RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE - patgen-clip-rossetto2013
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<strong>RADIAZIONI</strong> <strong>ELETTROMAGNETICHE</strong><br />
Radiazioni ionizzanti Radiazioni eccitanti e ad effetto termico
• Elettromagnetiche<br />
– Radiazioni cosmiche<br />
– Raggi gamma<br />
– Raggi X<br />
– Ultravioletti<br />
– Visibile<br />
– Infra rosse<br />
– Microonde<br />
– Radio<br />
– Elettriche<br />
Tipi di radiazioni<br />
80% delle radiazioni deriva da fonti naturali<br />
• Particelle (radiazioni<br />
corpuscolate)<br />
– Alfa<br />
– Beta<br />
– Elettroni<br />
– Neutroni<br />
– Protoni<br />
– Deuteroni<br />
<strong>RADIAZIONI</strong> IONIZZANTI
Energia della<br />
radiazione<br />
Inferiore ad 1 eV<br />
< 10 eV<br />
> 10 eV<br />
Effetto Cambiamenti<br />
Termico<br />
Eccitante<br />
Ionizzante<br />
energetici coinvolti<br />
Oscillazioni e dislocamenti<br />
degli atomi costituenti le<br />
molecole mediante moti<br />
vibrazionali, rotazionali e<br />
traslazionali<br />
eccitazione degli elettroni di<br />
valenza con innesco di<br />
reazioni chimiche<br />
(FOTOATTIVAZIONE)<br />
eccitazione di elettroni degli<br />
orbitali più interni, transizioni<br />
nucleari con ionizzazione<br />
atomiche e molecolari
Radiazione ionizzante<br />
• Deve avere una energia sufficiente a ionizzare la<br />
materia che essa colpisce.<br />
energia > 10 eV<br />
lunghezza d’onda
Cos’è la Radioattività?<br />
La radioattività è il fenomeno per cui alcuni nuclei, non<br />
stabili, si trasformano in altri emettendo particelle. La<br />
radioattività non è stata inventata dall'uomo, anzi, al<br />
contrario, l'uomo è esposto alla radioattività Uin dal momento<br />
della sua apparizione sulla Terra.<br />
La radioattività è antica quanto l’Universo ed è presente<br />
ovunque: nelle Stelle, nella Terra e nei nostri stessi corpi.
Henry Bequerel e i coniugi Curie
La scoperta della radioattività avvenne alla Uine dell’800 ad opera di<br />
Henry Bequerel e dei coniugi Pierre e Marie Curie, che ricevettero il<br />
Premio Nobel per la Fisica per le loro ricerche. Essi scoprirono che alcuni<br />
minerali, contenenti uranio e radio, avevano la proprietà di impressionare<br />
delle lastre fotograUiche poste nelle loro vicinanze. Le lastre fotograUiche,<br />
una volta sviluppate, risultavano nere.<br />
Per questa loro proprietà, elementi come l’uranio, il radio e il polonio (gli<br />
ultimi due scoperti proprio da Pierre e Marie Curie) vennero denominati<br />
“attivi” e il fenomeno di emissione di particelle venne detto radioattività.<br />
Da allora sono stati identiUicati quasi 2500 specie di nuclei differenti e di<br />
essi solo una piccola percentuale, circa 280, sono stabili.
Cos’è un decadimento radioattivo?<br />
• Gli isotopi presenti in natura sono quasi tutti stabili. Tuttavia, alcuni<br />
isotopi naturali, presentano nuclei instabili. Tale instabilità provoca la<br />
trasformazione spontanea in altri isotopi, e questa trasformazione si<br />
accompagna con l'emissione di radiazioni corpuscolate (particelle α e<br />
β) e non corpuscolate (radiazioni γ ed X).<br />
• Questi isotopi sono detti isotopi radioattivi, o anche radioisotopi, o<br />
anche radionuclidi.<br />
• La trasformazione di un atomo radioattivo porta alla produzione di un<br />
altro atomo, che può essere anch'esso radioattivo oppure stabile. Essa<br />
è chiamata disintegrazione o decadimento radioattivo.<br />
• Il tempo medio che occorre aspettare per avere tale trasformazione<br />
può essere estremamente breve o estremamente lungo. Esso viene<br />
detto “vita media” del radioisotopo e può variare da frazioni di<br />
secondo a miliardi di anni (per esempio, il potassio-‐40 ha una vita<br />
media di 1.8 miliardi di anni).<br />
• Un altro tempo caratteristico di un radioisotopo è il “tempo di<br />
dimezzamento”, ovvero il tempo necessario afUinché la metà degli<br />
atomi radioattivi inizialmente presenti subisca una trasformazione<br />
spontanea.
• Un altro tempo caratteristico di un radioisotopo è il “tempo di<br />
dimezzamento”, ovvero il tempo necessario afUinché la metà degli<br />
atomi radioattivi inizialmente presenti subisca una trasformazione<br />
spontanea.<br />
• Esistono tre diversi tipi di decadimenti radioattivi, che si differenziano<br />
dal tipo di particella emessa a seguito del decadimento. Le particelle<br />
emesse vengono indicate col nome generico di radiazioni:<br />
Radiazioni alfa, beta e gamma
Decadimento Alfa:<br />
Consideriamo un nucleo con numero atomico Z e numero di massa A.<br />
In seguito ad un decadimento alfa, il nucleo emette una particella a,<br />
cioè un nucleo di elio composto da due protoni e due neutroni, e si<br />
trasforma in un nucleo diverso, con numero atomico (Z - 2) e numero di<br />
massa (A – 4). Un esempio è il decadimento dell’uranio-238 in<br />
torio-234 (Figura 3). Le radiazioni alfa, per la loro natura, sono poco<br />
penetranti e possono essere completamente bloccate da un semplice<br />
foglio di carta.
Decadimento Beta:<br />
Il nucleo emette un elettrone e si trasforma in un nucleo con numero<br />
atomico (Z + 1) ma stesso numero di massa. Le radiazioni beta sono<br />
più penetranti di quelle alfa, ma possono essere completamente<br />
bloccate da piccoli spessori di materiali metallici (ad esempio, pochi<br />
millimetri di alluminio).
Decadimento Gamma:<br />
Il nucleo non si trasforma ma passa semplicemente in uno stato di energia<br />
inferiore ed emette un fotone. La radiazione gamma accompagna<br />
solitamente una radiazione alfa o una radiazione beta. Infatti, dopo<br />
l'emissione alfa o beta, il nucleo è ancora eccitato perché i suoi protoni e<br />
neutroni non hanno ancora raggiunto la nuova situazione di equilibrio: di<br />
conseguenza, il nucleo si libera rapidamente del surplus di energia<br />
attraverso l'emissione di una radiazione gamma.<br />
Al contrario delle radiazioni alfa e beta, le radiazioni gamma sono molto<br />
penetranti, e per bloccarle occorrono materiali ad elevata densità come il<br />
piombo.
Interazione della radiazione<br />
con la materia<br />
Sono tanto più pericolose quanto più penetranti<br />
Le particelle alpha formate da due protoni e due neutroni hanno forte<br />
potere ionizzante ma bassa penetrazione a causa delle loro grandi<br />
dimensioni. Di contro le particelle beta sono elettroni emessi dal nucleo e<br />
hanno un minor potere ionizzante, ma una maggiore penetrazione rispetto<br />
alle particelle alpha.
La radioattività è un fenomeno naturale: per questo motivo qualsiasi<br />
cosa sulla Terra, inclusi i nostri corpi, contiene una certa percentuale<br />
di elementi radioattivi.<br />
La radioattività nell’aria è dovuta alla presenza del Radon (Rn).<br />
Questo elemento viene prodotto dal decadimento dell’uranio e del<br />
torio, che si trovano in moltissimi materiali, soprattutto nelle rocce.<br />
Essendo gassoso, il radon riesce ad “evaporare” diffondendosi<br />
nell’aria. In 1 m 3 di aria in un ediUicio chiuso avvengono in media 30<br />
decadimenti di radon al secondo.<br />
Un altro protagonista della radioattività naturale è il Potassio-‐40,<br />
che è presente nel nostro corpo e in generale nella materia biologica,<br />
nei cibi, nella crosta terrestre e nell’acqua di mare. Per esempio, in un<br />
corpo umano si hanno circa 5000 decadimenti di 40 K al secondo. La<br />
radioattività, inoltre, è responsabile del calore interno della Terra.
L'Uranio Impoverito è uno dei materiali di scarto della rafUinazione dell'uranio naturale impiegato a<br />
scopi militari, all'interno di bombe nucleari, o civili, come combustibile per alcuni tipi di reattori<br />
nucleari.<br />
L'uranio naturale è una miscela di tre isotopi, tutti radioattivi. La composizione approssimativa<br />
dell'uranio naturale, con i relativi tempi di dimezzamento è la seguente:<br />
Isotopo Massa % Tempo di Dimezzamento<br />
U-234 0.0054 %<br />
U-235 0.7110 %<br />
-‐ l'Uranio Impoverito -‐<br />
U-238 99.2836 %<br />
247 mila anni<br />
(emissione alfa)<br />
710 milioni di anni<br />
(emissione alfa)<br />
4.51 miliardi di anni<br />
(emissione alfa)<br />
Come si può vedere, l'uranio naturale è costituito in massima parte da U-‐238, l'isotopo meno attivo dei tre. Le armi<br />
nucleari e il combustibile delle centrali nucleari contengono invece una percentuale maggiore di Uranio 235, ottenuta<br />
attraverso il cosiddetto processo di arricchimento dell'Uranio.<br />
Questo processo ha due prodotti: da una parte, un minerale di uranio arricchito nella sua frazione 235; dall'altra, un<br />
minerale di uranio arricchito nella sua frazione 238, e pertanto impoverito della frazione 235. Per convenzione, il<br />
primo viene chiamato uranio arricchito, e il secondo Uranio Impoverito.<br />
L'Uranio Impoverito mantiene sempre una piccola percentuale dello stesso isotopo fortemente<br />
radioattivo, ovvero l'U-‐235, che serve anche come componente delle bombe nucleari.
Come si misura la radioattività?<br />
L'unità di misura della radioattività è il becquerel (Bq). 1 Bq<br />
corrisponde a 1 disintegrazione al secondo. Poiché questa unità<br />
di misura è assai piccola, la radioattività si esprime molto<br />
spesso in multipli di Bq: il kilo-‐becquerel (kBq) = 10 3 Bq, il<br />
Mega-‐becquerel (MBq) = 10 6 Bq e il Gigabecquerel (GBq) =<br />
10 9 Bq.<br />
L'unità di misura usata in precedenza era il Curie (Ci) deUinita<br />
come la quantità di radioattività presente in un grammo di<br />
radio.
Che cos'è una radiazione ionizzante?<br />
• Una radiazione capace di strappare elettroni dagli<br />
atomi<br />
• Questo processo viene detto ionizzazione<br />
• Può iniziare danni biologici leggeri o così severi da<br />
causare la morte
alpha<br />
particle<br />
Processo di ionizzazione<br />
e -<br />
Nucleus Nucleus<br />
e -<br />
e -<br />
e -<br />
alpha<br />
particle
EFFETTI PATOLOGICI DELLE <strong>RADIAZIONI</strong><br />
IONIZZANTI<br />
Sono un fattore patogeno diffuso a livello ambientale,<br />
i cui effetti sugli organismi viventi dipendono da:<br />
Energia (E)<br />
Intensità (I) E = I x t<br />
tempo di esposizione (t)<br />
assorbimento
DANNI DA <strong>RADIAZIONI</strong><br />
Molti studi su cellule in coltura.<br />
Le cellule e i tessuti degli organismi viventi sono costituiti<br />
per la maggior parte (60-‐80 %) di acqua e per il restante di<br />
varie molecole ed atomi. Gli atomi più presenti sono H, O, C,<br />
N, P, S, Ca.<br />
Gli effetti delle radiazioni si possono distinguere in:<br />
-‐ EFFETTO DIRETTO<br />
-‐ EFFETTO INDIRETTO
Interazione diretta della radiazione con molecole<br />
biologiche targets<br />
• La radiazione colpisce direttamente la molecola<br />
biologica<br />
• Bersaglio: le molecole più grandi hanno più grande<br />
probabilità di essere colpite:<br />
DNA, RNA, proteine, zuccheri, lipidi<br />
Effetti dipendenti da intensità e meccanismi di<br />
riparo<br />
Avviene con più probabilità con particelle alfa,<br />
neutroni, etc.
Danni indiretti delle radiazioni<br />
• Sono conseguenti alla radiolisi dell’acqua<br />
• Costituiscono la maggior causa di danni biologici<br />
dato che l’acqua è il componente principale, ed<br />
anche se più piccola della maggior parte delle altre<br />
molecole biologiche, ha la maggior probabilità di<br />
essere colpita (per ogni molecola di DNA ci sono<br />
circa 1.2 X 10 7 molecole di acqua)
RADICALI LIBERI:<br />
Ogni specie chimica (mono-‐ o poliatomica, dotata di carica elettrica o<br />
elettricamente neutra) la cui struttura elettronica è caratterizzata<br />
dalla presenza di almeno un elettrone spaiato.<br />
I radicali liberi sono caratterizzati da una considerevole instabilità e<br />
reattività.<br />
Si formano normalmente durante i processi ossidativi della cellula.
TARGETS BIOLOGICI<br />
• DNA è una molecola molto sensibile ai danni<br />
• Molti dei danni al DNA sono riparabili dai<br />
vari sistemi di riparo del DNA, purchè<br />
essi ne abbiano il tempo……<br />
• Vari tipi di danno: alterazione di basi,<br />
rottura di un singolo Uilamento, rottura di<br />
ambedue i Uilamenti, crosslinking<br />
Azione diretta o indiretta
Azione diretta<br />
• Rottura di un Uilamento da parte di una<br />
particella ad alta energia<br />
X-‐ray<br />
e -‐
Azione indiretta<br />
• Danno al DNA da parte di un radicale<br />
libero<br />
X-ray<br />
e -<br />
H<br />
Ossidazione basi, alchilazione, perdita basi<br />
H<br />
O<br />
OH .
Il danno a un singolo Uilamento è comune ed è<br />
riparabile utilizzando la copia complementare<br />
intatta
Danno ad ambedue i Uilamenti<br />
• Il danno al secondo Uilamento<br />
avviene prima che il danno sia<br />
riparato (intensità della<br />
radiazione)<br />
• Non è riparabile e causa<br />
aberrazioni cromosomiche
DANNO AL DNA:<br />
Ampio spettro di alterazioni strutturali: DELEZIONI,<br />
ROTTURE, TRASLOCAZIONI E FRAMMENTAZIONI.<br />
Fuso mitotico disordinato.<br />
RigonUiamento nucleare e condensazione cromatina<br />
Rottura membrana nucleare. APOPTOSI.<br />
A dosi elevate di energia radiante: NECROSI e lisi<br />
cellulare.
Danno al DNA da radiazioni attivano p53 con arresto del ciclo<br />
cellulare, riparazione del DNA e in alcuni casi apoptosi
DANNI DA <strong>RADIAZIONI</strong><br />
Diverse sono le conseguenze in seguito a lesioni<br />
sui cromosomi, distinguiamo:<br />
• DANNO GENETICO: per mutazione di una cellula<br />
sessuale (ovocita o spermatozoo). Il danno si<br />
vedrà sui Uigli in 1° -‐ 2° -‐3° generazione.<br />
• DANNO SOMATICO : per mutazione di una cellula<br />
qualsiasi dell’organismo, escluse le cellule sessuali,<br />
i danni si manifestano immediatamente.
DANNI DA <strong>RADIAZIONI</strong><br />
• TEMPO DI LATENZA: le manifestazioni cliniche<br />
delle radiolesioni possono non evidenziarsi<br />
immediatamente, bensì dopo un tempo di latenza<br />
più o meno lungo.<br />
• Diverse sono le variabili che inUluenzano il tempo<br />
di latenza, come ad es. la “radiosensibilità<br />
cellulare”
RADIOSENSIBILITA’ CELLULARE<br />
Poiché il DNA è il più importante bersaglio subcellulare<br />
delle radiazioni ionizzanti la radiosensibilità è:<br />
- DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA CAPACITA’<br />
PROLIFERATIVA<br />
- INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL DIFFERENZIAMENTO<br />
CELLULARE<br />
§ cellule emopoietiche immature<br />
§ cellule germinali<br />
§ epitelio gastrointestinale<br />
§ Linfociti<br />
sono altamente sensibili al danno da radiazioni
I soggetti colpiti da radiazioni possono manifestare:<br />
Anemia<br />
Infezioni batteriche<br />
Emorragie<br />
Sterilità<br />
Embrioni abortivi<br />
Diarree sanguinolente + infezioni intestinali<br />
Eruzioni cutanee<br />
Cancro
MODALITA’ DI IRRAGGIAMENTO:<br />
ESTERNO: sorgente esterna al rivestimento cutaneo<br />
INTERNO: radiofarmaci per scintigraUie, esposizione<br />
a polveri di uranio da parte di minatori
DOSE DELLA RADIAZIONE DIPENDE DA:<br />
-‐ NATURA DELLA RADIAZIONE (± energetica, ± penetrante)<br />
-‐ MODALITA’ DI IRRAGGIAMENTO (DOSI SUDDIVISE<br />
possono permettere alle cellule di riparare parte del danno. La terapia radiante<br />
dei tumori sfrutta la capacità delle cellule normali di riparare i danni al DNA più<br />
rapidamente delle cellule tumorali).<br />
-‐ ESTENSIONE DELLA SUPERFICIE CORPOREA<br />
IRRADIATA (irraggiamento locale o Panirraggiamento)
EFFETTI ACUTI DELLE <strong>RADIAZIONI</strong> IONIZZANTI<br />
SULLE CELLULE<br />
L'unità di misura della dose assorbita dalla materia a seguito dell'esposizione alle<br />
radiazioni ionizzanti é il Gray (Gy). 1 Gy corrisponde a una quantità di energia di<br />
1 Joule (J) assorbita da 1 kilogrammo di materia. 1 Gy equivale a 100 rad<br />
› 10 Gy (1000 rad) necrosi<br />
1-‐2 Gy (100-‐200 rad) distruzione delle cellule proliferanti<br />
‹ 0.5 Gy (50 rad) nessun effetto istopatologico<br />
(danni subcellulari spt. al DNA. Cellule geneticamente danneggiate<br />
possono diventare maligne)
EFFETTI SOMATICI TARDIVI (STOCASTICI)<br />
• Tumori<br />
– Leucemie 8-‐10 anni<br />
– Tumori ossei 15 anni<br />
– Tumore della tiroide 15-‐30<br />
– Tumori polmonari 10-‐20 anni<br />
Leucemie infantili da analisi con raggi X di donne incinte a causa<br />
del fatto che l’embrione ed il feto sono molto radiosensibili dato<br />
che sono caratterizzati da un’intensa proliferazione cellulare. E<br />
ciò ampliUica la possibilità di Uissare e trasmettere mutazioni<br />
somatiche coinvolte nella cancerogenesi.