DAL 14 AL 17 GIUGNO 2012 - Capua Il Luogo della Lingua
DAL 14 AL 17 GIUGNO 2012 - Capua Il Luogo della Lingua
DAL 14 AL 17 GIUGNO 2012 - Capua Il Luogo della Lingua
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Comune di <strong>Capua</strong><br />
Assessorato al Marketing Territoriale<br />
e Politiche Giovanili<br />
Guglielmo Lima<br />
8° edizione<br />
Festival<br />
<strong>D<strong>AL</strong></strong> <strong>14</strong> <strong>AL</strong> <strong>17</strong> <strong>GIUGNO</strong> <strong>2012</strong><br />
direzione artistica Giuseppe Bellone<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
è un evento<br />
architempo
Festival<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Verso <strong>Capua</strong><br />
...rotto il colmo sull’ansa, con un salto,<br />
il Volturno calò, giallo, la sua<br />
piena tra gli scopeti, la disperse<br />
nelle crete. Laggiù si profilava<br />
mobile sulle siepi un postiglione,<br />
e apparì su cavalli,<br />
in una scia di polvere e sonagli.<br />
Si arrestò pochi istanti, l’equipaggio<br />
dava scosse, d’attorno volitavano<br />
farfalle minutissime. Un furtivo<br />
raggio incendiò di colpo il sughereto<br />
scotennato, a fatica ripartiva<br />
la vettura: e tu in fondo che agitavi<br />
lungamente una sciarpa, la bandiera<br />
stellata!, e il fiume ingordo s’insabbiava.<br />
Eugenio Montale<br />
<strong>Capua</strong> il <strong>Luogo</strong> <strong>della</strong> <strong>Lingua</strong> Festival è la rassegna promossa dall’associazione Architempo che dal 2005<br />
coinvolge la città di <strong>Capua</strong> ogni anno e vede la letteratura attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il<br />
cinema, il teatro, l’arte visiva, l’arte audiovisiva e quella multimediale, la musica e tutte le sue declinazioni,<br />
l’architettura, la scultura e la fotografia.<br />
È a <strong>Capua</strong>, altera Roma secondo Cicerone, considerata “Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, che nel<br />
960, precisamente 1052 anni fa, si ha il “Placito <strong>Capua</strong>no” o “Carta di <strong>Capua</strong>”. <strong>Il</strong> “Placito <strong>Capua</strong>no” è<br />
unanimemente riconosciuto dagli storici come il primo documento del volgare italiano. L’idea di ispirarsi<br />
a esso per il tema di un festival nasce proprio dall’esigenza di sottolinearne l’importanza per il nostro<br />
patrimonio linguistico e culturale.<br />
L’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio <strong>della</strong> grande storia nel nostro territorio, si<br />
trasforma nei giorni del Festival in palcoscenico.<br />
Cultura, letteratura, teatro, musica, arte, gastronomia si fondono a Palazzo Lanza, sede<br />
dell’associazione Architempo e <strong>della</strong> Libreria, Ristorante Ex Libris, al Museo Provinciale Campano che<br />
custodisce le prestigiose Matres Matutae, al Palazzo del Governatore sede del Municipio, a Palazzo<br />
Fieramosca, appartenuto alla famiglia di Ettore, eroe <strong>della</strong> Disfida di Barletta, al Museo d’Arte<br />
Contemporanea e in tutti i numerosi luoghi storici di aggregazione <strong>della</strong> città come Piazza dei Giudici<br />
e il Chiostro dell’Annunziata, per dare vita ad un unico grande spettacolo dal vivo espressione di una<br />
poliedricità che appartiene al linguaggio, anzi ai linguaggi, che non poteva non essere celebrata a <strong>Capua</strong>,<br />
uno dei luoghi simbolo del patrimonio che prima di ogni altro ci rappresenta, la lingua italiana.<br />
Tantissimi gli ospiti che in questi otto anni hanno calcato il palcoscenico del <strong>Capua</strong> il <strong>Luogo</strong> <strong>della</strong> <strong>Lingua</strong>,<br />
insieme agli amici di sempre, gli scrittori, gli artisti, gli storici, gli attori e i giornalisti che da anni rendono<br />
vivo con il loro impegno il festival, ai quali prima di tutti va il nostro ringraziamento.<br />
Anche questa edizione, de “<strong>Il</strong> <strong>Luogo</strong> <strong>della</strong> <strong>Lingua</strong> festival” vede l’associazione Architempo collaborare<br />
con numerose realtà culturali, musicali, cinematografiche e teatrali del territorio, impegnata da anni nella<br />
promozione dell’idea di <strong>Capua</strong> capuologo culturale <strong>della</strong> provincia di Caserta, idea condivisa da quest’anno<br />
con l’Assessore al Marketing Territoriale e Politiche Giovanili del Comune di <strong>Capua</strong> Guglielmo Lima,<br />
che ha entusiasticamente profuso il suo impegno personale nella realizzazione del festival, coadiuvato dal<br />
prezioso supporto di tutti i giovani dell’Associazione Culturale <strong>Il</strong> Velo di Maya.<br />
Un week-end di approfondimento culturale per visitatori e curiosi, ma soprattutto un’operazione di<br />
ricostruzione di un’identità culturale del territorio, fondamentale per immaginare un futuro possibile.<br />
Giuseppe Bellone<br />
Direttore Artistico <strong>Capua</strong> il <strong>Luogo</strong> <strong>della</strong> <strong>Lingua</strong> Festival<br />
La città di <strong>Capua</strong> che splende di civiltà sin dall’epoca romana è forse la sintesi migliore del vasto reticolo<br />
di incroci e passaggi di uomini, culture, guerre, abbandoni e ricostruzioni che caratterizza l’intera provincia<br />
di Terra di Lavoro.<br />
Secoli di civiltà sono raccontati da strade, palazzi, chiese, storie e leggende.<br />
<strong>Capua</strong> è un contenitore di storia ed eventi che non solo appartengono alla nostra sfera locale, ma spesso<br />
travalicano i confini regionali incrociandosi con i fatti che hanno determinato la Storia del nostro Paese.<br />
La celeberrima formula “Sao ko kelle terre…” nota sotto il nome di Placito <strong>Capua</strong>no è riconosciuta come<br />
la prima attestazione di una lingua, che non fosse il latino, utilizzata in un contesto pubblico, quale appunto<br />
un tribunale, siamo dunque alle fonti <strong>della</strong> lingua italiana, al suo atto di nascita ufficiale, compreso nelle<br />
poche righe di un formulario giuridico.<br />
Partire da uno spunto storico che appartiene al patrimonio nazionale e che vede la nostra città protagonista,<br />
realizzando un festival che ripropone in maniera contemporanea il tema del linguaggio è un’occasione<br />
importante per rilanciare una città in termini di marketing territoriale, l’aver condiviso la realizzazione di tale<br />
evento con l’associazione Architempo che da otto anni svolge questa operazione, mi è sembrato un atto<br />
doveroso da cittadino e da amministratore.<br />
<strong>Il</strong> Placito diviene materia viva, che va incontro agli spettatori, dispiegandosi negli spazi <strong>della</strong> città<br />
e assumendo i contorni di una microstoria che corre di bocca in bocca per farsi alla fine immaginario<br />
collettivo comune.<br />
Sono convinto che <strong>Capua</strong> abbia delle potenzialità incredibili ed e’ questo il motivo principale per cui ho<br />
scelto di mettermi in gioco ed in discussione.<br />
Ritengo che oggi, dopo anni caratterizzati da scelte discutibili e da un insano ricorso allo strumento <strong>della</strong><br />
clientela, il compito principale <strong>della</strong> politica debba essere quello di recuperare la propria credibilità, e<br />
pertanto, lavorare a testa bassa, tentando di raggiungere obiettivi concreti ed eliminando tutti gli sprechi<br />
di denaro pubblico.<br />
In tal senso ci tengo a sottolineare che anche questo Festival, così come tutte le iniziative che in questo<br />
anno ho avuto l’onore ed il piacere di patrocinare (A ruota Libera, Natalis Dies, Le giornate FAI di primavera),<br />
sono state realizzate completamente a COSTO ZERO per il Comune.<br />
A tal proposito, a breve, sara’ inaugurato, al primo piano <strong>della</strong> Casa Comunale, anche un Settore di politiche<br />
giovanili, che, attraverso lo strumento dell’Informagiovani e quello del Forum <strong>della</strong> gioventù, indirizzerà tutti<br />
i suoi sforzi verso politiche di occupazione giovanile e progettazione per ottenere finanziamenti europei.<br />
Anche tali strutture e tali servizi non avranno alcuna incidenza sulle casse comunali, essendo riusciti a<br />
sbloccare dei finanziamenti regionali, il Piano Territoriale Giovanile, imputando a quota di cofinanziamento<br />
esclusivamente beni strumentali.<br />
Dobbiamo ritrovare la forza e soprattutto l’entusiasmo di riportare alla luce i nostri tesori, valorizzandoli con<br />
un’azione sinergica e moderna che parta dalla gente: dalle associazioni e dai gruppi di cittadini affinchè<br />
guidino il visitatore fin dentro il cuore pulsante del nostro territorio.<br />
Guglielmo Lima<br />
Assessore al Marketing territoriale e Politiche giovanili del Comune di <strong>Capua</strong>
IL PLACITO CAPUANO<br />
Gariperto, Mari e Teodemondo testimoniando in favore dell’abate<br />
di Montecassino: “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene,<br />
trenta anni li possette parte sancti Benedicti”, avrebbero<br />
mai immaginato la lunga storia <strong>della</strong> nostra lingua con il loro<br />
‘balbettante italiano’?<br />
Eppure questo breve testo in volgare è a fondamento <strong>della</strong> nostra<br />
identità, non solo linguistica.<br />
Ed è nella nostra città che questo ‘monumento’ viene registrato<br />
in un atto notarile, il Placito di <strong>Capua</strong>, redatto in latino, ma con la<br />
suddetta formula del giuramento in volgare.<br />
<strong>Il</strong> documento racconta di una vertenza sorta tra il laico Rodelgrimo<br />
di Aquino e l’abate Aligerno di Montecassino, per una questione di<br />
proprietà terriera.<br />
Nel processo celebrato a <strong>Capua</strong>, il 30 marzo 960, dinanzi alla corte<br />
del Principe longobardo, l’abate contesta a Rodelgrimo il possesso<br />
di alcune terre da lui usurpate e chiama a discolpa, per confermare<br />
i diritti del Monastero, i tre testimoni che giurano e si esprimono in<br />
una ‘forma volgare’ elaborata dal giudice di <strong>Capua</strong>, Arechisi.<br />
Rodelgrimo che riferisce di aver ricevuto in eredità dai suoi avi<br />
quelle terre, senza produrre alcuna prova, è costretto ad accettare<br />
l’istituto dell’usucapione, e quindi a soccombere dinanzi al diritto<br />
di S. Benedetto!<br />
In questa ‘carta’, come in tutte le prime manifestazioni scritte del<br />
volgare, è il notaio, il giudice il copista ad accogliere, nel repertorio<br />
scritto latino i primi segni del parlato romanzo, nobilitandolo in una<br />
forma latina, ma con un linguaggio semplice e piano.<br />
<strong>Il</strong> Placito di <strong>Capua</strong> sarà riconosciuto primo documento ufficiale<br />
<strong>della</strong> lingua italiana, perché l’uso del volgare è consapevolmente<br />
e esplicitamente distinto dal latino e articolato in una frase<br />
sintatticamente autosufficiente.<br />
Inoltre, questo uso evidenzia una volontà di dare una registrazione<br />
fedele <strong>della</strong> realtà, sia nell’atto scritto che nella lettura che se ne<br />
darà, nella lingua comprensibile all’uditore o al lettore.<br />
Non è un caso, infine, che il primo documento dell’uso ufficiale di<br />
un volgare italiano ci venga da un Principato longobardo del Sud<br />
<strong>della</strong> penisola (quale allora era <strong>Capua</strong>), dove la vita politica durava<br />
autonoma e ininterrotta da ben quattro secoli. In quel momento<br />
“soli…..tra i dominatori del nostro Mezzogiorno, i Longobardi <strong>della</strong><br />
Campania parlavano la lingua delle popolazioni locali.”<br />
Anna Solari Garofano Venosta<br />
GIoVedì <strong>14</strong> GIuGno<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 20.00<br />
Inaugurazione mostra fotografica<br />
INSIDE AFRICA<br />
a cura di Marica Crisci, Domenico<br />
Ruggiero, Bruno Santoro<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 21.00<br />
Terra di Cinema e SET<br />
presentano<br />
Proiezione docufilm<br />
INSIDE AFRICA<br />
di Gaetano Ippolito<br />
Durata 59 min.<br />
Scritto e diretto da Gaetano Ippolito<br />
Fot. e mont. Domenico Ruggiero<br />
Musiche di Salvatore Cirillo<br />
Suono Raffaele De Lucia<br />
Ufficio stampa Mariamichela Formisano<br />
Saranno ospiti i protagonisti del film con<br />
il cast tecnico<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 22.30<br />
DoNNE x AFRICA<br />
da un idea di Giorgio Netti, coreografata<br />
da Graziella Di Rauso<br />
Venerdì 15 GIuGno<br />
MuSeo ProVInCI<strong>AL</strong>e CAMPAno<br />
ore 19.30<br />
MuSICA <strong>AL</strong> MuSEo<br />
Rassegna Musicale di giovani concertisti<br />
allievi dei Maestri<br />
Antonio Zona e Luigi Pettrone<br />
Posti a sedere limitati<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 20.30<br />
Fausto Mesolella<br />
presenta il suo ultimo cd<br />
“SuoNERò FINo A FARTI FIoRIRE”<br />
(ZoNA <strong>2012</strong>)<br />
Undici brani scritti, arrangiati<br />
e/o adattati da Fausto Mesolella<br />
per chitarra solo<br />
con la partecipazione<br />
straordinaria di:<br />
Raiz, voce in ‘O sole mio<br />
Rita Marcotulli, piano in La mia musica<br />
Domenico De Marco, surdu e rullantino in<br />
Sonatina improvvisata d’inizio estate<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 21.30<br />
Incontro con Serena Dandini<br />
autrice del libro<br />
GRAZIE PER quELLA voLTA (RIZZoLI)<br />
interviene Gabriella D’Angelo<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 22.30<br />
Riccardo Ceres in<br />
quANDo PIovE DILuvIA<br />
Spettacolo al peperoncino per<br />
combattere la crisi<br />
con la taumaturgica partecipazione del<br />
Maestro Fabio Tommasone al piano<br />
SABATo 16 GIuGno<br />
ChIoSTro deLL’AnnunzIATA d<strong>AL</strong>Le<br />
ore 18.30<br />
Aperitivo e Dj set al SetteSerpi<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 20.00<br />
Mariamichela Formisano<br />
Incontra<br />
Teresa de Sio autrice di<br />
METTI IL DIAvoLo A B<strong>AL</strong>LARE (EINAuDI)<br />
P<strong>AL</strong>Azzo deL GoVernATore PIAzzA<br />
deI GIudICI ore 21.30<br />
TERESA DE SIo in<br />
ACuSTICA<br />
Teresa De Sio voce, chitarra, lettura<br />
HER violino<br />
Luca Rossi voce e percussioni<br />
Sasa’ Flauto chitarra acustica<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 23.00<br />
Pino Fusco<br />
in<br />
oNE MAN oNE BAND<br />
doMenICA <strong>17</strong> GIuGno<br />
CAPuA CenTro STorICo<br />
d<strong>AL</strong>Le 10.00 <strong>AL</strong>Le 13.00<br />
LA CITTà DEL PLACITo<br />
MuSeo ProVInCI<strong>AL</strong>e CAMPAno<br />
d<strong>AL</strong>Le 9.00 <strong>AL</strong>Le 13.00<br />
Via Roma 68, informazioni e prenotazioni<br />
0823620076<br />
La domenica mattina del festival oltre<br />
al Museo Provinciale Campano, <strong>Capua</strong>,<br />
città d’accoglienza, con i suoi bastioni,<br />
l’ampia ansa del Volturno, pregna di<br />
storia millenaria aprirà le porte dei suoi<br />
monumenti grazie ai volontari <strong>della</strong><br />
protezione civile Volturnia Civitas.<br />
Per informazioni e prenotazioni visite<br />
guidate rivolgersi a:<br />
Ufficio promozione turistica e culturale del<br />
Comune di <strong>Capua</strong> 08235795548<br />
Museo diocesano, Museo d’Arte<br />
Contemporanea, Palazzo Fieramosca,<br />
Chiesa dei S.S. rufo e Carponio, Chiesa<br />
di San Marcello, Chiesa dell’Annunziata<br />
Chiesa di Sant’eligio, Chiesa di San<br />
Gabriello (Santa Placida).<br />
Palazzo Lanza<br />
ristorante, Libreria ex Libris<br />
informazioni e prenotazioni<br />
0823622924 0823962097<br />
Aperti a pranzo<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 10.30<br />
APERITIvo CoN L’AuToRE<br />
Presentazione del libro<br />
MACHINA MuNDI<br />
Incursioni simbolico-politiche nell’arte<br />
federiciana (Franco Angeli)<br />
di Antimo Cesaro<br />
interviene<br />
Anna Solari<br />
modera<br />
Mariamichela Formisano<br />
a seguire visita al centro storico di <strong>Capua</strong><br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 18.00<br />
IL LuoGo DELLA LINGuA, LA LINGuA<br />
DEL LuoGo<br />
Presentazione dei corsi e dei lavori<br />
prodotti dai corsisti dei Laboratori di<br />
scrittura e di sceneggiatura di Architempo<br />
e 19.11 tenuti da Marilena Lucente, Carla<br />
D’Alessio, Barbara Rossi Prudente<br />
Letture di Caterina Di Matteo<br />
I testi sono frutto di una scrittura<br />
partecipata dei corsisti dei laboratori a<br />
cura di<br />
Marilena Lucente, Carla D’Alessio<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 19.00<br />
LA SCRITTuRA CoME DENuNCIA<br />
SoCI<strong>AL</strong>E<br />
Alessio Maione<br />
incontra<br />
Adolfo Ferraro<br />
autore di<br />
Materiali dispersi Storie dal<br />
Manicomio Criminale<br />
Prefazione di Massimo Picozzi (Pironti)<br />
Ivan Montanaro<br />
autore di<br />
diario di uno schizofrenico<br />
Prefazione di Gino Strada (Pironti)<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 19.30<br />
LA SCRITTuRA è ARCHITETTuRA<br />
Antonio Buonocore<br />
Marilena Lucente<br />
incontrano<br />
Davide vargas<br />
Autore di racconti di architettura,<br />
(Pironti), Alberi, (ilfilodipartenope),<br />
La città <strong>della</strong> poesia, l’ArCA<br />
international n° 106<br />
Evento realizzato in collaborazione con<br />
Amatela<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 20.00<br />
LA MIA TERRA<br />
Presentazione dell’antologia prodotta dal<br />
Torneo letterario organizzato dalla casa<br />
editrice Caracò e Architempo<br />
conduce Mario Gelardi<br />
editore, regista e autore teatrale<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 20.30<br />
La scrittura del teatro<br />
Fausto Greco<br />
incontra<br />
Manlio Santanelli<br />
Autore di “La venere dei terremoti”<br />
(Edizioni Caracò)<br />
Letture di Stefano Ferraro<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA ore 21.20<br />
Associazione Artemisia<br />
in collaborazione con<br />
Teatro Civico <strong>14</strong> e<br />
Associazione Culturale Tresart<br />
presenta la performance<br />
ARMòNIA<br />
liberamente tratto da<br />
una Psicologia Antica<br />
di Mario Matropaolo (Liguori Editore)<br />
Letture di <strong>Il</strong>aria Delli Paoli<br />
Arpa e Tai Chi Chuan Floriana Figliomeni<br />
Durata 10 minuti<br />
P<strong>AL</strong>Azzo LAnzA d<strong>AL</strong>Le ore 21.30<br />
Barbara Rossi Prudente<br />
incontra lo scrittore Giorgio vasta<br />
A SeGuIre<br />
Reading Musicale<br />
PRESENTE<br />
testi di vasta, Bajani, Murgia, Nori,<br />
edizioni Einaudi<br />
Letture di Giorgio vasta<br />
Alla chitarra Sossio Lupoli<br />
A SeGuIre<br />
KAZuM in concerto<br />
Stefano Salvestrini, computer e<br />
programmazione<br />
Sossio Lupoli, chitarra e loop<br />
Alessandro Inglima, video<br />
e Per FInIre…<br />
CHE LA FESTA CoMINCI<br />
Selezione musicale a cura di<br />
Dj Minollo
GIOVEDì <strong>14</strong> <strong>GIUGNO</strong><br />
palazzo lanza ore 20.00<br />
Inaugurazione mostra fotografica<br />
INSIDE AFRICA<br />
a cura di Marica Crisci, Domenico Ruggiero, Bruno Santoro<br />
La proiezione del documentario sarà preceduta dall’inaugurazione <strong>della</strong> mostra fotografica “INSIDE<br />
AFRICA”. La mostra raccoglie, oltre ad alcuni scatti del dottore Bruno Santoro che ha realizzato nelle<br />
sue missioni in Africa, le foto di Marica Crisci e Domenico Ruggiero scattate nel recente viaggio<br />
in Tanzania al seguito dei medici missionari dell’associazione “Una mano tesa per Tharaka”. “Gli<br />
scatti raccontano momenti di una realtà lontana dal nostro vivere quotidiano” racconta Marica Crisci,<br />
“Una realtà povera, piena di contraddizioni e, nella sua semplicità, ricca di sorrisi veri e di infinita<br />
spensieratezza. Si parte per questi luoghi per dare, ma si ritorna con un senso di pienezza interiore”.<br />
palazzo lanza ore 21.00<br />
Terra di Cinema e SeT<br />
presentano<br />
Proiezione docufilm<br />
INSIDE AFRICA<br />
di Gaetano Ippolito<br />
Durata 59 min.<br />
Scritto e diretto da Gaetano Ippolito<br />
Fotografia e montaggio Domenico Ruggiero<br />
Musiche di Salvatore Cirillo<br />
Suono Raffaele De Lucia<br />
Ufficio stampa Mariamichela Formisano<br />
Saranno ospiti i protagonisti del film con il cast tecnico<br />
<strong>Il</strong> documentario di Gaetano Ippolito racconta la storia di Giuseppe Valente, il medico missionario<br />
capuano impegnato nelle missioni in Tanzania. L’opera documenta l’esperienza <strong>della</strong> recente<br />
missione del medico avvenuta tra il novembre e il dicembre 2011. INSIDE AFRICA è un viaggio nella<br />
terra <strong>della</strong> povertà e <strong>della</strong> morte, dove, paradossalmente ci si ritrova a scoprire la semplicità e la<br />
bellezza <strong>della</strong> vita.<br />
Valente è il presidente dell’associazione, con sede a <strong>Capua</strong>, “una mano tesa per Tharaka”,<br />
impegnata nella raccolta fondi per la costruzione di un dispensario medico in un poverissimo villaggio<br />
di capanne di nome PANDE, situato in TANZANIA. La struttura rappresenta un presidio sanitario che<br />
consentirà di salvare tantissime vite umane ed è un primo passo per portare la sanità su una vasta<br />
aerea molto povera e priva di assistenza medica. La produzione del documentario di Terra di Cinema<br />
e SET è finalizzata non solo ad un’azione di sensibilizzazione per la raccolta fondi destinata al progetto<br />
di Pande, ma anche per promuovere e favorire l’adesione di medici italiani al progetto “Una mano<br />
tesa per Tharaka”, perché la sanità africana è carente di medici specialisti.<br />
INSIDE AFRICA è un documentario scritto e diretto da GAETANO IPPOLITO, che ha diretto “La prova<br />
dei 9” con i comici di Zelig Bove e Limardi per Settembre al Borgo e ha prodotto “La Domitiana”,<br />
in onda su RAI3, BBC, ORF (Austria). Gaetano Ippolito si è avvalso <strong>della</strong> preziosa collaborazione<br />
di Domenico Ruggiero sia per la fotografia che per il montaggio, con il quale aveva già lavorato al<br />
documentario “La prova dei 9”. <strong>Il</strong> documentario è impreziosito dalle musiche di Salvatore Cirillo,<br />
apprezzato musicista jazz. <strong>Il</strong> suono è curato da Raffaele De Lucia già presente nel documentario<br />
“Eclissi parziale”.<br />
palazzo lanza ore 22.30<br />
DoNNE x AFRICA<br />
da un idea di Giorgio Netti, coreografata da Graziella Di Rauso<br />
Le associazioni Una Mano Tesa per Tharaka e Movinghart<br />
Connection, dopo l’esperienza di ensemble artistica “Donne<br />
per Africa”, concerto di musica e danza interpretato da donne<br />
impegnate nel progetto di sviluppo delle zone più critiche del Kenya<br />
e <strong>della</strong> Tanzania, contribuendo alla costruzione e all’ampliamento<br />
degli ospedali nei villaggi di Mbweni (Tanzania), Tharaka e Pande<br />
(Kenya), presentano stasera un estratto tratto dalle stesso concerto.<br />
Voci e passi si intrecciano dando vita a momenti di pura arte fatti<br />
di passione, impegno, solidarietà e professionalità, per rendere<br />
Donne per Africa un concerto unico nel suo genere.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Foto Ezio Bevere<br />
Festival
VENERDì 15 <strong>GIUGNO</strong><br />
Museo proVinCiale CaMpano ore 19.30<br />
MuSICA <strong>AL</strong> MuSEo<br />
Rassegna Musicale di giovani concertisti allievi dei Maestri Antonio Zona e Luigi Pettrone<br />
<strong>Il</strong> Museo Provinciale Campano custode, tra le altre preziosità, delle splendide Matres Matutae,<br />
da poco riaperto al pubblico alla presenza del Presidente <strong>della</strong> Repubblica Giorgio Napolitano, in<br />
occasione del festival si apre alla città ospitando musica classica, grazie all’impegno e alla nuova linfa<br />
vitale profusa dal direttore Maria Luisa Nava.<br />
Posti a sedere limitati<br />
palazzo lanza ore 20.30<br />
Fausto Mesolella<br />
presenta il suo ultimo cd<br />
“SuoNERò FINo A FARTI FIoRIRE” (ZoNA <strong>2012</strong>)<br />
Undici brani scritti, arrangiati<br />
e/o adattati da Fausto Mesolella<br />
per chitarra solo<br />
con la partecipazione<br />
straordinaria di:<br />
Raiz, voce in ‘O sole mio<br />
Rita Marcotulli, piano in La mia musica<br />
Domenico De Marco, surdu e rullantino in Sonatina improvvisata<br />
d’inizio estate<br />
Dopo 30 anni di instancabile militanza nella musica, Fausto<br />
Mesolella esordisce come solista in “Suonerò fino a farti fiorire” un<br />
album di sola chitarra.<br />
“A un certo punto <strong>della</strong> mia carriera ho capito di aver un mio<br />
suono” – spiega il musicista – “dopo aver composto canzoni,<br />
colonne sonore, dopo aver prestato la mia chitarra al servizio di<br />
mezzo mondo, dopo aver curato produzioni, arrangiamenti e testi<br />
per tantissimi artisti, mi sono voluto fare un regalo con quest’album<br />
di sola chitarra”.<br />
Dalla musica classica ai temi per colonne sonore, dai propri pezzi<br />
fino all’amata musica napoletana: undici tracce, sintesi di un<br />
percorso che, attraverso il solo suono <strong>della</strong> sua chitarra, racconta<br />
la storia del compositore Mesolella.<br />
Fausto Mesolella. Storica chitarra degli Avion Travel, compositore,<br />
arrangiatore, produttore, il musicista casertano Fausto Mesolella<br />
ha prestato il proprio talento a tantissimi artisti <strong>della</strong> scena<br />
italiana, tra i quali Gabriella Ferri, Nada, Andrea Bocelli, Gian<br />
Maria Testa, Gianna Nannini, Paolo Conte, Giorgio Conte, Paolo<br />
Belli, Samuele Bersani, Francesco Tricarico, che ha presentato al<br />
Festival di Sanremo 2011 il brano “Tre colori”, scritto e arrangiato<br />
da Mesolella. Ha vinto premi di ogni genere: il 50° Festival di<br />
Sanremo 2000 con gli Avion Travel (Sentimento), due Targhe<br />
Tenco, il Premio Ennio Morricone all’Italian Film Festival 2007<br />
(per la colonna sonora del film Lascia perdere Johnny, diretto da<br />
Fabrizio Bentivoglio e liberamente ispirato proprio alla sua vita),<br />
eccetera eccetera... Per ZONA ha già pubblicato nel 2005 il libro +<br />
CDI piaceri dell’orso, sua opera prima.<br />
palazzo lanza ore 21.30<br />
Incontro con Serena Dandini<br />
autrice del libro<br />
GRAZIE PER quELLA voLTA<br />
Confessioni di una donna difettosa (RIZZoLI)<br />
interviene Gabriella D’Angelo<br />
<strong>Il</strong> Libro<br />
Di cosa è fatta una vita? Di domeniche pigre in cui non rispondiamo<br />
al telefono per rimanere sul divano abbracciando un libro appena<br />
iniziato. Di ore spese inutilmente a cercare le sigarette, le chiavi<br />
<strong>della</strong> macchina, gli occhiali da sole, perché si sa che spesso e<br />
volentieri le cose si spostano per farci dispetto e divertirsi alle<br />
nostre spalle. Di pomeriggi adolescenziali passati a guardare le<br />
gocce di pioggia che rimbalzano sul vetro, sognando di sposare<br />
Mick Jagger. Di quei bomboloni sganciati da un razzo su un letto<br />
di zucchero che papà ti portava a mangiare per insegnarti i piaceri<br />
<strong>della</strong> vita. Di mattine in cui scopri allo specchio che in una notte hai<br />
preso cinque anni e non ti resta che tifare per un po’ d’indulgenza,<br />
in un Paese in cui dimostrare la propria età è più grave che fare una<br />
rapina a mano armata. Di salti <strong>della</strong> quaglia da uno schieramento<br />
a un altro nella più autentica suddivisione tra esseri umani:<br />
quella tra coppie e single. Di momenti in cui basta un calzino con<br />
l’elastico moscio per far emergere tutte le nostre insicurezze. Di<br />
quel preciso giorno in cui si spezza il tempo alla fine dell’estate. E<br />
di tutto quello che non ricordiamo più ma ogni tanto affiora dalle<br />
misteriose stanze <strong>della</strong> nostra memoria difettosa. In questi racconti<br />
che spaziano tra ricordi e riflessioni chiamando a testimoni Borges<br />
e la moglie di Tolstoj, Grace Kelly e Gaber, Simenon e la zia Lella,<br />
Ovidio e gli U2, Serena Dandini torna alla scrittura dopo il successo<br />
di Dai diamanti non nasce niente.<br />
Grazie per quella volta esplora con tenerezza, ironia e sincerità<br />
una catena di debolezze di cui andare fieri, di fragilità nostre e del<br />
mondo: è il tempo di autoassolverci, di fare pace con i nostri difetti<br />
imparando a conviverci tra alti e bassi, proprio come succede a<br />
ogni coppia pluricollaudata.<br />
Serena Dandini, dopo aver ideato e presentato programmi come<br />
La tv delle ragazze, Avanzi, Pippo Chennedy Show, L’ottavo nano<br />
e Parla con me, conduce su La7 The show must go off. <strong>Il</strong> suo<br />
esordio letterario Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e<br />
di giardini (Rizzoli, 2011) è stato uno dei maggiori successi <strong>della</strong><br />
scorsa stagione.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Festival
Festival<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
palazzo lanza ore 22.30<br />
Riccardo Ceres in<br />
quANDo PIovE DILuvIA<br />
Spettacolo al peperoncino per combattere<br />
la crisi<br />
con la taumaturgica partecipazione del<br />
Maestro Fabio Tommasone al piano<br />
Riccardo Ceres comincia a suonare la chitarra<br />
nel gabinetto a casa <strong>della</strong> nonna. Milita in<br />
varie band casertane, alcune delle quali da lui<br />
formate. Nei primi anni ‘90 incontra il jazz e<br />
la musica d’autore. Compone “Ottobre” e per<br />
scherzo la invia al Premio Recanati. Ottobre<br />
piace e convince. Tutto ciò spinge Riccardo ad<br />
andare avanti e nascono “I figli <strong>della</strong> signora<br />
44.” Con i quali pubblica un EP nel 1999.<br />
Intanto gli influssi <strong>della</strong> musica d’autore<br />
spingono Riccardo ad andare avanti nel<br />
percorso cantautorale, così si sciolgono I figli<br />
<strong>della</strong> signora 44 e l’autore decide di proporsi<br />
con il nome di Riccardo Ceres.<br />
Nel 2001 Esce il primo disco di Riccardo dal<br />
titolo Puro Stile Italiano.<br />
Nel 2003 si trasferisce a Roma ed incontra il cinema ed il regista Edoardo De Angelis con il quale<br />
affronta un nuovo percorso artistico come compositore di colonne sonore e firma le musiche dei film<br />
cortometraggi e mediometraggi , quali “Quanta donna Vuoi”, “La Merendina Tropicale” che vince il<br />
premio internazionale “l’Efebo d’oro” 2005 ,”Mistero e passione di Gino Pacino” che vince il premio<br />
internazionale “Non solo Barocco” 2007 ed il premio <strong>della</strong> giuria al Kustendorf Film Festival 2008<br />
organizzato da Emir Kusturica, “Fisico da spiaggia” proiettato al Toronto Film Festival. Nel 2007<br />
comincia una nuova collaborazione con nuovi musicisti romani e con loro cominciano le prove per il<br />
nuovo lavoro discografico di Riccardo.<br />
Nel 2008 Ceres vince il Rock Contest di Radio Popolare Firenze.<br />
Nel Marzo 2009 esce il suo terzo cd dal titolo “ Riccardo Ceres in James Kunisada Carpante” con<br />
l’etichetta <strong>Il</strong> Popolo del blues e distribuito da Audioglobe. <strong>Il</strong> cd è composto da <strong>17</strong> brani inediti e<br />
reca all’interno una tetralogia di brani dedicati allo stesso James, personaggio “inventato”, che<br />
Ceres definisce un ronin del sud Italia, il nuovo lavoro riceve ottime critiche dalla stampa nazionale<br />
specializzata.<br />
Nel 2010 firma la colonna sonora del film ” Mozzarella Stories” di Edoardo De Angelis uscito nel<br />
settembre del 2011 (Bavaria/Rai/RastaInternational), e del documentario “Come prima, più di prima<br />
mi amerò” (RCcinema/RaiInternational). Nel 2011 calca le scene di teatri e club letterari con un<br />
reading dal Titolo “Wyoming” scritto e musicato dallo stesso Ceres.<br />
All’inizio del <strong>2012</strong> parte il suo nuovo tour dal titolo “Quando Piove diluvia” che lo porta in giro<br />
per tutto “lo stivale”. Attualmente sta lavorando al nuovo disco in uscita il prossimo ottobre e<br />
contemporaneamente lavora al suo primo libro di racconti che uscirà nel 2013 ed ad una raccolta<br />
di poesie che verrà inserita all’interno del volume <strong>della</strong> Revolutionary Poets Brigate, patrocinata da<br />
Lowrence Ferlinghetti.<br />
SABATO 16 <strong>GIUGNO</strong><br />
Chiostro dell’annunziata dalle ore 18.30<br />
APERITIvo E Dj SET <strong>AL</strong> SETTESERPI<br />
I temi del “<strong>Luogo</strong>” e <strong>della</strong> “<strong>Lingua</strong>” vengono interpretati in modo dinamico e attuale presentandosi<br />
al pubblico con forme ed espressioni diverse, in una atmosfera giovane ma eterogenea in modo da<br />
stimolare a nuovi esempi di bere e gustare i sapori del luogo in cui viviamo e ascoltare la nostra lingua<br />
in forme moderne.<br />
Atmosfera di festa e di incontro proposta con un buffet-bar dove trovare i nostri antichi modi di bere i<br />
nostri prodotti più tipici, ma presentati in forma conteporanea e miscelati: il vino Aglianico e amarena,<br />
il mojito DiVino (Falanghina, mentuccia, limone, zucchero, guarnizione con cozza fresca), il P. in to V.<br />
(la percoca nel vino), coffee @ cheese (liquore di caffè napoletano e mozzarella di bufala) Sapori di<br />
terra e di mare proposti con il metodo più antico di cottura: la frittura<br />
Dall’Antica Grecia fino in Campania dove si è affinata quest’arte del cucinare. Di tradizione campana<br />
la frittura sa cogliere i più intimi ed estremi sapori <strong>della</strong> nostra terra e del nostro mare. <strong>Il</strong> suono <strong>della</strong><br />
nostra <strong>Lingua</strong> si espande seguendo ritmi e sonorità all’avanguardia , ma tenendoci fermi nei ricordi.<strong>Il</strong><br />
DJ set si concede stravaganze con le più famose parole dei nostri cantautori e cantanti.<br />
palazzo lanza ore 20.00<br />
Mariamichela Formisano<br />
Incontra<br />
Teresa de Sio autrice di<br />
METTI IL DIAvoLo A B<strong>AL</strong>LARE (EINAuDI)<br />
C’è stato un tempo in cui, con i «suoni», si scacciavano i demoni<br />
dal mondo. <strong>Il</strong> tempo del Salento e <strong>della</strong> pizzica, <strong>della</strong> piccola<br />
Archina cresciuta «come dietro a un muro» e del suo male segreto.<br />
Un romanzo di sorprendente forza narrativa, costruito come una<br />
tela di ragno.<br />
<strong>Il</strong> Salento è una terra aspra, misteriosa, magica. Ed è in questa<br />
“Terra del rimorso”, come la definì Ernesto De Martino, che<br />
Teresa De Sio ambienta la storia di Archina Solimène, di sua<br />
sorella Filomena e del loro terribile padre Nunzio. La vicenda cupa<br />
e nerissima di Archina, fatta di violenza e solitudine, si lega alla<br />
storia di tutta una comunità: il paese di Cutrofiano, nel cuore del<br />
Salente, che accoglie la famiglia Solimène quando si trasferisce da<br />
Procida. Nell’arco di tempo che va dalla fine <strong>della</strong> Seconda guerra<br />
mondiale ai primi anni Settanta, durante i lunghi e difficoltosi anni<br />
del passaggio da una cultura arcaica e rurale ad una “modernità”<br />
che fatica ad arrivare.<br />
Teresa De Sio, musicista e cantante napoletana, è conosciuta dal<br />
grande pubblico per il suo personalissimo folk-rock e per le sue<br />
canzoni (da Voglia ‘e turnà fino a O Paraviso in terra). Nel corso<br />
<strong>della</strong> sua attività di compositrice ha collaborato con moltissimi<br />
artisti, tra cui Brian Eno, Fabrizio De Andrè, Giovanni Lindo<br />
Ferretti.<br />
Ha pubblicato racconti sulla rivista letteraria «Storie», e per la<br />
raccolta Mordi e Fuggi edita da Manni.<br />
Per Einaudi ha pubblicato il romanzo Metti il diavolo a ballare<br />
(2009).
palazzo del GoVernatore Sede Municipio<br />
piazza dei GiudiCi ore 21.30<br />
TERESA DE SIo in<br />
ACuSTICA<br />
Teresa De Sio voce, chitarra, lettura<br />
HER violino<br />
Luca Rossi voce e percussioni<br />
Sasa’ Flauto chitarra acustica<br />
In concomitanza con l’uscita del suo più recente Cd, “TUTTO<br />
CAMBIA”, Teresa De Sio propone uno spettacolo, dove le canzoni<br />
possiedono il fascino sottile <strong>della</strong> rilettura in acustico, riportate<br />
al momento più vicino <strong>della</strong> composizione. <strong>Il</strong> corpo del concerto<br />
vedrà la lettura di alcune poesie che hanno accompagnato e sono<br />
state importanti per la sua vita di artista, commentate, sostenute e<br />
intrecciate con la musica e le canzoni di Teresa.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
palazzo lanza ore 23.00<br />
Pino Fusco<br />
in<br />
oNE MAN oNE BAND<br />
Pino Fusco, strumentista vocale di straordinario talento e di maturata esperienza presenta il suo<br />
progetto musicale “One Man One Band”: con la sola voce e tutto in diretta, l’artista raccoglierà<br />
tutti gli “strumenti” possibili per realizzare un vero e proprio incredibile live che non ha una precisa<br />
collocazione di genere, ma che si confronta con essi, attraversandoli.<br />
La sola voce ed un giusto e dosato utilizzo <strong>della</strong> componente elettronica ( nella fattispecie una “loop<br />
station), potranno dar vita ad un concerto interessante ed impegnativo, in quanto di volta in volta la<br />
registrazione dei vari strumenti relativi al brano da eseguire, sarà effettuata in diretta sul palco.<br />
Pino Fusco nel giugno 1998 partecipa alla rassegna Jazz “Percfest ‘98 –Memorial Naco”, tenutasi<br />
a Laigueglia (SV), durante la quale interviene con una performance solo vocale (accompagnandosi<br />
con il cassetto di un comodino) che gli farà assegnare dalla giuria un Premio Speciale, come<br />
“percussionista vocale”.<br />
Con la CAPYS BAND, dal 1980 è nel circuito jazzistico partenopeo con la quale svolge una frenetica<br />
attività live e successivamente, si trasferisce a Roma concretizzando un progetto in duo, di sole voci<br />
esibendosi nei più titolati clubs. Partecipa nello stesso periodo (come scat-vocalist) a concerti tenuti<br />
da Toto Torquati e Harold Brathely.<br />
Nel 1996 partecipa alla 15ma edizione di “ Spazio d’autore”,dedicata alla memoria di Rino Gaetano<br />
presentando un suo brano dal titolo Bluesarò, vincendo il GRAMMY 96 per la categoria Touch Down.<br />
La peculiarità che caratterizza Pino Fusco, oltre che la voce e la capacità nello scat è senza dubbio,<br />
quella di riuscire ad utilizzare la stessa voce come un vero e proprio strumento melodico. Riesce<br />
infatti, ad emulare il suono del trombone, del basso, del flicorno, <strong>della</strong> batteria in modo talmente<br />
verosimile da essere stato ispirato a comporre un brano dal titolo Jonathan, contenuto nel suo CD<br />
(UNO 1997) la cui base musicale è esclusivamente vocale.<br />
Festival
DOMENICA <strong>17</strong> <strong>GIUGNO</strong><br />
<strong>Capua</strong> Centro storiCo dalle 10.00 alle 13.00<br />
LA CITTà DEL PLACITo<br />
Museo Provinciale Campano dalle 9.00 alle 13.00<br />
Via Roma 68, informazioni e prenotazioni 0823620076<br />
La domenica mattina del festival oltre al Museo Provinciale<br />
Campano, <strong>Capua</strong>, città d’accoglienza, con i suoi bastioni, l’ampia<br />
ansa del Volturno, pregna di storia millenaria aprirà le porte<br />
dei suoi monumenti grazie ai volontari <strong>della</strong> protezione civile<br />
Volturnia Civitas.<br />
Per informazioni e prenotazioni visite guidate rivolgersi a:<br />
Ufficio promozione turistica e culturale del Comune di <strong>Capua</strong><br />
08235795548.<br />
Museo diocesano, Museo d’Arte Contemporanea, Palazzo<br />
Fieramosca, Chiesa dei S.S. rufo e Carponio, Chiesa di San<br />
Marcello, Chiesa dell’Annunziata, Chiesa di Sant’eligio,<br />
Chiesa di San Gabriello (Santa Placida).<br />
Palazzo Lanza<br />
ristorante, Libreria ex Libris<br />
informazioni e prenotazioni 0823622924 0823962097<br />
Aperti a pranzo<br />
palazzo lanza ore 10.30<br />
APERITIvo CoN L’AuToRE<br />
Presentazione del libro<br />
MACHINA MuNDI<br />
Incursioni simbolico-politiche nell’arte federiciana<br />
(Franco Angeli)<br />
di Antimo Cesaro<br />
interviene<br />
Anna Solari<br />
modera<br />
Mariamichela Formisano<br />
629.28 27-04-<strong>2012</strong> 10:50 Pagina 1<br />
a seguire visita al centro storico di <strong>Capua</strong><br />
MACHINA MUNDI<br />
<strong>Il</strong> binomio che funge da titolo al volume, oltre a richiamare il poetico incipit<br />
del Liber Augustalis (Post mundi machinam), la singolare raccolta delle Constitutiones<br />
Regni Siciliae, intende anche evocare i due estremi, natura (mundus)<br />
e artificio (machina), dello spettro semantico lungo il quale si è consumata<br />
l’esuberante esperienza umana, culturale e politica del sovrano svevo.<br />
La poliedrica personalità di Federico, stupor mundi e preambulum Antichristi,<br />
incise profondamente sulla sua epoca (la prima metà del XIII secolo), rispetto<br />
alla quale assunse caratteri che non è azzardato definire costitutivi e<br />
speculari. Inoltre, per il carattere enantiodromico e ambivalente di ogni sua<br />
azione, sempre traboccante di vitalità e carica di energie patiche, l’opera federiciana<br />
ben si presta ad essere inquadrata negli ambiti propri <strong>della</strong> ricerca<br />
simbolico-politica.<br />
Se sull’uomo e sul mito che da secoli l’accompagna ben difficilmente si può<br />
avere l’ambizione di dire cose del tutto nuove, innovativa può essere, invece,<br />
la prospettiva d’indagine.<br />
Di qui il meditato uso <strong>della</strong> parola “incursione” come tentativo di approccio<br />
al complesso mondo dell’ars federiciana. Essa vuole trasmettere al lettore l’idea<br />
<strong>della</strong> singolarità di un percorso filosofico-politico che attraversa, insieme,<br />
territori contigui (filosofia e storia del diritto e delle istituzioni) e, anche, – apparentemente<br />
– lontani (arte figurativa, poesia, numismatica): munera aliena<br />
rispetto ai quali la fertile multidisciplinarietà degli studi di simbolica consente<br />
di non ridursi ad un superficiale, quanto avvilente, silenzio.<br />
A ben vedere, è forse questo il miglior approccio ermeneutico per comprendere<br />
la ricchezza di significati sottesa al concetto di Kunstwerk, che, com’è<br />
noto, Jacob Burckhardt coniò per l’ambigua costruzione politica federiciana,<br />
sintesi polisemica di calcolo e di artificio ma, anche, di genio e sregolatezza.<br />
Antimo Cesaro è docente di Scienza e filosofia politica presso la Facoltà di<br />
Studi politici <strong>della</strong> Seconda Università degli Studi di Napoli. È presidente del<br />
C.R.E.S.O. (Centro di Ricerche sull’Ermeneutica Simbolica dell’Opera d’arte).<br />
Ha pubblicato vari saggi sul pensiero politico dell’età medievale e rinascimentale,<br />
curando l’edizione critica degli Aforismi politici e del De politica di<br />
Tommaso Campanella e lo studio monografico La politica come scienza (Milano<br />
20092 ). La sua più recente attività di studio è orientata alla simbolica politica,<br />
una prospettiva di ricerca per la quale ha curato i volumi La spada e il labirinto<br />
(Napoli 2008), L’angelo e la fenice (Napoli 2009), La dama e il liocorno<br />
(Napoli 2009), Atrium Libertatis (Napoli 2010, con M.F. Schepis), nonché i volumi<br />
monografici Sguardi in ascolto. <strong>Il</strong> simbolo tra parola e immagine (Modena<br />
2011, con G. Lombardo) e Lo sguardo di Ulisse (Napoli 20112 ).<br />
FrancoAngeli<br />
La passione per le conoscenze<br />
Foto Giovanni Izzo<br />
Antimo Cesaro<br />
MACHINA MUNDI<br />
Incursioni simbolico-politiche<br />
nell’arte federiciana<br />
<strong>Il</strong> limnisco<br />
CULTURA E SCIENZE SOCI<strong>AL</strong>I<br />
<strong>Il</strong> binomio che funge da titolo al presente volume, oltre a richiamare<br />
€ 16,00 (U)<br />
FrancoAngeli<br />
il poetico incipit del Liber Augustalis (Post mundi machinam), la<br />
singolare raccolta delle Constitutiones Regni Siciliae, intende anche evocare i due estremi, natura<br />
(mundus) e artificio (machina), dello spettro semantico lungo il quale si è consumata l’esuberante<br />
esperienza umana, culturale e politica del sovrano svevo.<br />
Antimo Cesaro è docente di Scienza e filosofia politica presso la Facoltà di Studi Politici <strong>della</strong> Seconda<br />
Università degli Studî di Napoli. È presidente del C.R.E.S.O. (Centro di Ricerche sull’Ermeneutica<br />
Simbolica dell’Opera d’arte). Ha pubblicato varî saggi sul pensiero politico dell’età medievale<br />
e rinascimentale, curando l’edizione critica degli Aforismi politici e del De politica di Tommaso<br />
Campanella e lo studio monografico La politica come scienza (Milano 20092).<br />
La sua più recente attività di studio è orientata alla simbolica politica, una prospettiva di ricerca per la<br />
quale ha curato i volumi L’angelo e la fenice (Napoli 2009), La spada e il labirinto (Napoli 2008), La<br />
dama e il liocorno (Napoli 2009), Atrium Libertatis (Napoli 2010, con M.F. Schepis), nonché i volumi<br />
monografici Sguardi in ascolto. <strong>Il</strong> simbolo tra parola e immagine<br />
629.28 A. CESARO MACHINA MUNDI<br />
palazzo lanza ore 18.00<br />
IL LuoGo DELLA LINGuA, LA LINGuA DEL LuoGo<br />
Presentazione dei corsi e dei lavori prodotti dai corsisti dei Laboratori di scrittura e di sceneggiatura di<br />
Architempo e 19.11 tenuti da Marilena Lucente, Carla D’Alessio, Barbara Rossi Prudente<br />
Letture di Caterina Di Matteo<br />
I testi sono frutto di una scrittura partecipata dei corsisti dei laboratori a cura di<br />
Marilena Lucente, Carla D’Alessio<br />
palazzo lanza ore 19.00<br />
LA SCRITTuRA CoME DENuNCIA SoCI<strong>AL</strong>E<br />
Alessio Maione<br />
incontra<br />
Adolfo Ferraro<br />
autore di<br />
Materiali dispersi storie dal Manicomio Criminale<br />
Prefazione di Massimo Picozzi (Pironti)<br />
<strong>Il</strong> tempo nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa rappresenta<br />
un Altrove difficilmente identificabile. In questo altrove – del tempo<br />
e non dello spazio – agisce una schiera di esseri umani con vari<br />
ruoli gerarchicamente distribuiti che si aggira, aspetta, si ricorda,<br />
ride e qualche volta piange, spesso si lamenta, a volte si arrabbia<br />
e poi ricomincia da capo.<br />
Adolfo Ferraro, psichiatra e psicoterapeuta, è direttore sanitario<br />
dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Autore di diverse<br />
pubblicazioni a carattere scientifico e divulgativo, si occupa anche<br />
di formazione, sia in qualità di docente di Psichiatria forense presso<br />
la Seconda Università degli Studi di Napoli, sia tenendo corsi di<br />
formazione accreditati dal Ministero <strong>della</strong> Giustizia. Vive a Napoli.<br />
Ivan Montanaro<br />
autore di<br />
diario di uno schizofrenico<br />
Prefazione di Gino Strada (Pironti)<br />
In un racconto del passato viene illuminato il presente di un<br />
ragazzo che come tanti, soffrendo l’esperienza <strong>della</strong> vita, si<br />
trova catapultato in una realtà aliena: un reparto psichiatrico. Fra<br />
malinconia, farmaci, corde di contenimento, ricordi d’infanzia e<br />
storie d’amore, un tempo indefinito passa nel ricordo di se stesso<br />
e nella crescita <strong>della</strong> consapevolezza <strong>della</strong> vita nel reparto. Quello<br />
che a tutti potrebbe accadere. Raccontato in un diario di bordo per<br />
provare a seguire la rotta.<br />
Ivan Montanaro è nato a Napoli l’11 settembre del 1978.<br />
Laureato in Sociologia presso l’Università degli Studi di Napoli<br />
“Federico II”, è stato redattore per il «Maurizio Costanzo Show» e<br />
ha collaborato alla realizzazione <strong>della</strong> trasmissione «Orlando» per<br />
La7. Ha lavorato nel Comitato italiano per il World Food Programme<br />
e per il Volontariato Italiano per lo sviluppo. Attualmente è in cerca<br />
di occupazione.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Festival
Festival<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
palazzo lanza ore 19.30<br />
LA SCRITTuRA è ARCHITETTuRA<br />
Antonio Buonocore<br />
Marilena Lucente<br />
incontrano<br />
Davide vargas<br />
evento realizzato in collaborazione con Amatela<br />
Davide Vargas racconta la mappa delle sue visioni: la speranza<br />
delle architetture incontrate e assunte nella propria mitologia<br />
[racconti di architettura, tullio pironti editore <strong>2012</strong>], gli scenari<br />
delle amputazioni alla natura come prefigurazioni di una condizione<br />
[Alberi, ilfilodipartenope <strong>2012</strong>], i sogni di una città abitata<br />
poeticamente – soltanto poeticamente l’uomo abita davvero questa<br />
terra. O.Elitis- [La città <strong>della</strong> poesia, l’ArCA international n° 106].<br />
È racconto di parole architetture e disegni. Una narrazione.<br />
Davide vargas è architetto e vive in Campania. Con Tullio Pironti<br />
ha già pubblicato la fortunata raccolta Racconti di qui (2009). I<br />
suoi progetti sono stati premiati e pubblicati sulle maggiori riviste<br />
italiane. Gli scenari scritti e i suoi edifici [pochi e incastrati qui nelle<br />
vicinanze] sono la trama <strong>della</strong> propria personale narrazione.<br />
palazzo lanza ore 20.00<br />
LA MIA TERRA<br />
Presentazione dell’antologia prodotta dal Torneo letterario<br />
organizzato dalla casa editrice Caracò e Architempo<br />
conduce Mario Gelardi editore, regista e autore teatrale<br />
palazzo lanza ore 20.30<br />
LA SCRITTuRA DEL TEATRo<br />
Fausto Greco<br />
incontra<br />
Manlio Santanelli<br />
Autore di “la venere dei terremoti” (Edizioni Caracò)<br />
Letture di Stefano Ferraro<br />
Con questo libro, edito da Caracò Editore (www.caraco.it),<br />
Manlio Santanelli si confronta per la prima volta con la scrittura<br />
del romanzo. Lui, drammaturgo contemporaneo tra i più famosi,<br />
stavolta ha deciso di scrivere una storia da leggere.<br />
Manlio Santanelli (Napoli 1938) è tra i maggiori drammaturghi<br />
italiani contemporanei.<br />
Ha lavorato per lunghi anni alla Rai come assistente alla regia,<br />
prima di dedicarsi completamente alla scrittura teatrale. Uscita di<br />
emergenza e Regina madre sono le piéces teatrali che lo hanno<br />
consacrato alla ribalta del pubblico nazionale.”<br />
palazzo lanza ore 21.20<br />
Associazione Artemisia in collaborazione con<br />
Teatro Civico <strong>14</strong> e Associazione Culturale Tresart<br />
presenta la performance<br />
ARMòNIA<br />
liberamente tratto da<br />
una psicologia antica<br />
di Mario Matropaolo (Liguori Editore)<br />
Letture di <strong>Il</strong>aria Delli Paoli<br />
Arpa e Tai Chi Chuan Floriana Figliomeni<br />
Durata 10 minuti<br />
palazzo lanza dalle ore 21.30<br />
Barbara Rossi Prudente<br />
incontra<br />
GIoRGIo vASTA<br />
Giorgio vasta è nato a Palermo nel 1970 e lavora a Torino. Editor<br />
e consulente editoriale, insegna scrittura narrativa presso diversi<br />
istituti tra i quali la Scuola Holden e lo IED di Torino. Dal 1999<br />
è stato curatore e poi direttore <strong>della</strong> collana di saggistica Holden<br />
Maps di Rizzoli. Ha collaborato come editorialista alla trasmissione<br />
Atlantis (Radio2 Rai) e fa parte <strong>della</strong> redazione di Nazione indiana.<br />
È ideatore e coautore di NIC. Narrazioni In Corso. Laboratorio a<br />
fumetti sul raccontare storie (Holden Maps/Rizzoli, 2005). Ha<br />
curato l’antologia di racconti Deandreide. Storie e personaggi di<br />
Fabrizio De André in quattordici racconti di scrittori italiani (Bur<br />
2006) e nel 2007, con Edoardo Novelli, il libro fotografico di Alberto<br />
Negrin Niente resterà pulito. <strong>Il</strong> racconto <strong>della</strong> nostra storia in<br />
quarant’anni di scritte e manifesti politici (Bur). Un suo intervento è<br />
stato pubblicato nel volume Best off 2006, un altro nell’antologia I<br />
persecutori (Transeuropa 2007) e uno in Voi siete qui (minimum fax<br />
2007). <strong>Il</strong> suo primo romanzo è <strong>Il</strong> tempo materiale, edito da minimum<br />
fax nel 2008 e candidato al Premio Strega 2009, (Premio Città di<br />
Viagrande 2010), in corso di pubblicazione in Francia, Germania,<br />
Austria, Svizzera, Olanda, Spagna, Stati Uniti e Inghilterra) sempre<br />
per minimum fax ha curato l’antologia Anteprima Nazionale, edito<br />
nel 2009, e Spaesamento (Laterza 2010). Nel 2010 ha vinto il<br />
premio Lo Straniero e il premio Dal testo allo schermo del Salina<br />
Doc Festival. Collabora con «la Repubblica» e «il manifesto».<br />
a seGuire<br />
Reading Musicale<br />
PRESENTE<br />
testi di vasta, Bajani, Murgia, Nori, edizioni Einaudi<br />
Letture di Giorgio vasta<br />
Alla chitarra Sossio Lupoli<br />
Quattro scrittori alle prese con un gioco serissimo: passandosi<br />
il testimone <strong>della</strong> nostra tragicomica esistenza nazionale - e<br />
intrecciandola al loro privato - danno vita a un impasto unico, un<br />
diario a staffetta che racconta gli aspetti piú impensati di quello
Festival<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
che chiamiamo «presente».<br />
Cosí, domandandosi se sia vero che i bambini amano leccare i pavimenti, scopriamo che nella lingua<br />
italiana i tempi verbali sono molti più di quelli che possiamo immaginare. E se qualcuno prova a<br />
elencare le infinite sfumature che può avere la mancanza, qualcun altro si interroga sul momento<br />
esatto in cui ha smesso di cercare di far bella figura. Intanto, fuori dalla finestra, scorrono le istantanee<br />
di un Paese che cerca la propria direzione all’interno di un mondo che cambia.<br />
Andrea Bajani, Michela Murgia, Paolo Nori e Giorgio Vasta raccontano il 2011, un anno <strong>della</strong> loro e<br />
<strong>della</strong> nostra vita. Ciascuno indaga con curiosità ogni fenomeno che vede (o sente) accadere, e ne<br />
distilla materiale narrativo incandescente. Attraverso una cronaca quotidiana, appassionata, ironica<br />
e sentimentale, un mese dopo l’altro si compone il disegno collettivo di un tempo intimo e civile.<br />
Presente diventa così un irresistibile diario pubblico che parla a e per tutti noi.<br />
a seGuire<br />
KAZuM IN CoNCERTo<br />
Stefano Salvestrini, computer e programmazione<br />
Sossio Lupoli, chitarra e loop<br />
Alessandro Inglima, video<br />
Kazum è un trio strumentale che nasce nell’Aprile 2003 in occasione di un concerto acustico<br />
improvvisato.<br />
Questo progetto musicale parte da diverse esperienze che riescono a fondersi in una sorta di<br />
“colonna sonora ipnotica” che spazia tra il rumorismo, il jazz, l’etnico e il rock d’avanguardia. La<br />
continua evoluzione li porta a unire suoni acustici, elettrici e digitali.<br />
e per finire…<br />
CHE LA FESTA CoMINCI<br />
Selezione musicale a cura di<br />
Dj Minollo<br />
“In principio fu <strong>Capua</strong>, la più meridionale delle colonie etrusche.<br />
<strong>Il</strong> punto di contatto con le terre selvagge dei Sanniti. La città più<br />
ricca d’Italia. La terra del vino falerno, del giurano e del massico,<br />
dolceamari come il sangue, inimmaginabili ai palati di oggi. Terra di<br />
argentieri, profumi e frutta formidabile, bestiame e unguenti come<br />
il meli-loto <strong>della</strong> rosa. Qui Roma impara il rituale gladiatorio, qui<br />
Spartaco formerà l’esercito dei suoi ribelli. Qui nasce la commedia<br />
popolare detta Atellana. Qui è il granaio di Roma, fino alla conquista<br />
<strong>della</strong> Sicilia e dell’Egitto.<br />
C’è la defezione <strong>della</strong> città italica dall’alleanza con Roma, ci sono gli<br />
“ozi”, poi la riconquista e la punizione terribile. La classe dirigente<br />
si suicida o viene messa a morte. Da allora, una lunga decadenza<br />
e l’oblio. Ma <strong>Capua</strong> resta egualmente così ricca e invidiata che<br />
le usurpano anche il nome. La vicina Casilinum diventa <strong>Capua</strong><br />
per decisione vescovile, e la capostipite viene declassata a Santa<br />
Maria <strong>Capua</strong> Vetere. Poi, a due passi, nasce Caserta, con la reggia<br />
dei Borboni. Due città figliastre in trenta chilometri. E in mezzo lei,<br />
prolifica come una grande madre”.<br />
Paolo Rumiz<br />
<strong>Capua</strong>, <strong>Luogo</strong> <strong>della</strong> <strong>Lingua</strong> ma ancora prima Terra di Madri. “<strong>Capua</strong><br />
è il ventre caldo delle madri che toglie le forze ai Cartaginesi”. “La<br />
donna capuana è allo stesso tempo Persefone e Demetra, luogo di<br />
morte e di fertilità”.<br />
La Campania è piena di donne così, simili alle Grandi Madri, le<br />
antiche statue di pietra cariche di bambini che quando entri<br />
al Museo Campano sembrano saltar su e urlare tutte insieme<br />
“Attento, questa è la terra delle donne!”.<br />
E allora per onorare una così antica tradizione, in un Festival il cui<br />
intento è di rievocare in chiave contemporanea le radici culturali<br />
di un territorio, non potevamo che avere delle donne ad introdurre<br />
ogni serata, a condurci per mano alla scoperta di tanti mondi.<br />
Un grazie particolare (in ordine sparso) a<br />
Gabriella d’Angelo, Anna Solari, Mariamichela<br />
Formisano, Marilena Lucente, Barbara rossi Prudente,<br />
Carla d’Alessio, Graziella di rauso, Mariateresa Lanza.<br />
…per esserci sempre!
I LUOGhI DEL fESTIV<strong>AL</strong><br />
palazzo lanza<br />
L’edificio è di impianto quattrocentesco, anche se ha subito un<br />
completo restauro alla fine del 700. Al seicento sono da riferire<br />
i balconi con mensole a figure leonine e mostruose, con ricche<br />
ringhiere, analoghe alle ornamentazioni tipiche <strong>della</strong> Sicilia<br />
orientale, terra da cui la famiglia Lanza proviene e che ancora<br />
dopo seicento anni abita il palazzo. Al secondo periodo, invece, è<br />
da riferirsi la zona centrale <strong>della</strong> facciata, che presenta due fornici<br />
archivoltati (di cui uno solo corrisponde all’accesso dell’edificio).<br />
L’alto androne voltato a botte introduce in un vasto cortile dove<br />
sono visibili una vasca centrale ed altri elementi lapidei di spoglio.<br />
Dal cortile si accede, attraverso un portale archivoltato recante lo<br />
stemma marmoreo <strong>della</strong> famiglia, alla scala ad una rampa che<br />
affaccia sullo stesso. Più all’interno si scorge una vera da pozzo<br />
e si accede poi al giardino retrostante, leggermente sopraelevato.<br />
Nello splendido cortile di Palazzo Lanza, nel centro storico di <strong>Capua</strong><br />
ci sono il caffè ristorante Ex Libris, la Libreria Guida <strong>Capua</strong> e la sede<br />
dell’ass. Cult. Architempo, motore di tutti gli eventi, organizzati nel<br />
Palazzo.<br />
Si ringrazia per la disponibilità la famiglia Lanza.<br />
libreria Guida <strong>Capua</strong><br />
La libreria nata nel 2002, affiliata al gruppo Guida, si trova a <strong>Capua</strong><br />
all’interno del Cortile di Palazzo Lanza. Unitamente all’Ex Libris<br />
caffè, ristorante, spazio espositivo, adiacente ad essa, rappresenta<br />
grazie ai numerosi eventi organizzati dall’ass. cult. Architempo, uno<br />
dei più attivi e rinomati centri culturali del meridione.<br />
La libreria si è imposta sin dal suo nascere, come luogo privilegiato<br />
nell’ospitare incontri con gli autori, noti e meno noti, che<br />
rappresentano senza dubbio per il pubblico dei lettori un’occasione<br />
unica per vedere, ascoltare e discutere con i professionisti <strong>della</strong><br />
penna, o anche per scoprire validi autori emergenti. La promozione<br />
del libro, attraverso la presentazione di collane, novità, autori,<br />
reading, incentiva il piacere <strong>della</strong> lettura e sostiene la diffusione<br />
del libro a tutti i livelli. Molti narratori e poeti italiani, scrittori di<br />
fama e delle ultime generazioni, intervistati da colleghi, giornalisti<br />
ed esperti, hanno contribuito ad arricchire il nostro calendario.<br />
La libreria si è sempre distinta anche per i Laboratori di scrittura<br />
creativa, fotografia e giornalismo che ogni anno propone al<br />
pubblico, divenendo una vera e propria fucina culturale.<br />
ex libris<br />
Caffetteria, ristorante, spazio espositivo, book bar, contenitore di<br />
eventi e musica. Tutto nello stesso luogo. Un luogo dove cibo e vino<br />
si mescolano ai libri. Grazie all’idea di Mariateresa Lanza, la più<br />
giovane <strong>della</strong> famiglia, in quelle che un tempo erano le stalle del<br />
palazzo, gli ambienti di lavoro, il lavatoio, dopo un attento restauro,<br />
è possibile sorseggiare vino circondati da opere d’arte, scoprire<br />
sapori e prendere parte ad incontri con la letteratura, la musica, il<br />
cinema d’autore, la poesia ed il teatro.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Festival
I LUOGhI DEL fESTIV<strong>AL</strong><br />
Museo proVinCiale CaMpano<br />
<strong>Il</strong> Museo Provinciale Campano di <strong>Capua</strong>, fondato dal Canonico<br />
Gabriele Iannelli nel 1870 ed inaugurato nel 1874 con un mirabile<br />
discorso dell’Abate Luigi Tosti è proprietà dell’Amministrazione<br />
Provinciale di Caserta.<br />
E’ stato definito da Amedeo Maiuri “il più significativo <strong>della</strong> civiltà<br />
italica <strong>della</strong> Campania”, regione a cui <strong>Capua</strong> ha dato il nome.<br />
<strong>Il</strong> Museo è ospitato nello storico palazzo Antignano la cui fondazione<br />
risale al IX secolo ed incorpora le vestigia di San Lorenzo ad<br />
Crucem, una chiesetta di età longobarda nel sito di uno dei tre<br />
Seggi nobiliari <strong>della</strong> città.<br />
L’edificio vanta lo splendido portale durazzesco-catalano che reca<br />
incastonati gli stemmi degli Antignano e d’Alagno.<br />
Nei primi anni dell’Unità d’Italia si manifestò la necessità di dare<br />
forme più concrete anche agli ordinamenti archeologici ed artistici<br />
<strong>della</strong> Nazione e pertanto vennero create speciali Commissioni.<br />
Con Decreto Reale del 21 agosto 1869 venne istituita la<br />
“Commissione per la Conservazione dei Monumenti ed Oggetti di<br />
Antichità e Belle Arti nella Provincia di Terra di Lavoro, la quale,<br />
costatata l’esistenza nella Provincia di una considerevole quantità<br />
di materiale di pregio archeologico ed opere d’arte malamente<br />
custodita e destinata a sicura distruzione, deliberò la fondazione<br />
di un Museo.<br />
<strong>Capua</strong>, illustre ed antica metropoli <strong>della</strong> Campania, venne prescelta<br />
quale depositaria delle più fulgide memorie <strong>della</strong> Regione; il<br />
monumentale e storico Palazzo dei Principi di S. Cipriano, dono del<br />
Municipio, fu la sede del Museo; l’Amministrazione Provinciale di<br />
Caserta si assunse il finanziamento per la gestione di esso.<br />
Nel 1874 il Museo venne aperto al pubblico.<br />
AI primo Direttore Prof. Gabriele lannelli, insigne archeologo,<br />
storico, epigrafista che al dire di Norbert Kamp “possedeva<br />
una visione davvero unica per i suoi tempi dell’intera tradizione<br />
capuana” e tenace organizzatore che con la sua opera illuminata<br />
resse le sorti del Museo per oltretrenta anni, successero: il Comm.<br />
Giacomo Gallozzi, il Prof. Salvatore Garofano, il Comm. Raffaele<br />
Orsini, l’Avv. Luigi Garofano Venosta, il Prof. Dott. Francesco Luigi<br />
Garofano Venosta, il Prof. Antonio Marotta, il Dott. Carlo Crispino, il<br />
Prof. Giuseppe Centore, attualmente la Dott.ssa Maria Luisa Nava.<br />
Nel 1933 si rese opportuno, per il notevole accrescimento delle<br />
collezioni, un riordinamento del<br />
Museo che fu curato dal Prof. Amedeo Maiuri, che ha definito il<br />
Museo Campano: “<strong>Il</strong> più significativo<br />
<strong>della</strong> civiltà italica <strong>della</strong> Campania”.<br />
Nella varietà e vastità del patrimonio archeologico, storico, artistico<br />
e librario che ospita è lo specchio<br />
fedele ed eloquente <strong>della</strong> trimillenaria vita di una metropoli che ha<br />
visto avvicendarsi nella sua<br />
duplice sede, di volta in volta, Osci, Etruschi, Sanniti, Romani,<br />
Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini,<br />
Aragonesi, Spagnoli e così di seguito.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
I reperti che accoglie, monumenti e documenti di preziosità incalcolabile, sono stati illustrati negli<br />
ultimi secoli da studiosi di prim’ordine da Michele Monaco ad Alessio Simmaco Mazzocchi, da<br />
Gabriele Iannelli a Teodoro Mommsen, da Julius Belloch a Jaques Heurgon ad Amedeo Maiuri, e sono<br />
tuttora oggetto di acute ed accurate indagini da parte di personalità culturali di alta qualificazione<br />
scientifica.<br />
II Museo è diviso in due reparti: Archeologico e Medievale con annessa un’importante Biblioteca;<br />
occupa 32 sale di esposizione, 20 di deposito, tre grandi cortili, un vasto giardino.<br />
A marzo di questo anno, dopo un importante progetto di riqualificazione il museo è stato restituito ai<br />
visitatori, inaugurato alla presenza del Presidente Napolitano,<br />
Si ringrazia per la disponibilità la dott.ssa Maria Luisa Nava direttore del Museo Provinciale Campano.<br />
palazzo del GoVernatore<br />
<strong>Il</strong> palazzo del Governatore trae il suo nome dall’istituzione del governatore di <strong>Capua</strong>, risalente al XVI<br />
secolo; L’edificio, sorto nella seconda metà del Cinquecento fu eretto con il considerevole apporto di<br />
materiali tratti dall’anfiteatro romano, su progetto dell’architetto capuano Ambrogio Attendolo (1585).<br />
Più tardi (1593), venne realizzato l’elegante balcone arengario, con una balaustra marmorea, su<br />
forti mensole in pietra. Per esso, si scelse opportunamente l’ubicazione più prossima al centro <strong>della</strong><br />
Piazza. Da questo arengario si pubblicavano le sentenze, si promulgavano gli editti e le ordinanze;<br />
sui pilastrini d’angolo e in quello centrale <strong>della</strong> balaustra sono scolpiti gli stemmi <strong>della</strong> città.<strong>Il</strong> palazzo<br />
è articolato attorno ad un ampio cortile, il cui lato di fondo, costituito dal solo piano terra, si apre<br />
al centro con un ampio fornice di accesso ad un secondo spazio, un tempo sistemato a verde. La<br />
facciata principale zona inferiore è articolata su tre piani (ma quello intermedio è stato probabilmente<br />
rifatto nell’Ottocento). La zona inferiore - nella quale erano alloggiate le carceri, poiché l’edificio era<br />
sede <strong>della</strong> corte di giustizia - ha finestre con cornice a bugne chiuse rustiche, di tipo sangalesco. <strong>Il</strong><br />
portale lapideo è sormontato dalla scritta S.P.Q.C. (Senatus Populasque Campanus), tra gli stemmi<br />
civici, mentre in chiave è collocata ancora una scultura antica; ha conci calcarei a bugne geometriche,<br />
scorniciati sullo spigolo interno.<br />
Chiostro dell’annunziata<br />
La struttura monumentale del monastero<br />
dell’Annunziata e dell’antico ospedale per<br />
bambini; edificata alla fine del XIII secolo venne<br />
interessata da un intervento di rifacimento<br />
in stile barocco nella prima metà del 1500.<br />
Nell’agosto del 1943 subì gravi danni che<br />
comunque non compromisero le strutture<br />
portanti, gli arredi e le rifiniture del barocco;<br />
la chiesa dell’Annunziata è un vero e proprio<br />
modello di arte sacra barocca in campania<br />
e dopo i restauri eseguiti nel dopo guerra è<br />
stato possibile restituire l’edificio ai fedeli ed<br />
agli appassionati di storia dell’arte. La chiesa<br />
presenta sulla facciata due grandi statue, S.Lucia e S.Antonio Abate, che certamente facevano parte<br />
di due chiese più piccole demolite per far posto alla struttura <strong>della</strong> chiesa, del monastero e dell’ex<br />
ospedale per bambini. Attualmente il chiostro, dopo un recente restauro, si presenta come un vero<br />
salotto <strong>della</strong> città, animato da lounge bar come il Setteserpi e lo Zahir Café.<br />
Festival
CAPUA, LA STORIA<br />
<strong>Capua</strong> è una città che accoglie il cittadino e il visitatore con le<br />
cupole delle sue chiese, con la cerchia dei suoi bastioni, con il suo<br />
grande fossato verde e l’ampia ansa del fiume Volturno, con i suoi<br />
giardini, i suoi monumenti, le sue fontane. È la città fortezza ideale<br />
di Federico II e di Carlo V, difesa e “Porta del Sud” fino all’Unità<br />
d’Italia, luogo strategico per la salvaguardia del Regno di Napoli.<br />
Storicamente <strong>Capua</strong>, antica capitale <strong>della</strong> Campania, secondo<br />
Cicerone nel I secolo a.C. fu, tra le città italiche, seconda solo a<br />
Roma. Egli la definì, infatti, “altera roma” (“seconda Roma”), e<br />
come Roma aveva un proprio Senato da cui l’acronimo S.P.Q.C.<br />
(Senatus Populusque <strong>Capua</strong>num) ancora impresso sulla facciata<br />
del palazzo municipale, antica sede <strong>della</strong> Corte di Giustizia.<br />
Tito Livio descrive la <strong>Capua</strong> del IV secolo a.C. come la più grande<br />
e ricca città d’Italia, estesa su 200 ettari di terreno.<br />
La città di <strong>Capua</strong>, da sempre caratterizzata da un carattere<br />
ribelle e combattivo, è famosa nel mondo per i suoi Ozi,<br />
storicamente noti per essere stati la causa principale<br />
<strong>della</strong> sconfitta del condottiero cartaginese Annibale, che<br />
nell’antica <strong>Capua</strong>, ambiziosa ed emula <strong>della</strong> capitale, trovò rifugio<br />
nel 211 a.C.<br />
Dopo due stagioni vissute nella lussureggiante città campana,<br />
Annibale e il suo esercito persero le loro energie belliche, travolti<br />
ed immersi nei piaceri e nel benessere.<br />
Ma l’animo combattivo del popolo capuano non fu sopito, tanto che<br />
circa 150 anni dopo, Spartaco, schiavo forte e carismatico, seppe<br />
riunire intorno a sé un numeroso esercito di gladiatori disertori e<br />
schiavi, quasi 120.000 combattenti, che diedero vita alla rivolta più<br />
pericolosa che Roma dovette affrontare. <strong>Il</strong> suo intento era quello di<br />
risalire la penisola con il suo esercito e di oltrepassare le Alpi, in<br />
modo da rendere la libertà a tutti gli schiavi dell’impero.<br />
Nell’841 i Saraceni distrussero la città di <strong>Capua</strong> e i sopravvissuti<br />
si rifugiarono in quello che era il suo porto fluviale, Casilinum,<br />
l’attuale <strong>Capua</strong>, dove ricostruirono la città; nell’856, infatti, in<br />
seguito alla distruzione di Sicopoli, grazie al conte longobardo<br />
Landone I fondarono “<strong>Capua</strong> nova” a ricordo <strong>della</strong> vecchia.<br />
Nel X secolo <strong>Capua</strong> divenne contea e principato longobardo,<br />
ed è in quegli anni, precisamente nel 960, che si ha proprio a<br />
<strong>Capua</strong> la prima testimonianza scritta in volgare, il famoso “Placito<br />
<strong>Capua</strong>no”, considerato come il documento che ha sancito la<br />
nascita <strong>della</strong> lingua italiana.<br />
Nel 1062, poi, <strong>Capua</strong> divenne principato normanno e ancora città<br />
fortezza sveva, angioina, aragonese e dei viceré spagnoli.<br />
Ma soprattutto fu la città turrita di Federico II, che in essa volle<br />
rivivere le glorie dell’antica <strong>Capua</strong>, e che al suo fianco chiamò<br />
come cancelliere il capuano Pier <strong>della</strong> Vigna, di cui apprezzava<br />
l’eloquio dotto e la capacità di scrivere coniugando le situazioni<br />
più complicate con le conoscenze giuridiche. In breve tempo Pier<br />
delle Vigne si affermò in tutti gli ambienti diventando insigne poeta,<br />
diplomatico, ministro di Corte; utilizzato nelle missioni diplomatiche<br />
più delicate, raggiunse la carica di Logoteta del Regno di Sicilia.<br />
La città di <strong>Capua</strong> nel tempo continuò la sua ascesa divenendo<br />
fortezza dell’imperatore Carlo V e vicecapitale del Viceregno<br />
spagnolo. Fu, inoltre, città prediletta dai pontefici che, da<br />
Giovanni VIII a Onorio II, vi tennero ben nove Concili.<br />
È tristemente famoso il Sacco di <strong>Capua</strong>, perpetrato dai francesi<br />
dell’Aubigny e del duca Valentino, Cesare Borgia, ai danni <strong>della</strong><br />
città il 24 luglio del 1501.<br />
Egli tramò il tradimento contro <strong>Capua</strong>: i francesi prima si fecero<br />
introdurre in città promettendo la pace e poi iniziarono l’uccisione<br />
di cinquemila capuani.<br />
<strong>Il</strong> 13 febbraio 1503 in un campo neutrale tra Andria e Corato, si<br />
svolse lo scontro cavalleresco noto come disfida di Barletta. In<br />
quell’anno il dominio del Regno di Napoli era retto dai francesi, ma<br />
gli spagnoli già avanzavano in terra di Puglia per occuparne il posto<br />
e, a tal fine, si erano asserragliati a Barletta.<br />
I francesi che, a seguito di uno scontro con gli spagnoli, furono<br />
fatti prigionieri, durante un banchetto offesero il valore dei cavalieri<br />
italiani.<br />
Si gettò così il guanto <strong>della</strong> sfida che avrebbe tolto la macchia<br />
che gravava sull’onore italiano; questo fu raccolto da un gruppo<br />
di 13 cavalieri venuti da diversi paesi d’Italia e guidati da ettore<br />
Fieramosca, valente cavaliere capuano al servizio di Prospero e<br />
Fabrizio Colonna.<br />
Dopo aver solennemente giurato di combattere fino allo stremo,<br />
i 13 italiani affrontarono altrettanti cavalieri francesi guidati da<br />
La Motte. La tenzone durò dall’alba alla notte quando tornarono<br />
vittoriosi a Barletta gli italiani.<br />
Questa straordinaria impresa eroica, consegnata alla storia dalle<br />
pagine del romanzo Ettore Fieramosca ossia la Disfida di Barletta di<br />
Massimo d’Azeglio nel’800, sottolinea ancora una volta il coraggio,<br />
la caparbietà del popolo capuano.<br />
Dal punto di vista architettonico e artistico, si possono ancora oggi<br />
ammirare tra le mura <strong>della</strong> città elementi di spoglio dell’epoca<br />
romana e monumenti straordinari che vanno dal Medioevo<br />
all’Ottocento: torri, castelli, caserme e fortificazioni, cattedrali,<br />
chiese e conventi, palazzi patrizi, porte monumentali, ponti,<br />
pozzi, 15 fontane e musei ricchi di opere d’arte (sarcofagi,<br />
ceramiche, dipinti, affreschi, monete, pergamene, sculture, statue<br />
lignee e bassorilievi); tra queste, le celebri Matres Matutae, oltre<br />
150 statue in tufo grigio rinvenute in una favissa del VI secolo a.C.,<br />
che rappresentano la più preziosa testimonianza dell’arte e <strong>della</strong><br />
religione popolare campana.<br />
<strong>Capua</strong> ha inoltre dato i natali a illustri personaggi, oltre al poeta<br />
Pier <strong>della</strong> Vigna, notaio e consigliere di Federico II, e ad ettore<br />
Fieramosca, l’eroe <strong>della</strong> Disfida di Barletta, anche Silvio Fiorillo<br />
da <strong>Capua</strong> commediografo, che fu il primo a portare ufficialmente<br />
in scena la figura di Pulcinella, nella sua commedia intitolata: La<br />
Lucilla costante, con le ridicole disfide e prodezze di Pulcinella,<br />
al pontefice onorio I, ai musicisti Giuseppe Martucci e Andrea<br />
de Simone, e al medico Ferdinando Palasciano, precursore<br />
<strong>della</strong> Croce Rossa. È ancora il luogo ove fu stipulato il Trattato<br />
di Casalanza il 20 Maggio 1815, tra Austriaci e Napoletani, che<br />
pose fine al decennio napoleonico nel Regno che era stato di<br />
Ferdinando. Per mezzo di esso gli alleati Austriaci furono in grado<br />
di riconsegnare lo Stato ai Borbone, spodestando definitivamente<br />
Gioacchino Murat.<br />
www.illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Festival
MAIN SPONSOR ChI SIAMO<br />
IL VINO DEL fESTIV<strong>AL</strong><br />
Valorizzazione vitigni autoctoni di<br />
Casavecchia e Pallagrello<br />
Azienda vinicola<br />
“LA MASSerIe”<br />
Contrada Ranito<br />
81041 Bellona, (Caserta)<br />
Contatti:<br />
Tel: 0823 965394<br />
Cel: 339 110 1915<br />
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info@lamasserie.it<br />
http://facebook.com/lamasserie<br />
l’assoCiazione Culturale arChiteMpo<br />
L’associazione culturale Architempo nasce sul finire del 2004 con l’obiettivo<br />
di diventare uno dei più saldi punti di riferimento per la cultura del sud Italia.<br />
L’associazione, grazie alla preziosa collaborazione <strong>della</strong> libreria Guida di <strong>Capua</strong>,<br />
propone fin dalla sua costituzione un ricco calendario di eventi e manifestazioni,<br />
legati alla letteratura, al cinema, al teatro e alla musica, ma con un occhio attento<br />
anche a cogliere le tendenze culturali dell’arte figurativa contemporanea, nonché <strong>della</strong><br />
rivalutazione del nostro patrimonio storico-artistico.<br />
L’associazione Architempo, attraverso proficui scambi culturali tra operatori diversi<br />
del territorio regionale e nazionale, si impegna nello sviluppo di progetti integrati e<br />
nella realizzazione di iniziative comuni, al fine di sensibilizzare la pubblica opinione<br />
intorno a tematiche di forte valore storico ed artistico, privilegiando le iniziative<br />
finalizzate all’aggregazione ed al dibattito. Eventi ludico-culturali, mostre tematiche,<br />
degustazioni, laboratori didattici, visite guidate, convegni, produzioni di spettacoli<br />
teatrali, sono solo alcune delle attività in cui l’associazione si impegna per la<br />
promozione e la divulgazione <strong>della</strong> cultura.<br />
La nascita dell’associazione culturale Architempo, nel novembre del 2004, ha<br />
costituito una preziosa occasione per unire le forze e le professionalità dei suoi<br />
fondatori, già da alcuni anni impegnati nel settore dell’editoria e degli eventi culturali.<br />
L’ideazione, la progettazione e l’organizzazione degli eventi e <strong>della</strong> programmazione<br />
dell’associazione Architempo è, infatti, affidata ai suoi fondatori, coadiuvati da<br />
un nutrito gruppo di esperti e consulenti, composto da scrittori, giornalisti, attori,<br />
musicologi, sceneggiatori, critici e storici dell’arte.<br />
www.architempo.it<br />
19.11<br />
La 19.11 Produzioni è una realtà creativa che nasce a Caserta nel 2008.<br />
Attiva nel campo <strong>della</strong> comunicazione, <strong>della</strong> formazione e <strong>della</strong> cinematografia, ha<br />
prodotto diversi generi di intrattenimento visivo: dal cortometraggio, al documentario,<br />
al film di finzione. Dinamica ed originale, la società ama sperimentare e misurarsi con<br />
nuovi orizzonti. Con “L’oro rubato”, l’esperienza di 19.11 si apre timidamente anche<br />
alla complessità accattivante dell’animazione.<br />
Le opere da noi prodotte hanno riscontrato calorosa accoglienza in festival nazionali<br />
ed internazionali, ottenendo prestigiosi premi. La vendita a broadcaster televisivi<br />
stranieri - Ushuaia Tv (France), Yle Tv (Finland), Czech TV (Czech Republic), Irib (Iran),<br />
Al Jazeera, etc... – ne ha permesso la diffusione nel mondo.<br />
I laboratori di narrativa, drammaturgia, sceneggiatura - diretti da Carla D’Alessio,<br />
Manlio Santanelli e Barbara Rossi Prudente – si sono arricchiti di preziosi<br />
approfondimenti con Pierpaplo Sepe, Edoardo De Angelis, Sara Rescigno, Tony<br />
D’Angelo, Rocco Marra, Stefano Russo, Mimmo Borrelli.<br />
Barbara Rossi Prudente è il motore, Vincenzo Rapa, Alessia Guardascione, Caterina Di<br />
Matteo l’inestimabile carburante.<br />
Indipendenti, fortemente indipendenti, crediamo nelle capacità e nei sogni, nostri e dei<br />
partner di cui sposiamo spirito e idee.<br />
Venite pure a trovarci ma… GUARDATEVI LE SP<strong>AL</strong>LE: POTREMMO INTRAPPOLARVI<br />
IN UNA STORIA.<br />
Info: www.1911produzioni.com - 1911produzioni@1911produzioni.comTel: 0823 -<br />
466995<br />
architempo
<strong>Il</strong> presente progetto è finanziato con il<br />
sostegno <strong>della</strong> Commissione europea. L’autore<br />
è il solo responsabile di questa pubblicazione<br />
(comunicazione) e la Commissione declina<br />
ogni responsabilità sull’uso che potrà essere<br />
fatto delle informazioni in essa contenute.<br />
il Velo di Maya<br />
L’associazione “<strong>Il</strong> Velo di Maya” nasce a <strong>Capua</strong> ponendosi l’obiettivo di rendere<br />
concrete quelle che sono le potenziali prospettive di sviluppo sociale, culturale<br />
e turistico del territorio. Con la promozione di una serie di attività, inquadrate nel<br />
contesto di validi progetti per la sensibilizzazione e la soluzione delle problematiche<br />
sottese ai settori trainanti dell’economia locale, il sodalizio incarna fattivamente il<br />
concetto di cittadinanza attiva a favore delle istituzioni.<strong>Il</strong> suo debutto ufficiale, si ha<br />
con l’intervento al convegno, con tema appunto lo sviluppo del Meridione, promosso<br />
ed organizzato dall’associazione “2033 Progetto Sud”, nel Real Sito di San Leucio.<br />
Con il contributo degli istituti scolastici capuani l’associazione ha organizzato il<br />
concorso dal titolo: “Giornalisti in erba”. L’associazione è stata, inoltre, cuore pulsante<br />
<strong>della</strong> manifestazione capuana “Natalis Dies 2011” con mostre fotografiche, mercatini,<br />
concerti, spettacoli teatrali, artisti di strada, visite guidate nei monumenti e nelle<br />
chiese più importanti <strong>della</strong> città. Ha collaborato per l’organizzazione, a <strong>Capua</strong>, <strong>della</strong><br />
Giornata FAI, con caratteristici mercatini e monumenti aperti ai turisti. L’associazione<br />
intende continuare a collaborare con analoghe realtà di promozione culturale del<br />
territorio, forte dell’entusiasmo e dell’operosità che l’ha sempre contraddistinta.<br />
terra di CineMa<br />
EVENTI, PRODUZIONI E FORMAZIONE, è questa la parola d’ordine di TERRA DI<br />
CINEMA. Una fiorente rinascita che passa principalmente attraverso la crescita<br />
di laboratori produttivi, dove una serie di professionisti danno vita con passione e<br />
costanza a diverse segmentazioni di contenuti.<br />
“Terra di Cinema” un progetto articolato, il cui fulcro è il territorio, la sua tangibilità,<br />
i suoi lati oscuri, le sue risorse. Raccontare il territorio per esplorare le inquietanti<br />
verità dell’animo umano. “Terra di Cinema”, dal punto di vista produttivo, è<br />
un”associazione d’impresa con sede in Caserta, che nasce dalla collaborazione di<br />
tre società di produzione audiovisiva campane: 19.11 Productions, Effetto Vertigo e<br />
Lugega Films, guidate rispettivamente da Barbara Rossi Prudente, da Gaetano Ippolito<br />
e Gerardo Gatta. L’appartenenza allo stesso territorio e la necessità di raccontarlo<br />
attraverso il linguaggio audiovisivo ha fatto in modo che tra le tre realtà si stabilisse<br />
un patto basato su una solida compartecipazione che, si traduce nella produzione e<br />
promozione di opere cine-televisive.<br />
La linea editoriale di “Terra di Cinema”, si focalizza su produzioni italiane e straniere<br />
che comprendono vari generi, dai documentari all’intrattenimento, e sempre più<br />
spesso a opere proposte da giovani autori, cui la società riserva una particolare<br />
attenzione. L’unione di tre società di produzione ha permesso di affrontare anche<br />
progetti di produzioni strettamente cinematografiche che vedranno il gruppo<br />
impegnato nel futuro prossimo. “Terra di Cinema” non è solo produzioni, ma anche<br />
eventi e formazione, grazie alle sinergie di diverse associazioni culturali che operano<br />
sul territorio.<br />
aMatela<br />
AmàtelA è una trasmissione radiofonica che va in onda dal 26 Ottobre 2011 tutti i<br />
mercoledì alle ore 19 sulle frequenze di Radio Prima Rete [Caserta 95.00 – Napoli<br />
95.100, con possibilità di ascolto in streaming] in cui architetti giovani e meno<br />
giovani, studenti, cittadini e istituzioni sono chiamati a confrontarsi sui temi legati<br />
all’architettura, con uno sguardo particolarmente attento al territorio campano.<br />
<strong>Il</strong> progetto <strong>della</strong> trasmissione radiofonica persegue l’obiettivo di divulgare al vasto<br />
pubblico in maniera condivisibile una conoscenza dell’architettura e dei suoi caratteri<br />
attraverso lo studio delle sue manifestazioni, riuscite e non, sul territorio, con lo scopo<br />
di sensibilizzare gli ascoltatori verso questa disciplina e promuovere un confronto<br />
attorno alla materia, contribuendo, così, a veicolare una più profonda conoscenza<br />
del territorio campano.<br />
La scelta del nome “AmàtelA”, peraltro, non è casuale: essa trae ispirazione dal testo<br />
“Amate l’architettura” (1956), in cui l’autore Gio Ponti scriveva <strong>della</strong> sua passione per<br />
la disciplina. <strong>Il</strong> gruppo di AmàtelA raccoglie l’esortazione dell’architetto milanese e<br />
vuole trasmettere l’amore per l’architettura ai cittadini, ma anche alle istituzioni, agli<br />
addetti ai lavori, artigiani, studenti…<br />
“Amate l’architettura, la antica, la moderna.<br />
Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha<br />
inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incantano il nostro<br />
spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso <strong>della</strong> nostra vita”<br />
- Gio Ponti-<br />
Per la sua seconda edizione AmàtelA ha ricevuto una sovvenzione dell’Agenzia<br />
Nazionale per i Giovani, la quale, all’interno del Programma Comunitario Gioventù in<br />
Azione, ha valutato il progetto meritevole di approvazione.<br />
La redazione di AmàtelA:<br />
Curatori e conduttori: Architetti Maria Elena Bifulco, Caterina Belardo, Antonio<br />
Buonocore, Giovanna De Lisi, Silvia Tartaglione<br />
Conduzione e Musiche a cura di: Mariano Calazzo<br />
Redazione e Regia: Mariella Capobianco e Alessia Guardascione<br />
Ideazione e coordinamento di: Antonio Buonocore<br />
www.amatela.it - radioamatela@gmail.com<br />
MoVinGhart ConneCtion<br />
L’ass. Movinghart Connection, diretta da Graziella Di Rauso, presente sul territorio<br />
dal 1983, ha come obiettivi la diffusione e la produzione <strong>della</strong> danza, <strong>della</strong><br />
coreutica, e dello spettacolo ad essa legato, attraverso l’organizzazione di eventi,<br />
festival stages, seminari. In quest’ottica ha operato in trent’anni, una politica di<br />
decentramento degli stessi dai luoghi solitamente preposti, e dedicando alla<br />
spettacolarizzazione e alla formazione, siti usualmente preposti ad altre forme<br />
d’arte e cultura. Da trent’anni abbraccia e si fa partner di progetti solidali,<br />
dedicando l’opera creativa coreografica al sostegno di Onlus e Organizzazioni<br />
umanitarie, quali Amnesty International, S.O.S. Villaggi dei bambini, Unicef, ed<br />
altre simili. Ed è proprio nell’ottica del sostegno umanitario che si è affiancata<br />
da un anno circa all ASS. Una mano tesa per Taraka, lasciandosi coinvolgere in<br />
progetti artistici, che avessero l’obiettivo di raccogliere fondi per la causa , e<br />
sensibilizzare le coscienze al problema.<br />
assoCiazione arteMisia<br />
L’Associazione Artemisia si occupa di benessere, ponendo l’accento su un approccio<br />
olistico all’essere umano inteso come unità bio-psico-sociale.<br />
Obiettivo di Artemisia è la diffusione di una cultura capace di cogliere la complessità<br />
dell’essere umano attraverso percorsi di cura individualizzati che integrino la medicina<br />
convenzionale e la medicina tradizionale. L’Associazione Artemisia promuove questa<br />
visione d’insieme attraverso incontri, laboratori, conferenze, percorsi individualizzati,<br />
consulenze specifiche il cui scopo primario è la diffusione di una nuova coscienza<br />
sociale che veda l’essere umano integrato nei suoi diversi piani (mentale, emotivo,<br />
spirituale) e come parte integrante del pianeta su cui vive.
MEDIAPARTNER<br />
Passione, Professionalità, Competenza. In tre parole è spiegato il “Mondo di Set”,<br />
la linea editoriale, il taglio giornalistico, il grande desiderio di fare informazione,<br />
raccontare segni, immagini e storie del nostro tempo. Un desiderio diventato<br />
sempre più grande, sempre più palpabile, fino a trasformarsi in una piacevole e<br />
ormai consolidata realtà.<br />
La testata “SET”, nasce nel giugno del 2002 dall’intuito di<br />
un gruppo di amici che già all’epoca intravede nella formula<br />
del free – press collegato alle nascenti risorse multimediali il nuovo modo di<br />
parlare e proporsi ai lettori in un’informazione senza filtri.<br />
“SET” è un “free” magazine a tutti gli effetti. Tutti i servizi – la straordinaria<br />
galleria di personaggi famosi da noi incontrati, i grandi eventi ai quali abbiamo<br />
partecipato – sono esclusivamente farina del nostro sacco. Ritmi di lavoro<br />
incessanti, molteplici soluzioni grafiche, un sito internet in continua evoluzione,<br />
nonché grande supporto al formato cartaceo; questo e altro ancora per garantire<br />
ai nostri lettori un prodotto non esclusivo ma sicuramente “Originale”.<br />
Puntuali e costanti sono le rubriche dedicate a giovani talenti, al mondo delle<br />
radio private, ai tanti artisti che si muovono con estrema professionalità nel<br />
backstage dello spettacolo. <strong>Il</strong> piacere e l’emozione di raccontare i grandi eventi<br />
e di incontrare tanti personaggi eccezionali non ci ha fatto certo perdere di<br />
vista tutto ciò che si sviluppa sul nostro territorio. Da questa esigenza è già<br />
da anni presente una sezione esclusiva <strong>della</strong> nostra redazione che si occupa<br />
in prevalenza di “TERRITORIO”, per non perdere mai di vista le evoluzioni e le<br />
novità <strong>della</strong> nostra terra.<br />
Musica, Teatro, Cinema, Informazione, Libri, Cultura, Interviste Esclusive. Un<br />
portale web in continua evoluzione, pagina interattiva su facebook, canale<br />
youtube. La nostra passione sempre al servizio dei lettori.<br />
SET: tutti i colori dello spettacolo!!<br />
AttivaMentenews.it è un nuovo quotidiano online dedicato alla provincia di<br />
Caserta, nato nel novembre del 2010 come momento di confronto e laboratorio<br />
di idee.<br />
Un progetto ambizioso e giovane che vuole dare spazio a quell’informazione che<br />
sappia dare il giusto risalto ai problemi del nostro territorio, ma che dia anche<br />
voce alle tante realtà positive che si fanno strada nella nostra provincia giorno<br />
dopo giorno.<br />
AttivaMentenews.it vuole essere dunque spazio di confronto e veicolo di<br />
quell’informazione necessaria per una sana Democrazia.<br />
Periodico di informazione e comunicazione istituzionale <strong>della</strong> provincia di<br />
Caserta. In edicole e sul web<br />
www.quicaserta.it<br />
CONTATTI<br />
direzione Artistica<br />
Giuseppe Bellone<br />
Telefono: 0823622924<br />
Cellulare: 3389993220<br />
email: direzione@illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Segreteria organizzativa<br />
Agostino Santangelo<br />
Corso Gran Priorato di Malta, 25 - 81043 <strong>Capua</strong> (CE)<br />
Telefono: 0823622924<br />
Fax: 0823622924<br />
email: info@illuogo<strong>della</strong>linguafestival.com<br />
Produzione e comunicazione<br />
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ufficio Stampa Architempo<br />
Responsabile: Daniela Volpecina<br />
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Domenico Ruggiero<br />
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“LA MASSerIe”<br />
Contrada Ranito<br />
81041 Bellona, (Caserta)