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Leggi - I Cistercensi

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causa delle molte inesattezze che in essa si trovano. Se avesse tentato<br />

di documentare le sue osservazioni avrebbe rilevato sia elementi discussi<br />

ai quali gli autori non hanno neppure pensato, sia elementi<br />

assolutamente alieni dalle affermazioni degli autori citati.<br />

Dopo una breve esposizione della scoperta di Turk, Knowles descrive<br />

la tesi fondamentale di Lefèvre. Egli pensa che Lefèvre abbia confrontato<br />

tre codificazioni « complete» trovate nei manoscritti di Trento<br />

1711, Laibach 31 e nei testi di Digione che il Guignard aveva pubblicati.<br />

Knowles oltre a ciò afferma che Turk abbia ritenuti i testi<br />

editi da Guignard per il «dossier» presentato nel 1153 ad Eugenio<br />

III (153), mentre Lefèvre li avrebbe fissati circa nel 1163 (154).<br />

Questa osservazione attribuisce a Turk e a Lefèvre qualche<br />

cosa che loro non hanno mai asserito. Turk sapeva molto bene<br />

dall'esame delle Bolle « Sacrosancta» che la CCz, nella forma pubblicata<br />

da Guignard, non poté essere presentata nel 1152 (155). Inoltre la<br />

teoria dei manoscritti «completi» (Knowles li chiama dossier) deriva<br />

soltanto da Lefèvre, il quale però non incluse nella sua tesi fondamentale<br />

il terzo gruppo (i testi di Digione) nominati da Knowles, poiché<br />

questo terzo «gruppo », almeno nei manoscritti conosciuti oggi, non<br />

esiste affatto, in quanto Guignard ha raccolto i testi del suo Monuments<br />

primitijs cercando qua e là in diversi manoscritti.<br />

Knowles in vari punti sembra dimenticare tutto ciò. All'inizio del<br />

suo articolo esplicitamente parla di diversi manoscritti di Digione, che<br />

pubblicò Guignard e li indica anche in una nota ( 156); confonde poi<br />

Digione 601 (già 354), che contiene la CC\ con Digione 114 (già<br />

82) delle Consuetudines (157), e nella descrizione della tesi fondamentale<br />

di Lefèvre questi testi di diversi codici diventano un'unico « grup-<br />

(153) KNOWLES, 211. L'anno 1153 è certamente un errore di stampa o<br />

una svista. La « Sacrosancta » di Eugenio III è del 1 agosto 1152. Alcuni righi prima<br />

Knowles ascriveva il dossier di Eugenio III al 1152.<br />

(154) Cosi KNOWLES, 211; ma a pago 212 scrive che secondo Lefèvre, la CO<br />

nella sua forma definitiva è da collocarsi circa al 1180.<br />

(155) Vedi sopra pago 107, nota 127.<br />

(156) KNOWLES, 199, dove egli espressamente ricorda che il manoscritto 601<br />

contiene la CO, il 633 l'Exordium Parvum e il 114 gli «Instituta ».<br />

(157) Ibid., 201-202 egli descrive il manoscritto 601 nel modo seguente:<br />

«Il testo (della CC) era apparentemente puro, e quando poi Guignard ne aveva<br />

stampata l'edizione dal ms. 601 della Biblioteca Municipale di Digione, allora vi fu<br />

un generale convincimento che fosse stata detta l'ultima parola. Il manoscritto ~i<br />

Digione, scritto nelle diverse parti tra il 1191 e il 1236, proveniva da Citeaux ed 10<br />

esso si asseriva che era l'esemplare per tutto l'Ordine, con l'iscrizione 'ut praesens<br />

liber sit exemplum invariabile ...'. Il testo stesso - come dimostrò Guignard -<br />

era stato composto tra il 1173 ed il 1191, perché esso contiene nel suo calendario la<br />

festa di S. Tommaso di Canterbury, che fu canonizzato nel 1173... ».<br />

Knowles qui confonde il manoscritto 601 (già 354) della CC2 con quello<br />

- 190-<br />

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