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La soggettività e il dolore in ambito previdenziale ... - INCA Lombardia

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Soggettività e <strong>dolore</strong><br />

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medico che più fac<strong>il</strong>mente etichetta <strong>il</strong> paziente come nevrotico o <strong>il</strong> <strong>dolore</strong> come psicogeno.<br />

Inoltre spesso questi pazienti esprimono sentimenti di rabbia e di rivalsa, estesi nei<br />

confronti di tutta la categoria medica, che considerano responsab<strong>il</strong>e della loro sofferenza,<br />

e assumono atteggiamenti che suscitano <strong>in</strong>sofferenza nell’esam<strong>in</strong>atore.<br />

In effetti, quante volte ho ascoltato, distratta, pazienti che accusavano <strong>dolore</strong> persistente<br />

<strong>in</strong> sede di toracotomia, o di sternotomia, o al cavo ascellare dopo l<strong>in</strong>foadenectomia, o al<br />

g<strong>in</strong>occhio operato! Raramente, se non <strong>in</strong> occasione di <strong>dolore</strong> all’arto fantasma, ho dato<br />

credito alle lamentele del paziente.<br />

A tutti noi medici è capitato di ascoltare soggetti operati di by-pass aorto-coronarico che<br />

lamentavano persistenza di <strong>dolore</strong> toracico <strong>in</strong> regione precordiale, pur avendo test ergometrici<br />

che documentavano l’elevata tolleranza allo sforzo e coronarografie che confermavano<br />

l’ottimale rivascolarizzazione miocardica. In tali circostanze l’attenzione si concentra<br />

solitamente sulla negatività strumentale per segni di ischemia residua, trascurando<br />

quella quota di <strong>dolore</strong> riferita, non documentab<strong>il</strong>e strumentalmente, non ang<strong>in</strong>osa,<br />

ma, <strong>in</strong> realtà del tutto plausib<strong>il</strong>e e statisticamente accertata <strong>in</strong> oltre <strong>il</strong> 70% dei pazienti<br />

sottoposti ad <strong>in</strong>tervento cardiochirurgico, come conseguenza del prelievo dell’arteria<br />

mammaria s<strong>in</strong>istra con sezione dei nervi <strong>in</strong>tercostali.<br />

(È opportuno, tuttavia, tener conto che <strong>in</strong> alcuni casi la sensazione dolorosa che residua<br />

ad un <strong>in</strong>tervento chirurgico non riconosce una causa neurologica ma è conseguente all’<strong>in</strong>trappolamento<br />

di tessuto all’<strong>in</strong>terno della cicatrice chirurgica per cui si vengono a determ<strong>in</strong>are<br />

stenosi e aderenze – è <strong>il</strong> caso del <strong>dolore</strong> addom<strong>in</strong>ale successivo a chirurgia <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale<br />

o del l<strong>in</strong>fedema doloroso al braccio dopo mastectomia – e <strong>in</strong> questo caso <strong>il</strong> <strong>dolore</strong><br />

può essere risolto mediante correzione chirurgica.)<br />

Altre s<strong>in</strong>dromi dolorose croniche, <strong>in</strong> assenza di dimostrato substrato organico, sono<br />

quelle che <strong>in</strong>teressano le parti molli e possono essere localizzate ad una regione (<strong>il</strong> capo,<br />

<strong>il</strong> collo, la schiena…) o diffuse ai muscoli di tutto <strong>il</strong> corpo. <strong>La</strong> diagnosi spesso sfugge perché<br />

i s<strong>in</strong>tomi sono comuni a diverse malattie. Quando un <strong>dolore</strong> cont<strong>in</strong>uo <strong>in</strong> un’area<br />

muscolo-scheletrica, che appare rigida, viene esacerbato <strong>in</strong> seguito alla pressione su un ristretto<br />

punto specifico, e non si riscontrano deficit neurologici, né modificazioni ematochimiche,<br />

né alterazioni strumentali, e sono associati sensazione soggettiva di debolezza<br />

muscolare, <strong>dolore</strong> ai movimenti e lieve riduzione della loro ampiezza, s<strong>in</strong>tomi psicologici<br />

quali ansia, depressione e rabbia, comportamenti maladattativi come <strong>in</strong>sonnia, anoressia,<br />

apatia, è possib<strong>il</strong>e orientare la diagnosi verso i disturbi primari della percezione del<br />

<strong>dolore</strong>: <strong>il</strong> <strong>dolore</strong> miofasciale e la fibromialgia.<br />

Il Dolore miofasciale (DMF) è la causa più frequente di <strong>dolore</strong> regionale persistente<br />

(responsab<strong>il</strong>e del 55% dei casi di <strong>dolore</strong> al capo e al collo e dell’85% del <strong>dolore</strong> alla<br />

schiena; del 30% delle cause generali di <strong>dolore</strong>), mentre la fibromialgia (FM) è una tra<br />

quelle più comuni di <strong>dolore</strong> diffuso a tutto <strong>il</strong> corpo (statistiche diverse riportano prevalenze<br />

nella popolazione generale del 3,7-20%, e <strong>il</strong> 75% di pazienti con FM sono donne<br />

di 30-60 anni).

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