01.06.2013 Views

Azimuth_2011-3 - FSE

Azimuth_2011-3 - FSE

Azimuth_2011-3 - FSE

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Rivista mensile • Giugno <strong>2011</strong> • N. 11 • Anno XXXV Sped. in A.P. Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 • Filiale di Padova ISSN 1127-0667<br />

AZIMUTH<br />

<strong>2011</strong><br />

In questo numero<br />

VOI SIETE UN DONO PREZIOSO<br />

CI HAI CHIAMATO, SIAMO QUI<br />

UNA POLITICA “PER” E “CON“ GLI ALTRI<br />

CRISTIANI SI DIVENTA, NON SI NASCE<br />

SICURAMENTE SCOUT<br />

VADEMECUM PER GEMELLAGGI E SCAMBI<br />

LA CAMBUSA<br />

Scout d’Europa


SCOUT D’EUROPA<br />

Rivista mensile<br />

Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />

Cattolici della Federazione dello Scautismo Europeo<br />

ANNO 35 • N. 11 • GIUGNO <strong>2011</strong><br />

<strong>Azimuth</strong> per Capi n. 3/<strong>2011</strong><br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Giuseppe Losurdo<br />

DIRETTORI<br />

Pietro Antonucci e Marialuisa Faotto<br />

LA REDAZIONE<br />

Responsabili delle rubriche:<br />

Giocare il Gioco: Giuliano Furlanetto<br />

Cittadini degni del Vangelo: Stefano Bertoni<br />

Nelle Sue mani: Fabio Sommacal<br />

Lavori in corso: Maria Sanchez<br />

Orizzonte Europa: Loriana Pison e Vincenzo Daniso<br />

Regionando: Marco Fedrigo<br />

Radici: Attilio Grieco<br />

Nello zaino: Pier Marco Trulli<br />

In bacheca: Massimiliano Urbani<br />

Hanno collaborato con scritti: Giuseppe D’Andrea,<br />

Sergio Colaiocco, Stefano Bertoni, Pietro<br />

Antonucci, Marialuisa Faotto, Ileana, Serena,<br />

Carla Barocci, Alberto Tattoli, Alice Zanchettin,<br />

Fabrizio Cuozzo, Maria Rosaria Maura, Donatella<br />

Paparella, Luigi Ingrassia, Attilio Grieco, Michela<br />

Marino, Don Giovanni Paccapelo, Maddalena<br />

Paccapelo, Angela Vanini, Antonio Zoccoletto,<br />

Loriana Pison, Andrea Padoin, Massimiliano Urbani,<br />

Pier Marco Trulli<br />

Hanno collaborato con immagini e foto:<br />

Nadia Morasca Masucci, Gianluca Ubertini,<br />

Alessandro Trulli, Giuseppe Masucci, Luvi Cantono di<br />

Ceva, Lorenzo Ara, Maria Belardinelli, Federica<br />

Marchioni, Alice Zanchettin, Fabrizio Cuozzo, Maria<br />

Rosaria Maura, Floriana Costa, Alberto Tattoli,<br />

Donatella Paparella, Luigi Ingrassia, Michela Marino,<br />

Attilio Grieco, Maddalena Paccapelo, Portatadino<br />

Marta, Valentina Scortichini, Loris Di Battista, Marco<br />

Ciafro, Gabriele Cirelli, Andrea Padoin<br />

Loghi: Luciano Furlanetto e Ellerregrafica<br />

Progetto grafico: Ellerregrafica<br />

Coordinamento di Redazione: Pier Marco Trulli<br />

Segreteria di Redazione: Silvia Dragomir<br />

E-mail di Redazione: azimuth@fse.it<br />

Direzione, Redazione e Amministrazione:<br />

via Anicia, 10 - 00153 Roma<br />

Autorizz. del Tribunale di Roma n. 17404 del 29.09.1978<br />

- Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge<br />

662/96 da Filiale di Padova<br />

Stampa: Tipografia T. Zaramella real. graf. Snc,<br />

Selvazzano (PD)<br />

Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si<br />

restituiscono, salvo diverso accordo precedente con la<br />

Direzione. Tutti i collaboratori hanno la responsabilità<br />

e conservano la proprietà delle loro opere. La<br />

riproduzione di scritti comparsi su questa rivista è<br />

concessa a condizione che ne venga citata la fonte.<br />

Rivista associata<br />

all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />

STAMPATO SU CARTA ECOLOGICA<br />

Chiuso in redazione il 20 giugno <strong>2011</strong><br />

2<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Editoriale<br />

Un’esperienza<br />

importante<br />

Pier Marco Trulli<br />

Siamo ormai in estate: voli estivi, vacanze di branco, campi<br />

estivi, routes e campi mobili sono alle porte. Sono esperienze<br />

diverse, a seconda delle branche e delle età delle<br />

nostre ragazze e ragazzi, ma per tutti possono essere un’esperienza<br />

preziosa, un’occasione di crescita, un momento di<br />

svolta. Perché al campo non ci si può nascondere: le maschere<br />

alla fine cadono, le coperture vengono meno, ci si deve mettere<br />

in gioco.<br />

Dipenderà molto anche da come abbiamo preparato le attività,<br />

scelto il luogo o l’itinerario, lavorato in pattuglia e con<br />

i ragazzi. La preparazione paga sempre, anche se non sempre<br />

viene apprezzata: la differenza però spesso è nei dettagli. Se<br />

sono curati si vede, e questo dà un tono all’esperienza del<br />

campo estivo, così come a tutte le altre.<br />

Facciamo allora uno sforzo, non accontentiamoci di fare<br />

“taglia e incolla” con i programmi degli anni precedenti.<br />

Anche se il tempo per preparare spesso non è mai abbastanza.<br />

Mettiamoci del nostro, tenendo sempre conto del livello tecnico<br />

dei nostri ragazzi e della necessità di essere concreti: cerchiamo<br />

di proporre attività valide, belle, avventurose.<br />

Questo aiuterà anche noi e ci farà crescere. Sono ancora debitore<br />

dei momenti di preparazione delle vacanze di branco,<br />

dei brainstorming per tirare fuori le idee migliori e più avvincenti.<br />

E se abbiamo dubbi o difficoltà, facciamo come B.-P. e<br />

chiediamo ai ragazzi (“Ask the boy!”): potrà essere una cosa<br />

semplice, ma se risponde alle loro aspettative andrà sicuramente<br />

bene.<br />

Non dimentichiamo poi, in particolare per le prime due<br />

branche, un adeguato sopralluogo sul posto del campo. È im-


portante ascoltare i consigli degli altri e tener<br />

conto delle problematiche già vissute nei contesti<br />

in cui si andrà, ma è necessario sperimentare<br />

di persona il posto, verificarne le<br />

caratteristiche, testarne le capacità. E vedere<br />

anche quello che al momento non c’è, ma ci<br />

potrebbe essere.<br />

Non dobbiamo aver timore, inoltre, dei<br />

conflitti e delle difficoltà. Per quello che abbiamo<br />

detto, è l’effetto del mettersi in gioco<br />

e del venir meno delle maschere. Spesso gli<br />

stessi ragazzi hanno un’esperienza limitata<br />

della vita in comune e della fraternità, e faticano<br />

a trovare modi e contenuti per affrontare<br />

discussioni, far valere il proprio punto di<br />

vista, essere assertivi. Dobbiamo sapere che<br />

queste situazioni fanno parte del gioco e che<br />

sono veramente un’occasione di crescita.<br />

Lasciamo spazio, poi, ai tempi di riflessione<br />

e di preghiera. Garantiamo che i nostri campi<br />

siano il luogo di un incontro personale con<br />

Cristo. Proviamo a trovare e a valorizzare<br />

quella “merce rara” che sono gli assistenti ecclesiastici.<br />

Se c’è un rapporto personale, tutto<br />

sarà più semplice, e la vita di fede sarà più<br />

viva e concreta.<br />

Quaderni on line<br />

I nsieme al numero 3/<strong>2011</strong> di <strong>Azimuth</strong> troverete<br />

on line, sul sito associativo (portale Capo e Capi,<br />

approfondimenti), i numeri 3 e 4 del supplemento<br />

“Quaderni on line”. Il primo sussidio è un percorso<br />

di preghiera con la natura, a cura di Don Gianni Facchetti,<br />

Assistente Nazionale Guide.<br />

È stato pensato e sperimentato per un Campo di seconda<br />

Branca, ed è utilizzabile perciò preferibilmente<br />

per riflessioni per ragazze e ragazzi di tale fascia di<br />

età (Esploratori/Guide).<br />

Il secondo è la traccia di un’uscita di spiritualità, a<br />

cura di Don Giuseppe Cavoli, Assistente Nazionale<br />

Esploratori. La riflessione parte da un brano della lettera<br />

di Giacomo (“con le mie opere vi mostrerò la mia<br />

fede”), per ricordarci l’importanza decisiva del corpo e<br />

delle opere nell’approccio cristiano alla vita, e sollecitare<br />

una nostra risposta piena ed una preghiera con tutti<br />

e cinque i sensi. I supplementi sono visualizzabili on line<br />

oppure scaricabili, in formato PDF, e riutilizzabili per le<br />

necessità delle Capo e dei Capi interessati.<br />

Infine, ma non meno importante di quanto<br />

fin qui detto, cerchiamo di non preoccuparci<br />

eccessivamente. Di gustare i momenti che<br />

stiamo vivendo, e di ringraziare Dio per le occasioni<br />

che si creano, senza ansie esagerate. E,<br />

più che fare, ricordiamoci di essere. Di vivere<br />

noi per primi quello che proponiamo. Sarà<br />

un’esperienza importante e preziosa.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 3


4<br />

NELLE SUE MANI<br />

Il saluto del Papa alle Guide e Scouts d’Europa<br />

“VOI SIETE UN<br />

DONO PREZIOSO”<br />

GIOVANNI PAOLO II<br />

In occasione della beatificazione del Servo di Dio Karol Wojtila, Papa<br />

Giovanni Paolo II, che ha visto arrivare a Roma oltre un milione e<br />

mezzo di pellegrini tra il 30 aprile ed il 2 maggio, pubblichiamo il<br />

saluto che ci rivolse nel 2003 in occasione dell’Eurojam. Assieme al discorso<br />

che Giovanni Paolo II tenne in un’udienza alle Guide e Scouts<br />

d’Europa il 3 agosto 1994, anche in quel caso in occasione di un Eurojam,<br />

è una ricchezza ed una eredità specifica per la nostra Associazione,<br />

che tutti siamo chiamati a testimoniare. Il saluto del 1994 è<br />

disponibile on-line sul sito associativo. Nelle pagine seguenti, inoltre, riportiamo<br />

una testimonianza del servizio svolto in occasione della cerimonia<br />

di beatificazione.<br />

Alle Guide e Scouts d’Europa<br />

riuniti per il sesto Jamboree europeo<br />

30 giugno 2003<br />

1. In occasione del jamboree europeo dell’Unione Internazionale<br />

delle Guide e Scouts d’Europa che si svolge in Polonia, sono<br />

lieto di rivolgervi, care Guide e Scouts d’Europa, un cordiale<br />

saluto e di assicurarvi della mia profonda unione nella preghiera.<br />

Il tema di questo “Eurojam”, “Duc in altum!”, riprende<br />

le parole di Gesù a Pietro: “Prendi il largo” (Lc 5,4).<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Cari giovani, rispondete con<br />

generosità all'appello di Cristo<br />

che vi invita a prendere il<br />

largo e a diventare suoi<br />

testimoni, scoprendo la fiducia<br />

che Cristo ha in voi per<br />

inventare un avvenire con lui.<br />

Questa missione che la Chiesa<br />

vi affida, per poter essere<br />

effettuata richiede<br />

innanzitutto che coltiviate una<br />

vita di preghiera autentica,<br />

nutrita dai sacramenti,<br />

specialmente dall'Eucaristia e<br />

dalla Riconciliazione.<br />

Itinerario privilegiato di<br />

crescita spirituale, l'esperienza<br />

Scout è un percorso di grande<br />

valore per l'educazione<br />

integrale della persona. Essa<br />

aiuta a vincere la tentazione<br />

dell'indifferenza e<br />

dell'egoismo per aprirsi al<br />

prossimo e alla società.


Esso vi invita ad approfondire l’itinerario<br />

spirituale che è stato proposto ai cristiani di<br />

tutto il mondo al termine del grande Giubileo<br />

dell’anno 2000 e, lo scorso anno, ai giovani a<br />

Toronto.<br />

2. Cari giovani, rispondete con generosità<br />

all’appello di Cristo che vi invita a prendere il<br />

largo e a diventare suoi testimoni, scoprendo<br />

la fiducia che Cristo ha in voi per inventare un<br />

avvenire con lui. Questa missione che la<br />

Chiesa vi affida, per poter essere effettuata richiede<br />

innanzitutto che coltiviate una vita di<br />

preghiera autentica, nutrita dai sacramenti,<br />

specialmente dall’Eucaristia e dalla Riconciliazione.<br />

Come ho sottolineato nella recente enciclica<br />

Ecclesia de Eucharistia, “ogni impegno verso<br />

la santità [...] deve attingere dal mistero eucaristico<br />

la forza necessaria ed orientarsi verso di lui come<br />

verso la vetta” (n. 60). È quindi importante che<br />

la Santa Messa costituisca il centro e la vetta<br />

di questo incontro, come di tutti gli incontri e,<br />

in modo particolare, lo sia nella celebrazione<br />

settimanale del Giorno del Signore.<br />

Itinerario privilegiato di crescita spirituale,<br />

l’esperienza Scout è un percorso di grande valore<br />

per l’educazione integrale della persona.<br />

Essa aiuta a vincere la tentazione dell’indifferenza<br />

e dell’egoismo per aprirsi al prossimo<br />

e alla società. L’esperienza Scout può favorire<br />

efficacemente l’accoglienza delle esigenze<br />

della vocazione cristiana: essere “il sale della<br />

terra e la luce del mondo” (cfr. Mt 5, 13-16). Vi invito<br />

ad essere fedeli alla ricca tradizione del<br />

movimento Scout, impegnato nella formazione<br />

al dialogo, al senso della giustizia, alla<br />

lealtà, alla fraternità nei rapporti sociali. Un<br />

simile stile di vita può essere il vostro contributo<br />

originale alla realizzazione di una fraternità<br />

più grande e più autentica fra i popoli di<br />

Europa, un apporto prezioso alla vita delle società<br />

nelle quali vivete.<br />

NELLE SUE MANI<br />

3. Care Guide e Scouts d’Europa, voi siete<br />

un dono prezioso non solo per la Chiesa, ma<br />

anche per la nuova Europa che si sta costruendo<br />

sotto i vostri occhi, e voi siete chiamati<br />

“a partecipare, con tutto l’ardore della vostra<br />

giovinezza, alla costruzione dell’Europa dei popoli,<br />

perché ogni persona sia riconosciuta nella sua dignità<br />

di figlio amato da Dio e per una società fondata sulla<br />

solidarietà e sulla carità fraterna” (Udienza con le<br />

Guide e Scouts d’Europa, 3 agosto 1994).<br />

4. Al santuario mariano di Jasna Gora, che<br />

mi è così caro, andrete a rinnovare dinanzi alla<br />

Vergine di Czestochowa le vostre promesse<br />

battesimali, la vostra Promessa Scout e la vostra<br />

volontà di essere veri apostoli dell’amore<br />

del Signore. Andrete a rinnovare l’Atto di Affidamento<br />

a Nostra Signora dell’Annunciazione,<br />

già pronunciato quasi venti anni fa nella Cattedrale<br />

di Notre Dame di Parigi, in occasione<br />

del vostro primo incontro europeo. Da allora,<br />

il fiat con il quale Maria ha risposto alla volontà<br />

del Signore è divenuto un elemento centrale<br />

nella spiritualità delle Guide e Scouts d’Europa,<br />

in maniera particolare attraverso la preghiera<br />

dell’Angelus e del Rosario. Possano<br />

questi momenti di preghiera mariana, in quest’anno<br />

consacrato alla Madonna del Rosario,<br />

continuare ad impregnare le vostre giornate,<br />

ravvivando nei vostri cuori la memoria della<br />

meravigliosa opera della Redenzione compiuta<br />

per noi da Nostro Signore Gesù Cristo!<br />

Quando tornerete nelle vostre case, nelle<br />

vostre famiglie, nelle vostre comunità, arricchiti<br />

dall’esperienza di queste giornate, lasciate<br />

risonare in voi la parola di Gesù: “Io<br />

sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”<br />

(Mt 28, 20). Sostenuti dalla Sua grazia, cercate<br />

di vivere il vostro impegno con rinnovato entusiasmo;<br />

in questo modo lo scautismo sarà<br />

per voi “un mezzo di santificazione nella Chiesa”<br />

che favorirà e incoraggerà “una unione più intima<br />

fra la vita concreta e la vostra fede” (Statuto<br />

Federale, art. 1,2,7).<br />

Questo è l’augurio che formulo per voi<br />

nella preghiera. Invocando sul vostro incontro<br />

europeo, sui responsabili dell’Unione Internazionale<br />

delle Guide e Scouts d’Europa e su<br />

ciascuno di voi l’intercessione della Beata Vergine<br />

di Czestochowa, di cuore accordo a tutti<br />

una affettuosa Benedizione Apostolica.<br />

Da Castel Gandolfo, il 30 luglio 2003.<br />

GIoVANNI PAoLo II<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 5


6<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

NELLE SUE MANI<br />

La beatificazione di Giovanni Paolo II<br />

CI HAI CHIAMATO,<br />

SIAMO QUI<br />

Giuseppe d’Andrea Commissario Regione Ovest<br />

Per molti di noi l’incontro con Giovanni Paolo II è stato<br />

un momento rilevante, di svolta nella propria vita; quel<br />

suo grido “non abbiate paura” ancora risuona nelle orecchie<br />

e nel cuore, soprattutto nei momenti in cui siamo chiamati<br />

a testimoniare la nostra Fede.<br />

Quando si è iniziato a parlare della sua beatificazione, sono<br />

iniziate anche le domande: il nostro servizio sarà utile? Come<br />

si fa a partecipare, serve il biglietto? Se facciamo servizio, può<br />

venire anche…? Nella mia Diocesi chiedono volontari, facciamo<br />

qualcosa come Associazione o vado con loro? Il Clan e<br />

il Fuoco del mio Gruppo vogliono essere presenti alla Cerimonia,<br />

dove posso trovare ospitalità?<br />

Questi sono i contenuti di alcune e-mail che ho ricevuto,<br />

tutte accomunate dal desiderio di ringraziare Giovanni Paolo<br />

II attraverso la propria personale presenza a Piazza S. Pietro,<br />

per servizio o come pellegrini.<br />

Non so quanti Fuochi, Clan, RS abbiano partecipato, immersi<br />

in quel fiume di pellegrini: a chi incontravo ho chiesto di scrivere<br />

qualcosa sulla propria esperienza come pellegrini, e le<br />

aspetto; so che a partire dalla mattina di Sabato 30/4, fino al pomeriggio<br />

di Domenica 1/5, circa 120 tra RS/scolte/rover hanno<br />

testimoniato con il loro servizio durante la cerimonia di beati-<br />

Per molti di noi l’incontro con<br />

Giovanni Paolo II è stato un<br />

momento rilevante, di svolta<br />

nella propria vita; quel suo<br />

grido “non abbiate paura”<br />

ancora risuona nelle orecchie<br />

e nel cuore, soprattutto nei<br />

momenti in cui siamo<br />

chiamati a testimoniare la<br />

nostra Fede.<br />

Non so quanti Fuochi, Clan,<br />

RS abbiano partecipato,<br />

immersi in quel fiume di<br />

pellegrini: a chi incontravo ho<br />

chiesto di scrivere qualcosa<br />

sulla propria esperienza come<br />

pellegrini, e le aspetto…


ficazione di Giovanni Paolo II, provenienti un<br />

po’ da tutta l’Italia. È stato un crescendo di adesioni,<br />

in particolare negli ultimi giorni.<br />

L’attività era condivisa con la Fondazione<br />

Roma Solidale (che normalmente si occupa<br />

delle persone più fragili, per renderle il più<br />

possibile autonome), con alcune squadre<br />

della Protezione Civile dell’AGESCI e veniva<br />

coordinata da un unico tavolo operativo,<br />

mentre l’esecuzione delle attività era poi seguita<br />

da ogni organizzazione (comunque in<br />

modo integrato). ogni squadra si presentava<br />

a ritirare il materiale un’ora prima dell’inizio<br />

del proprio turno; prima di partire riceveva<br />

badge, materiali, informazioni e le indicazioni<br />

sulle attività da svolgere.<br />

La prima osservazione che mi viene è sulla<br />

disponibilità mostrata nell’intervento. ogni<br />

volontario aveva dato disponibilità per turni<br />

anche di 12 ore e molti li hanno superati,<br />

qualcuno rimanendo disponibile al coordinamento<br />

per oltre 24 ore, senza risparmiarsi<br />

mai. Su questo piano devo dire che se vi è<br />

stato un problema, c’è stato al contrario, è<br />

stato cioè necessario gestire il malcontento<br />

delle squadre che nella Domenica pomeriggio<br />

si sono trovate a fare poco, ad essere poco impegnate,<br />

a causa del fatto che la situazione si<br />

era risolta rapidamente.<br />

Un altro punto importante è stata la capacità<br />

dimostrata da ogni nostra squadra di attivarsi<br />

autonomamente per raggiungere obiettivi più<br />

NELLE SUE MANI<br />

ampi o supplire carenze; non era previsto che<br />

noi distribuissimo le bottiglie d’acqua, ma, dato<br />

che i pellegrini le chiedevano, si è andati alla<br />

ricerca per portarla nel gazebo (a mano) e distribuirla.<br />

Analogamente si è fatto con la frutta.<br />

L’affollamento ha portato al progressivo blocco<br />

dei passaggi per raggiungere i punti di distribuzione<br />

delle bevande calde, ma questo non ha<br />

impedito ai “portatori” dei thermos di trovare<br />

ogni volta nuove strade.<br />

Un servizio critico è stato quello della gestione<br />

del passaggio della folla; critico non<br />

solo per la quantità di pellegrini ma per il<br />

fatto che ci trovavamo sulla strada che costituiva<br />

la via di fuga dalla piazza e il passaggio<br />

delle ambulanze. Percorso controllato dalla<br />

forza pubblica, che però era lì per gestire un<br />

problema di file e di affollamento, non la partecipazione<br />

di fedeli ad una cerimonia sacra.<br />

È stato quindi molto importante la presenza<br />

di volontari Scout nell’area che davano indicazioni<br />

e spiegazioni, evitavano l’affollamento<br />

eccessivo, mantenevano un clima di<br />

rispetto e preghiera.<br />

C’è un filo che lega questi tre aspetti: si<br />

chiama senso di responsabilità. E il fatto che<br />

si presenti in queste forme diverse ma con<br />

forza e costanza, ci mostra che si tratta di una<br />

delle caratteristiche fondanti del nostro carisma<br />

educativo.<br />

Problemi? Non pochi e nemmeno piccoli: situazione<br />

dell’affollamento sempre critica e a rischio,<br />

indicazioni da parte degli organi preposti<br />

di cui non eravamo in grado di capire la coerenza;<br />

carenza di servizi igienici; scorte di bevande<br />

e generi di conforto inadeguate, rispetto<br />

alla folla ed al consumo che si è verificato. Ma<br />

abbiamo avuto un’abbondanza straordinaria<br />

di sorrisi e ringraziamenti.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 7


8<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />

Una politica<br />

“per” e “con” gli altri<br />

Sergio Colaiocco<br />

Tutti i sondaggi degli ultimi anni indicano un allontanamento,<br />

una disaffezione da parte di molti per la politica.<br />

Per la maggior parte delle persone sembra che politica<br />

voglia dire solo intrallazzi, impicci, ricerca di potere, ricerca<br />

di tornaconto personale.<br />

Se nei decenni passati dedicarsi alla Politica era uno dei modi<br />

di “diventare grande”, oggi chi si sente chiamato a fare qualcosa<br />

per gli altri si rifugia nell’impegno sociale, nel volontariato come<br />

se questo sostituisse o potesse supplire ad una cattiva politica.<br />

Per ritrovare sintonia ed entusiasmo per la Politica (e la Promessa<br />

di servire la Patria ci chiama a essere cittadini attivi) è necessario,<br />

quindi, ritornare alle ragioni profonde che sono alla base di una<br />

Politica intesa come forma alta di servizio, distogliendo l’attenzione<br />

dal teatrino mediatico della politica,<br />

per riscoprire ambiti tenuti<br />

in scarsa considerazione o<br />

inesplorati. La prima funzione<br />

della politica è paragonabile a<br />

quella di un vigile urbano all’incrocio<br />

tra due strade: regolare<br />

i rapporti tra i cittadini. Stabilire<br />

cioè le regole che permettano<br />

il rispetto della libertà personale<br />

per fare in modo che la libertà<br />

di uno non vada a ledere quella<br />

dell’altro in una convivenza pacifica<br />

tra gli uomini. oltre a ciò,<br />

la politica ha il compito di orientare<br />

e determinare il futuro della<br />

società.<br />

RIFLESSIONI SULLA MAFIA CON MARIA FALCONE<br />

Se la politica si ripiega<br />

su se stessa diviene incapace<br />

di guardare in alto, ma se<br />

ha la capacità di ritrovarsi<br />

assolve ad una delle funzioni<br />

più alte della società, quella<br />

cioè di creare le condizioni<br />

per un sempre maggiore<br />

sviluppo della personalità<br />

di ogni cittadino.<br />

La sfida di questo tempo è<br />

prenderci a cuore e farci<br />

carico del futuro della<br />

società, e trovare nuove<br />

strade, come educatori e<br />

come cittadini, perché la<br />

politica torni ad avere al<br />

centro la Persona, tutte le<br />

persone, il bene comune.<br />

N ella Parrocchia di San Tommaso d’Aquino, sede del Gruppo<br />

Scout d’Europa Palermo 13 “padre Pino Puglisi”, si è svolto,<br />

alla presenza di Maria Falcone, un incontro in vista del 19° anniversario<br />

della strage di Capaci, avvenuta il 21 maggio del 1992.<br />

È stato un momento importante per una riflessione comune sulla<br />

legalità e sulla presenza tuttora attuale delle organizzazioni mafiose<br />

nel territorio cittadino e nella sua provincia. Erano presenti<br />

Capi, Rover e Scolte, i Commissari dei Distretti di Palermo Ovest<br />

e di Palermo Est ed il parroco Don Pietro Cullotta. Dopo la proiezione<br />

del filmato “per Falcone”, realizzato da RAI Educational, si<br />

è svolto un vivace e partecipato dibattito.


Due esempi possono rendere più chiara la<br />

cosa: uno riguarda il piano energetico e potrebbe<br />

oscillare tra la scelta del nucleare o delle<br />

energie rinnovabili. Un altro esempio riguarda<br />

il piano economico-industriale: puntare sul trasporto<br />

su gomma o su quello ferroviario?<br />

Quale che sia la scelta, ne consegue un vantaggio<br />

per alcuni (ad esempio le aziende che<br />

producono auto) e uno svantaggio per altri. È<br />

evidente che non sia un buon criterio di scelta<br />

cedere alle pressioni di coloro che traggono<br />

vantaggi economici da una decisione che li favorisce.<br />

È allora indispensabile la ricerca di un<br />

criterio che sia alla base di ogni scelta e che<br />

sia coerente con una visione “alta” della politica.<br />

Come l’obiettivo ultimo della nostra Associazione<br />

è quello di educare, secondo il metodo<br />

Scout “buoni cristiani e bravi cittadini”,<br />

come quello di una società sportiva è insegnare<br />

un particolare sport, ancor di più appare<br />

prioritario avere chiaro quale sia l’obiettivo<br />

ultimo della Politica.<br />

oppure la politica deve limitarsi a regolare<br />

i rapporti tra i cittadini per garantire una convivenza<br />

pacifica?<br />

La persona al centro della politica<br />

È possibile ritrovare la risposta a questa domanda<br />

nella Costituzione italiana, legge fondamentale<br />

che ispira e regola la vita della nazione.<br />

ogni società umana è composta da persone<br />

che “hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti<br />

alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,<br />

di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni<br />

personali e sociali” (art. 3 Costituzione).<br />

Ed è proprio dalla affermazione della “pari<br />

dignità sociale” di ogni persona che la Costituzione<br />

fa derivare il compito della Politica individuandolo<br />

in quello di rimuovere gli ostacoli<br />

di ordine economico e sociale, che<br />

limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza<br />

dei cittadini, impediscono il “pieno sviluppo<br />

della persona umana e l’effettiva partecipazione di<br />

tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica<br />

e sociale del Paese” (art. 3).<br />

Se la politica si ripiega su se stessa diviene<br />

incapace di guardare in alto, ma se ha la capacità<br />

di ritrovarsi assolve ad una delle funzioni<br />

più alte della società, quella cioè di<br />

creare le condizioni per un sempre maggiore<br />

sviluppo della personalità di ogni cittadino.<br />

Essere una Persona è condizione necessaria<br />

e sufficiente per avere la stessa dignità sociale<br />

CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />

di tutti gli altri. Lo scopo della Politica è allora<br />

da un lato favorire la crescita di tutte le persone<br />

e dall’altro quello di favorire lo sviluppo<br />

di tutti gli aspetti della Persona. In altri termini<br />

attribuire alla politica il compito di favorire la<br />

crescita di tutte le persone vuol dire avere<br />

come criterio il bene di tutti, cioè il bene comune<br />

e non quello di alcuni o di pochi.<br />

Solo apparentemente singolare è rinvenire<br />

la stessa affermazione nei testi della Dottrina<br />

sociale della Chiesa: “…il bene comune è la ragion<br />

d’essere dell’autorità politica; lo Stato, infatti, deve<br />

garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla<br />

società civile di cui è espressione, in modo che il bene<br />

comune possa essere raggiunto con il contributo di<br />

tutti i cittadini. L’uomo singolo, la famiglia, le associazioni<br />

non sono in grado di pervenire da se stessi<br />

al loro pieno sviluppo; da ciò deriva la necessità di<br />

istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere<br />

accessibili alle persone i beni necessari – materiali,<br />

culturali, morali, spirituali – per condurre una vita<br />

veramente umana.<br />

Evidente è allora la pochezza di una politica<br />

che garantisca solo interessi di parte, quali gli<br />

interessi economici dei gruppi sociali che<br />

hanno dato vita alla maggioranza di governo,<br />

o che colloca le proprie scelte solo nell’alveo<br />

del tornaconto personale o del proprio gruppo<br />

sociale, economico e politico, senza alzare mai<br />

lo sguardo verso visioni più ampie.<br />

Una politica di questo tipo appare, perché<br />

lo è, intrallazzo, impiccio, tornaconto personale<br />

e produce allontanamento e disaffezione.<br />

La sfida di questo tempo è prenderci a cuore<br />

e farci carico del futuro della società, e trovare<br />

nuove strade, come educatori e come cittadini,<br />

perché la politica torni ad avere al centro la<br />

Persona, tutte le persone, il bene comune.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 9


10<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />

Per un confronto aperto con le altre culture e religioni<br />

Un dialogo continuo<br />

Stefano Bertoni<br />

Molto probabilmente se in questo momento dovessimo interrogare<br />

un cittadino medio, per cercare di cogliere la<br />

sua immagine di una società in cui si trovano ormai a<br />

convivere una pluralità di religioni e culture, ci troveremmo spesso<br />

di fronte ad un lungo elenco di frasi come “siamo già troppi, siamo<br />

diversi e loro sono distanti dalla nostra cultura, non c’è lavoro<br />

neppure per noi, ecc.”. Si tratta di un campionario che ben conosciamo<br />

e che però, come Scout e cittadini degni del Vangelo, deve<br />

porci in un atteggiamento di riflessione per evitare di cadere in<br />

atteggiamenti non consoni, in primis, al nostro essere cristiani.<br />

Il Concilio Vaticano Secondo ha fatto uno dei suoi punti cardine<br />

l’aprirsi della Chiesa al mondo. Più volte papa Benedetto XVI e<br />

il suo predecessore Giovanni Paolo II hanno richiamato il tema<br />

del confronto con le altre culture e le altre religioni, cercando<br />

di cogliere i punti di contatto più che di sottolineare gli elementi<br />

di divergenza, il tutto senza annacquare i valori fondamentali<br />

del cristianesimo e del cattolicesimo: confronto non significa<br />

“imitare o mescolare con leggerezza le tradizioni”, come ben ci ricorda<br />

il Cardinal Martini nelle sue “Conversazioni notturne a Gerusalemme”.<br />

Marco Aime, insegnante di antropologia culturale presso l’Università<br />

di Genova 1 , ha ben descritto l’abitudine sempre più radicata<br />

nella nostra società a descrivere l’”altro come icona del male”<br />

in chiave antropologica, cercando di far capire come tale operazione<br />

sia purtroppo un’operazione tipica di molte società. Aime<br />

ricorda come, secondo il grande sociologo Zygmunt Bauman,<br />

tutte le società producono stranieri ma ognuna ne produce un<br />

La “conoscenza reciproca”<br />

prevede “insieme alla<br />

conoscenza delle culture degli<br />

immigrati e del loro mondo di<br />

esperienze e di valori, anche<br />

la conoscenza, da parte di chi<br />

viene da altre culture, del<br />

mondo di valori, della storia,<br />

della stessa dimensione<br />

religiosa cristiana, che fanno<br />

la struttura portante della<br />

identità del nostro Paese”.


tipo particolare, secondo modalità uniche e irripetibili:<br />

l’altro come male che sta o viene dal<br />

di fuori. Addossare le colpe di tutto ciò che non<br />

funziona a qualcuno che è esterno rende i “noi”<br />

automaticamente buoni e i “loro”, automaticamente<br />

cattivi, maligni e minacciosi. Aime richiama<br />

una poesia di Kostantinos Kavafis “Aspettando<br />

i barbari” (1908), che definisce i barbari come<br />

una necessità: quando non arrivano sembra<br />

quasi che non sappiamo più cosa fare.<br />

Di fronte ad una situazione<br />

magmatica e complessa,<br />

ma che non possiamo ignorare<br />

chiudendoci esclusivamente<br />

a riccio nelle nostre<br />

convinzioni, quali le risposte<br />

che siamo chiamati a dare<br />

come cittadini ed anche come<br />

educatori? Qualche riflessione<br />

e qualche stimolo<br />

in proposito lo possiamo trovare<br />

nelle parole di S. E.<br />

Mons. Mariano Crociata, Segretario<br />

Generale della CEI, che il 25 novembre<br />

a Venezia, presso la Sala San Pasquale del Convento<br />

S. Francesco della Vigna, ha tenuto la prolusione<br />

per l’inizio dell’Anno Accademico 2010-<br />

<strong>2011</strong> dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino,<br />

sul tema: “Educazione cristiana e società<br />

multiculturale”. Mons. Crociata ribadisce<br />

come siamo ormai costantemente di fronte ad<br />

una sorta di “polarità, di per sé caratteristica di ogni<br />

processo educativo, ma ancor più incidente quando si<br />

tratta della fede cristiana e del contesto culturale plurale…<br />

la polarità tra autorità 2 e apertura o relazione<br />

all’alterità”. Siamo di fronte a due processi necessariamente<br />

simultanei e se uno dei due poli<br />

si indebolisce, automaticamente si impedisce<br />

la valorizzazione dell’altro: relativismo e fondamentalismo<br />

rappresenterebbero due forme<br />

largamente speculari di cedimento al nichilismo.<br />

Sempre Mons. Crociata prosegue sottolineando<br />

come “L’affermazione della originalità della fede cristiana<br />

nella sua qualità compiutamente personale-trascendente<br />

non è assicurata ma, al contrario, minacciata<br />

CITTADINI DEGNI DEL VANGELO<br />

Il compito della comunità<br />

ecclesiale nella sua totalità, non<br />

meno che delle altre espressioni,<br />

istituzionali o informali, della<br />

collettività, è quello di garantire<br />

le condizioni di un dialogo, tra i<br />

singoli e le diverse culture che si<br />

trovano a convivere.<br />

dalla rottura con la comune base antropologico-religiosa<br />

delle altre culture e delle rispettive religioni”. Dall’altra<br />

parte, proseguendo nel ragionamento, il testo<br />

di Mons. Crociata afferma anche come l’appiattirsi<br />

solo su una base comune e condivisa dalle<br />

religioni sul piano antropologico di tutte le<br />

forme ed esperienze, di cui vengano cancellate<br />

le originali e originarie identità, annullerebbe<br />

di per sé la possibilità stessa di costruire un processo<br />

individuale e collettivo di identificazione<br />

e di evoluzione culturale e condurrebbe i singoli<br />

e la società all’inaridimento.<br />

Ala luce di tutto questo il compito della comunità<br />

ecclesiale nella sua totalità, non meno<br />

che delle altre espressioni, istituzionali o informali,<br />

della collettività, è quello di garantire le<br />

condizioni di un dialogo, tra i singoli e le diverse<br />

culture che si trovano a convivere: certamente<br />

un dialogo non facile, che<br />

spesso ci tocca molto emo-<br />

tivamente sulla scorta di<br />

quanto proposto quotidianamente<br />

dai media, ma che<br />

trova delineate le articolazioni<br />

nei documenti del magistero<br />

che si riferiscono specificamente<br />

al dialogo interreligioso<br />

3 .<br />

Un dialogo continuo dunque,<br />

senza dimenticare – come<br />

sottolinea sempre Mons.<br />

Crociata – che la “conoscenza reciproca” prevede<br />

“insieme alla conoscenza delle culture degli immigrati<br />

e del loro mondo di esperienze e di valori, anche la conoscenza,<br />

da parte di chi viene da altre culture, del<br />

mondo di valori, della storia, della stessa dimensione<br />

religiosa cristiana, che fanno la struttura portante della<br />

identità del nostro Paese”.<br />

1 È autore fra l’altro di testi come “Il diverso come icona<br />

del male” (Bollati Boringhieri, 2009, scritto con Emanuele<br />

Severino), “La macchia della razza. Lettera alle vittime della<br />

paura e dell’intolleranza” (Ponte alle Grazie, 2009); “Una<br />

bella differenza. Alla scoperta della diversità del mondo” (Einaudi,<br />

2009).<br />

2 Mons. Crociata afferma “Adotto il termine con la sua carica<br />

evangelica e cristologica, non in alternativa a identità, ma come suo<br />

senso e fondamento. Gesù è stato maestro (in questo senso autorità)<br />

di una identità che, in quanto mistero, cogliamo ma non esauriamo,<br />

capace di creare e plasmare culture, ma senza potere mai essere totalmente<br />

racchiusa in una sola di esse”. Cf. Paolo VI, Esortazione<br />

Apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), n. 20<br />

3 Cf. Concilio Vaticano II, Dichiarazione Nostra aetate, n.<br />

2; Paolo VI, Lettera enciclica Ecclesiam suam (6 agosto 1964),<br />

nn. 101-117; Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso<br />

e Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, Dialogo<br />

e annuncio (19 maggio 1991), n. 42.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 11


12<br />

Giocare il gioco<br />

Il libro...<br />

DEI CAPI<br />

Pietro Antonucci e Marialuisa Faotto<br />

Moltissimi sociologi ed esperti della comunicazione<br />

negli ultimi anni si sono<br />

affannati a studiare il fenomeno di impoverimento<br />

culturale delle giovani generazioni,<br />

spesso citando a sostegno di tale tesi il declino<br />

commerciale dell’editoria, dai quotidiani ai libri,<br />

dalle riviste di approfondimento ai saggi specialistici.<br />

Sembra quasi che l’abitudine a leggere<br />

sia rimasta presente su una fascia molto ristretta<br />

del così detto “pubblico editoriale”.<br />

Appare evidente a tutti quanto i giovani non<br />

trovino più nella lettura le risposte che questa<br />

era abituata a dare in passato: svago, fantasia,<br />

viaggio, evasione, curiosità, scienza, passione,<br />

paura, suspense, ecc. La carta in sé ha trovato<br />

negli ultimi due decenni forti concorrenti capaci<br />

di soddisfare queste naturali tendenze e<br />

necessità della mente e dello spirito, concorrenti<br />

agguerriti e capaci di maggiore appeal. La<br />

provocatoria premessa aveva allora solo lo<br />

scopo per una riflessione sulla nostra voglia di<br />

crescere come capi educatori, sulla continua<br />

propensione all’approfondimento ed all’interiorizzazione<br />

dei temi portanti del metodo e<br />

sulla nostra contemporaneità culturale e sociale.<br />

Un Capo legge perché ama capire, perché<br />

ha necessità di risposte, perché vuole discernere,<br />

perché un suo fratello scrive. Questo ci<br />

hanno insegnato i nostri Capi, questo ci ha insegnato<br />

B.-P.<br />

D’altronde, se ripercorriamo la nostra storia<br />

associativa e Scout in genere, scopriamo quanti<br />

capi prima di noi si sono impegnati nello scrivere<br />

sussidi, dispense, approfondimenti, ma-<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

nuali e strumenti, con lo scopo di rendere l’attuazione<br />

e l’animazione del metodo più facile,<br />

più coerente e più nostra. Questo sforzo non<br />

può essere vano perché rappresenta la nostra<br />

storia, è lo sforzo che ci ha consentito di crescere<br />

e di rendere forte la nostra proposta.<br />

Questa riflessione è nata dallo studio delle<br />

vendite dei testi metodologici effettuate dalla<br />

nostra cooperativa (unica depositaria di molti<br />

dei titoli necessari alla conoscenza ed animazione<br />

metodologica). Da questo studio emerge<br />

infatti che in forma quantitativa non esiste<br />

nessuna relazione coerente tra nuovi Capi nominati<br />

e vendite di Norme e sussidi di Branca,<br />

nessuna corrispondenza tra Capi presenti ai<br />

campi scuola e vendita dei relativi supporti e<br />

manuali di metodo e purtroppo anche nessuna<br />

coerente rispondenza tra numero di nuovi soci<br />

e vendite di strumenti necessari alla pratica<br />

metodologica degli stessi.<br />

Ad esempio: se in un anno entrano nel riparto<br />

11 nuovi ragazzi/ragazze, quello stesso riparto<br />

da lì a poco dovrebbe acquistare 11<br />

libricini Il Sentiero o In Cordata. Bene, facendo<br />

questo tipo di proiezioni a livello italiano non<br />

esiste una corrispondenza né diretta né tanto<br />

meno prossima.<br />

Per essere chiari, tutto ciò non ci preoccupa<br />

per la mancata vendita ma per come la proposta<br />

metodologica di un Riparto o di un Branco/Cerchio<br />

possa essere efficace senza che i ragazzi e<br />

le ragazze abbiano il loro Sentiero/In cordata,<br />

piuttosto che Capo e Capi i testi di riferimento<br />

metodologico. Potrebbe essere che si sia pensato<br />

a fare riproduzioni in economia dei testi con fotocopie,<br />

o al passaggio degli stessi libri in una<br />

sorta di mercatino dell’usato o addirittura un<br />

trapasso orale dei contenuti…<br />

Queste potrebbero essere sicuramente strade<br />

creative: stiamo attenti però che la nostra animazione<br />

metodologica non ne venga compromessa!<br />

In questo caso faremmo bene a fermarci<br />

un secondo e ad approfondire in gruppo la riflessione.<br />

Buona Strada.


Giocare il gioco<br />

KIT DELLA PERFETTA CAPO CERCHIO<br />

Chi mi sa dire cos’è questo Kit della perfetta Capo Cerchio?? Come dite?? Un sacchetto della cancelleria<br />

super fornito? … Nooo... Un’efficientissima cassetta di Pronto Soccorso super organizzata?…<br />

Nooo… Un baule pieno di vestiti super originali?… Nooo, non ci siamo proprio!!! Il Kit della<br />

perfetta Capo Cerchio riguarda ben altro!!! Quante volte programmando le attività per le vostre Coccinelle<br />

siete state assalite da mille dubbi e perplessità… Proprio per questo l’Associazione viene in<br />

nostro aiuto, fornendoci tutti quei sussidi fondamentali per programmare al meglio e nel modo corretto<br />

tutte le nostre attività! Nello zainetto di una perfetta Capo Cerchio non possono certo mancare:<br />

NORME DIRETTIVE della BRANCA COCCINELLE<br />

Fondamentali affinché le Capo Cerchio possano orientarsi e comprendere al meglio le specificità metodologiche<br />

della Branca. Inoltre, all’interno oltre a essere chiaramente spiegati il metodo, gli scopi, e<br />

i mezzi, troverete anche l’utilissimo Cerimoniale, in modo che tutte le Capo Cerchio possano lavorare<br />

e attuare il metodo nello stesso modo!<br />

SENTIERI PRATO, BOSCO E MONTAGNA<br />

Per riuscire a dare il giusto significato ai libretti è molto importante che voi stesse comprendiate bene<br />

questo strumento utilizzandolo insieme alle vostre Coccinelle, sapendolo adattare alle diverse possibilità<br />

di ognuna, comprendendo che le prove proposte devono essere uno stimolo ed uno strumento per<br />

giungere all’equilibrato sviluppo di ogni bambina che ci viene affidata e non sono, invece esse stesse,<br />

l’obiettivo a cui giungere.<br />

SPECIALITÀ<br />

Sussidio importante per far sviluppare le qualità e le capacità personali di ogni Coccinella e per rafforzare<br />

l’abitudine al Favore.<br />

CANTA LA GIOIA<br />

una Capo Cerchio deve conoscere i canti del cerchio, perché cantando possiamo mostrare ancor di più<br />

il nostro grande entusiasmo. Il canto dà slancio a tutto quel che permette di vivere bene in una Famiglia<br />

Felice: la gioia, l’amore per la natura, l’amore per gli altri, l’amore per Dio.<br />

IL VOLO ESTIVO<br />

Strumento fondamentale per preparare al meglio “il momento più importante della vita di cerchio”.<br />

Sono spiegati in modo dettagliato i vari momenti della giornata e le varie attività, oltre ovviamente<br />

alla spiegazione sulla preparazione del programma del Volo Estivo.<br />

FRANCESCO IN CERCHIO<br />

Necessario per presentare alle Coccinelle la figura di S. Francesco e impostare la vita spirituale del<br />

Cerchio. Troverete anche degli esempi di veglie, alcuni giochi e delle attività di mani abili, il tutto incentrato<br />

sul nostro santo patrono. Anche se non è un vero e proprio sussidio di branca, può essere di<br />

grande aiuto, se non indispensabile, avere nella biblioteca di cerchio le Fonti Francescane che permettono<br />

di capire meglio e in modo più completo la strada percorsa da questo Santo.<br />

ECCOMI, GESÙ, AIUTAMI, MARIA<br />

I quattro splendidi sussidi di Padre Ivan strumenti necessari per la programmazione delle attività<br />

spirituali nei Cerchi!<br />

E allora, cosa aspettate? Se ancora non siete equipaggiate correte subito a procurarveli!!! Siamo<br />

sicure che nel programmare le vostre attività avrete meno dubbi e perplessità, e in caso ne abbiate<br />

ancora basterà solo leggere e rileggere i vostri sussidi!!! Buona lettura.<br />

Ileana & Serena<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 13


14<br />

Giocare il gioco<br />

TESTI FONDAMENTALI PER IL METODO DELLA BRANCA GUIDE<br />

Testo Per chi (ordine di priorità) Sintesi contenuto Utilità/Note<br />

Baden-Powell,<br />

Scautismo<br />

per ragazzi<br />

Baden-Powell,<br />

Il Libro dei capi<br />

Statuto e Norme<br />

direttive<br />

Norme Direttive e<br />

Cerimoniale della<br />

Branca Guide<br />

Guide, Capi Riparto,<br />

Assistenti, Aiuto CR<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

In 26 chiacchierate al fuoco di bivacco, Baden-Powell,<br />

introduce ai ragazzi l’arte del vivere all’aperto, attraverso<br />

suggerimenti pratici, li porta alla scoperta del mondo e della<br />

società circostante, stimolando i ragazzi ad osservare,<br />

rispettare e crescere.<br />

Con questo testo, l’autore Baden-Powell, pone attenzione<br />

sulla formazione del Capo, vertendola sui “4 punti” di B.-P.,<br />

fondamentali per la crescita dell’educatore Scout.<br />

Capi, Assistenti, Aiuti C È l'insieme delle norme che garantiscono il funzionamento<br />

della struttura associativa. In appendice, cerimoniale,<br />

Uniformi, Carta dei Principi dello Scautismo Europeo e<br />

Direttorio Religioso.<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

In cordata Guide, Capi Riparto,<br />

Assistenti, Aiuto CR<br />

Il Sentiero. Sussidio<br />

per i Capi Riparto<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Specialità Guide (dalla II classe),<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Sussidi Tecnici Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Attilio Grieco,<br />

Il manuale del Capo<br />

Squadriglia<br />

Attilio Grieco,<br />

Il Sestante. Schede<br />

per il Capo Riparto<br />

Attilio Grieco,<br />

Giochi Scout<br />

Capi Sqd., Capi Riparto,<br />

Assistenti, Aiuto CR<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Strumento fondamentale per l’applicazione del metodo<br />

Guide, indica le linee guida per la conduzione di un Riparto.<br />

Testo completo di note di approfondimento in ogni capitolo,<br />

che permettono di entrare nel dettaglio del Metodo<br />

Taccuino personale che possiede ogni Guida, necessario a<br />

percorrere tutte le tappe della progressione personale della<br />

ragazza. Indicazioni su segni Associativi, Sqd., Incarichi e<br />

Posti d’azione, preghiere, canti, ecc.<br />

Con il raggiungimento della II classe, attraverso la<br />

conquista di specialità, ogni guida ha la possibilità di<br />

approfondire e seguire le proprie attitudini e naturali<br />

inclinazioni. Il contenuto del libro è dato da indicazione<br />

delle Specialità di Interesse e Maggiori.<br />

Testo fondamentale dello<br />

scautismo.<br />

Edizioni Fiordaliso.<br />

Testo fondamentale per la<br />

comprensione dello scautismo<br />

come metodo educativo.<br />

Edizioni Fiordaliso.<br />

Non sono proprie della<br />

Branca, ma di tutta<br />

l’Associazione.<br />

Indicazioni operative sul<br />

giusto spirito e sulle linee<br />

guida per giocare il gioco<br />

dello scautismo.<br />

Carnet o taccuino (strumento<br />

concreto) da consegnare a<br />

ogni singolo esploratore per il<br />

cammino di progressione<br />

personale. Utile agli educatori<br />

per la programmazione delle<br />

attività, ecc.<br />

Piccolo manuale, ad uso di<br />

ogni esploratore dalla seconda<br />

classe in poi, per promuovere<br />

la personalizzazione della progressione<br />

personale. Condiviso<br />

con la Branca Esploratori.<br />

Cf. vari sussidi “E-G” pubblicati. Indicazioni utili su varie<br />

attività tecniche Scout, ecc.<br />

Condivisi con la Branca<br />

Esploratori.<br />

Preziose indicazioni per il Capo Sqd. sullo spirito e<br />

l’operatività della vita di Sqd., esempi di varie attività e<br />

programmi, numerosi giochi di Sqd., ecc.<br />

Capi Riparto, Aiuto CR Raccolta illustrata di circa 600 giochi Scout già sperimentati,<br />

suddivisa da un punto di vista pratico ed educativo, con<br />

indicazione del numero di giocatori, del materiale e dello<br />

spazio necessari, ecc.<br />

Per il Capo Sqd. su come<br />

guidare al meglio la propria<br />

Sqd.<br />

Suggerimenti di giochi e attività<br />

creative da adattare<br />

per ogni occasione come valido<br />

strumento educativo.


TESTI FONDAMENTALI DELLA BRANCA ESPLORATORI<br />

Giocare il gioco<br />

Testo Per chi (ordine di priorità) Sintesi contenuto Utilità/Note<br />

Baden-Powell,<br />

Scautismo<br />

per ragazzi<br />

Baden-Powell,<br />

Il Libro dei capi<br />

Statuto e Norme<br />

direttive<br />

Norme Direttive e<br />

Cerimoniale della<br />

Branca Esploratori<br />

Esploratori, Capi Riparto,<br />

Assistenti, Aiuto CR<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Baden-Powell nel libro parla direttamente ai ragazzi: in 26<br />

"chiacchierate al fuoco di bivacco" propone, oltre agli<br />

aspetti fondamentali del metodo, pratici racconti,<br />

avventurose tecniche per la vita all'aperto, anche con<br />

l'ausilio di numerosi suoi disegni.<br />

L'accento è posto sugli elementi essenziali della formazione<br />

Scout e in particolare sui cosiddetti "4 punti" di B.-P.: formazione<br />

del carattere, salute e forza fisica, abilità manuale,<br />

servizio del prossimo.<br />

Testo fondamentale dello<br />

scautismo.<br />

Edizioni Fiordaliso.<br />

Testo fondamentale per la<br />

comprensione dello scautismo<br />

come metodo educativo.<br />

Edizioni Fiordaliso.<br />

Capi, Assistenti, Aiuti C. Non sono proprie della<br />

Branca, ma di tutta<br />

l’Associazione.<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Il Sentiero Esploratori, Capi Riparto,<br />

Assistenti, Aiuto CR<br />

Il Sentiero. Sussidio<br />

per i Capi Riparto<br />

Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Specialità Esploratori (dalla II<br />

classe), Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

Sussidi Tecnici Capi Riparto, Assistenti,<br />

Aiuto CR<br />

L’attenzione al ragazzo; gli obiettivi, i mezzi e gli ambienti<br />

dello scautismo. Il Cerimoniale di Branca.<br />

Serie di tappe con relativo sistema di specifiche prove raccolte<br />

in aree tematiche, che indicano il cammino di progressione<br />

personale dell’esploratore.<br />

Indicazioni su segni Assoc., Sqd., Incarichi e Posti d’azione,<br />

preghiere, canti, ecc.<br />

Istruzioni per l’uso del Sentiero nelle mani del ragazzo, del<br />

Capo Riparto e in Sqd., corredate di tabelle e schemi esemplificativi.<br />

Indicazione delle Specialità di Interesse e Maggiori,<br />

suddivise per aree tematiche e con elenco di prove da<br />

superare per conseguire il relativo brevetto.<br />

Indicazioni operative sul<br />

giusto spirito e sulle linee<br />

guida per giocare il gioco<br />

dello scautismo.<br />

Carnet o taccuino (strumento<br />

concreto) da consegnare a<br />

ogni singolo esploratore per il<br />

cammino di progressione<br />

personale. Utile agli educatori<br />

per la programmazione delle<br />

attività, ecc.<br />

Istruzioni per una corretta<br />

applicazione del Sentiero, in<br />

collegamento alle varie<br />

attività in Sqd. e Riparto.<br />

Piccolo manuale, ad uso di<br />

ogni esploratore dalla seconda<br />

classe in poi, per promuovere<br />

la personalizzazione della progressione<br />

personale. Condiviso<br />

con la Branca Guide.<br />

Cf. vari sussidi “E-G” pubblicati. Indicazioni utili su varie<br />

attività tecniche Scout, ecc.<br />

Condivisi con la Branca<br />

Guide.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 15


16<br />

Giocare il gioco<br />

La vita all’aperto<br />

al volo estivo<br />

Alice Zanchettin<br />

La Scuola è finita, le attività sportive sono concluse, i corsi<br />

di musica sono sospesi per la pausa estiva; le attività Scout<br />

invece sono nel pieno della loro potenzialità. È proprio il<br />

periodo estivo che permette ad ogni unità di concludere l’anno<br />

trascorso attraverso il momento fondamentale del cammino<br />

educativo intrapreso. Così il Volo Estivo non rappresenta solo<br />

l’occasione di vivere una settimana di vacanza o delle giornate<br />

fuori casa senza i genitori, ma diventa il nocciolo di una programmazione<br />

annuale che vede, proprio in questa settimana,<br />

la realizzazione completa degli obiettivi fissati molti mesi prima,<br />

quando le attività di Cerchio sono ai primi incontri.<br />

Il luogo del volo estivo<br />

Per questo è molto importante che la Capo Cerchio abbia<br />

la possibilità di trovare il luogo adatto allo svolgimento del<br />

Volo Estivo, cercando un ambiente più vicino alle necessità<br />

del suo Cerchio; questo permetterà alle bambine di vivere questa<br />

esperienza in continuità con il percorso già intrapreso durante<br />

l’anno. Si può organizzare un Volo Estivo in una casa in<br />

montagna o in pianura, se è stata data particolare importanza<br />

al sentiero del prato o della montagna; capita, infatti, alcune<br />

volte di avere un Cerchio formato da molte Coccinelle del<br />

Consiglio dell’Arcobaleno o al contrario da molte nuove Cocci<br />

appena entrate, e l’ambientazione dell’anno dovrebbe favorire<br />

proprio la loro progressione personale. Ma se durante l’anno<br />

le bambine hanno incontrato personaggi del passato o fantastici,<br />

sarebbe ideale cercare un luogo vicino ad un borgo medioevale,<br />

magari con un castello da poter visitare; d’altra<br />

parte, se il tema dell’anno riguardava l’acqua e i suoi abitanti,<br />

si cercherà di essere vicine ad un lago o ad un fiume.<br />

I luoghi, con le loro caratteristiche e le potenzialità, aiuteranno<br />

a rendere l’atmosfera del Volo più armonica e suggestiva.<br />

Questo è per le Coccinelle, e anche per la Pattuglia<br />

Direttiva, il momento fondamentale dell’anno, durante il<br />

quale rispettare la Legge anche nel quotidiano, creare una Famiglia<br />

Felice unita e serena, donare e ricevere la gioia e avvicinarsi<br />

alla Natura e al Signore.<br />

L’atmosfera al volo estivo<br />

Durante questa settimana sarà compito delle Capo creare<br />

un’atmosfera serena, tranquilla e di fiducia reciproca, in un ambiente<br />

ordinato, pulito e gioioso, senza per questo lasciare spazio<br />

a tempi buchi con la possibilità che la noia prenda il posto<br />

delle attività ben organizzate e preparate già da casa, anche con<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Viviamo a pieno l’ambiente<br />

del Volo Estivo: ricordiamoci<br />

che è l’esperienza diretta che<br />

dona fascino ed importanza<br />

ad un’attività natura,<br />

cerchiamo di essere coerenti<br />

con il luogo dove ci troviamo<br />

per valorizzarne le sue<br />

peculiarità, facendo scoprire<br />

alle bambine qualcosa di<br />

preannunciato durante l’anno,<br />

ma che solo attraverso questa<br />

intensa esperienza possono<br />

assaporare completamente.


diverse opzioni in caso di brutto tempo o eventuali<br />

“inconvenienti imprevedibili”. Quando<br />

infatti la Pattuglia Direttiva parte con un programma<br />

della settima e delle giornate organizzato,<br />

programmato e puntuale, ricco di<br />

dettagli e spiegazioni, e con il materiale occorrente<br />

già pronto, le capo potranno dedicare il<br />

tempo all’attività fondamentale di questa settimana:<br />

l’osservazione di ogni Coccinella per<br />

conoscerla, scoprirne a pieno potenzialità e<br />

difficoltà e in base a queste accompagnarla nel<br />

suo cammino di crescita.<br />

Per quanto sia necessario e fondamentale<br />

avere pronto un programma dettagliato delle<br />

attività e degli orari, è altrettanto fondamentale<br />

riuscire ad essere flessibili nella gestione<br />

delle giornate, dando spazio agli entusiasmi,<br />

lasciando il tempo di finire ogni attività assaporando<br />

a pieno l’ambiente che ci circonda.<br />

La natura al volo estivo<br />

Elemento di importanza fondamentale durante<br />

il Volo Estivo è infatti la Natura, che ci<br />

permette di trascorrere alcuni giorni di vera<br />

vita all’aperto; questa, infatti, diventa l’occasione<br />

per le Coccinelle di vivere intensamente<br />

e realmente l’esperienza del Bosco. La Natura<br />

permette la scoperta, la meraviglia e avvicina le<br />

bambine all’idea di Dio creatore e alla preghiera.<br />

È importante imparare ad osservare ciò<br />

che ci piace e ci stupisce, per apprezzare la ricchezza<br />

del Creato, per sviluppare il senso estetico<br />

del bello, che ci avvicina a Dio. Tutta questa<br />

bellezza è opera di Dio. La vita all’aperto ci per-<br />

Giocare il gioco<br />

mette e ci obbliga a camminare negli spazi<br />

aperti, per abituarci a guardarci attorno, conoscere<br />

il paesaggio e respirare la Sua presenza.<br />

Respiriamo a pieni polmoni passeggiando<br />

dentro il Bosco, ascoltando il rumore del ruscello,<br />

osservando il cielo notturno, scoprendo<br />

la meravigliosa perfezione di una<br />

semplice ragnatela o le sfumature dei colori<br />

sulle ali delle farfalle. Tutto ciò che ci sorprende<br />

e ci interessa è da far scoprire anche<br />

alle Coccinelle, perché possano imparare a<br />

guardare i dettagli, le piccole cose belle, ad<br />

usare tutti i loro sensi e a giocare con quello<br />

che si trova nel Bosco, nel Prato, vicino ad un<br />

lago o in qualsiasi altro ambiente naturale.<br />

Ammiriamo assieme alle Coccinelle la delicatezza<br />

di una goccia d’acqua sull’erba o il gioco<br />

della luce del sole che filtra tra le fronde degli<br />

alberi, ascoltiamo il dolce canto delle cinciallegre<br />

e sentiamo l’odore della terra bagnata<br />

dalla pioggia. La vita all’aperto è fondamento<br />

del metodo e va sempre considerata come pilastro<br />

portante di un esperienza ricca come<br />

quella di un Volo Estivo! Non rischiamo di minimizzare<br />

questa occasione offrendo alle<br />

bambine le stesse attività che potrebbero fare<br />

in Tana o al chiuso, non usiamo disegni di impronte<br />

ma andiamo a cercare con le bambine<br />

le tracce lasciate dagli animali, sfruttiamo al<br />

massimo questa opportunità per conoscere,<br />

scoprire e crescere.<br />

Viviamo a pieno l’ambiente del Volo Estivo:<br />

ricordiamoci che è l’esperienza diretta che<br />

dona fascino ed importanza ad un’attività natura,<br />

cerchiamo di essere coerenti con il luogo<br />

dove ci troviamo per valorizzarne le sue peculiarità,<br />

facendo scoprire alle bambine qualcosa<br />

di preannunciato durante l’anno, ma che solo<br />

attraverso questa intensa esperienza possono<br />

assaporare completamente. E se vogliamo provare<br />

a fare un salto in più, diamo alle Coccinelle<br />

strumenti per ampliare le loro<br />

conoscenze: portiamo al Volo Estivo qualche<br />

sussidio utile alle più curiose o interessate, facciamo<br />

scoprire quelle specialità che potrebbero<br />

sviluppare le predisposizioni del loro<br />

carattere, recuperiamo durante un’uscita materiale<br />

che possiamo osservare assieme, anche<br />

nei giorni successivi.<br />

Accompagniamo le bambine a gustare le<br />

meraviglie che Dio ha posto attorno a loro,<br />

sarà una delle esperienze più forti che potremmo<br />

permettere loro di vivere.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 17


18<br />

Giocare il gioco<br />

Il mistero<br />

di ASSISI<br />

Fabrizio Cuozzo Akela d’Italia<br />

Come Branca abbiamo modo di incontrarci<br />

ciclicamente per numerosi motivi:<br />

Campi Scuola, Rupi Nazionali,<br />

Incontri di preghiera, Rupi di Distretto, Cacce<br />

di Primavera... Tuttavia Assisi ha da sempre<br />

esercitato un fascino particolare su noi Vecchi<br />

Lupi, fino a far lievitare così tanto il numero<br />

dei partecipanti da doverne prevedere un tetto<br />

massimo. E questo nonostante la Rupe di Assisi<br />

non sia un luogo di puro svago o tappa<br />

scautisticamente obbligata.<br />

Assisi è mistero<br />

Potremmo definirlo “il mistero di Assisi”!<br />

Possiamo individuare molteplici motivi che<br />

spingono noi Vecchi Lupi ad iscriverci: la possibilità<br />

di visitare un luogo straordinario, il ritrovo<br />

di persone conosciute in altre occasioni,<br />

arrivare alle radici della Famiglia Felice... La<br />

città di Assisi poi, che conserva in modo artefatto,<br />

ma comunque spettacolare molto del<br />

fascino medievale, trasuda francescanità da<br />

ogni vicolo, da ogni piazza, da ogni monumento.<br />

Si ha quasi l’impressione di essere teletrasportati<br />

nel 1200, appare naturale voltare l’angolo e<br />

trovare Francesco sorridente che ci viene incontro.<br />

ogni Chiesa, con le sue reliquie, con<br />

sue le bellezze artistiche, facilita la meditazione<br />

e la preghiera. Ciò tuttavia, non basterebbe a<br />

richiamare sempre più gente. Ma allora a cosa<br />

è dovuto questo mistero di Assisi? Il “mistero”<br />

appare meno oscuro se iniziamo mettere a<br />

fuoco il punto che Assisi non è “un’altra bella<br />

esperienza...” ma è “luogo di conversione”.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Assisi è conversione<br />

Assisi è il posto dove è avvenuta la conversione<br />

di San Francesco e quella di Santa<br />

Chiara, ed è il luogo dove è ripartita ancora<br />

una volta la conversione della Chiesa in un<br />

particolare contesto di disorientamento.<br />

In questa ottica, ogni vicolo, ogni muro,<br />

ogni monumento... non sono semplicemente<br />

belli da guardare, ma trasmettono in modo<br />

vivo questa conversione e parlano ai cuori,<br />

anche a quelli più combattivi, della possibilità<br />

di convergere verso Cristo. Cristo ad Assisi ha<br />

parlato a San Francesco, e parla anche a noi.<br />

Basta procedere adagio, non seguire ciecamente<br />

il programma, ma i ritmi della preghiera<br />

e sperimentare la gioia del perdono<br />

attraverso il Sacramento della Riconciliazione.<br />

Queste cose infiammano il cuore; queste<br />

hanno fatto la differenza e continueranno a<br />

farla anche nel futuro. La tradizione di Assisi,<br />

sapete bene, è nata molti anni fa. Se ancora<br />

oggi non si esaurisce la spinta verso questo<br />

luogo di conversione non è certo per la bravura<br />

o per la simpatia dei partecipanti.<br />

Assisi è condivisione<br />

Questo ardere il cuore che ci spinge a condividere<br />

la gioia tra noi che abbiamo vissuto Assisi<br />

(sono giunti fino a me, reietto di facebook, gli<br />

echi dei post sul social network...) non ci fa<br />

forse pensare al dovuto rispetto, alla gioia che<br />

ardeva nei cuori dei discepoli di Emmaus? Gioia<br />

che può essere figlia unicamente dell’incontro<br />

con Gesù. Non c’è amico rincontrato, non esiste


location, non c’è gioco o canto che possa generare<br />

gioia lontanamente paragonabile alla gioia del<br />

sentirsi amati e chiamati dal Padre.<br />

Assisi è chiamata<br />

Il mistero di Assisi, appare<br />

ancora meno “insolubile”, quando<br />

ci soffermiamo a pensare alla<br />

generosità di Grazie con cui Dio<br />

ha voluto riempire le nostre Rupi:<br />

pensiamo a Paolo, venuto ad<br />

Assisi nel 1986 con la Gazzetta<br />

dello Sport sotto il braccio e tornato<br />

a casa con la maturata scelta<br />

di seguire radicalmente Francesco<br />

(oggi Padre Paolo è parroco<br />

in Roma), o possiamo pensare<br />

a Marco, frate in servizio per<br />

lungo tempo proprio presso l’Eremo<br />

delle Carceri, come a tantissimi<br />

altri ancora che hanno<br />

ascoltato la propria vocazione<br />

alla vita consacrata e oggi sono<br />

al nostro fianco come Baloo.<br />

Assisi è trasformazione<br />

Ma alle Grazie visibili, si sommano quelle che<br />

ciascuno porta nel cuore: conflitti familiari irrisolti,<br />

tramutati in occasioni di perdono, angosce<br />

lavorative trasformate in opportunità di testimonianza,<br />

disordini del cuore, che hanno lasciato<br />

il posto alla scoperta della gioia di donarsi ad<br />

una sola persona, difficoltà con lo studio divenute<br />

“fame di sapere” per poter meglio rispondere<br />

alla propria vocazione, persone che per la prima<br />

Scoprire chi siamo e dove<br />

È la differenza tra un<br />

pellegrino e un<br />

vagabondo; il primo<br />

conosce il punto di arrivo<br />

e sopporta tutti gli sforzi<br />

in ottica di quel traguardo.<br />

Ed è un cammino pieno,<br />

ricco di speranza che<br />

culmina con la gioia nel<br />

momento in cui il<br />

panorama permette di<br />

intravedere la meta finale.<br />

Giocare il gioco<br />

volta hanno gustato la tenerezza della Riconciliazione<br />

col Padre... davvero, vi sono state molteplici<br />

conversioni: “quel che m’era dolce mi è<br />

stato trasformato in amaro e quel ch’era amaro<br />

in dolce”.<br />

Assisi è cammino<br />

Scoprire chi siamo e dove stiamo andando.<br />

È la differenza tra un pellegrino e un vagabondo;<br />

il primo conosce il punto di arrivo e sopporta<br />

tutti gli sforzi in ottica di quel traguardo. Ed è<br />

un cammino pieno, ricco di speranza che culmina<br />

con la gioia nel momento in cui il panorama<br />

permette di intravedere la<br />

meta finale. A differenza del va-<br />

gabondo, che magari compie lo<br />

stesso percorso, ma senza la libertà<br />

di averlo scelto, che arriva<br />

allo stesso traguardo finale completamente<br />

svuotato e spesso anche<br />

scontento per non aver fatto<br />

altre cose... che peraltro lo avrebbero<br />

portato ancora più lontano,<br />

con la stessa infelicità per intenderci,<br />

del fratello del figliol prodigo.<br />

Due piccole annotazioni<br />

ancora: mi piacerebbe scrivere<br />

molto sulla straordinaria e confidenziale<br />

catechesi del Cardinale<br />

e di come sia stata lampada<br />

ai miei passi… ma equivarrebbe<br />

ad impoverirla. Però la certezza<br />

che ne consegue è che, nel guardare in avanti,<br />

il cammino che ci attende appare molto meno<br />

oscuro di prima. Infine il capitolo delle Stuoie<br />

con le numerose continuazioni del Cantico:<br />

personalmente mi sono commosso nell’ascoltare<br />

la generosità con cui il Padre, ancora una<br />

volta, ci ha voluto accompagnare durante il nostro<br />

pellegrinare nel cercare di vedere il tutto in<br />

tutte le cose. Laudato sii mi’ Signore, per frate<br />

Francesco, che ancora una volta ci ha condotti<br />

a Cristo, vera Via e vera Vita. Buona Caccia!<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 19


20<br />

Giocare il gioco<br />

Sentire comune:<br />

il senso civico<br />

Maria Rosaria Maura<br />

Quando aiutiamo una ragazza a crescere è necessario che<br />

l’azione educativa sia volta alla comprensione del concetto<br />

di “buon cittadino” e soltanto dopo tale comprensione<br />

la aiuteremo a metterlo in pratica, rendendola consapevole<br />

delle sue responsabilità oltre che dei suoi diritti e privilegi. Ci<br />

impegneremo a farle comprendere innanzi tutto che i diritti<br />

devono essere il guadagno di un serio impegno a vivere i propri<br />

doveri e responsabilità civiche.<br />

Tornare sui vecchi passi, a dare un senso al buon cittadino<br />

che è in ognuno di noi è forse oggi un fatto necessario.<br />

orientarsi in questa società multimediale, aperta ad ogni<br />

esperienza ed accorgersi che l’uomo che la abita non è più capace<br />

di rispetto per ciò che gli altri hanno faticosamente costruito<br />

nel tempo, è forse ciò che serve per ritrovare l’azimut<br />

di ritorno del civismo.<br />

È necessario, a volte, ritrovare la solidità nel passato, per<br />

approfondire meglio il significato di un valore che oggi sembra<br />

essersi spento. Spesso i mali del nostro tempo sembrano<br />

derivare anche se non proprio direttamente, dalla mancanza<br />

di educazione, ma non della educazione del leggere e dello<br />

scrivere, ma quella cha fa riferimento ad alti valori, alla capacità<br />

di badare a se stessi, al senso del dovere, alla forza d’animo,<br />

al rispetto di sé e all’attenzione all’altro;<br />

insomma, a tutte quelle virtù<br />

cristiane che educano il no-<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Formare il giovane cittadino è<br />

abituarlo alla cooperazione,<br />

aiutarlo a desiderare i propri<br />

sentimenti e desideri<br />

personali, per procurare il<br />

bene dell’opera in cui è<br />

impegnato.<br />

Suscitare nelle giovani l’idea<br />

che in quel passato di altri un<br />

giorno ci sarà anche il suo<br />

passo di oggi, è impegnarle a<br />

formare in sé il buon cristiano<br />

e il buon cittadino.<br />

Occorre prima di ogni altra<br />

cosa riscoprire le ragioni dello<br />

stare con gli altri, riscoprire la<br />

capacità di cooperare, di dare<br />

per primi e sentirsi in<br />

debito con chi mi è<br />

accanto, allenare alla<br />

reciprocità.


stro carattere e lo costituiscono rendendolo<br />

tale, per abilitare la persona a vivere la vita<br />

con successo.<br />

Cosa può fare il guidismo?<br />

Chiediamoci allora cosa il Guidismo può<br />

fare per il buon cittadino di oggi, che è sempre<br />

meno disponibile a sentirsi responsabile di ciò<br />

che lo circonda. Incagliati come siamo nell’individualismo<br />

e in una società individualizzata,<br />

che ha reso gli individui sempre più individui,<br />

diversi e distinti tra loro, ciascuno vuole essere<br />

diverso dagli altri, rimarcando le proprie differenze<br />

e ciò impoverisce la relazione con l’altro.<br />

In tale situazione, le nostre relazioni non funzionano<br />

e ognuno di noi trova difficile stare<br />

con l’altro e cooperare con lui, perché ciascuno<br />

è talmente individualizzato da non vedere<br />

l’altro accanto a sé.<br />

In collaborazione con la famiglia possiamo<br />

tracciare quei punti cardinali che una ragazza,<br />

che abita la nostra comunità, ricerca e farne<br />

una giusta motivazione ai suoi sforzi per vivere<br />

ed essere partecipe del senso comune. Formare<br />

il giovane cittadino è abituarlo alla cooperazione,<br />

aiutarlo a desiderare i propri sentimenti<br />

e desideri personali, per procurare il bene<br />

dell’opera in cui è impegnato; sentire che le<br />

cose gli appartengono quando ne diventa il custode<br />

e non un consumatore; che può diventare<br />

l’artefice collaboratore creativo e non<br />

soltanto il distruttore e l’estintore delle cose<br />

esistenti; aprire strade di testimonianza attiva<br />

e accogliere gli altri nel passaggio di nozioni<br />

ormai divenute in lui competenza nel rispetto<br />

di un passato che non può e non deve essere<br />

cancellato. Suscitare nelle giovani l’idea che in<br />

quel passato di altri un giorno ci sarà anche il<br />

suo passo di oggi, è impegnarle a formare in sé<br />

il buon cristiano e il buon cittadino.<br />

“Ma il mezzo più importante per la formazione<br />

del cittadino rimane, ancora una volta, l’esempio<br />

della capo. È ciò che la capo fa e non tanto quello che<br />

dice, che influenza la ragazza. Nel divenire capi,<br />

Giocare il gioco<br />

avete iniziato a dare prova concreta del segreto vero<br />

del buon civismo, che poi è anche il segreto del successo<br />

di ogni scelta professionale: avete scelto di essere<br />

capi non per quello che potete trarne fuori, ma<br />

per quello che ci mettete dentro” (B.-P.).<br />

L’ausilio, dunque, che un sistema educativo<br />

come lo scautismo può dare per la rinascita del<br />

senso comune di ogni buon cittadino è sicuramente<br />

da affidare maggiormente alla cura<br />

approfondita ed attenta di una Capo Riparto,<br />

che trova un terreno fertile nelle sue ragazze<br />

sempre più inserite nella crescente società e<br />

che vedono in lei un modello da seguire e da<br />

imitare.<br />

Recuperiamo il senso comune<br />

Un aspetto da non sottovalutare è che occorre<br />

intervenire lì dove c’è un inizio, una<br />

crescita, un valore che nasce ed è ancora giovane.<br />

occorre aiutare a recuperare un senso<br />

comune, che per molti motivi potrebbe non<br />

essere sorto già in famiglia.<br />

Perché si possa risvegliare una tale sensibilità,<br />

occorre prima di ogni altra cosa riscoprire<br />

le ragioni dello stare con gli altri,<br />

riscoprire la capacità di cooperare, di dare per<br />

primi e sentirsi in debito con chi mi è accanto,<br />

allenare alla reciprocità, regola per cui<br />

non bisogna mai interrompere il circuito dei<br />

doni, ma bisogna imparare a dare per primi.<br />

Dando agli altri alla fine si riceverà, forse<br />

non sempre dalla persona a cui si è dato, ma<br />

da un altro a chi qualcun altro ha dato: così<br />

recita la preghiera della Guida “Insegnami<br />

ad essere generosa … a dare senza contare”<br />

(In Cordata). Perché ci sia<br />

un grande cerchio di doni<br />

che promuova tutte le<br />

persone e aumenta il<br />

benessere sociale.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 21


22<br />

Giocare il gioco<br />

Giocare il gioco...<br />

in Europa!<br />

Alberto Tattoli Commissario Nazionale Esploratori<br />

il gioco”: un libro?<br />

uno stile di vita? una ru-<br />

“Giocare<br />

brica di <strong>Azimuth</strong>? o che<br />

altro? È qualche giorno che queste<br />

tre parole mi vengono in mente e<br />

mi stimolano importanti pensieri,<br />

tali da volerli condividere, approfondendo<br />

qualche mia riflessione, nella<br />

speranza di essere di stimolo per<br />

molti, oltre che naturalmente per<br />

me stesso.<br />

Tutto con il gioco, ma non per gioco<br />

Capita spesso, nelle nostre chiacchierate ai Campi Scuola,<br />

di ricordare ai Capi che “facciamo tutto con il gioco, ma non<br />

per gioco”… ed è vero! Eccome se è vero!<br />

Quanto tempo abbiamo passato a pensare, anche nel minimo<br />

dettaglio, una regola di un gioco, per far non solo divertire<br />

i nostri esploratori, ma anche per farli crescere, per farli<br />

diventare sempre un po’ più forti nella salute e nel carattere,<br />

un po’ più pronti nel loro spirito di Servizio, un po’ più abili<br />

nella loro manualità, un po’ più vicino a Dio, sperimentando<br />

sentimenti di vera amicizia all’interno della propria Squadriglia,<br />

nella propria famiglia, in qualunque ambiente della loro<br />

vita. Quanto tempo dedicato a loro, nel voler cercare di svolgere<br />

il mio Servizio di Capo, la mia vocazione di Capo al meglio,<br />

giocando proprio nel mio ruolo di Capo Riparto, di Aiuto<br />

Capo, di quello che il Signore ora mi chiede. Quante soddisfazioni,<br />

quante difficoltà, quanti sacrifici, proprio come un qualsiasi<br />

giocatore, in qualsiasi sport: alla base di tutto<br />

l’allenamento, poi una tattica, il gioco di squadra e via, non si<br />

può che vincere!<br />

L’allenamento?<br />

Sì, come Capo ho mille occasioni per allenarmi, per prepararmi<br />

al meglio: i testi di B.-P., le Norme Direttive, i Campi<br />

Scuola associativi, le Direzioni Gruppo, gli incontri con l’Incaricato<br />

di Distretto di Branca Esploratori, le Formazioni Capi di<br />

Distretto… e chi più ne ha più ne metta… certo i momenti di<br />

allenamento non mancano! Una tattica…, l’avete capito da voi,<br />

è il metodo delle Squadriglie! Sì, meglio chiamarlo così, più che<br />

metodo Scout, per ricordarci sempre la centralità della Squadriglia,<br />

contro ogni tentazione di fare del “ripartismo”, di essere<br />

degli Akela per Lupetti ormai un po’ troppo cresciuti… che in<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

Una tattica… vabbè, l’avete<br />

capito da voi: il metodo delle<br />

squadriglie! Sì, meglio<br />

chiamarlo così, più che<br />

metodo Scout, per ricordarci<br />

sempre la centralità della<br />

squadriglia…<br />

Capita spesso, nelle nostre<br />

chiacchierate ai campi scuola,<br />

di ricordare ai capi che<br />

“facciamo tutto con il gioco,<br />

ma non per gioco”… ed è<br />

vero, come se è vero!<br />

Mi alleno di continuo, ho una<br />

tattica, una bellissima<br />

squadra… via… sempre più<br />

veloci… sempre più forti…<br />

E tu che fai, resti a casa o<br />

vieni con noi? Pensa:<br />

gemellaggi, uscite, campi,<br />

Eurojam… quante avventure<br />

da vivere assieme…


poco tempo si stancherebbero di noi e della<br />

vita che proporremmo loro: l’avventura, il ragazzo,<br />

se la vuole costruire, e se la vuole costruire<br />

da protagonista! Il gioco di squadra, col<br />

mio Assistente, i miei Aiuti, il mio Capo<br />

Gruppo, con l’Akela e il Capo Clan del mio<br />

Gruppo, con i genitori dei miei Esploratori, col<br />

Parroco, con i Capi del mio Distretto, della mia<br />

Regione, del Nazionale… ma come, proprio io<br />

che pensavo di essere solo? Già è vero, altro<br />

che solo, siamo una squadra grande, grandissima,<br />

forte, fortissima! Certo, non sempre è facile<br />

giocare insieme… ma il gioco di squadra,<br />

se manca, si sente, alla lunga (e nemmeno<br />

tanto lunga) si sente! Come Capo posso anche<br />

fare un gol da solo, ma poi non posso fare catenaccio<br />

di continuo… ho bisogno di lavorare<br />

in squadra, di essere e di sentirmi parte di una<br />

squadra che nel gioco, che nella vita, non<br />

vuole altro che vincere, avere successo, per<br />

dirla come B.-P., per vivere il suo spirito de “La<br />

strada verso il successo”.<br />

Giocare il gioco<br />

Il grande gioco… in Europa!<br />

E ora via: mi alleno di continuo, ho una tattica,<br />

una bellissima squadra… Siamo sempre<br />

più veloci… sempre più forti… ops, scusate,<br />

forse ora sto sognando… forse mi sono lasciato<br />

andare, mi stavo immaginando le mie<br />

Squadriglie, il mio Riparto, correre così forte<br />

che supera i confini del proprio comune,<br />

della propria provincia, della propria regione,<br />

della propria nazione… e via, verso l’Europa!<br />

Ehi, ehi, ma non è un sogno, sono o non sono<br />

un capo degli Scout d’Europa? E perché mai devo<br />

fermare l’entusiasmo, la voglia di avventura<br />

mia e dei miei Esploratori dentro un qualsiasi<br />

confine… perché non posso pensare di fare<br />

qualcosa di davvero grande: conquistare l’Europa!<br />

Sì, l’Europa! Perché non posso finalmente<br />

giocare in un campo un po’ più grande, un po’<br />

più bello, nel quale la ricchezza delle diversità<br />

diventa un dono reciproco da scoprire e da valorizzare?<br />

Se ci penso, poi, non è così difficile…<br />

essendo un Capo degli Scout d’Europa! Beh, che<br />

dire, ormai mi sono proprio convinto, ho deciso<br />

di giocare il gioco in Europa, voglio essere una<br />

di quelle 12 stelle della bandiera, che ogni mattina<br />

al campo issiamo, su quel mantello blu<br />

della Madonna, che saprà sicuramente aiutarmi<br />

sempre, essermi accanto, proteggermi e guidarmi!<br />

E tu che fai, resti a casa o vieni con noi?<br />

Pensa: gemellaggi, uscite, campi, Eurojam…<br />

quante avventure da vivere assieme, non solo<br />

a casa tua, ma in Europa, nel<br />

mondo!<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 23


24<br />

Giocare il gioco<br />

Il motto delle<br />

Scolte è... “SERVIRE”<br />

Donatella Paparella Vice Commissaria Nazionale Scolte<br />

è una parola latina, che indica<br />

l’essere a disposizione di qualcuno.<br />

“Servire”<br />

Servus era lo schiavo (da sclavus, cioè<br />

senza le chiavi di casa); poi, pian piano, è diventato<br />

anche sinonimo di “domestico” (da<br />

domus, casa) o anche “maggiordomo” (da major<br />

in domo, cioè colui che presiede alla vita della<br />

casa. In poche parole, servire è sempre stato<br />

un sinonimo di sudditanza. Tutt’oggi viviamo<br />

in una società dove l’esperienza di servizio è<br />

ancora intesa in un’accezione “negativa”: chi<br />

serve infatti è considerato una persona di poco<br />

conto che “esegue” degli ordini. Visto così, a<br />

pensarci bene, verrebbe da chiederci “Ma chi<br />

ce lo fa fare? Noi non siamo schiavi… Non<br />

siamo obbligati ad esser servitori”. E a pensarci<br />

bene… è anche difficile da spiegare.<br />

Che significa “servire” per una Scolta?<br />

È difficile spiegare cosa significhi vivere e<br />

apprezzare la fatica del servizio, per di più a<br />

volte poco gratificante.<br />

È difficile far comprendere che decidiamo<br />

di fare del servizio uno stile di vita, per avere<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

un mondo migliore, per creare rapporti gratuiti,<br />

per crescere e far crescere.<br />

È difficile spiegare che è dando che si riceve<br />

e che non importa quanto tempo dedichiamo<br />

a servire il prossimo, e che quel che<br />

conta è farlo e farlo bene, senza la pretesa di<br />

un ritorno di qualunque tipo. Come insegna<br />

B.-P., il tempo speso nel servizio non è tempo<br />

perso, ma un investimento verso la felicità e<br />

il successo. La Scelta del Servizio implica<br />

come atteggiamento di vita quello di rendersi<br />

utili agli altri, di saperli ascoltare, sostenere,<br />

attendere con pazienza e con umiltà.<br />

Significa preoccuparsi di creare reti di solidarietà<br />

con le persone a noi più vicine, ma<br />

anche con persone che spesso non conosciamo<br />

ma che sentiamo profondamente simili<br />

a noi.<br />

Significa impostare le relazioni con gli altri<br />

secondo la logica per la quale l’uomo non è<br />

mai un mezzo, ma sempre un fine.<br />

Significa fondare la propria vita non su logiche<br />

di potere, ma di amicizia, disponibilità,<br />

accoglienza.<br />

Significa anche donare agli altri le proprie<br />

capacità e la propria gioia di vivere. “Quello<br />

che fai, fallo bene” diceva S. Chiara.<br />

Come deve essere il nostro Servizio?<br />

Perché il nostro Servizio (sia associativo<br />

che extra-associativo) possa essere efficace,<br />

deve essere pensato, preparato e progettato,<br />

come qualsiasi impresa importante. occorrono<br />

occhi aperti ed attenti a scorgere le necessità<br />

di persone e cose, mani aperte ad<br />

accogliere e pronte a dare, piedi veloci…<br />

spalle robuste e la testa che ragiona e coordina.<br />

Lo stile di tutto ciò è quello di chi fa le<br />

cose con e per amore, cercando il bene là<br />

dove è chiamato a servire. Spesso bisogna<br />

mettere in conto una preparazione specifica,<br />

un’attrezzatura particolare, una formazione<br />

preliminare: è importante conoscere prima di<br />

agire. Pur essendo svolto per gli altri, il Servi-


zio, infatti, è innanzitutto mezzo di autoformazione<br />

e richiede verifiche ed attenzioni<br />

specifiche. Solo così è possibile aiutare la<br />

Scolta a maturare la consapevolezza che il<br />

suo più profondo ed autentico bene è<br />

anche un bene per tutti, e che il cambiamento<br />

avviene innanzitutto mediante il<br />

proprio impegno personale.<br />

È anche opportuno che le Scolte facciano<br />

esperienza di diversi tipi di Servizio che offrano<br />

loro occasioni di arricchimento e di formazione<br />

nell’ambito del proprio cammino di<br />

progressione personale.<br />

Si tratta di una progressione personale, che<br />

metterà la Scolta nelle condizioni di vivere il<br />

servizio prima di tutto come atteggiamento<br />

nel rapporto con gli altri. Un atteggiamento<br />

da vivere al lavoro, in famiglia, in comunità.<br />

In tal modo il servizio, oltre che atteggiamento,<br />

diventa testimonianza di vita cristianamente<br />

impegnata: da una predisposizione<br />

E ro<br />

Giocare il gioco<br />

interiore al servizio esso diventa, con la vita<br />

di Fuoco, un impegno che continua per tutta<br />

la vita, quotidianamente, negli ambienti in<br />

cui tutti i giorni viviamo, con le persone che<br />

ogni giorno incontriamo.<br />

È questo che significa scegliere di “essere”<br />

Scolta (e non di “fare” la Scolta) e realizzarsi<br />

“liberamente” nel Servizio. Tutti vogliamo essere<br />

liberi ma per esserlo veramente occorre<br />

coraggio e profondità. Questi sono gli atteggiamenti<br />

che ci permettono di vincere due<br />

nemici della nostra libera scelta: paura e superficialità.<br />

Educare al Servizio<br />

Alla Capo Fuoco l’arduo compito dell’Educazione<br />

al Servizio, che rappresenti la sintesi<br />

della proposta educativa ma anche l’elemento<br />

unificante degli interessi della Scolta,<br />

delle sue attese personali e delle attività da lei<br />

compiute. Un’educazione che sia però graduale<br />

e che consenta alla Scolta di prendere<br />

un impegno gratuito e continuativo: un impegno<br />

a cui si è chiamati da altri, in cui si impara<br />

a donare con competenza, avendo<br />

saputo accogliere i bisogni di chi sta intorno.<br />

Mi piace salutarvi con un brano di Tagore<br />

che offre un interessante spunto di riflessione<br />

sia per noi capo ma anche una traccia per realizzare<br />

un’attività con le nostre Scolte.<br />

giovane, e mi sentivo forte. Quella mattina di primavera uscii di casa e gridai: “Io sono a disposizione<br />

di chi mi vuole. Chi mi prende?” Mi lanciai sulla strada selciata. Ritto sul suo cocchio,<br />

con la spada in mano e seguito da mille guerrieri, passava il Re. “Ti prendo io al mio servizio”, disse<br />

fermando il corteo. “E, in compenso, ti metterò a parte della mia potenza”.<br />

Ma io della sua potenza non sapevo che farmene. E lo lasciai andare.<br />

“Io sono a disposizione di tutti. Chi mi vuole?” Nel pomeriggio assolato, un vecchio pensieroso<br />

mi fermò, e mi disse: “Ti assumo io, per i miei affari. E ti compenserò a suon di rupìe sonanti”. E cominciò<br />

a snocciolarmi le sue monete d’oro.<br />

Ma io dei suoi quattrini non sapevo che farmene. E mi voltai dall’altra parte.<br />

La sera arrivai nei pressi di un casolare. Si affacciò una graziosa fanciulla e mi disse: “Ti prendo<br />

io. E ti compenserò con il mio sorriso”. Io rimasi perplesso. Quanto dura un sorriso? Frattanto quello<br />

si spense, e la fanciulla si dileguò nell’ombra.<br />

Passai la notte disteso sull’erba, e la mattina ero madido di rugiada.<br />

“Io sono a disposizione... Chi mi vuole?” Il sole scintillava già sulla sabbia, quando scorsi un fanciullo<br />

che seduto sulla spiaggia giocava con tre conchiglie. Al vedermi alzò la testa e sorrise, come<br />

se mi riconoscesse: “Ti prendo io – disse – e in cambio non ti darò niente”.<br />

Accettai il contratto e cominciai a giocare con lui. Alla gente che passava e chiedeva di me, rispondevo:<br />

“Non posso, sono impegnato”.<br />

Da quel giorno mi sentii un uomo libero.<br />

RABINDRANATH TAGORE<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 25


26<br />

Giocare il gioco<br />

Lo Scout è leale<br />

Luigi Ingrassia<br />

Caro Capo Clan, una domanda a bruciapelo<br />

per te: sei leale? Rispondi di sì? Sei sicuro?<br />

Con due chiacchiere, vorrei far riflettere<br />

prima te e poi, attraverso di te, anche i Rover<br />

del tuo Clan, sul fatto che rispondere a questa<br />

domanda non è sempre così facile. Alle volte,<br />

sarebbe interessante se ci accadesse come al<br />

buon Vitangelo Moscarda, celebre personaggio pirandelliano<br />

del libro Uno, nessuno e centomila; se,<br />

quando meno ce lo aspettiamo, qualcuno di nostra<br />

conoscenza, ci facesse notare una nostra<br />

imperfezione, una nostra incoerenza. Qualcuno<br />

potrebbe aver notato ad esempio che il nostro<br />

comportamento non è sempre uguale: in chiesa<br />

come a casa, in ufficio come alla riunione di<br />

Clan, insieme con tua moglie come quando ti<br />

trovi da solo al mare con delle amiche. Pirandello<br />

ci fa notare come i comportamenti di ciascuno<br />

di noi spesso mutano a seconda di chi incontriamo,<br />

e non sempre possiamo affermare e riconoscere<br />

di essere stati coerenti fino in fondo,<br />

né con noi stessi e nemmeno con gli altri.<br />

Lealtà o coerenza?<br />

Stiamo parlando di lealtà o di coerenza? Mi<br />

chiederai tu… ebbene le cose vanno di pari passo.<br />

Per essere leale con gli altri dobbiamo prima<br />

di tutto iniziare ad esserlo con noi stessi. La nostra<br />

lealtà è strettamente legata infatti ai sinonimi<br />

di correttezza, di sincerità. Ma cosa vuol<br />

dire essere corretto, oppure essere sincero? Significa<br />

che, in ciò che facciamo e in ciò che noi<br />

siamo, dobbiamo riconoscere di essere coerenti<br />

con i nostri buoni principi: essere buoni cristiani<br />

e buoni cittadini. Essere padri, essere Capi Scout,<br />

essere onesti nel lavoro e a casa… Per esaminare<br />

la nostra lealtà dobbiamo soffermarci essenzialmente<br />

su tre aspetti importanti.<br />

1. Spesso noi non siamo del tutto sinceri<br />

e leali con noi stessi<br />

Ciò accade perché tendiamo, forse anche non<br />

del tutto consapevolmente, a voler apparire belli,<br />

buoni, graditi e amabili, prima ancora di impe-<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

gnarci a cercare di esserlo concretamente. Chi<br />

ci ha educato, ci ha spronato a voler mostrare<br />

a tutti coloro che incontriamo solo il meglio di<br />

noi stessi. Spesso è la società stessa a spingere<br />

in questa direzione. Si richiede, come requisito<br />

essenziale, prima la bella presenza, poi anche<br />

le capacità e le conoscenze. Proviamo quindi<br />

una profonda tristezza, nel prendere consapevolezza<br />

di vivere in un mondo di cartone. Eccoci<br />

tutti lì a cercare di avere un bell’aspetto ed una<br />

bella presenza, con diete e terapie (molte persone,<br />

soprattutto fra le donne, ormai sono addirittura<br />

giunte anche alla chirurgia plastica<br />

pur di ottenere certi “requisiti” e pian piano lo<br />

stesso sta cominciando ad accadere anche agli<br />

uomini!). Quanti sorrisini compiacenti con i colleghi<br />

o con qualche capo ufficio solo per poter<br />

guadagnare la sua fiducia e magari avanzare di<br />

carriera? Quanti compromessi per poter “rimanere<br />

in un certo giro di amicizie” e non sentirsi<br />

escluso? Ho sentito dire che qualcuno inizia a<br />

fumare, anche se non avrebbe voluto farlo, solo<br />

perché temeva di non essere più accettato dagli<br />

amici fumatori con cui usciva insieme (stesso<br />

discorso anche con alcool e droga). Quanti sì abbiamo<br />

detto, quando invece avremmo voluto e<br />

dovuto dire no? Quanti no, quando avremmo<br />

dovuto e voluto dire sì… Spesso è anche la nostra<br />

pigrizia a dettarci le regole utili a garantire prima<br />

di tutto la nostra tranquillità e a non mutare<br />

uno stato di fatto in cui ci siamo convenientemente<br />

adagiati. Riusciamo ad essere la stessa<br />

persona quando siamo a casa con i familiari, rispetto<br />

a quando siamo con gli amici o in ufficio?<br />

Con il fazzoletto al collo e senza il fazzoletto?<br />

2. Lealtà non è solo il dire la verità<br />

Spesso il nostro pensiero comune è che, per<br />

poterci dire leali, sia sufficiente non mentire<br />

mai a nessuno. Il non mentire è solo un primo<br />

passo, importante, ma non è tutto. “La lealtà non<br />

è una questione di parole, ma di essere se stessi” (da<br />

“Pregare la Legge”). Aggiungerei io: “ed in ogni circostanza”,<br />

proprio qua, forse, sta la nostra mag-


giore difficoltà. Quella, cioè, di rimanere sempre<br />

coerenti con le nostre scelte di vita più importanti in<br />

ogni momento della nostra giornata. E quali sono le<br />

nostre scelte di vita più importanti? In primis<br />

la scelta di essere cristiani. Di seguito vengono<br />

le altre, che da questa hanno trovato origine,<br />

come quella di essere diventato uno Scout e un<br />

Capo Scout; quella di aver battezzato i nostri<br />

figli assumendoci l’impegno di crescerli educandoli<br />

nella fede; quella di esserci sposati in Chiesa<br />

con un impegno di vita cristiana di coppia; e<br />

via di seguito. Il nostro senso civico, poi, ci porta<br />

ad essere anche dei buoni cittadini, corretti ed<br />

onesti, sia nel nostro lavoro che in ogni luogo.<br />

Durante la nostra giornata possiamo dire di rispettare<br />

fedelmente e coerentemente tutti i nostri<br />

impegni come cristiano e come cittadino?<br />

Basterebbe semplicemente che qualcuno ci facesse<br />

notare che, se saliamo in auto e raggiungiamo<br />

i 180 km orari, mettendo a rischio la nostra<br />

e la vita altrui, magari solo per provare le<br />

performance del motore della nostra nuova<br />

auto, già così il nostro senso civico e la nostra<br />

attenzione alla vita (e quindi il nostro essere cristiani)<br />

finiscono clamorosamente sotto le ruote<br />

della nostra auto in corsa.<br />

3. Nel voler essere leali con noi stessi e con<br />

tutti è l’amore per l’altro che consente di<br />

fare il vero salto di qualità<br />

Tornando a prendere ad esempio Vitangelo<br />

Moscarda, bisogna prendere coscienza che i momenti<br />

più difficili in cui non riusciamo a “rispettare<br />

la nostra coerenza” sono quelli in cui<br />

ci ritroviamo a dover gestire dei “rapporti misti”<br />

e a doverci relazionare, ad esempio, con dei colleghi<br />

che sono anche nostri amici nella vita privata<br />

o magari sono dei nostri parenti. Sono situazioni<br />

difficili, proprio perché alcuni nostri<br />

atteggiamenti sono dettati più dal nostro volere,<br />

o dovere a tutti i costi, “piacere agli altri”, piuttosto<br />

che essere motivati e spinti dal nostro concreto<br />

amore per il prossimo. Ecco il salto di qualità<br />

che dobbiamo imporci e che dobbiamo pro-<br />

Giocare il gioco<br />

porre anche ai Rover, per far sì che siano leali,<br />

corretti e coerenti con se stessi e con tutti. Amare<br />

è “di più” che essere corretti: amare è vero rispetto<br />

per l’altro, amare è gioia di veder gioire l’altro<br />

per mezzo nostro e rimanendo noi stessi,<br />

senza alcuna falsità, senza tornaconto… non<br />

per piacere agli altri ma solo per il bene degli<br />

altri. A tal fine una rilettura con loro dell’inno<br />

all’Amore di S. Paolo (1 Cor. 13) è illuminante.<br />

Essere leali si può, amando gli altri, rispondendo<br />

concretamente alla nostra chiamata ed alla nostra<br />

missione, poi seguire le regole e le norme<br />

di vita verrà da sé, di naturale conseguenza. Attraverso<br />

l’educazione ricevuta e le nostre esperienze<br />

ci siamo costruiti un nostro “codice di<br />

vita”, obbedendo a particolari valori di correttezza,<br />

di sincerità, resistendo nelle situazioni<br />

più difficili come, ad esempio, davanti alle tentazioni<br />

più frequenti. ogni volta che siamo riusciti<br />

a rimanere fedeli alle nostre promesse iniziali<br />

e al nostro “codice di vita”, ci è sembrato<br />

di poter rispondere “Sì, sono leale”, ma se vogliamo<br />

misurare il nostro vero grado di lealtà, occorre<br />

confrontarsi con l’altro e occorre andare<br />

oltre a regole e convenzioni. Gesù diceva che,<br />

se la nostra giustizia non supererà quella degli<br />

scribi e dei farisei (che seguivano unicamente<br />

le leggi ed i precetti senza riempire tutto di sentimento,<br />

di amore e di perdono) non entreremo<br />

nel regno dei cieli. (cfr. Mt 5, 17-20). Ma di “amore<br />

per il prossimo” leggerete nel prossimo numero<br />

di <strong>Azimuth</strong>. Buona Strada!<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 27


28<br />

Il nostro emblema • 1<br />

IL GIGLIO<br />

Attilio Grieco<br />

RADICI<br />

Fin dai tempi della civiltà micenea il giglio<br />

ha simbolicamente rappresentato il<br />

fiore perfetto perché il suo bocciolo si<br />

apre in maniera perfettamente simmetrica.<br />

Nell’iconografia cristiana il giglio è il simbolo<br />

della purezza, dell’innocenza, della verginità.<br />

Nell’arte cristiana vediamo che nelle raffigurazioni<br />

dell’Annunciazione spesso l’Arcangelo<br />

Gabriele offre a Maria un giglio, che simboleggia<br />

Cristo. Tra cielo e terra c’è il vero Dio e<br />

vero Uomo. Altre raffigurazioni ci fanno vedere<br />

spesso Maria con in mano il giglio a simboleggiare<br />

le caratteristiche del Figlio.<br />

San Bernardo precisa che il fiore che nascerà<br />

dall’albero di Jesse (Is 11,1) sarà per l’appunto<br />

il giglio e nel suo commento al Cantico<br />

dei Cantici scrive che ”il giglio realizza in qualche<br />

modo la perfezione del Vangelo che ci comanda di<br />

pregare per quelli che ci calunniano e ci perseguitano<br />

e di fare del bene a coloro che ci odiano”<br />

(Serm. XLVIII).<br />

Il giglio è poi una figura araldica che, con<br />

la croce, il leone e l’aquila, è una delle quattro<br />

figure più diffuse negli stemmi araldici. Il nostro<br />

emblema è costituito da una croce caricata<br />

da un giglio. Baden-Powell scelse il giglio<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

come distintivo degli Scouts perché sulle antiche<br />

bussole e sulle antiche carte nautiche<br />

indicava il nord e uno Scout deve sempre conoscere<br />

la direzione verso la quale va. Inoltre,<br />

con le sue tre punte il giglio ricorda i tre<br />

punti della Promessa e le tre Virtù dello Scout<br />

e della Guida: franchezza, dedizione, purezza.<br />

Quando nel 1956 a Colonia, in Germania,<br />

alcuni giovani capi decisero di fondare la<br />

F.S.E., idearono il nostro distintivo attuale che<br />

riassumeva i loro ideali e dove la direzione indicata<br />

dal giglio della bussola è Cristo, morto<br />

su una croce e risuscitato per la salvezza di<br />

tutti gli uomini.<br />

Il Commissario Generale tedesco, Karl Schmitz<br />

Moormann, che nel 1957 era a Parigi per<br />

motivi di studio, chiese di disegnare graficamente<br />

il distintivo a Pierre Joubert, il famoso<br />

disegnatore Scout. Grande esperto di araldica,<br />

Joubert pose un giglio sulla croce e non<br />

avrebbe mai potuto mettervi altro. Infatti<br />

araldicamente sulla croce non si pone mai<br />

nulla, perché dove è stato posto Cristo non<br />

può porsi null’altro ad eccezione del giglio<br />

che, come spiegato precedentemente, simboleggia<br />

Cristo.<br />

In un prossimo articolo parleremo della<br />

croce a otto punte che costituisce il secondo<br />

elemento del nostro emblema.


100 ANNI GUIDE<br />

Mostra fotografica del Guidismo a Treviso<br />

Un Ceppo vitale<br />

Michela Marino Vice Commissaria Distretto Treviso Est<br />

Se tu domandi perché sono guida,<br />

ti dirò: Perché non posso fare<br />

altrimenti (LEZARD)<br />

Q<br />

uesto è il motto che ci ha guidate nella<br />

lunga e meticolosa organizzazione dei<br />

festeggiamenti dei 100 anni dalla nascita<br />

del guidismo! Nella suggestiva cornice<br />

del Battistero del Duomo di Treviso, dal 19 al<br />

26 febbraio 2001, la sezione femminile dei distretti<br />

di Treviso, ha allestito una mostra fotografica<br />

che racconta la “nostra” storia dagli<br />

anni 40 ai giorni nostri.<br />

Il perché di una mostra fotografica non è<br />

difficile da spiegare e da capire. È chiaro che<br />

se noi oggi, assieme alle nostre ragazze, possiamo<br />

vivere questa bella avventura, è grazie<br />

al fatto che ci sono state donne che, prima di<br />

noi, hanno creduto in questo movimento e lo<br />

hanno vissuto con entusiasmo.<br />

Dalla piccola ghianda, piantata nel lontano<br />

1943 da Anna Maria Feder, ora è fiorito un<br />

grande albero, diventato una bellissima e rigogliosa<br />

quercia. Il percorso della mostra<br />

chiaro e coinvolgente: foto degli anni 40 che<br />

raffigurano volti di persone che ci hanno lasciato<br />

in eredità la ricchezza del guidismo per<br />

permetterci di costruire il nostro presente,<br />

che sarà parte del nostro futuro.<br />

Si prosegue via via nei decenni fino ad arrivare<br />

agli anni 70, anni di grandi cambiamenti<br />

e di altrettante grandi decisioni: la nascita<br />

dell’AGESCI e la consapevolezza di mantenere<br />

intatta la specificità del guidismo e la conseguente<br />

adesione al movimento dell’<strong>FSE</strong>. Vedere<br />

le immagini di Coccinelle e guide che<br />

nel tempo sono divenute le donne che sono<br />

state le nostre capo unità, le sorelle maggiori<br />

alle quali ispirarsi, è un’esperienza che ci fa<br />

sentire una vera grande famiglia! Nell’ultima<br />

parte del percorso troviamo foto di bambine<br />

e ragazze di oggi, ancora affascinate dallo<br />

spirito della famiglia felice, dell’avventura,<br />

del servizio al prossimo e della strada, che<br />

diventeranno donne di carattere e guide nella<br />

società. A nome dei Distretti di Treviso ringrazio<br />

di cuore le donne che hanno fatto in<br />

modo che tutto ciò si realizzasse: Liana,<br />

Eliana, Marilinda, Maria Luisa, Maria Grazia,<br />

Nicla, Nicoletta ed Emilia.<br />

Un grazie anche al Centro Studi Scout<br />

“Don Ugo De Lucchi”, alla Fondazione Feder<br />

Piazza, a Lucia, Francesca, Andrea e Loriana.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 29


30<br />

Don Giovanni Paccapelo ed il guidismo nelle Marche • 1946/1949<br />

FORTEMENTE GUIDE<br />

Don Giovanni Paccapelo (da manoscritto, 1949)<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

100 ANNI GUIDE<br />

In occasione del Centenario abbiamo scavato<br />

molto per ricercare parte delle radici della nostra<br />

storia, e grazie a questo stimolo abbiamo riscoperto<br />

la figura di un Sacerdote, Don Giovanni Paccapelo,<br />

che ha lasciato una profonda traccia sul nostro percorso.<br />

Rovistando nell’immenso archivio di Piergiorgio<br />

Mingo abbiamo ritrovato un manoscritto datato<br />

1949 di Don Giovanni, dove spiega i primi passi fatti<br />

per intraprendere l’avventura del Guidismo nella<br />

nostra zona. Da questo scritto “trasuda” una grande<br />

passione e determinazione, poiché egli aveva compreso<br />

il potenziale del metodo Scout per “formare le<br />

nuove generazioni” nell’immediato dopoguerra. Riportiamo<br />

dei brevi stralci del manoscritto. Leggendo<br />

ne traiamo la figura di un uomo, di un Sacerdote<br />

appassionato del metodo Scout con una visione<br />

aperta, definirei profetica oltre che poetica. A lui<br />

dobbiamo grande riconoscenza per la strada che ha<br />

tracciato per noi: guide di oggi e di domani. CARLA<br />

Si è ripetuto quello che avvenne a Londra<br />

nel 1909 nella 1^ adunata dei Boy-Scouts;<br />

le stesse giovinette chiesero al fondatore<br />

di essere accettate nel movimento Esploratori.<br />

Ad un primo rifiuto resistettero, alimentarono<br />

questo desiderio ed in una prossima riunione<br />

trovarono il modo di sfilare in ordine e perfetta<br />

divisa dietro ai Boy-Scouts. In conclusione le<br />

Guide nacquero da sé, quasi per generazione<br />

spontanea. A Jesi in piccolo si è ripetuto lo<br />

Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />

In uscita con Don Giovanni Paccapelo (1954).<br />

stesso fatto: nessuno aveva pensato ad esse,<br />

nessuno le avrebbe invitate. Si sono offerte,<br />

hanno chiesto se c’era un’associazione simile<br />

anche per le giovani. Chiedevano questo all’Assistente<br />

di Zona degli Scouts nell’estate del<br />

1946. L’assistente diede una risposta evasiva,<br />

dicendo che bisognava prima affermarsi con<br />

il movimento maschile e poi in seguito se ne<br />

sarebbe potuto parlare…<br />

Coccinelle, Guide, Scolte, Scolte di S. Giorgio<br />

sono state viste in alcune città d’Italia:<br />

Roma, Assisi….anche Esploratrici straniere. Si<br />

viene a sapere che anche nelle Marche sono<br />

sorte o stessero per sorgere: Ancona, osimo<br />

ecc. Nel Commissariato di Zona è giunto un<br />

libricino di P. Ruggi d’Aragona…<br />

Le giovani tornano alla carica: vogliono divenire<br />

guide ad ogni costo e conoscere meglio<br />

il movimento. Il bersagliato è sempre l’Assistente<br />

di Zona degli Scouts. Mi faccio consegnare<br />

il libricino, lo leggo, lo leggono le<br />

future guide, qualche commento e si decide<br />

di aver più ampie spiegazioni rivolgendoci direttamente<br />

all’Assistente Centrale P. Ruggi.<br />

P. Ruggi dice di mettersi in relazione con<br />

Prisca Chiassi Commissaria Centrale ed incaricata<br />

per le Marche e con la signorina Prof.


In uscita con Don Giovanni Paccapelo (1954).<br />

Albonetti, Capo Riparto di Ancona. L’ingranaggio<br />

incomincia a funzionare: cinque guide<br />

si recano al Monte Conero il 20 aprile nel pomeriggio<br />

e ritornano entusiaste la sera del 21.<br />

Il primo nucleo di ragazze aveva ottime qualità<br />

di Guide. Queste figliole non entrerebbero<br />

mai nell’A.C., ma sono prese invece dal fascino<br />

d’un ideale di vita Scout. Lo Scout ha nella pratica<br />

un grande spirito di sacrificio, cavaliere cortese,<br />

compie azioni di bene e nel segreto della<br />

piccola tenda, di fronte all’orizzonte degli abissi<br />

o dei monti, nel fitto di una foresta o nella contemplazione<br />

al cielo stellato, eleva fervida e<br />

sentita la preghiera al Creatore. Mentre le prime<br />

Scolte e le prime Guide, fondatrici del Riparto,<br />

al Campo si preparano spiritualmente e fisicamente,<br />

sognano e progettano una florida associazione<br />

e si ripromettono di fare tanto bene,<br />

a Jesi si prepara loro una accoglienza, se non<br />

del tutto ostile, almeno fredda e diffidente da<br />

parte di alcuni elementi dirigenti di A.C., temono<br />

lo spirito di conquista o di Apostolato<br />

insito nel movimento Scout, che le guide intralcino<br />

il movimento di A.C.<br />

come un doppione inutile se non<br />

dannoso. Si dice che questo movimento<br />

non doveva sorgere a<br />

Jesi, perché bastava l’A.C.; che è<br />

un movimento non adatto per le<br />

femmine ecc. Insomma diffidenza,<br />

un po’ di acredine, qualche<br />

briciolo di… invidia camuffata.<br />

Buon segno? È opera di Dio<br />

e potrà fare del bene.<br />

Le molteplicità di opere è vita<br />

nella Chiesa e direi che è necessaria<br />

perché il Buon Dio ha creato<br />

gli uomini l’uno diverso dall’altro.<br />

La responsabilità l’ha la neo professoressa<br />

Anna Cingolani, scelta<br />

Capo Riparto. Il Vescovo approva<br />

e si augura che il movimento sia<br />

100 ANNI GUIDE<br />

duraturo. L’elenco delle prime componenti fondatrici<br />

viene inviato al Centro di Roma ed approvato.<br />

Il lavoro di formazione prosegue: arrivano<br />

i libretti, alcune stampe, s’imparano dei<br />

canti ecc. La corrispondenza tra il centro e le<br />

guide ora è diretta. Solo P.Ruggi si rivolge all’Assistente<br />

per seguire l’andamento.<br />

Il gruppetto di Scolte dovrebbe essere il nucleo,<br />

il fermento dell’Associazione: è necessario<br />

un Campo, meglio un campo scuola. Le guide<br />

si tengono in contatto con Ancona ed osimo<br />

(Riparti conosciuti al Conero) per un campo<br />

in comune. Arriva la notizia del Campo Scuola<br />

di Spoleto: sono invitate le Scolte di Jesi. Dopo<br />

varie consultazioni si decide di parteciparvi.<br />

Il 15 settembre arriva il telegramma di P.<br />

Ruggi: sarà a Jesi il 16 settembre alle ore 10,30.<br />

Tutti avvertiti anche i Rover, di cui P. Ruggi è<br />

l’assistente di specialità; farà visita anche agli<br />

Esploratori. Tutti contenti, ma in modo particolare<br />

contente sono le Guide, specie quelle<br />

che l’hanno conosciuto al Campo di Spoleto.<br />

Fervono i preparativi per la promessa: studio<br />

del testo, specie della Legge e della Promessa.<br />

Il Papa ha benedetto questo movimento;<br />

nel prossimo anno Santo riceverà le Guide d’Italia<br />

in udienza particolare; consiglia e si augura<br />

che si diffonda questo metodo educativo<br />

che conta 40 anni di esperienze nelle varie<br />

parti del mondo, con ottimi risultati in nazioni<br />

cattoliche ed anche non cattoliche.<br />

Lo scautismo non è fine a se stesso, ma è<br />

un mezzo di formazione spirituale, morale, famigliare,<br />

civica e fisica per elementi che verso<br />

San Giorgio a Santa Maria Fuori Monsano (25/4/1950).<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 31


32<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

100 ANNI GUIDE<br />

di esso si sentono attratti. Sarebbe perciò errore<br />

gravissimo metterlo in cattiva vista, fare<br />

affrettati apprezzamenti e distogliere coloro<br />

che si sentono veramente chiamati ad emettere<br />

una promessa basata sull’onore e consolata<br />

dall’aiuto di Dio; che si impegnano all’osservanza<br />

di una legge che trova la sua radice<br />

nel Vangelo, che cercano l’occasione propizia<br />

Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />

per compiere ogni giorno una buona azione<br />

verso il prossimo, che indossano una divisa,<br />

simbolo di fede e di coraggio.<br />

L’A.C. non deve temere: deve rallegrarsi,<br />

nella vigna del Signore c’è posto per tutti.<br />

Gioire se elementi di A.C. entrano nei vari Riparti<br />

portando un soffio di spiritualità ed il<br />

fermento sano di cui si parla nel Vangelo.<br />

LA VITA a cura di MADDALENA PACCAPELO<br />

Don Giovanni Paccapelo racchiudeva in sé l’animo sensibile del musicista e quello attento<br />

dell’educatore. Era nato a S. Elpidio a Mare (allora provincia di Ascoli Piceno) il<br />

02/07/1904 e, dopo la sua consacrazione sacerdotale, nel 1928 si trasferì a Jesi presso lo<br />

zio Don Pasquale Paccapelo, come aiuto parroco. Fu poi nominato canonico della Cattedrale<br />

jesina, dove creò la prima Schola Contorum della Diocesi. La sua grande fiducia nei<br />

giovani lo ha portato a collaborare alla rinascita dello scautismo a Jesi, insieme al prof.<br />

Arnaldo Bellagamba nel 1944, dopo la crisi della dittatura fascista. Non poteva essere altrimenti,<br />

dato che aveva la tessera Scout dell’anno 1926. Fu il primo assistente Scout della<br />

Diocesi di Jesi. Inviava alle parrocchie circolari per spronare le forze cattoliche a far parte<br />

dello scautismo, creando Riparti distinti per i ragazzi e per le ragazze (non sempre trovando<br />

adeguato accoglimento da parte delle autorità ecclesiastiche). Riuscì tuttavia a fondare<br />

a Jesi nel 1946 l’A.G.I., Associazione delle Guide Italiane. Ha partecipato sempre con<br />

grande entusiasmo e dedizione ai campi estivi di esploratori e guide. Appassionato di astronomia,<br />

insegnava ai giovani Scout a conoscere e ad ammirare la bellezza delle stelle nelle<br />

notti incantate accanto al Grande Fuoco da<br />

campo. Compose un “Inno per le guide” in<br />

occasione del primo San Giorgio Regionale,<br />

tenuto a San Cassiano di Fabriano il 25 aprile<br />

1953, intitolato “Guida d’Italia”.<br />

È dell’anno 1954, durante un Campo Nazionale<br />

nel Parco degli Abruzzi, il più grande<br />

dolore della sua vita: un giovane Scout<br />

muore. L’immenso dispiacere lo ha accompagnato<br />

fino alla morte, avvenuta tre anni<br />

dopo, il 20 agosto 1957 nel suo paese natale.<br />

Ha lasciato così definitivamente i prati della<br />

terra per salire alle amate stelle dei cieli ”che<br />

Uscita a San Vittore di Genga (1951).<br />

sembran prati e le stelle tanti fior”.


LAVORI IN CORSO<br />

Cristiani si diventa,<br />

non si nasce<br />

Angela Vanini Commissione Sfde Educative<br />

Q<br />

uesto notissimo detto di Tertulliano sottolinea la necessità<br />

della dimensione propriamente educativa della<br />

vita cristiana. La realtà del contesto socio-culturale nel<br />

quale i cristiani sono immersi, come cittadini fra i cittadini e<br />

quindi destinatari come tutti dei più diversi messaggi della società<br />

globalizzata, mostra tutta la sua fragilità. Leggere i segni<br />

dei tempi per gli educatori deve far prendere coscienza che si<br />

sta rapidamente passando da un cristianesimo per nascita a<br />

un cristianesimo per scelta e che nel volgere di qualche decennio<br />

cambierà profondamente il panorama religioso anche<br />

del nostro Paese. Maggiore, quindi, rispetto ad altre epoche<br />

storiche, deve essere l’impegno educativo, in quanto non si<br />

può dare nulla per scontato.<br />

In questa seconda puntata di avvicinamento alla lettura degli<br />

orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio<br />

2010-<strong>2011</strong>, nella quale la Commissione sfide educative si sta cimentando,<br />

si sono voluti prendere i magnifici suggerimenti di<br />

riflessione del capitolo terzo come modello per il nostro essere<br />

capo, educatore e non solo animatore, di una Associazione di<br />

cattolici che ha ragione di esistere in quanto si occupa dell’educazione<br />

cristiana e civica dei ragazzi secondo il metodo Scout.<br />

L’educazione è un processo di crescita che richiede pazienza. Progredire<br />

verso la maturità impegna la persona in una formazione per-<br />

L’educatore è un testimone<br />

della verità, della bellezza e<br />

del bene, cosciente che la<br />

propria umanità è insieme<br />

ricchezza e limite. Ciò lo<br />

rende umile e in continua<br />

ricerca. Educa chi è capace di<br />

dare ragione della speranza<br />

che lo anima ed è sospinto dal<br />

desiderio di trasmetterla.<br />

L’educatore compie il suo<br />

mandato anzitutto attraverso<br />

l’autorevolezza della sua<br />

persona. Essa rende efficace<br />

l’esercizio dell’autorità; è<br />

frutto di esperienza e di<br />

competenza; ma si acquista<br />

soprattutto con la coerenza<br />

della vita e con il<br />

coinvolgimento personale.<br />

Il processo educativo è<br />

efficace quando due persone<br />

si incontrano e si coinvolgono<br />

profondamente, quando il<br />

rapporto è istaurato e<br />

mantenuto in un clima di<br />

gratuità oltre la logica della<br />

funzionalità, rifuggendo<br />

dall’autoritarismo che soffoca<br />

la libertà e dal permissivismo<br />

che rende insignificante la<br />

relazione.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 33


34<br />

LAVORI IN CORSO<br />

manente, caratterizzata da alcuni<br />

elementi chiave: il tempo, il coraggio,<br />

la meta; se questo è valido<br />

per i ragazzi che i genitori ci affidano<br />

e a cui facciamo una<br />

proposta di crescita di tutta la<br />

persona, secondo una progressione<br />

metodologica, lo è ancora<br />

di più per ogni capo che, ogni<br />

settimana, entra in sede per la<br />

riunione con i suoi ragazzi, lasciando<br />

fuori dalla porta i propri<br />

problemi personali e<br />

ponendosi nei loro confronti in un atteggiamento<br />

di ascolto e di disponibilità: lui c’è, ed è<br />

lì solo per loro. Quanti ragazzi hanno oggi la<br />

possibilità di avere qualcuno che organizzi<br />

per loro avvincenti attività che appagano la<br />

loro sete di agire, giocare, stare insieme agli<br />

altri, mettersi in gioco?<br />

E quanti possono avere accanto a sé un<br />

adulto educatore che sa fare propri i suoi desideri,<br />

prestando attenzione ai sogni appena bisbigliati,<br />

accorgendosi del loro tumultuoso<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

La passione educativa è<br />

una vocazione, che si<br />

manifesta come un’arte<br />

sapienziale acquisita nel<br />

tempo attraverso<br />

un’esperienza maturata<br />

alla scuola di altri maestri<br />

mondo interiore e dimostrandosi<br />

capace di sondare, con rispettosa<br />

attenzione, i segreti di<br />

un giovane che si apre alla vita?<br />

Ogni adulto è chiamato a prendersi<br />

cura delle nuove generazioni<br />

e diventa educatore quando ne assume<br />

i compiti relativi con la dovuta<br />

preparazione e con senso di<br />

responsabilità.<br />

L’educatore è un testimone<br />

della verità, della bellezza e del<br />

bene, cosciente che la propria umanità<br />

è insieme ricchezza e limite. Ciò lo rende umile<br />

e in continua ricerca. Educa chi è capace di dare<br />

ragione della speranza che lo anima ed è sospinto<br />

dal desiderio di trasmetterla. La passione educativa<br />

è una vocazione, che si manifesta come un’arte sapienziale<br />

acquisita nel tempo attraverso un’esperienza<br />

maturata alla scuola di altri maestri.<br />

L’educatore compie il suo mandato anzitutto<br />

attraverso l’autorevolezza della sua persona.<br />

Essa rende efficace l’esercizio dell’autorità; è<br />

frutto di esperienza e di competenza; ma si


acquista soprattutto con la coerenza della<br />

vita e con il coinvolgimento personale.<br />

Educare è un lavoro complesso e delicato,<br />

che non può essere improvvisato o affidato<br />

solo alla buona volontà. Il senso di responsabilità<br />

si esplica nella serietà con cui si svolge<br />

il proprio servizio. Senza regole di comportamento,<br />

fatte valere giorno per giorno anche<br />

nelle piccole cose, e senza educazione della<br />

libertà non si forma la coscienza, non si<br />

allena ad affrontare le prove della vita, non si<br />

irrobustisce il carattere.<br />

In Gesù, maestro di verità e di vita che ci raggiunge<br />

nella forza dello Spirito, noi siamo coinvolti<br />

nell’opera educatrice del Padre e siamo generati<br />

come uomini nuovi, capaci di stabilire relazioni vere<br />

con ogni persona. È questo il punto di partenza e il<br />

cuore di ogni azione educativa.<br />

Il processo educativo ha una natura<br />

inter-personale: educatore ed educando sono<br />

considerati come liberi soggetti coinvolti in<br />

un rapporto che chiama la libertà al rischio del<br />

coinvolgimento. Per questo si può parlare del<br />

dialogo educativo in termini di avventura,<br />

un’impresa rischiosa e affascinante.<br />

Quest’impostazione precede l’analisi del<br />

contesto socio-culturale anche se, avendo di<br />

mira l’uomo, nella sua identità di persona libera<br />

sempre situata non può mai prescindere<br />

dalla sua collocazione nella storia concreta.<br />

L’educazione, costruita essenzialmente sul rapporto<br />

educatore ed educando, non è priva di rischi<br />

e può sperimentare crisi e fallimenti: richiede quindi<br />

il coraggio della perseveranza…<br />

Il processo educativo è efficace quando due persone<br />

si incontrano e si coinvolgono profondamente, quando<br />

il rapporto è istaurato e mantenuto in un clima di<br />

gratuità oltre la logica della funzionalità, rifuggendo<br />

dall’autoritarismo che soffoca la libertà e dal permissivismo<br />

che rende insignificante la relazione.<br />

Come Gesù fece con i suoi discepoli, all’inizio<br />

di ogni rapporto educativo va posta una<br />

domanda in grado di suscitare e riconoscere un<br />

desiderio: “Che cosa cercate?”.<br />

LAVORI IN CORSO<br />

Chiarire a se stessi cosa si stia realmente<br />

cercando nella vita, discernere ciò di cui si<br />

sente la mancanza e scoprire cosa stia realmente<br />

a cuore, è la domanda che Gesù rivolge<br />

a chiunque desideri stabilire un<br />

rapporto con lui. Dalla domanda traspare l’atteggiamento<br />

educativo di Gesù, la cui imitazione<br />

è necessaria a ogni educatore cristiano:<br />

egli è il Maestro che fa appello alla libertà e a<br />

ciò che di più autentico abita nel cuore, facendone<br />

emergere il desiderio inespresso.<br />

Alla domanda iniziale, segue con coraggio<br />

una proposta: “Venite e vedrete”. Gesù rivolge un<br />

invito esplicito (venite), a cui associa una promessa<br />

(vedrete). Ci mostra così che per stabilire un rapporto<br />

educativo occorre un incontro che susciti una<br />

relazione: non si tratta di trasmettere nozioni<br />

astratte, ma di offrire un’esperienza da condividere.<br />

Un capo, secondo BP non è un pozzo di<br />

scienza, ma un uomo-ragazzo, cioè una persona<br />

che ha raggiunto la maturità, che ha<br />

chiarito le scelte fondamentali della vita, non<br />

solo senza perdere le qualità più nobili della<br />

giovinezza, quali l’entusiasmo, la generosità,<br />

lo spirito di avventura, l’eroismo, ma in un tenace<br />

lavorio su se stesso, è riuscito a far sì che<br />

queste non rimangano solamente un peculiarità<br />

tipica di un determinato periodo della<br />

vita, ma diventino una conquista personale<br />

virtuosa. Essere capo, secondo lo scautismo<br />

cattolico è una vera e propria “vocazione”,<br />

cioè una chiamata da parte di Dio per continuare<br />

la sua azione di salvezza e per presentare<br />

in modo credibile e accettabile il<br />

messaggio evangelico.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 35


36<br />

LAVORI IN CORSO<br />

Il vangelo continua dicendo: “Rimasero con<br />

lui”: la sfida è stata liberamente accettata. I discepoli<br />

si mettono in gioco, decidono di investire<br />

tutto se stessi nella sua proposta... Ma le sue parole<br />

esigenti fanno sì che molti si scoraggino, che abbandonino.<br />

Da qui la sferzante domanda di Gesù: “Volete<br />

andarvene anche voi?”. I discepoli misurano il<br />

prezzo della scelta. La relazione con Gesù non può<br />

continuare per forza di inerzia. Ha, invece, bisogno<br />

di una rinnovata decisione….<br />

Educare richiede un impegno nel tempo,<br />

che non può ridursi a interventi puramente<br />

funzionali e frammentari; esige un rapporto<br />

personale di fedeltà tra soggetti attivi, che<br />

sono protagonisti della relazione educativa,<br />

prendono posizione e mettono in gioco la propria<br />

libertà. Essa si forma, cresce e matura solo<br />

nell’incontro con un’altra libertà; si verifica<br />

solo nelle relazioni personali e trova il suo fine<br />

adeguato nella loro maturazione. Esiste un<br />

nesso stretto tra educare e generare: la relazione<br />

educativa s’innesta nell’atto generativo<br />

e nell’esperienza di essere figli. L’uomo non<br />

si da la vita, ma la riceve. Allo stesso modo il<br />

bambino impara a vivere guardando ai genitori<br />

e agli adulti. Si inizia da una relazione accogliente,<br />

in cui si è generati alla vita affettiva,<br />

relazionale e intellettuale.<br />

Il legame che si instaura all’interno della famiglia<br />

sin dalla nascita lascia un’impronta indelebile.<br />

L’apporto di padre e madre, nella loro<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

complementarità, ha un influsso decisivo nella<br />

vita dei figli… L’opera educativa della nostra<br />

Associazione si pone accanto a quella della famiglia:<br />

la scelta dell’intereducazione è nata<br />

proprio dalla consapevolezza che la distinta<br />

identità è fondamentale per non alterare la<br />

realtà concreta dell’educazione; inoltre l’essere<br />

uomo e l’essere donna è elemento primario e<br />

determinante attraverso il quale si delinea la<br />

missione storica di ciascuno e dal quale trae<br />

origine e interpretazione tutta la serie delle<br />

altre condizioni concrete: si vive e si sente da<br />

uomini o da donne; si pensa e si ama da uomini<br />

o da donne; ci si fa santi da uomini o da<br />

donne in una libera adesione al disegno che<br />

Dio ha su ciascuno.<br />

Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione<br />

cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno,<br />

troviamo i tratti fondamentali dell’azione<br />

educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità<br />

della relazione personale, l’educazione come atto<br />

di amore, una visione di fede che dà fondamento e<br />

orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione<br />

integrale della persona, la corresponsabilità<br />

per la costruzione del bene comune.<br />

Quanti capi hanno oggi il coraggio di assumere,<br />

come scelta di vita, la passione educativa<br />

nei confronti dei ragazzi? Quanti sono<br />

disposti ad ascoltarli, accoglierli, accompagnarli,<br />

far loro proposte esigenti, anche in<br />

contrasto con la mentalità corrente?


Èpossibile coniugare lo scautismo con la<br />

sicurezza? Ad di là di alcuni luoghi comuni,<br />

questa è una sfida che da sempre<br />

ogni Capo Scout ha affrontato avendo ben<br />

presente la responsabilità che assumeva. Siamo<br />

consapevoli che, per molte ragioni, il contesto<br />

attuale richiede una maggiore attenzione, un<br />

”salto di qualità”, nel preparare e poi svolgere<br />

le nostre attività. Se il dover garantire uno<br />

standard di sicurezza è del tutto evidente, il<br />

problema è se sia possibile e come renderlo<br />

concretamente fattibile all’interno del nostro<br />

metodo per minimizzare i rischi (la cui completa<br />

eliminazione è impossibile). La Commissione<br />

Sicurezza del Consiglio Nazionale è giunta<br />

alla convinzione che questa sfida sia possibile.<br />

Vediamo come.<br />

Il rispetto delle leggi<br />

Negli ultimi 10/15 anni nel nostro Paese<br />

sono entrate in vigore numerose normative relative<br />

a vari aspetti della sicurezza (cd. Privacy,<br />

nuovo codice della strada, la normativa sulla sicurezza<br />

nei luoghi di lavoro, ecc.): una serie di<br />

regole complesse, talvolta farraginose. È esperienza<br />

comune come questo abbia inciso nelle<br />

vita quotidiana. Ma le regole possiamo subirle<br />

passivamente oppure possiamo trovare nella<br />

loro applicazione una leva educativa. Non vi<br />

sfuggirà quanto sia importante per il buon cittadino<br />

crescere nel rispetto della legalità. Non<br />

è difficile poi portare gli Scouts a comprendere<br />

che quella regola non è messa per un vezzo ma<br />

per garantire la vita umana propria e degli<br />

altri, per rendere più vivibili le nostre strade,<br />

per limitare il rischio di intrusioni nella sfera<br />

privata, ecc. Dal punto di vista esterno è di tutta<br />

evidenza come l’osservanza delle norme costituisca<br />

un ben preciso dovere del Capo.<br />

Il metodo<br />

E qui si apre il secondo capitolo che la Commissione<br />

Sicurezza ha chiesto alle Pattuglie<br />

Nazionali di branca di esaminare in profon-<br />

LAVORI IN CORSO<br />

Sicuramente<br />

SCOUT<br />

Antonio Zoccoletto Commissione Sicurezza<br />

dità. Mettere il caschetto per andare in bicicletta,<br />

usare i mezzi pubblici e non le auto private<br />

per spostarsi con gli Scouts, informarsi<br />

con cura sul tempo e sul luogo di una route,<br />

avvisare con precisione i genitori sugli spostamenti<br />

e gli orari, ecc. Tutto questo limita/impedisce<br />

il nostro modo di fare scautismo,<br />

rende meno possibile applicare correttamente<br />

il Metodo? È difficile dare una risposta negativa<br />

perché queste sono attenzioni che già in<br />

buona parte attuiamo. Non solo, sono atteggiamenti<br />

che richiedono una semplice (anche se<br />

costante) attenzione agli aspetti della sicurezza.<br />

Più complessi invece possono essere<br />

altri momenti delle nostre proposte: l’Uscita di<br />

squadriglia, la conformità della sede ad uno<br />

standard minimo di sicurezza, come gestire i<br />

farmaci, ecc. Su questo il confronto nella Pattuglia<br />

di Branca deve necessariamente prendere<br />

in esame la proposta educativa e, con<br />

meticolosità, evidenziare le aree di rischio e indicare<br />

possibili soluzioni. È un lavoro che richiede<br />

impegno con un risvolto positivo:<br />

quello di riesaminare il metodo alla luce delle<br />

finalità educative proprie della nostra Associa-<br />

In uno scautismo ben fatto e sicuro è possibile anche proporre<br />

eccezionalmente attività particolari, purché vi sia l'affidamento<br />

a persone esperte e una gradualità nelle esperienze.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 37


L’angolo della Scouting<br />

Per le tue attività puoi acquistare questi articoli<br />

con il prossimo ordine del tuo Gruppo<br />

1<br />

LAVORI IN CORSO<br />

zione e riconsiderare i mezzi utilizzati alla<br />

luce delle necessità in tema di sicurezza. È<br />

opportuno chiarire questo punto delicato<br />

anche con un esempio. L’intento non deve essere<br />

quello di eliminare la possibilità, ad esempio,<br />

di proporre l’Uscita di Squadriglia ma<br />

piuttosto di renderla possibile adottando le accortezze<br />

per la sicurezza (sopralluogo, avvisi,<br />

sistema di controllo, tracciamento delle informazioni,<br />

ecc.). La tentazione di limitare il metodo<br />

per non incorrere in situazioni critiche<br />

diventa, di fatto, lo svuotamento della proposta<br />

e la riduzione dello scautismo ad uno zampettare<br />

senza la dimensione dell’avventura<br />

che rende la proposta educativa così attrattiva<br />

per i ragazzi ed efficace nella formazione della<br />

personalità e della spiritualità.<br />

Al contrario uno scautismo ben fatto è<br />

uno scautismo sicuro. L’applicazione del metodo<br />

prevede infatti una gradualità di applicazione,<br />

una responsabilità diffusa, un<br />

1 – Zaino DISCOVERY – Ferrino (Cod. 400670)<br />

IN OFFERTA FINO AD ESAURIMENTO SCORTE<br />

Nei colori: rosa-azzurro e arancio-verde chiaro.<br />

Zaino da circa 60 lt con schienale e spallacci<br />

imbottiti. Adatto per bivacchi<br />

2 – Zaino CERVINO – Marsupio (Cod. 400700)<br />

Da lt. 80 + 10. Possibilità di accedere all’interno<br />

dello zaino da 3 punti. Cinghia a vita regolabile<br />

imbottita e rimovibile diventa un comodo marsupio<br />

cappuccio rimovibile. Tasche laterali a scomparsa,<br />

2 tasche in rete porta borraccia,<br />

porta piccozza, comodo copri zaino inserito<br />

sul fondo. Adatto per esploratori – guide<br />

– rover e scolte. Disponibile nei colori rossonero<br />

e kaki scuro-beige-nero<br />

3 – Zaino ALPAX – Ferrino (Cod. 400595)<br />

Da lt. 70. Per la sua capienza e la leggerezza<br />

è adatto ai campi estivi di lupetti e coccinelle.<br />

Disponibile nei colori blu – rosso – verde.<br />

sistema di controllo, un affidamento al più<br />

esperto… insomma tutta una struttura che,<br />

se ben organizzata, consente di limitare i rischi<br />

molto più di quanto si creda o vogliano<br />

far credere certi soloni (lo scautismo è di fatto<br />

l’unico movimento che si prendere cura di minori<br />

in ambienti non convenzionali).<br />

La Commissione Sicurezza si augura che le<br />

Pattuglie Nazionali, consapevoli della posta in<br />

gioco, possano dare risposte al confronto metodo-sicurezza<br />

in tempi ragionevoli.<br />

Nota: alcuni Capi volonterosi hanno costituito<br />

un sito per informare e aiutare i Capi<br />

(www.sicuramentescout.it) che vogliano approfondire<br />

gli aspetti della sicurezza in attività<br />

Scout. I promotori vogliono precisare che si<br />

tratta di un’iniziativa assolutamente privata e<br />

che non ha alcuna ufficialità associativa né è<br />

stata, al momento, richiesta un’approvazione<br />

dagli organi associativi.<br />

2<br />

3


Riceviamo e pubblichiamo<br />

Sull’ultimo numero di <strong>Azimuth</strong> (2/<strong>2011</strong>) è presente<br />

un articolo nel quale viene più volte citato<br />

il mio nome relativamente a un mio scritto<br />

sull’importanza e sul valore dell’IPISE. Dato che<br />

il mio scritto è citato in maniera parziale, vorrei<br />

poter esprimere la mia opinione in maniera più<br />

completa. Come è noto, l’IPISE è un impegno di<br />

servizio che può assumere qualunque Capo Brevettato<br />

che sceglie lo scautismo come ambito privilegiato<br />

per il suo servizio ed è anche un riconoscimento<br />

della qualità del servizio svolto dall’interessato.<br />

L’IPISE può essere conferita solo da un<br />

Capo che l’abbia già ricevuta. In questo modo, di<br />

stretta di mano in stretta di mano, si risale direttamente<br />

a B.-P. che nel 1922 la conferì a tutti i dirigenti<br />

delle associazioni Scout del mondo riuniti<br />

a Parigi. Attualmente in Italia la tradizione dell’IPISE<br />

si è mantenuta solo nella nostra Associazione.<br />

Leggo su <strong>Azimuth</strong> che si vorrebbe togliere l’autorizzazione<br />

del Consiglio Direttivo per la concessione<br />

dell’IPISE. L’idea mi lascia molto perplesso<br />

perché, come ho detto, l’IPISE non è solo un impegno<br />

ma anche un riconoscimento del servizio svolto.<br />

Proprio per questo motivo l’approvazione di un organo<br />

nazionale è sempre esistita fin dai primissimi<br />

tempi dell’ASCI ed è proseguita poi nella nostra Associazione.<br />

Togliendo tale approvazione non solo<br />

si viene a togliere importanza al riconoscimento,<br />

che diviene così solo un impegno personale, ma la<br />

tradizione dell’IPISE, affidata esclusivamente alla<br />

buona volontà dei Capi, sarà destinata lentamente<br />

a perdersi e a scomparire. E sarebbe un vero peccato<br />

perdere una tradizione che risale a B.-P. e che si è<br />

mantenuta fino ai giorni nostri. Sono convinto che<br />

l’IPISE non dovrebbe essere concessa solo sulla base<br />

di una semplice richiesta dell’interessato, ma che<br />

sarebbe opportuno adottare dei criteri per concederla<br />

e prevedere dei nulla osta, come avviene per<br />

qualunque altro riconoscimento nello scautismo;<br />

in questo modo il Consiglio Direttivo sarebbe supportato<br />

dal parere di altri responsabili associativi<br />

nella concessione di una IPISE. Un altro aspetto che<br />

voglio rimarcare è che il nuovo cerimoniale per il<br />

conferimento dell’IPISE, riportato sul n. 2/<strong>2011</strong> di<br />

LAVORI IN CORSO<br />

Un’opinione sull’IPISE<br />

Attilio Grieco<br />

<strong>Azimuth</strong>, presenta due grossi inconvenienti: il primo<br />

è che B.-P. non lo ha mai utilizzato perché si avvaleva<br />

di un cerimoniale differente. Il secondo è che in<br />

quel testo manca pressoché totalmente l’aspetto<br />

cristiano. La nostra fedeltà al Metodo di B.-P. è senza<br />

alcun tentennamento, ma senza dimenticare che<br />

siamo Scouts e Guide cattolici. Così come la nostra<br />

Promessa, la nostra Legge, il nostro Motto, ecc, sono<br />

quelli di B.-P. ma “interpretati cattolicamente” (art.<br />

1 del nostro Statuto), anche per l’IPISE la nostra cerimonia,<br />

proveniente da quella dell’ASCI, ricalcava<br />

quanto previsto da B.-P. ma “interpretato cattolicamente”.<br />

I fondatori dell’ASCI avevano l’IPISE e la<br />

ritenevano un riconoscimento e un impegno molto<br />

importante e così anche i fondatori della nostra Associazione,<br />

fra i quali voglio ricordare in particolare<br />

due persone che oggi non sono più fra noi: Vladimiro<br />

Serra e Augusto Ruberto. Un Capo di Genova,<br />

Andrea Macco, ha effettuato recentemente uno studio<br />

molto approfondito sull’IPISE e ha portato alla<br />

luce una quantità di notizie sconosciute. Andrea<br />

ha raccolto queste sue scoperte in un fascicolo dove<br />

ha riportato gli scritti di B.-P., del conte di Carpegna,<br />

di Mario Mazza, di osvaldo Monass, ecc, ha pazientemente<br />

ricostruito un “albero genealogico” delle<br />

IPISE presenti in <strong>FSE</strong> risalendo così fino a B.-P. e<br />

altro ancora. Si può richiedere il fascicolo ad Andrea<br />

(email: andrea.macco@libero.it).<br />

Nota della redazione<br />

Ringraziamo Attilio per le precisazioni sul suo pensiero, che<br />

l’articolo pubblicato sul numero 2 non voleva certamente<br />

fraintendere o manomettere. Con l’occasione precisiamo che<br />

lo studio prodotto da Andrea Macco (di cui Attilio riporta<br />

qui le conclusioni) è stato reso noto al Consiglio Nazionale a<br />

marzo <strong>2011</strong> e cioè in epoca successiva all’adozione delle<br />

nuove Norme Direttive (novembre 2010). Il Consiglio Nazionale,<br />

nella sua ultima riunione, ha comunque confermato<br />

la nuova versione delle Norme Direttive.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 39


40<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

ORIZZONTE EUROPA<br />

Se accolgo...<br />

Loriana Pison e la Pattuglia Europa<br />

“Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti,<br />

ma siete concittadini dei santi e famigliari di Dio”<br />

(Ef. 2,19).<br />

di Cristo, la sua originaria accoglienza,<br />

andava verso il rifiuto dell’e-<br />

L’idea<br />

straneità, dal Padre e dagli uomini. L’uomo<br />

è diventato “uno di casa”, ha<br />

smesso di essere un “foresto”<br />

proprio per essere stato voluto<br />

ed inserito – con un<br />

gesto essenziale di<br />

Amore – nella comune<br />

casa terrena,<br />

figli tra<br />

i figli, con un<br />

unico Padre. La natura dell’uomo è, prima di<br />

tutto, di vivere con..., è proprio la sua natura,<br />

non soltanto un suo bisogno. L’origine è l’accoglienza<br />

di Dio, la nostra è soltanto una risposta<br />

umana che ci permette di metterci in relazione<br />

con l’altro, di cooperare e di non sentirci mai<br />

estranei, stranieri l’uno verso l’altro. C’è quindi<br />

del divino nel gesto di accoglienza che ci permette<br />

di considerare la persona non come<br />

ospite ma come figlio, fratello, sorella. Nel<br />

gesto di accoglienza si realizza l’amore di Cristo<br />

per l’uomo che non è un sogno ma una realtà<br />

concreta. Alcuni ragazzi, alcuni capi hanno<br />

fatto, stanno o faranno esperienze di accoglienza.<br />

Ecco un aiuto per sostenere concretamente la<br />

fraternità vissuta. Buona Strada a tutti!


ORIZZONTE EUROPA<br />

Vademecum per gemellaggi e scambi (Pattuglia Europa)<br />

Cara Capo, Caro Capo, vuoi accogliere un’Unità straniera<br />

nel tuo campo? Ecco cosa tenere presente:<br />

1. Al momento del 1° contatto<br />

a. La Pattuglia Europa ti invierà la richiesta pervenuta da<br />

un’Associazione UIGSE ed il contatto del capo.<br />

b. Dovrai contattarlo con i mezzi che conosci (e-mail, telefono,<br />

facebook…) ed iniziare una conoscenza personale<br />

reciproca (nome, età, studio o lavoro).<br />

c. Dovrai presentare la tua unità (numero di ragazzi, problematiche,<br />

luogo in cui abitate, ecc.) ed iniziare uno<br />

scambio di conoscenza territoriale (luogo e caratteristiche<br />

del campo), sociale (problematiche relative alla<br />

situazione dei ragazzi e delle famiglie) e culturale.<br />

d. Potrai fare in modo che i ragazzi della branca estera<br />

inizino una corrispondenza epistolare con i ragazzi<br />

della tua branca usando le lingue che conoscono e<br />

come sono capaci di usarle (hanno molte risorse comunicative!).<br />

e. Avrai già informato il tuo Capo Gruppo e il tuo Incaricato<br />

di Branca di Distretto.<br />

2. Prima del campo<br />

Quali sono le motivazioni che ci spingono ad organizzare<br />

un campo gemellato? È bene riflettere prima di agire:<br />

a. Come capi siamo al corrente che accogliere significa<br />

accettare modi di pensare, di organizzarsi, di mangiare,<br />

di fare attività diversi?<br />

b. Abbiamo trasmesso ai ragazzi con passione il nostro<br />

entusiasmo verso questa esperienza?<br />

c. Pensiamo di programmare un avvicinamento anche<br />

solo virtuale dei due paesi mettendo in contatto i ragazzi?<br />

Quindi:<br />

• Mantiene costanti rapporti con il Capo di riferimento.<br />

È sufficiente che siano soltanto due i Capi che tengono<br />

le fila del progetto.<br />

• Informa la tua staff circa gli sviluppi e naturalmente…<br />

i ragazzi e genitori.<br />

• Stabilisci con il Capo gemellato lo scopo principale del<br />

campo e gli obiettivi per ciascuno punto del metodo<br />

della tua branca 1 .<br />

• Concordate se volete un campo interamente fatto insieme<br />

(cioè con tutte le attività in comune) oppure<br />

un campo con alcuni momenti in comune ed altri separati<br />

2 .<br />

• Accertati da quante persone è formata la staff dei Capi<br />

che arriverà da te in Italia.<br />

• Consultatevi circa il materiale necessario per il campo,<br />

ciò che possiedono e ciò che potete offrire voi 3 .<br />

• Informa correttamente il Capo gemellato circa il clima,<br />

l’altitudine, la morfologia del terreno da campo (o del<br />

percorso nel caso di route o campo mobile) ed il materiale<br />

specifico necessario. In tutto questo scambio di<br />

informazioni non date mai nulla per scontato: le realtà<br />

Scout, di vita o le tradizioni degli altri paesi possono<br />

essere molto diverse dalle nostre (questo accade anche<br />

tra unità italiane di regioni diverse).<br />

• Stabilisci come volete organizzare la cambusa nel caso<br />

di Campi Guide o Esploratori. Prima vi sarete confrontati<br />

sull’importanza dei pasti (ricorda che in altri paesi<br />

i pasti sono organizzati diversamente da noi: colazione<br />

abbondante, pranzo veloce, talvolta sostituito solo da<br />

uno spuntino e cena sostanziosa ma con orario anticipato<br />

rispetto al nostro) e della cucina per gli italiani,<br />

li avrai informati circa il numero dei pasti e dei tempi<br />

dedicati alla cambusa. Prevedete – se lo ritenete –<br />

anche dei momenti separati, per es. la colazione potrebbe<br />

essere diversa da paese a paese, a meno che<br />

uno degli obiettivi sia quello dell’adeguamento alimentare<br />

con il paese accogliente 4 .<br />

• Prestate attenzione a comportamenti alimentari per<br />

noi non disturbanti ma per altri imbarazzanti (per es.<br />

l’alcool, anche solo il vino per i polacchi, dove è un<br />

problema sociale che riguarda anche i giovanissimi;<br />

l’uso eccessivo di caffè per gli ucraini o i bielorussi,<br />

quando al loro ritorno sanno che non ne berranno più<br />

in quanto bene di lusso).<br />

• Informa il Capo gemellato circa le norme della legge<br />

italiana in materia di sicurezza, privacy e norme regionali<br />

per campeggiatori. Attenzione alle norme regionali<br />

o a regolamenti comunali 5 .<br />

• Non sottovalutare l’età dei ragazzi partecipanti (non<br />

è detto che una squadriglia della UIGSE per es. sia formata<br />

da ragazzi dagli 11 ai 16 anni)<br />

• Informa il Capo gemellato circa il costo dell’euro in<br />

Italia (con esempi concreti: 1 litro di latte, 1 pacco di<br />

pasta). Non considerare ridicola ogni richiesta di contenimento<br />

delle spese, anche se di pochi euro, che ti<br />

viene fatta dai Capi gemellati: nei paesi dell’Est il tenore<br />

di vita è decisamente più basso rispetto al nostro,<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 41


42<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

ORIZZONTE EUROPA<br />

con stipendi che possono essere anche di 200-300 euro<br />

al mese. Per una questione di rispetto evita ogni forma<br />

di spreco e di leggerezza nell’utilizzo del materiale (durante<br />

il campo e a fine campo molto materiale viene<br />

eliminato). Recupera tutto il materiale in buono stato:<br />

i cordini, i cartelloni utilizzati a metà, la carta crespa<br />

usata per i giochi e ogni altra cosa che hai notato essere<br />

assente tra il loro materiale e fanne dono ai fratelli<br />

ospiti. Il tutto sempre nella massima naturalezza<br />

ed avendo attenzione a non ostentare troppo le nostre<br />

possibilità economiche.<br />

• Provvedi a fare in modo che i ragazzi preparino con le<br />

tecniche e fantasia che conoscono un gadget da lasciare<br />

in dono.<br />

• Considerate di accogliere anche un loro Assistente (tenete<br />

presenti che i sacerdoti – oltre alla ricchezza della<br />

presenza al campo – spesso parlano italiano).<br />

• Accertati circa la lingua comune parlata dai Capi sia<br />

italiani che stranieri.<br />

• Fate in modo di invitare il vostro Incaricato, il Commissario<br />

di Distretto, l’Assistente al campo, per poter<br />

assicurare public relations e buona accoglienza.<br />

• Informa i genitori circa l’accoglienza e rassicurali di<br />

avere alle spalle un’Associazione che vi supporta.<br />

3. Durante il campo<br />

• Sarai già stato informato circa il luogo di arrivo dei ragazzi<br />

ed avrai già predisposto eventuali trasferimenti<br />

di persone e materiali.<br />

• Avrai già pensato di aver bisogno di un Capo in più al<br />

campo per alcuni aspetti logistici (vedi trasporti o imprevisti<br />

es. materiali mancanti )<br />

• Il programma è OK, tutto il dettaglio è OK: prevedi dei<br />

momenti in cui i Capi dei paesi possano confrontarsi,<br />

cantare insieme, pregare insieme.<br />

• Prendete tutta la ricchezza di abilità che potranno portare<br />

dalla loro cultura:canti, tecniche di espressione,<br />

abilità manuale, ricami, conoscenze… e pensate di imparare<br />

molto.<br />

4. Dopo il campo<br />

• Ed ora non resta che fare un bilancio dell’esperienza con<br />

l’augurio che possa continuare anche durante l’anno,<br />

sotto altre forme, e che possa essere ricambiata.<br />

• Attendiamo il tuo feed-back.<br />

1 La conoscenza di una cultura diversa, la capacità di decentramento<br />

(mettersi nei panni di), il sentirsi veramente fratelli nonostante<br />

le diversità accettate come ricchezza reciproca e non<br />

come sopportazione, la flessibilità e il rivedere la propria identità<br />

di cittadino del mondo. Sono obiettivi fondamentali… ti pare<br />

poco? Attraverso queste esperienze state compiendo un gesto di<br />

amicizia verso il mondo e state facendo una piccola grande cosa<br />

per la pace presente e futura.<br />

2 Prendete le vostre decisioni sicuramente maturate da riflessione:<br />

non consigliamo inizialmente un campo interamente fatto<br />

insieme, perché comporta una profonda conoscenza reciproca,<br />

un lavoro interculturale precedente con e tra i ragazzi. È consigliabile<br />

progettare alcuni momenti insieme: Alzabandiera, Liturgia, 1 o 2<br />

giochi, uno scambio culinario, qualche fuoco di bivacco. Ricorda<br />

che ogni momento in comune che decidete di fare dovrà essere<br />

progettato prima (dovrete per es. sapere chi e come viene condotta<br />

un’alzabandiera, e sottolineare le differenze motivandole).<br />

3 Tenete presente che in alcune associazioni UIGSE può essere<br />

economicamente difficoltoso l’acquisito di alimenti in Italia;<br />

valutate la possibilità di provvedere con la vostra Unità ai generi<br />

alimentari non deperibili, l’unità gemellata potrebbe dare un contributo<br />

legato soltanto ai generi deperibili. Considerate che devono<br />

anche pagarsi il viaggio e questo – per alcuni paesi – coincide<br />

con un impegno pari ad un nostro viaggio aereo impegnativo.<br />

Altri materiali da campo (come i pali per le costruzioni…) o le<br />

questioni logistiche (trasporti dall’aeroporto/stazione fino al luogo<br />

del campo…) dovranno necessariamente essere organizzati da voi<br />

che ospitate anche per l’unità gemellata.<br />

4 Adeguamento è completa accettazione della diversità (in<br />

questo caso cibo ma potrebbe essere attività, liturgia, fuoco, ecc.),<br />

annullando la propria caratteristica originaria; integrazione è<br />

scambio tra due realtà, do’ la mia parte e prendo un po’ della tua<br />

per formare una nuova realtà comune senza aver dimenticato o<br />

annullato la mia identità, è dialogo arricchente.<br />

5 Per quanto riguarda la Legge sulla sicurezza stabilisci che è<br />

obbligatoria la stipula di un’Assicurazione RC e Infortuni emessa<br />

nel paese di partenza. Per quanto riguarda la Legge sulla Privacy<br />

essa è regolata dalle norme del paese di origine.


NELLO ZAINO<br />

LA CAMBUSA<br />

Andrea Padoin<br />

Con l’avvicinarsi delle attività estive si parte alla ricerca<br />

di chi ci aiuterà con la cambusa nei giorni di campo.<br />

Tanto i campi di riparto quanto i voli estivi o le vacanze<br />

di branco richiedono qualcuno esterno alla pattuglia direttiva<br />

di unità che si dedichi a questo importante servizio.<br />

Normalmente per svolgere il servizio di cambusa cerchiamo<br />

di coinvolgere Rover e Scolte, RS, genitori, ex Scout…<br />

tutte persone che in un modo o nell’altro conoscono l’attività<br />

e sanno più o meno come muoversi. Ma cosa chiediamo ai<br />

cambusieri? Forse qualcosa di più o di diverso di quanto non<br />

ci si debba realmente aspettare dal loro servizio? Facciamo il<br />

punto sul ruolo degli “angeli della cambusa” e sulla loro presenza<br />

ai campi. Innanzitutto va sottolineato che la pattuglia di<br />

unità non cambia la sua composizione nel corso del campo, e<br />

che i cambusieri non possono essere in nessun modo considerati<br />

membri dello staff: la responsabilità educativa (di fronte al<br />

Gruppo, ai genitori, ai ragazzi) rimane del Capo Unità e dei suoi<br />

aiuti, ed una collaborazione con chi segue la cambusa dovrà<br />

tener conto di questa premessa.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 43


44<br />

NELLO ZAINO<br />

Prima della partenza il Capo Unità si incontrerà<br />

con i cambusieri per discutere insieme<br />

il menù da proporre al campo. Esso terrà<br />

conto di eventuali allergie alimentari dei ragazzi,<br />

per tempo segnalate nei moduli fatti<br />

compilare dai Capi.<br />

Si dovrà tener conto anche del programma<br />

giornaliero delle attività (se c’è un hike, un<br />

pranzo trapper, una camminata, un grande<br />

gioco, il menù proposto sarà diverso); si potrà<br />

valutare anche – nel caso dei campi di riparto<br />

– di creare un menù con difficoltà di esecuzione<br />

crescente: ai ragazzi potranno essere<br />

proposte pietanze semplici nei primi giorni<br />

(pasta al pomodoro, insalata mista, bistecche,<br />

ecc.) e poi via via più impegnative (pollo alla<br />

griglia, risotti, verdure trifolate, ecc.) man<br />

mano che i cucinieri fanno esperienza.<br />

Il menù è molto importante per una buona<br />

riuscita del campo: se esso è scarso, o difficile,<br />

o poco vario, l’umore delle attività potrebbe<br />

venirne compromesso. Va anche detto che si<br />

dovrebbe cercare il più possibile di creare una<br />

dieta equilibrata: si possono trovare in giro<br />

con facilità consigli su come rispettare la “piramide<br />

alimentare”, la dieta mediterranea,<br />

che dia il giusto contributo di vitamine, proteine,<br />

carboidrati, grassi, ecc. Non dimentichiamo<br />

che in moltissime famiglie la varietà<br />

e la dieta in campo alimentare sono particolarmente<br />

curati: l’opinione dei genitori (a<br />

volte anche con qualche eccesso) sulle attività<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

estive dipende in alcuni casi anche dall’attenzione<br />

a questi aspetti.<br />

Una volta preparato il menù, vanno selezionati<br />

attentamente tutti i cibi da acquistare<br />

prima della partenza (non deperibili) e fatto un<br />

elenco quanto più preciso possibile per gli acquisti<br />

in loco. Acquistare frutta, verdura, pane,<br />

carne ed eventualmente pesce (le sardine alla<br />

griglia costano meno del petto di tacchino…)<br />

nel paese in cui si effettua il campo significa<br />

evitare di inventarsi tecniche di conservazione<br />

astruse (frigorifero con gruppo elettrogeno al<br />

seguito, oppure refrigeratori aggiuntivi nelle<br />

case di accantonamento per farci stare tutto…<br />

), ma significa anche creare un buon rapporto<br />

con il paese che ci ospita: al panettiere potremo<br />

dire che abbiamo bisogno di tot panini<br />

al giorno, al macellaio potremo dare un elenco<br />

della carne da procurare, idem per il fruttivendolo…<br />

in molti paesi di montagna c’è magari<br />

un solo negozio che può procurarci tutto ciò<br />

di cui abbiamo bisogno: lo si può contattare<br />

prima del campo (magari quando si va a fare<br />

l’explo con i Capi Squadriglia) oppure cercare<br />

il suo numero di telefono sull’elenco o chiedendo<br />

consiglio al parroco del paese o al contatto<br />

del terreno/della casa.<br />

In molti casi un accordo preventivo può fare<br />

risparmiare parecchi soldi… e non mi stupirei<br />

se scoprissimo che questa scelta potrebbe convenire<br />

anche rispetto al supermercato… provare<br />

per credere. Eviteremo così di arrivare al<br />

campo con 36 angurie, da scaricare con il muletto…<br />

Ai Campi di Riparto i compiti dei cambusieri<br />

sono quanto mai semplici: provvedere<br />

all’approvvigionamento dei cibi, anche recandosi<br />

in paese quotidianamente, e poi preparare<br />

il cibo da distribuire alle Squadriglie agli<br />

orari indicati dal Capo Unità.<br />

Non dimentichiamo che il Campo di Riparto<br />

è un campo di Squadriglie: la preparazione<br />

dei pasti a cura della cambusa centrale<br />

non va esattamente nella direzione del Metodo<br />

di Branca, nemmeno se si tratta della cola-


zione o della cena al rientro dall’hike, magari<br />

dopo due giorni di pioggia… in questo sarà<br />

cura del Capo Unità programmare i tempi in<br />

modo da garantire che l’espletamento della<br />

normale vita di campo possa avvenire regolarmente,<br />

evitando di riempire le giornate di<br />

mille attività che poi non lasciano spazio al lavaggio<br />

piatti, o alla preparazione dei pasti.<br />

Con Guide ed Esploratori spesso i cambusieri<br />

verificano lo stato di pulizia delle cucine<br />

di Squadriglia, delle stoviglie e delle pentole;<br />

anche in questo caso non dimentichiamo che<br />

è compito dei Capi segnalare eventuali situazioni<br />

migliorabili ai ragazzi, negli spazi e nei<br />

tempi previsti dal Metodo (Consiglio Capi, incontri<br />

con la Squadriglia), mentre allo staff di<br />

cambusa è richiesto di relazionare costantemente<br />

ai Capi su ciò che succede.<br />

Anche la preparazione del cibo per lo staff<br />

capi (e per gli stessi cambusieri) dovrebbe<br />

avvenire in un opportuno “angolo di pattuglia<br />

capi”, su fuoco a legna e con le stesse modalità<br />

con cui cucinano le squadriglie. Per questo<br />

sarebbe opportuno che a cucinare fossero<br />

proprio i capi, dando così l’esempio ai ragazzi<br />

su come si mantiene in ordine una cucina,<br />

su come si mette la legna all’asciutto la sera,<br />

su come si può fischiettare e sorridere anche<br />

se piove a dirotto e la fiamma proprio non<br />

vuole saperne. Evitiamo il modello “Circolo<br />

Ufficiali” che di fronte ai ragazzi<br />

proprio non attacca…<br />

Se i Capi hanno l’abitudine di<br />

farsi invitare dalle Squadriglie<br />

per alcuni pasti, quella può<br />

essere infine l’occasione per<br />

verificare che tutti mangino,<br />

che ci sia ordine e pulizia, che<br />

ci sia buonumore e organizzazione.<br />

ovviamente anche i<br />

cambusieri saranno invitati<br />

dai ragazzi, sempre evitando<br />

di lasciarsi andare a commenti<br />

o critiche, che rimangono prerogativa<br />

della pattuglia Capi.<br />

Alle vacanze di branco e ai<br />

voli estivi i cambusieri normalmente<br />

preparano i pasti<br />

per tutti. La cucina – anche<br />

per motivi di sicurezza – deve<br />

sempre rimanere un luogo<br />

“tabù” per i bambini, e questa<br />

regola deve essere fatta rispet-<br />

NELLO ZAINO<br />

tare dai Capi ancor prima che siano i cambusieri<br />

a doverla applicare. Il momento del lavaggio<br />

piatti, che spesso viene svolto con l’aiuto<br />

dei bambini, va tenuto in grande considerazione<br />

dai Capi, che con la loro presenza evitano<br />

scherzi pericolosi (siamo comunque in<br />

cucina o comunque in presenza di acqua) e tastano<br />

gli umori: delegare questo momento<br />

completamente ai cambusieri sarebbe quindi<br />

non appropriato. Un’ultima nota: la presenza<br />

di Rover o Scolte in cambusa va letta come<br />

un’esperienza di servizio al pari delle altre, per<br />

la quale è importante identificare chi abbia la<br />

responsabilità su di loro ed il loro operato; non<br />

è scontato che tale responsabilità ricada sul<br />

Capo Unità, già abbondantemente impegnato<br />

con i suoi ragazzi. D’altro canto da quanto<br />

detto non è neppure necessario che il cambusiere<br />

sia uno Scout: la sua presenza al campo<br />

non necessariamente dovrà includere la presenza<br />

ai quadrati, alle cerimonie, agli altri momenti<br />

in cui l’Unità si ritrova; al cambusiere<br />

potrebbe essere lasciata una diversa libertà ed<br />

autonomia, mettendo bene in luce con i ragazzi<br />

che il suo ruolo non è uguale a quello dei<br />

Capi. Forse con questa prospettiva sarà più facile<br />

coinvolgere qualche “viso pallido”, esterno<br />

al Gruppo, in questa attività, e non pesare sempre<br />

“sui soliti” per un servizio che richiede precisione,<br />

attenzione e passione.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 45


46<br />

in Bacheca a cura di Massimiliano Urbani Segreteria Nazionale<br />

Nomina Assistente<br />

di Distretto<br />

La Conferenza Episcopale Calabra,<br />

nella riunione del 4-6 aprile <strong>2011</strong>,<br />

ha nominato don Giuseppe Cosa<br />

Assistente del Distretto “Calabria”<br />

per il prossimo quinquennio.<br />

Consiglio Nazionale<br />

Sabato 2 e domenica 3 aprile si è<br />

svolta a Roma la riunione del Consiglio<br />

Nazionale. I lavori si sono<br />

svolti nella sede di Via Anicia, utilizzando<br />

le funzionali strutture realizzate<br />

con il contributo del 5 per<br />

mille (sala consiglio e sala biblioteca)<br />

e quelle gentilmente messe<br />

a disposizione dalla Arciconfraternita<br />

di S. Maria dell’Orto.<br />

I lavori si sono concentrati in particolare<br />

sulle attività delle Commissioni.<br />

I relativi argomenti (Sfide<br />

educative; Direttorio Religioso Italiano;<br />

Protezione Civile; Norme<br />

Direttive; Sicurezza) sono stati<br />

trattati in “seduta plenaria” pervenendo<br />

alla maturazione di importanti<br />

decisioni. Sono stati po-<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

sitivamente valutati alcuni frutti<br />

del lavoro sin qui sviluppato i quali<br />

saranno presto resi disponibili ai<br />

vari livelli associativi interessati<br />

(tra questi la bozza del “D.R.I.” e<br />

il sito dedicato alla sicurezza nelle<br />

attività). Intenso anche il lavoro<br />

in materia di Norme Direttive e<br />

di Protezione Civile (materia sulla<br />

quale il Consiglio Direttivo nominerà<br />

prossimamente un Incaricato<br />

Nazionale). È stato infine presentato<br />

il bilancio associativo così come<br />

diverse altre iniziative attivate<br />

o in corso (Centro Studi, Biblioteca,<br />

progetti per Soriano, impegni<br />

sul settore forniture, Centenario<br />

del Guidismo, ecc.); il Consiglio<br />

ha approvato le relazioni<br />

del Direttivo e del Commissariato<br />

dopo un simpatico “test” di valutazione<br />

dei primi due anni di<br />

mandato.<br />

Commissariato Nazionale<br />

L’8 maggio scorso si è riunito in<br />

via Anicia, nella Sede Nazionale,<br />

il Commissariato Nazionale. Si è<br />

partiti dalla relazione della Commissione<br />

sfide educative sulle basi<br />

della chiacchierata sulla figura del<br />

Capo per i campi scuola di secondo<br />

tempo. In seguito i Commissari<br />

Regionali hanno aggiornato sulla<br />

situazione attuale nelle loro regioni,<br />

si sono soffermati sull’uscita<br />

nazionale dei Commissari di Distretto<br />

del prossimo novembre,<br />

mentre i Commissari Nazionali alle<br />

Branche hanno relazionato sulle<br />

attività svolte (Rupe di Assisi) e le<br />

attività in programmazione (GMG,<br />

Campo mobile/Route Nazionali,<br />

Centenario del Guidismo, Impresa<br />

Piccola Ghianda). Durante la verifica<br />

tra i Commissari Regionali e<br />

i Commissari di Branca si è confermata<br />

sempre più forte l’esigenza<br />

di un coordinamento tra Branche<br />

e Distretti, rilevandone i risvolti<br />

positivi laddove questa sinergia<br />

funziona e viceversa i forti ritardi<br />

sia di comunicazione sia di animazione<br />

in caso contrario. Il Commissario<br />

Federale, Zbigniew Minda,<br />

presente alla riunione, ha ringraziato<br />

per il servizio svolto dalla<br />

nostra Associazione alla Beatificazione<br />

di Giovanni Paolo II, per l’apertura<br />

dei Campi scuola agli allievi<br />

stranieri, per l’invito alla Rupe<br />

d’Assisi, per il buon lavoro che sta<br />

portando avanti la Pattuglia Europa.<br />

Ha accennato all’incontro<br />

degli Assistenti a Cracovia a giugno<br />

2012 e al progetto dell’Eurojam<br />

2014 in Francia.<br />

Vademecum assicurazione<br />

Nella sezione “download” del sito<br />

Associativo è disponibile la versione


aggiornata del “Vademecum <strong>2011</strong>”<br />

con le informazioni delle polizze<br />

assicurative, aggiornate alle estensioni<br />

recentemente introdotte.<br />

Riconoscimento da San Pio<br />

delle Camere<br />

Nel corso di una suggestiva cerimonia<br />

svoltasi a San Pio delle Camere<br />

(AQ) lo scorso 3 aprile, il<br />

Gruppo dei vigili di Protezione Civile<br />

di San Pio delle Camere, anche<br />

a nome del Sindaco e di tutta la<br />

cittadinanza, ha consegnato a Franco<br />

Viggiani, Incaricato per l’intervento<br />

nelle zone terremotate dell’Abruzzo<br />

e per sua tramite a tutta<br />

la nostra Associazione, un attestato<br />

come ringraziamento per il nostro<br />

servizio in occasione del sisma del<br />

2009. Alla cerimonia erano presenti<br />

le massime autorità cittadine ed<br />

una nutrita rappresentanza della<br />

nostra Associazione.<br />

Scautismo in sud Sudan<br />

Da S. Ecc. Mons. Eduardo Hiiboro<br />

Kussala Vescovo di Tombura-Yambio<br />

(Sud Sudan) riceviamo e volentieri<br />

pubblichiamo la seguente lettera:<br />

“Signor Presidente, il mio amico<br />

Gianni Dinale mi ha portato le fotografie<br />

dei tre seminaristi della mia<br />

diocesi che attualmente stanno<br />

avendo un’esperienza scoutistica a<br />

Roma e mi ha illustrato cosa la <strong>FSE</strong><br />

sta facendo per loro. Non so come<br />

ringraziarla per il generoso aiuto<br />

economico e per il tempo che i vari<br />

gruppi dedicano ai seminaristi. Il futuro<br />

del Sud Sudan è nei giovani,<br />

che sono tantissimi e che hanno bisogno<br />

di forti principi morali. Ritengo<br />

che il metodo Scout sia di fondamentale<br />

importanza per la formazione<br />

dei giovani e mi auguro che<br />

la <strong>FSE</strong> voglia e possa continuare a<br />

dare una formazione come Capi<br />

Scout ai miei seminaristi sino alla<br />

fine della loro permanenza a Roma.<br />

È uno dei miei sogni quello di aprire<br />

dei gruppi Scout in Sud Sudan e, al<br />

ritorno dei seminaristi nella loro diocesi,<br />

questo sogno potrà realizzarsi.<br />

La prego di ringraziare da parte mia<br />

il Roma 17, Roma 25 e Roma 64<br />

per il tempo che dedicano a Benjamin,<br />

George e Leone. Ricorderò lei<br />

e tutti i gruppi nelle mie preghiere<br />

e che Dio vi benedica.<br />

Suo fratello in Cristo Gesù. Rt. Rev.<br />

Eduardo Hiiboro Kussala – Vescovo<br />

di Tombura-Yambio”.<br />

Jota <strong>2011</strong><br />

Ricordiamo che nel terzo fine settimana<br />

del prossimo mese di ottobre<br />

si svolgerà il J.O.T.A. (Jam-<br />

in Bacheca<br />

boree On the Air). Si tratta di un<br />

incontro internazionale tenuto<br />

annualmente i cui partecipanti,<br />

con l’uso delle ricetrasmittenti,<br />

possono mettersi in contatto con<br />

altri Scout di tutto il mondo. Questo<br />

evento è un’occasione per vivere<br />

la fratellanza e il carattere internazionale<br />

dello scautismo. La<br />

notizia viene data con largo anticipo<br />

affinché eventuali Gruppi<br />

interessati possano inserire questa<br />

attività nel calendario del prossimo<br />

anno Scout.<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong> 47


48<br />

SOMMARIO<br />

Editoriale<br />

Un’esperienza importante .......................................... 2<br />

Nelle Sue Mani<br />

Voi siete un dono prezioso......................................... 4<br />

Ci hai chiamati, siamo qui .......................................... 6<br />

Cittadini degni del Vangelo<br />

Una politica “per” e “con” gli altri ............................. 8<br />

Un dialogo continuo ...................................................10<br />

Giocare il gioco<br />

Il libro… dei Capi........................................................12<br />

Il kit della Capo Cerchio.............................................13<br />

Testi fondamentali della Branca Guide .....................14<br />

Testi fondamentali della Branca Esploratori .............15<br />

La vita all’aperto al volo estivo ..................................16<br />

Il mistero di Assisi........................................................18<br />

Sentire comune: il senso civico .................................20<br />

Giocare il gioco... In Europa!......................................22<br />

Servire ..........................................................................24<br />

Lo Scout è leale ...........................................................26<br />

Radici<br />

Il giglio..........................................................................28<br />

Da cento anni Guide…<br />

Un Ceppo vitale ..........................................................29<br />

Fortemente Guide.......................................................30<br />

Lavori in corso<br />

Cristiani si diventa, non si nasce................................33<br />

Sicuramente Scout ......................................................37<br />

Un’opinione sull’IPISE.................................................39<br />

Orizzonte Europa<br />

Se accolgo... ................................................................40<br />

Vademecum per gemellaggi e scambi.......................41<br />

Nello zaino<br />

La cambusa ..................................................................43<br />

In bacheca<br />

Atti associativi e notizie varie.....................................46<br />

AZIMUTH • SCOUT D’EUROPA 3/<strong>2011</strong><br />

AZIMUTH Nº 3/<strong>2011</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!