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12 ... FRAMMENTI DI PENSIONISTICA GIURISPRUDENZA LEGGI DISPOSIZIONI ... LEGGE PINTO: Modifiche Il ricorso per equa riparazione Con il DL. 83/2012, convertito dalla Legge 134, sono state apportate sostanziali modifiche alle precedenti norme in materia di equa riparazione (la famosa Legge Pinto) quale risarcimento, cioè, della eventuale lungaggine di un processo, concluso oltre i SEI anni dall’inizio del procedimento. Ecco le principali novità: I ricorsi depositati dall’11 settembre sono decisi da un giudice monocratico, e cioè il Presidente della Corte d’Appello oppure un magistrato dello stesso ufficio a tal fine designato. Sono gli effetti delle modifiche alla legge Pinto (legge 89/2001) introdotte dal decreto legge sviluppo (Dl 83/2012, convertito dalla legge 134). La domanda di equa riparazione si propone con un ricorso che deve avere il contenuto dell’articolo 125 del Codice di procedura civile: indicazione dell’ufficio giudiziario adìto, delle parti, dell’oggetto, delle ragioni della domanda e delle conclusioni. Mentre la precedente versione della “Pinto” attribuiva alle parti la facoltà di chiedere alla Corte di acquisire gli atti e i documenti del procedimento presupposto, adesso il comma 3 del nuovo articolo 3 dispone che, unitamente all’atto introduttivo del giudizio, devono essere depositati in copia autentica gli atti più significativi di quel procedimento, e precisamente: la citazione, il ricorso, le comparse e le memorie; i verbali di causa e i provvedimenti del giudice (si tratta, evidentemente, di quelli interlocutori pronunciati in corso di giudizio); infine, il provvedimento che ha definito il giudizio, ove questo si sia concluso con sentenza od ordinanza irrevocabili. Entro trenta giorni dal deposito del ricorso, il Giudice pronuncia un decreto motivato. L’istanza è rigettata nelle ipotesi previste dall’articolo 640 del Codice di procedura civile, espressamente richiamato dal nuovo articolo 3 della Pinto, e cioè quando non sia accoglibile oppure quando la parte non abbia risposto all’invito del giudice di provvedere alla prova nei casi di domanda non sufficientemente giustificata. In caso di rigetto della richiesta, non solo il ricorso non può essere riproposto (salva l’opposizione), ma la parte rischia pure la condanna al pagamento, in favore della cassa delle ammende, di una somma compresa tra mille e 10mila euro. Per un verso, infatti, si è proceduto all’esatta individuazione del termine di durata ragionevole del processo: tre anni per il primo grado, due anni per il secondo, un anno per il giudizio di legittimità, con l’ulteriore precisazione che si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni. Sotto il profilo dell’importo dovuto a titolo di equa riparazione, poi, si stabilisce che il giudice liquidi una somma tra 500 e 1.500 euro per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede il termine ragionevole di durata del processo. E ancora: l’articolo 4 della precedente versione della Pinto ammetteva la proposizione della domanda di equa riparazione già durante la pendenza del procedimento, mentre le recenti modifiche consentono l’istanza solo entro sei mesi dal momento in cui la decisione è divenuta definitiva. (da “Il Sole 24 Ore - 17.9.2012) (Porracciolo-Tona) DELLA SEZIONE “VITTIME DEL DOVERE” Tempistica per la definizione delle pratiche di riconoscimento Su sollecitazione da parte di una Sezione UNMS, afferente le lungaggini nella definizione delle pratiche relative alla concessione dei benefici a favore delle Vittime del Terrorismo e del dovere, la Direzione Generale della Previdenza Militare del Ministero della Difesa, ha risposto che, allo scopo di garantire la trattazione delle pratiche in questione con assoluta priorità, sono state costituite due strutture organizzative “dedicate”. « Una struttura denominata “Area Speciali Benefici Assistenziali” (SBA) dedicata alla trattazione delle pratiche relative al personale Militare qualificato “vittima del terrorismo”, “Vittima del dovere”, “Vittima del servizio” nonché a quello “equiparato alle Vittime del dovere” (Militari che hanno contratto patologie nel corso delle missioni caratterizzate da particolari condizioni ambientali od operative); Un’altra struttura denominata “Area Speciali Benefici Assistenziali per Esposizioni Nocive” (SBAEN) dedicata alla trattazione in maniera unitaria e organica del procedimento relativo alla concessione della speciale elargizione prevista dal DPR. n° 90/2010 (ex DPR n° 37/09) a favore dei soggetti che hanno contratto delle patologie a causa delle particolari condizioni ambientali od operative, ivi comprese l’esposizione e l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e la dispersione nell’ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico. Relativamente alla durata dei procedimenti in capo alle due Aree, si può affermare che i tempi medi di emanazione dei provvedimenti concessivi o negativi dei benefici sono di circa 18 mesi dalla data di avvio del procedimento (a domanda o d’ufficio); in particolare per quanto riguarda i tempi di questa D.G., il provvedimento concessivo viene emesso entro 30/45 giorni dall’acquisizione del parere emesso dal Comitato di Verifica per le Cause di Servizio. Tempi più lunghi sono da addebitarsi esclusivamente alla indisponibilità dei fondi sul capitolo, il cui rifinanziamento richiede a volte anche alcuni mesi. Da quanto sopra illustrato si evince che l’Amministrazione Difesa segue con particolare attenzione e sollecitudine i casi di cui trattasi, anche se non sempre riesce a portarli a compimento nei tempi voluti. » 2012 - ECO 4/5 LUGLIO-DICEMBRE 2012
ARMONIZZAZIONE DEL TRATTAMENTO DI QUIESCENZA DEL PERSONALE DELLE FORZE ARMATE, DELLE FORZE DI POLIZIA E DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO. (ART.24, COMMA18, LEGGE 214/2011) Un gruppo numeroso di Senatori ha presentato una interessante “Mozione” in difesa della « specificità del ruolo delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, nonché dello stato giuridico del personale a essi appartenente in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti; » e ricordando che « la normazione regolamentare cosiddetta di secondo livello non può valicare quella primaria della legge nonché la previsione costituzionale di cui all’art. 3, primo comma, della Costituzione in forza del quale la mancanza di altro espresso criterio si traduce in un’arbitraria discriminazione di questo personale a ordinamento speciale in ragione dei peculiari compiti e dei rispettivi status; » ha impegnato il Governo, tra l’altro, a: 1) prevedere, nell’ambito del regolamento di armonizzazione, norme di tutela delle specificità del personale del comparto Sicurezza e Difesa e del comparto Vigili del fuoco e Soccorso pubblico esclusivamente con riguardo al solo allungamento dell’età per il conseguimento della pensione di vecchiaia e di anzianità in relazione ai diritti quesiti e al previgente ordinamento; 2) a garantire, con disposizioni transitorie, la certezza dei rapporti giuridici già consolidati o in via di maturazione che, per esigenze funzionali, potranno essere prolungati solo su base volontaria; 3) a istituire con immediatezza un tavolo di concertazione con i sindacati rappresentativi e il Cocer per giungere a un regolamento condiviso, nel quale trovi concreto riconoscimento la peculiarità degli operatori del settore; LUGLIO-DICEMBRE 2012 Il Ministro Fornero ha risposto così: « Il Governo è profondamente consapevole dell’importanza dell’attività svolta da tutte le Forze dell’ordine, dalle Forze Armate e dai Vigili del fuoco e della specificità dei rischi e dell’usura a essa connessi. È stato avviato un tavolo tecnico nell’ambito del quale sarà raccolto anche il contributo delle organizzazioni sindacali del settore e nessuna decisione in merito all’armonizzazione dei requisiti di pensionamento per questo personale sarà assunta senza un confronto aperto con i diretti interessati, né potrà prescindere dalla loro adesione spontanea, del resto già manifestata, ai sacrifici richiesti a tutti i cittadini italiani. Chiede una sospensione dell’esame delle mozioni per poterne approfondire i testi e confluire su un testo comune su cui il Governo possa dare un parere incondizionatamente favorevole. » 2012 - ECO 4/5 DELLA SEZIONE 13 ... FRAMMENTI DI PENSIONISTICA GIURISPRUDENZA LEGGI DISPOSIZIONI ...
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