La soggettività e il dolore in ambito previdenziale ... - INCA Lombardia
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Soggettività e <strong>dolore</strong><br />
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te distensione, di un viscere cavo; o dall’<strong>in</strong>fiammazione, edema, o necrosi dei tessuti<br />
<strong>in</strong>vasi; o dall’aumento della pressione <strong>in</strong>tracranica.<br />
Il <strong>dolore</strong> somatico, causato da metastasi ossee o dall’attivazione dei nocicettori posizionati<br />
nei tessuti profondi o cutanei, è costante, ben localizzato, tormentoso e a volte<br />
lanc<strong>in</strong>ante.<br />
Se sono co<strong>in</strong>volti i tessuti viscerali, come nel tumore del pancreas e del fegato, <strong>il</strong> <strong>dolore</strong><br />
è profondo, oppressivo e scarsamente localizzato.<br />
Quando orig<strong>in</strong>a dalle strutture nervose assume le caratteristiche urenti e poco localizzate<br />
del tipico <strong>dolore</strong> neuropatico da deafferentazione.<br />
I pazienti affetti da tumore di frequente presentano <strong>dolore</strong> f<strong>in</strong> dalla comparsa della<br />
malattia, altre volte solo con la progressione di essa.<br />
I progressi scientifici degli ultimi decenni hanno permesso di ottenere notevoli miglioramenti<br />
della sopravvivenza dei pazienti oncologici, con la diretta conseguenza che<br />
maggiore importanza hanno assunto quei fattori che condizionano la qualità di vita:<br />
tra questi <strong>il</strong> trattamento del <strong>dolore</strong> oncologico.<br />
Attualmente i malati che hanno subito un trattamento terapeutico per tumore, <strong>in</strong><br />
molti casi, possono tornare al lavoro e condurre una vita attiva, purché sia sotto controllo<br />
<strong>il</strong> s<strong>in</strong>tomo <strong>dolore</strong>. Gli specialisti hanno fornito al malato validi presidi terapeutici<br />
antidolorifici: farmaci analgesici somm<strong>in</strong>istrati per via orale o parenterale, narcotici<br />
per <strong>in</strong>fusione <strong>in</strong>tratecale e <strong>in</strong>trasp<strong>in</strong>ale, neurolitici, trattamenti di radioterapia,<br />
chemioterapia e terapia ormonale palliative.<br />
In alcuni casi, tuttavia, la stessa terapia è foriera di s<strong>in</strong>tomatologia dolorosa, che, però,<br />
di solito, regredisce al cessare della somm<strong>in</strong>istrazione.<br />
I pazienti neoplastici che vengono visitati presso gli ambulatori dell’INPS, avendo presentato<br />
domanda di <strong>in</strong>validità o <strong>in</strong>ab<strong>il</strong>ità, vengono di prassi valutati <strong>in</strong> funzione della<br />
patologia di base. Obbiettivamente, la stima della gravità della malattia assume r<strong>il</strong>ievo<br />
prioritario, rispetto alla riferita, e plausib<strong>il</strong>e, s<strong>in</strong>tomatologia dolorosa connessa.<br />
Questo non vuol dire che venga sistematicamente ignorata. Nel caso <strong>in</strong> cui la neoplasia<br />
non abbia, già di per sé, una prognosi sfavorevole (le neoplasie e l’AIDS sono le<br />
uniche patologie per le quali <strong>il</strong> medico INPS effettua una valutazione prognostica e<br />
non esclusivamente funzionale), come sempre, <strong>il</strong> medico INPS effettua una valutazione<br />
globale della persona. Il <strong>dolore</strong> oncologico, i disturbi dell’affettività, le complicanze<br />
somatiche e funzionali del tumore e della sua terapia, vengono sempre <strong>in</strong>dividualmente<br />
valutati. Non assume r<strong>il</strong>ievo, <strong>in</strong>vece, di consueto, <strong>il</strong> fatto che sia <strong>in</strong> corso la terapia<br />
antiblastica. In sé, <strong>il</strong> sottoporsi a cicli di terapie, anche se queste causano un importante<br />
stato di malessere, non comporta una «<strong>in</strong>fermità» né determ<strong>in</strong>a una permanente<br />
<strong>in</strong>capacità lavorativa. Tutt’al più si tratta di uno stato di «<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>ità temporanea»,<br />
e, <strong>in</strong> tal caso, <strong>il</strong> malato può usufruire, tra le prestazioni previdenziali, della <strong>in</strong>dennità<br />
economica di malattia.