Leggi - I Cistercensi

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01.06.2013 Views

la partenza dell'abate, non aveva previsto il pregiudizio che ne sarebbe derivato a Molesme. S. Roberto capi chiaramente che la sua presenza era più necessaria a Molesme che a Citeaux. E la decisioie del sinodo di Port-d'Anselle, dunque, lo trovò pronto a tornarvi, non «per risalire sul trono di gloria », come hanno voluto insinuare certuni di cui Guglielmo di Malmesbury si è fatto portavoce, ma per riprendervi la sua croce. (Traduzione di P. IGINO VONA, O. Cist.) Sembra che, oltre alla ospitalità tradizionale, i monasteri oggi debbano praticare qualcosa in più: un'accoglienza fraterna ad ogni uomo che cerca di dare un senso alla sua vita; accoglienza fraterna che deve consistere sopratutto nella partecipazione di beni e di esperienze spirituali. Vanno però rispettati i giusti limiti: altrimenti si rischia di pesare troppo sulla comunità e di turbare il raccoglimento necessario per attendere a Dio. André - Corneille Halflants ocso Collectanea Cistercensia, 32-1970-2 pago 180 - 268- -

In merito ad una vita di San Silvestro Abate Il Padre Samuele Giuliani, O.P., autore della recente vita di San Silvestro Abate, fondatore della Congregazione Benedettina Silvestrina (1), afferma che la vita monastica, per San Silvestro, è ordinata all'apostolato esterno e che l'escludere tale apostolato è un dimezzare, un tradire il programma e l'ideale silvestrini. Dice pure che il santo fondatore ha voluto fare del monaco un apostolo e dell'apostolo un monaco in modo tale che il Silvestrino che non facesse dell'apostolato esterno sarebbe una carica tura (2). A nostro avviso tutto ciò significa che apostolato esterno e vita monastica, secondo San Silvestro, sarebbero tra loro intimamente ed inscindibilmente uniti; che l'apostolato esterno sarebbe una conditio sine qua non per l'attuazione dell'ideale Silvestrino e un fine speciale o secondario della Congregazione Silvestrina (3). In questo modo la Congregazione automaticamente viene a non appartenere più all'Ordine Benedettino, ma alle Congregazioni o Ordini non monastici, dei quali il decreto Perjectae Caritatis del Concilio Vaticano II dice che «ex regula vel instituto vitam apostolicam intime consociant offido chorali observatiisque monasticis » (4). Le menzionate arbitrarie affermazioni del Padre Giuliani e le conseguenze da esse derivanti contrastano con il fatto storicamente certo che la congregazione Silvestrina è sempre stata considerata monastica e benedettina. Per diversi secoli essa si chiamò Orda Sancti Benedicti de Montefano. San Silvestro Abate adottò la Regola di San Benedetto e la propose ai suoi figli come norma di vita nell'integrità del suo ideale. Ebbene la Regula, pur non escludendo l'apostolato esterno, tuttavia non lo propone come parte integrale ed inscindibile del suo ideale o come fine speciale o secondario della vita monastica; tanto meno considera la vita monastica come ordinata all'apostolato esterno(5). (1) S. GIULIANI, O. P., Profilo di un Santo (S. Silvestro Abate), Terni 1968. (2) Ibid., pp. 9.3 e passim. (.3) Oltre le già citate affermazioni dell'Autore, ce ne sono altre che implicitamente propongono l'apostolato esterno come fine speciale o secondario della Congregazione Silvestrina. Ne riassumiamo alcune: San Silvestro avrebbe dato alla sua Congregazione un ideale nuovo, proprio, differente da quello di tutte le altre forme di vita benedettina, cioè l'apostolato esterno. La vita monastica, per San Silvestro non sarebbe più fine a se stessa, ma sarebbe ordinata alla missione diretta nel mondo, ecc... (Ibid , pp. 93-95 e passim). (4) CONCoVAT. II, Perlectae Caritatis, n. 9, ultimo capoverso. (5) Cfr. Constitutiones, proemium, in Acta Congregationis Siloestrinae Ordinis Sancii Benedicti, 7, vol. 2°, n. 3, Roma 1966, pp. III-IV. Cfr. SAN BENEDETTO,La Regola, Testo, versione e commento a cura di D. Anselmo Lentini O.S.B., Montecassino 1947, pp. XXI-XXII. - 269-

la partenza dell'abate, non aveva previsto il pregiudizio che ne sarebbe<br />

derivato a Molesme. S. Roberto capi chiaramente che la sua presenza<br />

era più necessaria a Molesme che a Citeaux. E la decisioie del sinodo<br />

di Port-d'Anselle, dunque, lo trovò pronto a tornarvi, non «per risalire<br />

sul trono di gloria », come hanno voluto insinuare certuni di cui<br />

Guglielmo di Malmesbury si è fatto portavoce, ma per riprendervi la<br />

sua croce.<br />

(Traduzione di P. IGINO VONA, O. Cist.)<br />

Sembra che, oltre alla ospitalità tradizionale, i monasteri oggi<br />

debbano praticare qualcosa in più: un'accoglienza fraterna ad ogni<br />

uomo che cerca di dare un senso alla sua vita; accoglienza fraterna<br />

che deve consistere sopratutto nella partecipazione di beni e di esperienze<br />

spirituali.<br />

Vanno però rispettati i giusti limiti: altrimenti si rischia di<br />

pesare troppo sulla comunità e di turbare il raccoglimento necessario<br />

per attendere a Dio.<br />

André - Corneille Halflants ocso<br />

Collectanea <strong>Cistercensi</strong>a, 32-1970-2 pago 180<br />

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