Firenze - Interno dell'antica Chiesa cistercense di S. Maria Maddalena De' Pazzi, restaurata dopo l'alluvione de 4 novembre 1966 (erf. Not. Cist. 1970-3, pago 141-144)
no animati allo stesso modo dallo spirito di Dio. Molti si adagiavano in una vita facile, favorita dall'abbondanza dei beni. Altri deploravano le alterazioni che si facevano alla Regola. Il periodo che va dal 1090 alla fondazione di Citeaux resta purtroppo oscuro. I dati della Vita Roberti non sono molto sicuri e i cronisti che parlano di Citeaux non sono sempre oggettivi. Possono dìstinguersi due episodi o, se si preferisce, due crisi: 1.0 - Roberto, che presiedeva con saggezza a questa organizzazione sempre più complicata provò a raddrizzare la disciplina claustrale. Le sue osservazioni furono accolte male, ed egli come aveva fatto già in precedenza, imitando S. Benedetto allorché abbandonò i monaci di Vicovaro, non insisté oltre e si ritirò a Aux presso un gruppetto di eremiti che lo elessero subito abate. Ciò avvenne verso il 1090. Ma i monaci di Molesme si pentirono e, facendo ricorso alla S. Sede, riottennero il loro abate. La vita regolare riprese. Nel 1095 Roberto fece un lungo viaggio nelle Fiandre, dove ottenne ancora donazioni. Il 17 giugno, tra le acclamazioni dei baroni e del popolo il conte di Saint-Pol insediò i monaci di Molesme nel priorato di Lucheux e consegnò a Roberto le decime di Lucheux e di Sercuin e il villaggio di Neuvillette. 2.0 - Nel frattempo a Molesme non regnava la pace. Alcuni monaci ardimentosi, soprattutto il priore Alberico, trovavano insufficiente la disciplina ristabilita a Molesme. Se ne rendeva conto anche Roberto. Si può dar credito a Guglielmo di Malmesbury, contrario a Roberto, quando scrive che due religiosi, la cui scienza quadrava con la loro virtù, furono scelti perché studiassero lo spirito dell'autore della Regola e l'esponessero agli altri, e che l'abate Roberto fece ricorso a ogni mezzo per ottenere l'adesione di tutta la comunità (Gesta Regum Angl. Lib. IV P.L. 179, 1288). Ulderigo Vitale immagina perfino il discorso di Roberto e le obiezioni dei monaci. C'erano stati già dei tentativi di secessione, e in questa occasione la maggioranza si rifiutò di cambiar costume. Secondo la Vita Roberti, Alberico (forse non ancora priore: si conoscono di questo periodo solo i priori Adamo e Raoul), Stefano ed altri due s'erano ritirati nella solitudine di Vinicus (forse Aigny, sulla Costa d'Oro). Nello stesso tempo (prima del 1094), riferisce un'antica cronaca di Savoia, «due austeri monaci, col permesso del loro abate, partirono dall'abbazia di Molesme per andarsene eremiti in luogo più solitario, al fine di starsene fuori del mondo». Si stabilirono a Aulps nel Chiablese. Nel 1097, prima del 12 marzo, S. Roberto eresse la cella di Aulps ad abbazia. La carta su cui figura come priore Alberico riferisce che i fratelli di - 261-
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