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01.06.2013 Views

Allegato 4 1. Completa il testo con le informazioni che hai raccolto dalla visione del filmato “Il Paese di fronte”. Nel documentario visto in classe si sottolinea come uno degli obiettivi del regime fosse quello dell’emancipazione delle donne. Uno dei modi per ottenerla fu _________________________________________ (la modernizzazione dello stile dell’abbigliamento)*, come si vede nelle immagini delle ____________________ (sfilate di moda) organizzate dal regime. La commentatrice di uno di tali eventi sottolinea con orgoglio che le stoffe sono state prodotte ___________________________ (all’interno del Paese/in Albania). Una delle fabbriche di seta più rinomate del Paese era quella di ______________ (Scutari). Sfilano donne con abiti ___________ (da lavoro) adatti sia per i centri industriali che per i centri agricoli. Viene presentato anche l’abbigliamento degli _________________________ (alunni della scuola elementare). Si evidenzia la bravura degli stilisti albanesi che disegnano vestiti _______________________ (semplici ma belli). *: tra parentesi vengono riportate le soluzioni, assenti nel foglio consegnato agli alunni. 2. Ora leggi questo breve testo che approfondisce il tema dell’emancipazione femminile promossa dal regime di Enver Hoxha ed esegui gli esercizi che seguono. (testo da me riadattato sulla base delle informazioni contenute in: O. Romano, L’Albania nell’era televisiva. Le vie della demodernizzazione, L’Harmattan Italia, Torino 1999, pp. 55-56) Durante il governo comunista albanese si assistette ad una progressiva emancipazione della donna rispetto alla struttura patriarcale e alla deplorevole situazione che la vedeva soggiogata nell’ambiente tribale. 22

Il partito comunista ha fatto leva sulla condizione femminile e ha promosso la liberazione delle donne allo scopo di renderle sue potenti alleate. Come si legge in un opuscolo propagandistico, Il P.L.A. (Partito del Lavoro d’Albania) dedicò nel suo programma una grande attenzione al risveglio e alla mobilitazione della donna [...] Il partito fece appello alla donna perché si mobilitasse per spezzare con le proprie mani le catene del fanatismo, schierandosi a fianco dell’uomo nella lotta per l’indipendenza nazionale e anche nella lotta per liberare se stesse (La Nuova Albania , Albania – Informazioni generali, 8 Nentori, Tirana 1984, p. 212). Delle donne venne sottolineato il coraggio dimostrato nella Resistenza: “6.000 donne parteciparono alla lotta di liberazione” (La Nuova Albania , Albania – Informazioni generali, 8 Nentori, Tirana 1984, p. 215); inoltre, a partire dal 1943 esse si riunirono nell’Unione delle Donne Antifasciste Albanesi, un organismo molto attivo che raccoglieva le istanze femminili in campo politico e sociale. In loro favore vennero varate leggi speciali che riconoscevano alla donna nuovi diritti e si tentò in tutti i modi di sostituire gli usi tribali tradizionali con norme che garantivano un maggiore rispetto della sua dignità. Fu così che le donne si dimostrarono spesso le più agguerrite portabandiera della dottrina del partito e dell’ortodossia comunista. In alcuni momenti il partito si trovò persino a dover tenere a freno l’entusiasmo delle militanti dell’Unione delle Donne, troppo intransigenti nelle loro richieste per un’accelerazione del processo d’emancipazione e nelle loro pressioni per la modernizzazione del Paese. Agli occhi di Enver Hoxha, l’uomo e la donna dovevano avanzare “in armonia di sentimenti, di fini, di ideali puri verso il comunismo”. L’uomo e la donna, indistinguibili nel loro statuto di soggetti di diritti e di bisogni, venivano ad essere integralmente omologati. A dimostrare la nuova condizione della donna era la possibilità di accedere al lavoro e di partecipare alla vita politica. Anche se il lavoro rappresentava una forma di affrancamento, di fatto esso si traduceva nel raddoppio delle incombenze a carico della donna che, nel nuovo regime, doveva faticare duramente in casa e fuori. Nel campo dell’istruzione le donne raggiunsero quasi la parità con l’uomo, e così pure nella vita sociale e produttiva. In ambito politico ed amministrativo il processo incontrava maggiori resistenze e comunque il potere 23

Il partito comunista ha fatto leva sulla condizione femminile e ha promosso la liberazione<br />

delle donne allo scopo di renderle sue potenti alleate. Come si legge in un opuscolo<br />

propagandistico,<br />

Il P.L.A. (Partito del <strong>La</strong>voro d’Albania) dedicò nel suo programma una grande attenzione<br />

al risveglio e alla mobilitazione della donna [...] Il partito fece appello alla donna <strong>per</strong>ché si<br />

mobilitasse <strong>per</strong> spezzare con le proprie mani le catene del fanatismo, schierandosi a fianco<br />

dell’uomo nella lotta <strong>per</strong> l’indipendenza nazionale e anche nella lotta <strong>per</strong> liberare se stesse<br />

(<strong>La</strong> Nuova Albania , Albania – Informazioni<br />

generali, 8 Nentori, Tirana 1984, p. 212).<br />

Delle donne venne sottolineato il coraggio dimostrato nella Resistenza: “6.000 donne<br />

parteciparono alla lotta di liberazione” (<strong>La</strong> Nuova Albania , Albania – Informazioni generali, 8 Nentori, Tirana 1984, p. 215); inoltre, a<br />

partire dal 1943 esse si riunirono nell’Unione delle Donne Antifasciste Albanesi, un<br />

organismo molto attivo che raccoglieva le istanze femminili in campo politico e sociale.<br />

In loro favore vennero varate leggi speciali che riconoscevano alla donna nuovi diritti e si<br />

tentò in tutti i modi di sostituire gli usi tribali tradizionali con norme che garantivano un<br />

maggiore rispetto della sua dignità.<br />

Fu così che le donne si dimostrarono spesso le più agguerrite portabandiera della dottrina<br />

del partito e dell’ortodossia comunista. In alcuni momenti il partito si trovò <strong>per</strong>sino a dover<br />

tenere a freno l’entusiasmo delle militanti dell’Unione delle Donne, troppo intransigenti<br />

nelle loro richieste <strong>per</strong> un’accelerazione del processo d’emancipazione e nelle loro pressioni<br />

<strong>per</strong> la modernizzazione del Paese.<br />

Agli occhi di Enver Hoxha, l’uomo e la donna dovevano avanzare “in armonia di<br />

sentimenti, di fini, di ideali puri verso il comunismo”. L’uomo e la donna, indistinguibili nel<br />

loro statuto di soggetti di diritti e di bisogni, venivano ad essere integralmente omologati.<br />

A dimostrare la nuova condizione della donna era la possibilità di accedere al lavoro e di<br />

partecipare alla vita politica. Anche se il lavoro rappresentava una forma di affrancamento,<br />

di fatto esso si traduceva nel raddoppio delle incombenze a carico della donna che, nel<br />

nuovo regime, doveva faticare duramente in casa e fuori. Nel campo dell’istruzione le donne<br />

raggiunsero quasi la parità con l’uomo, e così pure nella vita sociale e produttiva. In ambito<br />

politico ed amministrativo il processo incontrava maggiori resistenze e comunque il potere<br />

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