni muro,<br />
ogni monumento... non sono semplicemente<br />
belli da guardare, ma trasmettono in modo<br />
vivo questa conversione e parlano ai cuori,<br />
anche a quelli più combattivi, della possibilità<br />
di convergere verso Cristo. Cristo ad Assisi ha<br />
parlato a San Francesco, e parla anche a noi.<br />
Basta procedere adagio, non seguire ciecamente<br />
il programma, ma i ritmi della preghiera<br />
e sperimentare la gioia del perdono<br />
attraverso il Sacramento della Riconciliazione.<br />
Queste cose infiammano il cuore; queste<br />
hanno fatto la differenza e continueranno a<br />
farla anche nel futuro. La tradizione di Assisi,<br />
sapete bene, è nata molti anni fa. Se ancora<br />
oggi non si esaurisce la spinta verso questo<br />
luogo di conversione non è certo per la bravura<br />
o per la simpatia dei partecipanti.<br />
Assisi è condivisione<br />
Questo ardere il cuore che ci spinge a condividere<br />
la gioia tra noi che abbiamo vissuto Assisi<br />
(sono giunti fino a me, reietto di facebook, gli<br />
echi dei post sul social network...) non ci fa<br />
forse pensare al dovuto rispetto, alla gioia che<br />
ardeva nei cuori dei discepoli di Emmaus? Gioia<br />
che può essere figlia unicamente dell’incontro<br />
con Gesù. Non c’è amico rincontrato, non esiste
location, non c’è gioco o canto che possa generare<br />
gioia lontanamente paragonabile alla gioia del<br />
sentirsi amati e chiamati dal Padre.<br />
Assisi è chiamata<br />
Il mistero di Assisi, appare<br />
ancora meno “insolubile”, quando<br />
ci soffermiamo a pensare alla<br />
generosità di Grazie con cui Dio<br />
ha voluto riempire le nostre Rupi:<br />
pensiamo a Paolo, venuto ad<br />
Assisi nel 1986 con la Gazzetta<br />
dello Sport sotto il braccio e tornato<br />
a casa con la maturata scelta<br />
di seguire radicalmente Francesco<br />
(oggi Padre Paolo è parroco<br />
in Roma), o possiamo pensare<br />
a Marco, frate in servizio per<br />
lungo tempo proprio presso l’Eremo<br />
delle Carceri, come a tantissimi<br />
altri ancora che hanno<br />
ascoltato la propria vocazione<br />
alla vita consacrata e oggi sono<br />
al nostro fianco come Baloo.<br />
Assisi è trasformazione<br />
Ma alle Grazie visibili, si sommano quelle che<br />
ciascuno porta nel cuore: conflitti familiari irrisolti,<br />
tramutati in occasioni di perdono, angosce<br />
lavorative trasformate in opportunità di testimonianza,<br />
disordini del cuore, che hanno lasciato<br />
il posto alla scoperta della gioia di donarsi ad<br />
una sola persona, difficoltà con lo studio divenute<br />
“fame di sapere” per poter meglio rispondere<br />
alla propria vocazione, persone che per la prima<br />
Scoprire chi siamo e dove<br />
È la differenza tra un<br />
pellegrino e un<br />
vagabondo; il primo<br />
conosce il punto di arrivo<br />
e sopporta tutti gli sforzi<br />
in ottica di quel traguardo.<br />
Ed è un cammino pieno,<br />
ricco di speranza che<br />
culmina con la gioia nel<br />
momento in cui il<br />
panorama permette di<br />
intravedere la meta finale.<br />
Giocare il gioco<br />
volta hanno gustato la tenerezza della Riconciliazione<br />
col Padre... davvero, vi sono state molteplici<br />
conversioni: “quel che m’era dolce mi è<br />
stato trasformato in amaro e quel ch’era amaro<br />
in dolce”.<br />
Assisi è cammino<br />
Scoprire chi siamo e dove stiamo andando.<br />
È la differenza tra un pellegrino e un vagabondo;<br />
il primo conosce il punto di arrivo e sopporta<br />
tutti gli sforzi in ottica di quel traguardo. Ed è<br />
un cammino pieno, ricco di speranza che culmina<br />
con la gioia nel momento in cui il panorama<br />
permette di intravedere la<br />
meta finale. A differenza del va-<br />
gabondo, che magari compie lo<br />
stesso percorso, ma senza la libertà<br />
di averlo scelto, che arriva<br />
allo stesso traguardo finale completamente<br />
svuotato e spesso anche<br />
scontento per non aver fatto<br />
altre cose... che peraltro lo avrebbero<br />
portato ancora più lontano,<br />
con la stessa infelicità per intenderci,<br />
del fratello del figliol prodigo.<br />
Due piccole annotazioni<br />
ancora: mi piacerebbe scrivere<br />
molto sulla straordinaria e confidenziale<br />
catechesi del Cardinale<br />
e di come sia stata lampada<br />
ai miei passi… ma equivarrebbe<br />
ad impoverirla. Però la certezza<br />
che ne consegue è che, nel guardare in avanti,<br />
il cammino che ci attende appare molto meno<br />
oscuro di prima. Infine il capitolo delle Stuoie<br />
con le numerose continuazioni del Cantico:<br />
personalmente mi sono commosso nell’ascoltare<br />
la generosità con cui il Padre, ancora una<br />
volta, ci ha voluto accompagnare durante il nostro<br />
pellegrinare nel cercare di vedere il tutto in<br />
tutte le cose. Laudato sii mi’ Signore, per frate<br />
Francesco, che ancora una volta ci ha condotti<br />
a Cristo, vera Via e vera Vita. Buona Caccia!<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 19
20<br />
Giocare il gioco<br />
Sentire comune:<br />
il senso civico<br />
Maria Rosaria Maura<br />
Quando aiutiamo una ragazza a crescere è necessario che<br />
l’azione educativa sia volta alla comprensione del concetto<br />
di “buon cittadino” e soltanto dopo tale comprensione<br />
la aiuteremo a metterlo in pratica, rendendola consapevole<br />
delle sue responsabilità oltre che dei suoi diritti e privilegi. Ci<br />
impegneremo a farle comprendere innanzi tutto che i diritti<br />
devono essere il guadagno di un serio impegno a vivere i propri<br />
doveri e responsabilità civiche.<br />
Tornare sui vecchi passi, a dare un senso al buon cittadino<br />
che è in ognuno di noi è forse oggi un fatto necessario.<br />
orientarsi in questa società multimediale, aperta ad ogni<br />
esperienza ed accorgersi che l’uomo che la abita non è più capace<br />
di rispetto per ciò che gli altri hanno faticosamente costruito<br />
nel tempo, è forse ciò che serve per ritrovare l’azimut<br />
di ritorno del civismo.<br />
È necessario, a volte, ritrovare la solidità nel passato, per<br />
approfondire meglio il significato di un valore che oggi sembra<br />
essersi spento. Spesso i mali del nostro tempo sembrano<br />
derivare anche se non proprio direttamente, dalla mancanza<br />
di educazione, ma non della educazione del leggere e dello<br />
scrivere, ma quella cha fa riferimento ad alti valori, alla capacità<br />
di badare a se stessi, al senso del dovere, alla forza d’animo,<br />
al rispetto di sé e all’attenzione all’altro;<br />
insomma, a tutte quelle virtù<br />
cristiane che educano il no-<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Formare il giovane cittadino è<br />
abituarlo alla cooperazione,<br />
aiutarlo a desiderare i propri<br />
sentimenti e desideri<br />
personali, per procurare il<br />
bene dell’opera in cui è<br />
impegnato.<br />
Suscitare nelle giovani l’idea<br />
che in quel passato di altri un<br />
giorno ci sarà anche il suo<br />
passo di oggi, è impegnarle a<br />
formare in sé il buon cristiano<br />
e il buon cittadino.<br />
Occorre prima di ogni altra<br />
cosa riscoprire le ragioni dello<br />
stare con gli altri, riscoprire la<br />
capacità di cooperare, di dare<br />
per primi e sentirsi in<br />
debito con chi mi è<br />
accanto, allenare alla<br />
reciprocità.
stro carattere e lo costituiscono rendendolo<br />
tale, per abilitare la persona a vivere la vita<br />
con successo.<br />
Cosa può fare il guidismo?<br />
Chiediamoci allora cosa il Guidismo può<br />
fare per il buon cittadino di oggi, che è sempre<br />
meno disponibile a sentirsi responsabile di ciò<br />
che lo circonda. Incagliati come siamo nell’individualismo<br />
e in una società individualizzata,<br />
che ha reso gli individui sempre più individui,<br />
diversi e distinti tra loro, ciascuno vuole essere<br />
diverso dagli altri, rimarcando le proprie differenze<br />
e ciò impoverisce la relazione con l’altro.<br />
In tale situazione, le nostre relazioni non funzionano<br />
e ognuno di noi trova difficile stare<br />
con l’altro e cooperare con lui, perché ciascuno<br />
è talmente individualizzato da non vedere<br />
l’altro accanto a sé.<br />
In collaborazione con la famiglia possiamo<br />
tracciare quei punti cardinali che una ragazza,<br />
che abita la nostra comunità, ricerca e farne<br />
una giusta motivazione ai suoi sforzi per vivere<br />
ed essere partecipe del senso comune. Formare<br />
il giovane cittadino è abituarlo alla cooperazione,<br />
aiutarlo a desiderare i propri sentimenti<br />
e desideri personali, per procurare il bene<br />
dell’opera in cui è impegnato; sentire che le<br />
cose gli appartengono quando ne diventa il custode<br />
e non un consumatore; che può diventare<br />
l’artefice collaboratore creativo e non<br />
soltanto il distruttore e l’estintore delle cose<br />
esistenti; aprire strade di testimonianza attiva<br />
e accogliere gli altri nel passaggio di nozioni<br />
ormai divenute in lui competenza nel rispetto<br />
di un passato che non può e non deve essere<br />
cancellato. Suscitare nelle giovani l’idea che in<br />
quel passato di altri un giorno ci sarà anche il<br />
suo passo di oggi, è impegnarle a formare in sé<br />
il buon cristiano e il buon cittadino.<br />
“Ma il mezzo più importante per la formazione<br />
del cittadino rimane, ancora una volta, l’esempio<br />
della capo. È ciò che la capo fa e non tanto quello che<br />
dice, che influenza la ragazza. Nel divenire capi,<br />
Giocare il gioco<br />
avete iniziato a dare prova concreta del segreto vero<br />
del buon civismo, che poi è anche il segreto del successo<br />
di ogni scelta professionale: avete scelto di essere<br />
capi non per quello che potete trarne fuori, ma<br />
per quello che ci mettete dentro” (B.-P.).<br />
L’ausilio, dunque, che un sistema educativo<br />
come lo scautismo può dare per la rinascita del<br />
senso comune di ogni buon cittadino è sicuramente<br />
da affidare maggiormente alla cura<br />
approfondita ed attenta di una Capo Riparto,<br />
che trova un terreno fertile nelle sue ragazze<br />
sempre più inserite nella crescente società e<br />
che vedono in lei un modello da seguire e da<br />
imitare.<br />
Recuperiamo il senso comune<br />
Un aspetto da non sottovalutare è che occorre<br />
intervenire lì dove c’è un inizio, una<br />
crescita, un valore che nasce ed è ancora giovane.<br />
occorre aiutare a recuperare un senso<br />
comune, che per molti motivi potrebbe non<br />
essere sorto già in famiglia.<br />
Perché si possa risvegliare una tale sensibilità,<br />
occorre prima di ogni altra cosa riscoprire<br />
le ragioni dello stare con gli altri,<br />
riscoprire la capacità di cooperare, di dare per<br />
primi e sentirsi in debito con chi mi è accanto,<br />
allenare alla reciprocità, regola per cui<br />
non bisogna mai interrompere il circuito dei<br />
doni, ma bisogna imparare a dare per primi.<br />
Dando agli altri alla fine si riceverà, forse<br />
non sempre dalla persona a cui si è dato, ma<br />
da un altro a chi qualcun altro ha dato: così<br />
recita la preghiera della Guida “Insegnami<br />
ad essere generosa … a dare senza contare”<br />
(In Cordata). Perché ci sia<br />
un grande cerchio di doni<br />
che promuova tutte le<br />
persone e aumenta il<br />
benessere sociale.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 21
22<br />
Giocare il gioco<br />
Giocare il gioco...<br />
in Europa!<br />
Alberto Tattoli Commissario Nazionale Esploratori<br />
il gioco”: un libro?<br />
uno stile di vita? una ru-<br />
“Giocare<br />
brica di <strong>Azimuth</strong>? o che<br />
altro? È qualche giorno che queste<br />
tre parole mi vengono in mente e<br />
mi stimolano importanti pensieri,<br />
tali da volerli condividere, approfondendo<br />
qualche mia riflessione, nella<br />
speranza di essere di stimolo per<br />
molti, oltre che naturalmente per<br />
me stesso.<br />
Tutto con il gioco, ma non per gioco<br />
Capita spesso, nelle nostre chiacchierate ai Campi Scuola,<br />
di ricordare ai Capi che “facciamo tutto con il gioco, ma non<br />
per gioco”… ed è vero! Eccome se è vero!<br />
Quanto tempo abbiamo passato a pensare, anche nel minimo<br />
dettaglio, una regola di un gioco, per far non solo divertire<br />
i nostri esploratori, ma anche per farli crescere, per farli<br />
diventare sempre un po’ più forti nella salute e nel carattere,<br />
un po’ più pronti nel loro spirito di Servizio, un po’ più abili<br />
nella loro manualità, un po’ più vicino a Dio, sperimentando<br />
sentimenti di vera amicizia all’interno della propria Squadriglia,<br />
nella propria famiglia, in qualunque ambiente della loro<br />
vita. Quanto tempo dedicato a loro, nel voler cercare di svolgere<br />
il mio Servizio di Capo, la mia vocazione di Capo al meglio,<br />
giocando proprio nel mio ruolo di Capo Riparto, di Aiuto<br />
Capo, di quello che il Signore ora mi chiede. Quante soddisfazioni,<br />
quante difficoltà, quanti sacrifici, proprio come un qualsiasi<br />
giocatore, in qualsiasi sport: alla base di tutto<br />
l’allenamento, poi una tattica, il gioco di squadra e via, non si<br />
può che vincere!<br />
L’allenamento?<br />
Sì, come Capo ho mille occasioni per allenarmi, per prepararmi<br />
al meglio: i testi di B.-P., le Norme Direttive, i Campi<br />
Scuola associativi, le Direzioni Gruppo, gli incontri con l’Incaricato<br />
di Distretto di Branca Esploratori, le Formazioni Capi di<br />
Distretto… e chi più ne ha più ne metta… certo i momenti di<br />
allenamento non mancano! Una tattica…, l’avete capito da voi,<br />
è il metodo delle Squadriglie! Sì, meglio chiamarlo così, più che<br />
metodo Scout, per ricordarci sempre la centralità della Squadriglia,<br />
contro ogni tentazione di fare del “ripartismo”, di essere<br />
degli Akela per Lupetti ormai un po’ troppo cresciuti… che in<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
Una tattica… vabbè, l’avete<br />
capito da voi: il metodo delle<br />
squadriglie! Sì, meglio<br />
chiamarlo così, più che<br />
metodo Scout, per ricordarci<br />
sempre la centralità della<br />
squadriglia…<br />
Capita spesso, nelle nostre<br />
chiacchierate ai campi scuola,<br />
di ricordare ai capi che<br />
“facciamo tutto con il gioco,<br />
ma non per gioco”… ed è<br />
vero, come se è vero!<br />
Mi alleno di continuo, ho una<br />
tattica, una bellissima<br />
squadra… via… sempre più<br />
veloci… sempre più forti…<br />
E tu che fai, resti a casa o<br />
vieni con noi? Pensa:<br />
gemellaggi, uscite, campi,<br />
Eurojam… quante avventure<br />
da vivere assieme…
poco tempo si stancherebbero di noi e della<br />
vita che proporremmo loro: l’avventura, il ragazzo,<br />
se la vuole costruire, e se la vuole costruire<br />
da protagonista! Il gioco di squadra, col<br />
mio Assistente, i miei Aiuti, il mio Capo<br />
Gruppo, con l’Akela e il Capo Clan del mio<br />
Gruppo, con i genitori dei miei Esploratori, col<br />
Parroco, con i Capi del mio Distretto, della mia<br />
Regione, del Nazionale… ma come, proprio io<br />
che pensavo di essere solo? Già è vero, altro<br />
che solo, siamo una squadra grande, grandissima,<br />
forte, fortissima! Certo, non sempre è facile<br />
giocare insieme… ma il gioco di squadra,<br />
se manca, si sente, alla lunga (e nemmeno<br />
tanto lunga) si sente! Come Capo posso anche<br />
fare un gol da solo, ma poi non posso fare catenaccio<br />
di continuo… ho bisogno di lavorare<br />
in squadra, di essere e di sentirmi parte di una<br />
squadra che nel gioco, che nella vita, non<br />
vuole altro che vincere, avere successo, per<br />
dirla come B.-P., per vivere il suo spirito de “La<br />
strada verso il successo”.<br />
Giocare il gioco<br />
Il grande gioco… in Europa!<br />
E ora via: mi alleno di continuo, ho una tattica,<br />
una bellissima squadra… Siamo sempre<br />
più veloci… sempre più forti… ops, scusate,<br />
forse ora sto sognando… forse mi sono lasciato<br />
andare, mi stavo immaginando le mie<br />
Squadriglie, il mio Riparto, correre così forte<br />
che supera i confini del proprio comune,<br />
della propria provincia, della propria regione,<br />
della propria nazione… e via, verso l’Europa!<br />
Ehi, ehi, ma non è un sogno, sono o non sono<br />
un capo degli Scout d’Europa? E perché mai devo<br />
fermare l’entusiasmo, la voglia di avventura<br />
mia e dei miei Esploratori dentro un qualsiasi<br />
confine… perché non posso pensare di fare<br />
qualcosa di davvero grande: conquistare l’Europa!<br />
Sì, l’Europa! Perché non posso finalmente<br />
giocare in un campo un po’ più grande, un po’<br />
più bello, nel quale la ricchezza delle diversità<br />
diventa un dono reciproco da scoprire e da valorizzare?<br />
Se ci penso, poi, non è così difficile…<br />
essendo un Capo degli Scout d’Europa! Beh, che<br />
dire, ormai mi sono proprio convinto, ho deciso<br />
di giocare il gioco in Europa, voglio essere una<br />
di quelle 12 stelle della bandiera, che ogni mattina<br />
al campo issiamo, su quel mantello blu<br />
della Madonna, che saprà sicuramente aiutarmi<br />
sempre, essermi accanto, proteggermi e guidarmi!<br />
E tu che fai, resti a casa o vieni con noi?<br />
Pensa: gemellaggi, uscite, campi, Eurojam…<br />
quante avventure da vivere assieme, non solo<br />
a casa tua, ma in Europa, nel<br />
mondo!<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 23
24<br />
Giocare il gioco<br />
Il motto delle<br />
Scolte è... “SERVIRE”<br />
Donatella Paparella Vice Commissaria Nazionale Scolte<br />
è una parola latina, che indica<br />
l’essere a disposizione di qualcuno.<br />
“Servire”<br />
Servus era lo schiavo (da sclavus, cioè<br />
senza le chiavi di casa); poi, pian piano, è diventato<br />
anche sinonimo di “domestico” (da<br />
domus, casa) o anche “maggiordomo” (da major<br />
in domo, cioè colui che presiede alla vita della<br />
casa. In poche parole, servire è sempre stato<br />
un sinonimo di sudditanza. Tutt’oggi viviamo<br />
in una società dove l’esperienza di servizio è<br />
ancora intesa in un’accezione “negativa”: chi<br />
serve infatti è considerato una persona di poco<br />
conto che “esegue” degli ordini. Visto così, a<br />
pensarci bene, verrebbe da chiederci “Ma chi<br />
ce lo fa fare? Noi non siamo schiavi… Non<br />
siamo obbligati ad esser servitori”. E a pensarci<br />
bene… è anche difficile da spiegare.<br />
Che significa “servire” per una Scolta?<br />
È difficile spiegare cosa significhi vivere e<br />
apprezzare la fatica del servizio, per di più a<br />
volte poco gratificante.<br />
È difficile far comprendere che decidiamo<br />
di fare del servizio uno stile di vita, per avere<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
un mondo migliore, per creare rapporti gratuiti,<br />
per crescere e far crescere.<br />
È difficile spiegare che è dando che si riceve<br />
e che non importa quanto tempo dedichiamo<br />
a servire il prossimo, e che quel che<br />
conta è farlo e farlo bene, senza la pretesa di<br />
un ritorno di qualunque tipo. Come insegna<br />
B.-P., il tempo speso nel servizio non è tempo<br />
perso, ma un investimento verso la felicità e<br />
il successo. La Scelta del Servizio implica<br />
come atteggiamento di vita quello di rendersi<br />
utili agli altri, di saperli ascoltare, sostenere,<br />
attendere con pazienza e con umiltà.<br />
Significa preoccuparsi di creare reti di solidarietà<br />
con le persone a noi più vicine, ma<br />
anche con persone che spesso non conosciamo<br />
ma che sentiamo profondamente simili<br />
a noi.<br />
Significa impostare le relazioni con gli altri<br />
secondo la logica per la quale l’uomo non è<br />
mai un mezzo, ma sempre un fine.<br />
Significa fondare la propria vita non su logiche<br />
di potere, ma di amicizia, disponibilità,<br />
accoglienza.<br />
Significa anche donare agli altri le proprie<br />
capacità e la propria gioia di vivere. “Quello<br />
che fai, fallo bene” diceva S. Chiara.<br />
Come deve essere il nostro Servizio?<br />
Perché il nostro Servizio (sia associativo<br />
che extra-associativo) possa essere efficace,<br />
deve essere pensato, preparato e progettato,<br />
come qualsiasi impresa importante. occorrono<br />
occhi aperti ed attenti a scorgere le necessità<br />
di persone e cose, mani aperte ad<br />
accogliere e pronte a dare, piedi veloci…<br />
spalle robuste e la testa che ragiona e coordina.<br />
Lo stile di tutto ciò è quello di chi fa le<br />
cose con e per amore, cercando il bene là<br />
dove è chiamato a servire. Spesso bisogna<br />
mettere in conto una preparazione specifica,<br />
un’attrezzatura particolare, una formazione<br />
preliminare: è importante conoscere prima di<br />
agire. Pur essendo svolto per gli altri, il Servi-
zio, infatti, è innanzitutto mezzo di autoformazione<br />
e richiede verifiche ed attenzioni<br />
specifiche. Solo così è possibile aiutare la<br />
Scolta a maturare la consapevolezza che il<br />
suo più profondo ed autentico bene è<br />
anche un bene per tutti, e che il cambiamento<br />
avviene innanzitutto mediante il<br />
proprio impegno personale.<br />
È anche opportuno che le Scolte facciano<br />
esperienza di diversi tipi di Servizio che offrano<br />
loro occasioni di arricchimento e di formazione<br />
nell’ambito del proprio cammino di<br />
progressione personale.<br />
Si tratta di una progressione personale, che<br />
metterà la Scolta nelle condizioni di vivere il<br />
servizio prima di tutto come atteggiamento<br />
nel rapporto con gli altri. Un atteggiamento<br />
da vivere al lavoro, in famiglia, in comunità.<br />
In tal modo il servizio, oltre che atteggiamento,<br />
diventa testimonianza di vita cristianamente<br />
impegnata: da una predisposizione<br />
E ro<br />
Giocare il gioco<br />
interiore al servizio esso diventa, con la vita<br />
di Fuoco, un impegno che continua per tutta<br />
la vita, quotidianamente, negli ambienti in<br />
cui tutti i giorni viviamo, con le persone che<br />
ogni giorno incontriamo.<br />
È questo che significa scegliere di “essere”<br />
Scolta (e non di “fare” la Scolta) e realizzarsi<br />
“liberamente” nel Servizio. Tutti vogliamo essere<br />
liberi ma per esserlo veramente occorre<br />
coraggio e profondità. Questi sono gli atteggiamenti<br />
che ci permettono di vincere due<br />
nemici della nostra libera scelta: paura e superficialità.<br />
Educare al Servizio<br />
Alla Capo Fuoco l’arduo compito dell’Educazione<br />
al Servizio, che rappresenti la sintesi<br />
della proposta educativa ma anche l’elemento<br />
unificante degli interessi della Scolta,<br />
delle sue attese personali e delle attività da lei<br />
compiute. Un’educazione che sia però graduale<br />
e che consenta alla Scolta di prendere<br />
un impegno gratuito e continuativo: un impegno<br />
a cui si è chiamati da altri, in cui si impara<br />
a donare con competenza, avendo<br />
saputo accogliere i bisogni di chi sta intorno.<br />
Mi piace salutarvi con un brano di Tagore<br />
che offre un interessante spunto di riflessione<br />
sia per noi capo ma anche una traccia per realizzare<br />
un’attività con le nostre Scolte.<br />
giovane, e mi sentivo forte. Quella mattina di primavera uscii di casa e gridai: “Io sono a disposizione<br />
di chi mi vuole. Chi mi prende?” Mi lanciai sulla strada selciata. Ritto sul suo cocchio,<br />
con la spada in mano e seguito da mille guerrieri, passava il Re. “Ti prendo io al mio servizio”, disse<br />
fermando il corteo. “E, in compenso, ti metterò a parte della mia potenza”.<br />
Ma io della sua potenza non sapevo che farmene. E lo lasciai andare.<br />
“Io sono a disposizione di tutti. Chi mi vuole?” Nel pomeriggio assolato, un vecchio pensieroso<br />
mi fermò, e mi disse: “Ti assumo io, per i miei affari. E ti compenserò a suon di rupìe sonanti”. E cominciò<br />
a snocciolarmi le sue monete d’oro.<br />
Ma io dei suoi quattrini non sapevo che farmene. E mi voltai dall’altra parte.<br />
La sera arrivai nei pressi di un casolare. Si affacciò una graziosa fanciulla e mi disse: “Ti prendo<br />
io. E ti compenserò con il mio sorriso”. Io rimasi perplesso. Quanto dura un sorriso? Frattanto quello<br />
si spense, e la fanciulla si dileguò nell’ombra.<br />
Passai la notte disteso sull’erba, e la mattina ero madido di rugiada.<br />
“Io sono a disposizione... Chi mi vuole?” Il sole scintillava già sulla sabbia, quando scorsi un fanciullo<br />
che seduto sulla spiaggia giocava con tre conchiglie. Al vedermi alzò la testa e sorrise, come<br />
se mi riconoscesse: “Ti prendo io – disse – e in cambio non ti darò niente”.<br />
Accettai il contratto e cominciai a giocare con lui. Alla gente che passava e chiedeva di me, rispondevo:<br />
“Non posso, sono impegnato”.<br />
Da quel giorno mi sentii un uomo libero.<br />
RABINDRANATH TAGORE<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 25
26<br />
Giocare il gioco<br />
Lo Scout è leale<br />
Luigi Ingrassia<br />
Caro Capo Clan, una domanda a bruciapelo<br />
per te: sei leale? Rispondi di sì? Sei sicuro?<br />
Con due chiacchiere, vorrei far riflettere<br />
prima te e poi, attraverso di te, anche i Rover<br />
del tuo Clan, sul fatto che rispondere a questa<br />
domanda non è sempre così facile. Alle volte,<br />
sarebbe interessante se ci accadesse come al<br />
buon Vitangelo Moscarda, celebre personaggio pirandelliano<br />
del libro Uno, nessuno e centomila; se,<br />
quando meno ce lo aspettiamo, qualcuno di nostra<br />
conoscenza, ci facesse notare una nostra<br />
imperfezione, una nostra incoerenza. Qualcuno<br />
potrebbe aver notato ad esempio che il nostro<br />
comportamento non è sempre uguale: in chiesa<br />
come a casa, in ufficio come alla riunione di<br />
Clan, insieme con tua moglie come quando ti<br />
trovi da solo al mare con delle amiche. Pirandello<br />
ci fa notare come i comportamenti di ciascuno<br />
di noi spesso mutano a seconda di chi incontriamo,<br />
e non sempre possiamo affermare e riconoscere<br />
di essere stati coerenti fino in fondo,<br />
né con noi stessi e nemmeno con gli altri.<br />
Lealtà o coerenza?<br />
Stiamo parlando di lealtà o di coerenza? Mi<br />
chiederai tu… ebbene le cose vanno di pari passo.<br />
Per essere leale con gli altri dobbiamo prima<br />
di tutto iniziare ad esserlo con noi stessi. La nostra<br />
lealtà è strettamente legata infatti ai sinonimi<br />
di correttezza, di sincerità. Ma cosa vuol<br />
dire essere corretto, oppure essere sincero? Significa<br />
che, in ciò che facciamo e in ciò che noi<br />
siamo, dobbiamo riconoscere di essere coerenti<br />
con i nostri buoni principi: essere buoni cristiani<br />
e buoni cittadini. Essere padri, essere Capi Scout,<br />
essere onesti nel lavoro e a casa… Per esaminare<br />
la nostra lealtà dobbiamo soffermarci essenzialmente<br />
su tre aspetti importanti.<br />
1. Spesso noi non siamo del tutto sinceri<br />
e leali con noi stessi<br />
Ciò accade perché tendiamo, forse anche non<br />
del tutto consapevolmente, a voler apparire belli,<br />
buoni, graditi e amabili, prima ancora di impe-<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
gnarci a cercare di esserlo concretamente. Chi<br />
ci ha educato, ci ha spronato a voler mostrare<br />
a tutti coloro che incontriamo solo il meglio di<br />
noi stessi. Spesso è la società stessa a spingere<br />
in questa direzione. Si richiede, come requisito<br />
essenziale, prima la bella presenza, poi anche<br />
le capacità e le conoscenze. Proviamo quindi<br />
una profonda tristezza, nel prendere consapevolezza<br />
di vivere in un mondo di cartone. Eccoci<br />
tutti lì a cercare di avere un bell’aspetto ed una<br />
bella presenza, con diete e terapie (molte persone,<br />
soprattutto fra le donne, ormai sono addirittura<br />
giunte anche alla chirurgia plastica<br />
pur di ottenere certi “requisiti” e pian piano lo<br />
stesso sta cominciando ad accadere anche agli<br />
uomini!). Quanti sorrisini compiacenti con i colleghi<br />
o con qualche capo ufficio solo per poter<br />
guadagnare la sua fiducia e magari avanzare di<br />
carriera? Quanti compromessi per poter “rimanere<br />
in un certo giro di amicizie” e non sentirsi<br />
escluso? Ho sentito dire che qualcuno inizia a<br />
fumare, anche se non avrebbe voluto farlo, solo<br />
perché temeva di non essere più accettato dagli<br />
amici fumatori con cui usciva insieme (stesso<br />
discorso anche con alcool e droga). Quanti sì abbiamo<br />
detto, quando invece avremmo voluto e<br />
dovuto dire no? Quanti no, quando avremmo<br />
dovuto e voluto dire sì… Spesso è anche la nostra<br />
pigrizia a dettarci le regole utili a garantire prima<br />
di tutto la nostra tranquillità e a non mutare<br />
uno stato di fatto in cui ci siamo convenientemente<br />
adagiati. Riusciamo ad essere la stessa<br />
persona quando siamo a casa con i familiari, rispetto<br />
a quando siamo con gli amici o in ufficio?<br />
Con il fazzoletto al collo e senza il fazzoletto?<br />
2. Lealtà non è solo il dire la verità<br />
Spesso il nostro pensiero comune è che, per<br />
poterci dire leali, sia sufficiente non mentire<br />
mai a nessuno. Il non mentire è solo un primo<br />
passo, importante, ma non è tutto. “La lealtà non<br />
è una questione di parole, ma di essere se stessi” (da<br />
“Pregare la Legge”). Aggiungerei io: “ed in ogni circostanza”,<br />
proprio qua, forse, sta la nostra mag-
giore difficoltà. Quella, cioè, di rimanere sempre<br />
coerenti con le nostre scelte di vita più importanti in<br />
ogni momento della nostra giornata. E quali sono le<br />
nostre scelte di vita più importanti? In primis<br />
la scelta di essere cristiani. Di seguito vengono<br />
le altre, che da questa hanno trovato origine,<br />
come quella di essere diventato uno Scout e un<br />
Capo Scout; quella di aver battezzato i nostri<br />
figli assumendoci l’impegno di crescerli educandoli<br />
nella fede; quella di esserci sposati in Chiesa<br />
con un impegno di vita cristiana di coppia; e<br />
via di seguito. Il nostro senso civico, poi, ci porta<br />
ad essere anche dei buoni cittadini, corretti ed<br />
onesti, sia nel nostro lavoro che in ogni luogo.<br />
Durante la nostra giornata possiamo dire di rispettare<br />
fedelmente e coerentemente tutti i nostri<br />
impegni come cristiano e come cittadino?<br />
Basterebbe semplicemente che qualcuno ci facesse<br />
notare che, se saliamo in auto e raggiungiamo<br />
i 180 km orari, mettendo a rischio la nostra<br />
e la vita altrui, magari solo per provare le<br />
performance del motore della nostra nuova<br />
auto, già così il nostro senso civico e la nostra<br />
attenzione alla vita (e quindi il nostro essere cristiani)<br />
finiscono clamorosamente sotto le ruote<br />
della nostra auto in corsa.<br />
3. Nel voler essere leali con noi stessi e con<br />
tutti è l’amore per l’altro che consente di<br />
fare il vero salto di qualità<br />
Tornando a prendere ad esempio Vitangelo<br />
Moscarda, bisogna prendere coscienza che i momenti<br />
più difficili in cui non riusciamo a “rispettare<br />
la nostra coerenza” sono quelli in cui<br />
ci ritroviamo a dover gestire dei “rapporti misti”<br />
e a doverci relazionare, ad esempio, con dei colleghi<br />
che sono anche nostri amici nella vita privata<br />
o magari sono dei nostri parenti. Sono situazioni<br />
difficili, proprio perché alcuni nostri<br />
atteggiamenti sono dettati più dal nostro volere,<br />
o dovere a tutti i costi, “piacere agli altri”, piuttosto<br />
che essere motivati e spinti dal nostro concreto<br />
amore per il prossimo. Ecco il salto di qualità<br />
che dobbiamo imporci e che dobbiamo pro-<br />
Giocare il gioco<br />
porre anche ai Rover, per far sì che siano leali,<br />
corretti e coerenti con se stessi e con tutti. Amare<br />
è “di più” che essere corretti: amare è vero rispetto<br />
per l’altro, amare è gioia di veder gioire l’altro<br />
per mezzo nostro e rimanendo noi stessi,<br />
senza alcuna falsità, senza tornaconto… non<br />
per piacere agli altri ma solo per il bene degli<br />
altri. A tal fine una rilettura con loro dell’inno<br />
all’Amore di S. Paolo (1 Cor. 13) è illuminante.<br />
Essere leali si può, amando gli altri, rispondendo<br />
concretamente alla nostra chiamata ed alla nostra<br />
missione, poi seguire le regole e le norme<br />
di vita verrà da sé, di naturale conseguenza. Attraverso<br />
l’educazione ricevuta e le nostre esperienze<br />
ci siamo costruiti un nostro “codice di<br />
vita”, obbedendo a particolari valori di correttezza,<br />
di sincerità, resistendo nelle situazioni<br />
più difficili come, ad esempio, davanti alle tentazioni<br />
più frequenti. ogni volta che siamo riusciti<br />
a rimanere fedeli alle nostre promesse iniziali<br />
e al nostro “codice di vita”, ci è sembrato<br />
di poter rispondere “Sì, sono leale”, ma se vogliamo<br />
misurare il nostro vero grado di lealtà, occorre<br />
confrontarsi con l’altro e occorre andare<br />
oltre a regole e convenzioni. Gesù diceva che,<br />
se la nostra giustizia non supererà quella degli<br />
scribi e dei farisei (che seguivano unicamente<br />
le leggi ed i precetti senza riempire tutto di sentimento,<br />
di amore e di perdono) non entreremo<br />
nel regno dei cieli. (cfr. Mt 5, 17-20). Ma di “amore<br />
per il prossimo” leggerete nel prossimo numero<br />
di <strong>Azimuth</strong>. Buona Strada!<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 27
28<br />
Il nostro emblema • 1<br />
IL GIGLIO<br />
Attilio Grieco<br />
RADICI<br />
Fin dai tempi della civiltà micenea il giglio<br />
ha simbolicamente rappresentato il<br />
fiore perfetto perché il suo bocciolo si<br />
apre in maniera perfettamente simmetrica.<br />
Nell’iconografia cristiana il giglio è il simbolo<br />
della purezza, dell’innocenza, della verginità.<br />
Nell’arte cristiana vediamo che nelle raffigurazioni<br />
dell’Annunciazione spesso l’Arcangelo<br />
Gabriele offre a Maria un giglio, che simboleggia<br />
Cristo. Tra cielo e terra c’è il vero Dio e<br />
vero Uomo. Altre raffigurazioni ci fanno vedere<br />
spesso Maria con in mano il giglio a simboleggiare<br />
le caratteristiche del Figlio.<br />
San Bernardo precisa che il fiore che nascerà<br />
dall’albero di Jesse (Is 11,1) sarà per l’appunto<br />
il giglio e nel suo commento al Cantico<br />
dei Cantici scrive che ”il giglio realizza in qualche<br />
modo la perfezione del Vangelo che ci comanda di<br />
pregare per quelli che ci calunniano e ci perseguitano<br />
e di fare del bene a coloro che ci odiano”<br />
(Serm. XLVIII).<br />
Il giglio è poi una figura araldica che, con<br />
la croce, il leone e l’aquila, è una delle quattro<br />
figure più diffuse negli stemmi araldici. Il nostro<br />
emblema è costituito da una croce caricata<br />
da un giglio. Baden-Powell scelse il giglio<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
come distintivo degli Scouts perché sulle antiche<br />
bussole e sulle antiche carte nautiche<br />
indicava il nord e uno Scout deve sempre conoscere<br />
la direzione verso la quale va. Inoltre,<br />
con le sue tre punte il giglio ricorda i tre<br />
punti della Promessa e le tre Virtù dello Scout<br />
e della Guida: franchezza, dedizione, purezza.<br />
Quando nel 1956 a Colonia, in Germania,<br />
alcuni giovani capi decisero di fondare la<br />
F.S.E., idearono il nostro distintivo attuale che<br />
riassumeva i loro ideali e dove la direzione indicata<br />
dal giglio della bussola è Cristo, morto<br />
su una croce e risuscitato per la salvezza di<br />
tutti gli uomini.<br />
Il Commissario Generale tedesco, Karl Schmitz<br />
Moormann, che nel 1957 era a Parigi per<br />
motivi di studio, chiese di disegnare graficamente<br />
il distintivo a Pierre Joubert, il famoso<br />
disegnatore Scout. Grande esperto di araldica,<br />
Joubert pose un giglio sulla croce e non<br />
avrebbe mai potuto mettervi altro. Infatti<br />
araldicamente sulla croce non si pone mai<br />
nulla, perché dove è stato posto Cristo non<br />
può porsi null’altro ad eccezione del giglio<br />
che, come spiegato precedentemente, simboleggia<br />
Cristo.<br />
In un prossimo articolo parleremo della<br />
croce a otto punte che costituisce il secondo<br />
elemento del nostro emblema.
100 ANNI GUIDE<br />
Mostra fotografica del Guidismo a Treviso<br />
Un Ceppo vitale<br />
Michela Marino Vice Commissaria Distretto Treviso Est<br />
Se tu domandi perché sono guida,<br />
ti dirò: Perché non posso fare<br />
altrimenti (LEZARD)<br />
Q<br />
uesto è il motto che ci ha guidate nella<br />
lunga e meticolosa organizzazione dei<br />
festeggiamenti dei 100 anni dalla nascita<br />
del guidismo! Nella suggestiva cornice<br />
del Battistero del Duomo di Treviso, dal 19 al<br />
26 febbraio 2001, la sezione femminile dei distretti<br />
di Treviso, ha allestito una mostra fotografica<br />
che racconta la “nostra” storia dagli<br />
anni 40 ai giorni nostri.<br />
Il perché di una mostra fotografica non è<br />
difficile da spiegare e da capire. È chiaro che<br />
se noi oggi, assieme alle nostre ragazze, possiamo<br />
vivere questa bella avventura, è grazie<br />
al fatto che ci sono state donne che, prima di<br />
noi, hanno creduto in questo movimento e lo<br />
hanno vissuto con entusiasmo.<br />
Dalla piccola ghianda, piantata nel lontano<br />
1943 da Anna Maria Feder, ora è fiorito un<br />
grande albero, diventato una bellissima e rigogliosa<br />
quercia. Il percorso della mostra<br />
chiaro e coinvolgente: foto degli anni 40 che<br />
raffigurano volti di persone che ci hanno lasciato<br />
in eredità la ricchezza del guidismo per<br />
permetterci di costruire il nostro presente,<br />
che sarà parte del nostro futuro.<br />
Si prosegue via via nei decenni fino ad arrivare<br />
agli anni 70, anni di grandi cambiamenti<br />
e di altrettante grandi decisioni: la nascita<br />
dell’AGESCI e la consapevolezza di mantenere<br />
intatta la specificità del guidismo e la conseguente<br />
adesione al movimento dell’<strong>FSE</strong>. Vedere<br />
le immagini di Coccinelle e guide che<br />
nel tempo sono divenute le donne che sono<br />
state le nostre capo unità, le sorelle maggiori<br />
alle quali ispirarsi, è un’esperienza che ci fa<br />
sentire una vera grande famiglia! Nell’ultima<br />
parte del percorso troviamo foto di bambine<br />
e ragazze di oggi, ancora affascinate dallo<br />
spirito della famiglia felice, dell’avventura,<br />
del servizio al prossimo e della strada, che<br />
diventeranno donne di carattere e guide nella<br />
società. A nome dei Distretti di Treviso ringrazio<br />
di cuore le donne che hanno fatto in<br />
modo che tutto ciò si realizzasse: Liana,<br />
Eliana, Marilinda, Maria Luisa, Maria Grazia,<br />
Nicla, Nicoletta ed Emilia.<br />
Un grazie anche al Centro Studi Scout<br />
“Don Ugo De Lucchi”, alla Fondazione Feder<br />
Piazza, a Lucia, Francesca, Andrea e Loriana.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 29
30<br />
Don Giovanni Paccapelo ed il guidismo nelle Marche • 1946/1949<br />
FORTEMENTE GUIDE<br />
Don Giovanni Paccapelo (da manoscritto, 1949)<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
100 ANNI GUIDE<br />
In occasione del Centenario abbiamo scavato<br />
molto per ricercare parte delle radici della nostra<br />
storia, e grazie a questo stimolo abbiamo riscoperto<br />
la figura di un Sacerdote, Don Giovanni Paccapelo,<br />
che ha lasciato una profonda traccia sul nostro percorso.<br />
Rovistando nell’immenso archivio di Piergiorgio<br />
Mingo abbiamo ritrovato un manoscritto datato<br />
1949 di Don Giovanni, dove spiega i primi passi fatti<br />
per intraprendere l’avventura del Guidismo nella<br />
nostra zona. Da questo scritto “trasuda” una grande<br />
passione e determinazione, poiché egli aveva compreso<br />
il potenziale del metodo Scout per “formare le<br />
nuove generazioni” nell’immediato dopoguerra. Riportiamo<br />
dei brevi stralci del manoscritto. Leggendo<br />
ne traiamo la figura di un uomo, di un Sacerdote<br />
appassionato del metodo Scout con una visione<br />
aperta, definirei profetica oltre che poetica. A lui<br />
dobbiamo grande riconoscenza per la strada che ha<br />
tracciato per noi: guide di oggi e di domani. CARLA<br />
Si è ripetuto quello che avvenne a Londra<br />
nel 1909 nella 1^ adunata dei Boy-Scouts;<br />
le stesse giovinette chiesero al fondatore<br />
di essere accettate nel movimento Esploratori.<br />
Ad un primo rifiuto resistettero, alimentarono<br />
questo desiderio ed in una prossima riunione<br />
trovarono il modo di sfilare in ordine e perfetta<br />
divisa dietro ai Boy-Scouts. In conclusione le<br />
Guide nacquero da sé, quasi per generazione<br />
spontanea. A Jesi in piccolo si è ripetuto lo<br />
Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />
In uscita con Don Giovanni Paccapelo (1954).<br />
stesso fatto: nessuno aveva pensato ad esse,<br />
nessuno le avrebbe invitate. Si sono offerte,<br />
hanno chiesto se c’era un’associazione simile<br />
anche per le giovani. Chiedevano questo all’Assistente<br />
di Zona degli Scouts nell’estate del<br />
1946. L’assistente diede una risposta evasiva,<br />
dicendo che bisognava prima affermarsi con<br />
il movimento maschile e poi in seguito se ne<br />
sarebbe potuto parlare…<br />
Coccinelle, Guide, Scolte, Scolte di S. Giorgio<br />
sono state viste in alcune città d’Italia:<br />
Roma, Assisi….anche Esploratrici straniere. Si<br />
viene a sapere che anche nelle Marche sono<br />
sorte o stessero per sorgere: Ancona, osimo<br />
ecc. Nel Commissariato di Zona è giunto un<br />
libricino di P. Ruggi d’Aragona…<br />
Le giovani tornano alla carica: vogliono divenire<br />
guide ad ogni costo e conoscere meglio<br />
il movimento. Il bersagliato è sempre l’Assistente<br />
di Zona degli Scouts. Mi faccio consegnare<br />
il libricino, lo leggo, lo leggono le<br />
future guide, qualche commento e si decide<br />
di aver più ampie spiegazioni rivolgendoci direttamente<br />
all’Assistente Centrale P. Ruggi.<br />
P. Ruggi dice di mettersi in relazione con<br />
Prisca Chiassi Commissaria Centrale ed incaricata<br />
per le Marche e con la signorina Prof.
In uscita con Don Giovanni Paccapelo (1954).<br />
Albonetti, Capo Riparto di Ancona. L’ingranaggio<br />
incomincia a funzionare: cinque guide<br />
si recano al Monte Conero il 20 aprile nel pomeriggio<br />
e ritornano entusiaste la sera del 21.<br />
Il primo nucleo di ragazze aveva ottime qualità<br />
di Guide. Queste figliole non entrerebbero<br />
mai nell’A.C., ma sono prese invece dal fascino<br />
d’un ideale di vita Scout. Lo Scout ha nella pratica<br />
un grande spirito di sacrificio, cavaliere cortese,<br />
compie azioni di bene e nel segreto della<br />
piccola tenda, di fronte all’orizzonte degli abissi<br />
o dei monti, nel fitto di una foresta o nella contemplazione<br />
al cielo stellato, eleva fervida e<br />
sentita la preghiera al Creatore. Mentre le prime<br />
Scolte e le prime Guide, fondatrici del Riparto,<br />
al Campo si preparano spiritualmente e fisicamente,<br />
sognano e progettano una florida associazione<br />
e si ripromettono di fare tanto bene,<br />
a Jesi si prepara loro una accoglienza, se non<br />
del tutto ostile, almeno fredda e diffidente da<br />
parte di alcuni elementi dirigenti di A.C., temono<br />
lo spirito di conquista o di Apostolato<br />
insito nel movimento Scout, che le guide intralcino<br />
il movimento di A.C.<br />
come un doppione inutile se non<br />
dannoso. Si dice che questo movimento<br />
non doveva sorgere a<br />
Jesi, perché bastava l’A.C.; che è<br />
un movimento non adatto per le<br />
femmine ecc. Insomma diffidenza,<br />
un po’ di acredine, qualche<br />
briciolo di… invidia camuffata.<br />
Buon segno? È opera di Dio<br />
e potrà fare del bene.<br />
Le molteplicità di opere è vita<br />
nella Chiesa e direi che è necessaria<br />
perché il Buon Dio ha creato<br />
gli uomini l’uno diverso dall’altro.<br />
La responsabilità l’ha la neo professoressa<br />
Anna Cingolani, scelta<br />
Capo Riparto. Il Vescovo approva<br />
e si augura che il movimento sia<br />
100 ANNI GUIDE<br />
duraturo. L’elenco delle prime componenti fondatrici<br />
viene inviato al Centro di Roma ed approvato.<br />
Il lavoro di formazione prosegue: arrivano<br />
i libretti, alcune stampe, s’imparano dei<br />
canti ecc. La corrispondenza tra il centro e le<br />
guide ora è diretta. Solo P.Ruggi si rivolge all’Assistente<br />
per seguire l’andamento.<br />
Il gruppetto di Scolte dovrebbe essere il nucleo,<br />
il fermento dell’Associazione: è necessario<br />
un Campo, meglio un campo scuola. Le guide<br />
si tengono in contatto con Ancona ed osimo<br />
(Riparti conosciuti al Conero) per un campo<br />
in comune. Arriva la notizia del Campo Scuola<br />
di Spoleto: sono invitate le Scolte di Jesi. Dopo<br />
varie consultazioni si decide di parteciparvi.<br />
Il 15 settembre arriva il telegramma di P.<br />
Ruggi: sarà a Jesi il 16 settembre alle ore 10,30.<br />
Tutti avvertiti anche i Rover, di cui P. Ruggi è<br />
l’assistente di specialità; farà visita anche agli<br />
Esploratori. Tutti contenti, ma in modo particolare<br />
contente sono le Guide, specie quelle<br />
che l’hanno conosciuto al Campo di Spoleto.<br />
Fervono i preparativi per la promessa: studio<br />
del testo, specie della Legge e della Promessa.<br />
Il Papa ha benedetto questo movimento;<br />
nel prossimo anno Santo riceverà le Guide d’Italia<br />
in udienza particolare; consiglia e si augura<br />
che si diffonda questo metodo educativo<br />
che conta 40 anni di esperienze nelle varie<br />
parti del mondo, con ottimi risultati in nazioni<br />
cattoliche ed anche non cattoliche.<br />
Lo scautismo non è fine a se stesso, ma è<br />
un mezzo di formazione spirituale, morale, famigliare,<br />
civica e fisica per elementi che verso<br />
San Giorgio a Santa Maria Fuori Monsano (25/4/1950).<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 31
32<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
100 ANNI GUIDE<br />
di esso si sentono attratti. Sarebbe perciò errore<br />
gravissimo metterlo in cattiva vista, fare<br />
affrettati apprezzamenti e distogliere coloro<br />
che si sentono veramente chiamati ad emettere<br />
una promessa basata sull’onore e consolata<br />
dall’aiuto di Dio; che si impegnano all’osservanza<br />
di una legge che trova la sua radice<br />
nel Vangelo, che cercano l’occasione propizia<br />
Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />
per compiere ogni giorno una buona azione<br />
verso il prossimo, che indossano una divisa,<br />
simbolo di fede e di coraggio.<br />
L’A.C. non deve temere: deve rallegrarsi,<br />
nella vigna del Signore c’è posto per tutti.<br />
Gioire se elementi di A.C. entrano nei vari Riparti<br />
portando un soffio di spiritualità ed il<br />
fermento sano di cui si parla nel Vangelo.<br />
LA VITA a cura di MADDALENA PACCAPELO<br />
Don Giovanni Paccapelo racchiudeva in sé l’animo sensibile del musicista e quello attento<br />
dell’educatore. Era nato a S. Elpidio a Mare (allora provincia di Ascoli Piceno) il<br />
02/07/1904 e, dopo la sua consacrazione sacerdotale, nel 1928 si trasferì a Jesi presso lo<br />
zio Don Pasquale Paccapelo, come aiuto parroco. Fu poi nominato canonico della Cattedrale<br />
jesina, dove creò la prima Schola Contorum della Diocesi. La sua grande fiducia nei<br />
giovani lo ha portato a collaborare alla rinascita dello scautismo a Jesi, insieme al prof.<br />
Arnaldo Bellagamba nel 1944, dopo la crisi della dittatura fascista. Non poteva essere altrimenti,<br />
dato che aveva la tessera Scout dell’anno 1926. Fu il primo assistente Scout della<br />
Diocesi di Jesi. Inviava alle parrocchie circolari per spronare le forze cattoliche a far parte<br />
dello scautismo, creando Riparti distinti per i ragazzi e per le ragazze (non sempre trovando<br />
adeguato accoglimento da parte delle autorità ecclesiastiche). Riuscì tuttavia a fondare<br />
a Jesi nel 1946 l’A.G.I., Associazione delle Guide Italiane. Ha partecipato sempre con<br />
grande entusiasmo e dedizione ai campi estivi di esploratori e guide. Appassionato di astronomia,<br />
insegnava ai giovani Scout a conoscere e ad ammirare la bellezza delle stelle nelle<br />
notti incantate accanto al Grande Fuoco da<br />
campo. Compose un “Inno per le guide” in<br />
occasione del primo San Giorgio Regionale,<br />
tenuto a San Cassiano di Fabriano il 25 aprile<br />
1953, intitolato “Guida d’Italia”.<br />
È dell’anno 1954, durante un Campo Nazionale<br />
nel Parco degli Abruzzi, il più grande<br />
dolore della sua vita: un giovane Scout<br />
muore. L’immenso dispiacere lo ha accompagnato<br />
fino alla morte, avvenuta tre anni<br />
dopo, il 20 agosto 1957 nel suo paese natale.<br />
Ha lasciato così definitivamente i prati della<br />
terra per salire alle amate stelle dei cieli ”che<br />
Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />
sembran prati e le stelle tanti fior”.
LAVORI IN CORSO<br />
Cristiani si diventa,<br />
non si nasce<br />
Angela Vanini Commissione Sfde Educative<br />
Q<br />
uesto notissimo detto di Tertulliano sottolinea la necessità<br />
della dimensione propriamente educativa della<br />
vita cristiana. La realtà del contesto socio-culturale nel<br />
quale i cristiani sono immersi, come cittadini fra i cittadini e<br />
quindi destinatari come tutti dei più diversi messaggi della società<br />
globalizzata, mostra tutta la sua fragilità. Leggere i segni<br />
dei tempi per gli educatori deve far prendere coscienza che si<br />
sta rapidamente passando da un cristianesimo per nascita a<br />
un cristianesimo per scelta e che nel volgere di qualche decennio<br />
cambierà profondamente il panorama religioso anche<br />
del nostro Paese. Maggiore, quindi, rispetto ad altre epoche<br />
storiche, deve essere l’impegno educativo, in quanto non si<br />
può dare nulla per scontato.<br />
In questa seconda puntata di avvicinamento alla lettura degli<br />
orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio<br />
2010-<strong>2011</strong>, nella quale la Commissione sfide educative si sta cimentando,<br />
si sono voluti prendere i magnifici suggerimenti di<br />
riflessione del capitolo terzo come modello per il nostro essere<br />
capo, educatore e non solo animatore, di una Associazione di<br />
cattolici che ha ragione di esistere in quanto si occupa dell’educazione<br />
cristiana e civica dei ragazzi secondo il metodo Scout.<br />
L’educazione è un processo di crescita che richiede pazienza. Progredire<br />
verso la maturità impegna la persona in una formazione per-<br />
L’educatore è un testimone<br />
della verità, della bellezza e<br />
del bene, cosciente che la<br />
propria umanità è insieme<br />
ricchezza e limite. Ciò lo<br />
rende umile e in continua<br />
ricerca. Educa chi è capace di<br />
dare ragione della speranza<br />
che lo anima ed è sospinto dal<br />
desiderio di trasmetterla.<br />
L’educatore compie il suo<br />
mandato anzitutto attraverso<br />
l’autorevolezza della sua<br />
persona. Essa rende efficace<br />
l’esercizio dell’autorità; è<br />
frutto di esperienza e di<br />
competenza; ma si acquista<br />
soprattutto con la coerenza<br />
della vita e con il<br />
coinvolgimento personale.<br />
Il processo educativo è<br />
efficace quando due persone<br />
si incontrano e si coinvolgono<br />
profondamente, quando il<br />
rapporto è istaurato e<br />
mantenuto in un clima di<br />
gratuità oltre la logica della<br />
funzionalità, rifuggendo<br />
dall’autoritarismo che soffoca<br />
la libertà e dal permissivismo<br />
che rende insignificante la<br />
relazione.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 33
34<br />
LAVORI IN CORSO<br />
manente, caratterizzata da alcuni<br />
elementi chiave: il tempo, il coraggio,<br />
la meta; se questo è valido<br />
per i ragazzi che i genitori ci affidano<br />
e a cui facciamo una<br />
proposta di crescita di tutta la<br />
persona, secondo una progressione<br />
metodologica, lo è ancora<br />
di più per ogni capo che, ogni<br />
settimana, entra in sede per la<br />
riunione con i suoi ragazzi, lasciando<br />
fuori dalla porta i propri<br />
problemi personali e<br />
ponendosi nei loro confronti in un atteggiamento<br />
di ascolto e di disponibilità: lui c’è, ed è<br />
lì solo per loro. Quanti ragazzi hanno oggi la<br />
possibilità di avere qualcuno che organizzi<br />
per loro avvincenti attività che appagano la<br />
loro sete di agire, giocare, stare insieme agli<br />
altri, mettersi in gioco?<br />
E quanti possono avere accanto a sé un<br />
adulto educatore che sa fare propri i suoi desideri,<br />
prestando attenzione ai sogni appena bisbigliati,<br />
accorgendosi del loro tumultuoso<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
La passione educativa è<br />
una vocazione, che si<br />
manifesta come un’arte<br />
sapienziale acquisita nel<br />
tempo attraverso<br />
un’esperienza maturata<br />
alla scuola di altri maestri<br />
mondo interiore e dimostrandosi<br />
capace di sondare, con rispettosa<br />
attenzione, i segreti di<br />
un giovane che si apre alla vita?<br />
Ogni adulto è chiamato a prendersi<br />
cura delle nuove generazioni<br />
e diventa educatore quando ne assume<br />
i compiti relativi con la dovuta<br />
preparazione e con senso di<br />
responsabilità.<br />
L’educatore è un testimone<br />
della verità, della bellezza e del<br />
bene, cosciente che la propria umanità<br />
è insieme ricchezza e limite. Ciò lo rende umile<br />
e in continua ricerca. Educa chi è capace di dare<br />
ragione della speranza che lo anima ed è sospinto<br />
dal desiderio di trasmetterla. La passione educativa<br />
è una vocazione, che si manifesta come un’arte sapienziale<br />
acquisita nel tempo attraverso un’esperienza<br />
maturata alla scuola di altri maestri.<br />
L’educatore compie il suo mandato anzitutto<br />
attraverso l’autorevolezza della sua persona.<br />
Essa rende efficace l’esercizio dell’autorità; è<br />
frutto di esperienza e di competenza; ma si
acquista soprattutto con la coerenza della<br />
vita e con il coinvolgimento personale.<br />
Educare è un lavoro complesso e delicato,<br />
che non può essere improvvisato o affidato<br />
solo alla buona volontà. Il senso di responsabilità<br />
si esplica nella serietà con cui si svolge<br />
il proprio servizio. Senza regole di comportamento,<br />
fatte valere giorno per giorno anche<br />
nelle piccole cose, e senza educazione della<br />
libertà non si forma la coscienza, non si<br />
allena ad affrontare le prove della vita, non si<br />
irrobustisce il carattere.<br />
In Gesù, maestro di verità e di vita che ci raggiunge<br />
nella forza dello Spirito, noi siamo coinvolti<br />
nell’opera educatrice del Padre e siamo generati<br />
come uomini nuovi, capaci di stabilire relazioni vere<br />
con ogni persona. È questo il punto di partenza e il<br />
cuore di ogni azione educativa.<br />
Il processo educativo ha una natura<br />
inter-personale: educatore ed educando sono<br />
considerati come liberi soggetti coinvolti in<br />
un rapporto che chiama la libertà al rischio del<br />
coinvolgimento. Per questo si può parlare del<br />
dialogo educativo in termini di avventura,<br />
un’impresa rischiosa e affascinante.<br />
Quest’impostazione precede l’analisi del<br />
contesto socio-culturale anche se, avendo di<br />
mira l’uomo, nella sua identità di persona libera<br />
sempre situata non può mai prescindere<br />
dalla sua collocazione nella storia concreta.<br />
L’educazione, costruita essenzialmente sul rapporto<br />
educatore ed educando, non è priva di rischi<br />
e può sperimentare crisi e fallimenti: richiede quindi<br />
il coraggio della perseveranza…<br />
Il processo educativo è efficace quando due persone<br />
si incontrano e si coinvolgono profondamente, quando<br />
il rapporto è istaurato e mantenuto in un clima di<br />
gratuità oltre la logica della funzionalità, rifuggendo<br />
dall’autoritarismo che soffoca la libertà e dal permissivismo<br />
che rende insignificante la relazione.<br />
Come Gesù fece con i suoi discepoli, all’inizio<br />
di ogni rapporto educativo va posta una<br />
domanda in grado di suscitare e riconoscere un<br />
desiderio: “Che cosa cercate?”.<br />
LAVORI IN CORSO<br />
Chiarire a se stessi cosa si stia realmente<br />
cercando nella vita, discernere ciò di cui si<br />
sente la mancanza e scoprire cosa stia realmente<br />
a cuore, è la domanda che Gesù rivolge<br />
a chiunque desideri stabilire un<br />
rapporto con lui. Dalla domanda traspare l’atteggiamento<br />
educativo di Gesù, la cui imitazione<br />
è necessaria a ogni educatore cristiano:<br />
egli è il Maestro che fa appello alla libertà e a<br />
ciò che di più autentico abita nel cuore, facendone<br />
emergere il desiderio inespresso.<br />
Alla domanda iniziale, segue con coraggio<br />
una proposta: “Venite e vedrete”. Gesù rivolge un<br />
invito esplicito (venite), a cui associa una promessa<br />
(vedrete). Ci mostra così che per stabilire un rapporto<br />
educativo occorre un incontro che susciti una<br />
relazione: non si tratta di trasmettere nozioni<br />
astratte, ma di offrire un’esperienza da condividere.<br />
Un capo, secondo BP non è un pozzo di<br />
scienza, ma un uomo-ragazzo, cioè una persona<br />
che ha raggiunto la maturità, che ha<br />
chiarito le scelte fondamentali della vita, non<br />
solo senza perdere le qualità più nobili della<br />
giovinezza, quali l’entusiasmo, la generosità,<br />
lo spirito di avventura, l’eroismo, ma in un tenace<br />
lavorio su se stesso, è riuscito a far sì che<br />
queste non rimangano solamente un peculiarità<br />
tipica di un determinato periodo della<br />
vita, ma diventino una conquista personale<br />
virtuosa. Essere capo, secondo lo scautismo<br />
cattolico è una vera e propria “vocazione”,<br />
cioè una chiamata da parte di Dio per continuare<br />
la sua azione di salvezza e per presentare<br />
in modo credibile e accettabile il<br />
messaggio evangelico.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 35
36<br />
LAVORI IN CORSO<br />
Il vangelo continua dicendo: “Rimasero con<br />
lui”: la sfida è stata liberamente accettata. I discepoli<br />
si mettono in gioco, decidono di investire<br />
tutto se stessi nella sua proposta... Ma le sue parole<br />
esigenti fanno sì che molti si scoraggino, che abbandonino.<br />
Da qui la sferzante domanda di Gesù: “Volete<br />
andarvene anche voi?”. I discepoli misurano il<br />
prezzo della scelta. La relazione con Gesù non può<br />
continuare per forza di inerzia. Ha, invece, bisogno<br />
di una rinnovata decisione….<br />
Educare richiede un impegno nel tempo,<br />
che non può ridursi a interventi puramente<br />
funzionali e frammentari; esige un rapporto<br />
personale di fedeltà tra soggetti attivi, che<br />
sono protagonisti della relazione educativa,<br />
prendono posizione e mettono in gioco la propria<br />
libertà. Essa si forma, cresce e matura solo<br />
nell’incontro con un’altra libertà; si verifica<br />
solo nelle relazioni personali e trova il suo fine<br />
adeguato nella loro maturazione. Esiste un<br />
nesso stretto tra educare e generare: la relazione<br />
educativa s’innesta nell’atto generativo<br />
e nell’esperienza di essere figli. L’uomo non<br />
si da la vita, ma la riceve. Allo stesso modo il<br />
bambino impara a vivere guardando ai genitori<br />
e agli adulti. Si inizia da una relazione accogliente,<br />
in cui si è generati alla vita affettiva,<br />
relazionale e intellettuale.<br />
Il legame che si instaura all’interno della famiglia<br />
sin dalla nascita lascia un’impronta indelebile.<br />
L’apporto di padre e madre, nella loro<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
complementarità, ha un influsso decisivo nella<br />
vita dei figli… L’opera educativa della nostra<br />
Associazione si pone accanto a quella della famiglia:<br />
la scelta dell’intereducazione è nata<br />
proprio dalla consapevolezza che la distinta<br />
identità è fondamentale per non alterare la<br />
realtà concreta dell’educazione; inoltre l’essere<br />
uomo e l’essere donna è elemento primario e<br />
determinante attraverso il quale si delinea la<br />
missione storica di ciascuno e dal quale trae<br />
origine e interpretazione tutta la serie delle<br />
altre condizioni concrete: si vive e si sente da<br />
uomini o da donne; si pensa e si ama da uomini<br />
o da donne; ci si fa santi da uomini o da<br />
donne in una libera adesione al disegno che<br />
Dio ha su ciascuno.<br />
Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione<br />
cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno,<br />
troviamo i tratti fondamentali dell’azione<br />
educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità<br />
della relazione personale, l’educazione come atto<br />
di amore, una visione di fede che dà fondamento e<br />
orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione<br />
integrale della persona, la corresponsabilità<br />
per la costruzione del bene comune.<br />
Quanti capi hanno oggi il coraggio di assumere,<br />
come scelta di vita, la passione educativa<br />
nei confronti dei ragazzi? Quanti sono<br />
disposti ad ascoltarli, accoglierli, accompagnarli,<br />
far loro proposte esigenti, anche in<br />
contrasto con la mentalità corrente?
Èpossibile coniugare lo scautismo con la<br />
sicurezza? Ad di là di alcuni luoghi comuni,<br />
questa è una sfida che da sempre<br />
ogni Capo Scout ha affrontato avendo ben<br />
presente la responsabilità che assumeva. Siamo<br />
consapevoli che, per molte ragioni, il contesto<br />
attuale richiede una maggiore attenzione, un<br />
”salto di qualità”, nel preparare e poi svolgere<br />
le nostre attività. Se il dover garantire uno<br />
standard di sicurezza è del tutto evidente, il<br />
problema è se sia possibile e come renderlo<br />
concretamente fattibile all’interno del nostro<br />
metodo per minimizzare i rischi (la cui completa<br />
eliminazione è impossibile). La Commissione<br />
Sicurezza del Consiglio Nazionale è giunta<br />
alla convinzione che questa sfida sia possibile.<br />
Vediamo come.<br />
Il rispetto delle leggi<br />
Negli ultimi 10/15 anni nel nostro Paese<br />
sono entrate in vigore numerose normative relative<br />
a vari aspetti della sicurezza (cd. Privacy,<br />
nuovo codice della strada, la normativa sulla sicurezza<br />
nei luoghi di lavoro, ecc.): una serie di<br />
regole complesse, talvolta farraginose. È esperienza<br />
comune come questo abbia inciso nelle<br />
vita quotidiana. Ma le regole possiamo subirle<br />
passivamente oppure possiamo trovare nella<br />
loro applicazione una leva educativa. Non vi<br />
sfuggirà quanto sia importante per il buon cittadino<br />
crescere nel rispetto della legalità. Non<br />
è difficile poi portare gli Scouts a comprendere<br />
che quella regola non è messa per un vezzo ma<br />
per garantire la vita umana propria e degli<br />
altri, per rendere più vivibili le nostre strade,<br />
per limitare il rischio di intrusioni nella sfera<br />
privata, ecc. Dal punto di vista esterno è di tutta<br />
evidenza come l’osservanza delle norme costituisca<br />
un ben preciso dovere del Capo.<br />
Il metodo<br />
E qui si apre il secondo capitolo che la Commissione<br />
Sicurezza ha chiesto alle Pattuglie<br />
Nazionali di branca di esaminare in profon-<br />
LAVORI IN CORSO<br />
Sicuramente<br />
SCOUT<br />
Antonio Zoccoletto Commissione Sicurezza<br />
dità. Mettere il caschetto per andare in bicicletta,<br />
usare i mezzi pubblici e non le auto private<br />
per spostarsi con gli Scouts, informarsi<br />
con cura sul tempo e sul luogo di una route,<br />
avvisare con precisione i genitori sugli spostamenti<br />
e gli orari, ecc. Tutto questo limita/impedisce<br />
il nostro modo di fare scautismo,<br />
rende meno possibile applicare correttamente<br />
il Metodo? È difficile dare una risposta negativa<br />
perché queste sono attenzioni che già in<br />
buona parte attuiamo. Non solo, sono atteggiamenti<br />
che richiedono una semplice (anche se<br />
costante) attenzione agli aspetti della sicurezza.<br />
Più complessi invece possono essere<br />
altri momenti delle nostre proposte: l’Uscita di<br />
squadriglia, la conformità della sede ad uno<br />
standard minimo di sicurezza, come gestire i<br />
farmaci, ecc. Su questo il confronto nella Pattuglia<br />
di Branca deve necessariamente prendere<br />
in esame la proposta educativa e, con<br />
meticolosità, evidenziare le aree di rischio e indicare<br />
possibili soluzioni. È un lavoro che richiede<br />
impegno con un risvolto positivo:<br />
quello di riesaminare il metodo alla luce delle<br />
finalità educative proprie della nostra Associa-<br />
In uno scautismo ben fatto e sicuro è possibile anche proporre<br />
eccezionalmente attività particolari, purché vi sia l'affidamento<br />
a persone esperte e una gradualità nelle esperienze.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 37
L’angolo della Scouting<br />
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con il prossimo ordine del tuo Gruppo<br />
1<br />
LAVORI IN CORSO<br />
zione e riconsiderare i mezzi utilizzati alla<br />
luce delle necessità in tema di sicurezza. È<br />
opportuno chiarire questo punto delicato<br />
anche con un esempio. L’intento non deve essere<br />
quello di eliminare la possibilità, ad esempio,<br />
di proporre l’Uscita di Squadriglia ma<br />
piuttosto di renderla possibile adottando le accortezze<br />
per la sicurezza (sopralluogo, avvisi,<br />
sistema di controllo, tracciamento delle informazioni,<br />
ecc.). La tentazione di limitare il metodo<br />
per non incorrere in situazioni critiche<br />
diventa, di fatto, lo svuotamento della proposta<br />
e la riduzione dello scautismo ad uno zampettare<br />
senza la dimensione dell’avventura<br />
che rende la proposta educativa così attrattiva<br />
per i ragazzi ed efficace nella formazione della<br />
personalità e della spiritualità.<br />
Al contrario uno scautismo ben fatto è<br />
uno scautismo sicuro. L’applicazione del metodo<br />
prevede infatti una gradualità di applicazione,<br />
una responsabilità diffusa, un<br />
1 – Zaino DISCOVERY – Ferrino (Cod. 400670)<br />
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Nei colori: rosa-azzurro e arancio-verde chiaro.<br />
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imbottiti. Adatto per bivacchi<br />
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Da lt. 80 + 10. Possibilità di accedere all’interno<br />
dello zaino da 3 punti. Cinghia a vita regolabile<br />
imbottita e rimovibile diventa un comodo marsupio<br />
cappuccio rimovibile. Tasche laterali a scomparsa,<br />
2 tasche in rete porta borraccia,<br />
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sul fondo. Adatto per esploratori – guide<br />
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è adatto ai campi estivi di lupetti e coccinelle.<br />
Disponibile nei colori blu – rosso – verde.<br />
sistema di controllo, un affidamento al più<br />
esperto… insomma tutta una struttura che,<br />
se ben organizzata, consente di limitare i rischi<br />
molto più di quanto si creda o vogliano<br />
far credere certi soloni (lo scautismo è di fatto<br />
l’unico movimento che si prendere cura di minori<br />
in ambienti non convenzionali).<br />
La Commissione Sicurezza si augura che le<br />
Pattuglie Nazionali, consapevoli della posta in<br />
gioco, possano dare risposte al confronto metodo-sicurezza<br />
in tempi ragionevoli.<br />
Nota: alcuni Capi volonterosi hanno costituito<br />
un sito per informare e aiutare i Capi<br />
(www.sicuramentescout.it) che vogliano approfondire<br />
gli aspetti della sicurezza in attività<br />
Scout. I promotori vogliono precisare che si<br />
tratta di un’iniziativa assolutamente privata e<br />
che non ha alcuna ufficialità associativa né è<br />
stata, al momento, richiesta un’approvazione<br />
dagli organi associativi.<br />
2<br />
3
Riceviamo e pubblichiamo<br />
Sull’ultimo numero di <strong>Azimuth</strong> (2/<strong>2011</strong>) è presente<br />
un articolo nel quale viene più volte citato<br />
il mio nome relativamente a un mio scritto<br />
sull’importanza e sul valore dell’IPISE. Dato che<br />
il mio scritto è citato in maniera parziale, vorrei<br />
poter esprimere la mia opinione in maniera più<br />
completa. Come è noto, l’IPISE è un impegno di<br />
servizio che può assumere qualunque Capo Brevettato<br />
che sceglie lo scautismo come ambito privilegiato<br />
per il suo servizio ed è anche un riconoscimento<br />
della qualità del servizio svolto dall’interessato.<br />
L’IPISE può essere conferita solo da un<br />
Capo che l’abbia già ricevuta. In questo modo, di<br />
stretta di mano in stretta di mano, si risale direttamente<br />
a B.-P. che nel 1922 la conferì a tutti i dirigenti<br />
delle associazioni Scout del mondo riuniti<br />
a Parigi. Attualmente in Italia la tradizione dell’IPISE<br />
si è mantenuta solo nella nostra Associazione.<br />
Leggo su <strong>Azimuth</strong> che si vorrebbe togliere l’autorizzazione<br />
del Consiglio Direttivo per la concessione<br />
dell’IPISE. L’idea mi lascia molto perplesso<br />
perché, come ho detto, l’IPISE non è solo un impegno<br />
ma anche un riconoscimento del servizio svolto.<br />
Proprio per questo motivo l’approvazione di un organo<br />
nazionale è sempre esistita fin dai primissimi<br />
tempi dell’ASCI ed è proseguita poi nella nostra Associazione.<br />
Togliendo tale approvazione non solo<br />
si viene a togliere importanza al riconoscimento,<br />
che diviene così solo un impegno personale, ma la<br />
tradizione dell’IPISE, affidata esclusivamente alla<br />
buona volontà dei Capi, sarà destinata lentamente<br />
a perdersi e a scomparire. E sarebbe un vero peccato<br />
perdere una tradizione che risale a B.-P. e che si è<br />
mantenuta fino ai giorni nostri. Sono convinto che<br />
l’IPISE non dovrebbe essere concessa solo sulla base<br />
di una semplice richiesta dell’interessato, ma che<br />
sarebbe opportuno adottare dei criteri per concederla<br />
e prevedere dei nulla osta, come avviene per<br />
qualunque altro riconoscimento nello scautismo;<br />
in questo modo il Consiglio Direttivo sarebbe supportato<br />
dal parere di altri responsabili associativi<br />
nella concessione di una IPISE. Un altro aspetto che<br />
voglio rimarcare è che il nuovo cerimoniale per il<br />
conferimento dell’IPISE, riportato sul n. 2/<strong>2011</strong> di<br />
LAVORI IN CORSO<br />
Un’opinione sull’IPISE<br />
Attilio Grieco<br />
<strong>Azimuth</strong>, presenta due grossi inconvenienti: il primo<br />
è che B.-P. non lo ha mai utilizzato perché si avvaleva<br />
di un cerimoniale differente. Il secondo è che in<br />
quel testo manca pressoché totalmente l’aspetto<br />
cristiano. La nostra fedeltà al Metodo di B.-P. è senza<br />
alcun tentennamento, ma senza dimenticare che<br />
siamo Scouts e Guide cattolici. Così come la nostra<br />
Promessa, la nostra Legge, il nostro Motto, ecc, sono<br />
quelli di B.-P. ma “interpretati cattolicamente” (art.<br />
1 del nostro Statuto), anche per l’IPISE la nostra cerimonia,<br />
proveniente da quella dell’ASCI, ricalcava<br />
quanto previsto da B.-P. ma “interpretato cattolicamente”.<br />
I fondatori dell’ASCI avevano l’IPISE e la<br />
ritenevano un riconoscimento e un impegno molto<br />
importante e così anche i fondatori della nostra Associazione,<br />
fra i quali voglio ricordare in particolare<br />
due persone che oggi non sono più fra noi: Vladimiro<br />
Serra e Augusto Ruberto. Un Capo di Genova,<br />
Andrea Macco, ha effettuato recentemente uno studio<br />
molto approfondito sull’IPISE e ha portato alla<br />
luce una quantità di notizie sconosciute. Andrea<br />
ha raccolto queste sue scoperte in un fascicolo dove<br />
ha riportato gli scritti di B.-P., del conte di Carpegna,<br />
di Mario Mazza, di osvaldo Monass, ecc, ha pazientemente<br />
ricostruito un “albero genealogico” delle<br />
IPISE presenti in <strong>FSE</strong> risalendo così fino a B.-P. e<br />
altro ancora. Si può richiedere il fascicolo ad Andrea<br />
(email: andrea.macco@libero.it).<br />
Nota della redazione<br />
Ringraziamo Attilio per le precisazioni sul suo pensiero, che<br />
l’articolo pubblicato sul numero 2 non voleva certamente<br />
fraintendere o manomettere. Con l’occasione precisiamo che<br />
lo studio prodotto da Andrea Macco (di cui Attilio riporta<br />
qui le conclusioni) è stato reso noto al Consiglio Nazionale a<br />
marzo <strong>2011</strong> e cioè in epoca successiva all’adozione delle<br />
nuove Norme Direttive (novembre 2010). Il Consiglio Nazionale,<br />
nella sua ultima riunione, ha comunque confermato<br />
la nuova versione delle Norme Direttive.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 39
40<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
ORIZZONTE EUROPA<br />
Se accolgo...<br />
Loriana Pison e la Pattuglia Europa<br />
“Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti,<br />
ma siete concittadini dei santi e famigliari di Dio”<br />
(Ef. 2,19).<br />
di Cristo, la sua originaria accoglienza,<br />
andava verso il rifiuto dell’e-<br />
L’idea<br />
straneità, dal Padre e dagli uomini. L’uomo<br />
è diventato “uno di casa”, ha<br />
smesso di essere un “foresto”<br />
proprio per essere stato voluto<br />
ed inserito – con un<br />
gesto essenziale di<br />
Amore – nella comune<br />
casa terrena,<br />
figli tra<br />
i figli, con un<br />
unico Padre. La natura dell’uomo è, prima di<br />
tutto, di vivere con..., è proprio la sua natura,<br />
non soltanto un suo bisogno. L’origine è l’accoglienza<br />
di Dio, la nostra è soltanto una risposta<br />
umana che ci permette di metterci in relazione<br />
con l’altro, di cooperare e di non sentirci mai<br />
estranei, stranieri l’uno verso l’altro. C’è quindi<br />
del divino nel gesto di accoglienza che ci permette<br />
di considerare la persona non come<br />
ospite ma come figlio, fratello, sorella. Nel<br />
gesto di accoglienza si realizza l’amore di Cristo<br />
per l’uomo che non è un sogno ma una realtà<br />
concreta. Alcuni ragazzi, alcuni capi hanno<br />
fatto, stanno o faranno esperienze di accoglienza.<br />
Ecco un aiuto per sostenere concretamente la<br />
fraternità vissuta. Buona Strada a tutti!
ORIZZONTE EUROPA<br />
Vademecum per gemellaggi e scambi (Pattuglia Europa)<br />
Cara Capo, Caro Capo, vuoi accogliere un’Unità straniera<br />
nel tuo campo? Ecco cosa tenere presente:<br />
1. Al momento del 1° contatto<br />
a. La Pattuglia Europa ti invierà la richiesta pervenuta da<br />
un’Associazione UIGSE ed il contatto del capo.<br />
b. Dovrai contattarlo con i mezzi che conosci (e-mail, telefono,<br />
facebook…) ed iniziare una conoscenza personale<br />
reciproca (nome, età, studio o lavoro).<br />
c. Dovrai presentare la tua unità (numero di ragazzi, problematiche,<br />
luogo in cui abitate, ecc.) ed iniziare uno<br />
scambio di conoscenza territoriale (luogo e caratteristiche<br />
del campo), sociale (problematiche relative alla<br />
situazione dei ragazzi e delle famiglie) e culturale.<br />
d. Potrai fare in modo che i ragazzi della branca estera<br />
inizino una corrispondenza epistolare con i ragazzi<br />
della tua branca usando le lingue che conoscono e<br />
come sono capaci di usarle (hanno molte risorse comunicative!).<br />
e. Avrai già informato il tuo Capo Gruppo e il tuo Incaricato<br />
di Branca di Distretto.<br />
2. Prima del campo<br />
Quali sono le motivazioni che ci spingono ad organizzare<br />
un campo gemellato? È bene riflettere prima di agire:<br />
a. Come capi siamo al corrente che accogliere significa<br />
accettare modi di pensare, di organizzarsi, di mangiare,<br />
di fare attività diversi?<br />
b. Abbiamo trasmesso ai ragazzi con passione il nostro<br />
entusiasmo verso questa esperienza?<br />
c. Pensiamo di programmare un avvicinamento anche<br />
solo virtuale dei due paesi mettendo in contatto i ragazzi?<br />
Quindi:<br />
• Mantiene costanti rapporti con il Capo di riferimento.<br />
È sufficiente che siano soltanto due i Capi che tengono<br />
le fila del progetto.<br />
• Informa la tua staff circa gli sviluppi e naturalmente…<br />
i ragazzi e genitori.<br />
• Stabilisci con il Capo gemellato lo scopo principale del<br />
campo e gli obiettivi per ciascuno punto del metodo<br />
della tua branca 1 .<br />
• Concordate se volete un campo interamente fatto insieme<br />
(cioè con tutte le attività in comune) oppure<br />
un campo con alcuni momenti in comune ed altri separati<br />
2 .<br />
• Accertati da quante persone è formata la staff dei Capi<br />
che arriverà da te in Italia.<br />
• Consultatevi circa il materiale necessario per il campo,<br />
ciò che possiedono e ciò che potete offrire voi 3 .<br />
• Informa correttamente il Capo gemellato circa il clima,<br />
l’altitudine, la morfologia del terreno da campo (o del<br />
percorso nel caso di route o campo mobile) ed il materiale<br />
specifico necessario. In tutto questo scambio di<br />
informazioni non date mai nulla per scontato: le realtà<br />
Scout, di vita o le tradizioni degli altri paesi possono<br />
essere molto diverse dalle nostre (questo accade anche<br />
tra unità italiane di regioni diverse).<br />
• Stabilisci come volete organizzare la cambusa nel caso<br />
di Campi Guide o Esploratori. Prima vi sarete confrontati<br />
sull’importanza dei pasti (ricorda che in altri paesi<br />
i pasti sono organizzati diversamente da noi: colazione<br />
abbondante, pranzo veloce, talvolta sostituito solo da<br />
uno spuntino e cena sostanziosa ma con orario anticipato<br />
rispetto al nostro) e della cucina per gli italiani,<br />
li avrai informati circa il numero dei pasti e dei tempi<br />
dedicati alla cambusa. Prevedete – se lo ritenete –<br />
anche dei momenti separati, per es. la colazione potrebbe<br />
essere diversa da paese a paese, a meno che<br />
uno degli obiettivi sia quello dell’adeguamento alimentare<br />
con il paese accogliente 4 .<br />
• Prestate attenzione a comportamenti alimentari per<br />
noi non disturbanti ma per altri imbarazzanti (per es.<br />
l’alcool, anche solo il vino per i polacchi, dove è un<br />
problema sociale che riguarda anche i giovanissimi;<br />
l’uso eccessivo di caffè per gli ucraini o i bielorussi,<br />
quando al loro ritorno sanno che non ne berranno più<br />
in quanto bene di lusso).<br />
• Informa il Capo gemellato circa le norme della legge<br />
italiana in materia di sicurezza, privacy e norme regionali<br />
per campeggiatori. Attenzione alle norme regionali<br />
o a regolamenti comunali 5 .<br />
• Non sottovalutare l’età dei ragazzi partecipanti (non<br />
è detto che una squadriglia della UIGSE per es. sia formata<br />
da ragazzi dagli 11 ai 16 anni)<br />
• Informa il Capo gemellato circa il costo dell’euro in<br />
Italia (con esempi concreti: 1 litro di latte, 1 pacco di<br />
pasta). Non considerare ridicola ogni richiesta di contenimento<br />
delle spese, anche se di pochi euro, che ti<br />
viene fatta dai Capi gemellati: nei paesi dell’Est il tenore<br />
di vita è decisamente più basso rispetto al nostro,<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 41
42<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
ORIZZONTE EUROPA<br />
con stipendi che possono essere anche di 200-300 euro<br />
al mese. Per una questione di rispetto evita ogni forma<br />
di spreco e di leggerezza nell’utilizzo del materiale (durante<br />
il campo e a fine campo molto materiale viene<br />
eliminato). Recupera tutto il materiale in buono stato:<br />
i cordini, i cartelloni utilizzati a metà, la carta crespa<br />
usata per i giochi e ogni altra cosa che hai notato essere<br />
assente tra il loro materiale e fanne dono ai fratelli<br />
ospiti. Il tutto sempre nella massima naturalezza<br />
ed avendo attenzione a non ostentare troppo le nostre<br />
possibilità economiche.<br />
• Provvedi a fare in modo che i ragazzi preparino con le<br />
tecniche e fantasia che conoscono un gadget da lasciare<br />
in dono.<br />
• Considerate di accogliere anche un loro Assistente (tenete<br />
presenti che i sacerdoti – oltre alla ricchezza della<br />
presenza al campo – spesso parlano italiano).<br />
• Accertati circa la lingua comune parlata dai Capi sia<br />
italiani che stranieri.<br />
• Fate in modo di invitare il vostro Incaricato, il Commissario<br />
di Distretto, l’Assistente al campo, per poter<br />
assicurare public relations e buona accoglienza.<br />
• Informa i genitori circa l’accoglienza e rassicurali di<br />
avere alle spalle un’Associazione che vi supporta.<br />
3. Durante il campo<br />
• Sarai già stato informato circa il luogo di arrivo dei ragazzi<br />
ed avrai già predisposto eventuali trasferimenti<br />
di persone e materiali.<br />
• Avrai già pensato di aver bisogno di un Capo in più al<br />
campo per alcuni aspetti logistici (vedi trasporti o imprevisti<br />
es. materiali mancanti )<br />
• Il programma è OK, tutto il dettaglio è OK: prevedi dei<br />
momenti in cui i Capi dei paesi possano confrontarsi,<br />
cantare insieme, pregare insieme.<br />
• Prendete tutta la ricchezza di abilità che potranno portare<br />
dalla loro cultura:canti, tecniche di espressione,<br />
abilità manuale, ricami, conoscenze… e pensate di imparare<br />
molto.<br />
4. Dopo il campo<br />
• Ed ora non resta che fare un bilancio dell’esperienza con<br />
l’augurio che possa continuare anche durante l’anno,<br />
sotto altre forme, e che possa essere ricambiata.<br />
• Attendiamo il tuo feed-back.<br />
1 La conoscenza di una cultura diversa, la capacità di decentramento<br />
(mettersi nei panni di), il sentirsi veramente fratelli nonostante<br />
le diversità accettate come ricchezza reciproca e non<br />
come sopportazione, la flessibilità e il rivedere la propria identità<br />
di cittadino del mondo. Sono obiettivi fondamentali… ti pare<br />
poco? Attraverso queste esperienze state compiendo un gesto di<br />
amicizia verso il mondo e state facendo una piccola grande cosa<br />
per la pace presente e futura.<br />
2 Prendete le vostre decisioni sicuramente maturate da riflessione:<br />
non consigliamo inizialmente un campo interamente fatto<br />
insieme, perché comporta una profonda conoscenza reciproca,<br />
un lavoro interculturale precedente con e tra i ragazzi. È consigliabile<br />
progettare alcuni momenti insieme: Alzabandiera, Liturgia, 1 o 2<br />
giochi, uno scambio culinario, qualche fuoco di bivacco. Ricorda<br />
che ogni momento in comune che decidete di fare dovrà essere<br />
progettato prima (dovrete per es. sapere chi e come viene condotta<br />
un’alzabandiera, e sottolineare le differenze motivandole).<br />
3 Tenete presente che in alcune associazioni UIGSE può essere<br />
economicamente difficoltoso l’acquisito di alimenti in Italia;<br />
valutate la possibilità di provvedere con la vostra Unità ai generi<br />
alimentari non deperibili, l’unità gemellata potrebbe dare un contributo<br />
legato soltanto ai generi deperibili. Considerate che devono<br />
anche pagarsi il viaggio e questo – per alcuni paesi – coincide<br />
con un impegno pari ad un nostro viaggio aereo impegnativo.<br />
Altri materiali da campo (come i pali per le costruzioni…) o le<br />
questioni logistiche (trasporti dall’aeroporto/stazione fino al luogo<br />
del campo…) dovranno necessariamente essere organizzati da voi<br />
che ospitate anche per l’unità gemellata.<br />
4 Adeguamento è completa accettazione della diversità (in<br />
questo caso cibo ma potrebbe essere attività, liturgia, fuoco, ecc.),<br />
annullando la propria caratteristica originaria; integrazione è<br />
scambio tra due realtà, do’ la mia parte e prendo un po’ della tua<br />
per formare una nuova realtà comune senza aver dimenticato o<br />
annullato la mia identità, è dialogo arricchente.<br />
5 Per quanto riguarda la Legge sulla sicurezza stabilisci che è<br />
obbligatoria la stipula di un’Assicurazione RC e Infortuni emessa<br />
nel paese di partenza. Per quanto riguarda la Legge sulla Privacy<br />
essa è regolata dalle norme del paese di origine.
NELLO ZAINO<br />
LA CAMBUSA<br />
Andrea Padoin<br />
Con l’avvicinarsi delle attività estive si parte alla ricerca<br />
di chi ci aiuterà con la cambusa nei giorni di campo.<br />
Tanto i campi di riparto quanto i voli estivi o le vacanze<br />
di branco richiedono qualcuno esterno alla pattuglia direttiva<br />
di unità che si dedichi a questo importante servizio.<br />
Normalmente per svolgere il servizio di cambusa cerchiamo<br />
di coinvolgere Rover e Scolte, RS, genitori, ex Scout…<br />
tutte persone che in un modo o nell’altro conoscono l’attività<br />
e sanno più o meno come muoversi. Ma cosa chiediamo ai<br />
cambusieri? Forse qualcosa di più o di diverso di quanto non<br />
ci si debba realmente aspettare dal loro servizio? Facciamo il<br />
punto sul ruolo degli “angeli della cambusa” e sulla loro presenza<br />
ai campi. Innanzitutto va sottolineato che la pattuglia di<br />
unità non cambia la sua composizione nel corso del campo, e<br />
che i cambusieri non possono essere in nessun modo considerati<br />
membri dello staff: la responsabilità educativa (di fronte al<br />
Gruppo, ai genitori, ai ragazzi) rimane del Capo Unità e dei suoi<br />
aiuti, ed una collaborazione con chi segue la cambusa dovrà<br />
tener conto di questa premessa.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 43
44<br />
NELLO ZAINO<br />
Prima della partenza il Capo Unità si incontrerà<br />
con i cambusieri per discutere insieme<br />
il menù da proporre al campo. Esso terrà<br />
conto di eventuali allergie alimentari dei ragazzi,<br />
per tempo segnalate nei moduli fatti<br />
compilare dai Capi.<br />
Si dovrà tener conto anche del programma<br />
giornaliero delle attività (se c’è un hike, un<br />
pranzo trapper, una camminata, un grande<br />
gioco, il menù proposto sarà diverso); si potrà<br />
valutare anche – nel caso dei campi di riparto<br />
– di creare un menù con difficoltà di esecuzione<br />
crescente: ai ragazzi potranno essere<br />
proposte pietanze semplici nei primi giorni<br />
(pasta al pomodoro, insalata mista, bistecche,<br />
ecc.) e poi via via più impegnative (pollo alla<br />
griglia, risotti, verdure trifolate, ecc.) man<br />
mano che i cucinieri fanno esperienza.<br />
Il menù è molto importante per una buona<br />
riuscita del campo: se esso è scarso, o difficile,<br />
o poco vario, l’umore delle attività potrebbe<br />
venirne compromesso. Va anche detto che si<br />
dovrebbe cercare il più possibile di creare una<br />
dieta equilibrata: si possono trovare in giro<br />
con facilità consigli su come rispettare la “piramide<br />
alimentare”, la dieta mediterranea,<br />
che dia il giusto contributo di vitamine, proteine,<br />
carboidrati, grassi, ecc. Non dimentichiamo<br />
che in moltissime famiglie la varietà<br />
e la dieta in campo alimentare sono particolarmente<br />
curati: l’opinione dei genitori (a<br />
volte anche con qualche eccesso) sulle attività<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
estive dipende in alcuni casi anche dall’attenzione<br />
a questi aspetti.<br />
Una volta preparato il menù, vanno selezionati<br />
attentamente tutti i cibi da acquistare<br />
prima della partenza (non deperibili) e fatto un<br />
elenco quanto più preciso possibile per gli acquisti<br />
in loco. Acquistare frutta, verdura, pane,<br />
carne ed eventualmente pesce (le sardine alla<br />
griglia costano meno del petto di tacchino…)<br />
nel paese in cui si effettua il campo significa<br />
evitare di inventarsi tecniche di conservazione<br />
astruse (frigorifero con gruppo elettrogeno al<br />
seguito, oppure refrigeratori aggiuntivi nelle<br />
case di accantonamento per farci stare tutto…<br />
), ma significa anche creare un buon rapporto<br />
con il paese che ci ospita: al panettiere potremo<br />
dire che abbiamo bisogno di tot panini<br />
al giorno, al macellaio potremo dare un elenco<br />
della carne da procurare, idem per il fruttivendolo…<br />
in molti paesi di montagna c’è magari<br />
un solo negozio che può procurarci tutto ciò<br />
di cui abbiamo bisogno: lo si può contattare<br />
prima del campo (magari quando si va a fare<br />
l’explo con i Capi Squadriglia) oppure cercare<br />
il suo numero di telefono sull’elenco o chiedendo<br />
consiglio al parroco del paese o al contatto<br />
del terreno/della casa.<br />
In molti casi un accordo preventivo può fare<br />
risparmiare parecchi soldi… e non mi stupirei<br />
se scoprissimo che questa scelta potrebbe convenire<br />
anche rispetto al supermercato… provare<br />
per credere. Eviteremo così di arrivare al<br />
campo con 36 angurie, da scaricare con il muletto…<br />
Ai Campi di Riparto i compiti dei cambusieri<br />
sono quanto mai semplici: provvedere<br />
all’approvvigionamento dei cibi, anche recandosi<br />
in paese quotidianamente, e poi preparare<br />
il cibo da distribuire alle Squadriglie agli<br />
orari indicati dal Capo Unità.<br />
Non dimentichiamo che il Campo di Riparto<br />
è un campo di Squadriglie: la preparazione<br />
dei pasti a cura della cambusa centrale<br />
non va esattamente nella direzione del Metodo<br />
di Branca, nemmeno se si tratta della cola-
zione o della cena al rientro dall’hike, magari<br />
dopo due giorni di pioggia… in questo sarà<br />
cura del Capo Unità programmare i tempi in<br />
modo da garantire che l’espletamento della<br />
normale vita di campo possa avvenire regolarmente,<br />
evitando di riempire le giornate di<br />
mille attività che poi non lasciano spazio al lavaggio<br />
piatti, o alla preparazione dei pasti.<br />
Con Guide ed Esploratori spesso i cambusieri<br />
verificano lo stato di pulizia delle cucine<br />
di Squadriglia, delle stoviglie e delle pentole;<br />
anche in questo caso non dimentichiamo che<br />
è compito dei Capi segnalare eventuali situazioni<br />
migliorabili ai ragazzi, negli spazi e nei<br />
tempi previsti dal Metodo (Consiglio Capi, incontri<br />
con la Squadriglia), mentre allo staff di<br />
cambusa è richiesto di relazionare costantemente<br />
ai Capi su ciò che succede.<br />
Anche la preparazione del cibo per lo staff<br />
capi (e per gli stessi cambusieri) dovrebbe<br />
avvenire in un opportuno “angolo di pattuglia<br />
capi”, su fuoco a legna e con le stesse modalità<br />
con cui cucinano le squadriglie. Per questo<br />
sarebbe opportuno che a cucinare fossero<br />
proprio i capi, dando così l’esempio ai ragazzi<br />
su come si mantiene in ordine una cucina,<br />
su come si mette la legna all’asciutto la sera,<br />
su come si può fischiettare e sorridere anche<br />
se piove a dirotto e la fiamma proprio non<br />
vuole saperne. Evitiamo il modello “Circolo<br />
Ufficiali” che di fronte ai ragazzi<br />
proprio non attacca…<br />
Se i Capi hanno l’abitudine di<br />
farsi invitare dalle Squadriglie<br />
per alcuni pasti, quella può<br />
essere infine l’occasione per<br />
verificare che tutti mangino,<br />
che ci sia ordine e pulizia, che<br />
ci sia buonumore e organizzazione.<br />
ovviamente anche i<br />
cambusieri saranno invitati<br />
dai ragazzi, sempre evitando<br />
di lasciarsi andare a commenti<br />
o critiche, che rimangono prerogativa<br />
della pattuglia Capi.<br />
Alle vacanze di branco e ai<br />
voli estivi i cambusieri normalmente<br />
preparano i pasti<br />
per tutti. La cucina – anche<br />
per motivi di sicurezza – deve<br />
sempre rimanere un luogo<br />
“tabù” per i bambini, e questa<br />
regola deve essere fatta rispet-<br />
NELLO ZAINO<br />
tare dai Capi ancor prima che siano i cambusieri<br />
a doverla applicare. Il momento del lavaggio<br />
piatti, che spesso viene svolto con l’aiuto<br />
dei bambini, va tenuto in grande considerazione<br />
dai Capi, che con la loro presenza evitano<br />
scherzi pericolosi (siamo comunque in<br />
cucina o comunque in presenza di acqua) e tastano<br />
gli umori: delegare questo momento<br />
completamente ai cambusieri sarebbe quindi<br />
non appropriato. Un’ultima nota: la presenza<br />
di Rover o Scolte in cambusa va letta come<br />
un’esperienza di servizio al pari delle altre, per<br />
la quale è importante identificare chi abbia la<br />
responsabilità su di loro ed il loro operato; non<br />
è scontato che tale responsabilità ricada sul<br />
Capo Unità, già abbondantemente impegnato<br />
con i suoi ragazzi. D’altro canto da quanto<br />
detto non è neppure necessario che il cambusiere<br />
sia uno Scout: la sua presenza al campo<br />
non necessariamente dovrà includere la presenza<br />
ai quadrati, alle cerimonie, agli altri momenti<br />
in cui l’Unità si ritrova; al cambusiere<br />
potrebbe essere lasciata una diversa libertà ed<br />
autonomia, mettendo bene in luce con i ragazzi<br />
che il suo ruolo non è uguale a quello dei<br />
Capi. Forse con questa prospettiva sarà più facile<br />
coinvolgere qualche “viso pallido”, esterno<br />
al Gruppo, in questa attività, e non pesare sempre<br />
“sui soliti” per un servizio che richiede precisione,<br />
attenzione e passione.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 45
46<br />
in Bacheca a cura di Massimiliano Urbani Segreteria Nazionale<br />
Nomina Assistente<br />
di Distretto<br />
La Conferenza Episcopale Calabra,<br />
nella riunione del 4-6 aprile <strong>2011</strong>,<br />
ha nominato don Giuseppe Cosa<br />
Assistente del Distretto “Calabria”<br />
per il prossimo quinquennio.<br />
Consiglio Nazionale<br />
Sabato 2 e domenica 3 aprile si è<br />
svolta a Roma la riunione del Consiglio<br />
Nazionale. I lavori si sono<br />
svolti nella sede di Via Anicia, utilizzando<br />
le funzionali strutture realizzate<br />
con il contributo del 5 per<br />
mille (sala consiglio e sala biblioteca)<br />
e quelle gentilmente messe<br />
a disposizione dalla Arciconfraternita<br />
di S. Maria dell’Orto.<br />
I lavori si sono concentrati in particolare<br />
sulle attività delle Commissioni.<br />
I relativi argomenti (Sfide<br />
educative; Direttorio Religioso Italiano;<br />
Protezione Civile; Norme<br />
Direttive; Sicurezza) sono stati<br />
trattati in “seduta plenaria” pervenendo<br />
alla maturazione di importanti<br />
decisioni. Sono stati po-<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
sitivamente valutati alcuni frutti<br />
del lavoro sin qui sviluppato i quali<br />
saranno presto resi disponibili ai<br />
vari livelli associativi interessati<br />
(tra questi la bozza del “D.R.I.” e<br />
il sito dedicato alla sicurezza nelle<br />
attività). Intenso anche il lavoro<br />
in materia di Norme Direttive e<br />
di Protezione Civile (materia sulla<br />
quale il Consiglio Direttivo nominerà<br />
prossimamente un Incaricato<br />
Nazionale). È stato infine presentato<br />
il bilancio associativo così come<br />
diverse altre iniziative attivate<br />
o in corso (Centro Studi, Biblioteca,<br />
progetti per Soriano, impegni<br />
sul settore forniture, Centenario<br />
del Guidismo, ecc.); il Consiglio<br />
ha approvato le relazioni<br />
del Direttivo e del Commissariato<br />
dopo un simpatico “test” di valutazione<br />
dei primi due anni di<br />
mandato.<br />
Commissariato Nazionale<br />
L’8 maggio scorso si è riunito in<br />
via Anicia, nella Sede Nazionale,<br />
il Commissariato Nazionale. Si è<br />
partiti dalla relazione della Commissione<br />
sfide educative sulle basi<br />
della chiacchierata sulla figura del<br />
Capo per i campi scuola di secondo<br />
tempo. In seguito i Commissari<br />
Regionali hanno aggiornato sulla<br />
situazione attuale nelle loro regioni,<br />
si sono soffermati sull’uscita<br />
nazionale dei Commissari di Distretto<br />
del prossimo novembre,<br />
mentre i Commissari Nazionali alle<br />
Branche hanno relazionato sulle<br />
attività svolte (Rupe di Assisi) e le<br />
attività in programmazione (GMG,<br />
Campo mobile/Route Nazionali,<br />
Centenario del Guidismo, Impresa<br />
Piccola Ghianda). Durante la verifica<br />
tra i Commissari Regionali e<br />
i Commissari di Branca si è confermata<br />
sempre più forte l’esigenza<br />
di un coordinamento tra Branche<br />
e Distretti, rilevandone i risvolti<br />
positivi laddove questa sinergia<br />
funziona e viceversa i forti ritardi<br />
sia di comunicazione sia di animazione<br />
in caso contrario. Il Commissario<br />
Federale, Zbigniew Minda,<br />
presente alla riunione, ha ringraziato<br />
per il servizio svolto dalla<br />
nostra Associazione alla Beatificazione<br />
di Giovanni Paolo II, per l’apertura<br />
dei Campi scuola agli allievi<br />
stranieri, per l’invito alla Rupe<br />
d’Assisi, per il buon lavoro che sta<br />
portando avanti la Pattuglia Europa.<br />
Ha accennato all’incontro<br />
degli Assistenti a Cracovia a giugno<br />
2012 e al progetto dell’Eurojam<br />
2014 in Francia.<br />
Vademecum assicurazione<br />
Nella sezione “download” del sito<br />
Associativo è disponibile la versione
aggiornata del “Vademecum <strong>2011</strong>”<br />
con le informazioni delle polizze<br />
assicurative, aggiornate alle estensioni<br />
recentemente introdotte.<br />
Riconoscimento da San Pio<br />
delle Camere<br />
Nel corso di una suggestiva cerimonia<br />
svoltasi a San Pio delle Camere<br />
(AQ) lo scorso 3 aprile, il<br />
Gruppo dei vigili di Protezione Civile<br />
di San Pio delle Camere, anche<br />
a nome del Sindaco e di tutta la<br />
cittadinanza, ha consegnato a Franco<br />
Viggiani, Incaricato per l’intervento<br />
nelle zone terremotate dell’Abruzzo<br />
e per sua tramite a tutta<br />
la nostra Associazione, un attestato<br />
come ringraziamento per il nostro<br />
servizio in occasione del sisma del<br />
2009. Alla cerimonia erano presenti<br />
le massime autorità cittadine ed<br />
una nutrita rappresentanza della<br />
nostra Associazione.<br />
Scautismo in sud Sudan<br />
Da S. Ecc. Mons. Eduardo Hiiboro<br />
Kussala Vescovo di Tombura-Yambio<br />
(Sud Sudan) riceviamo e volentieri<br />
pubblichiamo la seguente lettera:<br />
“Signor Presidente, il mio amico<br />
Gianni Dinale mi ha portato le fotografie<br />
dei tre seminaristi della mia<br />
diocesi che attualmente stanno<br />
avendo un’esperienza scoutistica a<br />
Roma e mi ha illustrato cosa la <strong>FSE</strong><br />
sta facendo per loro. Non so come<br />
ringraziarla per il generoso aiuto<br />
economico e per il tempo che i vari<br />
gruppi dedicano ai seminaristi. Il futuro<br />
del Sud Sudan è nei giovani,<br />
che sono tantissimi e che hanno bisogno<br />
di forti principi morali. Ritengo<br />
che il metodo Scout sia di fondamentale<br />
importanza per la formazione<br />
dei giovani e mi auguro che<br />
la <strong>FSE</strong> voglia e possa continuare a<br />
dare una formazione come Capi<br />
Scout ai miei seminaristi sino alla<br />
fine della loro permanenza a Roma.<br />
È uno dei miei sogni quello di aprire<br />
dei gruppi Scout in Sud Sudan e, al<br />
ritorno dei seminaristi nella loro diocesi,<br />
questo sogno potrà realizzarsi.<br />
La prego di ringraziare da parte mia<br />
il Roma 17, Roma 25 e Roma 64<br />
per il tempo che dedicano a Benjamin,<br />
George e Leone. Ricorderò lei<br />
e tutti i gruppi nelle mie preghiere<br />
e che Dio vi benedica.<br />
Suo fratello in Cristo Gesù. Rt. Rev.<br />
Eduardo Hiiboro Kussala – Vescovo<br />
di Tombura-Yambio”.<br />
Jota <strong>2011</strong><br />
Ricordiamo che nel terzo fine settimana<br />
del prossimo mese di ottobre<br />
si svolgerà il J.O.T.A. (Jam-<br />
in Bacheca<br />
boree On the Air). Si tratta di un<br />
incontro internazionale tenuto<br />
annualmente i cui partecipanti,<br />
con l’uso delle ricetrasmittenti,<br />
possono mettersi in contatto con<br />
altri Scout di tutto il mondo. Questo<br />
evento è un’occasione per vivere<br />
la fratellanza e il carattere internazionale<br />
dello scautismo. La<br />
notizia viene data con largo anticipo<br />
affinché eventuali Gruppi<br />
interessati possano inserire questa<br />
attività nel calendario del prossimo<br />
anno Scout.<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 47
48<br />
SOMMARIO<br />
Editoriale<br />
Un’esperienza importante .......................................... 2<br />
Nelle Sue Mani<br />
Voi siete un dono prezioso......................................... 4<br />
Ci hai chiamati, siamo qui .......................................... 6<br />
Cittadini degni del Vangelo<br />
Una politica “per” e “con” gli altri ............................. 8<br />
Un dialogo continuo ...................................................10<br />
Giocare il gioco<br />
Il libro… dei Capi........................................................12<br />
Il kit della Capo Cerchio.............................................13<br />
Testi fondamentali della Branca Guide .....................14<br />
Testi fondamentali della Branca Esploratori .............15<br />
La vita all’aperto al volo estivo ..................................16<br />
Il mistero di Assisi........................................................18<br />
Sentire comune: il senso civico .................................20<br />
Giocare il gioco... In Europa!......................................22<br />
Servire ..........................................................................24<br />
Lo Scout è leale ...........................................................26<br />
Radici<br />
Il giglio..........................................................................28<br />
Da cento anni Guide…<br />
Un Ceppo vitale ..........................................................29<br />
Fortemente Guide.......................................................30<br />
Lavori in corso<br />
Cristiani si diventa, non si nasce................................33<br />
Sicuramente Scout ......................................................37<br />
Un’opinione sull’IPISE.................................................39<br />
Orizzonte Europa<br />
Se accolgo... ................................................................40<br />
Vademecum per gemellaggi e scambi.......................41<br />
Nello zaino<br />
La cambusa ..................................................................43<br />
In bacheca<br />
Atti associativi e notizie varie.....................................46<br />
AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />
AZIMUTH Nº 3/<strong>2011</strong>