1St Zeiss ASV+ Fieldshooting weekend 039
040 REPORTAGE Ulfborg il binomio Victory HT e torretta ASV+ ha dimostrato ampiamente la sua validità, garantendo sempre una costanza e precisione eccellenti, rivelandosi facile da utilizzare, affidabile ed ergonomicamente ben concepito. In Danimarca abbiamo utilizzato il modello ad ingrandimento variabile 3-12 x 56, ma la linea Victory HT offre anche i seguenti modelli: 1,1 - 4 x 24 (per la battuta), 1,5 - 6 x 42 (per battuta e caccia vagante), 2,5 - 10 x 50 (il più versatile, impiegabile sia su bersagli in movimento che per il tiro dall’altana). Il pomeriggio scorre veloce, mentre ci cimentiamo al tiro su tutte le distanze, da 50 a 500 metri. La Sauer S 202 in accoppiata con il Victory HT si rivela un binomio eccellente per affidabilità e precisione. Con una normale carabina di serie, utilizzando le munizioni commerciali Geco Express, siamo in grado di impegnare bersagli a distanze realmente elevate. L’ingrandimento massimo poi non è elevato (12 x), ma l’eccellente qualità delle lenti consente di vedere il bersaglio molto chiaramente, anche grazie al punto luminoso centrale che può essere ridotto a dimensioni veramente minime. Infine, a pomeriggio ormai inoltrato, dopo aver sparato centinaia di colpi con le nostre Sauer S 202, ci ritroviamo anche a sparare a 600 metri con una carabina Blaser in .338 Lapua Magnum e con un Accuracy International calibro 12,7 BMG. Il divertimento è massimo ed il rinculo relativamente contenuto del 12,7 mm mi stupisce: è la prima volta che sparo con questo calibro e sinceramente pensavo che il comportamento fosse più nervoso e punitivo per la spalla. Insomma, ci siamo preparati al meglio per la gara dell’indomani. Il giorno della gara Anche oggi veniamo divisi in gruppi di quattro o cinque tiratori ed affidati ognuno ad un responsabile di una delle tre ditte che ci ospitano per questo straordinario week end: il nostro capo gruppo sarà <strong>Armi</strong>n. Man mano che ci inoltriamo nella gara mi rendo conto che lo scopo della competizione è portare i tiratori al loro limite. Tutti gli spostamenti tra un poligono e l’altro vengono rigorosamente fatti a piedi: iniziamo alle 8 e finiamo che sono quasi le due del pomeriggio. Avremo percorso all’incirca una decina di chilometri sotto un sole inaspettatamente rovente. Le carabine sono prive di cinghia di trasporto, così c’è da risolvere un problema in più. I primi venti minuti l’inconveniente appare di poco conto, ma vi assicuro che dopo tre o quattro ore che camminate nel sottobosco e tra le dune di sabbia la Sauer 202 sembra pesare dieci chili: non sai mai come trasportarla. In più ogni tiratore deve portare lo zaino (Zeiss ci ha omaggiato tutti i magnifici zaini in loden), poiché diverse posizioni di tiro prevedono il tiro distesi con la carabina in appoggio. Per dar maggior consistenza allo zaino, oltre alle nostre cose e a ottanta cartucce da usare durante la gara, abbiamo tutti portato anche anche il cuscino. Non si ha una mano libera, poiché c’è da trasportare anche il treppiede da tiro, aggeggio che personalmente odio senza remore. Insomma, siamo carichi come muli e <strong>Armi</strong>n non ci dà alcuna tregua: appena finiamo di sparare ci fa muovere, tanto che a fine giornata saremo la prima squadra a terminare. Come ogni volta che si spara tanto con la carabina, prima o poi ti scappa un colpo che riesci a gestire male: il