Rassegna Storica Crevalcorese - Comune di Crevalcore
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<strong>Rassegna</strong> storica crevalcorese<br />
è stata realizzata<br />
con il contributo <strong>di</strong>:<br />
1
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong><br />
<strong>Rassegna</strong> storica<br />
crevalcorese<br />
7<br />
giugno 2009<br />
<br />
Istituzione dei Servizi Culturali Paolo Borsellino<br />
3
4<br />
<strong>Rassegna</strong> storica crevalcorese<br />
Rivista dell’Istituzione dei Servizi Culturali Paolo Borsellino <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong><br />
COMITATO DI REDAZIONE<br />
Magda Abbati, Guido Antonioli, Massimo Balboni, Gabriele Boiani,<br />
Paolo Cassoli, Nicoletta Ferriani, Loretta Lambertini, Barbara Mattioli,<br />
Yuri Pozzetti, Carla Righi, Roberto Tommasini.<br />
Direttore resp.<br />
Paolo Cassoli<br />
Progetto Grafico<br />
Paolo Cassoli<br />
Informazioni e comunicazioni<br />
Istituzione dei Servizi Culturali Paolo Borsellino<br />
Via Persicetana 226 - 40014 <strong>Crevalcore</strong> (Bo);<br />
tel. 051.981594, fax 051.6803580<br />
e mail: istituzione@comune.crevalcore.bo.it<br />
Settimo numero, <strong>di</strong>stribuzione gratuita
SOMMARIO<br />
In questo numero (a cura della redazione) 6<br />
STUDI E RICERCHE<br />
Guido Antonioli<br />
Popolazione e tasse a <strong>Crevalcore</strong><br />
in un registro d’estimo del 1386 9<br />
NOVECENTO<br />
Paolo Cassoli<br />
Luigi Lo<strong>di</strong>: un giornalista crevalcorese<br />
nella Roma bizantina 39<br />
Roberto Tommasini<br />
Le ra<strong>di</strong>o libere crevalcoresi degli anni settanta 71<br />
ESPERIENZE DIDATTICHE<br />
Maria Rita Biagini<br />
Le mappe del tesoro e i tesori delle mappe:<br />
Palata Pepoli dai Cabrei del XVII secolo a Google Earth 105<br />
5
6<br />
In questo numero<br />
Quest’anno un nuovo sponsor permette a <strong>Rassegna</strong> storica crevalcorese <strong>di</strong> riprendere,<br />
speriamo regolarmente, le pubblicazioni che negli ultimi due anni non hanno<br />
rispettato la prevista cadenza semestrale.<br />
Il settimo numero della rivista presenta quattro contributi.<br />
La sezione Stu<strong>di</strong> e ricerche contiene i saggi <strong>di</strong> Guido Antonioli e Paolo Cassoli.<br />
Guido Antonioli trascrive un registro d’estimo dell’A.S.Bo contenente quelle<br />
che oggi chiameremmo le denunce dei red<strong>di</strong>ti dei citta<strong>di</strong>ni crevalcoresi nel 1386.<br />
Il documento conserva i nomi <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni crevalcoresi <strong>di</strong> sesso maschile<br />
(la popolazione femminile non veniva presa in considerazione agli effetti fiscali)<br />
<strong>di</strong> 623 anni fa. Sud<strong>di</strong>visi per nucleo famigliare e con in<strong>di</strong>cazione della cifra per la<br />
quale venivano tassati, i crevalcoresi del tempo sono tutti in quelle poche pagine<br />
e nella maggior parte dei casi quel documento è tutto ciò che resta <strong>di</strong> loro: allo<br />
storico il compito <strong>di</strong> farlo parlare per ricostruire uno spaccato della vita e della<br />
società <strong>di</strong> quel periodo.<br />
Paolo Cassoli ricostruisce la figura del crevalcorese Luigi Lo<strong>di</strong>, uno dei più importanti<br />
giornalisti italiani dell’età <strong>di</strong> Crispi e <strong>di</strong> Giolitti, protagonista delle vicende<br />
politiche e letterarie negli ultimi due decenni dell’Ottocento e nel primo Novecento.<br />
La sua vita si intreccia con quella delle più importanti figure della politica, del<br />
giornalismo e della letteratura italiana, come Giosuè Carducci, Felice Cavallotti,<br />
Angelo Sommaruga, Matilde Serao, Gabriele D’Annunzio, oltre che con quella<br />
della giornalista Olga Ossani, che usava come nom de plume “Febea”, antesignana<br />
delle battaglie femministe e democratiche, <strong>di</strong>venuta sua moglie.<br />
Per la sezione Novecento, Roberto Tommasini traccia la storia delle ra<strong>di</strong>o libere<br />
<strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> nate a partire dal 1975, dopo che la sentenza n. 225 della Corte<br />
Costituzionale, <strong>di</strong>chiarando illegittimo il monopolio statale sulle trasmissioni<br />
via etere, aveva liberalizzato lo spazio ra<strong>di</strong>ofonico e televisivo permettendo la<br />
sperimentazione <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>te modalità <strong>di</strong> comunicazione. Nell’ultimo quarto del<br />
secolo passato sorsero così nel nostro comune ben cinque ra<strong>di</strong>o libere che hanno<br />
trasmesso informazioni commerciali, notiziari, musica e de<strong>di</strong>che accompagnando<br />
i momenti <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> svago <strong>di</strong> tanti crevalcoresi.<br />
Infine, per la sezione Esperienze <strong>di</strong>dattiche, Maria Rita Biagini ci dà conto <strong>di</strong> un’attività<br />
organizzata per le scuole me<strong>di</strong>e dall’Istituzione Borsellino, un “laboratorio”<br />
sulle trasformazioni agrarie e paesaggistiche subite dal territorio crevalcorese dal<br />
XVII secolo ai tempi o<strong>di</strong>erni. Me<strong>di</strong>ante l’utilizzo delle mappe storiche dell’Archivio<br />
comunale e dei moderni strumenti tecnologici come Google Earth è possibile<br />
fare ine<strong>di</strong>ti confronti sui cambiamenti intervenuti nel paesaggio negli ultimi tre<br />
secoli.
7<br />
Stu<strong>di</strong> e Ricerche
8<br />
Fig. 1 – Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Bologna: Libro d’Estimo <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>: foglio 204 r.
GUIDO ANTONIOLI<br />
Popolazione e tasse a <strong>Crevalcore</strong><br />
in un registro d’estimo del 1386<br />
Il registro <strong>di</strong> cui fa parte il testo sotto trascritto presenta una coperta e un<br />
in<strong>di</strong>ce iniziale in pergamena, mentre il resto del volume è cartaceo. L’in<strong>di</strong>ce<br />
mostra la sud<strong>di</strong>visione del volume tra i comuni facenti capo al quartiere <strong>di</strong> Porta<br />
Stiera e quelli appartenenti al vicariato della montagna. I primi sono Manzolino,<br />
Castelfranco, S. Maria in Strada, Ulmetola, Piumazzo, Panzano, Calcara, S. Elena,<br />
Anzola, S. Agata, S. Giovanni in Persiceto, Borgo Panigale, Padule Sala, Sala<br />
Aygonum, Panigale Vecchio, Policinus a sero Reni, S. Vitale <strong>di</strong> Reno, <strong>Crevalcore</strong>,<br />
Canetolo e Bagni; tra i comuni della montagna sono presenti Monteveglio,<br />
Serravalle, Tiole e Montemarvo, Savigno, S. Andrea in Curiano, Crespellano,<br />
Montemaggiore, Oliveto, Pragatolo, Samoggia, Gaçum S. Ambrosii, Zappolino,<br />
Mongiorgio.<br />
Questo registro risale agli anni 1385-86, quando Bologna era retta dalla<br />
cosiddetta signoria del popolo e delle arti, che nel 1376 aveva soppiantato l’o<strong>di</strong>ato<br />
governo pontificio, esercitato tramite vicari. Il nuovo regime si presentava come<br />
un ritorno alle istituzioni comunali che erano state cancellate dall’avvento della<br />
signoria <strong>di</strong> Taddeo Pepoli nel 1337, anche se la restaurazione era più formale che<br />
sostanziale; ormai indebolite le società d’arti, il governo <strong>di</strong> fatto era nelle mani<br />
delle maggiori famiglie aristocratiche, che avevano ottenuto sostanzialmente <strong>di</strong><br />
potersi affrancare dalla tutela <strong>di</strong>retta del papa. Si noti che nel presente volume,<br />
forse a causa del suo carattere amministrativo e fiscale, sono del tutto assenti quei<br />
richiami alla ideologia della libertà comunale e al governo <strong>di</strong> popolo che erano<br />
invece presenti tanto nelle vecchie riformagioni del comune – quelle emanate<br />
fino al 1337 – quanto negli statuti del 1376, ideologicamente impostati sul<br />
recupero della vecchia libertas citta<strong>di</strong>na. Sarebbe dunque inutile cercare in questo<br />
registro dei riferimenti <strong>di</strong> stampo politico, che probabilmente erano considerati<br />
superflui per la natura puramente pratico-amministrativa del contenuto; manca<br />
del tutto qualsiasi tentativo <strong>di</strong> riferire l’assetto del contado e le sue ripartizioni<br />
amministrativo-fiscali alle nuove istituzioni bolognesi affermatesi dopo la rivolta<br />
antipapale del 1376.<br />
In primo luogo il testo presenta l’elenco dei fumanti <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> per gli<br />
9
10<br />
anni 1385-86 (cc. 193r-205v); per fumanti si intendono gli abitanti del contado,<br />
soggetti ad una tassazione separata – e più pesante – rispetto a quella dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
Ciò spiega come mai i fumanti più facoltosi a volte tentassero <strong>di</strong> acquisire lo<br />
status <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni – il beneficium cita<strong>di</strong>nancie – come si vede ad esempio a c. 204r,<br />
dove il passaggio dei fumanti allo status <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni era sancito da una apposita<br />
sottoscrizione notarile. Vale la pena <strong>di</strong> ricordare che la tassazione avveniva sul<br />
patrimonio, e non sul red<strong>di</strong>to come accade oggi, e quin<strong>di</strong> i contribuenti non<br />
<strong>di</strong>chiaravano il red<strong>di</strong>to annuo, bensì l’ammontare dell’intero patrimonio.<br />
Ciascun gruppo familiare costituiva una entità a sé stante ai fini fiscali. Le<br />
donne non erano presenti, salvo in rari casi, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto accadeva ad<br />
esempio nelle denunce d’estimo dei citta<strong>di</strong>ni; in particolare in tutto il documento<br />
sono citate soltanto una domina Reme<strong>di</strong>a (c. 197r) e una domina Bona (c. 198v).<br />
Da c. 206r a c. 208v abbiamo l’elenco dei fumanti <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> abitanti in<br />
località <strong>di</strong>verse, siano esse del territorio bolognese oppure no; soltanto alcuni <strong>di</strong><br />
essi sono associati ad una cifra d’estimo.<br />
Da c. 209r a c. 213v si leggono i nomi <strong>di</strong> fumanti <strong>di</strong> altre località del bolognesi<br />
che risiedono a <strong>Crevalcore</strong>; questi nominativi non presentano cifre d’estimo.<br />
Da c. 214r a c. 216r abbiamo i nominativi dei forensi, cioè dei forestieri, non<br />
bolognesi, che risiedono nel territorio <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Da c. 216v a c. 218v si leggono i nomi dei citta<strong>di</strong>ni bolognesi che vivono a<br />
<strong>Crevalcore</strong>, ciascuno dei quali è in<strong>di</strong>cato con la propria cappella <strong>di</strong> residenza,<br />
che nel contesto urbano veniva ad assumere il ruolo <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> “domicilio<br />
fiscale”, e ciò spiega il motivo per cui viene citata in un testo come questo.<br />
Il testo qui presentato può apparire poco significativo dal punto <strong>di</strong> vista<br />
storiografico; eppure anche una fonte apparentemente “povera” come questa<br />
può fornire informazioni utili. Come premessa si deve ricordare che nel testo la<br />
moneta utilizzata è la lira <strong>di</strong> bolognini, che si <strong>di</strong>videva in 20 sol<strong>di</strong>, mentre ciascun<br />
soldo era sud<strong>di</strong>viso in 12 denari; in tal modo si aveva l’equivalenza 1 lira = 240<br />
denari.<br />
In realtà lira e sol<strong>di</strong> erano semplici unità <strong>di</strong> conto, mentre la moneta realmente<br />
utilizzata era il denaro. Per avere un’idea del valore della lira <strong>di</strong> bolognini, si tenga<br />
conto che nel Trecento a Bologna un bue costava circa 16 lire, pari a circa tre anni<br />
<strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> un conta<strong>di</strong>no, mentre un cavallo tra le 16 e le 40 lire <strong>di</strong> bolognini.<br />
Dall’elenco si possono desumere le consistenze patrimoniali dei fumanti, che<br />
appaiono piuttosto variabili, da cifre minime, come 1 lira <strong>di</strong> bolognini, fino a<br />
superare le 100 lire per le famiglie più facoltose.<br />
Se si esamina la <strong>di</strong>stribuzione della consistenza patrimoniale all’interno del<br />
gruppo dei fumanti (cc. 193r-205v), si può osservare che, su un totale <strong>di</strong> 250<br />
fuochi familiari estimati, ben 149, pari al 59,6 %, avevano un estimo inferiore<br />
alle 20 lire <strong>di</strong> bolognini; nella fascia 20-50 lire si collocavano 66 contribuenti, pari
al 18% del totale, mentre all’estremo opposto soltanto 9 gruppi familiari, pari al<br />
3,60% del totale, erano registrati con un estimo superiore alle 100 lire.<br />
Questi dati delineano un quadro economico non certo flori<strong>di</strong>ssimo, ma<br />
neppure <strong>di</strong>sastroso; certamente è significativo che all’interno della fascia<br />
patrimoniale inferiore, ben 82 famiglie, pari al 32,80 %, non superassero le 10<br />
lire <strong>di</strong> bolognini, e all’interno <strong>di</strong> tale gruppo 29 fuochi non arrivassero alle 3<br />
lire <strong>di</strong> ricchezza complessiva. In realtà gran parte del patrimonio fon<strong>di</strong>ario era<br />
appannaggio <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> famiglie non crevalcoresi, come i Pepoli, e ciò spiega<br />
perchè vi fossero così pochi contribuenti veramente facoltosi. In più le vicende<br />
dei decenni precedenti, come la Peste Nera, avevano sicuramente indebolito<br />
l’economia locale.<br />
Per quanto riguarda l’assetto demografico, il numero dei fumanti registrati<br />
è pari a 578; sono compresi in questo numero tutti gli in<strong>di</strong>vidui segnalati dal<br />
documento, cioè anche i figli e i nipoti del capofamiglia. La cifra comprende<br />
anche le due famiglie che, pur continuando ad abitare a <strong>Crevalcore</strong>, avevano<br />
ricevuto il beneficium della citta<strong>di</strong>nanza bolognese.<br />
A questo gruppo si deve sommare quello costituito dai fumanti non crevalcoresi,<br />
che risultano in tutto 146; <strong>di</strong> questa categoria fanno parte ad esempio 30 persone<br />
registrate a San Giovanni in Persiceto, ma soltanto 3 originarie <strong>di</strong> Sant’Agata.<br />
I forensi sono in tutto 105, molti dei quali provenienti dal centese e da Modena;<br />
in misura minore si segnalano citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> altri centri emiliani, veneti e lombar<strong>di</strong>.<br />
Sono del tutto assenti invece forestieri provenienti dalle regioni centromeri<strong>di</strong>onali<br />
o dall’estero. Infine i citta<strong>di</strong>ni bolognesi risiedenti a <strong>Crevalcore</strong> sono 97.<br />
Si ottiene così un totale <strong>di</strong> 926 persone, che naturalmente va integrato con<br />
la componente femminile, il che consente <strong>di</strong> stimare una popolazione residente<br />
pari a circa 1900 abitanti. Se si considera che Bologna nel Trecento aveva una<br />
popolazione <strong>di</strong> circa 50.000 abitanti, si vede che il rapporto tra i due centri non<br />
era sostanzialmente <strong>di</strong>ssimile da quello attuale.<br />
Un altro aspetto interessante è l’onomastica. Considerando che i cognomi<br />
attuali prendono forma a partire dal Cinquecento, risulta probabilmente <strong>di</strong>fficile<br />
in<strong>di</strong>viduare nei nomi dei crevalcoresi della fine del Trecento gli antenati dei<br />
cognomi attuali, anche se qualche in<strong>di</strong>zio si può già intravedere. Si notano ad<br />
esempio futuri cognomi come Montanari (Petrus condam Guidonis olim Iohannis<br />
Montanarii), Bisi (Iacobus condam Bisii olim ser Boniacobi de Boniacobis),<br />
Pederzani (Tomax, Iohannes et Anthonius, fratres et filii condam Zanis olim<br />
Pedriçani de Pedriçanis), Stancari (Iacobus condam Petri olim Gerar<strong>di</strong>ni Stanchariii<br />
de Stanchariis) e altri ancora.<br />
Rari sono i soprannomi e le qualifiche professionali; tra i primi si segnalano un<br />
“Iohannes cui <strong>di</strong>citur Biçolus” (c. 198r), un “Silvester cui <strong>di</strong>citur niger” (c. 217r)<br />
11
12<br />
e un “Teu cui <strong>di</strong>citur bastardus” (c. 207v), mentre tra le qualifiche <strong>di</strong> mestiere<br />
si notano un Bertolinus “piliçarius”, cioè pellettiere (c. 207v) e un Nicholaus<br />
“chalçolarius” (c. 217r). Mancano naturalmente i nomi delle famiglie bolognesi<br />
che si possono trovare nelle denunce d’estimo citta<strong>di</strong>ne; il panorama qui appare<br />
inevitabilmente più anonimo e appiattito, anche se non al punto da non poter<br />
intravedere la formazione, nel territorio <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, <strong>di</strong> gruppi familiari <strong>di</strong> un<br />
certo rilievo patrimoniale; per fare un esempio, si vedano i “Pedriçani”, che sono<br />
estimati per la considerevole cifra <strong>di</strong> oltre 138 lire <strong>di</strong> bolognini, oppure i “Capelli”,<br />
a cui è attribuita la somma <strong>di</strong> 122 lire.<br />
Il grafico permette <strong>di</strong> evidenziare con un solo colpo d’occhio la <strong>di</strong>stribuzione della ricchezza<br />
a <strong>Crevalcore</strong> nella seconda metà del XIV secolo. Si nota la netta prevalenza quantitativa<br />
dei nuclei familiari meno ricchi, tanto che il totale <strong>di</strong> coloro che possiedono beni<br />
per meno <strong>di</strong> 20 lire <strong>di</strong> bolognini è pari al 59,6% della popolazione, mentre tutti gli altri<br />
contribuenti delle fasce <strong>di</strong> ricchezza superiori non superano il 40,4%.
Trascrizione del registro d’estimo <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> dell’anno 1386<br />
193r<br />
Infrascripti sunt omnes et singuli fumantes et descendentes ex fumanti per lineam<br />
masculinam terre Crevalchorii habitantes in <strong>di</strong>cta terra, producti per Nannem Ferarini<br />
condam Vilani Ferarini massarium <strong>di</strong>cte terre, videlicet in primis<br />
libre cii comune <strong>di</strong>cte terre habet certa bona immobilia; extant in summa<br />
l. xviii s. vi Tomax condam Marchi olim Masii Arçimani de Arçimannis<br />
Tomax eius filius<br />
l. viii s. v Petrus condam Bonan<strong>di</strong> olim Dominici de Çampanellis<br />
l. iiii s. iiii Berardus condam Ariberti olim Gerar<strong>di</strong> de Donatulis<br />
l. xiii s. viii Dinus condam Dominici olim Iohannis de Çampanellis<br />
Paulus condam Iohannis Dini Zampanelli<br />
l. xv s. iiii Guido condam Martini olim Guidonis Blanchi<br />
l. xlvi s. viiii Anthonius condam Iohannis olim Petri de Arçimannis<br />
Iohannes et Arçimannus eius filii<br />
l. xxx s. x Masolinus condam Mignani olim Bitini de Balduinis<br />
l. cxxxviii s. vi Tomax1 193v<br />
, Iohannes et Anthonius, fratres et filii condam Zanis olim<br />
Pedriçani de Pedriçanis<br />
Petrus filius <strong>di</strong>cti Tomasii<br />
Blasius, Francischus et Silvester fratres et filii condam Iacobi olim<br />
Çannis de Pedreçanis<br />
Iacobus filius <strong>di</strong>cti Blasii<br />
l. xviiii ser Daynesius condam Daynesii olim Suçii de Suçiis<br />
Petrus eius filius<br />
Anthonius et Bene<strong>di</strong>ctus, filii <strong>di</strong>cti Petri<br />
l. lxxxx s. vii Gratia condam Iohannis olim Gratie Menghini<br />
Iohannes eius filius<br />
Petrus, Iacobus, Tomax, Bartolomeus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
l. cxxii Petrus condam Pasini olim Bitini Capelli<br />
Bitinus et Anthonius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Petri<br />
Iacobus et Misinus fratres et filii condam Guidoni olim Bitini Capelli<br />
Martinus filius <strong>di</strong>cti Iacobi<br />
Iohannes filius <strong>di</strong>cit Misini<br />
1 Segue condam Zanis depennato<br />
13
14<br />
l. lviii s. xii Tomax et Iacobus fratres et filii condam Rive olim Çacharoti de<br />
Lombar<strong>di</strong>s<br />
Iohannes filius <strong>di</strong>cti Tomacis<br />
Vicencius condam Petri olim Rive Lombar<strong>di</strong><br />
l. xi Bertolacius condam Nanis olim Petri de Bussis<br />
Guillielmus et Petrus eius filii<br />
l. xi s. xv Iohannes condam Iacobi olim Bertey de Guirisiis<br />
l. xi s. x<br />
194r<br />
Cichinus condam ser Contri olim Petri<br />
l. x s. v Iohannes condam Bertolini olim Menghi Spinabelli<br />
l. xxiii s. xv Martinus condam Bertry olim Iohannis de Guirisiis<br />
l. xv s. xii Petrus condam olim Masii de Talamassiis<br />
l. xxxvi Nannes condam Tomacis olim Dominici Zampanelli<br />
Tomax et Blasius eius filii<br />
l. xl s. iii Peregrinus condam Masii olim Petri Tadal<strong>di</strong><br />
l. xxxvii s. x Hengherius condam Pacis olim Hengherii de Arçimannis<br />
l. xxxii s. viii Arçimannus et Francischus fratres et filii Tamacis olim Pacis<br />
Arçimani<br />
l. xxxvi s. x Andreas condam Bene<strong>di</strong>cti olim Alberti de Arçimanis<br />
l. xxi s. xviii Matheus condam Mathey olim Icobi de Arçimanis<br />
l. viii s. xviii Raynerius condam Gerar<strong>di</strong>ni olim Raynerii Prini<br />
l. xxi s. x Petrus condam Dominici olim Iacobi de Arçimanis<br />
l. xxviiii s. ii<br />
194v<br />
Anthonius condam Anthonii olim Teste<br />
Cristofarus, Bartholomeus, Nannes et Agostinus, fratres et filii <strong>di</strong>cti<br />
Anthonii<br />
l. x Pasius condam Guidonis olim Pacis Isnar<strong>di</strong><br />
l. xx s. x Petrus condam Guidonis olim Iohannis Montanarii<br />
Iohannes, eius filius<br />
l. i Bartholomeus condam Iohannis olim Iohannis Montanarii<br />
l. xviii s. x Iohannes et Mininus fratres et filii condam Masini olim Iohannis de<br />
Albiçis<br />
Masinus, Bartholomeus, Iacobus, Albiçius et Francichus, fratres et<br />
filii <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
Guaspar et Petrus fratres et filii <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
l. xxi s. xi Albertus condam Petri olim magistri Iacobini sartoris<br />
l. xxi s. xii Tura condam Alberti olim Bonaventure De Gatis<br />
l. xlvii Iacobus condam Francischi olim Honebenis de Martinellis<br />
l. xxviiii Zichinus filius Alberici olim Beloni De Albiçis<br />
Paolinus, Andreas et Petrus eius filii
l. ii Petrus et Iacobus fratres et filii condam Petri olim Iohannis de Bussis<br />
l. v Perinus condam Boni olim ser Pauli de Paulis<br />
l. xxx<br />
195r<br />
Albiçus condam Beloni olim Albiçini de Albiçis<br />
l. ii Belenus et Albicinus, fratres et filii condam Petri olim Beloni de<br />
Albiçis<br />
l. xxxi s. x Iohannes condam Iacobi olim Gratie de Çirbinis<br />
l. v s. ii Albertinus et Nannes, fratres et filii condam Martini olim Dini de<br />
Maçiis<br />
l. xvii s. xiiii Iohannes condam Alberti olim Iacobi Boschanni<br />
l. xx s. xvi Petrus condam Nannis olim Iacobi de Bernis<br />
l. xvi s. xii Albertinus condam Boati olim Martini de Maçiis<br />
l. xvii s. xv Ubertus et Menghus, fratres et filii condam Pinelli olim Uberti de<br />
Ubertis<br />
Peregrinus filius <strong>di</strong>cti Uberti<br />
l. xviii Iulianus condam Bertey olim ser Iohannis de Guirisiis<br />
Iohannes, Tomax et Bertheus eius filii<br />
l. x s. xiiii Iacobus condam Petri olim Gerar<strong>di</strong>ni Stanchariii de Stanchariis<br />
Petrus eius filius<br />
l. iii s. v<br />
195v<br />
Francischus condam Dini olim Iohannis de Peto<br />
l. i Masius filius Petri olim Iohannis Bimboni<br />
Bartholomeus, Pelegrinus et Anthonius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Masii<br />
l. lii s. xii Philipus condam Laurencii olim Petri Stancharii<br />
Iohannes, eius filius<br />
l. xviii Henrichus condam Lombar<strong>di</strong> olim Henrici de Lombar<strong>di</strong>s<br />
Anthonius, eius filius<br />
l. xxviii s. xiiii Pelegrinus condam Raynal<strong>di</strong> olim Açionis de Balduinis<br />
l. xxii s. ii Iacobus condam Alberti olim Guirisini<br />
Bartholomeus eius filius<br />
l. xxxv s. iiii Iacobus condam Ursii olim Daghinerti de Banosiis<br />
Blasius, Iohannes, Tertius et Francischus eius filii<br />
l. xxxvi s. x Banosius condam Ursii olim Daghinerti de Banosiis<br />
l. xiii s. iiii Iohannes condam Iacopini olim Iohannis Sançorgii<br />
l. iii s. xvi Anthonius condam Alberti olim Bertaçani<br />
l. xxxv s. iiii Iacobus et Iohannes, fratres et filii Rubertini olim Albertini de<br />
Banosiis<br />
Florianus filius <strong>di</strong>cti Iacobi<br />
Philipus et Petrus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
Albertinus condam Albertini olim Iacobi de Banosiis<br />
15
16<br />
196r<br />
l. viii s. x Simon condam Raynerii olim Simonis<br />
l. xxviiii s. iiii Albertus condam Gregorii olim Alberti de Gregoriis<br />
Gregorius eius filius<br />
l. lxxxvii s. iii Danilis et Pelegrinus, fratres et filii condam Anthonii olim Danilis de<br />
Arçimanis<br />
Anthonius, filius <strong>di</strong>cti Danilis<br />
Iacominus, filius <strong>di</strong>cti Pelegrini<br />
Petrus condam Nannis olim Danilis Arçimani<br />
l. xvii s. viii Rolandus condam Amberti olim Arçimanni de Arçimannis<br />
Iulianus et Aribertus, fratres et filii condam Iacobi olim Ariberti<br />
Arçimanni<br />
l. xi s. iii Iacobus condam Francisci olim Benetini Radal<strong>di</strong><br />
Bonetinus eius filius<br />
l. vi Danilis condam Bene<strong>di</strong>cti olim Alberti de Arçimannis<br />
Bene<strong>di</strong>ctus, Iohannes, Iacobus, Bartholomeus, Albertus et Ioachinus,<br />
eius filii<br />
l. xiii s. x Ursius condam Egi<strong>di</strong>i olim Arçimani de Arçimanis<br />
l. xxxviiii s. xvi<br />
196v<br />
Anthonius condam Iohannis olim Pedreçani de Pedreçanis<br />
Iohannes et Albertus eius filii<br />
l. viii Iohannes condam Bertoluçii olim Malfoli<br />
l. xxiii s. xiii Sibene condam Martini olim Ture de Bussis<br />
Anthonius, eius filius<br />
Tura et Martinus, fratres et filii condam Benvenuti olim Ture de<br />
Bussis<br />
Nannes condam Sibenis olim ser Ture de Busis<br />
l. xxxvi s. viii Iacobus condam Bisii olim ser Boniacobi de Boniacobis<br />
l. lxviii s. xiii Blasius et Bartholomeus, fratres et filii condam Nannis olim<br />
Boniacobi de Boniacobis<br />
Anthonius et Iohannes, fratres et filii <strong>di</strong>cti Blasii<br />
Silvester et Petrus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Bartholomey<br />
l. xvii s. vi Nannes condam Petri olim Zanini Marischalchi<br />
Francischus eius filius<br />
l. ii s. x Masius filius Nannis olim Petri Marischalchi<br />
Petrus et Iohannes eius filii<br />
l. lvi Bartholomeus condam Petriboni olim Iemignani Gorçani<br />
Anthonius, Pelegrinus, Petrus et Iohannes, eius filii<br />
Iemignanus et Nicholaus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Pelegrini<br />
l. v s. xvi Zichinus condam Franchi olim Nannis Mulinarii<br />
l. xx Matheus condam Francisci olim Mathey Brunelli<br />
Francischus eius filius
197r<br />
l. xxxv Iemignanus et Iohannes, fratres et filii condam Anthonii olim<br />
Iohannis<br />
Stefanus, Anthonius et Iacobus, fratres et filii Iemignani<br />
Andreas, Nerius et Laurencius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
l. iii s. x<br />
197v<br />
domina Reme<strong>di</strong>a, filia et heres condam Zamboni olim Venturaçii<br />
l. xliiii Altomeus condam Iacobi olim Iuliani de Ambrosiis<br />
l. vii s. ii Gerardus condam Iacobi olim Gerar<strong>di</strong><br />
Bartholomeus, eius filius<br />
l. cxi s. xviiii Anthonius condam Bartholomey olim Rolan<strong>di</strong>, chalçolarius<br />
Bartholomeus eius filius<br />
Rolandus condam Blasii olim Bartholomey, chalçolarius<br />
l. viii s. xv Bartholomeus condam Mengholi olim Nannis de Maris<br />
l. lxxxx s. xi Matheus condam Petri olim Mathey de Ferariensibus<br />
Iohannes, eius filius<br />
l. lxxxxvi s. x Iacobus, Tura et Sopranus, fratres et filii condam Iohannis olim Ture<br />
de Ravasinis<br />
Iohannes, Ravasinus et Anthonius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Iacobi<br />
Francischus filius <strong>di</strong>cti Soprani<br />
Tomax condam Anthonii olim Zannis Ravasini<br />
l. xxii s. xiiii Pelegrinus condam Nasimbenis olim Soprani Ravasini<br />
Nannes, eius filius, cochus<br />
l. lx s. x Albertinus condam Iohannis olim Petri Scavalti<br />
Tomax eius filius<br />
l. xiiii s. ii Gratianus condam Clarelli olim Gratiani<br />
Bartholomeus eius filius<br />
l. xi s. xv<br />
198r<br />
Clarellus condam Petri olim Clarelli<br />
l. xxiiii s. viii Bonus condam Francisci olim Boni Oraboni<br />
Iohannes eius filius<br />
l. xi s. x Gratiolus condam Guillielmi olim Gratioli Formentini<br />
Guillielmus eius filius<br />
l. ii Iohannes cui <strong>di</strong>citur Biçolus condam Isnar<strong>di</strong> olim Arienti<br />
l. xiiii s. v Iohannes condam Nicholay olim Guiçar<strong>di</strong> de Rochis<br />
Nicholaus eius filius<br />
l. viiii s. xi Iohannes condam Iacobi olim Çarli de Boscho<br />
Anthonius et Iacobus eius filii<br />
l. xvii s. xiii Bartholomeus condam Iacobi olim Çarli de Boscho<br />
l. lxxxiiii s. xvii Vitale, Saba<strong>di</strong>nus et Andriolus, fratres et filii condam Bartholomey<br />
olim Vitalis de Nanibus<br />
Pelegrinus, filius <strong>di</strong>cti Vitalis<br />
Petrus filius <strong>di</strong>cti Pelegrini<br />
17
18<br />
l. xlvii s. iiii<br />
Iohannes et Bartholomeus fratres et filii <strong>di</strong>cti Saba<strong>di</strong>ni<br />
Albertus et Pelegrinus, fratres et filii condam Uguçonis olim Bertolini<br />
l. xviiii s. xv Iohannes condam ser They olim Delanti<br />
l. xxvi s. viiii Tomax condam Iohannis olim Tomacis Acharisii<br />
198v<br />
Pelegrinus eius filius<br />
l. liiii s. xii Francischus condam Iohannis Tomacis Acharisii<br />
Bartholomeus, eius filius<br />
l. cv s. xvii Pelegrinus condam Petri olim Guidonis Cossoni<br />
l. i Anthonius condam Iohannis olim Albertini Albini<br />
l. xiiii s. v Anthonius et Michael, fratres et filii condam Iohannis olim ser2 Guidonis de Solario<br />
l. xiiii s. v Petrus et Guido, fratres et filii condam Iohannis olim ser Iohannis<br />
Guidonis de Solario<br />
l. xiiii s. ii Anthonius condam Benvenuti olim Guidonis de Solario<br />
l. viii s. x Iacobus condam Bonaçoli olim Rodulfi Bonaçoli<br />
l. xxi s. xviiii Brunellus condam Andree olim Nicholay Brunelli de Brunellis<br />
Nicholaus eius filius<br />
l. xi s. xvii Ghibertinus condam Petri olim They Tagaçini<br />
l. xxvii s. iii Pelegrinus et Anthonius, frratres et filii condam Amatoris olim Petri<br />
l. xviii s. x Iohannes condam Tomacis olim Giberti Piçigoni<br />
Ghibertus eius filius<br />
l. xv s. iiii Nicholaus condam Iohannis olim Dayinii de Dayniis<br />
Iohannes eius filius<br />
l. i Tomasellus condam Petri olim Amatoris<br />
l. xlvi s. xiii<br />
199r<br />
d.na Bona condam Martini, filia et heres <strong>di</strong>cti Martini<br />
l. xxiii s. xv Martinus condam Iacobi olim Guidonis Pedrioli<br />
l. v Andreas condam Anthonii olim Moteni<br />
l. xxi s. iiii Petrus et Anthonius, fratres et filii Betey olim Petri de Michilinis<br />
l. iiii Iohannes condam Blanchi olim Iohanis Balabene<br />
l. ii Nicholaus filius Chechi olim Iemignani de Laurenciis<br />
Nicholaus et Laurencius, eius filii<br />
l. xxviiii s. vi Covalus condam Benvenuti olim Michilini de Michilinis<br />
Benvenutus, Iohannes, Agostinus et Milinus, eius filii<br />
l. xviii s. xvi Matheus et Dominichus, fratres et filii condam Iacobi olim Mathey<br />
2 Segue Iohannis depennato.
l. vii s. xii Bualellus condam Zanelli olim Gregorii Maravolgii<br />
Petrus, eius filius<br />
Zanebonus condam Albertini olim Zanelli Maravolgii<br />
l. xi s. xv Zanellus et Pelegrinus, fratres et filii condam Gregorii olim Zanelli<br />
Maravolgii<br />
l. iiii s. x Dominichus condam Andree olim Rolan<strong>di</strong> Legalis<br />
Andreas et Iohannes eius filii<br />
l. xxiii s. x<br />
199v<br />
Iohanninus condam Iacobi olim Honi<br />
l. xxxi s. ii Iacobus condam Albertini olim Zar<strong>di</strong> de Anselmis<br />
Albertinus, eius filius<br />
Anthonius et Bartholomeus, fratres et filii condam Anthonii olim<br />
Iacobi de Anselmis<br />
l. vii s. x Florius condam Florii olim Munaioli<br />
l. xxxii s. v Iohannes condam Iacobi olim Iuliani de Ambrosiis<br />
Tomax, Ambrosius et Bartholomeus eius filii<br />
l. xxxiii s. xvi Anthonius condam Bertolini olim iacobi Cossoni<br />
Paulus, eius filius<br />
Iulianus condam Iuliani olim Guidonis Cossoni<br />
l. x s. x Paulus<br />
l. x s. vi Bertheus et<br />
l. v Petrus, fratres et filii condam Iohannis olim Bar<strong>di</strong>ni Bur<strong>di</strong>3 Iohannes, Francischus et Agostinus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Petri<br />
l. iii s. x Pelegrinus condam Petri olim Muçini<br />
Richardus, Petrus et Bartholomeus, eius filii<br />
l. xlviii s. v Petriolus et Bartholomeus, fratres et filii Gerarduçii olim Petri<br />
Gerarduçius et Guillielmus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Pedrioli<br />
l. xiii s. viii Nanes condam Raynerii olim Nicholay Bonsignoris<br />
l. xi s. vi<br />
200r<br />
Castelanus condam Martini olim Bonegratie Cupelli<br />
Nannes, eius filius<br />
l. xvi s. iii Bithinus condam Bencii olim Bene<strong>di</strong>cti Benaglie<br />
Lencius, eius filius<br />
l. iii s. x Anthonius et Petrus, fratres et filii condam Bene<strong>di</strong>cti olim Petri de<br />
Albaro<br />
l. i Marchus condam Martini olim Bisii<br />
Martinus et Beltramus, eius filii<br />
l. ii s. x Petrus condam Iohannucii olim Benvenuti<br />
Iacobus, eius filius<br />
l. viiii s. ii Francischus condam Iohannis olim Bene<strong>di</strong>cti Piçigoni<br />
Paxinus, eius filius<br />
3 In questo caso, e contrariamente al solito, ciascuno dei tre fratelli è associato ad una cifra<br />
autonoma.<br />
19
20<br />
l. i s. xvi Iohannes condam Guillelmi olim Iohannis<br />
Guramons, Guillielmus et Fedrichus, eius filii<br />
Iacobus et Anthonius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Guramontis<br />
l. xii Nicolaus Iohannis olim Chechi Varani<br />
l. vi Petrus Iohannis olim Tuçoli, <strong>di</strong>ctus Pissalaqqua<br />
200v<br />
l. iii Pelegrinus condam Petri olim Benvenuti Sorati<br />
l. xv s. xv Iacobus condam Petri olim Federici de Federicis<br />
l. cxxviiii s. ii Petrus condam Gabrielis olim ser Federici de Federicis<br />
Gabriel et Federichus, eius filii<br />
Iohannes, filius <strong>di</strong>cti Gabrielis<br />
Sisius et Anthonius, filii <strong>di</strong>cti Federici<br />
l. xviii s. vii Iohannes condam Ugolini olim Iohannis Rubelis<br />
Iohannes, Bene<strong>di</strong>ctus, Petrus, Ugolinus et Bene<strong>di</strong>ctus, eius filii<br />
l. xlii s. x Iemignanus condam Pedrucii olim Zantelli<br />
Iacobus eius filius<br />
l. xi s. xvi Francischus condam Simonis olim Iohannis Petraçoni<br />
Simon, eius filius<br />
l. i Bartholomeus condam Iacobi olim Bartholomey Bathini<br />
l. cxv s. x Gerardus et Massus, fratres et filii condam Nanini olim Masii<br />
Dominichus et Martinus, fratres et filii Anthonii olim Masii<br />
l. xii s. x Iohannes condam Bicti olim Raynerii Mortadelli<br />
Anthonius et Petrus, eius filii<br />
l. lxii s. x<br />
201r<br />
Chastelanus condam Bartholomey olim Bonagratie Cupelli<br />
l. i Paulus condam Iohannis olim Iacopini Tombarisii<br />
l. xviii s. xvi Iohannes condam Petri olim Iohannis Maçalupi<br />
Petrus et Pelegrinus, eius filii<br />
l. xii s. iiii Anthoniolus condam Francisci olim Tavanelli de Tavanellis<br />
l. li s. iiii Silvester condam Iemignani olim Iohannis Bagli<br />
Iohannes, Cichinus, Iacobus et Mignanus, eius filii<br />
l. xxi s. xii Tomax condam Iohannini olim Ghiberti Piçigoni<br />
l. lxvi s. x Dominichus condam Iohannis olim Ugolini Cantonerii<br />
Iohannes, Iacobus, Paulus et Bartholomeus, eius filii<br />
l. xiii s. x Petrus condam Iohannis olim Guidocti Merli<br />
l. x s. vi Iacobus condam Nanini olim Iacobi Chastal<strong>di</strong><br />
l. lxxiiii Iohannes et Iacobus, fratres et filii condam Guillielmi olim Francisci<br />
Roversii<br />
l. xxvii s. xvi Martinus condam Fulchi olim Crisimbenis Ravasini<br />
Bartholomeus eius filius<br />
l. vii Rubertus condam Iohannis olim Iacobi Pedrioli
201v<br />
l. xxxi s. x Martinus condam Iohannis olim Tunelli<br />
Iohannes, Iacobus et Daniel, eius filii<br />
l. xi s. x Iohannes condam Petri olim Tey Ragaçini<br />
Petrus, Bartholomeus et Pelegrinus, eius filii<br />
l. iii s. x Michilinus condam Alberti olim Cedroni<br />
Bartholomeus eius filius<br />
l. xx s. x Guaspar et Iohannes, fratres et filii condam Petri olim Iohannes<br />
Capelli<br />
l. xviii s. ii Iohannes condam Pacis olim Bernar<strong>di</strong> Caraparole<br />
l. vii s. x Iacobus condam Masini olim Scurani<br />
l. lv s. v Michiel condam Rodulfi olim Magistri Pomarini<br />
Rodulfus eius filius<br />
l. xv Pedriolus condam Iacobi olim Guidonis Pedrioli<br />
Iohannes et Iacobus, eius filii<br />
l. xviii s. viii Petrus condam Ugolini olim Bertolerii<br />
l. xxvi s. vi Iohannes condam Bertoloni olim Ugolini<br />
l. ii s. iiii<br />
202r<br />
Chesius condam Tey olim Zarli Bonvisini<br />
l. x s. x Iohannes condam Mathey olim Iohannis Formagli<br />
Matheus et Bartholomeus, eius filii<br />
l. xxxviii s. iii Anthonius condam Gerar<strong>di</strong>ni olim Viviani Ghibelli<br />
l. xxvii s. x Iohannes condam Andree olim Rustici de4 Rustichis<br />
l. lviiii s. xvi Martinus condam Martini olim Fedrulsini<br />
Fedrulsinus et Iohannes, eius filii<br />
Petrus et Francischus, fratres et filii condam Fedrussini5 olim Martini<br />
l. viii s. v Rolandus condam Petri olim Rolan<strong>di</strong> Cavali<br />
Guillielmus eius filius<br />
l. xviii s. xv Nannes condam Petri olim Rolan<strong>di</strong> Cavalli<br />
l. ii Anthonius condam Bartholomey olim Bonagratie Capelli<br />
l. xliii s. viiii Anthonius condam Pacis olim Bernar<strong>di</strong> Caraparole<br />
Bernardus et Pasius, eius filii<br />
Iacobus condam Bernar<strong>di</strong> olim Pacis Caraparole<br />
l. lxvii s. x Minus condam Mini olim Gratioli de Gratiolis<br />
Gratiolus, Pelegrinus et Petrus, eius filii<br />
Iohannes condam Petri olim6 de Gratiolis<br />
Dinus condam Gratioli olim7 de Gratiolis<br />
4 Segue rufrig depennato.<br />
5 Fedrussini per Fredrussini, con -r- depennata.<br />
6 Segue spazio vuoto, che avrebbe dovuto contenere un nome.<br />
7 Segue spazio vuoto, che avrebbe dovuto contenere un nome.<br />
21
22<br />
l. xv s. xviii Guido condam Zanoti olim Anthonii Chastal<strong>di</strong><br />
l. li s. xvii<br />
202v<br />
Zanebonus condam Bertucii olim magistri Rolan<strong>di</strong>ni<br />
Petrus, eius filius<br />
Albertinus condam Petri olim Bertuçii<br />
l. v s. x Iacobus condam Iohannis olim8 de Talamassis<br />
l. vii Iohannes condam Gerar<strong>di</strong> olim Iohannis Porçelane<br />
l. xviii s. ii Martinus et Iohannes, fratres et filii condam Alberti olim Albertini<br />
Merli<br />
l. v s. vi Iohannes condam Mathey olim Rusi Bonfanti<br />
Nannes, Teolus, Ysepus et Matheus, eius filii<br />
l. xvi s. x Dominichus condam Bonan<strong>di</strong> olim Dominici Cufarelli<br />
l. liii s. vii Ugolinus condam Alberti olim Ugolini Castal<strong>di</strong><br />
Albertus, eius filius<br />
l. ii Adamus condam Iohannis olim Adami de Abiçiis<br />
l. ii Bartholomeus condam Iohannis olim Bartholomey Roncesi<br />
Iohannes et Dominichus, eius filii<br />
l. xiiii Iohannes condam Guidonis olim Dominici de Scileto<br />
Guido, Dominichus, Bartholomeus et Silvester, eius filii<br />
Ugolinus condam Scuioreti olim9 l. xviii s. x Petrus condam Mathey olim Rosi Bonfati<br />
Bonfatus, eius filius<br />
Dominichus, filius <strong>di</strong>cti Bonfati<br />
l. iii s. vi<br />
203r<br />
Guillielmus et Petrus, fratres et filii condam Iacobi olim Anthonii<br />
Castal<strong>di</strong><br />
l. xvi s. ii<br />
203v<br />
Bartholomeus, Petrus et Bonacius, fratres et filii condam Iacobi olim<br />
Petri Benaçii<br />
l. xi s. viii Buvalellus condam Çichini olim Petri de Federicis<br />
l. xliii s. xi Menghinus condam Marchesini olim Albertini Marchesini<br />
Marchesinus10 , eius filius<br />
Petrus <strong>di</strong>cti Marchesini<br />
l. liii s. xii Nannes condam Bernar<strong>di</strong> olim Pacis Caraparole<br />
Bartholomeus eius filius<br />
l. lxxxxviiii s. i Blasius condam Francisci olim11 Daghiveriti de Maris<br />
Francischus eius filius<br />
Daghivertus condam Daghiverti olim Silvestri de Maris<br />
8 Segue spazio vuoto, che avrebbe dovuto contenere un nome.<br />
9 Manca il nome.<br />
10 Nel testo Marchesius, con -n- aggiunta nell’interlinea.<br />
11 Segue Daghiridey de Maris depennato.
l. xx s. vi Ursius, Gueretus et Paulus, fratres et filii Iohannis olim Ursii Magnini<br />
l. xxviii s. xiii Bertus condam Iacobi olim Riçii de Pernotis<br />
Iacobus eius filius<br />
l. vi s. xv Rodulfus et Iohannes, fratres et filii condam Bonaçoli olim Redulfi<br />
l. x s. iii Bene<strong>di</strong>ctus condam Alberti olim Caçe de Caçiis<br />
Albertus eius filius<br />
l. iiii s. iii Iacobus condam Petri olim ser Iacobi Boscharecii<br />
Nannes, eius filius<br />
Iemignanus et Petrus, fratres et filii Filipi olim Nannis Boscharecii<br />
l. xv s. v<br />
204r<br />
Bonus condam Francisci olim Zamboni Pedroçani<br />
Francischus et Bartholomeus, eius filii<br />
l. liiii s. x Zumignanus condam They olim Antonii Chastal<strong>di</strong><br />
Morandus condam Petri olim Moran<strong>di</strong><br />
l. lxxiiii s. xiiii Tomax condam Iuliani olim Iuliani Ferarii<br />
Cristofarus, eius filius<br />
Ego Guido ser Iacobi de Manzolino notarius Bononie per dominos antianos deputatus<br />
infrascriptum Nannem Iulliani olim Iulliani Ferarii et infrascriptos Guidonem et<br />
Iacomellum eius fillios et Petrum, Andream et Antonium fillios <strong>di</strong>cti Guidonis<br />
fillii <strong>di</strong>cti Nanis et descendentes ex eo, quod ipsi consequuti fuerunt beneficium<br />
civilitatis et cita<strong>di</strong>nantie civitatis Bononie, vigore provixionum factarum in conscillio<br />
generalli quatrengentorum comunis et populli Bononie, scriptarum manu Peregrini de<br />
Zambechariis notarii reformationum, et soluctionum factarum per <strong>di</strong>ctum Nannem12 Zor<strong>di</strong>no de Coppis generali depositario averis comunis Bononie de quantitate librarum<br />
quingentarum bononinorum cancelavi et subscripsi in mccclxxxvi, in<strong>di</strong>ctione viiii, <strong>di</strong>e<br />
xiii aprilis. 13<br />
l. clxvii s. xi Martinus condam Albertini olim Dini Zuchoni<br />
Dominichus condam Iacobi olim Radal<strong>di</strong> Çuchoni<br />
l. i Petrus condam Lan<strong>di</strong> olim Petri Marchi<br />
l. xliiii s. iiii Nannes condam Benvenuti olim Bertholucii<br />
Bertholucius eius filius<br />
12 Segue de depennato.<br />
13 Seguono nel testo i nomi depennati delle persone che avevano ricevuto la citta<strong>di</strong>nanza bolognese, secondo<br />
quanto in<strong>di</strong>cato in questa annotazione riportata dal notaio. Ecco la trascrizione della nota: Io Guido <strong>di</strong> ser<br />
Giacomo da Manzolino, notaio <strong>di</strong> Bologna deputato dagli Anziani, ho cancellato Nanne <strong>di</strong><br />
Giuliano del fu Giuliano Ferrari e gli infrascritti Guido e Giacomello suoi figli, e Pietro, Andrea<br />
e Antonio figli del detto Guidone, figlio del detto Nanne, e <strong>di</strong>scendenti da lui, poichè essi<br />
conseguirono il beneficio della citta<strong>di</strong>nanza della città <strong>di</strong> Bologna, secondo quanto stabilito dalle<br />
provvigioni fatte nel Consiglio Generale dei Quattrocento del comune e del popolo <strong>di</strong> Bologna,<br />
scritte per mano <strong>di</strong> Pellegrino de’ Zambeccari, notaio delle riformagioni, e in virtù dei pagamenti<br />
fatti per mezzo del detto Nanne a Zor<strong>di</strong>no de’ Coppis, depositario generale dell’avere del<br />
comune, per la somma <strong>di</strong> 500 lire <strong>di</strong> bolognini; così ho posto la mia sottoscrizione il 1386 aprile<br />
13, ottava in<strong>di</strong>zione.<br />
23
24<br />
Ego Azo Nicolai de Buvalellis notarius Bononie ad hec per dominos et colegia<br />
specialiter deputatus infrascriptum Açonem Iohannis Cagnoli, olim fumantem terre<br />
Crevalcorii comitatus Bononie, et infrascriptos Iohannem, Ughutionem et Antelmum<br />
eius filios et desendentes, ex eo quod ipse Azo et eius desendentes consequuti<br />
fuerunt benefitium civilitatis civitatis Bononie, vigore provisionis et reformationis<br />
factarum in consilio quadringentorum populi et comunis Bononie et declarationum<br />
factarum per dominos et colegia, scriptarum manu Andree Iuliani Cambii notarii<br />
Bononie et solutionum pecunie facte Petro Nicoli de Albergatis generali depositario<br />
comunis Bononie cancellavi in mccclxxxxv, <strong>di</strong>e xx mensis septembris; solverunt l. iiic bononinorum14 l. xxvi s. xii Petrus condam Iohannis olim Lamberti Bimboni<br />
Iacobus, eius filius<br />
Iacobus, Bertus et Menghetus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Iacobi<br />
l. i Caçaletus15 condam Francisci olim Taçe de Cagnolis<br />
l. iiii Pelegrinus condam Aldrovan<strong>di</strong>ni olim Iohannis de Savigno<br />
204v<br />
l. iii Petrus condam Bartholomey olim Gilioli<br />
l. cxvii s. xvi Martinus condam Zanelli olim Petri Grandoçii<br />
Grandeçius condam Petri olim Zanelli Grandoçii<br />
Iacobus, filius <strong>di</strong>cti Grandoçii<br />
l. xxxiiii s. ii Berteus condam Iacobi olim Ysepi de Flordobelis<br />
l. i Iohannes condam Anthonii olim Iohannis Surichi<br />
l. xxxvi s. x Pasius condam Bartholomey olim Ursii Mori<br />
l. i Ursius condam Petri olim Ursii Mori<br />
l. ii s. v Guido condam Martini olim Zucharini Grotti<br />
l. i Martinus condam Laçarini olim Anthonioli<br />
Laçarinus, eius filius<br />
l. i Iacobus condam Gratie olim Iacobi Mantoani<br />
l. vii Iacobus condam Petri Boni olim Albertini Merli<br />
l. xxvi s. v Petrus condam Gregorii olim Petri Piçigoni<br />
14 Seguono nel testo i nomi depennati delle persone che avevano ricevuto la citta<strong>di</strong>nanza bolognese, secondo<br />
quanto in<strong>di</strong>cato in questa annotazione riportata dal notaio. Ecco la trascrizione del testo: “Io Azzo <strong>di</strong> Niccolò<br />
Buvalelli, notaio <strong>di</strong> Bologna, a ciò specialmente deputato dagli Anziani e dai collegi, ho cancellato<br />
l’infrascritto Azzo <strong>di</strong> Giovanni Cagnoli, un tempo fumante della terra <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> del comitato<br />
<strong>di</strong> Bologna, e gli infrascritti Giovanni, Uguccione e Antelmo suoi figli e <strong>di</strong>scendenti, per il fatto<br />
che lo stesso Azzo e i suoi <strong>di</strong>scendenti conseguirono il beneficio della citta<strong>di</strong>nanza della città <strong>di</strong><br />
Bologna, in forza della provvigione e della riformagione emanate nel Consiglio dei Quattrocento<br />
del popolo e del comune <strong>di</strong> Bologna, e delle <strong>di</strong>chiarazioni rilasciate dagli Anziani e dai collegi,<br />
redatte da Andrea <strong>di</strong> Giuliano <strong>di</strong> Cambio, notaio <strong>di</strong> Bologna, e in virtù dei pagamenti fatti a Pietro<br />
<strong>di</strong> Niccolò Albergati, generale depositario del comune <strong>di</strong> Bologna; 1385 settembre 20; pagarono<br />
300 lire <strong>di</strong> bolognini.”<br />
15 sive Cazalionus nell’interlinea. Poco sopra si legge Caçatus condam Francisci depennato dal notaio.
l. iiii Bene<strong>di</strong>ctus condam Iacobi olim Bene<strong>di</strong>cti Piçigoni<br />
l. xvi s. x Petrus, Pelegrinus et Anthonius, fratres et filii condam Nanni olim<br />
Alberti Petaçoni<br />
l. i Philipus condam Petri olim Franchi Pori<br />
Petrus, eius filius<br />
Iohannes et Anthonius, fratres <strong>di</strong>cti Petri<br />
l. vi s. v<br />
205r<br />
Betolus condam Guidonis olim Buberghini<br />
Francischus, eius filius<br />
l. lxxxvii s. xi Nannes condam Dominici olim Romioli<br />
l. li Petrus et Philipus, fratres et filii condam Bartholomey olim Marchi<br />
Barberii<br />
l. iiii s. xiiii Bitinus et Iemignanus, fratres et filii condam Bitini olim Iemignani<br />
casarii<br />
l. x s. vi Iohannes condam Lencii olim Bene<strong>di</strong>cti Benaglie<br />
l. i Iacobus condam Petri olim Pensiroli<br />
Dominichus, Petrus, Iohannes et Gregorius, eius filii<br />
l. xiiii s. ii Iohannes, condam Grimal<strong>di</strong> olim Tuschi<br />
Grimaldus, Martinus, Siverius et Iacobus, eius filii<br />
l. viii s. v Zichinus condam Iohannis olim Marchesini Schudelarii<br />
Iacobus et Iohannes, eius filii<br />
l. xvi s. iiii Tomax condam Iohannis olim Marchi Arçimani<br />
l. v s. xv Nannes condam Venture olim Dominici Turgii<br />
l. vii s. v Blasius condam Chalacini olim Bithini Calaçii<br />
l. vii Iohannes condam Bartholomey olim Petri Cavaçini<br />
Petrus, eius filius<br />
l. i s. xviii Zanellinus condam Iohannis olim Ghiberti Capelli<br />
Guido, eius filius<br />
205v<br />
l. xi s. xi Andreas condam Iacobi olim Petri Capelli<br />
l. vii s. xviii Iemignanus condam Ghetelli olim Iacomelli<br />
Ghetellus, eius filius<br />
l. i Paulus condam Martini olim Tisii Petoni<br />
Blasius, eius filius<br />
l. cxv s. x Tomasius condam Honebenis olim Iohannis<br />
Iohannes, eius filius<br />
l. xxxii Petrus condam They olim Anthonii Poteri<br />
Theus, Anthonius et Bartholomeus, eius filii<br />
l. xvii s. iiii Varolus condam Iacopini olim Iohannis<br />
Iacobus et Tomax, eius filii<br />
25
26<br />
l. xlviiii s. iiii Pelegrinus condam16 Tisii Petroni<br />
Tisius et Bertonus, eius filii<br />
Stefanus condam Iohannis olim Petri Petoni<br />
l. vi s. x<br />
206r<br />
Naninus Facioli Muçii Facioli<br />
Infrascripti sunt fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in <strong>di</strong>versis terris et locis,<br />
prout inferius per or<strong>di</strong>nem denoctatur. In primis videlicet:<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in terra Sancti Iohannis Impersiceto17 Laurencius condam Dominici olim Iohannis de Salotois<br />
Nicholaus condam Nanis olim Bonagratie Cupelli<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes terre Sancte Agate<br />
Bernardus condam Francisci olim Iacomini Mulni<br />
Francischus, eius filius<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in castro Argelis<br />
Pasius condam Nanini olim Pasii Surighini<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in vila Sancti Vitalis<br />
Petrus condam Chatal<strong>di</strong> olim Iohannis de Agaciis<br />
Iohannes, eius filius<br />
206v<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in terra Sabluni de Plano<br />
l. i Iohannes condam ser Ture olim Burnelli<br />
l. i Tomax condam Dominici olim Mighi Turgii<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in terra Centi domini episcopi comitatus<br />
Bononie<br />
l. i Bartholomeus condam Iohannis olim Bonsignoris<br />
Andreas et Signorius, eius filii<br />
Vancius et Marchus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Signoris<br />
l. i Bartholomeus condam Nannis olim Scoçagaleda<br />
Francischus, eius filius<br />
l. i Iacobus condam Nannis olim Scoçagaleda<br />
l. i Petrus condam Zanilini olim Iacobi Rondoni<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in vila Sancti Georgii<br />
l. i<br />
207r<br />
Iohanninus condam Cechi olim Graitani<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crevalchorii habitantes in civitate Bononie in infrascriptis capellis,<br />
videlicet:<br />
l. i Pedrecinus condam Martini olim Gratioli in capella Sancte Marie<br />
Maioris<br />
l. i Tura condam Bartholomey olim Cose Turgii in capella S. Georgii in<br />
Poçale<br />
16 Segue olim depennato.<br />
17 Così nel testo.
l. iiii Nicholaus condam Loti olim ser Caçe de Cagnolis in capella S. Marie<br />
de Muradellis<br />
l. i Iohannes condam Balarini olim18 habitans Bononie in capella S.<br />
Proculi<br />
l. viiii Merlus condam Gerar<strong>di</strong>ni olim Richoboni Merli in capella19 l. i20 Anthonius condam Petri olim Zesarii in burgo S. Felicis<br />
l. i Petrus condam Sarasini olim Iacobi Merli in capella S. Antolini<br />
Sarasinus, eius filius<br />
l. i Petrus condam Iohannis olim21 Calaçii extra stratam Porte Maioris<br />
canzelatur quia in ipsa pagina22 l. i Bartholomeus condam Iohannis olim Calaçi habitans extra portam<br />
Strate Maioris in capella23 S. Homoboni<br />
l. i<br />
207v<br />
Petrus condam Iohannis olim Calaçii habitans extra portam Strate<br />
Maioris in capella S. Homoboni<br />
Iohannes et Bartholomeus, eius filii<br />
l. xiii s. xv Francischus condam Bartholomey olim Bertolucii, habitans in<br />
comitatu Mutine, in locho <strong>di</strong>cto Ravarino<br />
Bartholomeus, Benvenutus et Lombardus, eius filii<br />
l. xviii Teu cui <strong>di</strong>citur bastardus condam Binoçii olim Riçii de Pernotis,<br />
habitans in comitatu Mutine in locho <strong>di</strong>cto Ravarino<br />
Anthonius, Bithioçius et Iohannes, eius filii<br />
l. xi s. iii Iacobus condam Alberti olim Bonaventure Gati, habitans in <strong>di</strong>cto<br />
comitatu et in <strong>di</strong>cta terra<br />
Amedeus et Stephanus, eius filii<br />
l. i Pelegrinus condam Florii olim Munaroli, habitans Mutine<br />
l. x s. v Francischus Pedrucii olim Francisci Gati habitans super teritorio<br />
Mutine in boscho <strong>di</strong>cto Foschaglia<br />
l. xviii Iohannes condam Rolan<strong>di</strong> olim Iohannis Valerii, habitans in <strong>di</strong>cto<br />
territorio et in <strong>di</strong>cta terra<br />
l. i Petrus condam Bonan<strong>di</strong> olim Cafarelli, habitans in terra Sancti<br />
Zesarii<br />
Bonandus et Iacobus, eius filii<br />
l. i Anthonius condam Guillielmi olim Anthonii Formagli, habitans<br />
Mutine<br />
18 Segue -h- depennato e uno spazio bianco.<br />
19 Manca il nome della cappella.<br />
20 l. i ripetuto e depennato.<br />
21 Segue uno spazio bianco.<br />
22 Questo nome, come si intuisce dalle stresse parole del notaio, risulta cancellato perchè ripetuto poco dopo: cfr.<br />
infra. 23 Segue -Ho onio- cancellato.<br />
27
28<br />
208r<br />
l. i Iohannes condam Francisci olim Petri Mari, habitans Ferarie<br />
Francischus, eius filius<br />
l. i Petrus condam Nanonis olim Guidoni Merli, habitans Ferarie<br />
l. i Pedrucius condam Rolan<strong>di</strong> olim Iohannis Pernesani, habitans<br />
Ferrarie<br />
l. i Iohannes condam Ugolini olim Iohannis Sghiochi, habitans Ferrarie<br />
l. i Iulianus condam Çichini olim Andreoli de Caçiis, habitans Ferrarie<br />
l. i Pelegrinus condam Alberti olim Iohannis Valerii, habitans Mutine<br />
l. iii Tomax et Iohannes, fratres et filii condam Gerar<strong>di</strong>ni olim Nannis<br />
Cadenaçii<br />
Gerar<strong>di</strong>nus filius <strong>di</strong>cti Iohannis<br />
Bartholomeus condam Iohannis olim Iacobi Cadenaçii. Habitantes<br />
super territorio Mutine in locho <strong>di</strong>cto Massa24 l. iiii s. x Guillielmus condam Dominici olim Iacobi de Scoris, qui habitat in<br />
Mutinense.<br />
Dominichus et Iacobus, eius filii<br />
l. i Nannes condam Francisci olim Nannis de Burgo, qui habitat in<br />
Mutinense.<br />
l. i Iohannes condam Petri olim ser Lenghi Anilsi, qui habitat Padue.<br />
l. i Iacobus condam Bartholomey olim Bartholomey de Maris, habitans<br />
Ferrarie<br />
l. i Iohannes et Naninus, fratres et filii condam Martignelli olim Raynerii,<br />
habitans Brisie<br />
l. i Zichinus condam Philipini olim Ugolini Çacaeli, habitans Brisie<br />
208v<br />
l. i Masius condam Iacobi olim Coreçati, habitans in comitatu Mutine in<br />
locho <strong>di</strong>cto Penaintho<br />
209r<br />
Infrascripti sunt fumantes25 <strong>di</strong>versarum terrarum comitatus Bononie habitantium in<br />
<strong>di</strong>cta terra Crevalchorii, porecti per massarium <strong>di</strong>cte terre . Quorum nomina sunt hec,<br />
videlicet, in primis<br />
Fumantes <strong>di</strong>cte terre Crede habitantes ut supra<br />
Landus condam Benvenuti olim26 Fumantes terre Sancti Laurencii in Cholina, habitantes ut supra<br />
Iohanardus condam Iacobi olim Iohanar<strong>di</strong><br />
24 Questa frase è collocata a destra dei nomi, accanto a una parentesi che li accomuna tutti sotto questa<br />
in<strong>di</strong>cazione geografica.<br />
25 Segue -ali- depennato.<br />
26 Segue uno spazio bianco.
Gherius condam Zannis olim Ugolini<br />
Fumantes terre Sancti Iohannis in Persiceto habitantes ut supra<br />
Iacobus condam Masii olim Ieminiani Sghembioli<br />
Petrus condam Andree olim Alberti Surighi<br />
Benvenutus condam Iohannis olim Francisci Varani<br />
Menghinus condam Spinelli olim Iacobi de Chamutanis<br />
Franciscus, eius filius<br />
Iohannes condam Iacobi27 Menghini<br />
209v<br />
Iohannes et Anthonius, fratres et filii Petri olim Zacharie de28 Iacobus condam Iohannis olim Buabelli<br />
Iohannes condam Silvestri olim Petri<br />
Michael condam Iohannis olim Michaelis Cavaçie<br />
Anthonius, Iohannes et Francischus, eius filii<br />
Bitinus condam Benvenuti olim Çichini Spagnoli<br />
Bertoloctus et Anthonius, fratres et filii condam Gerar<strong>di</strong> olim They Varani<br />
Iohannes, Iacobus et Nannes, fratres et filii <strong>di</strong>cti Bertolocti<br />
Petrus condam Nicholay olim Petri Borgholaghi<br />
Dominichus, Anthonius, Nicholaus et Guaspar, eius filii<br />
Andriolus condam Gerar<strong>di</strong> olim They Varani<br />
Petrus, eius filius<br />
Andreas condam Nanini olim Andree Buneli29 210r<br />
Bernar<strong>di</strong>nus condam Petri olim30 Francischus, eius filius<br />
Fumantes terre Pescharole habitantes ut supra:<br />
Michael condam Iohannis olim Nigri<br />
Bartholomeus et Iohannes, eius filii<br />
Iacobus, Petrus et Anthonius, fratres et filii condam Iohannis olim Nigri<br />
Tomax, Bartholomeus, Martinus et Iohannes, fratres et filii <strong>di</strong>cti Petri<br />
Andreas, filius <strong>di</strong>cti Anthonii<br />
Fumantes terre Volte habitantes ut supra:<br />
Henrichus condam Mignani olim Çuçii de Gherlis<br />
Iohannes condam Mignani olim Çuçii de Gherlis<br />
Mignanus, Petrus et Orius, eius filii<br />
27 Segue olim depennato.<br />
28 Segue spazio bianco.<br />
29 Buneli, nel testo Bunelis con -s depennata.<br />
30 Segue spazio bianco.<br />
29
30<br />
Iacobus, filius <strong>di</strong>cti Petri<br />
Bartholomeus condam Mignani olim Çuçii de Gherlis<br />
Dominichus, eius filius<br />
210v<br />
Bertolaçius condam Gerar<strong>di</strong> olim Nannis Cataglie<br />
Iacobus et Nannes, eius filii<br />
Nicholaus condam Mataloni olim31 Fumantes terre Mançolini habitantes ut supra:<br />
Iacobus condam Albertini olim Carli<br />
Albertinus, eius filius<br />
Francischus condam Uguçonis olim Bartholomey<br />
Anthonius condam Nannis olim32 Fingerii<br />
Nannes, eius filius<br />
Fumantes terre Sancte Ellene habitantes ut supra:<br />
Iohannes condam Bitini olim33 Iacobus condam Menghi olim Petri Piti<br />
Petrus et Petronius, eius filii<br />
211r<br />
Iohannes condam Bal<strong>di</strong> olim Bonfiglioli<br />
Baldus et Anthonius, eius filii<br />
Lencius condam Menghi olim Iuliani<br />
Iohannes et Bartholomeus, eius filius<br />
Menghus condam Petri olim Piliani<br />
Bartholomeus, Iohannes, Petrus et Anthonius, eius filii<br />
Dominichus condam Iacobi olim Iohannis Balete<br />
Iacobus, eius filius<br />
Fumantes terre Bagni habitantes ut supra:<br />
Belentonus condam Michaelis olim Richar<strong>di</strong>ni<br />
Bonfigliolus et Bartholomeus, eius filii<br />
Pasinus condam Iohannis olim Pasini de Netolis<br />
211v<br />
Ugolinus condam Donduçii olim Raynal<strong>di</strong><br />
Nicholaus, Guido, Iohannes et Bartholomeus, eius filii<br />
Fumantes terre Policini a sero Reni habitantes ut supra:<br />
Michael condam Baroni olim Iohannis<br />
Iohannes et Bartholomeus, eius filii<br />
Iohannes et Andreas, fratres et filii condam Blasii olim Benvenuti<br />
Dominichus condam Martini olim34 de Policinis<br />
31 Segue uno spazio bianco.<br />
32 Segue uno spazio bianco.<br />
33 Segue uno spazio bianco.<br />
34 Segue uno spazio bianco.
Martinus, Bene<strong>di</strong>ctus et Mignanus, eius filii<br />
Chisinus condam Mignani olim Martini<br />
Desolus condam Buçii olim Desoli de Desolis<br />
Clarus condam Dondoy35 olim Dosoli de Dosolis<br />
Dandus et Dondodeus eius filii<br />
Martinus condam Buçii olim Dosoli de Dosolis<br />
212r<br />
Guido et Anthonius, fratres et filii condam Açolini olim Desoli de Desolis<br />
Gregorius et Bartholomeus, fratres et filii condam Petri olim Desoli de Desolis<br />
Paulus condam Riberti olim Petri<br />
Martinus, eius filius<br />
Iacobus condam Muçarelli olim Alberti<br />
Muçarellus et Iohannes, eius filii<br />
Albertus condam Muçarelli olim Alberti<br />
Fumantes terre Montismaioris habitantes ut supra:<br />
Belondus condam Zar<strong>di</strong>ni olim Dini<br />
Fumantes terre Chanituli habitantes ut supra:<br />
Iacobus condam Menghini olim Bedey<br />
212v<br />
Fumantes terre Sale habitantes ut supra:<br />
Iohannes condam Petri olim Iohannis Borghesani<br />
Petrus condam Iohannis olim ser Michaelis<br />
Fumantes terre Pançani habitantes ut supra:<br />
Albertus condam Bonfantis olim Petri<br />
Fumantes terre Chastagnoli Maioris habitantes ut supra:<br />
Petrus condam Ugolini olim Dini<br />
Fumantes terre Zeule habitantes ut supra:<br />
Nicholaus condam Iacobi olim Lanfranchi<br />
Iacobus et Anthonius, eius filii<br />
Bene<strong>di</strong>ctus condam Iohannis olim Bene<strong>di</strong>cti<br />
Petrus condam Martini olim Ugolini<br />
Martinus, eius filius<br />
213r<br />
Fumantes terre Sancte Agate habitantes ut supra:<br />
Guido condam Bartholomey olim Nanini<br />
Vivianus condam Marchi olim Bartholomey<br />
Dominichus, eius filius<br />
Fumantes terre Argelate habitantes ut supra:<br />
Iohannes, Petrus et Mengolinus, fratres et filii condam Mengolini olim Petri Sganoti<br />
35 Nel testo Dondoly con -l- depennata.<br />
31
32<br />
Iacobus condam Petri olim36 Sganoti<br />
Matheus, eius filius<br />
Fumantes terre Burgi Panichalis habitantes ut supra:<br />
Anthonius condam Ture olim Pedruçii<br />
Petrus condam Michaelis olim Dominici Batilane<br />
Dominichus condam Iacobi olim Michaelis Batilane<br />
213v<br />
Fumantes terre Sancti Iohannis in Triario habitantes ut supra:<br />
Albertus condam Iohannis olim Alberti Savitani<br />
Petrus et Iohannes, eius filii<br />
Fumantes terre Padule habitantes ut supra:<br />
Francischus condam Cambii olim Cose<br />
Cambius, eius filius<br />
Floretus condam Petri olim Cose<br />
Fumantes terre Argelis habitantes ut supra:<br />
Tomax condam Nicholay olim Iohannis de Albertuçiis<br />
Petrus, eius filius<br />
Nicholaus condam Iohannis olim Nicholay de Albertuçiis<br />
Fumantes terre de Chastelis habitantes ut supra:<br />
Matheus condam Dominici olim Iohannis<br />
Iacobus condam Nanis olim Iacobi, fumans terre Bagni<br />
Blaxius Iacobini olim Blaxii, fumans terre Galerie<br />
Martinus Petri olim Ugolini, fumans terre Çeule<br />
214r<br />
Infrascripti sunt forenses habitantes in <strong>di</strong>cta terra Crevalchorii, quorum nomina sunt<br />
hec, vicelicet:<br />
Cavaçinus condam ser Anthonii olim Cavaçini de plebe Centi.<br />
Iacobus condam Mengarini olim Iacobi de Aliotis de terra Centi<br />
Dominichus, eius filius<br />
Iohannes condam Mengarini olim Iacobi de Aliotis de terra Centi<br />
Mengarinus, eius filius.<br />
Pedriçolus condam Iohannini olim37 de Viadana<br />
Petrus condam Bitini olim Zanoti de Cremona<br />
Petrus condam Guillielmi olim Petri de Papia<br />
Guillielmus, eius filius<br />
Iachobus condam Achilisii olim Rofeni de Vicencia<br />
Achilisius, eius filius<br />
36 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
37 Segue uno spazio bianco nella pagina.
Dominichus condam Richar<strong>di</strong> olim Pinoti de Parma<br />
Iohannes, Petrus et Iacobus, eius filii<br />
Petrus condam Zantis olim38 de Formigine, <strong>di</strong>strictus Mutine<br />
Iohannes, eius filius<br />
Anthonius condam Petri olim Raynerii de Mutina<br />
Petrus, Francischus et Iohannes, eius filii<br />
Petrus condam Andree olim Mayni de Mutina<br />
Bartholomeus, eius filius<br />
214v<br />
Bartholomeus condam Trentini olim Çuntini de Vicencia<br />
Iohannes condam Zamboni olim Trentini de Vicencia<br />
Albertellus condam Rolan<strong>di</strong> olim Petri de Parma<br />
Petrus condam Iacobi olim Petri de Fabriano<br />
Butionus condam Laurencii olim Francisci de Parma<br />
Paulus et Pelegrinus, fratres et filii condam Bosii olim Bertey de Bosiis39 Iohannes condam Iacobi olim Alberti de Forlivio<br />
Valionus, eius filius<br />
Iacominus condam Bartholomey olim40 de Parma<br />
Rolandus, eius filius<br />
Bartholomeus et Nicholaus, fratres et filii ser Russi olim Albertini de Russis de Mutina<br />
Chastelanus condam Henrici olim Castelani de Lignacho<br />
Iohannes et Henricus, eius filii<br />
Bartholomeus condam Richar<strong>di</strong> olim Pinoti de Parma<br />
Petrus condam Bene<strong>di</strong>cti olim41 de Parma<br />
215r<br />
Petrus et Albertinus, fratres et filii condam Dominici olim42 de Russis de Mutina<br />
Anthonius et Iohannes, frattres et filii <strong>di</strong>cti Petri<br />
Dominichus et Bartholomeus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Albertini<br />
Raynerius condam Rolan<strong>di</strong> olim43 de Nonantula<br />
Rolandus, Anthonius, Iacobus et Petrus, eius filii<br />
Tomasius condam Bene<strong>di</strong>cti olim44 de Parma<br />
Bene<strong>di</strong>ctus, Albertinus et Doninus, eius filii<br />
Rolan<strong>di</strong>nus condam Guidonis olim Rolan<strong>di</strong>ni de Verona<br />
Dominichus condam Alberti olim Fre<strong>di</strong> de Montagnana<br />
38 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
39 Segue de nel testo.<br />
40 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
41 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
42 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
43 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
33
34<br />
Francischus, Bertheus et Anthonius, eius filii<br />
Tura, Petrus, Anthonius, Tomax, Bartholomeus et Iohannes, fratres et filii condam<br />
Andree olim Ture de Rubrario<br />
Francischus condam Iacobi olim Ture de Rubrario<br />
Albertus condam Iohannis olim Ture de Rubrario<br />
Francischus condam Bartolomey olim Iohannis de Vicencia<br />
215v<br />
Henrichus condam Alberti olim Righi de Valsexena<br />
Façius condam Gerar<strong>di</strong>ni olim Guillielmi de Vicencia<br />
Dominichus et Iohannes, fratres et filii condam Iacobi olim Bernar<strong>di</strong> de Campagnolis<br />
de Mutina<br />
Iohannes et Iacobus, filii <strong>di</strong>cti Dominici<br />
Iacobus condam Guillielmi olim Guidonis de Parma<br />
Nicholaus condam Petri olim Alogatoris de Mutina<br />
Petrus, eius filius<br />
Iohannes condam Boni olim Iacobi de Bostar<strong>di</strong>o de Mutina<br />
Petrus et Iulianus, eius filii<br />
Iohannes condam Stevanelli olim Alberti de Cremona<br />
Anthonius condam Petri olim45 de Parma<br />
Ghidonus condam Iohannis olim Guidonis de Mutina<br />
Francischus condam Petri olim Francisci de Vicencia<br />
Bartholomeus condam Iohannis olim Rolan<strong>di</strong>ni de Nonantula<br />
Andreas condam Paganini olim Petri de Me<strong>di</strong>olano<br />
Anthonius condam Gerar<strong>di</strong> olim Bençevenis de46 Placentia<br />
216r<br />
Dominichus condam Luche olim Nicholay de Arni<br />
Francischus et Silvester, eius filii<br />
Marchus condam Iacobi olim Guillielmi de Mutina<br />
Bartholomeus condam Benvenuti olim Golforini de Sancto Felice in Massia<br />
Benvenutus, eius filius<br />
Roaldus et Bertolinus, fratres et filii condam Martini olim Philipi de Brisia<br />
Anthonius condam Nicholay olim Iohannis de Bosiis de Grumulo<br />
Nicholaus et Laurencius, eius filii<br />
Rosinus condam Iacopini olim Dini de Passapontis de Mutina<br />
44 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
45 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
46 Segue Vicencia depennato.
Iohannes condam Bertolini olim47 de Regio<br />
Bartholomeus, eius filius<br />
Franciscus Andree de Chabrielis de Cento, vocatus Fracischinus de Galixignis<br />
Iohannes condam Bortolini de Regio<br />
216v<br />
Infrascripti sunt cives qui habitant in <strong>di</strong>cta terra Crevalchorii. In primis videlicet:<br />
Chechus condam Petri olim ser Petri de Pedriçolis de Mutina, capelle S. Stefani<br />
Gregorius et Petrus, fratres et filii condam Bartholomey olim Nanini Gardosii, capelle<br />
S. Nicholay de Albaris<br />
Anthonius condam Mengheti olim Mathey Calçolarii, capelle S. 48 Antholini<br />
Iohanninus condam Rolan<strong>di</strong> olim49 capelle S. Marie de Turlionibus<br />
Masolinus condam Iacopini olim Bal<strong>di</strong>ni Casarii, capelle S. Marie Porte Sterii<br />
Iacopinus, Anthonius, Iohannes et Pelegrinus, eius filii<br />
Iacobus condam Ghi<strong>di</strong>ni olim Francischini Muli50 de Regio, capelle S. Bertoli in Palaço<br />
Guido condam Boniohannis olim Guidonis Muçoli, capelle S. Marie Maioris<br />
Petrus condam Martini olim Petri Vochi, capelle S. Marie Maioris<br />
Iacobus condam Andree olim Iacobi de Grassis, capelle S. Marini<br />
Zachinus, Iohannes et Andreas, eius filii<br />
Sterlinus condam Petri olim Andree de Carpo, capelle S. Felicis<br />
Iacobus, eius filius<br />
217r<br />
Nicholaus condam Francisci olim Albertini, calçolarius, capelle S. Marie Magdalene<br />
Masinus, eius filius<br />
Petrus et Iohannes, fratres et filii condam Mathey olim Mathey, calçolarius, capelle S.<br />
Antholini<br />
Pasinus condam Iohannis olim Berni de Bernis, capelle S. Laurencii porte Sterii<br />
Iohannes condam Bon<strong>di</strong> olim Petri, capelle S. Bene<strong>di</strong>cti<br />
Bertolinus condam Iohannis olim Bertolini, piliçarius, capelle S. Ysaye.<br />
Matheus condam Michaelis olim Iohannis de Maçiis, capelle S. Martini de Cruce de<br />
Sanctis<br />
Silvester, cui <strong>di</strong>citur niger, condam Vitalis olim Pedroni de Nonantula, capelle S. Marini<br />
Iohannes condam Zichini olim Iohannis de Carpo, capelle S. Felicis<br />
47 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
48 Segue Marie de Turlionibus depennato.<br />
49 Segue uno spazio bianco nella pagina.<br />
50 Segue un segno illeggibile.<br />
35
36<br />
Iacobus et Petrus, fratres et filii condam ser Tolçii olim Honesti, capelle S. Nicholay de<br />
Albaris<br />
Iohannes, filius <strong>di</strong>cti Petri<br />
Dominichus condam Nannis olim Nerii, capelle S. Iosep<br />
Henrichus et Pelegrinus, eius filii<br />
Albertus condam Egi<strong>di</strong>i olim Iacopini de Vitalibus, capelle S. Marie de Caritate<br />
Stefanus, eius filius<br />
Zacharias condam Petri olim Pedroni de Frastenorio, capelle S. Georgii in Poçale<br />
Marchionus, eius filius<br />
217v<br />
Iacobus condam Petri olim Albertini de Galetis, capelle S. Felicis<br />
Petrus, eius filius<br />
Nicholaus, Petrus et Iohannes, fratres et filii condam Petri olim Iohannini de Medecina,<br />
capelle S. Marie Maioris<br />
Zunta condam Rolan<strong>di</strong>ni olim Zunte Clavarii de Mutina, capelle S. Nicholay de Albaris<br />
Iohannes, eius filius<br />
Bal<strong>di</strong>nus condam Iacopini olim Bal<strong>di</strong>ni Caserani, capelle S. Marie Porte Sterii<br />
Iohannes condam Pelegrini olim Ghi<strong>di</strong>ni Gardosii, capelle S. Nicholay de Albaris<br />
Monesius condam Iacobi olim Monesii de Spilamberti51 , capelle S. Cervasii<br />
Iacobus, eius filius<br />
Iohannes condam Iacobi olim Monesii de Spilamberti52 , capelle S. Cervasii<br />
Francischinus condam Andree olim Martini de Cabrielis53 de Cento, capelle S. Bertoli in<br />
Palaço<br />
Mengarinus, eius filius<br />
Petrus, Anthonius et Iacobus, fratres et filii <strong>di</strong>cti Mengarini<br />
magister Rumiolus condam Dominici olim Chaldarini, capelle S. Marie Magdalene<br />
Vinturellus condam Franchucii olim Chaldarini, capelle S. Marie Magdalene<br />
Pelegrinus, eius filius<br />
Bartholomeus condam Zaneti olim Egi<strong>di</strong>i, capelle S. Marie de Caritate<br />
Iacobus et Iohannes, eius filii<br />
218r<br />
Ser Iohannes condam Cermanelli olim Bartholomey de Trena, capelle S. Proculi<br />
Bartholomeus, eius filius<br />
Bartholomeus et Guaspar, fratres et filii Caroçii olim magistri Stefani, capelle S. Marie<br />
porte Ravennatis<br />
51 Così nel testo.<br />
52 Così nel testo.<br />
53 Così nel testo.
Salino condam Bon<strong>di</strong> olim Salvi, capelle S. Iacobi de Carbonensibus<br />
Dominichus et Anthonius, eius filii<br />
Bon<strong>di</strong> 54 et Blasius, fratres et filii <strong>di</strong>cti Dominici<br />
Castelanus condam Ta<strong>di</strong>oli olim Castelani, capelle S. Marini<br />
Galavotus condam Phylipi olim Pimani Caçe, capelle S. Cristofari de Ieremiis<br />
Phylipus, eius filius<br />
magister Zanes condam Alberti olim Martini de Vicencia, capelle S. Felicis<br />
Manfredus et Anthonius, eius filii<br />
Simon condam Pauli olim Bartholomey piliparii, capelle S. Iacobi de Carbonensibus<br />
Gilbardus condam Henrici olim Roversii de Roversiis, capelle S. Bertoli in Palaço<br />
Henrichus, eius filius<br />
Stefanus condam Bonafidey olim Bon<strong>di</strong>, capelle S. Vitalis<br />
Iacobus condam Iohannis olim Simonis, capelle s. Ypoliti<br />
Baldus condam Bartholomey olim Gregorii, capelle S. Marie de Carariis<br />
Francischus, eius filius<br />
218v<br />
magister Guillielmus condam Anthonii olim Andriucii, capelle S. Proculi<br />
Dominichus condam Andree olim Tomacis Porcilini, capelle S. Thome de Brayna<br />
Andreas, Iacobus et Bartholomeus, eius filii<br />
Turellus condam Iacobi olim magistri Andree, capelle S. Marie de Templo<br />
Tomax, eius filius<br />
Paulus condam Petri olim Pauli Spinabelli, capelle S. Cervasii<br />
Anthonius, eius filius<br />
Guillielmus condam domini Guillielmi olim olim Tigerini de Sala, capelle S. Nicholay<br />
burgi S. Felicis<br />
Bedesius, eius filius<br />
Petrus condam Benarini olim Albertini piliparii, capelle S. Ysaye<br />
Blasius et Onebene, eius filii.<br />
219r<br />
carta bianca<br />
54 Così nel testo<br />
37
38<br />
Gegè Primoli, ritratto <strong>di</strong> Luigi Lo<strong>di</strong>, Roma, Archivio fotografico dell’Ente morale Fondazione Primoli<br />
(inv. 969/B). Foto ine<strong>di</strong>ta. Nell’Archivio Primoli, Lo<strong>di</strong> compare anche in una foto <strong>di</strong> gruppo con<br />
Matilde Serao, Ugo Ojetti, Fer<strong>di</strong>nando Martini e Cesare Pascarella, pubblicata da Lamberto Vitali,<br />
Un fotografo fin de siècle. Il conte Primoli, Einau<strong>di</strong> 1968, p. 232-233.
PAOLO CASSOLI<br />
Luigi Lo<strong>di</strong>: un giornalista crevalcorese<br />
Da <strong>Crevalcore</strong> ai giornali bolognesi<br />
nella Roma bizantina<br />
Era abitu<strong>di</strong>ne consolidata della storiografia locale fino alla fine dell’800<br />
de<strong>di</strong>care un capitolo <strong>di</strong> ogni storia municipale ai personaggi illustri.<br />
<strong>Crevalcore</strong>, naturalmente, non fa eccezione a questa regola, ed è così che sulle<br />
pagine <strong>di</strong> Gaetano Atti prima, <strong>di</strong> Lorenzo Meletti poi, si vengono <strong>di</strong>panando brevi<br />
biografie <strong>di</strong> Marcello Malpighi, Antonio Leonelli, Ludovico Mattioli, Giacomo<br />
Antonio Perti, Tommaso Baj, Gaetano Lo<strong>di</strong> e altri.<br />
Gaetano Lo<strong>di</strong>, in particolare, è <strong>di</strong>venuto una delle maggiori glorie municipali<br />
mentre un altro Lo<strong>di</strong>, Luigi, <strong>di</strong> una generazione più giovane, è quasi completamente<br />
sconosciuto a tale impostazione storiografica che esalta le glorie locali. Eppure si<br />
tratta <strong>di</strong> un personaggio <strong>di</strong> primo piano, tanto che il Dizionario Biografico degli<br />
Italiani gli de<strong>di</strong>ca ben quattro fitte pagine mentre a Gaetano Lo<strong>di</strong> non riserva<br />
neppure un breve trafiletto 1 .<br />
Luigi Lo<strong>di</strong> fu uno dei più importanti giornalisti italiani e uno degli animatori<br />
della vita letteraria e politica romana a cavallo dei due secoli. Figlio del me<strong>di</strong>co<br />
condotto Filippo Lo<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Luigia Marti, nacque a <strong>Crevalcore</strong> il 2 settembre<br />
1856 2 .<br />
Alla sua nascita la madre, nata il 20 luglio 1823, aveva già 33 anni e il padre,<br />
nato a <strong>Crevalcore</strong> il 23 agosto 1812, ne aveva 44. Le con<strong>di</strong>zioni della famiglia<br />
non dovevano essere particolarmente floride se Filippo Lo<strong>di</strong> fu mantenuto agli<br />
stu<strong>di</strong> anche grazie ai sussi<strong>di</strong> della municipalità e più avanti, una volta ottenuta la<br />
condotta me<strong>di</strong>ca stentava a farsi retribuire le proprie prestazioni 3 . Egli era un<br />
1 Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 65, ad vocem (a firma <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando Cordova)<br />
2 <strong>Crevalcore</strong>, Ufficio anagrafe e stato civile.<br />
3 17 Novembre 1835: Luigi Pederzani e Filippo Lo<strong>di</strong>, avendo cominciati gli stu<strong>di</strong>, fanno istanza<br />
per ottenere un sussi<strong>di</strong>o. Ottengono 24 e 36 scu<strong>di</strong>. Meletti <strong>Crevalcore</strong>... Mss 17 della Bibl. Comunale <strong>di</strong><br />
<strong>Crevalcore</strong>, p. III dal 1801 f. I, Note e memorie 1801-1849, c. 154.<br />
39
40<br />
patriota e anche un filantropo che si era pro<strong>di</strong>gato nell’epidemia colerica del 1855<br />
tanto da essere ricordato in una lapide ancora visibile all’esterno dell’ospedale<br />
Barberini4 .<br />
A 56 anni, il 1 febbraio 1868, Filippo morì lasciando la moglie e il figlio<br />
un<strong>di</strong>cenne. Luigia Marti si trasferì in casa del me<strong>di</strong>co Ludovico Cocchi, collega<br />
più anziano del marito, che aveva sposato in seconde nozze la madre <strong>di</strong> Luigia,<br />
Maria Brunelli. La vedova, il 22 maggio, in<strong>di</strong>rizzò istanza al consiglio comunale<br />
<strong>di</strong> un assegno annuo per il sostentamento e l’educazione del figlio, studente <strong>di</strong><br />
ginnasio a Bologna. Questa istanza venne respinta dal Consiglio Comunale che<br />
però il 27 novembre le concesse L. 300 per una sola volta a titolo <strong>di</strong> beneficenza5 .<br />
L’anno dopo, il 6 maggio 1869, la famiglia Cocchi si trasferì a Bologna.<br />
A questo punto si interrompono le notizie nella storia locale e negli archivi<br />
comunali e per seguire le vicende del giovane bisogna ricorrere ad altre fonti che<br />
sono principalmente i necrologi <strong>di</strong> Luigi Lo<strong>di</strong> apparsi sull’Illustrazione Italiana e<br />
sul Resto del Carlino nel febbraio 19336 .<br />
L’Illustrazione Italiana nell’articolo del 26 febbraio ricorda che Luigi “ancora<br />
studente liceale entrò nella milizia giornalistica”, collaborò alla Voce del Popolo <strong>di</strong><br />
Bologna, giornale fondato dal garibal<strong>di</strong>no sardo Francesco Pais7 . Già prima della<br />
laurea in giurisprudenza, conseguita nel 1877, alla redazione della Voce del Popolo<br />
conobbe Giosuè Carducci che prese a benvolere e a proteggere il giovane il quale<br />
si segnalò ben presto “per le sue singolari doti <strong>di</strong> scrittore acuto e battagliero” 8 .<br />
Nel 1878 Lo<strong>di</strong> favorì l’avvicinamento del Carducci alle posizioni monarchiche<br />
suggerendo al poeta la composizione dell’Ode alla regina.<br />
È lo stesso Carducci a rievocare l’episo<strong>di</strong>o:<br />
Era un venerdì sera; e per il deserto scenario dei portici <strong>di</strong> Strada Maggiore frizzava<br />
acuto il presentimento della neve che le nuvole con immensa malinconia andavano<br />
4 Questo il testo dell’epigrafe: Alle cure paterne / Di Vincenzo Rossi priore del Municipio /alla Religione<br />
/Dell’Arciprete Don Innocenzo Pizzirani / Dei Cappellani Don Giovanni Rubini e Don Giuseppe Mattioli / E<br />
del P. Reginaldo Barbiani domenicano. / alla filantropia /Dei Dott.ri Federico Rossi e Lodovico Cocchi / Filippo<br />
Lo<strong>di</strong> e Achille Minelli. / Pel Colera del MDCCCLV / La patria Riconoscente. Meletti <strong>Crevalcore</strong>... cit., MSS<br />
18, p. III f. II, c. 8.<br />
5 Meletti <strong>Crevalcore</strong>... Mss 17 della Bibl. Com. <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, p. III dal 1801 f. II, c. 38.<br />
6 Resto del Carlino 21 febbraio 1933: “La morte <strong>di</strong> Luigi Lo<strong>di</strong>” corrispondenza da Roma datata<br />
20 notte e non firmata.<br />
L’Illustrazione Italiana, 26 febbraio 1933 XI, Anno LX n. 9, p. 331, “Un maestro del giornalismo<br />
Luigi Lo<strong>di</strong> (Il Saraceno)” a firma g. b. (Goffredo Bellonci).<br />
7 Francesco Pais (1837 – 1924) in gioventù si arruolò nelle formazioni garibal<strong>di</strong>ne in cui<br />
raggiunse il grado <strong>di</strong> colonnello e prese parte al combattimento <strong>di</strong> Mentana; in seguito si stabilì<br />
a Bologna, de<strong>di</strong>candosi all’attività giornalistica e alla politica. Di tendenza repubblicana, fu eletto<br />
deputato nel 1886.<br />
8 L’Illustrazione Italiana, 26 febbraio 1933, cit.
me<strong>di</strong>tando nel cielo.<br />
Tornavo a casa in compagnia <strong>di</strong> Luigi Lo<strong>di</strong>, e si <strong>di</strong>scorreva dell’entusiasmo lasciato<br />
nella popolazione <strong>di</strong> Bologna dalla visita del Re e della Regina. Questa popolazione<br />
che fece così fiera solitu<strong>di</strong>ne per la città e in Italia con lo sciopero del marzo 1868, che<br />
fu cosi ostentatamente fredda al passaggio, pochi mesi dopo, de’ due novelli sposi<br />
sposi <strong>di</strong> casa Savoia, con quanta espansione cor<strong>di</strong>ale e con quale rumorosa famigliarità<br />
non si era ella accalcata intorno al passo dei novelli Reali! Inutile negare il fatto o<br />
girarvi intorno con arzigogoli miseri e con isbocconcellamenti <strong>di</strong>spettosi: così fu.<br />
Né le ragioni mancavano: splen<strong>di</strong>da fra le prime l’eterno femminino, la maestà della<br />
Regina: fra le seconde la ministerialità <strong>di</strong> Benedetto Cairoli.<br />
E passammo a <strong>di</strong>scorrere della risposta che il Fanfulla del giorno (15 novembre 1878)<br />
aveva fatto a una mia lettera. [...]<br />
Il Fanfulla aveva infatti accusato Carducci <strong>di</strong> scortesia per avere egli ricusato<br />
l’onorificenza della croce <strong>di</strong> Savoia al merito civile.<br />
Ora – seguita Carducci – <strong>di</strong> tutto ciò che <strong>di</strong> me può parere mi addolora solo e anzi<br />
tutto l’apparire ingrato e <strong>di</strong>sobbligante a chi m’abbia fatto segno <strong>di</strong> benevolenza e<br />
<strong>di</strong> attenzione. E veda, <strong>di</strong>cevo a Luigi Lo<strong>di</strong>, se io non fossi io, cioè il poeta (come mi<br />
chiamano) della demografia, poco mi ci vorrebbe per mostrare a questi monarchici<br />
borghesi come uno può esser cavaliere senza aver mai a’ suoi giorni portato una<br />
croce.<br />
Faccia un’ode alla regina – <strong>di</strong>ce Luigi Lo<strong>di</strong>.<br />
Chi sa? – rispondo io<br />
La mattina dopo gittai giù le prime strofe dell’ode alla Regina d’Italia 9 .<br />
Lo stesso anno Lo<strong>di</strong> scrisse un articolo piuttosto mordace sul conto <strong>di</strong> Felice<br />
Cavallotti che apparve sul Prelu<strong>di</strong>o, un perio<strong>di</strong>co letterario da lui stesso <strong>di</strong>retto, e<br />
gli procurò un duello e la notorietà 10 . Fervevano allora le polemiche sul verismo<br />
cui Lo<strong>di</strong> fu sempre tenacemente avverso 11 .<br />
9 Giosuè Carducci, Eterno femminino regale, in: Confessioni e battaglie. Serie prima, Roma, Sommaruga,<br />
1883, p. 864.<br />
10 Felice Carlo Emanuele Cavallotti (1842 –1898) fu poeta, drammaturgo e uomo politico,<br />
italiano. Fondatore del Partito Ra<strong>di</strong>cale storico, era considerato il principale rappresentante<br />
dell’estrema sinistra nel parlamento dell’Italia liberale pre-giolittiana. Morì a Roma, 6 marzo 1898<br />
ucciso in duello dal conte Ferruccio Macola, <strong>di</strong>rettore del giornale conservatore Gazzetta <strong>di</strong><br />
Venezia. Il fatto ebbe enorme risonanza: indebolì la Sinistra che perse un leader e rafforzò Casa<br />
Savoia cui venne a mancare un agguerrito oppositore.<br />
11 Giorgio Santangelo, Storia della critica verghiana, 1935, p. 33: “Oscillò, invece, tra lo scoglio<br />
contenutistico e la nativa esigenza <strong>di</strong> un’arte come liberazione lirica, Luigi Lo<strong>di</strong>, che condannò<br />
severamente / Malavoglia e le Novelle rusticane. Fondamentalmente carducciano, non era idoneo a<br />
comprendere la nuova arte, nella quale la fantasia, la bellezza e la grazia, da lui vagheggiate, stavano<br />
segretamente chiuse <strong>di</strong> là da quella scabra superficie, e che l’ideale fulgore, che egli chiedeva alla poesia,<br />
il Verga aveva saputo conquistare ne / Malavoglia, proprio perché aveva visto e rappresentato<br />
41
42<br />
Felice Cavallotti (1842-1898) Giosuè Carducci (1835-1907)<br />
Cavallotti rispose alle accuse e Lo<strong>di</strong> in aggiunta rincarò la dose, scrivendo che<br />
“L’impotenza letteraria” era sempre stata consigliera <strong>di</strong> sciocchezze e Cavallotti<br />
<strong>di</strong> sciocchezze ne aveva scritte parecchie “colla sintassi più allegra <strong>di</strong> questo<br />
mondo”, concludendo: “Quando farà capire <strong>di</strong> esser sano allora ci parleremo;<br />
ora compiango il suo stato”. Il duello si svolse nei primi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre del ’78; uno<br />
dei padrini <strong>di</strong> Cavallotti fu Francesco Pais mentre Carducci fu padrino <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>.<br />
Un duello insomma che si svolse per così <strong>di</strong>re in famiglia, nel quale non<strong>di</strong>meno<br />
Lo<strong>di</strong> fu ferito a un <strong>di</strong>to e ne ebbe una deformazione permanente. Dopo il duello<br />
i due si riconciliarono e <strong>di</strong>vennero amici 12 .<br />
Finita la collaborazione al Prelu<strong>di</strong>o, assieme a Luigi Illica fondò Il Don Chisciotte<br />
<strong>di</strong> Bologna, giornale assai combattivo (e il titolo ne <strong>di</strong>chiara pienamente l’intenzione)<br />
quel mondo con la memoria poetica, proiettato in una stagione senza tempo ” . E aggiunge in nota:<br />
“Osservava che i nuovi scrittori mancavano sopra tutto <strong>di</strong> fantasia, e che la nuova letteratura<br />
non possedeva « l’ideale fulgore, la umana e timorosa integrità che acquista dopo, col tempo,<br />
allorché è osservata con la memoria placida, ritornante, sicura» (in La Domenica Letteraria, 6<br />
luglio 1884)”.<br />
12 Alessandro Galante Garrone, Felice Cavallotti, Torino 1976, p. 455.
che nel 1881, in seguito ai fatti <strong>di</strong> Marsiglia 13 , fruttò a lui e tutta la redazione<br />
l’arresto e la prigione tanto che Carducci, andando al giornale e trovando la<br />
redazione deserta, si mise egli stesso tavolino a re<strong>di</strong>gere gli articoli <strong>di</strong> cronaca.<br />
Un’altra polemica ricordata da Giosuè Carducci in “Confessioni e battaglie”<br />
lo contrappose allo scrittore e poeta siciliano Mario Rapisar<strong>di</strong> in occasione della<br />
pubblicazione <strong>di</strong> un libretto su Lorenzo Stecchetti 14 .<br />
Da Bologna a Roma: le battaglie letterarie<br />
Il 1883 fu per Lo<strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> svolta: egli chiese al suo mentore Carducci una<br />
presentazione che lo aiutasse a trovare un lavoro lontano da Bologna le cui lotte<br />
municipali lo esasperavano.<br />
Carducci scrisse a Roma ad Arnaldo Vassallo, <strong>di</strong>rettore del Capitan Fracassa,<br />
e a Federico Napoli, uno dei proprietari del medesimo giornale; ma Lo<strong>di</strong> trovò<br />
dapprima accoglienza presso Angelo Sommaruga, e<strong>di</strong>tore che egli già conosceva<br />
dai tempi milanesi de La Farfalla, e che in giugno gli affidò l’incarico <strong>di</strong> redattore<br />
capo de La Domenica Letteraria, con il compito <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere l’articolo <strong>di</strong> fondo,<br />
e solo durante l’estate entrò pure nella redazione del Capitan Fracassa 15 . Lo<strong>di</strong> si<br />
spostò così definitivamente a Roma.<br />
Con il trasferimento della capitale da Firenze, nel ’70, la città era <strong>di</strong>ventata una<br />
terra <strong>di</strong> pionieri: vi si costruiva freneticamente ed iniziarono a pullulare anche<br />
13 Il 17 giugno, alcuni reparti <strong>di</strong> truppe francesi sbarcati a Marsiglia reduci dalla Tunisia, mentre<br />
fra le entusiastiche acclamazioni della folla attraversavano la città, furono oggetto <strong>di</strong> alcuni fischi<br />
ingiustamente attribuiti ad operai italiani. La popolazione, inferocita contro gli Italiani, che erano<br />
o<strong>di</strong>ati dai Francesi perché facevano loro concorrenza sul lavoro, iniziò a dare selvaggiamente la<br />
caccia ai 50 mila italiani là residenti: fu un vero e proprio linciaggio, con parecchi morti e molti<br />
feriti. I massacri <strong>di</strong> Marsiglia suscitarono gran<strong>di</strong>ssimo sdegno in Italia e in <strong>di</strong>verse città, come<br />
Torino, Milano e Genova, ci furono tumultuose <strong>di</strong>mostrazioni al grido <strong>di</strong> “Abbasso la Francia!”.<br />
Dal sito internet: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1881c.htm<br />
14 Luigi Lo<strong>di</strong>, Lorenzo Stecchetti; ricor<strong>di</strong>, prose e poesie, Bologna, Zanichelli, 1881. In esso accusa<br />
le scuole poetiche italiane affini al verismo <strong>di</strong> confusione <strong>di</strong> idee. Sulla polemica col Rapisar<strong>di</strong> si<br />
veda Giosuè Carducci, Rapisar<strong>di</strong>ana, in: Confessioni e battaglie. Serie prima, Roma, Sommaruga, 1883,<br />
p. 322.<br />
15 Il Capitan Fracassa era il principale foglio <strong>di</strong> opposizione, con un programma <strong>di</strong> sinistra. Era<br />
stato fondato da Gennaro Minervini, Giuseppe Turco, Federico Napoli e Luigi Arnaldo Vassallo,<br />
che vi scriveva con lo pseudonimo “Gandolin”. Vi collaborarono Matilde Serao e il ventenne<br />
D’Annunzio. I «pupazzetti» <strong>di</strong> Gandolin, rapide vignette abbozzate con pochi tratti che potevano<br />
essere composte unitamente al testo, costituirono una delle più importanti novità del giornale. Cfr.<br />
Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Giornali e giornalisti a Roma nell’Italia umbertina, in: Marina Caffiero, Giuseppe<br />
Monsagrati, (a cura <strong>di</strong>) Dall’eru<strong>di</strong>zione alla politica: giornali, giornalisti ed e<strong>di</strong>tori a Roma tra XVII e XX<br />
secolo, F. Angeli, 1997, pp. 239-258.<br />
43
44<br />
i giornali che rappresentavano gli interessi dei vari gruppi <strong>di</strong> potere. Nel 1887<br />
Roma arrivò a contare 246 perio<strong>di</strong>ci 16 .<br />
Fu dalle pagine de La Domenica Letteraria, che <strong>di</strong>vampò quella memorabile<br />
polemica, scaturita dall’Intermezzo <strong>di</strong> rime <strong>di</strong> D’Annunzio, che vide Lo<strong>di</strong> impegnato<br />
nella <strong>di</strong>fesa del giovane poeta accusato da Giuseppe Chiarini <strong>di</strong> “inverecon<strong>di</strong>a”.<br />
Il Chiarini, in una sua prefazione alle poesie <strong>di</strong> Heine, pubblicate in giugno<br />
dall’e<strong>di</strong>tore Zanichelli, si era espresso in questi termini:<br />
Tre anni fa io ebbi la cattiva ispirazione <strong>di</strong> lodare i primi saggi poetici <strong>di</strong> un giovinetto,<br />
che mostrava qualche attitu<strong>di</strong>ne a fare dei versi. Cotesto giovinetto ha seguitato a<br />
farne; pur troppo: ed è arrivato a farne <strong>di</strong> così splen<strong>di</strong>damente osceni, da meritare,<br />
poiché li stampa, che <strong>di</strong> loro si occupi, non la critica, ma la questura.<br />
E accusatolo <strong>di</strong> aver “raccolti i lubrici fantasmi della sua mente in una specie<br />
<strong>di</strong> immondezzaio poetico” ne deprecava “gli oltraggi al pudore e l’eccitamento<br />
alla corruzione” <strong>di</strong>cendosi costernato “perché lo spettacolo <strong>di</strong> questa gioventù<br />
che fa dell’ingegno strumento a corrompere sé stessa, e della sua corruzione si<br />
compiace e si gloria, mi fa paura per l’avvenire della patria”.<br />
Lo<strong>di</strong> rispondeva sulla Domenica letteraria n. 29 del 22 luglio 1883 con un<br />
articolo intitolato “Alla ricerca della verecon<strong>di</strong>a” in cui obiettava che innumerevoli<br />
scultori, pittori, poeti avevano rappresentato le nu<strong>di</strong>tà femminili senza essere<br />
per ciò tacciati <strong>di</strong> oscenità, e se perfino il casto Virgilio “invitava sotto l’ombre<br />
compiacenti e protettrici dei faggi i giovinetti pastori”, perché dunque non<br />
avrebbe potuto D’Annunzio “chiamare nel silenzio odoroso d’un bosco una<br />
fanciulla innamorata?”. E concludeva invitando il Chiarini a in<strong>di</strong>care “dove stia e<br />
in che guisa sia fatta la verecon<strong>di</strong>a nell’arte”.<br />
Sul Fanfulla della domenica si associava alla polemica Enrico Panzacchi,<br />
richiamandosi al senso della misura, al “fren dell’arte”, quali unici rime<strong>di</strong> “alle<br />
intemperanze erotiche della nostra poesia” 17 , cui Lo<strong>di</strong> ribatteva che il pubblico,<br />
la gente, ormai si era abituata “al libero denudamento della carne serena sotto<br />
il sole” e mentre prima si scandalizzava ora “ha finito col non esser sedotta più<br />
dal lenocinio dell’ar<strong>di</strong>to o dell’indecente” e dunque “il culto della nu<strong>di</strong>tà” era<br />
<strong>di</strong>ventato un sentimento comune, per cui “all’educazione nostra non ripugna più<br />
questa intera sincerità della vita” 18 .<br />
A dar man forte al Panzacchi e al Chiarini, che rinfocolava la polemica sulla<br />
Domenica letteraria del 19 agosto, interveniva poi anche Enrico Nencioni sfidando<br />
16 Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi. Lettere ad Olga e Luigi Lo<strong>di</strong>. Dalla Roma bizantina all’Italia<br />
fascista (1881-1933), Milano, Franco Angeli, 1999, p. 33<br />
17 Il Fanfulla della domenica del 5 agosto 1883, n. 31.<br />
18 La Domenica letteraria del 12 agosto 1883, n. 32.
Enrico Panzacchi (1880) Gabriele D’Annunzio nel 1883 c.a<br />
Lo<strong>di</strong> a citare i versi <strong>di</strong> Venere d’acqua dolce, o il Peccato <strong>di</strong> maggio, trasudanti libi<strong>di</strong>ne<br />
e lussuria, ed obiettando che il pubblico, lungi dall’essere assuefatto a tali<br />
descrizioni, era anzi pervaso da sazietà, nausea e <strong>di</strong>sgusto nei confronti <strong>di</strong> simile<br />
letteratura pornografica 19 . E Lo<strong>di</strong> non solo riproduceva su La Domenica Letteraria<br />
del 26 agosto i versi giu<strong>di</strong>cati così osceni dal Nencioni, ma si domandava: se era<br />
cosa scellerata e porca rievocare “il ricordo dell’ora felice in cui una giovinetta,<br />
inconscia, vinta dal prorompere della sua vigorìa insod<strong>di</strong>sfatta, del suo affetto,<br />
dell’istinto umano superiore e benefico, si è abbandonata a voi” tanto più turpe e<br />
scellerato doveva essere commettere quegli atti medesimi; tanto valeva invocare<br />
Origene. Poi proseguiva:<br />
Ci sono stati, ci sono e ci saranno dei pittori che hanno <strong>di</strong>pinto il tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Giuda —<br />
il più abbietto dei tra<strong>di</strong>menti leggendari; degli storici che hanno narrate e debitamente<br />
documentate le turpitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Tiberio, le pazzìe <strong>di</strong> Nerone, le ferocie <strong>di</strong> Caligola; dei<br />
tragici che hanno messo sulla scena la passione ripugnante <strong>di</strong> Mirra; degli epici che han<br />
raccontato come un padre mangiasse i suoi figli; dei romanzieri che hanno descritto<br />
come una madre vendesse la figlia al maggior offerente; dei lirici che hanno de<strong>di</strong>cato le<br />
loro strofe al <strong>di</strong>sertore, alla spia, al più furibondo assassino : tutte le brutture, le colpe,<br />
le anormalità dell’ in<strong>di</strong>viduo si son raccontate, documentate, analizzate, conservate nei<br />
quadri, nelle statue, negli archivi, nelle storie, nei romanzi, nei poemi, <strong>di</strong> generazione<br />
19 Il Fanfulla della domenica del 19 agosto 1883, n. 33.<br />
45
46<br />
in generazione, <strong>di</strong> secolo in secolo; [...] È permesso dunque istruire i giovanetti in<br />
quanto l’uomo ha commesso <strong>di</strong> più sanguinoso, <strong>di</strong> più pazzo, <strong>di</strong> più stomachevole, <strong>di</strong><br />
più codardo, durante tutta la storia dell’umanità; non è permesso accennare come la<br />
vita dell’umanità si consóli nell’affetto, si conservi nella moltiplicazione.<br />
Documentare le sozzure <strong>di</strong> papa Borgia è, per esempio, nobile ufficio <strong>di</strong> storico civile;<br />
rendere omaggio <strong>di</strong> memoria all’amore che è sano, forte, necessario — è azione <strong>di</strong><br />
iniquo e si deve scontare con la galera. È logica questa ?<br />
E concludeva rievocando il Rinascimento, quando<br />
il popolo nostro, benedetto <strong>di</strong> felicità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> pensiero, toglieva al me<strong>di</strong>o evo<br />
1’ Europa.<br />
Che grande giocon<strong>di</strong>tà d’opere e <strong>di</strong> vita in quei due secoli gloriosi della Rinascenza !<br />
Nulla era vietato, nulla conteso, nulla celato; nessuna paura, nessuna falsità era imposta,<br />
solo l’amore della beltà e dell’ ingegno regnava. Il mondo sentiva come la gioia sonante<br />
della nuova vita che si rie<strong>di</strong>ficava.<br />
Ma a mezzo il Cinquecento questa espansione solenne <strong>di</strong> letizia finisce, e l’arte e la<br />
fortuna della patria rovinano: è venuto giù da Trento un pauroso suono <strong>di</strong> preghiere<br />
barbare e <strong>di</strong> minacce: uno sgomento <strong>di</strong> persecuzione e <strong>di</strong> morte passa sopra la Penisola,<br />
sul cattolicesimo; escono dai monti incontaminati la censura, l’Inquisizione, la morale<br />
rigida e falsa, il Seicento, il Seicento tetro, abbrunato, piangente, che sopprime gloria<br />
e vita italiana 20 .<br />
Questi articoli, che lo misero in vista nel mondo del giornalismo romano,<br />
furono poi raccolti in un volumetto pubblicato nel 1884 dall’e<strong>di</strong>tore Sommaruga 21 .<br />
Essi ci consentono da un lato <strong>di</strong> apprezzare lo spirito battagliero <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, dall’altro<br />
<strong>di</strong> apprezzarne le idee nel campo della libertà artistica, della morale, dello spirito<br />
libertario.<br />
Sul Capitan Fracassa Lo<strong>di</strong>, che iniziò ad usare lo pseudonimo “Il Saraceno”,<br />
condusse una lunga battaglia contro il trasformismo del governo De Pretis<br />
che sfibrava e anestetizzava le coscienze, e trascinava la nazione sulla strada <strong>di</strong><br />
un estenuante logoramento in cui gli ideali nobili ed alti erano <strong>di</strong>menticati e la<br />
politica era ridotta a tirare avanti “a piccoli espe<strong>di</strong>enti, con le astuzie, le abilità, i<br />
ripieghi” 22 .<br />
Una politica bizantina, insomma, come vide subito Carducci che nel 1871,<br />
in un’ode commemorativa de<strong>di</strong>cata a Vincenzo Caldesi 23 pubblicata in Giambi ed<br />
20 La Domenica letteraria del 26 agosto 1883, n. 34.<br />
21 Luigi Lo<strong>di</strong>, Alla ricerca della verecon<strong>di</strong>a, Roma, A. Sommaruga 1884, poi ristampato nel 1927<br />
da Formiggini.<br />
22 Il Saraceno, Vita decrepita, ne: Il capitan Fracassa 19 aprile 1884, citato da Fer<strong>di</strong>nando Cordova,<br />
Caro Olgogigi, cit. p. 39<br />
23 Garibal<strong>di</strong>no romagnolo (Faenza 1817 – Firenze1870 ) cfr. Diz. Biografico degli Italiani ad<br />
vocem.
Epo<strong>di</strong>, i cui ultimi versi<br />
Impronta Italia domandava Roma,<br />
Bisanzio essi le han dato.<br />
esprimevano tutto lo sconcerto del poeta maremmano per quei tempi <strong>di</strong><br />
decadenza e <strong>di</strong> basso impero e <strong>di</strong>edero il titolo a quello che è probabilmente<br />
il più famoso dei giornali letterari dell’epoca: Cronache bizantine, universalmente<br />
salutato come un modello <strong>di</strong> raffinatezza tipografica e <strong>di</strong> eleganza estetica.<br />
L’e<strong>di</strong>tore Sommaruga reclutò tutte le forze più nuove e promettenti della giovane<br />
letteratura, sottraendole spesso ad altri giornali 24 . Carducci, D’Annunzio, Dossi,<br />
Capuana, Verga, Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao, per citare alcuni nomi,<br />
furono tutti collaboratori <strong>di</strong> Cronache bizantine.<br />
Giornali e amori<br />
Matilde Serao 25 collaborava anche al Capitan Fracassa e qui conobbe Lo<strong>di</strong>; in un<br />
periodo <strong>di</strong> interruzione della sua relazione sentimentale per Edoardo Scarfoglio<br />
se ne innamorò.<br />
Di questa relazione amorosa, cui alludeva già Anna Banti nella sua biografia<br />
della scrittrice napoletana 26 , resta precisa testimonianza in 15 lettere autografe<br />
24 Il braccio destro <strong>di</strong> Sommaruga e animatore della Bizantina fu Cesario Testa (che usava lo<br />
pseudonimo Papiliunculus). Il giornale cominciò le pubblicazioni nel 1881; sull’avventura e<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong><br />
Angelo Sommaruga si veda in particolare Giuseppe Squarciapino, Roma bizantina, Torino, Einau<strong>di</strong>,<br />
1950, pagg. 96 segg.<br />
25 Matilde Serao (Patrasso, 7 marzo 1856 – Napoli, 25 luglio 1927) è stata giornalista e scrittrice;<br />
prima donna italiana a <strong>di</strong>rigere un quoti<strong>di</strong>ano (Il Mattino <strong>di</strong> Napoli), è autrice <strong>di</strong> circa 70 opere.<br />
26 Anna Banti, Matilde Serao, Torino 1965, p. 40:<br />
47<br />
Matilde Serao nel 1888
48<br />
conservate nell’archivio del Vittoriale degli Italiani. Il breve epistolario è stato<br />
stu<strong>di</strong>ato e pubblicato da Marika Verde 27 : le lettere non sono datate; l’unica<br />
in<strong>di</strong>cazione cronologica a volte presente è quella del giorno della settimana.<br />
Secondo la stu<strong>di</strong>osa risalgono agli anni 1882-84, che noi in questa sede potremmo<br />
ulteriormente precisare e restringere al periodo seconda metà 1883- prima metà<br />
1884: Scarfoglio e la Serao, infatti, si erano lasciati ai primi <strong>di</strong> giugno, come<br />
testimonia una lettera <strong>di</strong> Scarfoglio ad Olga Ossani 28 .<br />
Qui ne riproduciamo alcuni brani in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso da quello puramente<br />
archivistico adottato dalla Verde, un or<strong>di</strong>ne che, <strong>di</strong>ciamo così, ci consente <strong>di</strong><br />
delineare un percorso affettivo.<br />
La prima che proponiamo ci mostra la Serao reduce da una <strong>di</strong>sillusione<br />
amorosa, che afferma <strong>di</strong> aver raggiunto l’in<strong>di</strong>fferenza, ma che allo stesso tempo<br />
definisce “arida” la sua vita e pare <strong>di</strong>sposta a un nuovo percorso sentimentale:<br />
V<br />
Domani, dopo le quattro e mezza, sono libera per un’ora. Debbo io venire al Fracassa<br />
e condurvi via a una <strong>di</strong> quelle nostre malinconiche passeggiate, fatte nelle ore bigie del<br />
crepuscolo, in quell’ora fredda che agghiaccia i cuori e le parole? O vogliamo ritrovarci<br />
27 Mariadomenica Verde: Pretesto sopra un breve epistolario ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Matilde Serao a Luigi Lo<strong>di</strong> in:<br />
Matilde Serao: le opere e i giorni: atti del convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> (Napoli, 1-4 <strong>di</strong>cembre 2004) a cura <strong>di</strong> Angelo<br />
Raffaele Pupino, Liguori E<strong>di</strong>tore, Napoli 2006.<br />
Mariadomenica Verde, Lettere <strong>di</strong> Matilde Serao a Luigi Lo<strong>di</strong>, in: Otto/Novecento XXIX, I, 2005<br />
28 Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi, cit. p. 111. Lettera <strong>di</strong> E. Scarfoglio ad Olga Ossani del 18<br />
giugno 1883: “Dovete sapere che ho avuto, non so se il torto, certo la <strong>di</strong>sgrazia <strong>di</strong> fare l’amore con<br />
la vostra buona amica Matilde. Ora questo amore è terminato quin<strong>di</strong>ci giorni fa [...]”. Una lettera<br />
scritta alla Ossani da Matilde Serao pochi giorni prima, il 12 giugno, parla invece della loro relazione<br />
in questi termini: “[...] Con Edoardo Scarfoglio vi è stato, nell’estate scorsa, da maggio a ottobre,<br />
una viva simpatia e uno scambio <strong>di</strong> lettere, forse più letterarie che amorose. Dopo, questo è finito,<br />
senza che noi ne avessimo colpa – quin<strong>di</strong> siamo rimasti in eccellenti relazioni. Egli è un bravissimo<br />
giovane intransigente nella critica, focoso e violento nella polemica, ma nella vita privata è un<br />
cuor d’oro, un esempio <strong>di</strong> lealtà giovanile che l’ambiente giornalistico non ha potuto corrompere.<br />
Del resto, ne vive appartato. Forte ingegno e cultura seria, a ventidue anni egli ha già conquistato<br />
l’attenzione e l’ammirazione anche dei suoi nemici. Noi militiamo in un campo <strong>di</strong>verso, ci stimiamo,<br />
credo, reciprocamente e molto. Amore no. E forse può <strong>di</strong>rsi che non ci sia mai stato. Non ho pene<br />
<strong>di</strong> cuore: ho invece, in me, una malattia anche più grave ed è un <strong>di</strong>sprezzo crescente dell’amore.<br />
Ogni dì più, mi sembra che sia un sentimento me<strong>di</strong>ocrissimo, <strong>di</strong> breve durata, molto fallace, a<br />
cui solo i contrasti e altre circostanze <strong>di</strong> opposizione possono dare un certo rilievo. Spogliato <strong>di</strong><br />
certe attrazioni e <strong>di</strong> certe seduzioni che esso non ha e che noi gli <strong>di</strong>amo a imprestito, l’amore è<br />
un sentimento volgare, inferiore a moltissimi altri. I rari momenti <strong>di</strong> piacere spirituale che dà, non<br />
valgono i fasti<strong>di</strong>, le noie, i dolori, gli imbarazzi che crea. Molte passioni danno gioie più forti <strong>di</strong><br />
quelle dell’amore [...]”. Lettere <strong>di</strong> Matilde Serao a Olga Ossani Lo<strong>di</strong> (Febea), a cura <strong>di</strong> Anna Garofalo,<br />
in: Nuova Antologia, LXXXV, 1790, 1950, pp. 113-132; p. 124.
in un altro punto, per andare errando, come due anime in pena? Ve le rammentate voi,<br />
le strade che abbiamo percorse? Io non le so, non me le ricordo. Mi pare un sogno,<br />
uno strano sogno nor<strong>di</strong>co e crepuscolare. Scrivetemi quello che debbo fare: lo farò.<br />
Datemi la risposta questa sera, all’ufficio. Però questa mia concessione che io fo, non<br />
costretta, ma per mia libera volontà, seguendo un’illusione che mi riempie <strong>di</strong> dolcezza,<br />
non è decisiva. Siamo troppo serii e io, almeno, ho troppo sofferto, per buttar via, così,<br />
in un momento, tutta questa bella serenità dell’in<strong>di</strong>fferenza. Io consento all’intimità,<br />
perché mi piace che questo sia, perché più che in me ed in voi, ho fede nell’amore. Ho<br />
desiderio <strong>di</strong> credere, perché la mia vita è troppo arida, perché il mio cuore è rimasto<br />
giovanile, ingenuo e buono e non cerca altro che <strong>di</strong> donarsi.<br />
Nella seconda lettera appare guar<strong>di</strong>nga e timorosa <strong>di</strong> una nuova <strong>di</strong>sillusione.<br />
Il suo “animo ferito” le suggerisce prudenza davanti a una relazione che sta per<br />
iniziare: è alla ricerca <strong>di</strong> un grande amore:<br />
VIII<br />
[...]Voi arrivate tar<strong>di</strong> nella mia vita, quando molte fioriture <strong>di</strong> speranze vi furono<br />
devastate, quando il contatto <strong>di</strong> anime volgari o malvagie intorbidò certe pure sorgenti<br />
ideali. Come volete che io vi creda, quando mi pento ogni giorno <strong>di</strong> aver troppo<br />
creduto? So io se voi valete, come sentimento, più o meno, o meglio, o peggio degli<br />
altri? Che posso saperne, io? Non vi conosco. Leggo i vostri articoli e posso formarmi<br />
un’idea del vostro ingegno; parlo con voi, <strong>di</strong> cose esteriori e posso intendere quello<br />
che valete, in pubblico. Ma l’intimità mi sfugge. Io, <strong>di</strong> cui si vanta dai critici la profonda<br />
psicologia dei libri, non capisco più niente, nella vita, quando una persona comincia<br />
a interessarmi. Non so, non so. Sono una sciocca, mi lascio prendere, così, da quello<br />
che mi sembra amore e forse non è. Sentite, non vi of fendete per tutto questo. Chi<br />
vi accusa d’inganno? Sono io che ho paura, <strong>di</strong> sbagliare ancora. Questa volta sarebbe<br />
una cosa terribile. Se questo è un capriccio, domani voi non ci penserete più - e io<br />
sarò innamorata <strong>di</strong> voi e non sopporterò questo dolore con nuova rassegnazione. [...]<br />
Non è egoismo, questo: ma è il senso dell’abbandono in cui vivo, è questa solitu<strong>di</strong>ne<br />
immensa, che niente verrà mai a popolare che mi rende egoista, cattiva, venale, sempre<br />
in guar<strong>di</strong>a, sempre <strong>di</strong>ffidente. Ho cercato <strong>di</strong> mettere l’amore nella mia vita: ho dato<br />
tutto liberamente. Ho raccolto in ricambio l’irriverenza, l’ingratitu<strong>di</strong>ne e l’insulto.<br />
Capite, è un animo ferito e non si guarisce facilmente, <strong>di</strong> queste piaghe. Ho paura,<br />
ecco, che il vostro non sia amore, che non abbia in sé elementi <strong>di</strong> vitalità, <strong>di</strong> fortezza.<br />
Ho paura e intanto il pericolo mi attrae, fatalmente, sento che vi voglio bene e non<br />
vorrei <strong>di</strong>rvelo, perché una volta detto, mi pare che tutto sia detto e non so concludere<br />
nulla, neppure questa lettera incoerente. Quello che è sicuro, è che un piccolo amore<br />
non è degno né <strong>di</strong> voi, né <strong>di</strong> me<br />
Matilde<br />
Nella terza, in cui dal “voi” passa al “tu” appare ormai <strong>di</strong>sposta a sciogliere il<br />
suo riserbo:<br />
49
50<br />
XII<br />
Oh nessuno ti apprezza come me, nessuno ha saputo indovinarti sotto le tue apparenze<br />
talvolta fredde, talvolta scettiche. Se non ti avessi intuito buono ed onesto non ti avrei<br />
amato<br />
La lettera seguente evidenzia un trasporto, da parte <strong>di</strong> Matilde, che non è<br />
corrisposto completamente e che la scrittrice napoletana imputa al carattere<br />
timido e <strong>di</strong>ffidente del suo Luigi, tanto che è lei a prendere l’iniziativa per cercare<br />
<strong>di</strong> scaldare quella sua vita fredda e solitaria. Essa perciò si sente investita <strong>di</strong> un<br />
ruolo maschile quando cerca <strong>di</strong> combattere la ritrosia “femminile” <strong>di</strong> lui:<br />
VII<br />
Il posto sicuro, infallibile dove la mia testa può riposare, è il tuo petto. Amami.<br />
Amandoci, nulla potrà colpirci. Che talismano, che protezione è l’amore! Come ci<br />
<strong>di</strong>fende, come ci aiuta, come è la nostra virtù! O gioia mia, o mia serenità, non ti far<br />
intorbidare l’anima dalle volgarità che ci circondano: sii degno del tuo amore, della tua<br />
intelligenza, del tuo carattere. Non si perde mai a essere nobili, buoni, eletti: vi è un<br />
costante equilibrio tra la nobiltà <strong>di</strong> quello che facciamo e la grandezza del premio che<br />
ne riceviamo.<br />
Cre<strong>di</strong>, amore, in questa giustizia - e non lasciare che ti corrompano. Ora, tu ti devi<br />
all’amore, a tante dolci speranze, a tutto un ideale, che in due, amandoci, serbandoci<br />
fede, potremo realizzare. Non lasciare infangare questo sogno <strong>di</strong> bontà, <strong>di</strong> affetto:<br />
l’amore eleva lo spirito, rende la sensibilità squisita. Se sapessi! La tua voce, in certi<br />
momenti, mi dà un sussulto, mi sento palpitare il core sotto la gola. Vorrei che anche<br />
tu sentissi quello che io sento, questo rapimento strano, per cui ti seguirei dovunque,<br />
se tu camminassi innanzi, questa fatalità semplice e ragionevole per cui debbo venirti<br />
<strong>di</strong>etro — amore mio, amore mio. Tu sei ancora freddo o vuoi esserlo, temi ancora <strong>di</strong><br />
abbandonarti, ma non importa, tu ami, già l’amore ti vince, già t’ha vinto -come sono<br />
invertite le parti, in quest’amore! Io ho la sicurezza, la baldanza, la fede cieca, io dò la<br />
sfida all’avvenire, ridendo: io sono l’uomo. Tu hai la timidezza, la ritrosia, la <strong>di</strong>ffidenza,<br />
la paura: tu sei la donna. Che importa! Mi ami, mi ami, lo so. Tutto questo è bello<br />
sempre, perché è forma dell’amore, perché è nella tua vita fredda, solitaria il segreto<br />
<strong>di</strong> tanto sospetto.<br />
Tu non cre<strong>di</strong> intieramente. Ma verranno i giorni altri in cui la fede traboccherà dal<br />
tuo cuore; verrà il tempo buono in cui la tenerezza t’avrà tutto preso. Amore, affidati:<br />
lascia in<strong>di</strong>etro quello che ti <strong>di</strong>cono, quello che o<strong>di</strong>, quello che può nascere in te, una<br />
<strong>di</strong>ffidenza. Ti sentirai felice, come sono io, che non suppongo l’inganno, che ho<br />
l’illusione, la <strong>di</strong>vina illusione che rinnovella la mia vita! Amore, oggi non ci ve<strong>di</strong>amo,<br />
per placare i sospetti <strong>di</strong> mio [?]: per domani ti farò sapere. Amami, cre<strong>di</strong> in me, sii lieto<br />
perché è tuo il mio cuore, perché ti amo, ecco.<br />
Matilde<br />
Ma evidentemente la ritrosia <strong>di</strong> lui era dovuta ad altro, e la loro relazione si<br />
stava esaurendo:
I<br />
Ascolta. Sei in tempo ancora per ritratti dal mal pazzo per cui ti sei mosso. Da due o<br />
tre giorni io ho acquistata una strana chiaroveggenza che l’amore mi dà. Veggo tutto,<br />
osservo tutto, noto tutto. Tu sei con me riservato, <strong>di</strong>rei quasi in<strong>di</strong>fferente, se questo<br />
non mi facesse troppo <strong>di</strong>spiacere: tu lasci che io ti parli d’amore e non me ne parli; tu<br />
vuoi che ti <strong>di</strong>ca che ti voglio bene e tu non me lo <strong>di</strong>ci; tu vuoi che io ti scriva e non<br />
mi scrivi. Quando siamo insieme tu mi parli <strong>di</strong> quell’altra, tu mi narri le sue nervosità<br />
— credendoci —, le sue collere — compatendola —, i <strong>di</strong>scorsi ignobili sul mio conto,<br />
il che mostra a che grado <strong>di</strong> familiarità volgare sia giunta la conversazione fra voi due<br />
- e finalmente, caso spaventoso che mi torna sempre in mente, quando io ti <strong>di</strong>co che<br />
mi faresti enormemente soffrire se vi fosse qualche cosa fra te e lei, tu mi rispon<strong>di</strong> e<br />
fremo ancora, ricordandomene: E che v’importerebbe, per una volta sola, come con<br />
una femmina qualunque? Te lo rammenti, dì? Era freddo intorno e l’ombra grande<br />
<strong>di</strong> S. Pietro mi calava sulla testa: ma io mi sentii agghiacciare e la tenebra profonda<br />
scendere in me. [...] Ho tentato <strong>di</strong> farmi amare, <strong>di</strong> riscaldare il tuo freddo cuore, <strong>di</strong><br />
vincere il tuo riserbo, la tua ritrosia, il tuo sospetto: ma più che a un sentimento, mi<br />
sono spezzata contro un fatto che è accaduto o sta per accadere. Basta così. Ve<strong>di</strong>,<br />
non ti accuso, non ti rimprovero: non mi avevi promesso nulla, non dovevi nulla<br />
mantenere. Anzi si può <strong>di</strong>re che con grande preveggenza e con squisita cortesia, mi<br />
hai lasciato intravvedere tutto quello che succedeva. Così, nella storia dell’anima mia,<br />
passerà questo fatto singolare, nuovissimo: l’amore mio, <strong>di</strong>chiarato, grande per te — e<br />
la tua in<strong>di</strong>fferenza. Basta.<br />
Tu mi risponderai che mi vuoi bene, che non è vero niente e altre cose consimili. Non<br />
farlo, non insultarmi ancora.<br />
Poco più avanti <strong>di</strong>ce amaramente: “se non mi ami è meglio chiudere questa<br />
burletta. Mi ridarai le lettere: io ti ridarò le tue”. E poi conclude: “ad<strong>di</strong>o,<br />
amore”.<br />
Ma chi era Olga Ossani alla quale si rivolgevano sia Edoardo Scarfoglio che la<br />
Serao per fare le loro confidenze?<br />
Nata a Roma il 24 maggio 1857, si era trasferita con la famiglia a Napoli dove<br />
il padre (che ebbe guai con la giustizia papalina per motivi politici) si de<strong>di</strong>cò<br />
ad imprese alberghiere. Olga si fece presto notare sui giornali napoletani per<br />
briose cronache mondane o teatrali e si cimentò anche in brevi novelle che nel<br />
1882 raccolse in volume e pubblicò col titolo Ore tristi. Oltre che per la finezza<br />
intellettuale <strong>di</strong>venne celebre anche per la bellezza, a cui i capelli, precocemente<br />
bianchi già all’età <strong>di</strong> vent’anni, conferivano una nota <strong>di</strong> fascino algente. Nel 1883<br />
Edoardo Scarfoglio, che la corteggiò “con accanimento, nei tormenti del suo<br />
riluttante amore per la Serao” 29 , la introdusse alla “corte” del Sommaruga ed<br />
essa cominciò a collaborare a Cronache bizantine. L’anno dopo, il 12 luglio 1884,<br />
29 Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi, cit., p. 8.<br />
51
52<br />
Olga Ossani, foto dell’Archivio del Vittoriale. La Ossani che scriveva usando lo pseudonimo Febea,<br />
conobbe Lo<strong>di</strong> presso la redazione del Capitan Fracassa e lo sposò nel 1885.
comparve il primo articolo della Ossani sul Capitan Fracassa con lo pseudonimo<br />
<strong>di</strong> Febea, l’astro d’argento cantato da un vecchio vaudeville, così adatto alla sua<br />
eterea figura lunare.<br />
Durante l’estate in Italia si manifestarono casi <strong>di</strong> colera e in settembre a<br />
Napoli esplose il contagio, favorito dalle pessime con<strong>di</strong>zioni sanitarie dei quartieri<br />
popolari.<br />
La Ossani interruppe la collaborazione con il Fracassa per pro<strong>di</strong>garsi,<br />
unitamente a corpi <strong>di</strong> volontari provenienti da tutta la penisola, nell’assistenza<br />
agli ammalati, tanto da meritare una medaglia d’argento al valor civile 30 .<br />
In novembre, cessata la fase acuta dell’emergenza sanitaria, si trasferì a Roma,<br />
interrompendo la relazione con un uomo politico napoletano dal quale, un anno e<br />
mezzo prima, aveva avuto un figlio. Qui conobbe D’Annunzio e tra i due dovette<br />
esserci qualcosa <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un’affettuosa amicizia se il poeta abruzzese prese Olga<br />
a modello <strong>di</strong> Elena Muti nel romanzo Il piacere. Il primo nucleo narrativo del<br />
romanzo è costituito dall’episo<strong>di</strong>o della separazione tra Andrea Sperelli ed Elena<br />
pubblicato nella novella Il commiato, inclusa nella raccolta San Pantaleone del 1886<br />
ed anticipato nel testo Frammenti, apparso nel 1885 sul Fanfulla della Domenica. Nel<br />
romanzo, il commiato tra Andrea ed Elena avviene il 25 marzo 1885 al Ponte<br />
Nomentano: secondo i critici, data e circostanze riflettono fedelmente il vissuto<br />
biografico <strong>di</strong> Gabriele ed Olga. Quanto al fatto che Olga sia stata veramente<br />
amante <strong>di</strong> D’Annunzio, la cosa non è del tutto certa.<br />
Nino D’Aroma lo esclude, basandosi sulla circostanza che Maria Hardouin<br />
<strong>di</strong> Gallese, moglie del poeta, era a conoscenza delle amanti del marito e non<br />
annoverava la Ossani fra queste 31 .<br />
Se ciò corrisponde al vero la vicenda assume i contorni <strong>di</strong> una conquista<br />
mancata, l’unica, probabilmente, <strong>di</strong> quell’irresistibile seduttore che avrebbe<br />
continuato negli anni a provare il sottile cruccio della passione inappagata.<br />
Anche Guglielmo Gatti ritiene che il serrato corteggiamento <strong>di</strong> D’Annunzio non<br />
abbia avuto esito, mentre Isabella Benfante si sofferma a rievocare l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Villa Me<strong>di</strong>ci, che fu probabilmente “l’episo<strong>di</strong>o più saliente dell’amore tra Olga e<br />
Gabriele”, anche se non è dato sapere fino a che punto esso corrisponda al vero o<br />
sia stato stravolto dalla fantasia erotica <strong>di</strong> Gabriele, solito forzare anche la propria<br />
corrispondenza all’elaborazione letteraria 32 .<br />
30 Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi, cit., p. 9 segg, p. 139 n.<br />
31 Nino D’Aroma, L’amoroso Gabriele, Roma, 1963, p. 63, riportato anche da Fer<strong>di</strong>nando<br />
Cordova, Caro Olgogigi, cit., p. 24.<br />
32 Guglielmo Gatti, Lettere <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio a Febea e a Luigi Lo<strong>di</strong>, in: «L’Osservatore politico<br />
e letterario», luglio 1962, pp. 55-82, p. 56.<br />
I. Benfante, Percorsi nei carteggi dannunziani: le lettere a Febea, in: Critica letteraria, n. 71, aprile-giugno<br />
1991.<br />
53
54<br />
Negli appunti relativi al Martirio <strong>di</strong> San Sebastiano scrive:<br />
« Ricordarsi del mio primo <strong>di</strong>segno del San Sebastiano, a <strong>di</strong>ciannove anni quando<br />
Febea vedendomi nudo addossato al tronco d’un albero, nella selvetta pensile <strong>di</strong> Villa<br />
Me<strong>di</strong>ci, fra terrazza e belvedere, esclamò: San Sebastiano! L’arciere fu il mio eroe lirico<br />
nel mirabile Mystère dopo trent’anni! ».<br />
« San Sebastiano. La prima apparizione a 21 anni. La <strong>di</strong>vina dalla testa <strong>di</strong> Ermete (nel<br />
naso, nell’apertura della bocca, singolare rassomiglianza con la Diva con gli occhi<br />
immarcescibili). Il mio corpo maculato dai baci violenti, dai morsi <strong>di</strong> vampiro. Una<br />
notte <strong>di</strong> giugno torno a casa con la pelle più maculosa che quella della pantera.[...] 33 .<br />
Comunque sia pare assodato che i rapporti tra Olga e Gabriele abbiano avuto<br />
una svolta nel marzo 1885, ma non si interruppero perché essi rimasero buoni<br />
amici. Di lì a pochi mesi, in agosto, Olga Ossani avrebbe sposato Luigi Lo<strong>di</strong>.<br />
Dal loro matrimonio sarebbero nati quattro figli, tre maschi ed una femmina,<br />
Marinella.<br />
Non altrettanto felice sarebbe stato invece il matrimonio tra Matilde Serao<br />
ed Edoardo Scarfoglio, avvenuto il 28 febbraio: la loro unione sarebbe durata<br />
solo fino al 1894, quando si separarono in seguito allo scandalo suscitato dal<br />
suici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Gabrielle Bessard, una cantante <strong>di</strong> teatro con cui lo Scarfoglio aveva<br />
una relazione.<br />
Molti anni dopo, nel 1932, Olga si recò al Vittoriale per sollecitare l’appoggio<br />
<strong>di</strong> D’Annunzio alla can<strong>di</strong>datura del marito all’Accademia d’Italia: vi andò in<br />
compagnia della nipote Vera, figlia <strong>di</strong> Carlo, il primogenito.<br />
Prima del suo arrivo il poeta le scrisse:<br />
Sufficit Animus<br />
Prima squadriglia navale 27 febbraio 1932<br />
Olga, anche tu non mi conosci - o non mi riconosci più!<br />
Pensavi d’esser remota; e da quel tempo tu sei <strong>di</strong> continuo vivente e ardente entro me.<br />
L’altra sera parlavo della tua visita al “cieco <strong>di</strong> guerra” nel buio, con la mia vecchia<br />
governante borgognona che nel ricordo si mostrava tuttora abbagliata dallo splendore<br />
<strong>di</strong> Marinella nel buio.<br />
Or è un mese, esaminavo una ristampa del mio romanzo giovenile “Il Piacere” e sopra<br />
la mia mortale tristezza si svolgevano le bende ond’era fasciato il volto <strong>di</strong> Elena: il tuo.<br />
Non te ne ricor<strong>di</strong>?<br />
E, tanti anni prima <strong>di</strong> comporre il Mistero <strong>di</strong> San Sebastiano, non fui per te l’Arciere<br />
maculato? Non te ne ricor<strong>di</strong>?<br />
Non ti ricor<strong>di</strong> della selva alta della Villa Me<strong>di</strong>ci, e d’un <strong>di</strong> quei tronchi che sorresse il<br />
mio supplizio gau<strong>di</strong>oso?<br />
33 Riportato da I. Benfante, Percorsi nei carteggi dannunziani: le lettere a Febea, cit., p. 243
Olga, amica mia sempre fedele anche nella<br />
infedeltà, tu sei la sola che mi abbia lasciato <strong>di</strong><br />
sé un sogno fluido e vario come quella musica<br />
<strong>di</strong> “strumenti ignoti” che stanotte era il motivo<br />
d’una delle mie pagine subitanee.<br />
Se tu avessi potuto vedere Alfredo Felici, egli<br />
forse ti avrebbe detto qual fosse il mio pallore<br />
e come si velassero i miei occhi nel pregarlo <strong>di</strong><br />
aiutarmi ad accoglierti senza troppa mia pena e<br />
tua. Mi porti la mia giovinezza <strong>di</strong> cenere, mi porti<br />
il mio amore senza peso.<br />
Forse anche allora, anche a te, nascondevo la mia<br />
anima vera; e quella mia bontà profonda che oggi<br />
qui conoscono soltanto i miseri e gli afflitti. [...] 34<br />
34 Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi, cit., p. 521-522.<br />
35 Giuseppe Squarciapino, Roma bizantina, cit. p. 196 segg., p. 225, p. 436.<br />
Angelo Sommaruga<br />
La lettera, pubblicata da Fer<strong>di</strong>nando Cordova, rievoca ancora una volta<br />
l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Villa Me<strong>di</strong>ci e sgombra ogni dubbio circa il rapporto tra Olga e il<br />
personaggio <strong>di</strong> Elena Muti. Nella lettera sembra anzi <strong>di</strong> cogliere qualche stilema<br />
letterario del romanzo: «Ti ricor<strong>di</strong>? Ti ricor<strong>di</strong>?» <strong>di</strong>ceva Andrea ad Elena ne Il<br />
Piacere, mentre l’evento rievocato in apertura è la precedente visita <strong>di</strong> Olga,<br />
accompagnata dalla figlia Marinella, al poeta ricoverato all’ospedale <strong>di</strong> Venezia<br />
in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cecità (perderà un occhio) in seguito all’incidente aviatorio del<br />
1916.<br />
Il 1885 fu denso <strong>di</strong> avvenimenti anche per altri personaggi <strong>di</strong> cui ci siamo<br />
occupati e segnò un giro <strong>di</strong> boa nel mondo del giornalismo romano: il 31 <strong>di</strong>cembre<br />
1884 con l’accusa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffamazione era stato arrestato Pietro Sbarbaro, <strong>di</strong>rettore<br />
del giornale sommarughiano Forche cau<strong>di</strong>ne che in appena sei mesi <strong>di</strong> pubblicazioni<br />
aveva già collezionato numerosi sequestri per i suoi violenti attacchi al governo<br />
e la denuncia delle irregolarità della Banca Romana nonché della corruzione <strong>di</strong><br />
numerosi uomini politici 35 . Il 21 febbraio ci fu l’arresto <strong>di</strong> Angelo Sommaruga,<br />
accusato <strong>di</strong> truffa e tentata estorsione. L’accusa, in gran parte pretestuosa, aveva<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> colpire un e<strong>di</strong>tore scomodo; Sommaruga si salvò dalla condanna<br />
definitiva espatriando in Argentina.<br />
Il principe Maffeo Sciarra rilevò la “Cronaca bizantina” e la “Domenica<br />
letteraria”, fondando un nuovo settimanale “La Domenica letteraria – Cronaca<br />
bizantina”, che fu pubblicato sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Attilio Luzzatto e la supervisione<br />
<strong>di</strong> D’Annunzio.<br />
55
56<br />
Luigi Lo<strong>di</strong>, foto degli anni ’20 pubblicata su L’Illustrazione Italiana nel febbraio 1933 per commemorare<br />
la scomparsa del giornalista.
Giornali e politica<br />
Lo<strong>di</strong> e la moglie nel frattempo continuavano a lavorare al Capitan Fracassa,<br />
da dove, nel 1883 era uscito Vassallo. Ma il giornale presto decadde e, senza una<br />
precisa linea politica, anche se era genericamente <strong>di</strong> tendenza liberal-democratica<br />
e antitrasformista, si ritrovò ad essere l’“organo ufficioso” <strong>di</strong> Depretis 36 . A questo<br />
punto ne uscirono anche Lo<strong>di</strong> e la moglie, Luigi Bertelli ed Emilio Faelli, che<br />
nel 1887, tornato il Vassallo da Genova con il progetto <strong>di</strong> dar vita a un nuovo<br />
giornale, aderirono alla sua proposta.<br />
Nacque il Don Chisciotte della Mancia, <strong>di</strong> cui Lo<strong>di</strong> fu con<strong>di</strong>rettore, che non solo<br />
nella testata, ma anche nel programma dettato da Carducci riprendeva il vecchio<br />
Don Chisciotte bolognese.<br />
Il giornale vedeva la luce nel momento in cui Francesco Crispi, succeduto<br />
al Depretis come Presidente del Consiglio iniziava a manifestare una tendenza<br />
autoritaria che lo metteva in rotta con i progressisti e i ra<strong>di</strong>cali.<br />
Il nuovo giornale si schierò sulle posizioni <strong>di</strong> Felice Cavallotti in <strong>di</strong>fesa della<br />
legalità e contro l’avventura coloniale e l’aumento delle spese militari. In politica<br />
estera avversò la Triplice alleanza, sottoscritta da Depretis nel 1882, rinnovata nel<br />
1887 e confermata da Crispi in perfetta continuità con il suo predecessore.<br />
Nel 1892, per liquidare questa scomoda voce <strong>di</strong> opposizione alla sua politica,<br />
approfittando delle precarie finanze del giornale che costringeva a far ricorso a<br />
dei finanziatori, Crispi lo acquistò copertamente tramite interme<strong>di</strong>ari provocando<br />
le <strong>di</strong>missioni in massa della redazione che <strong>di</strong> fatto portarono alla chiusura del<br />
quoti<strong>di</strong>ano 37 . A qualche settimana <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza Lo<strong>di</strong> e Vassallo, assieme ad A.<br />
Fazzari e B. Avanzini fondarono un nuovo quoti<strong>di</strong>ano, Il Torneo, che durò pochi<br />
mesi, mentre nel gennaio 1893 Olga e Luigi Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong>edero vita al settimanale La<br />
Nuova <strong>Rassegna</strong> dall’impronta laica, progressista e positiveggiante con contributi<br />
che riguardavano i più vari campi dello scibile (letteratura, arte, musica, economia,<br />
sociologia, criminologia, politica, ecc.) 38 ; contemporaneamente lavoravano a far<br />
risorgere il Don Chisciotte, che, uscito il 15 ottobre 1893, prese il nome <strong>di</strong> Don<br />
Chisciotte <strong>di</strong> Roma. Il nuovo quoti<strong>di</strong>ano nasceva quando lo scandalo della Banca<br />
Romana, su denuncia in Parlamento del deputato ra<strong>di</strong>cale Napoleone Colajanni,<br />
36 F. Cordova, Giornali e giornalisti a Roma nell’Italia umbertina, cit. p. 244<br />
37 F. Cordova, L. Lo<strong>di</strong>, D.B.I cit., p. 384, F. Cordova, Caro Olgogigi. Lettere ad Olga e Luigi Lo<strong>di</strong>. Cit.,<br />
p. 193, n. 72; L’episo<strong>di</strong>o è rievocato in L. Lo<strong>di</strong>, Giornalisti, Laterza, Bari 1930, p. 44.<br />
38 Fra gli autori, oltre a Carducci e D’Annunzio, figurano Cesare Lombroso, Francesco Saverio<br />
Nitti, Guido Mazzoni, Matilde Serao, Gandolin, Umberto Cosmo, Tommaso Casini, Arrigo Solmi,<br />
Scarfoglio, Ugo Ojetti, Achille Loria, la Contessa Lara, Giulio Aristide Sartorio. Fra i collaboratori<br />
stranieri figurano Thomas Huxley e Pierre de Nolhac.<br />
57
58<br />
era appena scoppiato in tutta la sua gravità mettendo in luce una complessa trama<br />
<strong>di</strong> corruzione in cui erano coinvolti numerosi uomini politici ed anche <strong>di</strong>versi<br />
presidenti del Consiglio fra cui Crispi e Giolitti. Ciò rendeva in<strong>di</strong>spensabile un<br />
rinnovamento del paese e la moralizzazione della vita politica; il nuovo giornale,<br />
impegnatosi in queste battaglie ebbe presto larga <strong>di</strong>ffusione.<br />
I numerosi articoli con cui Lo<strong>di</strong> attaccò il presidente del consiglio Francesco<br />
Crispi provocarono infine la rottura tra Lo<strong>di</strong> e Carducci, il quale era legato a<br />
Crispi per la comune appartenenza alla massoneria e si <strong>di</strong>mostrava <strong>di</strong>sposto a<br />
trascurarne le tentazioni autoritarie in nome delle ragioni dell’unità dello Stato e<br />
in virtù del suo passato <strong>di</strong> patriota 39 .<br />
Tra l’allievo e l’anziano maestro infuriò una polemica che attraversava i <strong>di</strong>versi<br />
schieramenti politici sulle cui opposte sponde si schierarono da un lato quanti<br />
approvavano l’idea <strong>di</strong> un governo forte e <strong>di</strong> una politica imperialistica, dall’altro<br />
quanti credevano in un’or<strong>di</strong>nata democrazia parlamentare.<br />
Nel 1896 la sconfitta <strong>di</strong> Adua segnò il tramonto politico <strong>di</strong> Crispi e alimentò<br />
le speranze <strong>di</strong> quanti credevano in una svolta democratica. Salito al potere Ru<strong>di</strong>nì,<br />
Cavallotti gli offre il proprio sostegno in cambio <strong>di</strong> una politica coloniale più<br />
prudente e ragionevole e <strong>di</strong> nuove elezioni da cui spera che venga liquidata la<br />
consorteria crispina e <strong>di</strong> avere almeno un centinaio <strong>di</strong> deputati sotto le ban<strong>di</strong>ere<br />
<strong>di</strong> una sinistra democratica alleata con i repubblicani e i socialisti per avviare una<br />
politica <strong>di</strong> riforme.<br />
Nelle elezioni del 1897, tuttavia, anche se molti uomini <strong>di</strong> Crispi non<br />
rientrarono in Parlamento, si ebbe una maggioranza moderata e la sinistra,<br />
<strong>di</strong>visa, non riuscì a svolgere un ruolo efficace, anzi, contrariamente alle speranze<br />
<strong>di</strong> Cavallotti, si fecero più virulente quelle tentazioni autoritarie che avrebbero<br />
portato all’attentato Acciarito (20 aprile 1897) e ai moti <strong>di</strong> piazza del 1898, alla<br />
repressione e alle stragi.<br />
Avendo Vassallo lasciato la <strong>di</strong>rezione nel 1896, Lo<strong>di</strong> rimase solo alla guida del<br />
giornale che nel 1899 si fuse con il Fanfulla dando vita a Il Giorno, un quoti<strong>di</strong>ano<br />
<strong>di</strong> impronta liberale e dall’impostazione grafica innovativa che prevedeva per la<br />
prima volta la stampa <strong>di</strong> pagine a colori.<br />
Nell’e<strong>di</strong>toriale del primo numero, Lo<strong>di</strong> si chiede le ragioni della vecchiezza<br />
intellettuale e civile dell’Italia, della stagnazione culturale e dello stantìo clima<br />
politico istituzionale del nuovo Stato, dopo la rivoluzione che aveva portato allo<br />
Stato unitario; si chiede quali siano i motivi della ra<strong>di</strong>calizzazione politica che<br />
vede contrapposti conservatori e sinistre.<br />
La massa, finora esclusa dalla partecipazione politica a causa soprattutto dei<br />
39 F. Cordova, L. Lo<strong>di</strong>, D.B.I cit., p. 385
fattori economici, non si era formata<br />
una coscienza civile. Ma<br />
come creare questa coscienza,<br />
questo clima <strong>di</strong> partecipazione,<br />
se il governo Pelloux vedeva con<br />
sospetto, come fomentatrici <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni,<br />
le <strong>di</strong>mostrazioni, le adunanze,<br />
i comizi?<br />
Anche l’attentato Bresci e l’assassinio<br />
del re non erano altro che<br />
il prodotto del malessere della società<br />
italiana così a lungo ingessata<br />
nella repressione. Il giornale<br />
appoggiò pertanto Giolitti con la<br />
novità delle sue aperture in favore<br />
<strong>di</strong> una democrazia partecipativa:<br />
“Chi vuole lo Stato per una classe<br />
sta con l’onorevole Sonnino; chi<br />
crede non possa aver forza dure-<br />
vole e benefica che nel consentimento del maggior numero <strong>di</strong> persone, va coll’on.<br />
Giolitti” 40 .<br />
Il Giorno appoggiò anche D’Annunzio che aveva abbandonato i banchi della<br />
destra il 25 marzo, durante l’ostruzionismo contro le leggi liberticide. Altre<br />
battaglie, combattute con la penna <strong>di</strong> Olga Lo<strong>di</strong>, condusse Il Giorno a favore<br />
dell’emancipazione della donna, del <strong>di</strong>vorzio, del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto, dell’in<strong>di</strong>pendenza<br />
economica femminile, riallacciandosi all’attività dei movimenti femministi<br />
europei. Il quoti<strong>di</strong>ano, che pareva avviato ad una lunga carriera, cessava tuttavia<br />
le pubblicazioni il 31 <strong>di</strong>cembre 1900 e si fondeva con La Tribuna, giornale <strong>di</strong><br />
analogo orientamento politico.<br />
La villeggiatura a Santa Marinella<br />
Luigi Lo<strong>di</strong>, caricatura<br />
dal libro <strong>di</strong> Chierici, Quarto potere.<br />
La località <strong>di</strong> villeggiatura <strong>di</strong> Santa Marinella, frequentata e amata dal bel<br />
mondo romano era la meta estiva abituale della famiglia Lo<strong>di</strong> che qui nell’ultimo<br />
decennio dell’Ottocento si era costruita un villino su un terreno ceduto a prezzo<br />
irrisorio dal principe Baldassarre Odescalchi, il quale, acquistati oltre 500 ettari<br />
40 Il Saraceno, Una lettera dell’on. Giolitti, in: Il Giorno, 24 settembre 1900; citato da Cordova, Caro<br />
Olgogigi, cit., p. 62.<br />
59
60<br />
nella località costiera, intendeva lanciarla come stazione climatica 41 .<br />
Fra gli intellettuali che frequentavano Santa Marinella o che avevano qui<br />
una residenza estiva vi erano Ugo Ojetti, Luigi Pirandello, Edoardo Scarfoglio,<br />
Matilde Serao, Guelfo Civinini, Trilussa, che proprio Luigi Lo<strong>di</strong> aveva scoperto e<br />
pubblicato per la prima volta, Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Eleonora Duse,<br />
Irma Gramatica, Pietro Mascagni, Luigi Bertelli (Vamba) e Luigi Arnaldo Vassallo<br />
(Gandolin). Ugo Ojetti, uno dei più assidui frequentatori della località balneare,<br />
era stato avviato al giornalismo proprio da Lo<strong>di</strong>, come ricorderà lui stesso nel<br />
1930 in un articolo che rendeva l’onore delle armi all’antico maestro dal quale<br />
con parole lusinghiere era stato apprezzato nel libro Giornalisti:<br />
Non <strong>di</strong>mentico mai, caro Luigi Lo<strong>di</strong>, d’avere avuto la fortuna d’incontrare lei, al primo<br />
principio della mia vita <strong>di</strong> scrittore; né <strong>di</strong>mentico la cor<strong>di</strong>ale fiducia con cui ella accolse<br />
nella Nuova <strong>Rassegna</strong> i miei scritti, e i consigli che mi dette, e l’ospitalità in quelle stanze<br />
agli Uffici del Vicario dove nel tardo pomeriggio o dopo il teatro si raccoglieva il<br />
meglio delle lettere d’allora... 42<br />
A Santa Marinella Vamba iniziò a scrivere il Giornalino <strong>di</strong> Giamburrasca, uno dei<br />
capolavori italiani della letteratura per ragazzi, che pare abbia preso ispirazione<br />
proprio dalle <strong>di</strong>savventure balneari della famiglia Lo<strong>di</strong> 43 .<br />
E Luigi Pirandello cercava in un villino isolato la concentrazione e il silenzio;<br />
nella sua polemica contro la categoria dei giornalisti, verso la quale era stato<br />
sempre <strong>di</strong>ffidente, aveva lanciato qualche strale <strong>di</strong> pungente ironia contro il<br />
campione del giornalismo affibbiando l’allusivo nome <strong>di</strong> «Lodoletta» all’autore<br />
del necrologio <strong>di</strong> Mattia Pascal 44 .<br />
D’estate si ricostruiva a Santa Marinella quella comunità <strong>di</strong> intellettuali e<br />
letterati che durante l’anno animavano i caffè romani <strong>di</strong> via del Corso, creando<br />
un’atmosfera <strong>di</strong> grande fermento culturale; molti <strong>di</strong> essi frequentavano anche il<br />
villino dei Lo<strong>di</strong> in via Rucellai 78. Esso era frequentato pure da Maria Montessori,<br />
<strong>di</strong> cui Febea era amica e con la quale andò nel 1899 al Congresso internazionale<br />
delle donne a Londra. Olga, tra l’altro, è anche l’ideatrice del nome <strong>di</strong> “Casa dei<br />
Bambini” per le scuole montessoriane 45 .<br />
41 http://www.comune.santamarinella.rm.it/liberty/storiaurbe.htm<br />
42 Ugo Ojetti, Noi giornalisti, in: Pegaso, giugno 1930, poi pubblicato in: Ojetti, Venti lettere, Milano,<br />
Treves, 1931, pp. 191-203.<br />
43 Livio Spinelli, Scrittrice attenta ai <strong>di</strong>ritti delle donne e minori Olga Lo<strong>di</strong> Ossani primo sindaco donna, in:<br />
Agorà, Perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> attualità, cultura, politica ed informazione <strong>di</strong> Santa Marinella e Santa Severa anno 2006<br />
n. 2, p. 15<br />
44 Ivan Pupo, Interviste a Pirandello, Rubettino E<strong>di</strong>tore, 2002, p. 15.<br />
45 Montessori, Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini.<br />
E<strong>di</strong>zione critica, Roma, 2000, p.130)
Luigi Bertelli (Vamba) autore <strong>di</strong> Gian Burrasca Matilde Serao (c.a 1900)<br />
Qui Marinella, la figlia più giovane dei Lo<strong>di</strong> (il nome lo avrebbe preso proprio<br />
dalla località balneare), osservava gli ambienti e annotava le vicende che avrebbe<br />
poi narrato in Terra d’approdo, “opera che resta nel tempo il documento più<br />
completo <strong>di</strong> quella stagione letteraria e la più ampia descrizione della piccola<br />
comunità” 46 .<br />
Luigi Lo<strong>di</strong> però veniva soltanto a Ferragosto perché preferiva l’ambiente della<br />
capitale, la redazione del giornale e il caffè Aragno, dove il mondo della politica e<br />
del giornalismo aveva il suo principale ritrovo.<br />
Battaglie ra<strong>di</strong>cali<br />
Soltanto nel 1905 Lo<strong>di</strong> ritornò alla <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un giornale e fu con la<br />
creazione de La Vita, quoti<strong>di</strong>ano sostenuto e promosso dalla <strong>di</strong>rezione del partito<br />
ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> cui interpretava gli umori privilegiando la componente moderata e<br />
facendosi portavoce delle ragioni e degli interessi dei ceti me<strong>di</strong>, soprattutto liberi<br />
professionisti ed impiegati pubblici, che <strong>di</strong> quel partito costituivano il nerbo<br />
dei simpatizzanti. La Vita sostenne quin<strong>di</strong> l’alleanza <strong>di</strong> repubblicani, ra<strong>di</strong>cali e<br />
socialisti nei “blocchi popolari”.<br />
46 Santa Marinella. La memoria del tempo. Le origini della città moderna attraverso le immagini, a cura <strong>di</strong><br />
Anna Maria Bianchi e Ileana Giacomelli, pubblicato dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Santa Marinella, Civitavecchia<br />
2003, p. 362. Su Marinella Lo<strong>di</strong> si veda ibidem p. 368.<br />
61
62<br />
Luigi Lo<strong>di</strong>, dal libro Santa Marinella. La memoria del<br />
tempo<br />
Olga Ossani, dal libro Santa Marinella. La memoria<br />
del tempo<br />
A partire dal governo Sonnino (febbraio 1906) e poi con i governi Giolitti<br />
(1906-1909), Sonnino (1909-1910), Luzzatti (1910-1911) i ra<strong>di</strong>cali entrarono<br />
nell’orbita governativa e sembrarono perdere le loro specifiche caratteristiche<br />
per essere assorbiti nella prassi dell’azione ministeriale e soffocati dalla politica<br />
giolittiana costantemente compromissoria. In realtà però, i ra<strong>di</strong>cali continuarono<br />
a denunciare il clientelismo politico nel meri<strong>di</strong>one, a riven<strong>di</strong>care una politica<br />
estera antiaustriaca, a reclamare la perequazione tributaria e talvolta, come nel<br />
1908, sulla mozione Bissolati per l’abolizione dell’insegnamento religioso nella<br />
scuola pubblica, votarono in maniera <strong>di</strong>fforme dalla maggioranza.<br />
Ma le riforme che costituivano il principale obiettivo dell’azione ra<strong>di</strong>cale,<br />
ovvero la <strong>di</strong>fesa dello Stato laico, l’abolizione dell’insegnamento religioso nella<br />
scuola, l’introduzione del <strong>di</strong>vorzio, il voto alle donne non ebbero successo.<br />
I ra<strong>di</strong>cali restavano un partito <strong>di</strong> intellettuali slegati dal tessuto sociale<br />
impreparati a cogliere l’evoluzione che avrebbe portato alla nascita dei partiti<br />
<strong>di</strong> massa; e se esultarono per la conquista del suffragio universale restarono<br />
spiazzati dalla più rilevante conseguenza che ciò avrebbe avuto: il Patto Gentiloni<br />
e l’alleanza fra giolittiani e clericali con una virata in <strong>di</strong>rezione conservatrice della
Luigi Lo<strong>di</strong>, caricatura <strong>di</strong> Carlo Montani<br />
politica italiana. Di fronte a ciò una parte del movimento ra<strong>di</strong>cale intensificò le<br />
idee ra<strong>di</strong>cosociali e si mosse in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> un’alleanza con i socialisti.<br />
La Vita aveva assunto nel 1914 un in<strong>di</strong>rizzo neutralista e Lo<strong>di</strong>, legato alle<br />
posizioni degli interventisti democratici, dei quali con<strong>di</strong>videva l’idea che gli<br />
Imperi centrali fossero una forza oscurantista che occorreva combattere anche<br />
per andare incontro alle aspirazioni dell’irredentismo, abbandonò il giornale.<br />
Negli anni successivi entrò al Giornale d’Italia <strong>di</strong>retto da Bergamini.<br />
Coerentemente alle posizioni <strong>di</strong> questo giornale guardò con una certa simpatia al<br />
fascismo con la convinzione che esso avrebbe portato una ventata <strong>di</strong> novità nella<br />
politica italiana e sarebbe stato il baluardo dei valori nazionali contro l’anarchia e<br />
63
64<br />
il bolscevismo che minacciavano <strong>di</strong> travolgerli.<br />
Perciò quando il ministero Facta, nonostante fosse <strong>di</strong>missionario, decise<br />
<strong>di</strong> proclamare lo stato d’asse<strong>di</strong>o, scrisse che il Re “fortunatamente per l’Italia”<br />
si rifiutò <strong>di</strong> firmarlo, e benché vedesse chiaramente subito dopo la marcia su<br />
Roma che, in tal modo, “pur salvando la forma si usciva in sostanza dal regime<br />
parlamentare”, approvò l’operato del Re e l’incarico a Mussolini: “Era possibile<br />
altra soluzione? Il regime si era decomposto: il Fascismo, col Governo, assumeva<br />
l’obbligo <strong>di</strong> ricomporre il paese” 47 .<br />
Negli anni Venti Lo<strong>di</strong> era ormai anziano e restò a margine sia della politica che<br />
del giornalismo; del resto, per il suo spirito combattivo il clima, ormai, doveva<br />
essere <strong>di</strong>ventato abbastanza asfittico.<br />
Due ritratti<br />
Aldo Chierici, ne: Il quarto potere a Roma, ci ha lasciato un ritratto <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che<br />
evidenzia soprattutto la sua pro<strong>di</strong>giosa produttività e la grande vis polemica che<br />
riversava sia nelle questioni letterarie sia nelle battaglie politiche:<br />
[...] non ho visto mai da nessuno buttar giù tanta roba quanta ne esce dalla penna <strong>di</strong><br />
Luigi Lo<strong>di</strong>. Dall’articolo <strong>di</strong> fondo ai telegrammi, dagli entrefilets alla Camera, non <strong>di</strong>sdegnando<br />
le rubriche più umili, Luigi Lo<strong>di</strong> in poche ore completa un giornale.<br />
Ra<strong>di</strong>cale accentuato, scriveva in quel Don Chisciotte bolognese, intorno al quale vi erano<br />
un Carducci, un Barbanti, uno Stecchetti ; e si polemizzava tutti i giorni, accanitamente,<br />
certe volte anche troppo, tanto che in alcuni giorni non si <strong>di</strong>stingueva se era la testa o<br />
il fegato che dettavano gli articoli.<br />
E fra un giornale che moriva e un altro che sorgeva, fra un attacco al Governo e un<br />
altro al Municipio, Luigi Lo<strong>di</strong> trovava modo <strong>di</strong> lanciare sulla piazza un volume, si<br />
trattasse <strong>di</strong> parlar <strong>di</strong> Lorenzo Stecchetti, a proposito delle ardenti polemiche fra realisti<br />
e idealisti, o si trattasse <strong>di</strong> inveire contro il teatro <strong>di</strong> Paolo Ferrari: ché la polemica era<br />
il suo cavallo <strong>di</strong> battaglia. [...]<br />
Luigi Lo<strong>di</strong> venne a Roma, quando la repubblica letteraria era tutta in armi, e sventolava<br />
il vessillo <strong>di</strong> guerra, e quando il Capitan Fracassa <strong>di</strong> buona memoria sembrava schiudesse<br />
nuovi orizzonti al giornalismo, e schiudesse nuove bocche alla risata sana e lieta.<br />
E nel Fracassa Luigi Lo<strong>di</strong> fu redattore capo; e fu lì che cominciò a firmare il Saraceno;<br />
ma firmava anche, per quella sua tale già descritta formidabile grafomania, Lionello<br />
Spada, quando si trattava <strong>di</strong> cronache e critiche musicali, e anche Diego de Miranda e<br />
anche Fiordusi. E riempiva <strong>di</strong> lui pure la Cronaca Bizantina e la Domenica letteraria, ché il<br />
microbo letterario non voleva abbandonarlo 48 .<br />
47 Luigi Lo<strong>di</strong>, Venticinque anni <strong>di</strong> vita parlamentare. Da Pelloux a Mussolini, Firenze, Bemporad,<br />
1923, p. 257-58<br />
48 Aldo Chierici, Il quarto potere a Roma. Storia dei giornali e dei giornalisti romani. Voghera e<strong>di</strong>tore,<br />
Roma, 1903, p. 152.
La copertina <strong>di</strong> Giornalisti, pubblicato da Laterza nel 1930<br />
65
66<br />
Ed anche l’anonima corrispondenza da Roma che ne annuncia la morte ne Il<br />
Resto del Carlino del 21 Febbraio 1933 sottolinea gli stessi elementi:<br />
[...] Lavoratore instancabile e rapi<strong>di</strong>ssimo, faceva contemporaneamente corrispondenze<br />
per la Stampa e per il Resto del Carlino e scriveva articoli per il suo giornale, fino a due<br />
e tre al giorno. Quando fu alla Tribuna, che andava in «piazza» allora alle 8,30 <strong>di</strong> sera,<br />
egli faceva lasciare lo spazio per un suo articolo che scriveva spesso polemizzando<br />
con l’Osservatore Romano che usciva dopo le 7: tante righe e non più. E non c’era caso<br />
che sbagliasse <strong>di</strong> due o tre. Ma trovava il tempo d’andare a teatro, nei salotti, poi<br />
all’Aragno, per andare <strong>di</strong> notte in tipografia.<br />
Per anni ed anni, <strong>di</strong>etro le vetrine del Caffè <strong>di</strong> Roma — che era all’angolo <strong>di</strong> S. Carlo<br />
al Corso — il caratteristico profilo <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> si <strong>di</strong>segnava immancabilmente accanto a<br />
quello <strong>di</strong> Talamo, del conte Macchi <strong>di</strong> Cellere <strong>di</strong> «Rastignac»; all’ora della colazione<br />
poi il tavolo si animava: arrivavano al caffè senatori e deputati e artisti. E Lo<strong>di</strong> parlava<br />
argutamente, salacemente 49 .<br />
L’articolo continua ricordandone la “profonda ed enciclope<strong>di</strong>ca cultura” la<br />
“forza <strong>di</strong> carattere adamantina” e naturalmente la “penna brillante” e la “profonda<br />
grande umanità”, ma non <strong>di</strong>mentica i 18 duelli (il primo era stato quello con<br />
Cavallotti) affrontati da Lo<strong>di</strong> durante la sua carriera, che, naturalmente, una volta<br />
<strong>di</strong> più ci provano quanto ferisse la sua penna.<br />
Come si è detto, negli anni Venti la sua attività giornalistica <strong>di</strong>viene saltuaria<br />
ed egli si de<strong>di</strong>ca a due libri che possono essere considerati libri <strong>di</strong> memorie:<br />
Venticinque anni <strong>di</strong> vita parlamentare, da Pelloux a Mussolini del 1923 e Giornalisti, del<br />
1930. Il primo è una dettagliatissima analisi della vita politica fra le repressioni del<br />
1898 e la marcia su Roma e rivela aspetti dei maneggi parlamentari e del costume<br />
nazionale che anche oggi offrono più <strong>di</strong> uno spunto <strong>di</strong> riflessione, mentre il<br />
secondo contiene 19 profili dei più celebri nomi che hanno fatto la storia del<br />
giornalismo italiano tra l’Italia umbertina e la prima guerra mon<strong>di</strong>ale; mancano,<br />
naturalmente, quelli del Saraceno e <strong>di</strong> Febea.<br />
Elena e il Comandante al Vittoriale<br />
Ora ritorniamo a quel 28 febbraio 1832, quando Olga si reca al Vittoriale.<br />
Febea e il Comandante non si vedono da molto tempo e l’incontro è per entrambi<br />
sconvolgente. D’Annunzio ne parlerà qualche settimana dopo in questi termini:<br />
“Non è ancora passato un mese - gli <strong>di</strong>sse - da che ho avuto, in questo campo<br />
un’esperienza che m’ha procurato la più straziante delle delusioni. Mai in vita mia<br />
avrei creduto <strong>di</strong> dover constatare tanta devastazione della bellezza.<br />
49 La morte <strong>di</strong> Luigi Lo<strong>di</strong>, ne Il Resto del Carlino 21 Febbraio 1933, anno XI.
Olga Ossani, foto dell’Archivio del Vittoriale. primo decennio del Novecento<br />
67
68<br />
E fu quando rivi<strong>di</strong> Elena Muti.<br />
Venne al Vittoriale per accompagnare una sua giovane parente. Al primo momento<br />
non la riconobbi. Neppure gli occhi, capisci, neppure i suoi occhi meravigliosi erano<br />
rimasti...era una povera vecchia irriconoscibile... mi fu impossibile ricostruire, col<br />
ricordo, il suo viso...mi fece una pietà in<strong>di</strong>cibile. Ma devo avergliene fatta altrettanta io,<br />
perché si fermò sulla soglia e non ar<strong>di</strong>va avvicinarsi. Allora le andai incontro, le presi<br />
le mani, ci sedemmo l’una accanto all’altro, senza <strong>di</strong>rci una sola parola... Abbiamo<br />
pianto insieme” 50 .<br />
Nella clausura del ritiro <strong>di</strong> Gardone si consuma l’ultimo atto de Il Piacere,<br />
tra i damaschi, i tendaggi, le reliquie, i trofei <strong>di</strong> guerra, i cimeli, i motti latini,<br />
le memorie. Un gran pezzo della storia d’Italia li aveva visti come attori da<br />
quando entrambi, nella piena vigoria dei vent’anni, frequentavano la redazione<br />
del Fracassa, poco dopo il 1880; ora essi stessi erano cimeli e memorie fra i cimeli<br />
e le memorie. Viget dum pallida, il motto regalatole dal poeta sarebbe forse stato<br />
il titolo dell’autobiografia che Olga non scrisse, e quell’incontro finì senza che<br />
nulla potesse più accadere, né Luigi Lo<strong>di</strong> ebbe la sua consacrazione all’Accademia<br />
d’Italia dove già sedeva il suo allievo Ugo Ojetti.<br />
Lo<strong>di</strong> morì il 19 febbraio 1933; otto giorni prima si era spenta Febea, “in un<br />
tramonto penoso e desolato” dopo essersi a lungo pro<strong>di</strong>gata nell’assistenza al<br />
marito, gravemente infermo, al quale la scomparsa della moglie fu pietosamente<br />
celata 51 .<br />
Si ringraziano il prof. Fer<strong>di</strong>nando Cordova per gli utili suggerimenti;<br />
Silvia Fasoli della Fondazione Primoli per la foto <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> dell’Archivio Primoli;<br />
il prof. Giordano Bruno Guerri presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani <strong>di</strong><br />
Gardone sul Garda<br />
e Mariangela Calubini dell’Archivio del Vittoriale per le fotografie <strong>di</strong> Febea;<br />
Il prof. Livio Spinelli del GAR <strong>di</strong> Santa Marinella, per le foto tratte dal libro a cura <strong>di</strong><br />
Anna Maria Bianchi e Ileana Giacomelli, pubblicato dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Santa Marinella: Santa<br />
Marinella. La memoria del tempo. Le origini della città moderna attraverso le immagini.<br />
50 Tom Antongini, Vita segreta <strong>di</strong> Gabriele D’annunzio, Verona, 1939, pp. 182-3, citato da<br />
Fer<strong>di</strong>nando Cordova, Caro Olgogigi, cit. p. 522-523.<br />
51 L’Illustrazione Italiana, 19 febbraio 1933 XI, Anno LX n. 8, p. 285: Figure che scompaiono. Olga<br />
Lo<strong>di</strong>-Ossani (Febea) a firma g. b. (Goffredo Bellonci).
69<br />
Novecento
70<br />
Fig.1 – Conduttori <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7 al Carnevale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>
ROBERTO TOMMASINI<br />
Le ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong><br />
71<br />
“Quegli anni non potranno tornare per nessuno.<br />
Gli anni 70 non torneranno mai più ….<br />
…Mi piacerebbe tornarci”<br />
Il Dj <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere: Mario Roveri<br />
“Con fatica e sacrifici alcune persone<br />
hanno realizzato il sogno <strong>di</strong> fare una ra<strong>di</strong>o libera”<br />
Il Dj <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o Sette: Daniele Bergamini<br />
Nel luglio del 1974 una sentenza della Corte costituzionale <strong>di</strong>chiarava illegittimo<br />
il monopolio ra<strong>di</strong>ofonico statale favorendo l’accesso dei privati al sistema delle<br />
telecomunicazioni. Cominciava così la lenta rivoluzione che avrebbe portato alle<br />
televisioni commerciali, ma il primo rilevante fenomeno prodotto dalla nuova<br />
legislazione fu quello delle ra<strong>di</strong>o libere.<br />
Si trattava <strong>di</strong> emittenti ra<strong>di</strong>ofoniche a carattere locale, realizzate in economia e<br />
con mezzi <strong>di</strong> fortuna, animate dalla passione dei giovani che nella ra<strong>di</strong>o trovavano<br />
uno strumento ideale per costruire e raccontare il loro mondo.<br />
Nell’aprile del 1975 una sentenza del pretore <strong>di</strong> Milano stabiliva legittime<br />
le trasmissioni delle ra<strong>di</strong>o libere, quando non interferivano con le attività delle<br />
emittenti <strong>di</strong> Stato.<br />
Nell’etere, a ritmo <strong>di</strong> musica, iniziava a propagarsi un’energia creativa che<br />
contagiava un’intera generazione.<br />
Ra<strong>di</strong>o Etere<br />
Sul finire <strong>di</strong> quell’estate, fra i tavolini della pizzeria La Parpaia, frequentato<br />
ritrovo delle giovani generazioni, aveva cominciato a circolare la voce <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>o<br />
libera crevalcorese.<br />
Portatori della proposta erano due <strong>di</strong>versi gruppi <strong>di</strong> amici che decidevano <strong>di</strong><br />
unire le forze per realizzare il loro progetto.<br />
L’idea <strong>di</strong> un’emittente locale aveva da subito esercitato una forte attrazione<br />
e rapidamente attorno ad essa era andato ad aggregarsi un folto gruppo <strong>di</strong><br />
ragazzi, fra cui il proprietario della già citata pizzeria, che metteva a <strong>di</strong>sposizione<br />
dell’iniziativa il sottotetto del proprio locale.<br />
Il sogno <strong>di</strong> far fortuna e la voglia <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong>vertendosi, una speciale<br />
avventura motivavano il gruppo, che rapidamente dava vita ad una delle prime<br />
ra<strong>di</strong>o libere della regione. Al tempo erano circa 150 le ra<strong>di</strong>o presenti allora sul<br />
territorio nazionale. La ra<strong>di</strong>o fu battezzata col nome <strong>di</strong> Etere, sinonimo <strong>di</strong> spazio<br />
e <strong>di</strong> cosmo, più volte citato nei testi legislativi <strong>di</strong> telecomunicazioni consultati dai
72<br />
Fig. 2 – Ra<strong>di</strong>o Etere, logo<br />
Fig. 3 – Logo rettangolare<br />
Fig. 4 – L’antenna <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere sul tetto della pizzeria<br />
La Parpaia<br />
Fig. 5 – Roberto Orsini e Roberto Ferriani
Fig. 6 – Corrado Righi<br />
giovani coinvolti nell’impresa.<br />
Mano d’opera gratuita e autofinanziamento resero possibile la sistemazione<br />
dei locali, l’acquisto e l’installazione delle attrezzature: un paio <strong>di</strong> gira<strong>di</strong>schi Lenco,<br />
un registratore a bobina Akai, microfoni e cuffie, un mixer a quattro piste e<br />
soprattutto un impianto della potenza <strong>di</strong> 30 Watt, che permetteva la copertura <strong>di</strong><br />
un’area <strong>di</strong> circa 25 km.<br />
Completavano la dotazione della ra<strong>di</strong>o pregiati componenti <strong>di</strong> impianti<br />
stereo e collezioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi fornite non senza apprensione dai vari partecipanti<br />
all’iniziativa. Importanti erano anche i contributi <strong>di</strong> privati e associazioni che<br />
prestavano molti dei loro 45 giri e LP: fra i generosi prestatori si ricordano<br />
Gabriele Gallerani con circa 400 <strong>di</strong>schi, l’Accademia In<strong>di</strong>fferenti Risoluti, con<br />
circa 150 e il Club 521 con circa un centinaio. L’isolamento sonoro dei locali che<br />
ospitavano l’emittente fu risolto tappezzando le pareti con gli imballi <strong>di</strong> cartapesta<br />
utilizzati nel trasporto delle uova, un sistema economico ma particolarmente<br />
efficace. Non esistevano un’organizzazione e un organigramma pianificato,<br />
tutto era lasciato alla <strong>di</strong>sponibilità inventiva e alla competenza dei componenti<br />
del gruppo, da subito furono comunque definiti i criteri che dovevano regolare<br />
attività, sviluppo e in<strong>di</strong>pendenza dell’emittente.<br />
Da uno dei primi documenti interni, in cui l’emittente è identificata con il<br />
nome <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere 101 lo stralcio delle norme più significative:<br />
«La redazione <strong>di</strong> “Ra<strong>di</strong>o Etere 101” intende essere socialmente impegnata ma non<br />
73
74<br />
militante, esclude cioè la prevalenza ideologica <strong>di</strong> qualsiasi fazione politica. Suo scopo principale<br />
è <strong>di</strong> essere a <strong>di</strong>sposizione del pubblico per ciò che riguarda l’informazione e la comunicazione <strong>di</strong><br />
massa della zona interessata.<br />
La redazione non contesta totalmente le ragioni che sostengono il monopolio ra<strong>di</strong>otelevisivo,<br />
prime fra tutte le ragioni tecniche ed economiche.<br />
E’ d’altronde convinta che tali ragioni esistano tuttora a livello nazionale, mentre esse<br />
possono venir facilmente superate a livello locale; questo è quanto, fra l’altro; “Ra<strong>di</strong>o Etere<br />
101” intende <strong>di</strong>mostrare.<br />
“Ra<strong>di</strong>o Etere 101” intende poi mantenersi in vita avendo, come unico appoggio, la pubblicità<br />
degli impren<strong>di</strong>tori locali, evitando però, e nel modo più assoluto, <strong>di</strong> lasciarsi monopolizzare da<br />
questi ultimi o da qualunque altra organizzazione o forza politica.<br />
“Ra<strong>di</strong>o Etere 101” intende stabilire un rapporto sempre più stretto e imme<strong>di</strong>ato coi propri<br />
ascoltatori, in modo che sia mo<strong>di</strong>ficato il rapporto che lasciava finora il pubblico in posizione<br />
passiva».<br />
Dell’autunno del 1975 la prima prova <strong>di</strong> trasmissione, che non passava<br />
inascoltata, infatti, per un casuale attorcigliamento del cavo <strong>di</strong> collegamento<br />
all’antenna era <strong>di</strong>ffusa su tutte le frequenze possibili.<br />
Inizialmente le trasmissioni erano irra<strong>di</strong>ate sulla frequenza <strong>di</strong> 102,00 MHz,<br />
tramite un’enorme antenna a 4 <strong>di</strong>poli puntati verso sud, sud-est e sud-ovest,<br />
abbinata ad un trasmettitore semiartigianale da 20-30 watt.<br />
Nonostante le gran<strong>di</strong> attenzioni poste nel montaggio, l’antenna venne <strong>di</strong>velta<br />
da una notte <strong>di</strong> bufera. Si rendeva così necessaria una nuova installazione che<br />
<strong>di</strong>ventò anche l’occasione per apportare migliorie all’impianto esistente.<br />
In particolare si sostituiva il vecchio trasmettitore con un modello ENNE<br />
ESSE quarzato da 30 watt, che permetteva <strong>di</strong> determinare con maggior precisione<br />
la frequenza <strong>di</strong> trasmissione, che Fiorenzo Zampolli fissava sui 102,4.<br />
In vista <strong>di</strong> una legalizzazione che mirava a favorire le attività commerciali<br />
della ra<strong>di</strong>o e limitare i problemi <strong>di</strong> carattere giuri<strong>di</strong>co, l’emittente <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong> si<br />
associava all’ANTI, Associazione Nazionale Trasmittenti Italiane che tutelava i<br />
<strong>di</strong>ritti delle emittenti private.<br />
Del 2 Marzo del 1976 la denuncia del trasmettitore alla questura <strong>di</strong> San<br />
Giovanni in Persiceto, nella quale si <strong>di</strong>chiarava:<br />
«Con la presente si informa questo Ufficio del possesso, da parte nostra, <strong>di</strong> un trasmettitore<br />
della potenza <strong>di</strong> 30 Watt marca Enne Esse modello TMF 30, in grado <strong>di</strong> operare sulla<br />
frequenza <strong>di</strong> 102,4 MHz a modulazione <strong>di</strong> frequenza, la banda è riservata alle ra<strong>di</strong>o<br />
trasmissioni e non risulta attualmente utilizzata dalla società concessionaria (RAI) nella zona<br />
<strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> e limitrofe.<br />
Gli enti interessati potranno esercitare i controlli previsti ascoltando l’emittente ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>ffusa<br />
Ra<strong>di</strong>o Etere sulla frequenza <strong>di</strong> 102,4 in modulazione <strong>di</strong> frequenza».<br />
Alla denuncia degli impianti <strong>di</strong> trasmissione seguì la costituzione legale <strong>di</strong><br />
una società denominata Ra<strong>di</strong>o Etere, composta da una decina <strong>di</strong> persone, che<br />
in percentuali <strong>di</strong>verse contribuiva finanziariamente alla formazione del capitale<br />
sociale. Del gruppo dei soci fondatori facevano parte: Loris Santarini, Franco
Tonelli, Pierluigi Masignà, Roberto Ferriani, Fiorenzo Zampolli, Roberto<br />
Bigiani, Fabrizio Casari, Massimo Milzani, Stefano Malaguti, Clau<strong>di</strong>o Romagnoli,<br />
Clemente Barbieri.<br />
In realtà la società era composta da un maggior numero <strong>di</strong> elementi, poiché<br />
singole quote <strong>di</strong> partecipazione erano state acquistate da più persone <strong>di</strong> cui i soci<br />
ufficiali erano i rappresentanti.<br />
Il rappresentate legale dell’emittente era, infatti, Corrado Righi, che pur<br />
essendo fra i più accesi promotori dell’iniziativa, non risulta essere fra i soci<br />
fondatori.<br />
L’emittente, poteva inoltre contare sul contributo volontario e gratuito <strong>di</strong><br />
una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> collaboratori, reclutati fra gli amici dei soci. Fra i collaboratori<br />
anche il padre <strong>di</strong> Fabrizio Casari, il cui contributo risultava determinante<br />
nell’installazione dell’antenna. Un efficace logo realizzato da Pietro Gobbo<br />
identificava graficamente l’emittente e stampato su adesivi e magliette contribuiva<br />
al finanziamento e alla pubblicità della ra<strong>di</strong>o.<br />
Il marchio risultò particolarmente gra<strong>di</strong>to e in quel periodo si poteva vedere<br />
appiccicato ovunque, sui libri <strong>di</strong> scuola, sulle vetrine degli esercizi commerciali,<br />
sui lunotti delle auto, sui telai <strong>di</strong> ciclomotori e biciclette, persino sui trattori.<br />
Da una corrispondenza con un legale, dell’aprile 1976, si apprende che la<br />
zona coperta allora dalle trasmissioni comprendeva i comuni <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, San<br />
Giovanni in Persiceto, Cento, Ravarino, S.Agata Bolognese, Calderara <strong>di</strong> Reno,<br />
Cavezzo, Bomporto, Nonantola, Castelfranco Emilia, Corticella, Castelamggiore,<br />
Pieve <strong>di</strong> Cento, Anzola Emilia, San Prospero.<br />
Nello stesso documento si annunciava l’intenzione <strong>di</strong> estendere la copertura<br />
alle provincie <strong>di</strong> Bologna, Ferrara, Modena, alla parte nord della provincia <strong>di</strong><br />
Reggio Emilia fino a Mantova, Rovigo, interessando marginalmente anche le<br />
province <strong>di</strong> Verona, Ravenna e Forlì.<br />
Con la legalizzazione, Franco Tonelli aveva assunto il ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore<br />
responsabile e in quella veste si impegnava nella definizione e nell’applicazione<br />
<strong>di</strong> un palinsesto che, nonostante gli sforzi e la serietà dei più, restava spesso<br />
<strong>di</strong>satteso.<br />
Ciò nonostante, nello stu<strong>di</strong>o della programmazione nulla era lasciato al caso, dal<br />
testo <strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> uno dei primi palinsesti, parte dei criteri considerati.<br />
«Calcolo statistico ascoltatori.<br />
secondo un calcolo statistico sugli ascoltatori del mezzo ra<strong>di</strong>ofonico, fornito dall’ISTAT<br />
(Istituto centrale <strong>di</strong> statistica), risulta che, in cifre percentuali nell’arco <strong>di</strong> un giorno gli ascoltatori<br />
reali raggiungono il 65% della popolazione in grado <strong>di</strong> ricevere i programmi.<br />
Di questo 65% la parte maggiore è costituita da giovani dai 14 ai 25 anni (circa 40%)<br />
mentre il restante 25% è costituito da ascoltatori compresi nelle altre fascie <strong>di</strong> età (con prevalenza<br />
<strong>di</strong> quelle dai 25-30 ai 40 anni); prevalgono, per la scelta dei programmi, i generi <strong>di</strong> musica<br />
leggera, musica moderna e folkloristica, le interviste e le inchieste, i notiziari, e la musica<br />
classica, la musica jazz. Sulla base <strong>di</strong> questi dati vengono scelti i programmi e gli orari per<br />
trasmetterli.<br />
75
76<br />
Fig. 8 – Mauro Zucchi<br />
Fig.7 – Fiorenzo Zampolli<br />
Il principio <strong>di</strong> scelta dei programmi da trasmettere viene scelto in base ad alcuni precisi<br />
criteri che vanno tenuti presente :<br />
a) il tipo <strong>di</strong> programmi che prevale è <strong>di</strong>rettamente proporzionale al tipo <strong>di</strong> pubblico che<br />
costituisce la maggioranza degli ascoltatori (au<strong>di</strong>ence); in questo caso si terrà quin<strong>di</strong> e soprattutto<br />
conto dei giovani, senza però soffocare lo spazio de<strong>di</strong>cato alle altre fasce <strong>di</strong> pubblico, cercando<br />
anzi <strong>di</strong> realizzare trasmissioni con carattere il più generale possibile, specialmente cercando <strong>di</strong><br />
coinvolgere <strong>di</strong>rettamente la popolazione locale sui problemi da essa stessa proposti;<br />
b) la scelta dei programmi deve poi necessariamente tener conto delle ore durante le quali sia<br />
più opportuno essi vengano trasmessi, sempre in relazione al tipo <strong>di</strong> pubblico e al suo grado <strong>di</strong><br />
interesse riferito ad un particolare orario.<br />
c) essendo la pubblicità un elemento <strong>di</strong> prima importanza, in quanto costituisce l’unica fonte<br />
<strong>di</strong> introito per la gestione della stazione ra<strong>di</strong>o, essa deve venir collocata in modo da risultare<br />
ben evidente negli intervalli dei programmi e “lottizzata” in modo da costituire un punto <strong>di</strong><br />
riferimento per la collocazione, da parte del cliente, dei propri annunci commerciali.<br />
d) facendo riferimento alla seconda parte del punto a), sarà opportuno ricercare il maggior<br />
numero <strong>di</strong> notizie <strong>di</strong> interesse generale, e per tale motivo ci metteremo in contatto con l’Istituto<br />
Italiana Ora esatta, con l’Aeroporto <strong>di</strong> Borgo Panigale per le previsioni metereologiche, con<br />
l’agenzia <strong>di</strong> stampa ANSA per le notizie a carattere nazionale e le più rilevanti notizie<br />
internazionali.<br />
Inizialmente sono previsti due notiziari al giorno per i feriali, tre per la domenica, notiziari<br />
sportivi (con la prevalenza degli avvenimenti a carattere locale ) al sabato, alla domenica (due),
Fig. 9 – Gruppo <strong>di</strong> conduttori delle trasmissioni <strong>di</strong> liscio<br />
al lunedì.<br />
I notiziari servono comunque come riassunto e raccolta delle notizie della giornata, ma le<br />
più rilevanti verranno trasmesse appena giunte in redazione, per creare un modo più incisivo <strong>di</strong><br />
fare giornalismo e per interessare sempre al meglio il pubblico.<br />
In seguito e con il necessario ampliamento della stazione e dei mezzi tecnici <strong>di</strong> produzione<br />
dei programmi si prevedono collegamenti in <strong>di</strong>retta con collaboratori esterni per avvenimenti<br />
specialmente a carattere sportivo locali, mentre fin dall’inizio sarà possibile effettuare<br />
registrazioni dal vivo <strong>di</strong> spettacoli <strong>di</strong> particolare interesse».<br />
Il palinsesto cercava <strong>di</strong> ampliare e variare il più possibile l’offerta <strong>di</strong> argomenti;<br />
settimanalmente trovavano spazio anche trasmissioni <strong>di</strong> carattere culturale<br />
che trattavano <strong>di</strong> arte, poesia e <strong>di</strong> scienze come il programma Leonar<strong>di</strong>ana, o <strong>di</strong><br />
letteratura, come il programma Litterarum Monumenta.<br />
La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> brani musicali, la trasmissione <strong>di</strong> de<strong>di</strong>che e richieste erano gli<br />
ingre<strong>di</strong>enti comuni a tutti i programmi della ra<strong>di</strong>o. A caratterizzarli, oltre a gran<strong>di</strong><br />
dosi <strong>di</strong> spontaneità e improvvisazione, erano passioni, competenze, estrosità<br />
e sensibilità dei vari conduttori, abili nell’intrattenimento, ma anche capaci<br />
<strong>di</strong>vulgatori <strong>di</strong> novità musicali.<br />
I programmi erano prevalentemente in <strong>di</strong>retta e condotti da più persone.<br />
Clau<strong>di</strong>o Romagnoli, in arte Jolly, formava con Gianni Ferriani, la coppia<br />
Gianni e Jolly; il loro programma Vai col liscio s’ispirava alle trasmissioni <strong>di</strong><br />
un’emittente d’oltre confine, Ra<strong>di</strong>o Capo<strong>di</strong>stria, e proponeva musiche da ballo<br />
77
78<br />
liscio e de<strong>di</strong>che.<br />
In un paio <strong>di</strong> concorsi per DJ che si tennero a Sorbara e a Rovereto sul Secchia,<br />
i due crevalcoresi superarono i concorrenti <strong>di</strong> Punto Ra<strong>di</strong>o. Giuliano Luppi, in<br />
arte Dado, e Milena Marchesini Zampolli, conducevano Lui e Lei nella Balera, un<br />
programma simile e alternativo a quello presentato da Gianni e Jolly.<br />
Lui e Lei nella Balera fu, alla lunga, il più fortunato e seguito, anche grazie alla<br />
corrente <strong>di</strong> simpatia che scaturiva dalla prorompente vitalità e dalla forte carica<br />
<strong>di</strong> umanità <strong>di</strong> Milena.<br />
Nella trasmissione, oltre alle immancabili de<strong>di</strong>che, aveva trovato spazio una<br />
rubrica <strong>di</strong> cucina in cui erano proposte ricette del pubblico. Ai due conduttori<br />
si unirono in un secondo tempo Fiorenzo Cassanelli, in arte Fiorenzo C., e<br />
Giancarlo Ferriani, in arte Perlino entrambi con il prevalente compito <strong>di</strong> fonici.<br />
In quel periodo il “liscio” romagnolo e “La Filuzzi” bolognese imperversavano<br />
nei locali da ballo, nelle sagre e in mille spettacoli de<strong>di</strong>cati non solo ad un<br />
pubblico d’età, ma altrettanto ai giovani. Non deve quin<strong>di</strong> stupire l’esistenza<br />
<strong>di</strong> due programmi <strong>di</strong> liscio. Del resto le due trasmissioni, pur complementari,<br />
si <strong>di</strong>fferivano per conduzione e stile, ed avevano ognuna il proprio pubblico<br />
affezionato e fan-club agguerritissimi.<br />
Franco Tonelli, in arte il Professore, nel suo programma proponeva con<br />
estrema competenza e grande conoscenza le novità del settore “<strong>di</strong>sco music”.<br />
Non si trattava <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> solo intrattenimento, il tema della “<strong>di</strong>sco”<br />
ed i pezzi irra<strong>di</strong>ati erano recensiti come appartenenti a qualche genere dal più<br />
nobile lignaggio.<br />
Spesso i colleghi DJ si fermavano incantati ad ascoltarlo mentre intratteneva<br />
gli ascoltatori citando nomi <strong>di</strong> autori ed esecutori, date <strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> gruppi e<br />
migrazioni dei loro componenti da una band all’altra, <strong>di</strong>stinguendo tra le<br />
formazioni della East Coast piuttosto che rimarcare le peculiarità del Sound of<br />
Philadelfia o della nascente Electronic Disco Music.<br />
Pietro Gobbo, in arte Pirone, conduceva il programma <strong>di</strong> revival “Renato”<br />
preparato consultando vecchie riviste musicali.<br />
Fabrizio Casari, in arte Dolby, presentava un repertorio <strong>di</strong> gruppi musicali<br />
inglesi e americani. Una peculiarità del programma era la traduzione in italiano<br />
dei testi, che il conduttore proponeva al termine del brano musicale; collaborava<br />
alla trasmissione Fiorenzo Zampolli.<br />
Fiorenzo Zampolli, ed il chitarrista Mauro Zucchi, in arte Zuffoli, erano i<br />
conduttori dei programmi “Hard Rock “ e Only one “.<br />
I due, spesso coa<strong>di</strong>uvati da Massimo Can<strong>di</strong>ni, si <strong>di</strong>stinguevano anche come<br />
inviati musicali della ra<strong>di</strong>o, erano, infatti, loro le interviste ai più importanti<br />
musicisti in tournèe nella zona, come ad esempio il Banco del Mutuo Soccorso, la<br />
Premiata Forneria Marconi, Francesco Guccini, Eugenio Finar<strong>di</strong>, Lucio Dalla o<br />
Angelo Branduar<strong>di</strong>. Gabriele Gallerani conduceva Etere Jazz, programma in cui<br />
oltre alle musiche trovavano spazio approfon<strong>di</strong>menti e interviste con gli autori<br />
del suddetto genere musicale. Le interviste erano realizzate in collaborazione con<br />
i già citati Zucchi e Zampolli.
Fig 10 – La Pizzeria la Parpaia<br />
Fig. 11 – Programmazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o etere<br />
Il programma andava in onda per tre sere alla settimana dalle 20 e 30 alle 22<br />
e proponeva il lunedì la Hit Parade, il martedì la registrazione <strong>di</strong> un concerto, il<br />
venerdì la storia del Jazz.<br />
In un secondo tempo il programma si allargò alla domenica pomeriggio,<br />
dando spazio al jazz moderno. La trasmissione era condotta da due giovani<br />
esperti modenesi, ai quali Gallerani faceva da regista.<br />
Clemente Barbieri e Gabriele Gallerani, in arte Plumbeo e Dark, proponevano<br />
tutti i giorni dalle 13 alle 14 un programma <strong>di</strong> revival, che otteneva un buon<br />
successo d’ascolto, almeno a giu<strong>di</strong>care dalle numerose lettere inviate dai fans.<br />
Il programma si ispirava alla trasmissione ra<strong>di</strong>ofonica Alto Gra<strong>di</strong>mento e oltre<br />
alla musica erano proposti giochi e concorsi del tipo: La miglior ragazza in tre<br />
pezzi (occhiali, sandali e cappello). Il premio per la vincitrice erano 24 ore da<br />
trascorrere con Dark.<br />
Dark era un personaggio creato dalla fantasia <strong>di</strong> Gallerani, un mostriciattolo<br />
con baffi e barba, alto un metro e 20 per 150 cm <strong>di</strong> circonferenza e 150 kg <strong>di</strong><br />
peso, lanciava improperi contro tutti e tutto, ed entrava in scena con un grido<br />
particolare: PA-PI- PAHHHH, DAAAARK.<br />
Plumbeo era l’alter ego <strong>di</strong> Dark, bello, bravo, serio, stu<strong>di</strong>oso, il soprannome<br />
derivava dal colore dei suoi occhi, ed era concupito nello spettacolo e nella realtà<br />
dalle fans della ra<strong>di</strong>o.<br />
Roberto Orsini e Gigi Barbieri, conducevano Viva la Ra<strong>di</strong>o, programma sui<br />
cantautori italiani che era una delle poche trasmissioni registrate.<br />
Piero Massignà e Massimo Milzani conducevano Carta e Matita programma <strong>di</strong><br />
corrispondenza e de<strong>di</strong>che.<br />
79
80<br />
Fig. 12 – Trasmettitore del Monte Faeto<br />
Fig.13 – Logo <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere<br />
Fiorenzo Zampolli e la persicetana Giuliana Forni, competente studentessa<br />
<strong>di</strong> pianoforte al conservatorio <strong>di</strong> Bologna, proponevano musica classica nel<br />
programma: Etere Classica.<br />
Roberto Ferriani nel suo programma proponeva revival americani degli anni<br />
50;<br />
Fabrizio Bagnoli, Franco Passerini, Massimo Milzani, Marco Cavallini,<br />
conducevano Disfo Music, trasmissione del genere demenziale in cui erano<br />
demolite novità, mode e miti del mondo musicale.<br />
Stefano Lo<strong>di</strong>, Giuseppe Garuti, e Stefano Malaguti, formavano il trio che<br />
conduceva il programma Grog Soul Music.<br />
In realtà il trio si formava solo quando Stefano Malaguti, in arte Gugu, riusciva<br />
a scappare dal collegio che frequentava ad Imola.<br />
Quando poteva Malaguti conduceva la trasmissione notturna, trattenendosi<br />
spesso oltre l’orario <strong>di</strong> chiusura della pizzeria. Allora, per uscire dalla ra<strong>di</strong>o,<br />
conduttore ed eventuali amici al seguito erano costretti a calarsi da una finestra<br />
del locale. Numerosi i DJ si alternarono alla conduzione della trasmissione<br />
notturna, fra questi Roberto Bigiani, Roberto Barbieri e Corrado Righi con il<br />
quale collaborava occasionalmente Luigi Rimon<strong>di</strong>. In assenza <strong>di</strong> conduttori, era
Fig. 14 – Disegno della zona coperta dalle trasmissioni, proveniente dall’archivio <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere<br />
proposta la registrazione dei programmi della giornata.<br />
Al mattino, in orari e mo<strong>di</strong> legati alla <strong>di</strong>sponibilità del conduttore <strong>di</strong> turno,<br />
riprendeva la <strong>di</strong>retta delle trasmissioni, alla guida della quale si avvicendarono:<br />
Pierò Massignà, con la proposta <strong>di</strong> brani musicali, Roberto Orsini, con una<br />
sorta <strong>di</strong> almanacco dove, fra celebri colonne sonore, trovavano spazio ricette<br />
e aneddoti, Maurizio Manacchini, che alternava ai brani musicali, oroscopi e<br />
commenti alle notizie dei quoti<strong>di</strong>ani.<br />
Ai microfoni <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere, si alternarono nel tempo, anche: Mauro Don<strong>di</strong>,<br />
Vanni Carpigiani, Mario Gad<strong>di</strong>, Marcello Terzi conduttore con incarico <strong>di</strong> agente<br />
pubblicitario, Mario Roveri DJ <strong>di</strong> professione, Roberto Lo<strong>di</strong>, Uber Cristofori<br />
che proponeva musica in<strong>di</strong>ana, Gigi Monfre<strong>di</strong>ni conduttore <strong>di</strong> Cabaret in cantina<br />
ispirato al repertorio dei Gufi, Giuseppe Nascimbeni e Guido Legnani con un<br />
programma <strong>di</strong> musica blues e folk, in cui era dato particolare rilievo a brani<br />
scozzesi e irlandesi; occasionalmente ai due si aggregavano Andrea Poppi e<br />
Walter Venturoli che con il Legnani componevano il complesso musicale dei<br />
Colori del buio. Completava il cast Loris Santarini, proprietario della pizzeria e<br />
81
82<br />
Fig. 15 – Clau<strong>di</strong>o Romagnoli in arte Jolly, il giorno del suo matrimonio, corso in ra<strong>di</strong>o, fra il<br />
pranzo e il viaggio <strong>di</strong> nozze, per salutare i propri fans.<br />
occasionale conduttore, che era fra i più accaniti sostenitori dell’emittente, della<br />
quale era <strong>di</strong>ventato, anticipando somme o sostenendo personalmente spese, il<br />
principale garante economico.<br />
Obbligato dalla propria attività ad una costante presenza, per l’autorità che gli<br />
derivava dalla proprietà dei locali, dalla maggiore età e dalle risorse impegnate,<br />
Santarini era anche il cerbero della situazione e vigilava con attenzione sulla<br />
gestione dell’emittente e sul via vai dagli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasmissione.<br />
Era supportato nelle attività <strong>di</strong> stretta sorveglianza dalla moglie Milena, gentile e<br />
apprezzata preparatrice <strong>di</strong> dolci al mascarpone e caffè, che all’occorrenza regolava<br />
il traffico verso l’emittente con toni che l’avrebbero resa degna appartenente della<br />
categoria canora degli urlatori. La programmazione non mancava comunque<br />
<strong>di</strong> dare spazio a voci e proposte alternative a quelle dei conduttori fissi, con<br />
il programma Sulla frequenza <strong>di</strong>... gestito a turno da gruppi o club della zona e<br />
con il programma Quattro chiacchiere con... in cui baristi, tassisti e personaggi locali<br />
raccontavano barzellette, aneddoti e storielle.<br />
Gli ascolti premiavano da subito la novità della ra<strong>di</strong>o locale, suscitando<br />
l’interesse delle imprese commerciali e artigianali della zona, che <strong>di</strong> buon grado,<br />
sottoscrivevano contratti pubblicitari.<br />
Carosello aveva fatto scuola e l’emittente poteva sfoggiare spot del tipo:<br />
“Sapete qual è la più grande aspirazione per un maiale? Essere macellato da<br />
Gianni! Salumeria Gianni, in centro a <strong>Crevalcore</strong>, sotto i portici del <strong>Comune</strong>…”<br />
Ad affidarsi per primi alla promozione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere, furono: Neri<br />
elettrodomestici, Carlo Grazia abbigliamento, Cantine Giacobazzi, Magazzini al<br />
Risparmio, Magazzini <strong>di</strong> frutta Preti, Bibite Munaro e il dancing La Caravella.<br />
La situazione positiva, permetteva alla ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong> autofinanziarsi e propiziava<br />
un momento <strong>di</strong> celebrità per i conduttori che si trovarono così favoriti da regali,
Fig. 16 – Gabriele Gallerani<br />
nelle relazioni umane (specialmente con l’altro sesso) e nelle occasioni <strong>di</strong> ingaggio<br />
come DJ, nelle <strong>di</strong>scoteche della zona.<br />
L’esperienza nelle <strong>di</strong>scoteche rendeva poi possibile una nuova forma <strong>di</strong><br />
finanziamento realizzata con le feste della Ra<strong>di</strong>o.<br />
Le feste si svolgevano nelle <strong>di</strong>scoteche o sale da ballo della zona, animate<br />
a volte solo dai DJ della ra<strong>di</strong>o, a volte con il contributo <strong>di</strong> più o meno giovani<br />
promesse musicali; finirono così assoldati: dagli organizzatori :Ivan Graziani, i<br />
Matia Bazar, Branduar<strong>di</strong>, Bertoli, Antonello Ven<strong>di</strong>tti, Andrea Mingar<strong>di</strong>, l’Equipe<br />
84, i Giganti, un’ancora sconosciuto Vasco Rossi e Lucio Dalla.<br />
A maggio, nella circostanza del terremoto del Friuli, la ra<strong>di</strong>o contribuiva ai<br />
soccorsi con un ponte ra<strong>di</strong>o e coor<strong>di</strong>nando nella zona la raccolta <strong>di</strong> aiuti per i<br />
terremotati.<br />
Gli ascoltatori furono estremamente generosi e l’emittente poté contribuire in<br />
maniera significativa con denaro e generi <strong>di</strong> conforto.<br />
La legislazione sull’emittenza privata era tutt’altro che definita e a giugno<br />
una misura restrittiva dell’Escopost (Ufficio del Ministero delle poste e<br />
telecomunicazioni, delegato alla vigilanza delle ra<strong>di</strong>ofrequenze) bloccava tutte le<br />
emittenti private, sospendendo trasmissioni e sigillando le ra<strong>di</strong>o.<br />
Da alcuni stralci della corrispondenza tra Franco Tonelli e l’amico e socio<br />
Corrado Righi, da poco partito per il servizio militare, l’annuncio della ripresa<br />
delle trasmissioni:<br />
«<strong>Crevalcore</strong>, li 29- 7-1976<br />
Caro Corrado,<br />
Come prima cosa, che certamente ti sta molto a cuore e <strong>di</strong> cui ci chie<strong>di</strong> nella lettera, la<br />
83
84<br />
Ra<strong>di</strong>o: RIAPERTA!! Incre<strong>di</strong>bile ma vero! E’ stato una specie <strong>di</strong> miracolo; proprio il giorno<br />
seguente il mio ritorno dal mare [22 luglio] il vice-pretore … <strong>di</strong>etro le suppliche <strong>di</strong> Loris,<br />
“i figli da mantenere”, “siamo sul lastrico”ecc., ha firmato il <strong>di</strong>ssequestro; quin<strong>di</strong> da una<br />
settimana trasmettiamo regolarmente, con risultati incoraggianti, visto che arriva una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
10 lettere al giorno, cosa che non succedeva neanche prima della chiusura. La cosa preoccupante<br />
è la mancanza <strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. Loris sta sborsando, ma anche lui ha i suoi limiti. Il fatto negativo<br />
è rappresentato dal periodo che non consente da parte <strong>di</strong> Marcello <strong>di</strong> realizzare contratti<br />
pubblicitari come si deve. In pratica bisogna stringere i denti e cercare <strong>di</strong> arrivare a settembre».<br />
In quel mese, una norma della Corte Costituzionale liberalizzava le trasmissioni<br />
in modulazione <strong>di</strong> frequenza (FM) riservando al servizio pubblico le trasmissioni<br />
su onde me<strong>di</strong>e.<br />
La nuova prescrizione aveva sicuramente un peso sulla decisione dei soci <strong>di</strong><br />
aumentare il capitale sociale e <strong>di</strong> ampliare il raggio d’azione dell’emittente, con<br />
l’installazione <strong>di</strong> un ripetitore, che portava la copertura della ra<strong>di</strong>o su un’area <strong>di</strong><br />
circa 130 km <strong>di</strong> raggio. Il ripetitore era situato sul Monte Faeto, a circa 1000 metri<br />
d’altezza e utilizzava strutture che trasmettevano, fra l’altro, il segnale delle prime<br />
tv private, fra cui Ra<strong>di</strong>o Capo<strong>di</strong>stria la TV Svizzera Italiana e Montecarlo. La prima<br />
trasmissione dal Monte Faeto, vedeva adunata in Piazza Maggiore a Bologna una<br />
nutrita delegazione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere che, munita <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>olina transistor, salutava<br />
con entusiasmo e grida <strong>di</strong> gioia l’evento della ricezione della propria emittente.<br />
Gabriele Gallerani e Corrado Righi, attivando una collaborazione con i<br />
ra<strong>di</strong>oamatori riuscivano poi a definire raggio d’azione, e potenza del segnale del<br />
nuovo trasmettitore.<br />
All’ampliamento dell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione, corrispose una straor<strong>di</strong>naria crescita<br />
<strong>di</strong> ascolti, che l’emittente riuscì a consolidare nonostante le <strong>di</strong>fficoltà create in quel<br />
periodo dall’avvio della “campagna dello zucchero”, su cui si era per necessità<br />
<strong>di</strong>rottata gran parte della forza lavoro impegnata nella ra<strong>di</strong>o.<br />
La situazione era risolta con la registrazione delle trasmissioni, effettuata fra<br />
turni <strong>di</strong> 12 ore lavorative.<br />
Oltre che dalla legislazione in evoluzione, la regolarità delle trasmissioni era<br />
costantemente minacciata dai guasti tecnici, infatti, non trascorreva mese in cui<br />
l’emittente non fosse costretta a pause forzate <strong>di</strong> ore o <strong>di</strong> qualche giornata.<br />
Alla soluzione dei problemi concorrevano le capacità tecniche ma anche il<br />
clima <strong>di</strong> collaborazione che si era instaurato fra tutti coloro che partecipavano<br />
alla ra<strong>di</strong>o. E’ importante segnalare come, in quegli anni caratterizzati da contrasti<br />
politici particolarmente aspri, lavorare alla ra<strong>di</strong>o rappresentasse un valore comune,<br />
capace <strong>di</strong> unire tante persone <strong>di</strong> età, cultura, idee, e stato sociale <strong>di</strong>fferenti.<br />
Nel luglio 76 allo Sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bologna si tenne il concerto denominato “One day<br />
music festival”, organizzato dal famoso promoter David Zard, a cui parteciparono<br />
<strong>di</strong>versi gruppi musicali.<br />
Il rinvio del concerto fu sfruttato dai soliti inviati <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere, per<br />
intervistare John McLaughlin, Joe Zawinul, dei Weather report, e Giovanni<br />
Tommaso e Clau<strong>di</strong>o Fasoli del Perigeo. Nell’occasione furono ospitati presso
il Club 521 <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> alcuni operatori del settore fra cui Maurizio Calì, che<br />
tornò nell’autunno a visitare Ra<strong>di</strong>o Etere accompagnato da Fabio Concato <strong>di</strong> cui<br />
era il produttore. Concato presentò il suo primo LP in <strong>di</strong>retta, nel programma sui<br />
cantautori condotto da Roberto Orsini e Gigi Barbieri.<br />
Sul programma dei cantautori e sulle vicende dell’emittente in quei mesi,<br />
traggo alcune notizie dalla corrispondenza fra Roberto Orsini e Corrado Righi,<br />
militare all’epoca:<br />
«Le trasmissioni sono sempre quelle (parlo del programma), nella nostra (quella dei<br />
cantautori) ho apportato una mo<strong>di</strong>fica d’accordo con Gigi e sarebbe che ho cambiato sigla.<br />
Al posto della “La casa nel sole”, abbiamo scelto “La ra<strong>di</strong>o libera” <strong>di</strong> Eugenio Finar<strong>di</strong>. A<br />
me personalmente pare molto più in<strong>di</strong>cata sia per ciò <strong>di</strong> cui parla sia per via <strong>di</strong> chi la canta<br />
che bene o male è un cantautore, mentre “La casa nel sole” se non erro è <strong>di</strong> un gruppo…<br />
Recentemente abbiamo trasmesso Cocciante (un’antologia), Clau<strong>di</strong>o Rocchi, Lucio Dalla<br />
(Automobili) (abbastanza ben riuscita) e spero finalmente <strong>di</strong> riuscire a fare Lolli, nonché<br />
dobbiamo trasmettere un’intervista fatta a Guccini e presentarne il suo ultimo L.P. (Via Paolo<br />
Fabbri 43).<br />
La trasmissione <strong>di</strong> Dalla è stata turbata da uno “spiacevole” incidente. Era registrata<br />
naturalmente, e, chissà com’è, al momento <strong>di</strong> andare in onda subito è stata inserita la 2 a<br />
parte anziché la 1 a . O che ci siamo sbagliati noi a trascrivere sulle cassette o si sono sbagliati<br />
al momento della messa in onda. Domani devo andare a registrare la trasmissione su Lolli e<br />
vedremo cosa è successo realmente.<br />
Ti sarai reso conto quando sei venuto giù che l’organizzazione è un po’ migliorata (mi<br />
riferisco alla ra<strong>di</strong>o), vuoi per l’abilità <strong>di</strong> Franco e Pietro, vuoi perché ormai il gruppo <strong>di</strong> coloro<br />
che “tentano” <strong>di</strong> dare vita a questa ra<strong>di</strong>o è nei suoi quadri essenziali abbastanza ben definito.<br />
Ho detto “tentano”, perché, e penso tu sarai d’accordo, lo scopo è quello <strong>di</strong> migliorare e realizzare<br />
sempre qualcosa <strong>di</strong> meglio rispetto al passato e lasciamelo <strong>di</strong>re anche nei confronti <strong>di</strong> altre ra<strong>di</strong>o<br />
(in un libero mercato ci vuole libera concorrenza…). Avrai notato che anche da un punto <strong>di</strong><br />
vista tecnico l’apparecchiatura ha subito delle evoluzioni in quanto con l’acquisto <strong>di</strong> nuove<br />
apparecchiature tutto risulta non <strong>di</strong>co più sofisticato ma più professionale. E’ un incentivo<br />
anche per noi, avendo a <strong>di</strong>sposizione quel po’ po’ <strong>di</strong> roba, in quanto tentiamo per l’appunto<br />
<strong>di</strong> presentarci anche da un punto <strong>di</strong> vista qualitativo sempre meglio, cercando innovazioni,<br />
cambiando un po’ formule e approfondendo certi temi. Per quanto riguarda la “nostra”<br />
trasmissione, l’unica grossa novità è l’inserimento <strong>di</strong> Vanni Carpigiani che tu conosci spero.<br />
La R.E. Company ha provveduto a dare a ogni trasmissione o a un gruppo <strong>di</strong> trasmissioni dei<br />
coa<strong>di</strong>utori che fanno un po’ da <strong>di</strong>rettori: il nostro è Vanni, il quale ha espresso il desiderio <strong>di</strong><br />
inserirsi nel nostro programma motivandolo con la necessità <strong>di</strong> ampliare il <strong>di</strong>scorso cantautoriproblemi<br />
<strong>di</strong> vita cercando se possibile <strong>di</strong> ricollegarlo e <strong>di</strong> vedere possibili relazioni con il pop<br />
italiano <strong>di</strong> cui lui cura per la ra<strong>di</strong>o un programma che io reputo abbastanza interessante. Ci<br />
siamo trovati d’accordo su questa nuova formula che senz’altro aiuterà a portare aria fresca e<br />
più idee soprattutto in questa trasmissione che ultimamente comincia a rompere il ghiaccio con<br />
chi ascolta».<br />
Ra<strong>di</strong>o Etere saliva nel gra<strong>di</strong>mento degli ascoltatori, creando problemi alle<br />
concorrenti, tanto che Ra<strong>di</strong>o Reggio, preoccupata dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> pubblico,<br />
85
86<br />
proponeva ai <strong>Crevalcore</strong>si agevolazioni sulla fornitura dei <strong>di</strong>schi, in cambio <strong>di</strong><br />
accor<strong>di</strong> sulla spartizione delle aree <strong>di</strong> copertura.<br />
L’installazione del ripetitore non rimase un intervento isolato; a breve <strong>di</strong>stanza<br />
<strong>di</strong> tempo la società acquistava, pagando in lire e pubblicità nuove attrezzature (due<br />
Sanyo TP 1000, due piastre Sanyo RD 4545, e un mixer Munter professionale per<br />
trasmissioni ra<strong>di</strong>ofoniche), allestiva una nuova sala <strong>di</strong> registrazione e migliorava<br />
l’aspetto degli ambienti in cui era ospitata, progettava inoltre l’acquisto <strong>di</strong> una<br />
nuova antenna, accor<strong>di</strong> con una agenzia pubblicitaria bolognese e il pagamento<br />
dello stipen<strong>di</strong>o ai conduttori.<br />
Ai soci non mancavano stimoli e determinazione, nonostante una con<strong>di</strong>zione<br />
finanziaria precaria e una legislazione incerta che lasciava poche speranze <strong>di</strong><br />
sviluppo. La situazione era ben descritta in una lettera che il Direttore Responsabile<br />
dell’emittente scriveva in quel tempo all’amico e socio, impegnato nel servizio<br />
militare:<br />
«Ci è pervenuta una comunicazione dell’A.N.T.I. riguardante un accordo ormai raggiunto<br />
con la SIAE. Praticamente niente <strong>di</strong> nuovo rispetto a quello che si <strong>di</strong>ceva in quella lettera della<br />
SIAE <strong>di</strong> alcuni mesi fa. Si parla <strong>di</strong> 100.000 al giorno per una ra<strong>di</strong>o che faccia dalle 16 ore<br />
in su, quin<strong>di</strong> anche la nostra. Poi le tariffe calano calando le ore <strong>di</strong> trasmissione. Comunque<br />
sempre “sberle” tremende. Per le associate all’ANTI c’è uno sconto del 10% (roba da poco:<br />
90.000 lire invece <strong>di</strong> 100.000). Non è comunque chiara una cosa: nella tabella si parla <strong>di</strong><br />
“ore <strong>di</strong> musica” e in effetti la tassa dovrebbe essere applicata sui brani musicali trasmessi. Se<br />
così fosse ci sarebbe un certo risparmio e si andrebbe a pagare nell’or<strong>di</strong>ne delle 50.000. Il tutto<br />
comporterebbe un lavoro in più: il compilare un elenco giornaliero <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>schi trasmessi,<br />
il ché per l’attuale organizzazione della nostra Ra<strong>di</strong>o, sarebbe un bel casino. In parole povere<br />
tutto spinge verso un maggiore professionalità; non c’è alternativa: se si vuole sopravvivere<br />
ci vuole professionalità, non solo a livello dei programmi, ma anche a livello organizzativo,<br />
redazionale, tecnico. Certa è una cosa: con questa stangata lo Stato costringerà alla chiusura<br />
moltissime ra<strong>di</strong>o libere: non voglio <strong>di</strong>re a questo punto che in mezzo ci sia anche la nostra, però<br />
l’eventualità c’é. Comunque il 10 Ottobre si terrà a Carrara una riunione ANTI-SIAE e<br />
Ra<strong>di</strong>o libere per <strong>di</strong>scutere il problema. L’ANTI è abbastanza chiara: il rifiutare le tariffe<br />
SIAE equivale a vedersi piovere addosso una serie <strong>di</strong> denunce. La linea <strong>di</strong> attacco potrebbe<br />
essere un’altra. In parole povere: paghiamo questi sol<strong>di</strong>, ma lo Stato ci <strong>di</strong>a la possibilità <strong>di</strong><br />
tirarli su. L’ANTI propone l’eliminazione della pubblicità dai programmi RAI e questa<br />
sarebbe senz’altro un’ottima soluzione, probabilmente la più giusta, ma la realizzazione della<br />
cosa mi pare assai ardua».<br />
Nonostante le incertezze fu quello il periodo <strong>di</strong> maggior popolarità<br />
dell’emittente, testimoniato da centinaia <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> de<strong>di</strong>che giornaliere,<br />
dalla menzione della ra<strong>di</strong>o in alcuni racconti <strong>di</strong> Luca Goldoni, dal fatto che la<br />
concorrente Punto Ra<strong>di</strong>o mandasse in onda brani dei programmi <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere,<br />
la quale ovviamente contraccambiava in identica maniera.<br />
Una foltissima delegazione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere, fu poi inviata al primo compleanno<br />
<strong>di</strong> Punto Ra<strong>di</strong>o, organizzato sul finire del settembre 1976 allo Snoopy <strong>di</strong>
Fig. 17 – Ringraziamenti dall’Ufficio coor<strong>di</strong>namento soccorsi del comune <strong>di</strong> Majano, fra i colpiti<br />
dal terremoto nel 1976<br />
Modena.<br />
Nell’occasione i <strong>Crevalcore</strong>si donarono ai colleghi <strong>di</strong> Zocca una targa augurale.<br />
Leggendo la <strong>di</strong>citura incisa, Vasco invitò i numerosi rappresentanti <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere<br />
sul palco, dove ricevettero un applauso caloroso.<br />
Sempre in quell’occasione, alcuni inviati <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere si prestarono ad<br />
aiutare i conduttori modenesi alle prese con un mare <strong>di</strong> invitati. Gallerani finì in<br />
cucina con Vasco a stappare bottiglie <strong>di</strong> vino e spumante.<br />
A conferma del consenso raggiunto, Ra<strong>di</strong>o Etere si piazzò al primo posto nel<br />
concorso “Vota la ra<strong>di</strong>o”, indetto dal settimanale “Eva Express” per in<strong>di</strong>viduare<br />
la ra<strong>di</strong>o preferita dai propri lettori.<br />
La vittoria era macchiata dall’acquisto e dalla compilazione <strong>di</strong> un buon numero<br />
<strong>di</strong> taglian<strong>di</strong> (circa 500), recuperati dalle copie del settimanale rese dalle e<strong>di</strong>cole e<br />
destinate al macero. La furbata si rivelò in ogni modo inutile al fine del successo,<br />
raggiunto con 2-3000 voti <strong>di</strong> scarto sulla seconda classificata. A ritirare l’ambito<br />
riconoscimento si mosse una nutrita rappresentanza dell’emittente <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong><br />
che, a bordo della Citröen Pallas, messa a <strong>di</strong>sposizione dal proprietario della pizzeria,<br />
raggiunse in Garfagnana il Centro Vacanze Il Ciocco sede della manifestazione <strong>di</strong><br />
premiazione. La delegazione rimase però insod<strong>di</strong>sfatta dall’evento, che a suo <strong>di</strong>re,<br />
si risolse in un’esibizione <strong>di</strong> artisti, che <strong>di</strong>scografici e redazione del settimanale<br />
tentavano <strong>di</strong> promuovere con la scusa <strong>di</strong> premiare le ra<strong>di</strong>o libere.<br />
La vittoria <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere, era stata sicuramente una sorpresa per gli<br />
87
88<br />
organizzatori del concorso, che si attendevano il successo <strong>di</strong> più note ra<strong>di</strong>o<br />
metropolitane e <strong>di</strong> più celebri DJ.<br />
Rimase così in sostanza ignorata l’impresa della piccola emittente <strong>di</strong> provincia<br />
che aveva vinto il concorso con un enorme scarto <strong>di</strong> voti, che era riuscita a<br />
conquistare la fedeltà e la de<strong>di</strong>zione, a tratti commovente, <strong>di</strong> tanti ascoltatori,<br />
che aveva compiuto sforzi enormi per <strong>di</strong>ffondere il proprio segnale in <strong>di</strong>verse<br />
province, contribuendo, più o almeno alla pari con le altre emittenti, alla<br />
promozione <strong>di</strong> tanti artisti italiani e stranieri.<br />
La ra<strong>di</strong>o recava innegabili vantaggi anche alla Pizzeria che, oltre ad essere<br />
favorita dalle abbondanti or<strong>di</strong>nazioni dei conduttori, si trovava sostenuta da una<br />
continua campagna pubblicitaria e trasformata in meta <strong>di</strong> pellegrinaggio <strong>di</strong> tanti<br />
ascoltatori, tanto che la sala <strong>di</strong> trasmissione fu <strong>di</strong>visa da una parete <strong>di</strong> vetro per<br />
separare i DJ dai visitatori<br />
Non era quella l’unica <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> simpatia: si erano, infatti, andati<br />
formando alcuni fan-club, che organizzavano cene e feste in onore della ra<strong>di</strong>o<br />
e dei suoi conduttori. Particolare fu lo sviluppo che ebbe la festa organizzata<br />
dagli ascoltatori <strong>di</strong> Piandelagotti, grazie all’idea <strong>di</strong> Gianni e Jolly <strong>di</strong> trasmettere la<br />
ra<strong>di</strong>ocronaca <strong>di</strong>retta dei festeggiamenti, cominciando dalle fasi <strong>di</strong> avvicinamento<br />
alla suddetta località.<br />
A prova della popolarità raggiunta da Ra<strong>di</strong>o Etere, i due conduttori<br />
cominciarono ben presto a trovare sul percorso gruppi <strong>di</strong> persone sempre più<br />
numerosi, gente che salutava, che si complimentava, che fermava la loro auto per<br />
conoscerli, per stringere loro le mani e offrire doni.<br />
Il tutto, raccontato in un’avvincente ra<strong>di</strong>ocronaca che richiamava altri<br />
ascoltatori sulla strada, affollata come per il passaggio del giro d’Italia.<br />
All’arrivo a Piandelagotti, la comitiva <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere trovò ad aspettarli<br />
tutto il paese. Seguì poi una grande festa nel salone dell’albergo, dove il gruppo<br />
pernottava a spese dei fans.<br />
Nei locali della Caravella <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, si tenne invece la festa <strong>di</strong> fine anno,<br />
che aveva come attrazione principale Lucio Dalla. Erano i tempi in cui usciva<br />
l’“ellepi” Automobili. La serata fu trasmessa in <strong>di</strong>retta, grazie ad un ponte ra<strong>di</strong>o<br />
opportunamente organizzato, ma a causa <strong>di</strong> una fitta nebbia, l’evento non ebbe il<br />
successo <strong>di</strong> pubblico e l’incasso sperato.<br />
Qualcuno sostiene che da quella follia economicamente devastante le finanze<br />
della ra<strong>di</strong>o non si riebbero più.<br />
Di quel periodo, la proposta <strong>di</strong> acquisto dell’emittente, presentata dal <strong>di</strong>rettore<br />
<strong>di</strong> una nota rivista <strong>di</strong> motori. L’offerta <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse decine <strong>di</strong> milioni venne però<br />
rifiutata, a favore dell’in<strong>di</strong>pendenza della ra<strong>di</strong>o.<br />
Nel 1977 la ra<strong>di</strong>o era già nota e seguita dai <strong>Crevalcore</strong>si <strong>di</strong> tutte le età e,<br />
nel carnevale <strong>di</strong> quell’anno, Aldo Cuzzani non poteva fare a meno <strong>di</strong> citarla<br />
ampiamente nella zirudella del Discorso <strong>di</strong> Re Tarnein:<br />
Al dscors dal Re Tarnen.<br />
Av salut mi cheer ranoc<br />
sompra in gamba infen al znoc
che tòt i an a si puntueel<br />
a sustgnir al carneveel,<br />
anch se l’andament al scota<br />
aion vest ca vì tgnu bota<br />
con <strong>di</strong> car sòmpar piò bia<br />
e una mòcia ad mascar a pia ;<br />
mo la piò grosa nuvitee<br />
le cla ra<strong>di</strong>o cavì instalee<br />
lò a tes a la sgaria<br />
In quell’epoca fu organizzato un ponte ra<strong>di</strong>o con il Cinema Teatro Ver<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Crevalcore</strong> per trasmettere in <strong>di</strong>retta il torneo <strong>di</strong> pugilato che in quei locali era<br />
stato organizzato.<br />
Nel Marzo del 1977 la festa del primo compleanno.<br />
Per l’evento, organizzato al Big <strong>di</strong> Cento, venne scritturato un giovane<br />
complesso emergente: i Matia Bazar.<br />
Una campagna pubblicitaria <strong>di</strong> oltre sei mesi, a favore <strong>di</strong> un concessionario<br />
della zona, aveva permesso <strong>di</strong> organizzare per l’occasione una lotteria che metteva<br />
in palio un’automobile.<br />
Una enorme torta a base <strong>di</strong> panna e pan <strong>di</strong> spagna era stata realizzata presso<br />
la pizzeria. Complicate erano state le operazioni per fare uscire dalla pizzeria il<br />
dolce, ma il guaio più grosso fu rappresentato dal ritiro, all’ultimo minuto, da parte<br />
dello sponsor, dell’auto offerta per la lotteria. L’estrazione favorì, fortunatamente,<br />
un parente <strong>di</strong> un conduttore della ra<strong>di</strong>o con il quale fu possibile arrivare ad un<br />
accomodante accordo.<br />
Nello stesso mese si verificò l’unico episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> carattere politico che<br />
caratterizzò la vita dell’emittente. Un gruppo <strong>di</strong> studenti si infiltrò in ra<strong>di</strong>o per<br />
trasmettere la denuncia dei violenti comportamenti delle forze dell’or<strong>di</strong>ne nella<br />
repressione delle manifestazioni studentesche seguite all’uccisione <strong>di</strong> Francesco<br />
Lorusso.<br />
La ra<strong>di</strong>o era passione e <strong>di</strong>vertimento e si nutriva del tempo libero e delle<br />
risorse dei propri animatori: studenti e lavoratori.<br />
Una situazione che col passare del tempo <strong>di</strong>ventava <strong>di</strong>fficile da sostenere e<br />
con frequenza sempre maggiore i conduttori si trovavano costretti a più o meno<br />
temporanei abbandoni, causati da impegni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e lavoro, servizio militare e<br />
pressioni famigliari.<br />
La legalizzazione aveva inoltre imbrigliato la ra<strong>di</strong>o in una serie <strong>di</strong> regole e<br />
tassazioni, che sempre <strong>di</strong> più ne soffocavano l’attività; per garantirsi l’esistenza<br />
il gruppo aveva cercato, senza successo, appoggi in una Agenzia Pubblicitaria<br />
Bolognese.<br />
Con<strong>di</strong>zioni sfavorevoli che riducevano, in un momento decisivo, la voglia e i<br />
presupposti per il salto <strong>di</strong> qualità che doveva trasformare l’attività da amatoriale<br />
a professionale.<br />
Fra il pubblico notturno dell’emittente <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong> c’era un fornaio <strong>di</strong><br />
Castagnolino, frazione <strong>di</strong> Bentivoglio, che da assiduo ascoltatore si era trasformato<br />
89
90<br />
dapprima in frequentatore e poi in conduttore <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere.<br />
Le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> gestione dell’emittente <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong>, che nel frattempo aveva<br />
cominciato a trasmettere appelli per una sottoscrizione popolare a proprio favore,<br />
non erano sfuggite al nuovo DJ che proponeva <strong>di</strong> rivitalizzarla trasferendola a<br />
S. Marino <strong>di</strong> Bentivoglio, dove sapeva <strong>di</strong> poter contare sull’aiuto <strong>di</strong> numerosi<br />
giovani amici, aderenti ad una associazione parrocchiale.<br />
La richiesta fu accolta dai soci e Ra<strong>di</strong>o Etere si trasferì a Bentivoglio già dal<br />
mese <strong>di</strong> Aprile.<br />
Seguirono la ra<strong>di</strong>o nella trasferta solo alcuni fra i più giovani conduttori:<br />
Vanni Carpigiani, Mauro Don<strong>di</strong>, Marco Cavallini e Franco Passerini. Tutti ancora<br />
privi <strong>di</strong> patente, si recavano ai nuovi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasmissione in moto o in qualche<br />
occasione accompagnati in auto dal Santarini.<br />
Al cambio <strong>di</strong> sede seguiva una ulteriore ampliamento dell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />
delle trasmissioni, grazie all’installazione, nel maggio del 1977, <strong>di</strong> un nuovo<br />
ripetitore su un campanile situato alla Croara, località della provincia piacentina.<br />
L’intervento non produsse tuttavia gli effetti sperati, e le trasmissioni da<br />
Bentivoglio continuarono per alcuni mesi senza ottenere risultati sod<strong>di</strong>sfacenti;<br />
una concorrenza sempre più agguerrita e una più rigida legislazione rendevano<br />
sempre più <strong>di</strong>fficile la vita alle emittenti gestite in modo amatoriale. Le trasmissioni<br />
da Bentivoglio cessarono nel mese <strong>di</strong> settembre <strong>di</strong> quello stesso anno; parte della<br />
strumentazione venne ceduta ad una emittente <strong>di</strong> Corticella, parte fu recuperata<br />
da alcuni dei soci fondatori determinati a ricostituire l’emittente a <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Le attrezzature recuperate furono sistemate in una casa situata in Via Biscia<br />
Storta, alla Guisa, con l’intenzione <strong>di</strong> riprendere prima possibile le trasmissioni.<br />
Purtroppo, in un incidente perdeva la vita Corrado Righi, fra i più attivi promotori<br />
della rinascita della ra<strong>di</strong>o, che era così rimandata.<br />
I <strong>di</strong>ritti sulla frequenza, mantenuti dal Santarini, furono poi ceduti qualche<br />
anno più tar<strong>di</strong> ad una nota ra<strong>di</strong>o nazionale.<br />
Cominciava nel 1978 l’epoca <strong>di</strong> espansione delle ra<strong>di</strong>o private, una invasione <strong>di</strong><br />
nuovi nomi e <strong>di</strong> nuovi programmi che occupavano ogni possibile frequenza, che<br />
si sovrapponevano nella memoria degli ascoltatori alle trasmissioni precedenti.<br />
In qualcuno, le emozioni, i semplici ricor<strong>di</strong> legati alle prime ra<strong>di</strong>o libere hanno<br />
resistito.<br />
C’è una citazione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Etere in un libro del critico musicale, Riccardo<br />
Bertoncelli, dal titolo Una vita da me<strong>di</strong>ano – Ligabue si racconta: “All’inizio del ‘75 tu<br />
giravi per tutta la sintonia della FM e in questa zona non prendevi più <strong>di</strong> 3 o 4<br />
ra<strong>di</strong>o: c’era Punto Ra<strong>di</strong>o, c’erano Ra<strong>di</strong>o Bruno o Canale 7 e Ra<strong>di</strong>o Etere. Tutto<br />
qui”.<br />
Oltre a Ra<strong>di</strong>o Etere, l’emittente che più delle godeva delle simpatie dei<br />
<strong>Crevalcore</strong>si era Punto Ra<strong>di</strong>o che, nata sul finire del 1975, trasmetteva da<br />
Zocca.<br />
L’emittente modenese fu per molti una carica <strong>di</strong> energia e una piacevole<br />
compagnia, per alcuni fu anche un esempio da imitare.
Ra<strong>di</strong>o International<br />
Un freddo pomeriggio del 1976, una Bianchina saliva in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />
Monteombraro; a bordo quattro giovani <strong>Crevalcore</strong>si che trascorrevano il tempo<br />
del viaggio fantasticando sulla ra<strong>di</strong>o che sognavano <strong>di</strong> realizzare e su quella che<br />
quel giorno avevano l’opportunità <strong>di</strong> visitare.<br />
Punto Ra<strong>di</strong>o si trovava nel granaio <strong>di</strong> una vecchia casa dalla quale si ergeva<br />
un’altissima antenna.<br />
La sala <strong>di</strong> trasmissione, raggiungibile attraverso una lunga scala, era attrezzata<br />
con un enorme tavolo, coperto <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi, dal quale spuntavano tre gira<strong>di</strong>schi,<br />
un mixer e alcuni microfoni. Un vetro poco isolante separava la sala dagli altri<br />
ambienti, tutto era immerso in una musica assordante.<br />
La ra<strong>di</strong>o reale coincideva ben poco con quella immaginata ma, nei quattro,<br />
perplessità e delusioni lasciavano rapidamente spazio alla convinzione che quella<br />
organizzazione fosse alla loro portata e che il successo dell’emittente <strong>di</strong>pendesse<br />
dalle capacità e dalla passione <strong>di</strong> chi ci lavorava. Accompagnava quelle riflessioni<br />
la voce <strong>di</strong> Vasco Rossi in onda in quel momento.<br />
L’aspirazione <strong>di</strong> realizzare una propria emittente confidata dai quattro agli<br />
accompagnatori <strong>di</strong> Punto Ra<strong>di</strong>o, fu accolta con entusiasmo, incoraggiamenti e<br />
offerte d’aiuto, perciò il quartetto esaltato dall’esperienza decise <strong>di</strong> intraprendere<br />
l’impresa.<br />
Una colletta fra gli amici permise <strong>di</strong> costituire il finanziamento iniziale,<br />
inadeguato però, per l’acquisto dell’antenna e del trasmettitore desiderati.<br />
Con trentamila lire venne così comperato alla GBC <strong>di</strong> Bologna, in un kit<br />
<strong>di</strong> montaggio, un impianto che sod<strong>di</strong>sfaceva pienamente solo nell’aspetto<br />
economico. Dopo numerose nottate trascorse a montare i pezzi, il quartetto<br />
iniziò le trasmissioni.<br />
L’attento rilevamento del territorio, percorso in bicicletta, attrezzati con<br />
ra<strong>di</strong>olina a transistor, aveva permesso al gruppo la messa a punto e la definizione<br />
del raggio d’azione dell’emittente, chiamata nel frattempo Ra<strong>di</strong>o International, un<br />
nome ambizioso, considerando che le trasmissioni arrivavano al campo sportivo<br />
del paese. La sede era in Via Solferino, nello scantinato <strong>di</strong> uno dei tre palazzi<br />
realizzati in epoca fascista, l’antenna era montata in cortile, sopra un paio <strong>di</strong><br />
pertiche molto simili a quelle da bucato, un tavolo da lavoro con morsa e chiavi<br />
fungeva da banco <strong>di</strong> regia.<br />
Le poche ore <strong>di</strong> trasmissione montate su un vecchio registratore a<br />
bobine(Geloso), irra<strong>di</strong>ate per lo più in orario serale e un pubblico composto<br />
prevalentemente <strong>di</strong> amici e fidanzate, galvanizzavano il gruppo dei giovani<br />
conduttori, composto da: Daniele Bergamini, Clau<strong>di</strong>o Ar<strong>di</strong>zzoni, Lorenzo<br />
Montaguti, e Clau<strong>di</strong>o Malaguti.<br />
Ai quattro si aggregarono sul finire dell’anno Maurizio Guerzoni e Franco<br />
Paltrinieri.<br />
All’inizio del 1977, la partenza per il servizio militare <strong>di</strong> Daniele Bergamini e<br />
una serie <strong>di</strong> traslochi incidevano negativamente sullo sviluppo della Ra<strong>di</strong>o.<br />
L’emittente si trasferì ai Beni Comunali, dove Franco Paltrinieri aveva messo<br />
91
92<br />
a <strong>di</strong>sposizione prima una casa prossima alla<br />
demolizione, poi un salotto inutilizzato a<br />
casa <strong>di</strong> un parente.<br />
In occasione dell’ultimo trasferimento<br />
venne acquistato un nuovo trasmettitore da<br />
30W e sostituita l’antenna da ra<strong>di</strong>oamatore<br />
con un antenna <strong>di</strong>polo fornita da un parente<br />
<strong>di</strong> Paltrinieri. Il raggio dell’area coperta<br />
dalle trasmissione si estendeva così a 15-20<br />
chilometri.<br />
A Bergamini, finito a guar<strong>di</strong>a dei sacri<br />
confini della Patria, le notizie della ra<strong>di</strong>o<br />
giungevano solo via posta, fra i baci e le frasi<br />
affettuose della fidanzata, ma la situazione<br />
permetteva comunque al militare <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>are strategie <strong>di</strong> palinsesti e innovazioni<br />
tecnologiche, che tentava <strong>di</strong> mettere in<br />
pratica nel poco tempo che licenze o<br />
fughe dalla caserma gli permettevano <strong>di</strong><br />
Fig.18 – Daniele Bergamini<br />
trascorrere a casa.<br />
A testimonianza <strong>di</strong> un ascolto sod<strong>di</strong>sfacente la ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong>ventava il punto <strong>di</strong><br />
ritrovo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fans, fra cui il Falco Rosso <strong>di</strong> Decima, ra<strong>di</strong>oamatore della zona<br />
trasformatosi in conduttore <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> liscio che, con le trasmissioni<br />
<strong>di</strong> de<strong>di</strong>che e richieste, risultava fra i più seguiti della ra<strong>di</strong>o. Un incoraggiamento a<br />
proseguire era poi fornito dall’arrivo del primo sponsor: il mobilificio LOMA.<br />
Verso la fine del 1977 la chiamata alle armi <strong>di</strong> altri due soci mandò all’aria<br />
l’organizzazione faticosamente costruita, le trasmissioni si ridussero al minimo<br />
vitale, e la ra<strong>di</strong>o rischiò più volte la chiusura definitiva.<br />
Agli inizi del 1978 il ritorno <strong>di</strong> Bergamini coa<strong>di</strong>uvato dall’amico Guerzoni,<br />
<strong>di</strong>ede nuovo slancio e vigore all’emittente che tornò a <strong>Crevalcore</strong>, in Via Vecchi,<br />
dove si sistemò definitivamente.<br />
Al trasferimento seguì poi una importante novità: ritenuta conclusa la fase<br />
sperimentale, il gruppo decise <strong>di</strong> riproporsi con una nuova emittente: Ra<strong>di</strong>o<br />
Antenna 1.<br />
RADIO ANTENNA 1<br />
Nel 1978 c’erano il vuoto e la fama lasciate da Ra<strong>di</strong>o Etere e una moltitu<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o concorrenti che cresceva tutt’intorno: da Ravarino trasmetteva Ra<strong>di</strong>o<br />
canale 23, da Persiceto trasmettevano Ra<strong>di</strong>o Lady e Ra<strong>di</strong>o City Sound, da Carpi<br />
Canale 7, da Bazzano Onda Ra<strong>di</strong>o.<br />
Per niente intimoriti i <strong>Crevalcore</strong>si si organizzarono per affrontare la sfida e<br />
aggregarono al gruppo nuovi elementi, utili ad ampliare il palinsesto e le risorse<br />
finanziarie.<br />
Si univano così ai soci iniziali: Silvano Zaccaria, Tommasini Andrea, Querzà<br />
Clau<strong>di</strong>o, Astolfi James, Piccoli Ivano.
Con l’aiuto <strong>di</strong> tre sponsor (mobilificio Loma, Marchesini HiFi Color e<br />
ferramenta Siena) e l’immancabile autofinanziamento venivano allestiti gli stu<strong>di</strong> e<br />
acquistate le attrezzature nella nuova seda in Via Vecchi a <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Dopo un periodo <strong>di</strong> prove tecniche, il 12 Marzo partivano le trasmissioni<br />
ufficiali con una copertura <strong>di</strong> 24 ore al giorno su un raggio <strong>di</strong> circa 30 km.<br />
L’assetto societario era in continua evoluzione e dalla denuncia dei trasmettitori<br />
alla questura, del 27/06/78, si apprende che la società, aveva un capitale sociale<br />
<strong>di</strong> 3.200.000 lire<br />
Ai soci si aggiungevano Franco Bergamini, Andrea Vancini <strong>di</strong> Persiceto (ex<br />
Ra<strong>di</strong>o Lady) e Loreno Scannavini, mentre uscivano dalla società, rimanendo<br />
collaboratori: Tommasini e Astolfi.<br />
Le trasmissioni avvenivano in <strong>di</strong>retta dalle 9 alle 24 con replica dei programmi<br />
giornalieri durante la notte, la programmazione <strong>di</strong> quel periodo si basava sui<br />
seguenti conduttori e programmi:<br />
DJ Angel (Maurizio Guerzoni) Goodbye Italy, programma <strong>di</strong> musica italiana<br />
DJ Ivano (Ivano Piccoli) Musica a gogo, musica varia con richieste;<br />
DJ Loreno (Loreno Scannavini) 4 Passi nel tempo, musica italiana revival;<br />
DJ Silvano e Arturo (Silvano Zaccaria e Arturo Benazzi) Liscio e de<strong>di</strong>che;<br />
DJ Tony (Antonio Stancari) Musicalmente insieme, musica varia con richieste;<br />
DJ Loretta (Loretta Poggi) Musica per sognare, richieste e de<strong>di</strong>che;<br />
DJ Dino Reggiani, Seven Wash, musica pop-rock;<br />
DJ Betta, Golden Weekend, pop italiano e straniero;<br />
DJ Pierluigi (Pierluigi Bergamini) Seven Disco Baby, musica per i più piccoli;<br />
DJ Loretta2 (Loretta Bigiani) Un’ora insieme, musica varia;<br />
DJ Clau<strong>di</strong>o Rocchi e Anna (Clau<strong>di</strong>o Querzà e Anna Leoni) Appuntamento con,<br />
de<strong>di</strong>che e richieste in <strong>di</strong>retta telefonica;<br />
DJ Andrea Vancini, Musica in blue jeans, West Coast e cantautori stranieri;<br />
DJ Marco Fini (Daniele Bergamini) Supersound speciale <strong>di</strong>scoteca, novità <strong>di</strong>sco<br />
music;<br />
DJ Jerry’s e Marco Fini, In Discoteca, <strong>di</strong>sco mixata;<br />
L’ingresso dei nuovi soci contribuiva solo in parte alla soluzione dei problemi<br />
economici e fra le iniziative messe in campo per migliorare la situazione finanziaria,<br />
ci fu anche una richiesta <strong>di</strong> contributi all’amministrazione comunale.<br />
«Sig. Sindaco del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong><br />
Siamo un gruppo <strong>di</strong> giovani che hanno impiantato una emittente libera “Ra<strong>di</strong>o Antenna<br />
1’’ qui a <strong>Crevalcore</strong>, con sede in Via Vecchi n° 120, desiderosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere bella musica”<br />
programmi culturali e notizie <strong>Crevalcore</strong>si chie<strong>di</strong>amo alla S.V. un aiuto morale e materiale.<br />
Per riuscire ad avere una Ra<strong>di</strong>o Emittente sono occorsi <strong>di</strong>versi sacrifici da parte nostra,<br />
attualmente cerchiamo <strong>di</strong> ammodernare, nel migliore dei mo<strong>di</strong> possibili, gli stu<strong>di</strong> a<strong>di</strong>biti alla<br />
nostra Sede.<br />
Considerate le nostre limitate possibilità finanziarie, si domanda un contributo finanziario,<br />
o arre<strong>di</strong>, (una scrivania con se<strong>di</strong>e anche usate) al fine <strong>di</strong> rendere più accogliente la Sede stessa.<br />
Qualora codesta Amministrazione avesse intenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgare notizie Comunali,<br />
93
94<br />
come ad esempio: convocazione della Giunta Municipale, del. Consiglio Comunale od altre<br />
notizie inerenti e conseguenti la vita dell’Amministrazione, saremmo onorati <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> vostro<br />
aiuto, trasmettendo tali notizie al fine <strong>di</strong> una maggiore conoscenza della vita politica amm.va<br />
comunale.<br />
Fiduciosi <strong>di</strong> essere sentiti, cogliamo l’occasione per inviarvi <strong>di</strong>stinti saluti.<br />
<strong>Crevalcore</strong>, 19/10/1978»<br />
L’amministrazione non rispose e i crevalcoresi perdettero l’occasione <strong>di</strong> avere<br />
un notiziario locale.<br />
Sempre <strong>di</strong> quel periodo era la variazione della frequenza <strong>di</strong> trasmissione, che<br />
passava dai 104,7 ai 92,800 MHz, tale mo<strong>di</strong>fica rientrava in una riorganizzazione<br />
determinata dalla necessità <strong>di</strong> cambiare nome all’emittente, infatti Ra<strong>di</strong>o Antenna<br />
1 identificava già un’altra ra<strong>di</strong>o bolognese, e per evitare problemi legali i soci<br />
decisero un nuovo nome: Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7.<br />
RADIO STUDIO 7.<br />
Ad influire nella scelta del nuovo nome fu il fatto che a tutti i gestori<br />
dell’emittente piaceva il numero sette, cifra che casualmente corrispondeva al<br />
numero ufficiale dei soci.<br />
Il cambio del nome aveva permesso <strong>di</strong> evitare una bella grana, ma aveva<br />
lasciato irrisolti i problemi che da Antenna 1 si erano trasferiti a Stu<strong>di</strong>o 7.<br />
Le <strong>di</strong>fficoltà maggiori erano determinate dalla situazione finanziaria, la<br />
legalizzazione, una scelta obbligata per trasmettere e stipulare contratti pubblicitari,<br />
aveva comportato un aggravio <strong>di</strong> spese, infatti, ai costi <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi, attrezzature e<br />
manutenzione, si erano aggiunti quelli per la SIAE.<br />
Oneri che i soci sostenevano in larga parte con l’autofinanziamento (50.000<br />
mensili), in misura minore con gli spot pubblicitari. Qualcuno dei soci, inserì la<br />
ra<strong>di</strong>o nel proprio testamento, lasciandola erede del capitale versato.<br />
Un’ opportunità più sicura e meno triste per fare cassa era costituita dalle feste<br />
dalla ra<strong>di</strong>o, eventi che favorivano i contatti con nuovi e vecchi ascoltatori e che<br />
contribuivano promuovere l’emittente.<br />
Le occasioni per organizzare le feste più importanti erano i compleanni della<br />
ra<strong>di</strong>o.<br />
Il primo compleanno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o 7 fu festeggiato il 30 marzo del 1979 al<br />
River Side <strong>di</strong> Caselle, la serata presentata da Gianfranco Kelly fu un grande<br />
successo grazie anche alla partecipazione degli amici DJ <strong>di</strong> Punto Ra<strong>di</strong>o, Leo<br />
Persuader, Jerry’s e Vasco Rossi in quel periodo in servizio <strong>di</strong> leva che non mancò<br />
l’appuntamento.<br />
La serata si concluse con una in<strong>di</strong>menticabile cena in un locale <strong>di</strong> Palata Pepoli<br />
dove molti fans al seguito ebbero l’occasione <strong>di</strong> conoscere oltre ai DJ <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o 7<br />
e Punto Ra<strong>di</strong>o, un Vasco Rossi alle prime armi come cantante.<br />
Quella serata fu anche un occasione per una speciale intervista a Vasco poi<br />
riprogrammata in ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong>verse volte. Altre interviste sempre al River Side furono<br />
quelle ai Noma<strong>di</strong>, Renato Zero, Pierangelo Bertoli, Riccardo Cocciante con
Fig.19 – Cartolina con de<strong>di</strong>ca a Stu<strong>di</strong>o 7 <strong>di</strong><br />
Beppe Grillo<br />
Fig. 20 – Cartolina con de<strong>di</strong>ca a Stu<strong>di</strong>o 7 <strong>di</strong><br />
Riccardo Cocciante<br />
Fig.21 – Momento della festa <strong>di</strong> compleanno <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7<br />
l’inviata speciale della ra<strong>di</strong>o Loretta Poggi.<br />
La costante partecipazione a sagre, feste, manifestazioni sportive nelle quali<br />
i conduttori partecipavano in ruoli <strong>di</strong> animatori e commentatori contribuiva ad<br />
accrescere risorse e notorietà della ra<strong>di</strong>o.<br />
Ma per fronteggiare in maniera adeguata una concorrenza sempre più<br />
agguerrita, i soci decisero <strong>di</strong> acquistare un nuovo trasmettitore da 200 watt in<br />
stereo e <strong>di</strong> alzare l’antenna a 24 metri, portando l’area d’ascolto a un raggio <strong>di</strong><br />
95
96<br />
35/40 km.<br />
All’ampliamento tecnico seguiva l’inserimento <strong>di</strong> nuovi conduttori che<br />
permetteva <strong>di</strong> migliorare qualità e la varietà delle trasmissioni proposte con:<br />
DJ Stefanino, (Stefano Solieri) Fuoco sul Telefono, de<strong>di</strong>che in <strong>di</strong>retta<br />
DJ Stefano Luppi, Rock On, musica hard-rock<br />
DJ Biondo (Andrea Attolini) Discomusic, <strong>di</strong>sco mixata<br />
DJ Scheggia, A ruota Libera, le hit del momento<br />
DJ Lucio, (Lucio Golinelli) Music Power, Disco e richieste<br />
DJ Marco Fini, (Daniele Bergamini) Soul Explosion soul e funky music<br />
DJ Loreno, (Loreno Scannavini) 4 passi nel tempo, revival anni 60<br />
DJ Tony (Antonio Stancari) Rockmania, richieste pop-rock<br />
DJ Loretta, (Loretta Poggi) Il cantautore, interviste ai cantautori<br />
DJ Angel, (Maurizio Guerzoni) L’italia nel piatto, successi italiani<br />
DJ Frank, (Luciano Francescani) Hit della Settimana, scaletta degli<br />
ascoltatori<br />
Pagavano ancora e solamente la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> condurre una trasmissione<br />
ra<strong>di</strong>ofonica e la voglia <strong>di</strong> comunicare.<br />
Si inserivano nel palinsesto programmi caratterizzati da giochi a premi, le<br />
vincite erano costituite dai prodotti offerti, in cambio <strong>di</strong> pubblicità, dai negozianti<br />
della zona.<br />
L’annotazione trovata fra i documenti della ra<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> seguito riportata, descrive<br />
le caratteristiche dei premi <strong>di</strong>stribuiti in una giornata <strong>di</strong> trasmissione:<br />
2 Bottiglie offerte dal Bar Franco e Gianna,<br />
1 Profumo offerto dalla Profumeria Tabaccheria Ghelfi,<br />
2 Anelli offerti dall’orologeria Nando Mariani,<br />
3 Camice offerte dalla Boutique Roberto’s,<br />
3 Magliette e 1 completo offerte dalla Boutique Carlo Grazia,<br />
11 Poster offerti dall’agente <strong>di</strong> zona dell’Istituto Geografico de Agostini.<br />
Nell’Aprile 1980, Il Kiwi Cathedral <strong>di</strong> Piumazzo ospitò il secondo compleanno<br />
<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7.<br />
Ospiti i ballerini <strong>di</strong> rock’n roll acrobatico Happy Italian Dancer, la cantante<br />
<strong>di</strong>sco music Lucrethia Lips, ospite d’onore Bobby Solo.<br />
Dai verbali <strong>di</strong> preparazione della festa, risultano contatti con gli impresari <strong>di</strong><br />
numerosi artisti fra cui Adriano Celentano e Ilona Staller, ipotesi accantonate, nel<br />
primo caso a causa <strong>di</strong> una cifra <strong>di</strong> ingaggio insostenibile, nel secondo a causa del<br />
veto delle fidanzate dei DJ.<br />
Nonostante alcuni <strong>di</strong>sgui<strong>di</strong> (Bobby Solo non si presentò), la serata fu un<br />
successo e contribuì a rafforzare la cassa della ra<strong>di</strong>o con un netto <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong><br />
Lire.<br />
Nel Luglio del 1980 Stu<strong>di</strong>o 7 raggiunse il suo massimo sviluppo con<br />
l’acquisizione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o City Sound <strong>di</strong> Persiceto che già si era a fusa con ra<strong>di</strong>o<br />
Lady; in questa occasione si mo<strong>di</strong>ficava il nome della ra<strong>di</strong>o che <strong>di</strong>ventò “Stu<strong>di</strong>o<br />
7 Sound”.<br />
Nuovi soggetti entravano a far parte della società che poteva <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>
Fig. 22 – Poster <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Antenna 1<br />
Fig.23 – Logo <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7<br />
nuove attrezzature e soprattutto <strong>di</strong> due ripetitori, situati a S. Matteo della Decima<br />
e a San Giovanni in Persiceto.<br />
Si allargava il raggio d’azione e secondo le <strong>di</strong>chiarazioni fornite alla SIAE in<br />
quel periodo, la ra<strong>di</strong>o <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong>, trasmetteva semestralmente 500 ore <strong>di</strong> sola<br />
musica in una zona che non superava i 25.000 abitanti.<br />
Stime forse riduttive, che consentivano però <strong>di</strong> restare all’interno <strong>di</strong> una<br />
determinata fascia <strong>di</strong> tassazione, l’impegno profuso dai conduttori era comunque<br />
sempre al massimo, come se tutti i 25.000 abitanti fossero sempre in costante<br />
ascolto.<br />
La situazione positiva favoriva le occasioni <strong>di</strong> ingaggio dei DJ in <strong>di</strong>versi locali<br />
della zona e nel 1981 un accordo con una televisione locale, Tele Bassa Modenese.<br />
L’accordo prevedeva la trasmissione delle repliche dei programmi ra<strong>di</strong>ofonici,<br />
come sottofondo ai programmi notturni della televisione (generalmente<br />
spogliarelli).<br />
Da sempre la ra<strong>di</strong>o era anche il luogo <strong>di</strong> ritrovo <strong>di</strong> amici e fans, una situazione<br />
che non sempre agevolava il lavoro dei conduttori. Perio<strong>di</strong>camente erano emanate<br />
comunicazioni per regolare il comportamento degli ospiti, avvisi, a volte seri<br />
e minacciosi, a volte ironici e rassegnati come quello <strong>di</strong> seguito riportato che<br />
evidenziava le negligenze più frequenti dei visitatori <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>o.<br />
97
98<br />
«La DIREZIONE DI STUDIO 7 comunica che:<br />
Visto e considerato che le vecchie <strong>di</strong>sposizioni sui visitatori non sono proprio<br />
completamente<br />
Rispettate riteniamo importante considerare queste nuove regole:<br />
a) da ora in poi i visitatori, che naturalmente entreranno in ra<strong>di</strong>o senza suonare, salutare<br />
e chiedere “permesso”, hanno l’obbligo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigersi imme<strong>di</strong>atamente nella sala <strong>di</strong> trasmissione e<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>strarre il DJ il più possibile con moine e urli (con il microfono aperto).<br />
b) nella sala <strong>di</strong> trasmissione tutto è permesso, i visitatori possono scegliere i <strong>di</strong>schi, guardarli,<br />
criticarli magari romperli e portarli a casa, se <strong>di</strong> loro gra<strong>di</strong>mento, (nel caso che a casa non<br />
avessero un gira<strong>di</strong>schi sono pregati <strong>di</strong> <strong>di</strong>re al DJ <strong>di</strong> sospendere imme<strong>di</strong>atamente le trasmissioni<br />
per farglieli ascoltare, visto e considerato che la sala <strong>di</strong> registrazione è troppo squallida e non<br />
<strong>di</strong> loro gra<strong>di</strong>mento.<br />
c) se i posti a sedere sono tutti occupati, anche sulla scrivania (che ha una portata massima<br />
<strong>di</strong> l0 persone, eliminando ogni oggetto che è sul tavolo) i visitatori si possono comodamente sedere<br />
sul banco <strong>di</strong> trasmissione, qualora non siano como<strong>di</strong> o a loro agio possono eliminare, cacciandoli<br />
dalla finestra i gira<strong>di</strong>schi e le varie apparecchiature che sono <strong>di</strong> intralcio e inutili alla ra<strong>di</strong>o. E<br />
sottinteso che prima <strong>di</strong> andarsene lascino vari autografi sulle pareti, sui <strong>di</strong>schi e sul banco <strong>di</strong><br />
trasmissione.<br />
d) naturalmente nessun rispetto deve essere portato per i componenti della ra<strong>di</strong>o, nel caso<br />
che <strong>di</strong>sturbassero i visitatori possono allontanarli, cacciarli a pedate con sputi e insulti e<br />
minacciarli.<br />
e) i colloqui e i comizi che i visitatori terranno negli ambienti della ra<strong>di</strong>o devono avere<br />
un tono <strong>di</strong> voce altissima, nel caso che il DJ in trasmissione parlasse troppo forte i visitatori<br />
potranno fargli sospendere la trasmissione.<br />
f) naturalmente possono i visitatori usufruire delle apparecchiature della ra<strong>di</strong>o onde effettuare<br />
registrazioni a loro piacimento qualora i DJ li pagassero o li ringraziassero.<br />
N.B.: LA RADIO E STATA FONDATA DA ALCUNE PERSONE CHE<br />
CON SACRIFICI HANNO VISTO REALIZZATO IL LORO SOGNO DI<br />
UNA RADIO LIBERA.<br />
Ogni riferimento a cose, e fatti realmente accaduti è puramente casuale e privo <strong>di</strong> ogni<br />
riferimento.La Direzione, ringrazia»<br />
Il sogno continuò fino al 1982, quando esigenze <strong>di</strong> lavoro e famigliari, spese e<br />
contributi SIAE sempre più onerosi, resero insostenibile la vita della ra<strong>di</strong>o che si<br />
spense per sempre. Le attrezzature furono cedute ad Onda Ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bazzano.<br />
Per tornare a parlare <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o a <strong>Crevalcore</strong> bisognerà aspettare il nuovo<br />
millennio, quando l’evoluzione tecnologica e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> internet proporranno<br />
con<strong>di</strong>zioni simili a quelle che avevano favorito la creazione delle ra<strong>di</strong>o libere della<br />
metà degli anni 70.<br />
Le trasmissioni non si <strong>di</strong>ffondono più per l’etere, ma possono propagarsi<br />
attraverso internet, rese <strong>di</strong>sponibili in qualsiasi parte del mondo a chiunque abbia<br />
un computer o un telefonino.<br />
A sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie è ancora un gruppo <strong>di</strong><br />
giovani, che nella primavera del 2007 dà vita a Ra<strong>di</strong>o 157.
Fig.24 – Gruppo <strong>di</strong> conduttori <strong>di</strong> Antenna1<br />
Ra<strong>di</strong>o 157<br />
Il nome della ra<strong>di</strong>o prende spunto dal numero civico dell’abitazione <strong>di</strong> uno<br />
dei due soci fondatori, dalla quale l’emittente ha trasmesso i primi suoni.<br />
È internet a fornire a Giorgio Bonori e Marco Griman<strong>di</strong>, l’ispirazione, le<br />
istruzioni e i programmi che, installati su un computer connesso alla linea Adsl,<br />
hanno dato vita a questa particolare emittente.<br />
Superata una breve fase <strong>di</strong> sperimentazione i due cominciarono l’avventura<br />
della ra<strong>di</strong>o, registrando un dominio e <strong>di</strong> iscrivendosi alla SIAE.<br />
«Lo scopo dell’emittente, - <strong>di</strong>chiarava Bonori in una intervista al Resto del Carlino<br />
- è la valorizzazione del nostro territorio e delle attività socio culturali. Ma anche aggregare<br />
persone che con<strong>di</strong>vidano la volontà <strong>di</strong> offrire, <strong>di</strong>vertendosi, un servizio <strong>di</strong> informazione alla<br />
comunità. Non ci sono scopi <strong>di</strong> lucro, non ospitiamo banner pubblicitari, né tanto meno si fa<br />
propaganda politica».<br />
Nella stessa intervista Marco Griman<strong>di</strong>, descriveva così le caratteristiche<br />
dell’emittente «... offre <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> servizi: web-ra<strong>di</strong>o, portale informativo, podcasting, blog<br />
e forum <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione. Chi si collega può ascoltare normalmente i programmi che realizziamo e<br />
mettiamo in onda. Il podcasting è un metodo alternativo <strong>di</strong> utilizzo dei contenuti ra<strong>di</strong>ofonici: esso<br />
consiste nella possibilità <strong>di</strong> scaricare file au<strong>di</strong>o e video preventivamente registrati che chiamiamo<br />
eventi. Per esempio, è <strong>di</strong>sponibile in archivio tutta la programmazione ra<strong>di</strong>ofonica dalla nascita<br />
dell’emittente.<br />
Agli utenti della ra<strong>di</strong>o viene poi offerta la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare e <strong>di</strong>scutere i temi trattati<br />
all’interno delle trasmissioni ra<strong>di</strong>ofoniche attraverso opportuni forum e blog. In modo tale da<br />
creare lo scambio <strong>di</strong> idee ed opinioni, nel rispetto della pluralità e della <strong>di</strong>versità. In maniera<br />
autonoma, poi, ideiamo e realizziamo programmi ra<strong>di</strong>ofonici originali: talk show, quiz<br />
ra<strong>di</strong>ofonici, rubriche <strong>di</strong> attualità, <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> sport».<br />
99
100<br />
Fig.25 – Manifesto della festa del 1°<br />
Fig. 26 – Loretta Poggi.<br />
Fig.27-28 – Adesivi con il Logo <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Stu<strong>di</strong>o 7
Fig. 29 – Giorgio Bonori<br />
Fig.31-32. – Logo <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o 157<br />
Fig. 30 – Marco Griman<strong>di</strong><br />
Fig. 33 – Pubblicità ra<strong>di</strong>o 157<br />
101
102<br />
L’idea incontrò ben presto l’interesse e i favori <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ragazzi che si<br />
unirono ai due fondatori, definendo un palinsesto <strong>di</strong> programmi ed eventi che<br />
caratterizzano tuttora l’emittente.<br />
Giorgio Bonori (il Presidente) trasmissione Vintage<br />
Marco Griman<strong>di</strong> (<strong>di</strong>rettore artistico e tecnico) trasmissione Lieve<br />
Alberto Bergonzoni (dj Veà) (organizzatore <strong>di</strong> eventi e dj <strong>di</strong> punta) trasmissioni<br />
Memorabilia, Pren<strong>di</strong>amoci un Caffè e A Cup of Coffee<br />
Elena Petrolini (cuoca e contabile)<br />
Gianluca Luppi (grafico e speaker)<br />
Paolo Mattioli (falegname e supporto morale)<br />
Roberto Luppi (Robby the Voice)<br />
Marcello Guidetti (storico musicale) trasmissione Vintage<br />
Tony Xibilia (dj Tony X) trasmissione Kiss da Moon<br />
Leo Nascimbeni (dj Leo e guru del rock) trasmissioni Highway to Hell e A Cup of Coffee<br />
Gurio (guru del rock) trasmissione Highway to Hell<br />
Marco Mazzucco (Paz) trasmissione Pren<strong>di</strong>amoci un Caffè<br />
Giovanni Sala (Giò) trasmissione Pren<strong>di</strong>amoci un Caffè<br />
Andrea Guizzar<strong>di</strong> (Guizz) trasmissione Pren<strong>di</strong>amoci un Caffè<br />
Emanuele Ferriani (Femels) trasmissione Pren<strong>di</strong>amoci un Caffè<br />
Naomi <strong>di</strong> Stefano (Endless) trasmissione Amusement Sound<br />
Giorgio Pecorari (dj Pecoranza) trasmissione Memorabilia<br />
Antonia Cassoli (Anto, curatrice contatti con i gruppi <strong>di</strong> myspace) trasmissione I AM<br />
Andrea Quarantotto (dj Fourtyeight) trasmissioni Wire e Portrait<br />
Lahiry trasmissione Portrait<br />
L’interesse fra gli internauti è testimoniato da contatti da tutto il mondo;<br />
numerosi i brani inviati da gruppi musicali emergenti, che trovano nell’emittente<br />
<strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong> un canale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione.<br />
Fra le attività del 2008, un festival musicale che ha visto la partecipazione <strong>di</strong> vari<br />
gruppi emergenti locali. Promuovere e far emergere realtà locali <strong>di</strong> aggregazione,<br />
impegnarsi contro lo svuotamento e l’impoverimento culturale progressivo dei<br />
piccoli centri della zona, sembrano essere al momento le principali iniziative che<br />
animano Ra<strong>di</strong>o 157.<br />
L’emittente crevalcorese, infatti, si caratterizza fin dagli inizi come punto<br />
<strong>di</strong> contatto e riferimento (gratuito) per gruppi <strong>di</strong> artisti emergenti e per<br />
organizzazioni <strong>di</strong> eventi e manifestazioni, ruolo che conferma e mantiene tutt’ora<br />
con la partecipazione <strong>di</strong>retta ad animazioni e spettacoli, attività in cui si avvale<br />
della collaborazione degli Amici del Taglio, gruppo <strong>di</strong> crevalcoresi, produttore <strong>di</strong><br />
film, concerti e feste. Questo è solo l’inizio, il seguito e la storia <strong>di</strong> questa emittente<br />
si possono ascoltare giorno per giorno collegandosi al sito www.ra<strong>di</strong>o157.it …<br />
Si ringraziano per la collaborazione:<br />
Gabriele Gallerani, Carla Righi, Fiorenzo Zampolli, Daniele Bergamini, Pietro Gobbo,<br />
Roberto Orsini, Roberto Ferriani, Clau<strong>di</strong>o Romagnoli, Gianni Ferriani, Stefano Malaguti,<br />
Giuliano Luppi, Milena Rondelli, Mauro Don<strong>di</strong>, Mauro Zucchi, Fabrizio Casari, Piero<br />
Massignà, Fabrizio Bagnoli, Franco Tonelli, Marco Griman<strong>di</strong>, Ra<strong>di</strong>o 157.
103<br />
Esperienze <strong>di</strong>dattiche
104<br />
Particolare della mappa della Impresa della Palata nel Libro Campionale dei beni del conte Odoardo<br />
Pepoli, 1642, ASC <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Veduta <strong>di</strong> Google Earth che rappresenta approssimativamente la stessa porzione <strong>di</strong> territorio della<br />
precedente illustrazione.
MARIA RITA BIAGINI<br />
Le mappe del tesoro e i tesori delle mappe<br />
Palata Pepoli dai Cabrei del XVII secolo a Google Earth<br />
Laboratorio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni del territorio<br />
attraverso l’uso delle mappe storiche dell’Archivio comunale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong><br />
105<br />
Nell’anno scolastico 2008/2009, appena concluso, l’Istituzione dei Servizi<br />
Culturali Paolo Borsellino, nell’ambito delle attività che ogni anno programma<br />
per le scuole, ha organizzato un “laboratorio”, rivolto ai ragazzi delle scuole<br />
me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, allo scopo <strong>di</strong> illustrare, attraverso l’uso <strong>di</strong> fonti archivistiche,<br />
le trasformazioni che ha subito il territorio crevalcorese dal XVII secolo ai tempi<br />
o<strong>di</strong>erni.<br />
Nello specifico ci siamo serviti <strong>di</strong> alcune mappe conservate nell’Archivio<br />
Storico Comunale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, che sono state <strong>di</strong>gitalizzate e proiettate su grande<br />
schermo. Le mappe antiche sono state in tal modo confrontate e sovrapposte alle<br />
mappe satellitari <strong>di</strong> Google Earth con effetti, per i ragazzi, <strong>di</strong> notevole suggestione<br />
e impatto emotivo.<br />
In particolare i ragazzi hanno potuto osservare le mo<strong>di</strong>ficazioni subite dal<br />
territorio in seguito agli spostamenti degli alvei dei fiumi Samoggia, Reno e Panaro<br />
e soprattutto l’impaludamento della zona a nord <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> che si è venuta<br />
a trovare in una situazione altimetrica sfavorevole proprio a causa dei depositi<br />
alluvionali, e il tentativo dell’uomo, fin dalle epoche più antiche <strong>di</strong> bonificare le<br />
zone paludose e <strong>di</strong> sfruttare al meglio le risorse naturali del territorio.<br />
La mappa più antica che abbiamo utilizzato fa parte <strong>di</strong> un volume <strong>di</strong> Cabrei<br />
del XVII secolo che rappresenta una sorta <strong>di</strong> catasto privato dei beni del conte<br />
Odoardo Pepoli. Essa misura approssimativamente 1 m. x 1 m. e rappresenta<br />
un’estensione <strong>di</strong> circa 1000 ettari che ha come fulcro il Castello dei Pepoli a<br />
Palata.<br />
La rappresentazione cartografica, <strong>di</strong> notevole pregio, in<strong>di</strong>ca in modo dettagliato<br />
i singoli poderi della tenuta e ne rappresenta in modo assonometrico le singole<br />
emergenze architettoniche (case, fienili, pozzi, forni, aie); ne descrive anche i<br />
confini, il tipo <strong>di</strong> coltivazioni e i rapporti giuri<strong>di</strong>ci ed economici intercorrenti fra
106<br />
la proprietà e chi a vario titolo lavorava la terra.<br />
Sulla mappa sono leggibili i nomi delle strade, dei poderi, dei canali <strong>di</strong> raccolta<br />
delle acque, dei fossi.<br />
La famiglia Pepoli fin dal tardo Me<strong>di</strong>oevo aveva contribuito in maniera<br />
determinante alla bonifica delle terre <strong>di</strong> cui era <strong>di</strong>venuta proprietaria a Palata<br />
Pepoli e dal cui sfruttamento traeva gran<strong>di</strong> profitti.<br />
Nel XVII secolo la tenuta era coltivata prevalentemente a cereali, legumi,<br />
canapa. Il terreno era percorso da lunghe provane che lo <strong>di</strong>videvano in modo<br />
perpen<strong>di</strong>colare e regolare a formare appezzamenti <strong>di</strong> estensione più o meno<br />
uguale, e da una fitta rete <strong>di</strong> fossati che ne permettevano l’irrigazione e lo scolo.<br />
Due secoli dopo, la situazione idrografica e agricola della zona ha subito<br />
notevoli cambiamenti con la trasformazione della produzione da cerealicola a<br />
risicola.<br />
A questo riguardo, l’archivio storico comunale conserva materiale molto<br />
interessante 1 . In particolare si conserva la documentazione necessaria per<br />
ottenere il permesso <strong>di</strong> impiantare nuove risaie e fra i documenti ci sono molte<br />
mappe che rappresentano la situazione idrografica del territorio 2 . Ci siamo serviti<br />
<strong>di</strong> una mappa datata 1846 che rappresenta una porzione <strong>di</strong> circa 400 ettari e<br />
mostra come il terreno non sia più percorso da una ricca ramificazione <strong>di</strong> fossi<br />
e canali per irrigarlo o sgrondarlo, ma sia interamente coperto dall’acqua. Non<br />
sono invece cambiati i tracciati delle provane rispetto alla mappa del XVII come<br />
non è cambiata la macro<strong>di</strong>visione degli appezzamenti né l’estensione e persino<br />
la rappresentazione della zona valliva a sud in corrispondenza <strong>di</strong> allevamenti<br />
<strong>di</strong> pesce e <strong>di</strong> cavalli e <strong>di</strong> pascoli bra<strong>di</strong>. Il tracciato della fossa Rangona a sud<br />
rappresenta il limite della zona valliva poco prima dell’abitato <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Infine le mappe satellitari <strong>di</strong> Google Earth in modo spettacolare ci mostrano<br />
dall’alto la frazione <strong>di</strong> Palata Pepoli. Il software permette operazioni <strong>di</strong> zoom e<br />
<strong>di</strong> spostamento sul territorio. Le immagini ci mostrano come la corte intorno al<br />
castello sia segnata tuttora in modo indelebile dagli antichi alvei del Cavamento<br />
Palata (già Cavamento Foscaglia) che fu uno dei car<strong>di</strong>ni della bonifica dei<br />
Bentivoglio nel XV sec., e dal canale della Filippina. Inoltre, a sud <strong>di</strong> Palata,<br />
l’antico alveo del Cavamento, ben visibile nelle mappe del XVII secolo, costituisce<br />
1 Nella serie della Corrispondenza del <strong>Comune</strong> e in particolare per gli anni dal 1797 al 1858<br />
nel titolo 1° Acque che è ricco <strong>di</strong> rubriche e <strong>di</strong> materiale (Rub.1° provvidenza generali; Rub. 2°<br />
fiumi; Rub. 3° Canali, Fossi e Scoli; Rub. 4° Ponti e Chiaviche; Rub. 5° mulini; Rub. 6° Valli e<br />
Risaie; Rub. 7° Pozzi ed Acquedotti)<br />
2 Rub. 6° “Valli e Risaie”
107<br />
Pianta allegata alla Dichiarazione facoltativa al nobil uomo signor Marchese Guido Taddeo Pepoli <strong>di</strong> potere<br />
esercitare risaie e valle per tornature 3425 ne’ comuni <strong>di</strong> Sant’Agata e <strong>Crevalcore</strong>, 1846, ASC <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>,<br />
<strong>di</strong>segno acquerellato <strong>di</strong> cm 42 x 56
108<br />
Mappa della Impresa della Palata nel Libro Campionale dei beni del conte Odoardo Pepoli, 1642, ASC<br />
<strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
tuttora, almeno fino all’altezza <strong>di</strong> Palata Pepoli, il corso del collettore delle acque<br />
alte che, sistemato nel 1930, convoglia le acque alte del territorio verso il Panaro<br />
all’altezza <strong>di</strong> Finale Emilia. Tramite Google Earth sono ben visibili anche i<br />
resti delle antiche costruzioni che si incuneavano nella pianura verso sud, nella<br />
porzione <strong>di</strong> terreno fra i due antichi collettori Cavamento Palata e Canale della<br />
Filippina<br />
Il tracciato delle antiche provane resta immutato. In particolare la attuale via<br />
Provanone è la stessa che nel XVII si chiamava via provane nove. Resta anche nel<br />
vecchio tracciato ad est del castello, la via Provane, che nel XVII si chiamava<br />
via provane vechie. In corrispondenza del limite sud del territorio rappresentato<br />
dalla mappe del XVII e da quella del XIX secolo resta nella stesso alveo, la<br />
fossa Rangona a delimitare a 12-15 km a sud <strong>di</strong> Palata, una porzione <strong>di</strong> terreno<br />
interessata da sempre alla valle.
Pianta del Palazzo <strong>di</strong> Palata con la piazza et giar<strong>di</strong>ni nel Libro Campionale dei beni del conte Odoardo<br />
Pepoli, 1642, ASC <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
109<br />
Ora possiamo immaginare come doveva essere il territorio dove viviamo<br />
quando altri uomini e altre donne lo abitavano in epoche passate. Rappresentarci<br />
i campi coltivati, le strade, le abitazioni.<br />
Possiamo fingere <strong>di</strong> salire su un deltaplano e osservare tutto dall’alto,<br />
focalizzando via via la nostra attenzione sui particolari, fino a sentire il sibilo del<br />
vento fra le spighe <strong>di</strong> grano e a vedere l’acqua stagnante, dei canali e dei fossi<br />
che attraversano la nostra pianura. In realtà siamo comodamente seduti davanti<br />
al monitor del nostro computer, e stiamo usando i meravigliosi strumenti che ci<br />
mette a <strong>di</strong>sposizione la moderna tecnologia.<br />
Alcune note metodologiche<br />
Perché i ragazzi potessero seguire con interesse l’attività, sono state date loro<br />
alcune nozioni basilari <strong>di</strong> cartografia.<br />
In particolare sono stati introdotti all’orientamento delle carte, all’uso delle<br />
scale e dei sistemi <strong>di</strong> misurazione dello spazio <strong>di</strong>versi da quello decimale.<br />
Inoltre sono state date loro alcune nozioni <strong>di</strong> topografia necessarie per<br />
comprendere per esempio che le rappresentazioni satellitari della terra che si<br />
possono vedere tramite la piattaforma Google Earth sono alla base della moderna<br />
cartografia e dunque sono in qualche modo le attuali mappe del territorio.<br />
Abbiamo ritenuto necessario iniziare il laboratorio con la contestualizzazione<br />
del territorio <strong>di</strong> Palata Pepoli con l’aiuto <strong>di</strong> una mappa tratta dalle tavolette IGM
110<br />
<strong>di</strong> cui abbiamo proiettato su grande schermo la porzione che interessava. Per<br />
sommi capi abbiamo raccontato i fatti salienti della storia del territorio citando<br />
le fonti, dalle più antiche al XVII secolo, cioè l’epoca a cui risale la prima<br />
rappresentazione topografica usata nel laboratorio.<br />
Per aiutare i ragazzi a leggere la mappa cartacea degli anni 1990 che stavano<br />
vedendo proiettata su un grande schermo, li abbiamo invitati a percorrere<br />
idealmente la strada più <strong>di</strong>retta che porta dal capoluogo alla frazione <strong>di</strong> Palata<br />
Pepoli e a prestare attenzione in questo tragitto al territorio che all’altezza<br />
dell’incrocio <strong>di</strong> via Stagnata con il canale Colatore Rangona li accompagna fino<br />
alla frazione <strong>di</strong> Palata perché si trattava proprio del territorio documentato dalla<br />
mappe storiche che avrebbero visto.<br />
In particolare per la mappa del XVII secolo che rappresenta un territorio<br />
<strong>di</strong> 1.000 ettari, si è cercato <strong>di</strong> aiutare i ragazzi a farsi un’idea concreta <strong>di</strong> tale<br />
estensione usando come metro <strong>di</strong> misura un campo regolamentare da calcio che<br />
misura circa 8.000 mq. E dunque in 1.000 ettari ci stanno circa 1.250 campi da<br />
calcio. Li si è invitati così ad immaginare un’estensione <strong>di</strong> 1250 campi <strong>di</strong> calcio<br />
uno vicino all’altro. Inoltre abbiamo precisato che la porzione <strong>di</strong> territorio della<br />
mappa del XVII riguarda il terreno che si estende per 1 km e mezzo circa ad est<br />
del Castello <strong>di</strong> Palata sulla via Provanone in <strong>di</strong>rezione Galeazza, e per 2 km circa<br />
ad Ovest in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Caselle. Il limite a sud è dato invece dalla Fossa Rangona<br />
(oggi Colatore Rangona) tuttora presente a circa 13/15 km a sud in linea d’aria<br />
nella <strong>di</strong>rezione del capoluogo.<br />
Si è fatto notare ai ragazzi che le misure sulle mappe antiche vengono espresse<br />
in pertiche bolognesi: la pertica corrispondeva a m. 3,80, ed era quin<strong>di</strong> necessario,<br />
per poter risalire alle misure nel sistema metrico, calcolare i rapporti <strong>di</strong> equivalenza<br />
delle scale.<br />
Bibliografia <strong>di</strong> riferimento<br />
Archivio Storico Comunale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>; mappe utilizzate per il<br />
laboratorio<br />
voce “<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>” in: (a cura <strong>di</strong>) Giuseppe Rabotti, Archivi storici in Emilia-<br />
Romagna. Guida generale degli Archivi storici comunali, Bologna, Analisi, 1991, pp. 99-103;<br />
Erminio Furlotti (a cura <strong>di</strong>), Archivio storico <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, Inventario in 4 tomi. Pubblicazione<br />
grigia del 1996 conservata all’Archivio Storico Comunale <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>.<br />
Mappa del 1642 del territorio della frazione <strong>di</strong> Palata in volume rilegato in pergamena<br />
<strong>di</strong> 202 cc Questo libro campionale retiene in se piante <strong>di</strong>segni et misure <strong>di</strong> tutti li beni stabilli<br />
del’illustrissimo signor Conte Odoardo Pepoli, tanto delli e<strong>di</strong>fici come delli beni rostichali cioè delle<br />
qu[a]tre impresse, e prima la Pallata, la seconda è la Filippina, terza la casa <strong>di</strong> copi et quarta la Guisa<br />
e Vallebona unite insemme e lineati, amisurati da me Angelo Astorri agrimensore pubblico nel anno<br />
MDCXXXXII conservato in ASC <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, Mappe e <strong>di</strong>segni sparsi, Mappe e piante
111<br />
del territorio, Cassettiera V.<br />
Pianta allegata alla Dichiarazione facoltativa al nobil uomo signor Marchese Guido Taddeo Pepoli<br />
<strong>di</strong> potere esercitare risaie e valle per tornature 3425 ne’ comuni <strong>di</strong> Sant’Agata e <strong>Crevalcore</strong>, <strong>di</strong>segno<br />
acquerellato <strong>di</strong> cm 42 x 56 in ASC <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, Carteggio Amm.vo, b.94, 1846.<br />
Il territorio <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> e si suoi cambiamenti<br />
Giacomo Ferri, La bonifica <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, Persiceto, S. Agata Bolognese, Bologna, 1918;<br />
Giacomo Ferri, Bonifica <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>: dal progetto alle opere <strong>di</strong> completamento, Bologna, Tip.<br />
Luigi Parma, [1923?];<br />
Consorzio Cavamento Palata, La bonifica <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong>, Persiceto, S. Agata, Bologna. -<br />
Bologna, Tip. La rapida, 1924;<br />
Agostino Bignar<strong>di</strong>, Le campagne emiliane nel Rinascimento e nell’Età barocca, A. Forni Ed., 1978;<br />
Risi Mario Origini e vicende della risicoltura nel persicetano dal XVI al XX secolo, relatore Franco<br />
Cazzola, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, Facoltà <strong>di</strong> economia e commercio, a.a.1982-1983;<br />
Cinzia Casa<strong>di</strong>o, Assetto e organizzazione fon<strong>di</strong>aria del territorio <strong>di</strong> <strong>Crevalcore</strong> attraverso la<br />
documentazione nonantolana (secoli VIII-XIII) in Strada Maestra n. 33, 1992, pp.58-73;<br />
Pier Paolo Ragazzi, Geomorfologia ed evoluzione fluviale del territorio crevalcorese e persicetano, in<br />
Strada Maestra, n.33, 1992, pp. 95-111;<br />
Edoardo Rosa, Uomo salute e ambiente nella pianura bolognese: valli, risaie e malaria tra XVIII e<br />
XIX secolo, in La pianura e le acque tra Bologna e Ferrara, un problema secolare: atti del convegno<br />
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Libero Poluzzi, Bonifiche antiche e moderne nell’area idrografica persicetana, in Strada Maestra<br />
n.46, 1999, pp. 24-56;<br />
Massimo Balboni, Terra <strong>di</strong> confine, in: Magda Abbati (a cura <strong>di</strong>), <strong>Crevalcore</strong> percorsi storici,<br />
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Paolo Cassoli, Il territorio crevalcorese nei Cabrei dei Pepoli, in Strada Maestra, n. 34, 2006, pp.<br />
57-61;<br />
Paolo Cremonini, Da territorio ad agroecosistema. Linee per una lettura storica, ambientale ed<br />
economica del paesaggio agrario persicetano, in Strada Maestra n.61 2° sem. 2006, pp. 2-22;<br />
Floriano Govoni, Pierangelo Pancal<strong>di</strong>, Alberto Tampellini, Quel che vedono le nuvole :<br />
morfologia ed evoluzione storico-topografica della pianura compresa fra via Emilia, Reno, Panaro e<br />
Centopievese, [San Matteo della Decima, San Giovanni in Persiceto] : Marefosca, 2008.<br />
Vicende storiche <strong>di</strong> Palata Pepoli<br />
Michele Simoni, Palata nella storia. <strong>Rassegna</strong> delle pubblicazioni su Palata Pepoli dal XVII al XX<br />
secolo, in <strong>Rassegna</strong> <strong>Storica</strong> <strong><strong>Crevalcore</strong>se</strong>, n.3 (giugno 2006), pp.38-56.<br />
Cartografia e immagini satellitari<br />
Antonio Catizzone, Fondamenti <strong>di</strong> cartografia, Gangemi, stampa 2007;<br />
Weinbergerg S., Il satellite ci guarda, in l’Internazionale, 773 (anno 16, 2008) pp. 49-53.
112
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