Leggi - I Cistercensi
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nulla di più stima m questa vita che i divertimenti del corpo e dell'anima.<br />
La separazione esterna dal « mondo» - praticata in diversi gradi<br />
e in diversi modi dalle nostre comunità - è un segno ed un mezzo<br />
di questa rinuncia interna ».<br />
Ed ora vorrei ritornare alla dottrina del nostro S. Padre Bernardo<br />
che ho richiamato alla Vostra memoria nella prolusione di questa sessione.<br />
Chi meglio del Dottor mellifluo che troviamo rappresentato frequentissimamente<br />
con gli strumenti della passione del Signore, che<br />
conosciamo esimio amatore della croce di Cristo, di cui sappiamo che<br />
fu un Maestro istruito per opera divina nella via del Signore, chi potrebbe<br />
più equamente, - dico - chi potrebbe in modo a noi più<br />
adatto, più da vicino insegnarci nella nostra quotidiana vita cistercense<br />
a seguire Gesù Cristo che porta la sua Croce? Egli infatti ha<br />
esposto in modo descrittivo la sua dottrina nella stessa definizione<br />
dell'Ordine.<br />
Basta dunque enumerare ed ordinare ciò che il nostro S. Padre<br />
Bernardo dice nell'epistola 142 ai monaci di S. Maria delle Alpi.<br />
Poiché la mortificazione dev'essere più spirituale che materiale e<br />
non ci conviene tanto strappare i vestiti quanto i nostri cuori, dobbiamo<br />
accedere a Dio salendo la scala dell'umiltà. Perciò « il nostro Ordine »,<br />
secondo S. Bernardo, « è umiltà, è disprezzo, povertà volontaria, è obbedienza;<br />
l'Ordine è stare sotto un maestro, - egli dice - essere<br />
soggetti all'abate, alla regola, alla disciplina ». Ecco le opere d'umiltà e<br />
di abnegazione di se stessi. Alla natura non piace un tale discorso, ma<br />
questa è la via che conduce a Dio. E in questo modo il nostro Ordine<br />
può essere « pace e gaudio nello Spirito Santo ». E questa via dell'umiltà<br />
conduce alla carità, di cui S. Bernardo dice che « il nostro Ordine<br />
è soprattutto osservare la via più eccellente, cioè la carità ».<br />
Ma S. Bernardo raccomanda anche quelle opere di mortificazione<br />
che sebbene siano rivolte all'interiorità, richiedono anche la pratica<br />
esteriore. « Il nostro Ordine, dice, è dedicarsi al silenzio, esercitarsi nei<br />
digiuni, nelle veglie, nelle orazioni, nel lavoro manuale ».<br />
Sebbene, come appare dal testo già citato della lettera Apostolica<br />
« Ecclesiae Sanctae », si debbano rivedere gli esercizi di penitenza propri<br />
ai singoli Istituti, in quanto non tutte le opere che poterono compiersi<br />
al tempo di S. Bernardo convengono alla costituzione fisica<br />
dell'uomo moderno, esse conservano tuttavia il loro valore ascetico<br />
e spirituale.<br />
Anche oggi i digiuni e le astinenze sono i mezzi adatti alla disci-<br />
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