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Leggi - I Cistercensi

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Giacomo ci attendono con un cospicuo gruppo di cittadini, ansiosi di<br />

sapere «che cosa» fossero i cistercensi. Numerosi striscioni ci salutano<br />

lungo le strade: «Ben tornati a Civitella », «Viva l'Abate dei<br />

<strong>Cistercensi</strong> », «Civitella saluta i monaci di Casa mari ».<br />

All'ingresso del paese, davanti alla chiesa cinquecentesca della<br />

Cona, il Sindaco ci rivolge un breve saluto, e l'abate di Casamari nngrazia<br />

precisando i motivi della visita.<br />

Ci si reca quindi presso il Monumento ai Caduti di Civitella, dove<br />

il vicesindaco Prof. Antonio Di Clemente e il rag. Nicola Santedicola<br />

depongono una corona, e il P. Abate recita le preci di rito intercalate<br />

dai canti liturgici eseguiti dalla «Schola» parrocchiale. Dal<br />

piazzale del Monumento si forma un lungo corteo di automobili che<br />

si dirige verso i ruderi dell'antica abbazia. Aggrappata ad un pendio<br />

roccioso, in uno scenario fiabesco di montagne eterne, l'abbazia presenta<br />

ancora nelle sue rovine, rese misteriose dall'ora crepuscolare, i<br />

segni dell'antica grandezza. L'interesse non è dei soli monaci, competenti<br />

in architettura, ma di tutto il popolo che si sente onorato e<br />

lieto di poterei accompagnare nella «sua» abbazia. I ragazzi che già<br />

ci conoscono per nome, si arrampicano su una vecchia torre che domina<br />

la valle e gridano a gran voce: «Padre Anselmo! Padre Anselmo!<br />

», lieti solo di essere visti e salutati amichevolmente. Uno di essi<br />

legge anche una poesia di un poeta civitellese: quasi un pianto sulle<br />

rovine e un desiderio struggente di resurrezione.<br />

Ci salutiamo quindi C011 la gente di Villa Celiera e di Vestea,<br />

che per l'occasione è scesa ad incontrare gli amici-nemici di Civitella,<br />

e a stipulare con essi un definitivo trattato di pace.<br />

La mattina seguente, domenica, aria di gran festa per le vie<br />

cittadine, con volti nuovi di gente semplice venuta dalle campagne e<br />

dai monti. Don Anselmo celebra un matrimonio e fa commuovere<br />

gli sposi. Quindi, per la solenne concelebrazione si forma un corteo<br />

dalla casa parrocchiale alla chiesa gremita di gente che nel suo commosso<br />

stupore è rimasta ordinata e composta. Il meraviglioso organo<br />

della chiesa parrocchiale accoglie i concelebranti con un «allegro<br />

maestoso» di Haendel, cui segue il canto gregoriano dell'antifona<br />

dell'Introito, eseguita dagli stessi concelebranti. All'omelia il P. Abate<br />

illustra diffusamente il significato della nostra visita a Civitella: stabilire<br />

contatti di amicizia fra i cistercensi di Casamari e i civitellesi<br />

per un concreto reciproco aiuto. D. Benedetto legge quindi da una<br />

enorme pergamena il testo seguente:<br />

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