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Rischio chimico

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AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “FEDERICO FEDERICO II” II<br />

DIPARTIMENTO ASSISTENZIALE DI IGIENE, MEDICINA DEL LAVORO<br />

E DI COMUNITA’<br />

COMUNITA<br />

Direttore: Prof.ssa M. Triassi<br />

RISCHIO CHIMICO<br />

Gas, Vapori, Fumi, Polveri, Fumi, Nebbie, Liquidi.<br />

Etichettatura – la normativa, le misurazioni e applicazioni<br />

pratiche; Rischi da agenti cancerogeni e mutageni-<br />

Manipolazione di antiblastici<br />

Corso di Formazione Regionale per operatori<br />

dei Dipartimenti di Prevenzione<br />

marzo 2010


RISCHIO DI NATURA CHIMICA<br />

(comunemente definito definito ““<strong>Rischio</strong> <strong>Rischio</strong> <strong>chimico</strong>)<br />

<strong>chimico</strong>)<br />

“Probabilit Probabilità che sia raggiunto il potenziale nocivo nelle<br />

condizioni di utilizzazione o esposizione agli agenti chimici”* chimici<br />

Probabilità Probabilit di comparsa di effetti avversi (danni) in seguito alla<br />

esposizione lavorativa ad agenti chimici


Nella definizione normativa, il rischio “<strong>chimico</strong> <strong>chimico</strong>” lavorativo è<br />

ascritto all’assieme all assieme delle condizioni potenzialmente efficienti<br />

ad inficiare la Sicurezza e/o la Salute nei luoghi di lavoro per<br />

la presenza in essi o, ad ogni modo, nell’ambito nell ambito delle<br />

lavorazioni, di “AGENTI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI”.<br />

PERICOLOSI .<br />

Sono considerati agenti chimici pericolosi le sostanze ed i<br />

preparati che, in base alle loro caratteristiche chimiche,<br />

<strong>chimico</strong>-fisiche <strong>chimico</strong> fisiche e tossicologiche, sono classificati nelle<br />

categorie di pericolo di cui al D.Lgs. 52/97 e al D.Lgs. 285/98<br />

e s.m., o che rientrano, in ogni modo, nei criteri di<br />

classificazioni previsti nei citati decreti.


RIFERIMENTI NORMATIVI<br />

Il rischio <strong>chimico</strong> è definito e regolato dal titolo IX del<br />

D.lgs. 81/08<br />

Nel succitato Decreto, gli articoli dal 221 al 265, suddivisi<br />

nei Capi da I a IV, trattano le seguenti aree tematiche:<br />

Protezione da agenti chimici<br />

Protezione da agenti cancerogeni e mutageni<br />

Protezione dai rischi connessi all’esposizione all esposizione all’amianto all amianto<br />

Sanzioni


CAPO I<br />

ART. 221 – DEFINIZIONE DEI CAMPI D’APPLICAZIONE<br />

APPLICAZIONE<br />

Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione<br />

dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che<br />

derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici<br />

presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività attivit<br />

lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici.<br />

I requisiti individuati dal presente capo si applicano a tutti gli gli<br />

agenti chimici pericolosi che sono presenti sul luogo di<br />

lavoro.<br />

Le disposizioni del presente capo si applicano altresì altres al<br />

trasporto di agenti chimici pericolosi.<br />

Esse non si applicano alle attività attivit comportanti esposizione ad<br />

amianto, che restano disciplinate dalle norme contenute al<br />

capo III del presente titolo.


CAPO I<br />

ART. 222 – LE DEFINIZIONI<br />

AGENTI CHIMICI: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia<br />

nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti,<br />

compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività attivit<br />

lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi immessi<br />

o<br />

no sul mercato;<br />

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI:<br />

• agenti chimici classificati come sostanze pericolose (D.lgs. 3/2/97 3/ 2/97<br />

n.52).<br />

• agenti chimici classificati come preparati pericolosi (D.lgs. 14/3/03 14/3/03<br />

n.65).<br />

• agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi,<br />

pericolosi,<br />

possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori lavoratori<br />

a causa di loro proprietà propriet <strong>chimico</strong>-fisiche, <strong>chimico</strong> fisiche, chimiche o tossicologiche e<br />

del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro.


CAPO I<br />

ART. 222 – LE DEFINIZIONI<br />

ATTIVITÀ ATTIVIT CHE COMPORTA LA PRESENZA DI AGENTI<br />

CHIMICI: ogni attività attivit lavorativa in cui sono utilizzati<br />

agenti chimici, in ogni tipo di procedimento, compresi la<br />

produzione, la manipolazione, l’immagazzinamento, l immagazzinamento, il<br />

trasporto o l’eliminazione l eliminazione e il trattamento dei rifiuti


AGENTI CHIMICI<br />

DEFINIZIONE CHIMICA<br />

a. Sostanze elementari, le cui molecole sono composte da uno o più pi<br />

atomi dello stesso elemento<br />

b. Sostanze complesse o composti, le cui molecole sono costituite costituite<br />

da<br />

almeno due atomi di natura differente<br />

DEFINIZIONE IGIENISTICA INDUSTRIALE<br />

Elementi o composti chimici, singoli o in miscugli, naturali o prodotti prodotti<br />

da<br />

sintesi, con i quali si realizza il contatto per manipolazione o<br />

esposizione passiva, negli ambienti di lavoro e/o di vita .


CAUSE E FONTI DELL’ ESPOSIZIONE<br />

LAVORATIVA<br />

Esposizione attiva Gli agenti chimici sono il<br />

substrato delle lavorazioni (Es. industria<br />

chimica)<br />

Esposizione semiattiva Gli agenti chimici<br />

sono collaterali o reflui delle lavorazioni (Es.<br />

gas di saldatura)<br />

Esposizione passiva Gli agenti chimici sono<br />

forniture o scarti delle lavorazioni (Es.<br />

materiali stoccati o rifiuti )<br />

Esposizione incontrollata Gli agenti chimici<br />

sono presenti nei materiali strutturali


VARIABILI DEL RISCHIO CHIMICO<br />

Pericolo Occasioni<br />

Variabile<br />

qualitativa<br />

Variabili<br />

quantitative<br />

X<br />

Sussistenza del pericolo<br />

Intensità Intensit<br />

Durata esposizione<br />

Sicurezza


La variabile necessaria alla determinazione<br />

del rischio <strong>chimico</strong> è<br />

agenti<br />

la pericolosità pericolosit degli<br />

Essa è, , tuttavia, una condizione da sola non<br />

sufficiente, giacché giacch devono essere<br />

contemporaneamente presenti gli induttori<br />

dell’effetto dell effetto dannoso<br />

La pericolosità, pericolosit , pertanto, rappresenta una<br />

variabile qualitativa<br />

Essa corrisponde alla potenzialità potenzialit di<br />

determinare danno, qualora sussistano<br />

condizioni favorenti


LE CAUSE DELLA PERICOLOSITA’ PERICOLOSITA DEGLI<br />

AGENTI CHIMICI<br />

Tossicità Tossicit<br />

diretta<br />

Reattività Reattivit<br />

Pericolosità<br />

Pericolosit<br />

degli agenti<br />

chimici<br />

Effetti su<br />

ambiente


Considerando le cause della pericolosità pericolosit degli<br />

agenti chimici, si potrebbe dedurre che<br />

esistono agenti chimici pericolosi ed altro non<br />

pericolosi<br />

Nella realtà, realt , l’affermazione l affermazione che alcuni agenti<br />

assolutamente non sono pericolosi è arbitraria<br />

I fattori induttivi sono, infatti, essenziali nel<br />

modificare i profili di pericolosità<br />

pericolosit<br />

Infatti Infatti<br />

Agenti ritenuti non pericolosi possono<br />

acquisire pericolosità pericolosit in situazioni particolari,<br />

così cos come può essere controllata l’evenienza<br />

l evenienza<br />

contraria


INDUTTORI DELLE VARIAZIONI DEI PROFILI DI<br />

PERICOLOSITA’<br />

PERICOLOSITA<br />

Ambientali<br />

<br />

1. Presenza di fattori<br />

inducenti e/o<br />

favorenti<br />

Individuali<br />

<br />

1.Ipersuscettibilità<br />

1.Ipersuscettibilit<br />

genetiche<br />

2.Alterazioni<br />

anatomiche e/o<br />

funzionali<br />

3.Patologie d’altra d altra<br />

natura in corso


CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI<br />

(D.P.R. N° N 52 - 3 febbraio 1997)<br />

Reattività Reattivit<br />

chimica<br />

Effetti<br />

sull’uomo sull uomo<br />

Sostanze esplosive<br />

Sostanze comburenti<br />

Sostanze infiammabili<br />

Tossici<br />

Nocivi<br />

Corrosivi<br />

Irritanti<br />

Sensibilizzanti<br />

Cancerogeni<br />

Mutageni<br />

Tossici del ciclo riproduttivo


Nocivi<br />

Corrosivi<br />

Allergilizzanti<br />

Tossici<br />

DECLARATORIA DEGLI EFFETTI AVVERSI<br />

Effetti localizzati alle zone di contatto, di<br />

durata contenuta e assoluta reversibilità<br />

reversibilit<br />

Effetti localizzati o topici, realizzati su cute<br />

e mucose, con alterazione della continuità continuit ed<br />

esito in cicatrizzazione<br />

Innesco di reazioni immunologiche di I tipo<br />

(allergie respiratorie) o di III tipo (D.A.C. ( D.A.C.)<br />

Effetti sistemici, prevalenti negli organi<br />

bersaglio, di differente gravità gravit e durata, sino<br />

alla non reversibilità reversibilit (agenti agenti poco, poco,<br />

mediamente mediamente o o molto molto tossici)<br />

tossici


Cancerogeni<br />

Mutageni<br />

Tossici<br />

riproduttivi<br />

Dannosi per<br />

l’ambiente ambiente<br />

Effetti di induzione o promozione<br />

neoplastica<br />

Induzione di mutazioni cromosomiche<br />

•Effetti Effetti teratogeni<br />

•Inibizione Inibizione della fertilità fertilit<br />

•Abortivi Abortivi<br />

•Effetti Effetti zoo e/o fitotossici<br />

•Effetti Effetti dannosi sulle strutture solide,<br />

naturali e/o edificate


EFFETTI DEGLI AGENTI XENOBIOTICI<br />

TOSSICO Agente <strong>chimico</strong> che, per assorbimento ingestione o<br />

contatto, provoca un danno cellulare dal quale esitano morte della della<br />

cellula e/o alterazioni delle funzioni di essa<br />

CANCEROGENO Agente <strong>chimico</strong> che, per assorbimento<br />

ingestione o contatto, provoca un danno al DNA del nucleo, con<br />

mantenimento della sopravvivenza della cellula<br />

TERATOGENO Agente <strong>chimico</strong> che causa o aumenta<br />

l’incidenza incidenza di malformazioni congenite.


Epatotossicità<br />

Epatotossicit<br />

Forme di<br />

Tossicità Tossicit<br />

Nefrotossicità<br />

Nefrotossicit<br />

Emotossicità Emotossicit<br />

Neurotossicità<br />

Neurotossicit


AGENTI EPATOTOSSICI<br />

Solventi organici Induzione enzimatica<br />

Idrocarburi<br />

Alogenosostituiti<br />

Citolisi<br />

Steatosi<br />

Amine e aminici Citolisi


AGENTI NEFROTOSSICI<br />

Solventi organici Tubolopatici citotossici<br />

Glicoli Tubolopatici meccanici<br />

Sali metalli pesanti<br />

Amine e aminici<br />

Tubolopatici osmotici<br />

Glomerulolesivi<br />

Vasosclerotizzanti<br />

Citotossici vie escretrici


Idrocarburi<br />

aromatici<br />

Mordenti<br />

endiaminici<br />

Nitroderivati<br />

organici<br />

Cationi<br />

metallici<br />

AGENTI EMOTOSSICI<br />

Mieloinibitori<br />

Mieloinibitori<br />

Apastizzanti<br />

Emolizzanti<br />

Anemizzanti


Idrocarburi<br />

alogenosostituiti<br />

Idrocarburi<br />

ciclizzati<br />

Cresilfosfati<br />

Arsenicali<br />

AGENTI NEUROTOSSICI<br />

Euforizzanti<br />

Narcotizzanti<br />

Demielinizzanti<br />

Degeneranti assonali<br />

Glicoli Inibitori serotonina<br />

Cationi metallici<br />

Inibitori neurotrasmissione<br />

Degeneranti corticali<br />

Degeneranti assonali


Cancerogeni<br />

genotossici<br />

Cancerogeni<br />

epigenetici<br />

AGENTI CANCEROGENI<br />

Agiscono direttamente sul genoma, sia<br />

somatico sia germinale, senza un<br />

evidente dose dipendenza<br />

Amine aromatiche, Benzene, Amianto<br />

Agiscono favorendo l’azione l azione oncogena,<br />

a dosi critiche e per esposizioni<br />

prolungate<br />

Composti endiaminici,<br />

endiaminici,<br />

polifenili


CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI IN FUNZIONE<br />

DELLO STATO D’AGGREGAZIONE<br />

SOLIDI<br />

SOLIDI<br />

PNEUMATCI<br />

LIQUIDI<br />

AERIFORMI<br />

FORME MISTE<br />

POLVERI<br />

FIBRE<br />

FUMI<br />

AEROSOL<br />

NEBBIE<br />

GAS<br />

VAPORI<br />

SMOG


POLVERI<br />

FIBRE<br />

INDUTTORI DELL’AERODISPERSIONE<br />

FUMI Combustione<br />

Frantumazione meccanica, naturale o antropica<br />

Essiccazione (disidratazione termoindotta)<br />

AEROSOL Aerodispersione meccanica o pneumatica<br />

VAPORI<br />

Frantumazione meccanica, naturale o antropica<br />

Essiccazione (disidratazione termoindotta)<br />

Riduzione termoindotta tensione superficiale<br />

NEBBIE Aggregazione vapori per decremento termico<br />

GAS<br />

Dispersione per decrementi di pressione


POLVERI<br />

Particelle solide di varie dimensioni disperse nell’aria nell aria<br />

inferiore a 0.5 μ<br />

tra 0.5 e 5 μ<br />

maggiore di 5 μ<br />

penetrano in<br />

profondità ma in<br />

parte sono espirate<br />

Frazione respirabile, che<br />

si fissa negli alveoli<br />

Frazione inalabile, che è<br />

trattenuta nelle prime<br />

vie aeree


La “dimensione” del rischio da polveri è funzione di più<br />

variabili, spesso attive in sinergia<br />

1. Meccanismo di formazione La frantumazione meccanica<br />

fornisce alla polvere energia cinetica che ne favorisce la<br />

dispersione<br />

2. Granulometria Il rapporto tra la dimensione ed il peso<br />

specifico condiziona la velocità della sedimentazione e<br />

l’escursione dello spostamento dalla zona di produzione (le<br />

polveri di diametro < 1 micron e a basso peso sedimentano<br />

molto lentamente per effetto dei moti browniani)<br />

3. Umidificazione La presenza di vapore d’acqua naturale o<br />

l’umidificazione forzata favoriscono la sedimentazione per<br />

incremento del peso e riducono la forza cinetica impressa dalla<br />

frantumazione


Es.<br />

• nebbie acquose<br />

• nebbie oleose<br />

• nebbie di solventi<br />

NEBBIE<br />

Aerosol di particelle liquide di dimensioni inferiori a 1 micron<br />

disperse nell’aria,<br />

generate da processi di<br />

evaporazione e condensazione, atomizzazione, nebulizzazione etc.


Es.<br />

FUMI<br />

Aerosol con particelle solide provenienti<br />

dalla combustione incompleta di sostanze carboniose<br />

o dalla condensazione di sostanze gassose<br />

di dimensioni inferiori a 1 micron<br />

• scarichi di motori (carrelli trasportatori)<br />

• fumi di saldatura


Es.<br />

• ossido di carbonio<br />

• Acetilene<br />

• protossido di azoto<br />

• ozono<br />

GAS<br />

Aeriforme che a temperatura ambiente esiste solo allo stato di gas


Es.<br />

• vapori di solventi<br />

• vapori di acidi<br />

VAPORI<br />

Forma gassosa di una sostanza normalmente allo stato liquido


• INALAZIONE<br />

• CONTATTO (pelle e mucose )<br />

• INGESTIONE<br />

ASSORBIMENTO DEGLI<br />

AGENTI CHIMICI


MISURE DI CONTROLLO DEL<br />

RISCHIO CHIMICO<br />

La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori<br />

si attua attraverso principi di prevenzione<br />

riguardanti la conservazione, la manipolazione, lo<br />

smaltimento dei preparati pericolosi e le modalità modalit di<br />

intervento in caso d’incidente.<br />

d incidente.<br />

Perché Perch le operazioni suddette siano svolte in modo<br />

corretto,<br />

occorre che chiunque abbia a che fare con preparati<br />

pericolosi<br />

disponga di informazioni chiare e complete.


ETICHETTATURA DEGLI AGENTI<br />

E DEI PREPARATI<br />

IL CONTROLLO “ A MONTE”<br />

SCHEDE DI SICUREZZA


Chi immette sul mercato un preparato pericoloso,<br />

sia esso il fabbricante, l’importatore l importatore o il distributore,<br />

è tenuto ad applicare un’etichetta un etichetta sull’imballo sull imballo e<br />

a fornire gratuitamente al destinatario del preparato<br />

una scheda informativa in materia di sicurezza<br />

(su supporto cartaceo o informatico),<br />

in occasione o anteriormente alla prima fornitura.<br />

Il contenuto informativo delle schede di sicurezza ed etichette dei preparati<br />

pericolosi è disciplinato dalla legge, secondo criteri uniformi in ambito<br />

europeo.<br />

- D.M. 04 aprile 1997 (attuazione art. 25 D.lgs. 52/97)<br />

- Decreto 7 settembre 2002<br />

Sulla scheda devono essere riportati 16 punti informativi.


SCHEDE DI SICUREZZA (SDS)<br />

1. 1. Identificazione Identificazione della della sostanza/preparato e e della della societàà/impresa<br />

societ /impresa<br />

2. 2. Composizione/informazione sugli sugli ingredienti<br />

ingredienti<br />

3. 3. Identificazione Identificazione dei dei pericoli pericoli<br />

4. 4. Interventi Interventi di di primo primo soccorso soccorso<br />

5. 5. Misure Misure antincendio<br />

antincendio<br />

6. 6. Provvedimenti Provvedimenti in in caso caso di di dispersione dispersione accidentale<br />

accidentale<br />

7. 7. Manipolazione Manipolazione ed ed immagazzinamento<br />

8. 8. Protezione Protezione personale/controllo dell'esposizione<br />

9. 9. Proprietàà Propriet fisiche fisiche e e chimiche chimiche<br />

10. 10. Stabilitàà Stabilit e e reattivitàà reattivit<br />

11. 11. Informazioni Informazioni tossicologiche<br />

tossicologiche<br />

12. 12. Informazioni Informazioni ecologiche<br />

ecologiche<br />

13. 13. Osservazioni Osservazioni sullo sullo smaltimento<br />

smaltimento<br />

14. 14. Informazioni Informazioni sul sul trasporto trasporto<br />

15. 15. Informazioni Informazioni sulla sulla normativa<br />

normativa<br />

16. 16. Altre Altre informazioni<br />

informazioni


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO E DELLA<br />

SOCIETÀ/IMPRESA<br />

SOCIET /IMPRESA<br />

Nome commerciale (deve essere il medesimo che compare sull’etichetta),<br />

sull etichetta),<br />

codice commerciale, tipo di prodotto ed impiego, fornitore, numero numero<br />

telefonico di chiamata urgente della società societ e/o di un organismo ufficiale<br />

di consultazione.<br />

2. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI<br />

L’informazione informazione fornita deve permettere al destinatario di identificare<br />

identificare<br />

agevolmente i rischi rappresentati dalla sostanza o dal preparato preparato<br />

pericoloso, mediante l’indicazione l indicazione della presenza e della relativa<br />

concentrazione di:<br />

- Sostanze contenute pericolose per la salute ai sensi della direttiva direttiva<br />

67/548/CEE e successivi adeguamenti o per le quali esistono limiti limiti<br />

di<br />

esposizione riconosciuti<br />

- Sostanze per le quali sono riconosciuti i limiti di esposizione, esposizione,<br />

ma non<br />

sono coperte da classificazione con i simboli e le frasi R.


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

3. 3. IDENTIFICAZIONE DEI DEI PERICOLI PERICOLI<br />

Si devono indicare in modo chiaro e succinto i più pi rilevanti<br />

pericoli per la sicurezza, per la salute e per l’ambiente l ambiente propri<br />

della sostanza o del preparato, quali ad esempio:<br />

- Estrema infiammabilità: infiammabilit : sostanze i cui vapori sono più pi pesanti<br />

dell’aria dell aria e possono formare miscele infiammabili ed esplosive<br />

con l’aria. l aria.<br />

- Esplosività: Esplosivit : il contenitore esposto ad una temperatura<br />

superiore ai 50° 50 C può deformarsi e scoppiare.<br />

- Potenzialità Potenzialit nociva di vapori o di aerosol di componenti del<br />

preparato.


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

4. 4. INTERVENTI INTERVENTI DI DI PRIMO PRIMO SOCCORSO<br />

SOCCORSO<br />

Devono essere fornite indicazioni, brevi e di facile<br />

comprensione, sulle misure di primo soccorso per l’infortunato,<br />

l infortunato,<br />

per le persone a lui vicine e per coloro che prestano i primi<br />

soccorsi.<br />

I sintomi e gli effetti devono essere esposti in modo sintetico sintetico<br />

e le<br />

istruzioni devono fornire indicazioni sugli interventi da attuare attuare<br />

in<br />

caso di infortunio e quali effetti ritardati siano da attendersi a<br />

seguito dell’esposizione.<br />

dell esposizione.<br />

È buona norma scindere le indicazioni per paragrafi relativi a:<br />

- Inalazione<br />

- Contatto con la pelle<br />

- Contatto con gli occhi<br />

- Ingestione


5. . MISURE ANTINCENDIO<br />

SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

Indicare le prescrizioni per la lotta contro gli incendi causati dal prodotto,<br />

o che si sviluppano nelle sue vicinanze, precisando:<br />

- I mezzi di estinzione appropriati<br />

- I mezzi di estinzione che non devono essere usati per ragioni di di<br />

sicurezza<br />

- Eventuali rischi di esposizione derivanti dal preparato stesso, dai prodotti di<br />

combustione, dai gas prodotti.<br />

- L’equipaggiamento equipaggiamento speciale di protezione per gli addetti all’estinzione all estinzione degli<br />

incendi<br />

6. PROVVEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE<br />

A secondo della sostanza o del preparato in questione, possono essere essere<br />

necessarie<br />

informazioni in merito:<br />

- Alle precauzioni individuali<br />

- Alle precauzioni ambientali<br />

- Ai metodi di pulizia


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

7. MANIPOLAZIONE ED IMMAGAZZINAMENTO<br />

• Manipolazione: indicare gli accorgimenti tecnici per la<br />

manipolazione in sicurezza quali:<br />

- La ventilazione locale e generale<br />

- Le misure per prevenire la formazione di aerosol e polveri<br />

nonché nonch il fuoco e qualsiasi altra prescrizione specifica<br />

• Stoccaggio: considerare le condizioni per uno stoccaggio<br />

sicuro fra cui:<br />

- La progettazione specifica dei locali e dei contenitori<br />

- I materiali incompatibili<br />

- Le condizioni di stoccaggio<br />

- L’impianto impianto elettrico speciale<br />

- La prevenzione dell’accumulo dell accumulo di elettricità elettricit statica


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

8. PROTEZIONE PERSONALE/CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE<br />

Per “controllo controllo dell’esposizione<br />

dell esposizione” si intende tutta una serie di<br />

misure precauzionali da adottare durante l’uso l uso al fine di ridurre<br />

al minimo l’esposizione l esposizione del lavoratore che fa uso di preparati o<br />

prodotti pericolosi.<br />

Nel caso in cui occorra una “protezione protezione individuale”, individuale , bisogna<br />

specificare il tipo di equipaggiamento in grado di fornire<br />

l’adeguata adeguata protezione:<br />

- Protezione respiratoria: maschere e filtri adatti<br />

- Protezione delle mani: guanti<br />

- Protezione degli occhi: occhiali con ripari laterali, visiera<br />

- Protezione della pelle: camice, grembiule, indumenti protettivi<br />

completi<br />

Fare riferimento – ove necessario - alle norme CEN.


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

9. PROPRIETÀ PROPRIET FISICHE E CHIMICHE<br />

Questa voce comprende le seguente informazioni:<br />

- Aspetto<br />

- Odore<br />

- pH<br />

- Punto e intervallo di ebollizione e di fusione<br />

- Punto di infiammabilità<br />

infiammabilit<br />

- Infiammabilità Infiammabilit (solidi, gas)<br />

- Auto-infiammabilit<br />

Auto infiammabilità<br />

- Proprietà Propriet esplosive<br />

- Proprietà Propriet comburenti<br />

- Solubilità: Solubilit : idrosolubilità idrosolubilit o lipo-solubilit<br />

lipo solubilità (solvente grasso da<br />

precisare)<br />

- Altri dati: indicare i parametri importanti per la sicurezza, come come<br />

la<br />

densità densit di vapore, la miscibilità, miscibilit , la velocità velocit di evaporazione, la<br />

conducibilità, conducibilit , la viscosità.<br />

viscosit


10. STABILITÀ STABILIT E REATTIVITÀ<br />

REATTIVIT<br />

SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

Questa voce riguarda la stabilità stabilit delle sostanze o del preparato <strong>chimico</strong> e la<br />

possibilità possibilit che si verifichino reazioni pericolose in determinate circostanze.<br />

circostanze.<br />

11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE<br />

In questo caso devono essere indicati – in modo conciso, ma completo e<br />

comprensibile – tutti gli effetti tossicologici (danni per la salute) che possono possono<br />

insorgere qualora l’utilizzatore l utilizzatore entri in contatto con il preparato o sostanza<br />

tossica.<br />

12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE<br />

Occorre indicare gli effetti, il comportamento e la trasformazione trasformazione<br />

nell’ambiente<br />

nell ambiente<br />

della sostanza o del preparato, a seconda della loro natura e dei dei<br />

relativi metodi<br />

di utilizzo (ragionevolmente prevedibili). Analoghe informazioni debbono<br />

essere fornite per i prodotti pericolosi derivanti dalla degradazione degradazione<br />

di sostanze<br />

e preparati.


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

13. OSSERVAZIONI SULLO SMALTIMENTO<br />

Se lo smaltimento della sostanza o del preparato (eccedenza o<br />

residui derivanti dall’utilizzo dall utilizzo prevedibile) comporta un rischio,<br />

bisogna fornire una descrizione sui metodi idonei di smaltimento<br />

residui e l’informazione l informazione relativa alla loro manipolazione sotto<br />

l’aspetto aspetto della sicurezza.<br />

14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO<br />

Indicare tutte le precauzioni particolari di cui un utilizzatore deve<br />

essere consapevole e che deve seguire per quanto concerne il<br />

trasporto o la movimentazione all’interno all interno o all’esterno all esterno dell’azienda.<br />

dell azienda.


SCHEDE SCHEDE DI DI SICUREZZA SICUREZZA (SDS) (SDS)<br />

15. INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA<br />

Questa voce prevede la trascrizione delle informazioni, riportate riportate<br />

sull’etichetta, sull etichetta, in applicazione delle direttive sulla classificazione,<br />

classificazione,<br />

sull’imballaggio sull imballaggio e sull’etichettatura sull etichettatura delle sostanze e dei preparati<br />

pericolosi.<br />

16. ALTRE INFORMAZIONI<br />

Indicare qualsiasi altra informazione che potrebbe essere rilevante rilevante<br />

per<br />

la sicurezza e la salute, nonché nonch per la protezione<br />

dell’ambiente. dell ambiente. Sotto questa voce può comparire la data di emissione<br />

della scheda.


ETICHETTATURA<br />

L’etichetta etichetta ha lo scopo di permettere che<br />

chiunque venga in contatto col prodotto<br />

possa identificarlo immediatamente<br />

ed essere al corrente dei rischi.<br />

In caso di necessità necessit<br />

potrà potr servire anche al medico o<br />

alle squadre di primo soccorso.<br />

Ogni recipiente contenente un prodotto pericoloso<br />

deve essere etichettato da chi lo ha riempito.<br />

Se il prodotto viene travasato<br />

l’etichetta etichetta deve essere riprodotta e applicata sul nuovo recipiente. recipiente.


L’etichetta etichetta sull’imballo sull imballo deve recare le indicazioni scritte<br />

in modo leggibile ed indelebile, nella lingua del paese in<br />

cui il prodotto è commercializzato:<br />

a) Denominazione o nome commerciale del preparato<br />

b) Nome e indirizzo completi, compreso il numero<br />

telefonico, del responsabile dell’immissione dell immissione sul mercato.<br />

c) Nome <strong>chimico</strong> delle sostanze pericolose presenti nel<br />

preparato<br />

d) Simboli ed indicazioni di pericolo<br />

e) Frasi di rischio (frasi R)<br />

f) Consigli di prudenza (frasi S)<br />

g) Quantitativo nominale espresso in massa o in volume<br />

del contenuto.


ETICHETTATURA DEI MATERIALI<br />

PERICOLOSI<br />

- SIMBOLI DI PERICOLO: si tratta di pittogrammi (figure ( figure) ) di colore<br />

nero in un quadrato arancione incorniciato di nero. Le dimensioni<br />

minime di questo quadrato sono di 10 mm × 10 mm, oppure almeno il<br />

10% della superficie totale dell'etichetta, associati ad una o due due<br />

lettere di immediata lettura, che permettono di identificare<br />

visivamente il tipo di pericolo a cui è associata la sostanza o il<br />

preparato.<br />

- FRASI DI RISCHIO "R“: sono frasi formate dalla lettera R seguita da<br />

un numero, o da più numeri combinati tra loro, ed indicano un rischio<br />

di tipo specifico. Esistono 59 frasi di rischio.<br />

- CONSIGLI DI PRUDENZA "S“: sono frasi formate dalla lettera S<br />

seguita da un numero, o da più numeri combinati tra di loro, e<br />

indicano regole di corretta manipolazione per operare in sicurezza. I<br />

consigli di prudenza sono 60.


PITTOGRAMMI di PERICOLO<br />

INFIAMMABILE ESTREMAMENTE<br />

INFIAMMABILE<br />

TOSSICO ALTAMENTE<br />

TOSSICO<br />

NOCIVO IRRITANTE<br />

ESPLOSIVO CORROSIVO<br />

PERICOLOSO PER<br />

L’AMBIENTE


VALUTAZIONE DEL RISCHIO<br />

FASI PROCEDURALI:<br />

I. . FASE<br />

II.<br />

FASE<br />

III.<br />

FASE<br />

IV.<br />

FASE<br />

CHIMICO<br />

Individuazione della presenza dei<br />

fattori di rischio <strong>chimico</strong> (pericoli).<br />

Individuazione della presenza di<br />

potenziali situazioni di esposizione ai<br />

fattori di rischio <strong>chimico</strong> (esposizione).<br />

Rilevazione e misurazione dei livelli di<br />

esposizione ai fattori di rischio <strong>chimico</strong>. <strong>chimico</strong><br />

Stima e valutazione dell’esposizione<br />

dell esposizione<br />

ad agenti chimici pericolosi.


MISURAZIONE DEL RISCHIO<br />

METODO<br />

DIRETTO<br />

Misura<br />

dell’inquinamento<br />

dell inquinamento<br />

Misura<br />

dell’imbrattamento<br />

dell imbrattamento<br />

METODO<br />

NON DIRETTO<br />

Calcolo integrato<br />

degli indicatori<br />

di rischio


Oggettività<br />

analitica<br />

Difficoltà<br />

tecniche<br />

Scarsa<br />

ripetibilità<br />

METODO DIRETTO<br />

Riferibilità a<br />

limiti normati<br />

Scarsa duttilità<br />

Alti costi


Che cosa sono i valori limite?<br />

Il valore limite è la concentrazione di un agente<br />

<strong>chimico</strong> nell’aria nell aria degli ambienti di vita e/o di lavoro,<br />

al di sotto della quale non sono presenti effetti<br />

dannosi<br />

Nella fissazione dei valori limite, è necessario<br />

stabilire preliminarmente quali siano gli effetti<br />

dannosi, che s’intende s intende evitare


TLV<br />

VALORI LIMITE DI RIFERIMENTO<br />

Thereshold Level Value<br />

Concentrazione di agenti chimici al di sotto<br />

della quale si può ritenere, con buona<br />

predittività, predittivit , che non si manifestino danni nella<br />

maggior parte degli esposti<br />

TLV TWA Short Weighted Average<br />

Media ponderata delle concentrazioni di una<br />

sostanza, cui si può essere esposti per 8 ore o<br />

per 40 ore<br />

TLV STEL Short Term Exoposure Limit<br />

TLV C<br />

Valore maggiorato della concentrazione media<br />

TLV-TWA, TLV TWA, che può essere consentito solo se<br />

non si manifestano gravi fenomeni irritativi,<br />

potenziali effetti non reversibili, azioni<br />

narcotiche<br />

Thereshold Level Value Ceiling<br />

Concentrazione massima, che non deve essere<br />

superata in alcun momento delle esposizioni<br />

lavorative


In rapporto con il tipo d’effetto d effetto da evitare<br />

(d’organo, (d organo, critico o subcritico), i valori limite hanno<br />

differenti gradi di restrittività<br />

restrittivit<br />

Con la sola eccezione degli agenti sicuramente<br />

cancerogeni, per i quali s’adottano s adottano limiti molto<br />

prudenziali, la maggior parte dei valori limite è<br />

garante della non comparsa di effetti critici


METODI DI MISURA DELLA DISPERSIONE DI AGENTI<br />

CHIMICI NELL’ARIA<br />

NELL ARIA<br />

CAMPIONAMENTO ANALISI<br />

Campionamento<br />

a tempo<br />

CAMPIONAMENTO ANALISI<br />

Calcolo integrato<br />

CAMPIONAMENTO IN CONTINUO


CAMPIONAMENTO ANALISI DI TIPO IMMEDIATO<br />

Metodo fondato sulla variazione di colore di<br />

composti cromogeni, applicabile a sostanze con<br />

potere cromogenico<br />

I cromogeni, generalmente allo stato solido e nella<br />

forma di microgranuli, sono contenuti in<br />

contenitori trasparenti di volume definito (Fiale<br />

Dragger) Dragger)<br />

Il metodo consente le identificazioni:<br />

qualitativa colore sviluppato<br />

quantitativa lunghezza della zona colorata


1. Immediatezza della valutazione<br />

2. Semplicità Semplicit di esecuzione<br />

3. Costo esiguo<br />

1. Non adeguato potere dirimente ( (concentrazioni<br />

concentrazioni<br />

alte) alte<br />

2. Frequenti reazioni crociate (falsi positivi)<br />

3. Non applicabilità applicabilit a situazioni d’inquinamento<br />

d inquinamento<br />

non noto<br />

4. Termolabilità Termolabilit dei cromogeni


CAMPIONAMENTO CON ANALISI IN LABORATORIO<br />

Inquinanti<br />

corpuscolati<br />

Vapori<br />

Gas<br />

Captazione su filtri elettrostatici<br />

Gorgogliamento in liquidi fissanti<br />

Adsorbimento su supporti solidi<br />

Entrambi i tipi di inquinante e metodi prevedono<br />

l’aspirazione aspirazione forzata dell’aria dell aria mediante vacuometri


Captazione su filtri elettrostatici<br />

1. Filtri diafanizzabili lettura con metodi di<br />

osservazione in microscopia<br />

2. Filtri digeribili lettura con metodi <strong>chimico</strong>-fisici<br />

<strong>chimico</strong> fisici<br />

su eluati ottenuti dalla digestione acida dei filtri<br />

Adsorbimento su supporti solidi<br />

Adsorbimento su supporti inerti (carbone attivo, gel<br />

di silice), dai quali l’adsorbito<br />

l adsorbito è eluito in laboratorio<br />

con<br />

Energia termica (riscaldamento)<br />

Energia meccanica (flussi d’azoto d azoto o altri inerti a<br />

pressione)


1. Possibilità Possibilit di identificare con precisione le<br />

singole sostanze<br />

2. Possibilità Possibilit di quantizzare anche piccole dosi<br />

3. Possibilità Possibilit di evidenziare anche inquinanti<br />

non previsti<br />

1. Alti costi delle apparecchiature<br />

2. Alti costi dei metodi analitici<br />

3. Esigenza di analisti specializzati<br />

4. Limitazione del risultato al momento<br />

dell’analisi<br />

dell analisi <br />

ripetuti<br />

esigenza di campionamenti


CAMPIONAMENTO-ANALISI CAMPIONAMENTO ANALISI IN CONTINUO<br />

Metodi analitici che consentono di effettuare<br />

campionamenti analisi in continuo di inquinanti<br />

gassosi e vapori<br />

Fonorilevatori I.R. I.R<br />

Generatori di campo<br />

magnetico<br />

Trasduttori di segnale elettrico


1. Possibilità Possibilit di analisi in continuo<br />

2. Semplificazione campionamento<br />

delle operazioni di<br />

3. Attendibilità Attendibilit analitica dei risultati<br />

1. Alto costo delle apparecchiature<br />

2. Esigenza di identificazione preliminare delle<br />

sostanze da campionare<br />

3. Non possibilità possibilit di identificare e quantizzare<br />

sostanze complesse<br />

4. Possibili interferenze da manipolazione


ANALITICA<br />

CHIMICO<br />

CINETICA<br />

VARIABILITA’ VARIABILITA NELLE MISURE<br />

PrecisioneConcordanza Precisione Concordanza tra analisi ripetute<br />

AccuratezzaCorrispondenza Accuratezza Corrispondenza con i valori<br />

dell’analita<br />

dell analita<br />

SensibilitàMisura Sensibilit Misura di piccole quantità quantit<br />

SpecificitàRiduzione Specificit Riduzione delle interferenze<br />

PrecisioneRidotta Precisione Ridotta dispersione intorno media<br />

AccuratezzaStima Accuratezza Stima di esposizioni diverse<br />

Sensibilità< Sensibilit < 5% falsi negativi<br />

Specificità< Specificit < 20% falsi positivi


IL METODO NON DIRETTO<br />

Semplicità<br />

Semplicit<br />

Ridotto costo<br />

Ripetibilità<br />

Ripetibilit<br />

Aggiornabilità<br />

Aggiornabilit<br />

Sistema basato sul calcolo<br />

integrato di più pi indicatori<br />

Assenza di<br />

limiti normati<br />

di riferimento


INDICATORI DI RISCHIO<br />

Classi di pericolosità<br />

pericolosit<br />

Durata<br />

dell’esposizione<br />

dell esposizione<br />

Intensità Intensit<br />

Modalità Modalit<br />

d’esposizione<br />

esposizione


Classe di pericolosità<br />

pericolosit<br />

METODI DI CALCOLO<br />

CARATTERISTICHE DELL’ESPOSIZIONE<br />

DELL ESPOSIZIONE<br />

Intensità Intensit esposizione<br />

Durata esposizione<br />

<strong>Rischio</strong><br />

potenziale<br />

+<br />

Modi<br />

esposizione<br />

<strong>Rischio</strong><br />

potenziale<br />

<strong>Rischio</strong><br />

reale


INTENSITA’<br />

INTENSITA<br />

Quantità Quantit<br />

manipolate<br />

Proprietà Propriet<br />

chimiche<br />

Stato di<br />

aggregazion<br />

e e Volatilità Volatilit<br />

Trasformazioni<br />

I SOTTOINDICATORI<br />

DURATA<br />

Numero di ore<br />

Frequenza:<br />

singola e<br />

cumulata<br />

MODALITA’<br />

MODALITA<br />

Caratteristiche<br />

ambientali<br />

Dotazione<br />

mezzi<br />

protezione<br />

Informazione<br />

Formazione


Il procedimento di calcolo procede in fasi<br />

successive:<br />

successive<br />

1. Ricognizione dei pericoli<br />

2. Allocazione in una classe di pericolo ( (indici indici di di pericolositàà pericolosit<br />

delle delle sostanze sostanze dedotti dedotti dalle dalle frasi frasi di di rischio rischio e e dalla dalla schede schede di di<br />

sicurezza) sicurezza<br />

3. Individuazione della classe di rischio teorico ( (interazione interazione<br />

tra tra la la classe classe di di pericolo, pericolo, l’’intensit l intensitàà e e la la durata durata dell’’esposizione<br />

dell esposizione)<br />

4. Analisi dei modi d’esposizione d esposizione ( (dotazioni dotazioni in in DPI, DPI, DPO DPO e e<br />

DPA) DPA<br />

5. Verifica della rispondenza rispetto alla check-list check list<br />

corrispondente alla classe di rischio teorico<br />

6. Calcolo del rischio reale


?<br />

COME SI PERVIENE ALLA DEFINIZIONE DELLA CLASSE<br />

DI PERICOLO?<br />

La classe di pericolo corrisponde alle potenzialità potenzialit di danno<br />

degli agenti adoperati<br />

Le potenzialità potenzialit sono dedotte dalle Frasi di rischio (lettere R),<br />

dalle informazioni tossicologiche e dalla schede di sicurezza<br />

Classe SOSTANZE ADOPERATE<br />

Sostanze cancerogene R45 e R49<br />

IV<br />

Sostanze teratogene R46, R47, da R60 a R64<br />

Farmaci citotossici fortemente sospettati di cancerogenicità<br />

III Sostanze altamente tossiche da R 26 a R 29, R32, R33, da R 39<br />

a R 41, R 48 - Gas anestetici<br />

II Sostanze tossiche da R 23 a R 25, R 31, R 34, R35, R42, R43<br />

I Sostanze nocive R20, R21, R22, R36, R37, R38


PASSAGGI SUCCESSIVI DEFINIZIONE DELLA CLASSE DI<br />

RISCHIO<br />

La classe di rischio deriva dall’interfaccia dall interfaccia tra la classe di<br />

pericolo e gli indicatori di intensità intensit e di durata dell’esposizione<br />

dell esposizione<br />

SCHEMA DI CALCOLO DELL’INTENSITA<br />

DELL INTENSITA’<br />

INTENSITA’ Proprietà Quantità<br />

4 Sostanze cancerogene Indifferenti<br />

Sostanze molto tossiche Alte (Hg. o l)<br />

3 Sostanze molto tossiche Medie (Dg o dl)<br />

Sostanze tossiche Alte (Hg o l)<br />

2 Sostanze molto tossiche Basse (g o cl)<br />

Sostanze tossiche Medie (Dg o dl)<br />

Sostanze nocive Alti e(Hg o l)<br />

1 Sostanze tossiche o nocive Basse (Hg o dl)<br />

Sostanze poco nocive Medie (Kg o l)


SCHEMA DI CALCOLO DELLA DURATA ESPOSITIVA<br />

Durata dell’esposizione<br />

Stringa descrittiva Identificazione di quantità<br />

1 Occasionale < 10% dell’orario di lavoro<br />

< di una volta a settimana<br />

2 Frequente Fino al 25 % dell’orario di lavoro<br />

> di una volta a settimana<br />

3 Abituale Dal 26 al 50 % dell’orario di lavoro<br />

Tutti i giorni della settimana < di due<br />

volte per turno<br />

4 Continuativa > del 50 % dell’orario di lavoro<br />

Tutti i giorni > di due volte per turno


Anestetici<br />

Reattivi di<br />

laboratorio<br />

Agenti di rischio <strong>chimico</strong><br />

nelle attività attivit assistenziali<br />

Disinfettanti<br />

Sterilizzanti<br />

Farmaci antitumorali


GRADUAZIONE DEGLI AGENTI IN FUNZIONE DEGLI INDICI DI<br />

PERICOLOSITA’<br />

PERICOLOSITA<br />

Reattivi di laboratorio<br />

Anestetici volatili – Sterilizzanti<br />

Coloranti istochimici – Farmaci antitumorali<br />

GRADUAZIONE DEGLI AGENTI IN FUNZIONE DEGLI INDICI DI RISCHIO<br />

Reattivi e Sterilizzanti<br />

Anestetici e farmaci antitumorali<br />

Coloranti istochimici

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