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Leggi - I Cistercensi

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Il Signore dunque ci mostra la via della mortificazione, che dobbiamo<br />

sopportare ogni giorno nella croce, per vivere la nuova vita e<br />

produrre frutto.<br />

Egli stesso ha suggellato la Sua dottrina con la propria morte,<br />

offrendo Se stesso al Padre per noi.<br />

Non è necessario un commentario a queste parole, né io oserei<br />

aggiungerlo alla Vostra presenza. Tutti siamo consacrati alla croce per<br />

la professione monastica, siamo consacrati ad assomigliare a Cristo,<br />

nostro Signore, attraverso l'obbedienza fino alla morte, noi che<br />

cerchiamo di vivere la nostra vita per suo amore.<br />

E sappiamo che non potremo giungere né alla eminente<br />

conoscenza di Gesù Cristo (cf. Filipp. 3, 8). né al. possesso di quella<br />

maggiore carità per cui Egli ci ha amato per primo, se non portando<br />

ogni giorno la nostra croce, già in un certo modo anticipata e sopportata<br />

nella croce del Signore, affinché, innestati alla similitudine<br />

della Sua morte, gradatamente siamo trasformati nella Sua immagine.<br />

Permettetemi di citare in questo nesso una pagina egregiamente<br />

scritta nella Dichiarazione dei principali elementi della vita cistercense<br />

N. 65 (Atti della Curia, n. 17, pago 29):<br />

"La vita del monaco dev'essere imitazione dell'umile Cristo. Facendo<br />

sincera penitenza dei nostri peccati e consci dei nostri limiti,<br />

anche se sostenuti ad un tempo dalla divina misericordia, dobbiamo<br />

cercare la gloria di Dio, non la nostra. Con questo spirito di umiltà<br />

dobbiamo accogliere serenamente le tribolazioni e le privazioni<br />

ed essere contenti anche di modesti mezzi di vita.<br />

La vita monastica può esistere solamente nel segno della croce.<br />

Infatti, seguendo la carità di Cristo, di cui nessuno può averne una<br />

maggiore, entriamo nella via della rinuncia e mortifichiamo le nostre<br />

membra per servire al Dio vivo. Come i suoi discepoli cosi Cristo ha<br />

chiamato anche noi a portare ogni giorno la croce ».<br />

Al numero seguente sono ricordati esempi concreti ed occasioni in<br />

cui dobbiamo seguire il Signore che porta la Sua croce.<br />

Poi (al nr. 67) il testo continua nel seguente modo: «Inoltre,<br />

come nel battesimo abbiamo promesso di contraddire e di rinunciare<br />

a Satana e a tutte le sue opere, cosi nella vita monastica vogliamo<br />

fuggire il mondo, in quanto è soggetto al demonio, i desideri degli occhi,<br />

la concupiscenza della carne e la superbia della vita. La fuga dal<br />

mondo consiste prima di tutto nell'interna separazione dal modo di<br />

pensare di questo mondo che non aspetta nulla oltre il sepolcro e che<br />

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