Leggi - I Cistercensi

3) Desidera:
a) che i nostri monasteri missionari, sia maschili che femminili,
svolgano la loro vita religiosa in modo tale che convenga all'indole,
alla mentalità, agli usi propri di quelle regioni e del monachesimo indigeno;
b) che gli stessi monasteri pratichino nelle loro forme di vita
l'insegnamento sociale della Chiesa;
c) che contribuiscano, nei limiti del possibile, alla evangelizzazione
dei popoli vicini, alla propagazione della fede; promuovano il
progresso della società e lavorino a risolvere i più urgenti problemi
sociali.
4) Esorta:
a) ad alimentare efficacemente lo spinto missionario nella formazione
della nostra gioventù, secondo gli statuti e il carattere proprio
dei singoli monasteri;
b) a riflettere sulle eventuali nuove fondazioni in terra di missione,
in modo che « nelle chiese di nuova costituzione si promuovano
varie forme di vita religiosa» (Ad Gentes, 18), sia iniziando la vita
contemplativa presso le nuove Chiese, sia estendendo l'operosità pastorale
ed educativa, al fine di dilatare il regno di Dio tra le genti;
c) a cercare le vie ed i mezzi per concretizzare in modo efficace
con sussidi spirituali e materiali le attività missionarie dei monasteri
cistercensi. Raccomanda insistentemente che ciascuna comunità abbia rapporti
efficienti con una determinata opera missionaria da aiutare regolarmente
in modo particolare.
5) A tutti coloro che nel nostro Ordine hanno il dovere di compiere
le « visite canoniche» raccomanda di domandare, in ogni monastero
da loro « visitato », che cosa si faccia in concreto per le missioni:
gli elementi così raccolti vengano inseriti nelle relazioni da presentare
ai Capitoli delle congregazioni e dell'Ordine.
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P. RAFFAELE SCACCIA