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La soggettività e il dolore in ambito previdenziale ... - INCA Lombardia

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Soggettività e <strong>dolore</strong><br />

28<br />

Il medico legale valuta <strong>il</strong> danno o risolve quesiti legali, ut<strong>il</strong>izzando le proprie conoscenze<br />

medico-biologiche e rigorosi criteri scientifici, e, <strong>in</strong> questo compito, è alla costante ricerca<br />

di fatti concreti, dimostrab<strong>il</strong>i e comprovab<strong>il</strong>i, sforzandosi di acquisire quantomeno<br />

elementi di probab<strong>il</strong>ità, <strong>in</strong> quanto l’approccio medico-legale, per essere corretto, deve tener<br />

conto delle esigenze di prova.<br />

<strong>La</strong> Medic<strong>in</strong>a legale classica, sia per la propria formazione organicistica, che proviene dalla<br />

esperienza sul cadavere, sia per la consuetud<strong>in</strong>e di «parcellizzare» l’<strong>in</strong>dividuo nelle valutazioni<br />

risarcitorie, considera la persona solo <strong>in</strong> relazione al «danno» che ha subito <strong>in</strong><br />

capo a questo o quell’organo, e non nel suo <strong>in</strong>sieme.<br />

Il <strong>dolore</strong>, di conseguenza, di regola entra a far parte della valutazione medico-legale<br />

quando specificamente riguarda un s<strong>in</strong>golo organo leso o una particolare funzione menomata,<br />

oggetti di valutazione.<br />

Nella fase acuta della malattia, la quantificazione del <strong>dolore</strong> non crea problemi <strong>in</strong> quanto,<br />

essendo <strong>il</strong> <strong>dolore</strong> considerato come componente <strong>in</strong>tegrante della lesione, è già sotto<strong>in</strong>teso<br />

nella valutazione del pregiudizio.<br />

Il <strong>dolore</strong>, <strong>in</strong>fatti, nel comune conv<strong>in</strong>cimento, è una modalità sensoriale, di norma corollario<br />

della lesione, che rappresenta solo una sorta di campanello di allarme che mette<br />

<strong>in</strong> guardia l’<strong>in</strong>dividuo nei confronti di eventi nocivi: <strong>in</strong> altre parole, è solo un s<strong>in</strong>tomo<br />

della malattia.<br />

Nella fase cronica di affezioni universalmente riconosciute come dolorose <strong>il</strong> medico legale,<br />

nella sua valutazione, per lo più ignora <strong>il</strong> <strong>dolore</strong>, o, tutt’al più, lo considera come semplice<br />

coefficiente maggiorativo della percentuale del danno obiettivab<strong>il</strong>e per quella affezione.<br />

◗ A volte, tuttavia, <strong>in</strong> casi che di regola evolvono senza residui postumi dolorosi, <strong>il</strong> <strong>dolore</strong><br />

persiste anche quando la malattia si è conclusa, come entità a sé stante: <strong>in</strong> questi<br />

casi l’atteggiamento del medico legale è di perplessità e <strong>in</strong>credulità e al <strong>dolore</strong> di<br />

prassi non viene riconosciuta dignità di danno risarcib<strong>il</strong>e o <strong>in</strong>dennizzab<strong>il</strong>e.<br />

In realtà, questo <strong>dolore</strong> cronicizzato o ricorrente, che si prolunga oltre i tre mesi dall’evento<br />

lesivo o dall’<strong>in</strong>izio della malattia che lo ha <strong>in</strong>izialmente causato, ormai del tutto<br />

autonomo dal danno tessutale e verosim<strong>il</strong>mente sostenuto da un’alterazione dei sistemi<br />

di neurotrasmissione del <strong>dolore</strong>, configura una malattia a sé stante, un «<strong>dolore</strong><br />

malattia», cioè <strong>il</strong> <strong>dolore</strong> cronico o ricorrente. Si tratta di una entità nosologica autonoma,<br />

già da oltre vent’anni <strong>in</strong>quadrata dall’IASP (International Association for the Study<br />

of Pa<strong>in</strong>) e ormai accreditata dai moderni orientamenti, e che <strong>in</strong>veste l’<strong>in</strong>tera persona<br />

e si accompagna a cambiamenti di personalità, st<strong>il</strong>e di vita, calo delle performance.<br />

Anzi, attualmente <strong>il</strong> <strong>dolore</strong> cronico rappresenta uno dei più importanti problemi<br />

sanitari nel mondo occidentale, sia per le implicazioni sanitarie che per i risvolti economico-sociali<br />

(<strong>in</strong> Italia, 11 m<strong>il</strong>ioni di persone soffrono di <strong>dolore</strong> cronico).<br />

Tuttavia, <strong>in</strong> campo medico-legale, risultano problematici <strong>il</strong> riconoscimento e la quantificazione<br />

della «malattia <strong>dolore</strong>».

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