Sicurezza sul lavoro OSS - Studio Tecnico di Ingegneria - Marco ...
Sicurezza sul lavoro OSS - Studio Tecnico di Ingegneria - Marco ...
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D.LGS. N. 81 DEL 9 APRILE 2008 E<br />
S.M.I. SALUTE E SICUREZZA NEI<br />
LUOGHI DI LAVORO<br />
CeLIPS – Cultura e Lavoro Istituti<br />
Preziosissimo Sangue<br />
Piazza Garibal<strong>di</strong>, 18 – 70122 Bari<br />
Tel. 080.5211004 – Fax<br />
080.5227810<br />
Viale Colombo 101/G – 71100<br />
Foggia<br />
Tel. e Fax 0881.331400<br />
Email: progettazione@celips.it<br />
Sito web: www.celips.it<br />
Relatore :Ing. <strong>Marco</strong> PELLEGRINI
1° GIORNATA<br />
2
TITOLO I<br />
CAPO I<br />
DISPOSIZIONI<br />
GENERALI<br />
CAPO II<br />
SISTEMA<br />
ISTITUZIONALE<br />
CAPO III<br />
GESTIONE DELLA<br />
PREVENZIONE<br />
NEI LUOGHI DI LAVORO<br />
CAPO IV<br />
DISPOSIZIONI PENALI<br />
Allegati dal I al LI<br />
TITOLO II<br />
Luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
TITOLO III<br />
Uso delle attrezzature<br />
<strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> e dei <strong>di</strong>spositivi<br />
<strong>di</strong> Protezione in<strong>di</strong>viduale<br />
TITOLO IV: Cantieri<br />
temporanei o mobili<br />
TITOLO V<br />
Segnaletica <strong>di</strong> salute e<br />
sicurezza <strong>sul</strong> <strong>lavoro</strong><br />
TITOLO VI<br />
Movimentazione Manuale<br />
dei Carichi<br />
TITOLO VII<br />
Attrezzature munite<br />
<strong>di</strong> Video Terminale<br />
LO SCHEMA<br />
Titolo VIII<br />
Agenti Fisici<br />
Titolo IX<br />
Sostanze pericolose<br />
Titolo X<br />
Esposizione ad Agenti<br />
biologici<br />
Titolo XI<br />
Protezione atmosfere<br />
esplosive<br />
Titolo XII<br />
Disposizioni <strong>di</strong>verse<br />
in<br />
materia penale
• Intensificate le sanzioni penali e<br />
pecuniarie<br />
• Protezione per tutti i lavoratori senza alcuna <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> tipologia<br />
contrattuale;
DATORE DI LAVORO<br />
E’ stata “estesa” la definizione<br />
il soggetto titolare del rapporto <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> con<br />
il lavoratore o comunque, il soggetto che<br />
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione<br />
nel cui ambito il lavoratore presta la propria<br />
attività, ha la responsabilità dell’organizzazione<br />
stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita<br />
i poteri decisionali e <strong>di</strong> spesa<br />
5
OBBLIGHI DATORE E DIRIGENTE<br />
Nomina del MC<br />
Designa addetti squadra emergenza<br />
Nell’affidare i compiti ai lavoratori tiene conto delle capacità<br />
Fornisce ai lavoratori i necessari e idonei DPI (sentito l’RSPP e MC)<br />
Prende misure affinché solo i lavoratori addestrati accedono a zone<br />
pericolose<br />
Richiede l’osservanza da parte dei lavoratori delle norme e delle<br />
<strong>di</strong>sposizioni<br />
Richiede al MC l’osservanza dei suoi obblighi<br />
Adotta le misure per il controllo delle situazioni <strong>di</strong> rischio in caso <strong>di</strong><br />
emergenza<br />
Informa appena possibile i lavoratori esposti ad un rischio grave<br />
Adempie agli obblighi <strong>di</strong> informazione, formazione ed<br />
addestramento<br />
Consente ai lavoratori <strong>di</strong> non riprendere il <strong>lavoro</strong> in caso <strong>di</strong><br />
persistenza <strong>di</strong> pericolo grave<br />
Consegna tempestivamente all’RLS (su sua richiesta) copia del DVR<br />
Elabora il DUVRI e su richiesta lo consegna all’RLS<br />
Prende provve<strong>di</strong>menti per evitare che le misure adottate possano<br />
causare rischi alla popolazione o deteriorare l’ambiente<br />
Comunica all’Inail gli infortuni con assenza ≥ ad 1 gg intero<br />
Con<strong>sul</strong>ta l’RLS<br />
etc<br />
6
Introdotta la definizione<br />
PREPOSTO<br />
persona che, in ragione delle competenze professionali e nei<br />
limiti dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura<br />
dell’incarico conferitogli,sovraintende alla attività lavorativa e<br />
garantisce l’attuazione delle <strong>di</strong>rettive ricevute, controllandone<br />
la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando<br />
un funzionale potere <strong>di</strong> iniziativa<br />
7
OBBLIGHI PREPOSTO<br />
Sovraintende e vigila <strong>sul</strong>la osservanza da parte dei lavoratori<br />
degli obblighi <strong>di</strong> legge nonché delle <strong>di</strong>sposizioni aziendali in<br />
materia <strong>di</strong> sicurezza, uso dei DPI<br />
Verifica affinchè solo i lavoratori che hanno ricevuto adeguate<br />
istruzioni accedono alle zone con rischi specifici<br />
Richiede l’osservanza delle misure per il controllo delle<br />
situazioni <strong>di</strong> rischio in caso <strong>di</strong> emergenza e da istruzioni<br />
affinché i lavoratori abbandonino il posto<br />
Informa i lavoratori esposti ad un rischio grave e da istruzioni<br />
in materia <strong>di</strong> protezione<br />
Si astiene dal richiedere ai lavoratori <strong>di</strong> riprendere in caso <strong>di</strong><br />
permanere del rischio<br />
Segnala al datore o al <strong>di</strong>rigente deficienze dei mezzi, delle<br />
attrezzature, dei DPI, ecc<br />
Frequenta appositi corsi <strong>di</strong> formazione (per art. 37)<br />
8
DEFINIZIONI (ARTICOLO 2) LAVORATORE<br />
NUOVO T.U.<br />
Persona che, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dalla tipologia contrattuale,<br />
svolge un’attività lavorativa<br />
nell’ambito dell’organizzazione <strong>di</strong><br />
un datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> pubblico o<br />
privato, con o senza retribuzione,<br />
anche al solo fine <strong>di</strong> apprendere un<br />
mestiere, un’arte o una professione,<br />
esclusi gli addetti ai servizi<br />
domestici e familiari.<br />
precedente normativa<br />
Persona che presta il<br />
proprio <strong>lavoro</strong> alle<br />
<strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> un datore <strong>di</strong><br />
<strong>lavoro</strong><br />
9
SOGGETTI EQUIPARATI AL LAVORATORE<br />
soci lavoratori <strong>di</strong> cooperativa;<br />
soci <strong>di</strong> società, anche <strong>di</strong> fatto, che prestano attività;<br />
associati in partecipazione (art. 2549 e seguenti c.c.);<br />
tirocini formativi e <strong>di</strong> orientamento (legge n. 196/97);<br />
soggetti formati per promuovere e realizzare<br />
l’alternanza stu<strong>di</strong>o/<strong>lavoro</strong> o agevolare le scelte<br />
professionali con la conoscenza <strong>di</strong>retta del mondo del<br />
<strong>lavoro</strong>;<br />
allievi degli istituti <strong>di</strong> istruzione ed universitari;<br />
partecipanti ai corsi <strong>di</strong> formazione professionale in cui<br />
si faccia uso <strong>di</strong> laboratori, attrezzature <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> in<br />
genere, agenti chimici, fisici e biologici, compresi i VDT.<br />
10
LE PRINCIPALI FIGURE INDIVIDUATE DAL<br />
T.U. SICUREZZA<br />
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E<br />
PROTEZIONE<br />
GLI ADDETTI ALL’EMERGENZA: ANTINCENDIO E<br />
PRIMO SOCCORSO<br />
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA<br />
SICUREZZA<br />
IL MEDICO COMPETENTE, qualora sia previsto<br />
l’obbligo <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria.<br />
11
ADDETTI ALL’EMERGENZA<br />
ADDETTO PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE<br />
ADDETTO PRIMO SOCCORSO<br />
L’incarico può essere ricoperto sia da un titolare sia<br />
da un <strong>di</strong>pendente dell’impresa<br />
I lavoratori non possono, se non per giustificato<br />
motivo, rifiutare la designazione<br />
Gli incaricati devono essere opportunamente formati<br />
e dotati delle attrezzature adeguate.<br />
12
RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER<br />
LA SICUREZZA<br />
AZIENDALE: formazione minima <strong>di</strong> 32 ore iniziali,<br />
con aggiornamento perio<strong>di</strong>co (4/8 h)<br />
TERRITORIALE: per aziende o unità produttive che<br />
occupano fino a 15 lavoratori (quin<strong>di</strong> anche i soci<br />
partecipanti, collaboratori familiari, ecc. )<br />
L’ RLS deve essere con<strong>sul</strong>tato <strong>sul</strong>la valutazione dei<br />
rischi e l’attuazione delle misure preventive.<br />
L’impresa ha l’obbligo <strong>di</strong> comunicare annualmente<br />
all’INAIL i nominativi dei rappresentanti dei<br />
lavoratori per la sicurezza .<br />
13
SORVEGLIANZA SANITARIA<br />
MEDICO COMPETENTE<br />
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria<br />
quando ricorrono casi <strong>di</strong> rischio<br />
per la salute dei lavoratori<br />
la modalità corretta per determinare l’obbligo è effettuare<br />
la valutazione dei rischi<br />
14
OBBLIGHI DEL MEDICO COMPETENTE<br />
Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria<br />
Istituisce, aggiorna e custo<strong>di</strong>sce, sotto la propria responsabilità,<br />
una cartella sanitaria e <strong>di</strong> rischio per ogni lavoratore sottoposto a<br />
sorveglianza sanitaria<br />
Nelle aziende o unità produttive con più <strong>di</strong> 15 lavoratori concorda<br />
con il datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> il luogo <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a<br />
Consegna la documentazione sanitaria:<br />
- al Datore <strong>di</strong> Lavoro alla cessazione dell’incarico<br />
- al lavoratore alla cessazione del rapporto <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
Visita gli ambienti <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> almeno una volta all’anno o a cadenza<br />
<strong>di</strong>versa che stabilisce in base alla valutazione dei rischi<br />
Comunica, me<strong>di</strong>ante autocertificazione, il possesso dei titoli e<br />
requisiti (art. 38) al Ministero della Salute entro il termine <strong>di</strong> sei<br />
mesi dalla data <strong>di</strong> entrata in vigore del decreto<br />
Collabora con il datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> a: pre<strong>di</strong>sposizione servizio <strong>di</strong><br />
primo soccorso ed attuazione delle misure <strong>di</strong> prevenzione e<br />
protezione<br />
, informazione e formazione dei lavoratori,<br />
Fornisce ai lavoratori le informazioni sugli accertamenti sanitari<br />
eseguiti.<br />
15
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI<br />
IL DVR<br />
Il datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> deve valutare, in collaborazione<br />
con il RSPP ed il me<strong>di</strong>co competente, previa<br />
con<strong>sul</strong>tazione del RLS, i rischi per la sicurezza e la<br />
salute dei lavoratori, che possono derivare dalla<br />
scelta delle attrezzature <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, delle sostanze o<br />
dei preparati chimici impiegati, nonché dalla<br />
sistemazione dei luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
La valutazione deve essere effettuata su tutti rischi<br />
(obbligo non delegabile ) compresi quelli riguardanti<br />
gruppi <strong>di</strong> lavoratori esposti a rischi particolari<br />
(compreso lo stress <strong>lavoro</strong> - correlato), lavoratrici in<br />
stato <strong>di</strong> gravidanza, rischi connessi a <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong><br />
genere, età, provenienza.<br />
16
LO STRESS LAVORO-CORRELATO<br />
Accordo Europeo in tema <strong>di</strong> stress da <strong>lavoro</strong> dell’8.10.2004<br />
«Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere e<br />
<strong>di</strong>sfunzioni fisiche, psicologiche o sociale e che consegue dal<br />
fatto che le persone non si sentono in grado <strong>di</strong> superare i gap<br />
rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti».<br />
L’Accordo Europeo non in<strong>di</strong>vidua un elenco esaustivo dei<br />
potenziali in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> stress <strong>lavoro</strong> correlato ma ritiene che<br />
«un alto assenteismo o un’elevata rotazione del personale,<br />
conflitti interpersonali o lamentele frequenti da parte dei<br />
lavoratori sono alcuni dei sintomi che possono rivelare la<br />
presenza <strong>di</strong> stress da <strong>lavoro</strong>. L’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un problema<br />
<strong>di</strong> stress da <strong>lavoro</strong> può avvenire attraverso un’analisi <strong>di</strong> fattori<br />
quali l’organizzazione e i processi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> […], le con<strong>di</strong>zioni e<br />
l’ambiente <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> […], la comunicazione […] e i fattori<br />
soggettivi».<br />
17
LO STRESS LAVORO-CORRELATO<br />
La letteratura me<strong>di</strong>ca in<strong>di</strong>vidua le cause <strong>di</strong> stress <strong>lavoro</strong>correlato<br />
in:<br />
- ripetuti mutamenti <strong>di</strong> turno;<br />
- <strong>lavoro</strong> notturno;<br />
- prestazione <strong>di</strong> attività lavorativa in emergenza;<br />
- <strong>lavoro</strong> ripetitivo.<br />
(AA.VV., Working and health con<strong>di</strong>tions and preventive measures in a<br />
random sample of 5000 workers in the Veneto Region examined by<br />
telephone interview; AA.VV., Main and interactive effects of shift<br />
work, age and work stress on health in an Italian sample of<br />
healthcare workers; www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed).<br />
18
MOBBING<br />
Dall’inglese “to mob”: attaccare, assalire aggre<strong>di</strong>re<br />
Fenomeno derivante da un’alterata interazione psicosociale<br />
nell’ambiente <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
Terminologia:<br />
Mobber (aggressore), mobbizzato (vittima), co-mobber<br />
(spettatore).
BURN-OUT SYNDROME<br />
Definizione: per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse per la gente con cui si lavora<br />
in risposta ad uno stress da <strong>lavoro</strong> (Maslach, 1976)<br />
Tre componenti: esaurimento emotivo, depersonalizzazione,<br />
ridotta realizzazione personale<br />
Bersagli: operatori sanitari <strong>di</strong> “prima linea”
Richiamo al D. Lgs. n. 151/2001<br />
Divieto <strong>di</strong> a<strong>di</strong>bire le lavoratrici gestanti e puerpere in lavori<br />
pericolosi, faticosi e insalubri o che espongano a ra<strong>di</strong>azioni<br />
ionizzanti.<br />
LE LAVORATRICI IN GRAVIDANZA<br />
21
LA TUTELA DI LAVORATRICI, GIOVANI, ANZIANI E STRANIERI<br />
Lavoratrici: probabile tentativo <strong>di</strong> permettere un maggiore<br />
equilibrio tra responsabilità professionali e familiari.<br />
Giovani: obbligo <strong>di</strong> valutare il rischio derivante dall’attività<br />
lavorativa con riguardo al grado <strong>di</strong> sviluppo fisico del<br />
lavoratore (L. n. 977/1967 in tema <strong>di</strong> tutela del <strong>lavoro</strong> dei<br />
bambini e degli adolescenti).<br />
Anziani: probabile riferimento agli aspetti ergonomici e dei<br />
luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> e agli orari.<br />
Lavoratori stranieri: probabile riferimento alle <strong>di</strong>fferenze<br />
linguistiche (v. formazione e informazione), culturali e<br />
conoscitive.<br />
Possibili interazioni con il principio <strong>di</strong> non <strong>di</strong>scriminazione.<br />
22
INFORMAZIONE DEI DIPENDENTI<br />
Il datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> provvede affinché ciascun lavoratore riceva<br />
una adeguata informazione su:<br />
rischi per la salute e sicurezza <strong>sul</strong> <strong>lavoro</strong> connessi all’attività'<br />
dell’impresa in generale e sui rischio specifici cui e' esposto in<br />
relazione all'attività' svolta, le normative <strong>di</strong> sicurezza e le<br />
<strong>di</strong>sposizioni aziendali in materia<br />
procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincen<strong>di</strong>o,<br />
l'evacuazione dei luoghi <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong><br />
nominativi dei lavoratori incaricati <strong>di</strong> applicare le misure <strong>di</strong> cui agli<br />
articoli 45 e 46;<br />
nominativi del responsabile e degli addetti del servizio <strong>di</strong><br />
prevenzione e protezione, e del me<strong>di</strong>co competente.<br />
pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi<br />
<strong>sul</strong>la base delle schede dei dati <strong>di</strong> sicurezza previste dalla<br />
normativa vigente e dalle norme <strong>di</strong> buona tecnica;<br />
misure e le attività <strong>di</strong> protezione e prevenzione adottate.<br />
Il contenuto della informazione deve essere facilmente<br />
comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro <strong>di</strong> acquisire le<br />
relative conoscenze. Ove la informazione riguar<strong>di</strong> lavoratori<br />
immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della<br />
lingua utilizzata nel percorso informativo.<br />
23
APPARATO SANZIONATORIO<br />
PRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO<br />
VIOLAZIONE SANZIONE<br />
Mancato documento <strong>di</strong> valutazione rischi Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 5.000 a<br />
15.000<br />
Mancata nomina RSPP Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 5.000 a 15.000<br />
Mancata autonomina RSPP e formazione Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1.500 a 6.000<br />
Forniture DPI Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2000 a 5000<br />
Designazione addetti antincen<strong>di</strong>o evacuazione<br />
Primo soccorso<br />
Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a 3.000<br />
Formazione lavoratori Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a 3.000<br />
(per ogni comma)<br />
Informazione lavoratori Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1500 a 6000<br />
(per ogni comma)<br />
Mancata informazione, formazione e<br />
addestramento<br />
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 2000 a<br />
4.000<br />
24
APPARATO SANZIONATORIO<br />
PRINCIPALI SANZIONI A CARICO DEL DATORE DI LAVORO<br />
VIOLAZIONE SANZIONE<br />
Mancata nomina Me<strong>di</strong>co competente Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 3.000 a 10.000<br />
A<strong>di</strong>bire i lavoratori per i quali vige l'obbligo <strong>di</strong><br />
sorveglianza sanitaria alla mansione lavorativa<br />
specifica senza il prescritto giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità<br />
Contratti appalto d’opera e somministrazione.<br />
Verifica idoneità appaltatori e lavoratori autonomi;<br />
Informazioni sui rischi agli appaltatori<br />
Deve astenersi dal chiedere ai lavoratori <strong>di</strong> riprendere<br />
l’attività in caso <strong>di</strong> pericolo grave e imme<strong>di</strong>ato<br />
Permettere ai lavoratori <strong>di</strong> verificare, me<strong>di</strong>ante il<br />
rappresentante per la sicurezza, l'applicazione delle<br />
misure <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> protezione della salute<br />
Sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 a<br />
4.500 €<br />
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 1500 a 6000<br />
Arresto da 4 a 8 mesi o ammenda da 2.000 a<br />
4.000<br />
Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 800 a<br />
3.000<br />
25
SANZIONI A CARICO DEI LAVORATORI<br />
LE SEGUENTI IN<strong>OSS</strong>ERVANZE SONO PUNITE CON ARRESTO<br />
FINO AD UN MESE OD AMMENDA<br />
DA € 200,00 AD € 600,00:<br />
<strong>di</strong>sposizioni e le istruzioni impartite dal datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, dai <strong>di</strong>rigenti e<br />
dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed in<strong>di</strong>viduale;<br />
utilizzo corretto delle attrezzature <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, sostanze e preparati<br />
pericolosi, mezzi <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza;<br />
utilizzo in modo appropriato dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione messi a loro<br />
<strong>di</strong>sposizione;<br />
segnalazione imme<strong>di</strong>ata al datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, al <strong>di</strong>rigente o al preposto<br />
delle deficienze dei mezzi e dei <strong>di</strong>spositivi, <strong>di</strong> qualsiasi eventuale<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> pericolo <strong>di</strong> cui vengano a conoscenza; adoperandosi<br />
<strong>di</strong>rettamente, in caso <strong>di</strong> urgenza, nell’ambito delle proprie competenze<br />
e possibilità e fatto salvo l’obbligo <strong>di</strong> cui alla successivo punto per<br />
eliminare o ridurre le situazioni <strong>di</strong> pericolo grave e incombente,<br />
dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;<br />
rimuovere o mo<strong>di</strong>ficare senza autorizzazione i <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza o<br />
<strong>di</strong> segnalazione o <strong>di</strong> controllo;<br />
non compiere <strong>di</strong> propria iniziativa operazioni o manovre che non sono<br />
<strong>di</strong> loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza<br />
propria o <strong>di</strong> altri lavoratori;<br />
partecipare ai programmi <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> addestramento<br />
organizzati dal datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>;<br />
sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo<br />
o comunque <strong>di</strong>sposti dal me<strong>di</strong>co competente.<br />
26
Definizioni<br />
VALUTAZIONE DEL RISCHIO<br />
Pericolo: caratteristica intrinseca <strong>di</strong> ambiente ed agenti<br />
chimici, fisici, biologici, nonché <strong>di</strong> attrezzature impianti ecc.,<br />
che nel luogo <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, hanno la possibilità <strong>di</strong> causare danni<br />
alla salute ed alla sicurezza delle persone.<br />
Rischio: possibilità <strong>di</strong> conseguenze dannose o negative, che<br />
alterano le funzioni psicofisiche del lavoratore allontanandolo<br />
dallo stato <strong>di</strong> benessere<br />
27
Concetti <strong>di</strong> pericolo, rischio,<br />
danno prevenzione<br />
Il rischio è da sempre associato a qualsiasi<br />
attività umana<br />
Non esiste attività umana priva <strong>di</strong> rischio<br />
in senso assoluto<br />
RISCHIO = PROBABILITA’ X DANNO<br />
RISCHIO = PERICOLO X ESPOSIZIONE
ESISTE QUINDI IL RISCHIO 0?<br />
ESISTE QUINDI IL RISCHIO 0?<br />
NO.<br />
Perché esistono due fattori che vanno messi<br />
a denominatore del prodotto R=PXD<br />
Uomo
Definizioni<br />
Prevenzione : riducono la probabilità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un<br />
evento, esse non riducono le occasioni <strong>di</strong> incidente ma ne<br />
contengono esclusivamente le conseguenze e ne limitano i<br />
danni (a persone e cose).<br />
Protezione servono a ridurre le conseguenze <strong>di</strong> un incidente<br />
(incen<strong>di</strong>o, allagamento, crollo, ecc.) nel momento in cui si<br />
verifica.<br />
30
IL TRIANGOLO DEL FUOCO<br />
Perché si realizzi una combustione è necessario che<br />
siano sod<strong>di</strong>sfatte tre con<strong>di</strong>zioni (triangolo del fuoco).<br />
COMBUSTIBILE COMBURENTE ENERGIA DI INNESCO<br />
Sostanza in grado <strong>di</strong><br />
bruciare<br />
Ossigeno presente<br />
nell’aria<br />
CALORE<br />
Temperatura <strong>di</strong><br />
infiammabilità<br />
Se manca un solo componente non si può verificare un incen<strong>di</strong>o<br />
<strong>OSS</strong>IGENO<br />
COMBUSTIBILE<br />
32
SOSTANZE COMBUSTIBILI<br />
33
COMBURENTE<br />
SOSTANZA CHE PERMETTE AL<br />
COMBUSTIBILE DI BRUCIARE<br />
34
ACCENSIONE DIRETTA<br />
LE SORGENTI DI INNESCO<br />
quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in<br />
contatto con un materiale combustibile in presenza <strong>di</strong> ossigeno (taglio e<br />
saldatura, fiammiferi e mozziconi <strong>di</strong> sigarette)<br />
ACCENSIONE INDIRETTA<br />
quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convenzione, conduzione o<br />
irraggiamento termico (aria calda generata da un incen<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>ffusa attraverso un<br />
vano scala, propagazione attraverso elementi metallici strutturali)<br />
ATTRITO<br />
quando il calore è prodotto dallo sfregamento <strong>di</strong> due materiali<br />
(malfunzionamento <strong>di</strong> parti meccaniche rotanti come cuscinetti e motori)<br />
AUTOCOMBUSTIONE<br />
quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile (cumuli <strong>di</strong> carbone,<br />
fermentazione <strong>di</strong> vegetali, reazioni chimiche)<br />
35
- ignizione<br />
- sviluppo<br />
- flashover<br />
- incen<strong>di</strong>o generalizzato<br />
- estinzione<br />
Dinamica dell’incen<strong>di</strong>o.<br />
36
FIAMME<br />
Emissione <strong>di</strong> luce conseguente alla combustione <strong>di</strong> gas in un<br />
incen<strong>di</strong>o.<br />
FUMI<br />
525°<br />
700°<br />
900°<br />
1100°<br />
1200°<br />
1500°<br />
Insieme <strong>di</strong> particelle solide (aerosol), sostanze incombuste<br />
trascinate dai gas cal<strong>di</strong> e liquide (vapori), costituite da vapore<br />
acqueo.<br />
CALORE<br />
Causa principale della propagazione degli incen<strong>di</strong>. Genera<br />
l’aumento della temperatura dei materiali esposti provocandone<br />
la <strong>di</strong>struzione.
PRODOTTI COMBUSTIONI<br />
Anidride carbonica CO 2 E’ il gas che si sviluppa maggiormente. Non è tossico ma,<br />
sostituendosi all’ossigeno dell’aria impe<strong>di</strong>sce la normale<br />
respirazione, determinando asfissia.<br />
Ossigeno <strong>di</strong><br />
carbonio<br />
CO Deriva dalla combustione incompleta in carenza <strong>di</strong> ossigeno.<br />
E’ inodore e incolore. Sempre presente negli incen<strong>di</strong> è molto<br />
tossico.<br />
Acido cianidrico HCN Si forma durante la combustione incompleta <strong>di</strong> materiali<br />
organici contenenti azoto quali la lana, la seta, fibre e <strong>di</strong>verse<br />
resine sintetiche. Caratteristico odore <strong>di</strong> mandorle amare, è<br />
molto tossico.<br />
Acido cloridrico<br />
NCL Si forma negli incen<strong>di</strong> in cui vengono coinvolte sostanze<br />
clorurate contenute nelle materie plastiche, nei solventi e<br />
propellenti, nei materiali degli arre<strong>di</strong>. Fortemente irritante,<br />
pungente corrosivo è molto tossico<br />
Anidride solforosa SO 2 Si forma durante la combustione <strong>di</strong> sostanze contenenti zolfo.<br />
Caratteristico odore <strong>sul</strong>fureo, irritante e corrosiva, è molto<br />
tossica.<br />
38
PRINCIPALI CAUSE DI MORTE<br />
RELATIVE AD INCENDIO<br />
Contatto <strong>di</strong>retto con le fiamme<br />
Temperature troppo elevate<br />
Deficit <strong>di</strong> O 2<br />
CO e altri gas tossici<br />
Fumi<br />
Panico<br />
Effetti meccanici<br />
32,4%<br />
57,6%<br />
10 %<br />
1<br />
Vittima<br />
Ogni<br />
2<br />
intossicati<br />
39
ESTINZIONE DEGLI INCENDI ED<br />
ESTINGUENTI<br />
COMBURENTE<br />
ossigeno presente nell’aria<br />
COMBUSTIBILE<br />
materiali soli<strong>di</strong>, liqui<strong>di</strong> o<br />
gassosi<br />
CALORE<br />
elemento <strong>di</strong> innesco<br />
40
ACQUA<br />
Azione <strong>di</strong> scambio termico<br />
assorbendo calore e<br />
abbassando la<br />
temperatura <strong>di</strong><br />
combustione<br />
ANIDRIDE CARBONICA<br />
(CO2)<br />
Gas inerte con<br />
caratteristiche soffocanti.<br />
Liquefatta a -78°<br />
POLVERE<br />
Miscela <strong>di</strong> sostanze<br />
chimiche che hanno un<br />
effetto <strong>di</strong> soffocamento<br />
SCHIUMA<br />
Sostanza la cui<br />
miscelazione in acqua e<br />
aria produce schiuma.<br />
Agisce per separazione<br />
GAS INERTI (NAF)<br />
Sostitutivi dell’HALON,<br />
agiscono per inibizione<br />
chimica della fiamma<br />
41
Meccanismi <strong>di</strong> estinzione<br />
Estintore a polvere<br />
Estintore a CO2
RIEPILOGANDO<br />
44
Meccanismi <strong>di</strong> estinzione<br />
USO ESTINTORI
Le procedure <strong>di</strong> evacuazione<br />
46
•valutare se esiste la possibilità <strong>di</strong> estinguere l’incen<strong>di</strong>o<br />
con i mezzi a portata <strong>di</strong> mano<br />
• non tentare <strong>di</strong> iniziare lo spegnimento con i mezzi<br />
portatili se non si è sicuri <strong>di</strong> riuscirvi<br />
• chiamare imme<strong>di</strong>atamente i VVF<br />
• intercettare le alimentazioni <strong>di</strong> gas, energia elettrica, ecc.<br />
• limitare la propagazione del fumo e del fuoco chiudendo<br />
le porte <strong>di</strong> accesso<br />
• iniziare l’opera <strong>di</strong> estinzione garantendosi una via <strong>di</strong> fuga<br />
<strong>di</strong>etro le spalle<br />
• accertarsi che la struttura nel frattempo venga evacuata<br />
• nell’impossibilità <strong>di</strong> controllare l’evento attendere i VVF e<br />
fornire loro precise in<strong>di</strong>cazioni<br />
47
• mantenere la calma (la conoscenza delle procedure e<br />
l’addestramento perio<strong>di</strong>co sono <strong>di</strong> grande aiuto)<br />
• attenersi a quanto previsto nel Piano <strong>di</strong> Emergenza<br />
• evitare <strong>di</strong> trasmettere il panico ad altre persone<br />
• prestare assistenza a chi si trova in <strong>di</strong>fficoltà<br />
• allontanarsi or<strong>di</strong>natamente dal luogo interessato<br />
• non rientrare nella struttura fino a quando non vengono<br />
ripristinate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> normalità<br />
48
CORRIDOIO DI<br />
ESODO<br />
60<br />
45<br />
Sempre <strong>di</strong> larghezza non inferiore a cm. 120 ed<br />
aumentabile per multipli <strong>di</strong> cm. 60<br />
CORPO ELLISSE : <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> ingombro <strong>di</strong><br />
un uomo me<strong>di</strong>o inserito in un rettangolo<br />
Movimento<br />
impe<strong>di</strong>to<br />
Probabilità <strong>di</strong><br />
panico Movimento<br />
regolare Massimo<br />
flusso
Emergenza evacuazione<br />
L’EMERGENZA È UN FATTO IMPREVISTO CHE COGLIE DI SORPRESA<br />
TUTTI COLORO CHE SONO PRESENTI NELL’AMBIENTE DI LAVORO.<br />
LE NORME E LE PROCEDURE DELL’EMERGENZA DEVONO ESSERE<br />
DESCRITTE NEL PIANO DELLE EMERGENZE<br />
TUTTI I LAVORATORI SONO COINVOLTI MA SOLO QUELLI CHE SONO<br />
STATI DESIGNATI SONO AUTORIZZATI A DIRIGERE LE FASI DI<br />
EMERGENZA O EVACUAZIONE.<br />
LE USCITE DI SICUREZZA DEVONO SEMPRE ESSERE VERIFICATE<br />
AFFINCHÉ NON VI SIANO PORTE CHIUSE E VIE INGOMBRE
TELEFONI UTILI<br />
ENTI ESTERNI<br />
V.V. FUOCO ………………………………………………………..……..115<br />
V.V.F. COMMANDO ……….…………………..….…………………..080 5484366<br />
PRONTO SOCCORSO “POLICLINICO”………………………….080 5575724<br />
PRONTO SOCCORSO “S. PAOLO”…………………………..… 080 5373326<br />
AMBULANZE “CROCE R<strong>OSS</strong>A ITALIANA” ………..…..… 080 5041733<br />
AMBULANZE “SERBARI” …………...………………………….… 080 5044040<br />
PRONTO SOCCORSO “UNIVOL” ….. …………...…………. … 080 5589999<br />
POLIZIA ……………………………………………………...……………. 113<br />
CARABINIERI ……………………………………………………………..112<br />
VIGILI URBANI “PRONTO INTERVENTO” ……………………..080 5491257
2° GIORNATA<br />
52
IL RISCHIO ELETTRICO<br />
53
L'ELETTROCUZIONE AVVIENE MEDIANTE CONTATTO<br />
CON PARTI IN TENSIONE.<br />
I contatti possono essere <strong>di</strong> due tipi:<br />
contatti <strong>di</strong>retti, con parti<br />
normalmente in tensione (quali<br />
morsetti, prese, conduttori scoperti<br />
etc);<br />
contatti in<strong>di</strong>retti, con parti che non<br />
sono normalmente in tensione (masse<br />
metalliche, involucri carcasse etc) ma<br />
che per effetto <strong>di</strong> anomalie quali<br />
cedute <strong>di</strong> isolamento, guasti …, si<br />
trovano ad essere in tensione<br />
55
EFFETTI SULLA SALUTE<br />
Il comportamento del corpo umano al<br />
passaggio della corrente elettrica<br />
I movimenti muscolari del corpo sono originati da<br />
impulsi elettrici generati dal cervello. I muscoli,<br />
stimolati da questi impulsi, reagiscono<br />
contraendosi.<br />
La contrazione muscolare: è quel fenomeno per<br />
cui i muscoli, se attraversati dalla corrente, si<br />
irrigi<strong>di</strong>scono (tetanizzazione).<br />
L'arresto respiratorio: l’arresto viene provocato<br />
dall'entrata in contrazione dei muscoli respiratori<br />
(<strong>di</strong>aframmatici, intercostali, pettorali) con<br />
conseguente paralisi della gabbia toracica ed<br />
impe<strong>di</strong>mento dei normali movimenti respiratori.
Cattivi contatti<br />
Dal supplemento <strong>di</strong> gennaio 2005 della rivista Tuttonormel<br />
effetti
IL CORTO CIRCUITO<br />
Dal supplemento <strong>di</strong> gennaio 2005 della rivista Tuttonormel<br />
effetti<br />
59
Definizioni<br />
APPARECCHIO ELETTROMEDICALE<br />
Apparecchio elettrico, munito <strong>di</strong> non più <strong>di</strong> una connessione a una particolare rete <strong>di</strong> alimentazione, destinato alla <strong>di</strong>agnosi, al<br />
trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co, e che entra in contatto fisico o elettrico col<br />
paziente e/o trasferisce energia verso o dal paziente e/o rivela un determinato trasferimento <strong>di</strong> energia verso o dal paziente.<br />
L’APPARECCHIO comprende quegli accessori, definiti dal costruttore, che sono necessari per permettere l’USO NORMALE<br />
dell’APPARECCHIO.<br />
PARTE APPLICATA<br />
Una parte dell’apparecchio che nell’USO NORMALE:<br />
• viene necessariamente in contatto fisico con il PAZIENTE perché l’APPARECCHIO possa svolgere la sua funzione; oppure può<br />
venire a contatto con il PAZIENTE; oppure necessita <strong>di</strong> essere toccata dal PAZIENTE.<br />
La Norma <strong>di</strong>stingue gli apparecchi elettrome<strong>di</strong>cali in base:<br />
alla protezione dai contatti <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti (I, II, AI)<br />
al grado <strong>di</strong> protezione dai contatti <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti delle<br />
loro parti applicate (B, BF, CF)
Apparecchio <strong>di</strong> classe I<br />
Apparecchio nel quale la protezione contro i contatti <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti non consiste soltanto<br />
nell’isolamento fondamentale, ma anche in una misura supplementare <strong>di</strong> sicurezza<br />
consistente nel collegamento dell’apparecchio al conduttore <strong>di</strong> protezione del cablaggio<br />
fisso dell’impianto in modo tale che le parti conduttrici accessibili non possano andare sotto<br />
tensione per un guasto dell’isolamento fondamentale.<br />
1 - Spina con contatto <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> protezione o<br />
2 - Cavo flessibile separabile<br />
3 - Connettore<br />
4 - Contatto e spinotto <strong>di</strong> terra e protezione<br />
5 - Morsetto <strong>di</strong> terra funzionale<br />
6 - Isolamento fondamentale<br />
7 - Involucro<br />
8 - Circuito interme<strong>di</strong>o<br />
9 - Parte collegata alla rete<br />
10 - Parte applicata<br />
11 - Motore con albero accessibile<br />
12 - Isolamento supplementare o schermo messo a terra <strong>di</strong><br />
protezione
Apparecchio <strong>di</strong> classe II<br />
Apparecchio nel quale la protezione contro i contatti <strong>di</strong>retti non consiste soltanto<br />
nell’isolamento fondamentale, ma anche in misure supplementari <strong>di</strong> sicurezza che<br />
realizzano il doppio isolamento o l’isolamento rinforzato. Queste misure escludono la messa<br />
a terra <strong>di</strong> protezione e non <strong>di</strong>pendono dalle con<strong>di</strong>zioni d’installazione.<br />
1 - Spina d'alimentazione<br />
2 - Cavo d'alimentazione<br />
3 - Isolamento fondamentale<br />
4 - Isolamento supplementare<br />
5 - Involucro<br />
6 - Morsetto <strong>di</strong> terra funzionale<br />
7 - Parte collegata alla rete<br />
8 - Parte applicata<br />
9 - Isolamento rinforzato<br />
10 - Motore con albero accessibile
Apparecchio ad alimentazione interna<br />
Apparecchio in grado <strong>di</strong> funzionare con sorgente elettrica<br />
interna.<br />
Un apparecchio può essere riconosciuto come tale<br />
soltanto se non esiste connessione esterna alla sorgente<br />
elettrica interna, oppure se la connessione elettrica alla<br />
sorgente interna, come ad esempio una batteria<br />
ricaricabile, può avvenire solamente dopo la separazione<br />
fisica della sorgente elettrica interna e <strong>di</strong> un eventuale<br />
<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> ricarica dell'apparecchio.<br />
Se queste prescrizioni non possono essere rispettate,<br />
l'apparecchio deve essere classificato <strong>di</strong> classe I o II.
Definizioni<br />
PARTE APPLICATA DI TIPO B<br />
PARTE APPLICATA conforme alla prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un grado <strong>di</strong> protezione<br />
contro i pericoli elettrici, con particolare riguardo alle CORRENTI <strong>di</strong> DISPERSIONE ammissibili.<br />
PARTE APPLICATA DI TIPO BF<br />
PARTE APPLICATA DI TIPO F conforme alla prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un più elevato<br />
grado <strong>di</strong> protezione contro i pericoli elettrici rispetto a quello fornito da PARTI APPLICATE <strong>di</strong> tipo B<br />
PARTE APPLICATA DI TIPO CF<br />
PARTE APPLICATA DI TIPO F conforme alle prescrizioni specificate nella presente Norma che fornisce un più elevato<br />
grado <strong>di</strong> protezione contro i pericoli elettrici rispetto a quello fornito da PARTI APPLICATE <strong>di</strong> tipo BF<br />
PARTE APPLICATA ISOLATA TIPO F (FLOTTANTE)<br />
PARTE APPLICATA isolata da altre parti dell’APPARECCHIO con un grado <strong>di</strong> isolamento tale che non possa circolare una corrente<br />
più alta della CORRENTE DI DISPERSIONE NEL PAZIENTE ammissibile in CONDIZIONE DI PRIMO GUASTO quando una tensione<br />
non voluta generata da una sorgente esterna è connessa al PAZIENTE e quin<strong>di</strong> applicata tra la PARTE APPLICATA e la terra.<br />
PARTI APPLICATE DI TIPO F possono essere PARTI APPLICATE DI TIPO BF o PARTI APPLICATE DI TIPO CF.<br />
PARTI APPLICATE <strong>di</strong> tipo B e BF non sono adatte per un’APPLICAZIONE CARDIACA DIRETTA.<br />
Applicazione car<strong>di</strong>aca <strong>di</strong>retta<br />
Impiego <strong>di</strong> una PARTE APPLICATA che può trovarsi in collegamento conduttore <strong>di</strong>retto con il cuore del<br />
paziente.
FATTORI DI RISCHIO IN<br />
AMBIENTE SANITARIO<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio fisico: Rx ionizzanti, Rx non ionizzanti,<br />
Vibrazioni, Elettricità, Rumore<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio chimico: F armaci, Gas anestetici,<br />
Farmaci antiblastici, Ossido <strong>di</strong> etilene, Formaldeide,<br />
Sostanze sensibilizzanti ed allergizzanti<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio biologico: Epatite virale, TBC, AIDS<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio legati all’organizzazione del <strong>lavoro</strong>:<br />
Rischio infortunistico, Rischio ergonomico, Stress, VDT<br />
67
L’INFERMIERE E LA MOVIMENTAZIONE<br />
DEI CARICHI<br />
68
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI<br />
CARICHI<br />
Azioni od operazioni comprendenti, non solo<br />
quelle più tipiche <strong>di</strong> sollevamento, ma anche<br />
quelle, rilevanti, <strong>di</strong> spinta, traino e trasporto<br />
<strong>di</strong> carichi che “in conseguenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />
ergonomiche sfavorevoli comportano, tra<br />
l’’altro, rischi <strong>di</strong> lesioni dorso-lombari”.<br />
69
ANATOMIA FUNZIONALE E<br />
BIOMECCANICA DELLA COLONNA<br />
VERTEBRALE<br />
Sostegno<br />
Movimento<br />
Protezione strutture<br />
nervose contenute<br />
nel canale vertebrale<br />
70
La C.V. ri<strong>sul</strong>ta costituita dal sovrapporsi in serie<br />
<strong>di</strong> segmenti ossei, con l’interposizione <strong>di</strong> un<br />
<strong>di</strong>sco intersomatico<br />
La porzione anteriore, o somatica, viene sollecitata da forze<br />
prevalentemente assiali; la porzione posteriore, rappresentata<br />
dai processi articolari, viene sollecitata da forze<br />
prevalentemente <strong>di</strong> taglio
ANATOMIA FUNZIONALE E<br />
BIOMECCANICA DELLA COLONNA<br />
VERTEBRALE<br />
Aumento pressione<br />
Fuoriuscita sostanze<br />
nutritive<br />
Diminuzione pressione<br />
Ingresso sostanze<br />
nutritive<br />
72
Gli Infermieri, in particolar modo quelli<br />
geriatrici, hanno una maggior frequenza, per le<br />
Patologie del rachide lombare.<br />
Infatti durante uno stu<strong>di</strong>o effettuato in USA<br />
(LBP = Low Back Pain, dolore posteriore basso),<br />
su 3912 Infermieri il 43% soffre <strong>di</strong> lombalgia,<br />
perciò <strong>di</strong>venta fondamentale la prevenzione e qui<br />
entra in funzione la legge 81/08<br />
73
ART. 47 IL CAMPO DI APPLICAZIONE :<br />
per quelle attività che comportano movimenti manuali <strong>di</strong> carichi,<br />
con i relativi rischi <strong>di</strong> lesioni dorso-lombari, in cui per movimenti<br />
manuali dei carichi si intendono tutte quelle operazioni <strong>di</strong><br />
trasporto o <strong>di</strong> sostegno <strong>di</strong> un carico ad opera <strong>di</strong> uno o più<br />
lavoratori (sollevare, deporre, tirare, portare o spostare un carico<br />
ecc.).<br />
ART.48 GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO<br />
<strong>sul</strong>l'attuazione <strong>di</strong> misure organizzative: deve ricorrere ai mezziattrezzature<br />
meccaniche (sollevatore meccanico, barelle, trapezi,<br />
ecc.), per evitare una movimentazione manuale dei carichi da parte<br />
dell'infermiere, <strong>OSS</strong> e <strong>di</strong> qualsiasi altro operatore sanitario<br />
(soprattutto quando le unità operative hanno una scarsa presenza<br />
fisica e quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> forza).<br />
74
L'ambientazione (spazio, pavimenti,<br />
temperatura, ecc.) è molto importante<br />
in quanto lo spazio deve essere il più<br />
libero possibile, quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>stanza per<br />
sollevare, abbassare o trasportare un<br />
ammalato deve essere più esigua; con<br />
una pavimentazione adeguata, in modo<br />
da non scivolare e con una circolazione<br />
dell'aria più sicura.<br />
Il tutto <strong>di</strong>venta ancora più grave<br />
quando gli sforzi fisici sono più<br />
frequenti e si prolungano nel tempo,<br />
con dei riposi o recuperi insufficienti.<br />
La sor veglianza sanitaria deve essere<br />
effettuata da un me<strong>di</strong>co competente<br />
(art.l6) che può essere sia un fisiatra<br />
che un ortope<strong>di</strong>co: sono necessari<br />
accertamenti specifici (lastre, visite,<br />
TAC, terapie, ecc.), in modo da<br />
accertare l'idoneità dell'infermiere o <strong>di</strong><br />
qualsiasi altro operatore sanitario<br />
soggetto a tale carico.<br />
75
ART. 49 riguarda L'INFORMAZIONE E FORMAZIONE che il<br />
datore <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> deve attuare nei confronti dell'operatore sanitario<br />
(infermiere, <strong>OSS</strong>, ecc), in particolare per quanto concerne il peso<br />
<strong>di</strong> un carico (30 Kg. è troppo pesante), ma soprattutto La<br />
movimentazione corretta dei carichi e i rischi che si corrono se<br />
non si eseguono i movimenti in maniera corretta.<br />
Quin<strong>di</strong> l’importanza <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> formazione, con dei veri esempi<br />
pratici <strong>di</strong> movimentazione corretta del carico da sollevare.<br />
76
L’Ergonomia con modelli sperimentali<br />
77
Consigli per la salute della colonna vertebrale<br />
Nel sollevare un carico, il <strong>lavoro</strong> muscolare e<br />
la sollecitazione dei <strong>di</strong>schi intervertebrali<br />
ri<strong>sul</strong>tano tanto minori quanto più eretta è la<br />
posizione del corpo e quanto più vicino<br />
il carico viene mantenuto al corpo.<br />
Tenere la schiena dritta!
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DEI<br />
CARICHI<br />
Nella movimentazione dei pesi si raccomanda <strong>di</strong> utilizzare<br />
prevalentemente i muscoli del bacino e quelli delle gambe a <strong>di</strong>scapito<br />
<strong>di</strong> quelli del dorso, partendo da una posizione "iniziale" con la<br />
schiena <strong>di</strong>ritta e ginocchia f lesse (posizione accoccolata, es. quando si<br />
alzano le scatole delle flebo o qualsiasi altro oggetto da terra).<br />
Inoltre con la schiena <strong>di</strong>ritta si riduce del 20% il carico sui <strong>di</strong>schi<br />
lombari. Quin<strong>di</strong> per evitare torsioni o movimenti laterali della<br />
colonna o iperestensioni (curvamenti all'in<strong>di</strong>etro della schiena)<br />
occorre che il baricentro del carico sia il più vicino possibile all'asse<br />
verticale con una base <strong>di</strong> appoggio rappresentata dai pie<strong>di</strong>. Il carico<br />
deve avere delle caratteristiche cioè: essere dotato <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> presa,<br />
con un baricentro stabile; infatti quest'ultimo - ripetiamo - deve<br />
essere il più vicino possibile al corpo dell'operatore. Quando bisogna<br />
"traslarlo" lateralmente bisogna ruotare tutto il corpo, non solo il<br />
tronco.<br />
86
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE<br />
DEI CARICHI<br />
Per quanto riguarda la "movimentazione dei pazienti"<br />
negli ospedali bisogna fare prima una piccola<br />
considerazione: gli infermieri, soprattutto quelli<br />
geriatrici, ma anche quelli del Pronto Soccorso,<br />
rianimazione, ortope<strong>di</strong>a, ecc. rappresentano la seconda<br />
categoria dei lavoratori più colpiti nella patologia della<br />
colonna vertebrale.<br />
87
QUANDO IL PAZIENTE E' COLLABORANTE E<br />
L'INFERMIERE E 'SOLO<br />
Posizionamento nel letto Paziente<br />
FLETTE GLI ARTI INFERIORI E SPINGE VERSO IL CUSCINO<br />
L’INFERMIERE- SI PONE UN LATO DEL PAZIENTE,<br />
APPOGGIANDO IL GINOCCHIO SUL BORDO DEL LETTO,<br />
PONENDO UNA MANO SOTTO LA REGIONE GLUTEA DEL<br />
PAZIENTE; AIUTA LA SPINTA DEL PAZIENTE VERSO IL<br />
CUSCINO.
TRASLAZIONE DEL PAZIENTE DAL<br />
LETTO ALLA SEDIA<br />
Paziente - sposta gli arti<br />
inferiori al <strong>di</strong> fuori del bordo<br />
del letto<br />
si mette seduto aiutandosi con<br />
gli arti superiori in posizione<br />
eretta<br />
pone le spalle alla se<strong>di</strong>a<br />
deve collaborare per mettersi<br />
seduto<br />
89
TRASLAZIONE DEL PAZIENTE DAL<br />
LETTO ALLA SEDIA<br />
Infermiere - posiziona la<br />
se<strong>di</strong>a all'altezza del cuscino<br />
del paziente<br />
aiuta il paziente a mettersi<br />
seduto <strong>sul</strong> bordo del letto,<br />
ponendogli una mano<br />
<strong>di</strong>etro la schiena<br />
l'operazione deve essere<br />
eseguita flettendo le<br />
ginocchia e non il busto<br />
si sostiene il paziente<br />
quando è in posizione<br />
eretta a livello del bacino<br />
deve guidare (frenare, ecc)<br />
la <strong>di</strong>scesa verso la se<strong>di</strong>a.<br />
90
QUANDO IL PAZIENTE NON E'<br />
COLLABORANTE<br />
Rotazione nel letto<br />
Infermiere - pone un<br />
piede più avanti<br />
dell'altro, allargando la<br />
propria base <strong>di</strong> appoggio<br />
f lette le ginocchia non il<br />
busto<br />
afferra il paziente a<br />
livello <strong>di</strong> sacro e<br />
scapola, quin<strong>di</strong> esegue la<br />
rotazione<br />
91
SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO<br />
(2 UNITÀ OPERATIVE)<br />
Infermieri- si pongono<br />
ciascuno ad un lato del letto<br />
ognuno mette una mano<br />
all'altezza della scapola del<br />
paziente mettendolo seduto<br />
mettono il paziente a braccia<br />
conserte<br />
gli operatori a questo punto<br />
appoggiano un ginocchio <strong>sul</strong><br />
bordo del letto<br />
quin<strong>di</strong> con una "presa<br />
crociata", un braccio sotto<br />
l'ascella del paziente mentre<br />
l'altro al cavo popliteo lo<br />
sollevano e lo spostano verso<br />
il cuscino.<br />
92
SPOSTAMENTO DAL LETTO ALLA<br />
CARROZZINA (MINIMO 2 UNITÀ<br />
OPERATIVE)<br />
Infermieri (è una manovra che si<br />
esegue congiuntamente agendo in<br />
perfetta coor<strong>di</strong>nazione)<br />
la manovra iniziale è quella <strong>di</strong><br />
mettere il paziente seduto<br />
poi un operatore si pone alle spalle<br />
del paziente effettuando una presa<br />
crociata (mani davanti al torace)<br />
l'altro operatore dopo aver<br />
sistemato la carrozzina <strong>di</strong> fianco al<br />
letto, afferra il paziente sotto il cavo<br />
popliteo, tenendo le proprie<br />
ginocchia in posizione flessa<br />
quin<strong>di</strong> a questo punto con una<br />
manovra congiunta e ben coor<strong>di</strong>nata<br />
si sposta il paziente <strong>sul</strong>la carrozzina.<br />
93
TRASFERIMENTO MANUALE DAL<br />
LETTO ALLA BARELLA (3 OPERATORI)<br />
- Fase 1: 2 UO si <strong>di</strong>spongono ai lati del<br />
letto con un ginocchio <strong>sul</strong> bordo.<br />
Ponendo le mani sotto il bacino e la<br />
spalla del paziente, lo spostano verso<br />
il bordo del letto-<br />
- Fase 2: In questo momento il terzo<br />
operatore pone le mani in modo da<br />
sostenere gli arti inferiori. Quin<strong>di</strong> a<br />
questo punto con un movimento ben<br />
coor<strong>di</strong>nato i tre operatori sollevano il<br />
paziente tenendolo, se possibile, in<br />
posizione orizzontale. Il paziente<br />
viene trasportato sino alla barella, in<br />
cui le UO nel momento<br />
dell'adagiamento devono flettere le<br />
ginocchia, tenendo il busto eretto .<br />
94
SOLLEVAMENTO DA TERRA DI UN<br />
PAZIENTE (2 UNITÀ OPERATIVE)<br />
II primo operatore si pone<br />
alle spalle del paziente con<br />
un ginocchio per terra ed<br />
effettua una presa crociata<br />
(mani davanti al torace).<br />
Il secondo operatore in<br />
posizione seduta sui polpacci<br />
(glutei e bicipiti femorali)<br />
con il busto eretto, afferra il<br />
cavo popliteo degli arti<br />
inferiori del paziente. Quin<strong>di</strong><br />
a questo punto con un<br />
movimento ben coor<strong>di</strong>nato<br />
sollevano il paziente<br />
trasferendo lo sforzo sui<br />
propri arti superiori,<br />
tenendo i pie<strong>di</strong> ben<br />
<strong>di</strong>varicati.<br />
95
SOLLEVAMENTO DA TERRA DI UN<br />
PAZIENTE (2 UNITÀ OPERATIVE)<br />
Gli operatori trasferiscono il<br />
paziente <strong>sul</strong> letto e <strong>sul</strong>la<br />
barella, f lettendo le ginocchia<br />
nel momento in cui lo<br />
adagiano.<br />
96
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DI CARICHI<br />
IN UNA GIORNATA LAVORATIVA DI REPARTO<br />
97
3° GIORNATA<br />
98
RADIZAZIONI<br />
IONIZZANTI E<br />
RADIAZIONI NON<br />
IONIZZANTI<br />
99
RADIAZIONI NON IONIZZANTI<br />
Con il termine "ra<strong>di</strong>azioni non ionizzanti"<br />
(acronimo NIR, Non Ionizing Ra<strong>di</strong>ation) si<br />
comprendono quelle forme <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni<br />
non in grado <strong>di</strong> provocare la rottura <strong>di</strong><br />
legami elettronici della materia e che<br />
portino alla formazione <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong><br />
particelle aventi carica opposta.<br />
100
BREVE DESCRIZIONE DELLE SORGENTI<br />
risonanza magnetica nucleare<br />
laser me<strong>di</strong>cali (laser chirurgici, laser fotocoagulatori laser<br />
fisioterapici e cosmetici, etc.)<br />
apparati per terapia fisica (Gli apparati per terapia fisica, basati<br />
<strong>sul</strong>l’emissione <strong>di</strong> onde elettromagnetiche, sono utilizzati per la<br />
cura <strong>di</strong> tutte quelle malattie il cui decorso può essere<br />
positivamente influenzato da un innalzamento della temperatura<br />
dei tessuti che ne sono affetti)<br />
ra<strong>di</strong>azione ultravioletta (il biologico-ambientale con applicazioni<br />
prevalenti nel campo della sterilizzazione e <strong>di</strong>sinfezione)<br />
impieghi degli ultrasuoni (Le applicazioni in campo sanitario<br />
sono in<strong>di</strong>viduabili nelle tecniche <strong>di</strong>agnostiche, nella terapia<br />
fisica, e in alcune applicazioni <strong>di</strong> pulizia <strong>di</strong> attrezzi e <strong>di</strong>spositivi)<br />
campi magnetici a bassa frequenza<br />
campi elettromagnetici ad alta frequenza<br />
101
TIPOLOGIA DI RISCHI<br />
Opacità del cristallino. Cataratta sottocap<strong>sul</strong>are<br />
anteriore o posteriore.<br />
Opacità corneali, congiuntivite, lesioni retiniche,<br />
aumento della pressione endoculare.<br />
Necrosi, atrofia e fibrosi testicolare con quadri <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>spermia.<br />
Bra<strong>di</strong>car<strong>di</strong>a e labilità pressoria, alterazione dell’ECG<br />
(allungamento del tratto P-Q e del complesso QRS),<br />
acrocianosi.<br />
Cefalea, nausea, vertigini, insonnia, irritabilità,<br />
astenia, <strong>di</strong>minuzione della libido, riduzione dell’attività<br />
sessuale, dolori toracici, malessere generale, <strong>di</strong>sturbi<br />
della memoria, riduzione dei processi <strong>di</strong> ideazione.<br />
etc<br />
102
RADIAZIONI IONIZZANTI<br />
Le ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche o<br />
particelle subatomiche capaci <strong>di</strong> ionizzare la materia. Le più<br />
comuni ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti non corpuscolate sono<br />
rappresentate dai raggi X usati da molti anni nella<br />
<strong>di</strong>agnostica ra<strong>di</strong>ologica e oggi soprattutto nella tomografia<br />
assiale computerizzata (TAC).<br />
Le ra<strong>di</strong>azioni corpuscolate nel settore sanitario sono<br />
rappresentate essenzialmente dalle ra<strong>di</strong>azioni beta e gamma<br />
generate dall'impiego <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>onucli<strong>di</strong> quali il tecnezio e lo<br />
io<strong>di</strong>o 131 per procedure <strong>di</strong>agnostiche e terapeutiche.<br />
103
Clinica:<br />
- leucemie e tumori soli<strong>di</strong><br />
- Ra<strong>di</strong>odermite<br />
- Infertilità<br />
- Cataratta<br />
TIPOLOGIA DI RISCHI<br />
- Mutazioni geniche e cromosomiche<br />
104
RISCHIO BIOLOGICO<br />
Trasmissione <strong>di</strong>retta dall’infetto (cute, mucose, contatto<br />
sessuale)<br />
Trasmissione in<strong>di</strong>retta ( f lugge « g occioli n e d i s a liva», vomito, f e ci, u rine, s a n g u e , p u s)<br />
Trasmissione tramite vettore (zanzare, zecche, ecc.)<br />
- Cute lesa<br />
RISCHIO BIOLOGICO IN AMBIENTE<br />
SANITARIO<br />
Fattori favorenti:<br />
- Immunodeficienze congenite<br />
- Immunodeficienze secondarie (leucemie, linfomi, terapie<br />
antiblastiche, cortisoniche, ra<strong>di</strong>anti, immunosoppressive,<br />
insufficienza epatica e renale)<br />
105
EPATITE B<br />
Principale rischio infettivo in ambiente ospedaliero<br />
Riproduzione virale a livello epatocitario<br />
Risposta immunitaria<br />
Co-infezione con virus D o delta
La vaccinazione contro l’epatite B è:<br />
obbligatoria<br />
non obbligatoria, ma fortemente raccomandata<br />
non esiste<br />
RIEPILOGANDO<br />
Risposta<br />
non obbligatoria, ma fortemente raccomandata<br />
107
CLINICA DELL’INFEZIONE CON HBV<br />
Tempo <strong>di</strong> incubazione: 6 sett.- 6 mesi<br />
Epatite acuta: febbre, astenia, <strong>di</strong>spepsia,<br />
ittero, feci ipocromiche, urine ipercromiche);<br />
sindrome influenzale; asintomatica.<br />
Epatite acuta fulminante: esito infausto<br />
Guarigione nel 95% dei casi<br />
Cronicizzazione in Epatite cronica persistente<br />
o in Epatite cronica attiva (cirrosi ed<br />
epatocarcinoma)
TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE HBV<br />
Trasmissione con sangue e suoi derivati<br />
Trasmissione con sperma, secrezioni vaginali, saliva, lacrime,<br />
sudore<br />
Trasmissione verticale: da madre a feto e da madre a neonato<br />
Modalità più frequenti: puntura con ago infetto, tagli<br />
accidentali
EPIDEMIOLOGIA DELL’INFEZIONE HBV<br />
Elevata frequenza in Africa Centrale, Sud-Est<br />
asiatico, bacino amazzonico e Cina (70-90%)<br />
Europa Meri<strong>di</strong>onale, Giappone, America latina,<br />
Nordafrica: 20-55%<br />
Nordamerica, Australia, Europa Occidentale e<br />
Settentrionale: 5%<br />
Italia Meri<strong>di</strong>onale > Settentrionale<br />
Personale sanitario: 25-50%
PREVENZIONE NELL’INFEZIONE HBV<br />
Prevenzione generica per malattie a<br />
trasmissione parenterale (Di ogni via <strong>di</strong><br />
somministrazione <strong>di</strong> farmaci <strong>di</strong>versa da quella orale, in partic.<br />
per aerosol, fleboclisi o iniezione)<br />
Prevenzione specifica: immunizzazione attiva<br />
Vaccinazione antiepatite:<br />
Vaccino a DNA ricombinante<br />
Vaccinazione gratuita per personale sanitario<br />
Schema vaccinale:0-1-6 mesi
EPATITE C<br />
Virus a RNA<br />
Meccanismo <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> citotossicità ( Si d e f inisce c i t o t ossi c ità l'effetto d i u n<br />
a g e n t e d i t ipo chimico ( u n a m olecola), f isico ( t e m p e ratura, ra<strong>di</strong>azione o onda e lettromagnetica) o<br />
b iologico ( u n a cellula d e l s istema immunitario) i n g r a d o d i i n d u rre d a n n o a d u n a c e l l u l a )<br />
Minore potere infettante<br />
Trasmissione parenterale ( trasfusione <strong>di</strong> sangue ed<br />
emoderivati)<br />
Epatite acuta frequentemente cronicizzantesi (50-60%):<br />
cirrosi epatica e carcinoma epatico
RIPILOGANDO<br />
Se ci si contamina la cute integra ad esempio con materiale<br />
contaminato da virus dell’ epatite C:<br />
non è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra è<br />
un ostacolo sostanzialmente insormontabile per gli agenti<br />
biologici<br />
è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra può<br />
essere oltrepassata dal virus<br />
<strong>di</strong>pende dalla capacità aggressiva del virus e quin<strong>di</strong> in ogni<br />
caso si corre rischio <strong>di</strong> infezione<br />
RISPOSTA<br />
non è possibile contrarre l’infezione perché la cute integra è un ostacolo<br />
sostanzialmente insormontabile per gli agenti biologici<br />
113
TUBERCOLOSI (TBC)<br />
Mycobacterium tubercolosis<br />
Infezione polmonare o extrapolmonare (reni,<br />
cute, ossa)<br />
Primo contatto: complesso primario<br />
asintomatico<br />
Periodo silente<br />
Formazione <strong>di</strong> ascessi fred<strong>di</strong> ad andamento<br />
torpido (polmoni, reni, ossa) colliquantesi in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> immunosoppressione
Nel caso <strong>di</strong> assistenza <strong>di</strong>retta a pazienti affetti da malattie<br />
trasmesse per via aerea (es. Tbc) si applicano:<br />
esclusivamente le procedure <strong>di</strong> isolamento per via aerea<br />
le precauzioni standard più le procedure <strong>di</strong> isolamento per via<br />
aerea<br />
solo le precauzioni standard<br />
RIEPILOGANDO<br />
RISPOSTA<br />
le precauzioni standard più le procedure <strong>di</strong> isolamento per via aerea<br />
115
PRECAUZIONI STANDARD<br />
Lavaggio delle mani:<br />
lavarsi le mani dopo aver toccato sangue, liqui<strong>di</strong> corporei,<br />
secreti, escreti e oggetti contaminati, che si siano indossati i<br />
guanti oppure no<br />
lavarsi le mani in ogni caso dopo la rimozione dei guanti ogni<br />
qualvolta ci siano stati contatti con liqui<strong>di</strong> o materiali <strong>di</strong><br />
derivazione biologica (l'uso dei guanti non sostituisce la<br />
necessità del lavaggio delle mani)<br />
usare un semplice sapone lavando le mani per almeno 10 - 15<br />
secon<strong>di</strong><br />
l'uso <strong>di</strong> un agente antisettico (clorexi<strong>di</strong>na, povidone io<strong>di</strong>o es:<br />
Hibiscrub, Brunoil Hplus) va considerato solo dopo il lavaggio con<br />
sapone e nei casi in cui ci sia stato significativo contatto o<br />
contaminazione con liqui<strong>di</strong> o materiali <strong>di</strong> derivazione biologica<br />
non è certificata l'efficacia dell'uso <strong>di</strong> creme o schiume<br />
protettive.<br />
116
PRECAUZIONI STANDARD<br />
Uso dei guanti:<br />
indossare guanti (sono sufficienti guanti puliti non sterili) prima <strong>di</strong><br />
toccare sangue, liqui<strong>di</strong> corporei, secreti, escreti e oggetti contaminati<br />
cambiare i guanti dopo il contatto con materiale che può contenere una<br />
elevata concentrazione <strong>di</strong> microrganismi<br />
cambiare i guanti in caso <strong>di</strong> verifica o dubbio <strong>di</strong> lesione degli stessi e<br />
lavarsi le mani prima <strong>di</strong> indossarne <strong>di</strong> nuovi<br />
rimuovere prontamente i guanti dopo l'uso<br />
lavarsi le mani dopo essersi tolti i guanti<br />
non toccarsi gli occhi, il naso, la bocca, i capelli o l'epidermide con i<br />
guanti<br />
non toccare con i guanti attrezzature, telefono, porte se sono<br />
attrezzature "pulite" e non allontanarsi dal luogo <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> indossando i<br />
guanti<br />
i guanti devono essere della giusta misura<br />
per quanto possibile non usare guanti in lattice (possono provocare<br />
allergie) a contatto con la pelle (in alternativa utilizzare guanti in<br />
vinile).<br />
117
PRECAUZIONI STANDARD<br />
Uso <strong>di</strong> mascherine, occhiali protettivi, schermi facciali:<br />
usare una mascherina e occhiali protettivi o uno schermo<br />
facciale per proteggere le mucose <strong>di</strong> occhi, naso, bocca<br />
durante le procedure e le attività <strong>di</strong> assistenza al paziente che<br />
possono generare schizzi o spruzzi <strong>di</strong> sangue, liqui<strong>di</strong> corporei,<br />
secreti o escreti.<br />
Uso del camice:<br />
indossare un camice con le maniche lunghe ed elastici ai<br />
polsi per proteggere la cute e per prevenire l'imbrattamento <strong>di</strong><br />
indumenti durante le procedure e le attività <strong>di</strong> laboratorio che<br />
possono generare schizzi o spruzzi <strong>di</strong> sangue, liqui<strong>di</strong> corporei,<br />
secreti o escreti<br />
rimuovere il camice sporco il più presto possibile e lavarsi le<br />
mani<br />
118
Disposizioni Generali<br />
PRECAUZIONI STANDARD<br />
Nei locali <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> è proibito:<br />
mangiare, bere, fumare, truccarsi, portare le mani alla bocca<br />
o agli occhi. Al <strong>di</strong> fuori degli ambienti <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> tale<br />
proibizione rimane se non ci si è prima lavati le mani.<br />
Negli ambienti <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong> deve essere apposta idonea<br />
cartellonistica relativa a quanto sopra.<br />
119
RISCHIO TBC PER IL PERSONALE<br />
SANITARIO<br />
Pazienti con tubercolosi polmonare aperta (ascesso aperto<br />
che scarica nell’albero respiratorio): colpi <strong>di</strong> tosse, starnuti<br />
Reparti a rischio: pneumologia, malattie infettive, laboratori
PREVENZIONE DEL RISCHIO TBC<br />
Maschera facciale<br />
Test tubercolinico: Tine test o intradermoreazione <strong>di</strong> Mantoux
Retrovirus a RNA<br />
INFEZIONE DA HIV<br />
Clinica: deperimento organico, linfoadenopatia,<br />
infezione opportuniste, neuropatie<br />
Categorie a rischio: tossico<strong>di</strong>pendenti,<br />
omosessuali, bisessuali, emofilici<br />
Non esiste né prevenzione specifica, né terapia<br />
Minore resistenza ed infettività rispetto all’HBV<br />
Numero limitato <strong>di</strong> infezioni a carico del<br />
personale sanitario: inoculazione <strong>di</strong> sangue<br />
infetto, contaminazione <strong>di</strong> membrane mucose o<br />
lesioni cutanee
NOTE DI PREVENZIONE<br />
Lavaggio delle mani (accurato, frequente, prolungato)<br />
Uso <strong>di</strong> guanti<br />
Camici protettivi<br />
Maschere, occhiali e coprifaccia protettivi
Definizione<br />
si definiscono anestetici quei farmaci che determinano<br />
abolizione dello stato <strong>di</strong> coscienza e temporanea<br />
inibizione della sensibilità dolorifica, per il periodo <strong>di</strong><br />
somministrazione.<br />
124
CLASSIFICAZIONE DEGLI ANESTETICI PER<br />
INALAZIONE<br />
1) Gassosi<br />
N2O<br />
Etilene<br />
Acetilene<br />
Ciclopropano<br />
Sono sostanze che a pressione e a temperatura ambiente si<br />
trovano allo stato gassoso<br />
2) Volatili<br />
Enflurano (o etrano) Isoflurano (o forano)<br />
Alotano (o fluotano) Etere etilico<br />
Cloroformio Tricloroetilene<br />
Metossifluorano Cloruro <strong>di</strong> etilene<br />
125
60% protossido d’azoto<br />
40% ossigeno<br />
4-5% eteri alogenati<br />
MISCELA DI ANESTESIA<br />
126
Organi bersaglio<br />
PROT<strong>OSS</strong>IDO D’AZOTO<br />
App. riproduttivo - infertilità maschile<br />
- aborti spontanei<br />
Sist. emopoietico - anemia megaloblastica<br />
- leucopenia periferica<br />
127
formazione <strong>di</strong> fluoro ionico<br />
- blocco della crescita cellulare<br />
- inibizione della sintesi proteica e del DNA<br />
- inibizione <strong>di</strong> sistemi enzimatici (enolasi, creatinchinasi,<br />
fosfoglucosidasi)<br />
- inibizione a livello renale del riassorbimento <strong>di</strong> acqua e soluti<br />
(ipotensione)<br />
- formazione <strong>di</strong> bromo ionico<br />
- sintomi neuropsichici<br />
- ipotiroi<strong>di</strong>smo<br />
ANESTETICI VOLATILI<br />
- blocco della spermatogenesi (danno <strong>sul</strong>le cellule del Sertoli)<br />
128
Epatite acuta fulminante autoimmune<br />
Cefalea, anoressia, malessere<br />
Febbre, ittero, letargia<br />
Epatomegalia<br />
ALOTANO<br />
Ipertransaminasemia, iperbilirubinemia, riduzione del<br />
tempo <strong>di</strong> protrombina<br />
129
ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI<br />
Fegato<br />
Epatite acuta e cirrosi (alotano)<br />
aumento della γGT<br />
aumento delle transaminasi<br />
Rene<br />
Alterazione del meccanismo <strong>di</strong> riassorbimento tubulare<br />
(ipotensione)<br />
130
ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI<br />
Apparato car<strong>di</strong>ovascolare<br />
Aritmie (bra<strong>di</strong>car<strong>di</strong>a sinusale, ritmo nodale)<br />
Alterazioni elettrocar<strong>di</strong>ografiche<br />
(allungamento del tratto P-R, del tratto Q-T)<br />
131
INQUINAMENTO AMBIENTALE
APPARECCHIATURE DI ANESTESIA<br />
- sistema <strong>di</strong> rifornimento dei gas<br />
- sistema <strong>di</strong> misura dei gas<br />
- sistema <strong>di</strong> vaporizzazione
CONCENTRAZIONE DEI GAS ANESTETICI NEI<br />
REPARTI OPERATORI<br />
1) Fattori strutturali<br />
forma<br />
cubatura<br />
sistema <strong>di</strong> ventilazione<br />
2) Modalità <strong>di</strong> erogazione<br />
- qualità e quantità degli anestetici<br />
- concentrazione degli anestetici nei gas<br />
- tecnica <strong>di</strong> anestesia impiegata (entità dei flussi<br />
gassosi,<br />
- percentuali <strong>di</strong> vaporizzazione, adozione <strong>di</strong> valvole<br />
deviatrici)<br />
- tipo <strong>di</strong> apparecchiatura <strong>di</strong> erogazione<br />
- caratteristiche dell’apparato <strong>di</strong> smaltimento<br />
- tipo e durata dell’intervento
FONTI DI INQUINAMENTO AMBIENTALE<br />
Imperfetta adesione della maschera facciale<br />
Diffusione dalla gomma delle apparecchiature<br />
Scarsa manutenzione dell’impianto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento<br />
Estubazione del paziente<br />
Espirio del paziente<br />
Per<strong>di</strong>te da tubi, raccor<strong>di</strong>, flussometri, valvole
MONITORAGGIO AMBIENTALE<br />
1) Campionamento in posizione fissa<br />
a) istantanei ambientali o <strong>di</strong> area<br />
- flusso <strong>di</strong> aria 200-300 ml/min<br />
- fialette con carbone attivo<br />
- eseguite ad altezza <strong>di</strong> 1,5 metri<br />
b) campionamenti in continuo<br />
- analizzatori in continuo (spettrofotometria all’infrarosso)<br />
- valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersioni zonali, concentrazioni punta<br />
variabilità intraoperatoria<br />
2) Campionamento <strong>di</strong> tipo personale<br />
136
RISCHIO CHIMICO<br />
Prodotti <strong>di</strong> uso comune<br />
Farmaci antiblastici<br />
Anestetici<br />
Ossido <strong>di</strong> etilene<br />
Formaldeide e glutaraldeide<br />
Dermatiti da contatto<br />
137
BREVI CENNI SUL RISCHIO<br />
CHIMICO<br />
ICI Loredana Pani
Molte sostanze <strong>di</strong> uso sanitario<br />
(solventi, reagenti <strong>di</strong><br />
laboratorio, liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong> sviluppo e<br />
fissaggio delle lastre<br />
ra<strong>di</strong>ografiche, farmaci e<br />
<strong>di</strong>sinfettanti) sono<br />
potenzialmente tossiche.<br />
Il meccanismo più frequente <strong>di</strong><br />
contaminazione è l’inalazione<br />
seguita a <strong>di</strong>stanza, dal contatto<br />
<strong>di</strong>retto della sostanza con cute<br />
e mucose.
IMPORTANZA<br />
DELL’ETICHETTA<br />
Secondo la normativa,<br />
ogni imballaggio <strong>di</strong><br />
sostanza o preparato<br />
pericoloso deve essere<br />
munito <strong>di</strong> etichetta che<br />
permetta<br />
l’identificazione rapida<br />
dei pericoli associati<br />
alla presenza e all’uso<br />
del prodotto.
Sull’etichetta devono<br />
essere presenti, in<br />
caratteri leggibili ed<br />
indelebili tra le altre<br />
informazioni anche:<br />
Simboli e in<strong>di</strong>cazioni<br />
<strong>di</strong> pericolo (stampa in<br />
nero su fondo gialloarancione)<br />
Le frasi <strong>di</strong> rischio<br />
(frasi R)<br />
I consigli <strong>di</strong> prudenza<br />
(frasi S)<br />
ETICHETTA
SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO<br />
(STAMPA IN NERO SU FONDO<br />
GIALLO-ARANCIONE)<br />
CORROSIVO<br />
MOLTO T<strong>OSS</strong>ICO<br />
ESPLOSIVO NOCIVO
ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO<br />
R10 Inf i a m m a b i l e.<br />
R11 F a cilmente i nf i a m m a b i l e.<br />
R20 Nocivo p er ina l a z i one.<br />
R21 Nocivo a conta t t o c on l a p elle.<br />
R22 Nocivo p er inges t i one.<br />
R23 T os s i co p er ina l a z i one.<br />
R24 T os s i co a conta t t o c on l a p elle.<br />
R25 T os s i co p er inges t i one.<br />
R26 M olto t os s i co p er ina l a z i one.<br />
R28 M olto t os s i co p er inges t i one.<br />
R36 Irrita nte p er gli occhi .<br />
R37 Irrita nte p er le v i e r es p i r a t orie.<br />
R38 Irrita nte p er la pelle.<br />
R40 Pos s i b i l i t à d i ef f etti c a ncerogeni - P r ov e<br />
i ns uf f i cienti.<br />
R45 Può p r ov oca r e i l c a ncro.<br />
R49 Può p r ov oca r e i l c a ncro p er ina l a z i one<br />
R60 Può r i d urre l a f ertilità .<br />
R61 Può d a nneggiare i b a m b i ni non a ncora<br />
na t i .<br />
R62 Pos s i b i l e r i s chi o d i r i d otta f ertilità .<br />
R63 Pos s i b i l e r i s chi o d i d a nni a i b a m b i ni non<br />
a ncora na t i .<br />
R64 Pos s i b i l e r i s chi o p er i bambini a l l a t t a t i<br />
a l s eno.<br />
R68 Pos s i b i l i t à d i ef f etti i r r ev ersibili.
COMBINAZIONI DELLE FRASI<br />
R27/28 Molto tossico a<br />
contatto con la pelle e per<br />
ingestione.<br />
R36/37 Irritante per gli occhi e<br />
le vie respiratorie.<br />
R36/38 Irritante per gli occhi e<br />
la pelle.<br />
R36/37/38 Irritante per gli<br />
occhi, le vie respiratorie e la<br />
pelle.<br />
R37/38 Irritante per le vie<br />
respiratorie e la pelle.<br />
R39/26/27/28 Molto tossico:<br />
pericolo <strong>di</strong> effetti irreversibili<br />
molto gravi per inalazione, a<br />
contatto con la pelle e per<br />
ingestione.<br />
DI RISCHIO R<br />
144
I CONSIGLI DI PRUDENZA<br />
(FRASI S)<br />
I consigli <strong>di</strong> prudenza<br />
descrivono le comuni<br />
norme <strong>di</strong> sicurezza da<br />
adottare per rendere<br />
minimi i rischi I<br />
consigli <strong>di</strong> prudenza<br />
sono identificabili con<br />
la lettera S
ESEMPI DI CONSIGLI DI<br />
PRUDENZA<br />
S 1 Conservare sotto chiave.<br />
S 2 Conservare fuori della portata<br />
dei bambini.<br />
S 3 Conservare in luogo fresco.<br />
S 4 Conservare lontano da locali <strong>di</strong><br />
abitazione.<br />
S 5 Conservare sotto (liquido<br />
appropriato da in<strong>di</strong>carsi da parte<br />
del fabbricante).<br />
S 6 Conservare sotto (gas inerte da<br />
in<strong>di</strong>carsi da parte del fabbricante).<br />
S 7 Conser vare il recipiente ben<br />
chiuso.<br />
S 8 Conservare al riparo<br />
dall'umi<strong>di</strong>tà.<br />
S 9 Conservare il recipiente in luogo<br />
ben ventilato.
<strong>OSS</strong>IDO DI ETILENE<br />
Gas incolore, <strong>di</strong> odore dolciastro, infiammabile, altamente<br />
esplosivo<br />
Tendenza a <strong>di</strong>sperdersi nell’ambiente<br />
Utilizzato per la sterilizzazione <strong>di</strong> materiali e strumenti che<br />
non possono essere trattati con il calore (endoscopi, raccor<strong>di</strong><br />
in gomma, tubi <strong>di</strong> drenaggio, suturatrici meccaniche)<br />
147
FORMALDEIDE<br />
Gas incolore, infiammabile, <strong>di</strong> odore pungente, molto solubile<br />
in acqua ed alcol<br />
Sotto forma <strong>di</strong> monomero, tende ad aggregarsi in polimeri<br />
paraformaldeide<br />
In soluzione acquosa è definita formalina o formolo<br />
Usi della formaldeide:<br />
1) Disinfezione <strong>di</strong> pavimenti e superfici lavabili<br />
2) Disinfezione <strong>di</strong> ambienti tramite vaporizzazione <strong>di</strong><br />
formalina<br />
3) Disinfezione <strong>di</strong> strumenti chirurgici e me<strong>di</strong>cali<br />
4) Conservazione <strong>di</strong> campioni biologici<br />
148
FORMALDEIDE<br />
Esposizione professionale<br />
- laboratori <strong>di</strong> anatomia patologica<br />
- servizi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina legale<br />
- produzione <strong>di</strong> plastiche (resine urea-formaldeide, melaminoformaldeide)<br />
Esposizione extraprofessionale<br />
- derivante da da processi industriali (combustione incompleta<br />
degli idrocarburi)<br />
- mobili e accessori per la casa<br />
149
Prevenzione<br />
preferenza della sterilizzazione termica (vapore ad alta<br />
temperatura)<br />
aerazione adeguata dell’ambiente<br />
chiusura imme<strong>di</strong>ata dei contenitori <strong>di</strong> formalina dopo l’utilizzo<br />
utilizzo dei guanti in gomma<br />
FORMALDEIDE<br />
150
RISCHIO DA MANIPOLAZIONE DI<br />
FARMACI ANTIBLASTICI<br />
Sono un gruppo eterogeneo <strong>di</strong> sostanze che inibiscono<br />
la proliferazione delle cellule tumorali con<br />
meccanismi <strong>di</strong>versi, prevalentemente genotossici.<br />
Oltre che per i tessuti neoplastici sono anche lesivi<br />
per alcuni tessuti normali, soprattutto i tessuti ad<br />
alto turnover cellulare, come il midollo osseo e le<br />
mucose del tubo <strong>di</strong>gerente.<br />
151
CLASSI PROFESSIONALI<br />
MAGGIORMENTE ESPOSTE AL RISCHIO<br />
operatori incaricati del ricevimento e dello stoccaggio<br />
(nelle farmacie e nei luoghi <strong>di</strong> deposito delle confezioni <strong>di</strong><br />
farmaci antineoplastici non integre);<br />
personale me<strong>di</strong>co ed infermieristico (addetti alla preparazione<br />
ed alla somministrazione dei farmaci);<br />
personale addetto alla pulizia dei locali e degli strumenti<br />
a<strong>di</strong>biti alla preparazione e somministrazione dei farmaci<br />
(cappe, filtri, piani <strong>di</strong> <strong>lavoro</strong>, pavimenti, ecc…), dei servizi<br />
igienici e degli effetti letterecci dei pazienti ai quali tali<br />
farmaci vengono somministrati (lenzuola, materassi,<br />
indumenti, ecc….);<br />
personale addetto allo smaltimento del materiale usato<br />
per la preparazione e somministrazione dei farmaci<br />
antiblastici (fiale, siringhe, camici, guanti, filtri per cappe,<br />
deflussori, ecc…).<br />
152
Acuti: irritazione della cute, occhi e mucose, arrossamento del<br />
volto, alopecia, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peli, tosse, cefalea, vertigini,<br />
stor<strong>di</strong>menti, dolori addominali, nausea e vomito, dermatiti (fino a<br />
episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> necrosi cutanea correlati all’utilizzo dell’adriamicina),<br />
flebiti, allergie, shock.<br />
Cronici: effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni.<br />
Esposizione del personale sanitario rispetto a quella dei pz in<br />
trattamento è molto <strong>di</strong>versa la dose assorbita è più modesta<br />
sebbene la durata dell’esposizione sia potenzialmente molto più<br />
prolungata.<br />
153
PATOLOGIA ALLERGICA ED IRRITATIVA<br />
DEL PERSONALE OSPEDALIERO<br />
Prevalenza nel personale ospedaliero tra il 10 ed il 15,3%<br />
Classificazione<br />
Dermatite da contatto irritativa<br />
Dermatite da contatto allergica<br />
Orticaria da contatto<br />
Asma professionale<br />
154
Personale ausiliario addetto alle pulizie<br />
Personale addetto ai servizi<br />
Sanificazione ambientale<br />
Disinfezione<br />
Lavoratori domestici<br />
LAVORAZIONI A RISCHIO<br />
155
Chirurgia<br />
Ortope<strong>di</strong>a<br />
Anestesiologia<br />
Me<strong>di</strong>cina<br />
Pneumologia<br />
Psichiatria<br />
Oftalmologia<br />
ORL<br />
Odontostomatologia<br />
Guanti in gomma, <strong>sul</strong>fami<strong>di</strong>ci,<br />
penicilline, antisettici, anestetici<br />
locali, metalli<br />
Stessi allergeni, metilmetacrilato<br />
monomero<br />
Propanilide<br />
Antibiotici, antistaminici, anestetici<br />
locali, antisettici<br />
Antitubercolari (streptomicina,<br />
isoniazide)<br />
Neurolettici, stimolanti<br />
Antibiotici, anestetici locali<br />
Guanti in gomma, anestetici locali<br />
Anestetici locali, materie plastiche,<br />
metalli<br />
156
PULIZIA E SANITIZZAZIONE IN<br />
OSPEDALE<br />
157
La struttura ospedaliera è stata idealmente <strong>di</strong>visa in<br />
tre zone e raggruppata in settori aventi<br />
caratteristiche affini e modalità <strong>di</strong> intervento simili<br />
Si <strong>di</strong>stinguono quin<strong>di</strong>:<br />
Zone a basso rischio<br />
Zone a me<strong>di</strong>o rischio<br />
Zone ad alto rischio<br />
Per ogni zona deve essere previsto un protocollo<br />
in<strong>di</strong>cante il tipo <strong>di</strong> trattamento da effettuare<br />
158
Sono considerate zone a<br />
basso rischio:<br />
Uffici<br />
Corridoi<br />
Sale d’attesa<br />
Atri<br />
Ecc.<br />
ZONE A BASSO RISCHIO<br />
159
Sono considerate zone<br />
a me<strong>di</strong>o rischio:<br />
Aree <strong>di</strong> degenza<br />
Poliambulatori<br />
Ra<strong>di</strong>ologia<br />
Laboratorio<br />
Ecc.<br />
ZONE A MEDIO RISCHIO<br />
160
ZONE AD ALTO RISCHIO<br />
Sono considerate<br />
zone ad alto<br />
rischio:<br />
Camere<br />
operatorie<br />
Rianimazione<br />
Unità coronarica<br />
Centrale <strong>di</strong><br />
sterilizzazione<br />
Ecc.<br />
161
USO DEI DPI
Secondo quanto previsto dal Capo II del DLG 81/08,<br />
si intende per <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduale<br />
(DPI) “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere<br />
indossata dal lavoratore allo scopo <strong>di</strong> proteggerlo<br />
contro uno o più rischi suscettibili <strong>di</strong> minacciarne la<br />
sicurezza o la salute durante il <strong>lavoro</strong>, nonché ogni<br />
complemento o accessorio destinato a tale scopo”.<br />
Tali <strong>di</strong>spositivi dovranno, in ogni caso, essere<br />
conformi alle norme <strong>di</strong> cui al DLG 4 Dicembre 1992 n.<br />
475.<br />
L’uso dei DPI è obbligatorio quando è preve<strong>di</strong>bile un<br />
rischio correlato all’attività che si sta per svolgere.<br />
163
GLI INDUMENTI<br />
DI LAVORO<br />
ORDINARI<br />
NON SONO<br />
CONSIDERATI DPI<br />
164
GUANTI<br />
TIPOLOGIE<br />
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE<br />
RESPIRATORIA<br />
CAMICI<br />
OCCHIALI, VISIERE , SCHERMI<br />
PROTETTIVI<br />
165
L’utilizzo dei guanti<br />
rappresenta un momento<br />
fondamentale per la<br />
riduzione del rischio <strong>di</strong><br />
contaminazione da<br />
contatto con materiale<br />
biologico potenzialmente<br />
infetto.<br />
Gli stessi presi<strong>di</strong> non<br />
assicurano, comunque,<br />
una protezione dagli<br />
incidenti occupazionali<br />
causati da pungenti e /o<br />
taglienti<br />
GUANTI<br />
166
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE<br />
RESPIRATORIA<br />
MASCHERINA<br />
CHIRURGICA<br />
MASCHERE FACCIALI<br />
FILTRANTI<br />
167
MASCHERINA CHIRURGICA<br />
Viene utilizzata in:<br />
Sala operatoria<br />
Sala me<strong>di</strong>cazione<br />
Camere d’isolamento<br />
Sul paziente in isolamento<br />
respiratorio<br />
(paziente con malattie a<br />
trasmissione aerea)<br />
168
MASCHERE FACCIALI FILTRANTI<br />
Il campo <strong>di</strong> applicazione<br />
riguarda:<br />
Assistenza al paziente con TBC<br />
o altra malattia a trasmissione<br />
aerea<br />
Durante l’esecuzione <strong>di</strong><br />
broncoscopie<br />
169
Possono essere:<br />
sterili o non sterili<br />
(TNT o cotone)<br />
Monouso (TNT) o<br />
autoclavabili<br />
(cotone).<br />
Caratteristiche<br />
tecniche:<br />
Idrorepellenza;<br />
Impermeabilità;<br />
Traspirabilità.<br />
CAMICI PROTETTIVI<br />
170
OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI<br />
PROTETTIVI.<br />
Tali DPI devono<br />
essere utilizzati dagli<br />
operatori sanitari per<br />
proteggere<br />
congiuntive e altre<br />
mucose del viso da<br />
eventuali<br />
contaminazioni da<br />
schizzi <strong>di</strong> sangue o <strong>di</strong><br />
altro materiale<br />
biologico<br />
171
GRAZIE PER L’ATTENZIONE<br />
172